Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: Violinlock    08/10/2016    0 recensioni
Che il sipario cali, e che incominci la loro storia.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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È vero, l'alcool mi ha dato un po' alla testa se penso che Sherlock mi legga dentro. Dopo tanto che ci conosciamo... Dopo tutto questo tempo so che non può leggere dentro nessuno. Fa solo delle deduzioni. Quasi sempre ci azzecca, ma dettagli.

"Ah..." dico inconsapevolmente, gutturalmente, sospirando e girandomi a guardare la finestra. Non c'è nessuno, come credevo. Credo in troppe cose.

Stavo pensando a lui, lo ammetto. Mi penavo perché pensavo a lui più vicino a me.

Mi tocco la testa. Quindici cose. In realtà sono dieci, ma lui ha insistito sul fatto che non sarei riuscito a trovarne quindici, non prima di ripensarci su un po' tutto. Sbuffo. Forse è vero. Ho detto di odiare i suoi capelli. Sono sempre gli stessi, mi sono giustificato. Patetico, lo so. Banale anche il fatto che ho detto di odiare il suo capotto. Odio quando capisce qualcosa che io non capisco, cioè quasi sempre, ma delle volte mi lascia davvero all'oscuro di tutto. Due anni - bastardo farabutto che non è altro. E in più odio il non poter essere intelligente quanto lui - cosa che benedico anche, però. Quando gli è l'ho detto è scoppiato in una risata tragica, così inquietante che ho rivalutato subito ciò che ho detto. Ma dovevo trovare qualcosa, no? E la sua intelligenza mi piace, perciò non lo so, l'ho detto. Odio il suo essere troppo di ghiaccio, delle volte, odio il suo modo di approcciarsi a Molly, odio il fatto sia sparito senza dirmi niente, odio le sue mani troppo spigolose - lui ha detto qualcosa sul fatto che le mie non le nota in modo negativo, odio quando non ha tatto. E poi quelle due cose di ora. Nemmeno me le ricordo più, non ho preso neanche appunti - conto solo i numeri.

*

*

*

"Allora... " dice sospirando. Mi guarda, ora. "Ci sei riuscito?"

"La tua faccia. Te la sei vista, non è vero? Strafottente. Odio questo di te. Troverò altre tre ragioni" sospiro tranquillamente io, guardando gli appunti del cadavere appena sezionato.

Con la coda dell'occhio lo vedo arricciarsi le labbra. Movimento perfetto. Amo la sua faccia. Il suo viso, le sue espressioni... Oh, andiamo, non ci sto mica ripensando, eh?

Molly entra dalla stanza. È la seconda volta che la vedo dopo due anni. È più radiosa, noto quasi di sfuggita.

"Qualcosa di nuovo?" chiede Sherlock. Guardo Sherlock Holmes, il grande detective oramai vivo da tre mesi esatti oggi - almeno per me, l'ultimo della lista a cui dire niente, quello più inaffidabile.

"La tua esistenza" mi scappa di dire, addirittura corrucciato. Faccio finta di niente e poso i miei appunti.

"Oh, andiamo John, non c'è l'avrai ancora con me?"

"C'è lo sempre con te" ribatto io guardandolo. Ora è troppo, sto esternando troppo. Prendo il cappotto ed esco, dicendo che devo andare tranquillamente al supermercato per gli assorbenti di Mary.

Faccia schifata di entrambi, Molly forse più perplessa, e poi guardo la porta che spingo. L'ultima cosa che sento è Molly parlare con Sherlock di una nuova scintilla nella sua vita. Fai bene Molly, fai bene, penso vacuamente.

*

*

"Anche lui ha sofferto" sussurra Molly alle mie spalle.

Mi giro a guardare il suo viso, sopra di me. Sospiro e mi giro. Sono seduto nei gradini del Bart's Hospital, non sono andato da nessuna parte.

"Lo so" dico soltanto. "Ma io di più" aggiungo.

"E chi lo dice?"

"Io."

"Ma non i fatti."

Mi volto a guardarla, si è seduta accanto a me. "E quali sarebbero?"

Fa soltanto spalline, guardando un punto indefinito davanti a sé.

Corruccio la fronte e il mio mio viso diventa pensieroso.

*

"Tu soffri?" chiedo la sera stessa. Stiamo in una posizione strana, tenendoci le mani ferme le une contro le altre in modo da imitare un saluto. Ci siamo alzati perché la signora Hudson vuole vedere assieme a noi il film che abbiamo visto l'altra sera, quindi scappo prima che finisca i dolcetti che tiene nel forno. Tutto compito di Sherlock tenerla poi a bada.

"Non tieni la mano salda" mi dice lui con uno sguardo di per sé inquisitorio.

"Odio questo" dico guardandolo. "Odio quando, invece di rimanere semplicemente di stucco, parti sulla difensiva. Sei umano, Sherlock."

"Non mi lascio andare semplicemente in sentimentalismi."

"Secondo te sono inutili i sentimenti?" chiedo allora.

Sospira, ancora guardandomi profondamente, ma impenetrabile. "Non ho detto questo."

Lascio la sua mano. "Ciao, ci vediamo Sherlock" dico, e me ne vado. Mi giro poi a guardarlo da sopra le scale. Questa volta lui c'è, è presente, mi guarda. Vorrei dirgli qualcosa, ma poi mi limito a un cenno con la mano, lui a un cenno col capo.

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ah, eccolo qua. E non so, spero piaccia. Ringrazio chi ha messo la storia fra gli 'appunti', e particolarmente il mio gatto per questo premio Nobel per la Fan Fiction. (??) Fatemi sapere!

   
 
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