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Autore: comecloser    08/10/2016    0 recensioni
Un foglio bianco.
Mille pensieri per la testa ma zero parole per esprimerli.
Voglia di parlare.
Voglia di confrontarsi.
Voglia di scrivere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Finalmente è venerdì.
La settimana di lezioni è passata faticosamente, non tanto per lo studio ma per trovare la forza di alzarmi dal letto.

Stamattina sveglia alle 08:00.
Non riesco ad essere quel tipo di persona che si alza dieci minuti prima di un impegno ma riesce lo stesso ad essere perfetta quando esce.
Ho la mania di tenere tutto sotto controllo e questo mi toglie minimo una mezz’ora di sonno a giorno.
Una doccia veloce e decido di indossare un jeans con un maglioncino che ho comprato durante lo shopping con mia madre.
Sistemo i capelli con delle forcine e tiro un filo di eyeliner sopra gli occhi.
Torno in camera, prendo la borsa e mi dirigo in caffetteria per fare colazione con una mia compagna di corso.

Quando arrivo al bar, Charlie ha già preso posto al tavolo vicino la vetrina. Riconosco i suoi capelli biondo platino.
Ha anche ordinato la mia consumazione quotidiana, caffè con brownies.
Mi avvicino e la saluto scambiandoci due baci sulla guancia.
“Ciao Charlie.” Sorrido.
“Ciao Anne. Come stai bene oggi.” Dice facendomi l’occhiolino.
“Penso che crollerò sui libri a lezione.”
“Dormito male?”
“No, dormito poco.”
“Come sono andate le vacanze?”
“Bene, avevo bisogno di staccare un po’. Le tue?”
“Bene, sono andata ad una festa pazzesca.” Nel mentre della descrizione fisica del ragazzo conosciuto mi arriva un messaggio. -Sei viva o devo incominciare a preoccuparmi?- Il mittente è Ethan e mi rendo conto di non averlo considerato per tutta la settimana.
-Eth perdonami, è stata una settimana davvero impegnativa. Come stai?-
-Io bene, tu? Vedo che senza caffè non riesci proprio ad iniziare bene la giornata, eh?-
-Per il resto tutto bene. Ormai mi conosci.- Premo il tasto invio, poi mi fermo a pensare e continuo: -Un secondo, come fai a sapere che sto bevendo caffè?-
-Meglio tardi che mai scheggia, girati.-
Poso il telefono sul tavolinetto, mi giro e lo vedo. Anfibi, pantaloni skinny neri e l’immancabile camicia bianca sono le cose che non gli fanno togliere gli occhi di dosso dal resto della clientela, ma a me era mancato il modo in cui i suoi azzurri occhi sorridono quando mi vedono.
“Scusami un attimo Charlie.” Le dico prima di alzarmi dalla sedia. Lei annuisce.

Gli vado incontro e lo abbraccio forte. Le sue braccia mi avvolgono con fare protettivo.
“Maledetto, perché non mi hai detto che passavi a trovarmi?” Dico dandogli un piccolo pugno sulla spalla.
“Perché ho un’amica così stordita che prima mi invita a trovarla e poi non si fa sentire nonostante sappia che io la prossima settimana debba partire.” Si massaggia la spalla, ho già avuto una piccola vittoria personale.
“Tua mamma ha bisogno di aiuto?”
“Mi ha chiesto di andare a sostituire una cameriera in malattia.”
“Fino a quando resti qua?”
“Io non ho impegni fino a domenica. Ora sta a te stilare il programma.”
“Andiamo va, che mi toccherà saltare le lezioni per colpa tua. Fammi prima salutare la mia amica.”
“Ah no, voglio vivere una tipica giornata da perfetta studentessa universitaria quale sei. E comunque, carina la biondina là giù. Me la presenti?”
“Eth, ti prego, smettila.” Dico con una faccia disgustata.

Dopo aver spiegato a Charlie la sorpresa avuta da Ethan ed essermi accertata che non le dispiaccia rimanere da sola, la saluto e mi dirigo alla porta.
Eth mi mette un braccio dietro le spalle e incominciamo a camminare in direzione dell’aula della prima lezione.
“Allora come mai è stato così impegnativo questo ritorno al ritmo di sempre?”
“Un po’ la mia solita routine, un po’ le nuove materie, non so. Mi conosci, ci metto un po’ a riprendere il ritmo. Tu invece quando cominci?”
“Il prossimo mese.”
“Allora in futuro toccherà a me venirti a trovare.”
“Con molto piacere.” Una risata esce dalla sua bocca.
“Perché ridi?” Chiedo offesa.
“Non riesco ad immaginarti in quell’ambiente.”
“Nemmeno io se può consolarti.” Ci guardiamo e scoppiamo a ridere entrambi.

“A quale lezione stiamo andando?”
“Storia del diritto.”
“Già so che mi annoierò.”
“Stai tranquillo, dura solo due ore. Il pomeriggio posso saltarla.”

Entriamo in aula e ci sediamo agli ultimi posti, in modo tale che per qualsiasi evenienza possiamo uscire tranquillamente.
Oggi l’ambiente è stranamente pieno rispetto alle volte precedenti.
Arriva il professore e prendo dalla borsa il mio blocco per prendere appunti.
“Ancora usi foglio e penna per seguire la lezione?” Ride e scrolla le spalle con fare rassegnato. Rido e gli faccio segno di stare in silenzio.

La lezione procede normalmente, riesco a scrivere la maggior parte degli argomenti anche se ogni tanto vengo interrotta da qualche disegno da parte di Ethan. La disperazione lo ha portato anche a regalarmi dei cuori.

“C’è un ragazzo dietro di noi che ti sta fissando dall’inizio della lezione.”
“Cosa?” Ero così presa dalla spiegazione che nemmeno ho sentito quello che mi ha detto.
“Ho detto che c’è un ragazzo che ti sta fissando dall’inizio della lezione!”
“Ma chi?” Mi giro così frettolosamente da farmi notare. “Oh no.”
“Lo conosci?”
“Si…ehm…cioè. Ti spiego dopo, è meglio.” Cerco di riprendere a sentire il professore.

***

Alla fine della lezione porto Eth ad un ristorantino del campus.
Io ordino un piatto di pasta mentre lui un hamburger con patatine fritte.

“Allora, chi era quel ragazzo?”
“Nessuno di importante, è una storia lunga che ti annoierebbe sicuramente.”
“Lo sai che ti ascolto sempre volentieri.” Dice mettendo il broncio.
“Questa volta non ci casco mio caro.” Sorrido.
“E dai, racconta!”
“Prometti di non ridere però?”
“Giuro.” Vedo che si sta trattenendo dal sorridere.
“L’ho conosciuto prima delle vacanze di Pasqua. Ero in treno, quando si è seduto sul posto di fronte al mio e guardandoci ci siamo resi conto che stavamo leggendo lo stesso libro. Da lì abbiamo iniziato a parlare un po’.”
“E?”
“E niente, quando ci siamo salutati mi ha lasciato un libro da leggere.”
“Ma non vi siete scambiati il numero di telefono immagino.”
“Ma perché pensate tutti al numero di telefono?” Sbotto.
“Perché almeno avreste avuto la possibilità di risentirvi.”
“In verità ci siamo rivisti.” Arrossisco.
“Non ci credo.” Dice sbalordito.
“Giuro.” Metto la mano sul cuore. “Sempre in treno, ritornando dalle vacanze.”
“E che vi siete detti?”
“Niente di particolare. Abbiamo parlato del libro che mi ha lasciato e questa volta gliene ho regalato uno io. Non so come fa, ma mi capisce come poche persone nella mia vita.”
Ad un tratto sento una presenza alle mie spalle “Se non fuggissi capiresti che sono venuto a riconsegnartelo. E grazie per il complimento.”
“Ehm, da quanto tempo è che stai ascoltando?” Dico con imbarazzo girando le spalle lentamente.
“Un po’.”
Mi giro verso Ethan, “L’avevi visto, vero?”
“Secondo te sarei stato di capace di sentire un discorso così?”
No sicuramente no, penso tra me e me sorridendo.

   
 
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