I
preparativi per la festa continuavano, Caroline era
inarrestabile, dirigeva ogni cosa dal suo smartphone e nel frattempo
decideva
cosa lei, Elena e Bonnie avrebbero dovuto indossare.
Era stato difficile convincere Elena riguardo la festa, ma alla fine
Care
l’aveva avuta vinta e aveva così costretto le amiche ad andare in giro
per i
negozi.
Elena di certo non era entusiasta della cosa ma decise di appoggiare
le idee e
le decisioni dei suoi amici, almeno in quel modo forse sarebbe
riuscita a
distrarsi anche se ne era poco convinta.
“Abbiamo comprato praticamente tutto ciò che era esposto nei negozi”
esordì
Bonnie una volta rientrate a casa Salvatore con decine di buste, la
maggior
parte delle quali appartenevano a Caroline.
“Devo ricordarti che oltre alla festa tra poco iniziano i corsi? Non
possiamo
di certo girare con gli abiti della stagione scorsa, no? Ed a voi due
una
puntatina dal parrucchiere di certo non farebbe male.” Rispose
Caroline con un
tono leggermente ironico ed infastidito, anche se era orgogliosa di se
stessa
nell’aver fatto uscire le sue migliori amiche.
Entrambe le amiche la guardarono male dopo il suo ultimo commento, ma
Caroline
continuava a sorridere loro sapendo di avere ragione.
“Ehi, cos’hanno i nostri capelli?” Domandò Elena prendendo una
magliettina da
una delle buste e lanciandogliela contro, accennando alla fine un
lieve
sorriso. Non l’avrebbe ammesso mai, ma quella mattinata era stata un
toccasana
per lei.
“Prima cosa, i capelli lunghi a spaghetti stile Raperunzel non vanno
più di
moda. Seconda cosa, Bonnie devi farti crescere i capelli o Enzo
inizierà ad
avere dei forti dubbi sulla sua sessualità e terza cosa, non meno
importante,
questa maglietta costa 40 dollari ed il fatto che non l’abbiamo pagata
non vuol
dire che devi lanciarla, chiaro?!” Quando ci si metteva, Caroline era
di una
sincerità demoralizzante, ma tutto ciò che faceva e diceva era per il
bene
delle ragazze, e loro lo sapevano.
“Quanto amore, Care!” disse Bonnie fissandola male, per poi scoppiare
a ridere,
seguita sia da Elena e poi Caroline.
“Bonnie, mi sa che domani ci tocca andare dal parrucchiere!”
sintetizzò Elena
tra una risata e l’altra.
“Agli ordini, tanto paga Care! Cavolo, tutta questa roba farà prendere
un colpo
ad Enzo, non so se mi farà entrare nella sua auto!” aggiunse infine
Bonnie,
lasciando che le risata delle tre amiche concluda quel piccolo
teatrino.
Finirono così di scaricare la roba e rientrarono in casa Salvatore
apparentemente vuota, anche se Caroline con i suoi “poteri” da vampiro
percepì
subito la presenza di Stefan, intento a leggere in camera sua. Era una
cosa che
faceva spesso ultimamente, ma anche chiudersi dentro di se era una
cosa che
faceva e che spaventava non poco Caroline, poiché non sempre riusciva
ad
abbattere i muri che il suo amato alzava. Le uniche che riuscivano ad
aiutare Caroline
nel suo intento erano le gemelline con la loro sola presenza, ma
proprio in
questo periodo si trovavano in vacanza con Alaric, quindi le armi in
suo
possesso scarseggiavano, al momento.
Bonnie ed Elena, stremate, si buttarono sul divano e si misero comode,
togliendosi giacca e scarpe, che non sopportavano più.
“Non ho mai odiato così tanto camminare come oggi. Non sono più
abituata a
certi ritmi.” Disse Elena chiudendo per un attimo gli occhi e
respirando a
pieni polmoni l’aria di Casa Salvatore, l’aria di casa sua, l’aria che
Damon
stesso respirava prima della sua scomparsa.
Bonnie si limitò semplicemente ad annuire, sentendo man mano i muscoli
del
corpo rilassarsi. Care comparve quasi subito dietro di loro con
bevande fresche
e qualcosa da sgranocchiare per le sue amiche che ne necessitavano.
Stefan, nel frattempo, era intento a leggere le vecchie pagine
consumate dei
suoi diari, che racchiudevano di per se la sua lunga esistenza. In un
flash si
ricordò di come Damon lo prendeva sempre in giro per questa sua strana
abitudine, trattenendo poi le risate rievocando la lista di battute
che il
fratello era solito fare a riguardo.
Immaginò, così, che se Damon fosse stato lì gli avrebbe impedito di
deprimersi,
prendendogli i diari e chiedere così dove si trovasse il suo agognato
Bourbon.
Per non permettere alla tristezza di assalirlo, spostò i suoi pensieri
su
qualcosa di più piacevole e del tutto sorprendente: la sua proposta di
organizzare una festa a casa Salvatore. Conoscendolo e conoscendo
Damon, si
sapeva che era più una sua prerogativa quella di avere idee di quel
genere, e
di fatti ne rimase sorpreso lui stesso per primo, non avendo nemmeno
la minima
idea di ciò che Caroline aveva in servo per la serata ne tanto meno di
quante
persone sarebbero venute.
Caroline. La sua Caroline.
In quel periodo era fantastica, ed ogni giorno era un po’ più leggero
da
affrontare grazie alla sua sola presenza. Negli ultimi mesi aveva
sempre
qualcosa da fargli fare, come gite nei week-and o girare posti che da
poco
aveva scoperto o fargli fare da babysitter alle gemelline.
Insomma, l’idea della festa era stata un po’ un pretesto per poterla
ringraziare del suo amore e della pazienza che aveva con lui.
E negli ultimi tempi c’è n’era voluta molto, considerando anche che
aveva
pensato di lasciare Mystic Falls e partire, ritenendo che sarebbe
stato un bene
per tutti.
In quel caso però, fu Elena a distoglierlo da quest’idea del tutto
malsana.
8 MESI PRIMA
“Vuoi davvero andartene? Non ci pensi a Caroline?” Un’Elena furiosa
urlava a
squarciagola, incrociando le braccia e cercando di polverizzare
Stefan con lo
sguardo.
Era stata quella la reazione della ragazza quando il vampiro le
aveva
comunicato della sua decisione di andarsene da Mystic Falls e
partire per un
po’.
Ovviamente non era per niente d’accordo, perché anche se per un
periodo
aveva ritenuto proprio Stefan responsabile della scomparsa di Damon,
di certo
non voleva che reagisse ed agisse in quel modo.
Dopotutto sapevano entrambi che scappare dai problemi non era mai
stata una
vera soluzione, anzi, delle volte poteva solo peggiorare la
situazione.
“Elena. Per favore, ne ho già discusso con Caroline e, … è
d’accordo. Tutta
questa situazione ci sta uccidendo. MI sta uccidendo. Non sappiamo
cosa sia
successo, non sappiamo dove sia Damon o se sia ancora vivo… Io… non
riesco a
vivere in questa casa. Non riesco a vivere con questo peso.
Perché Caroline lo capisce e tu no, Elena?” Iniziò a spiegare
Stefan,
avvicinandosi piano ad un’Elena furiosa ed indispettita.
“E perché tu non capisci me, Stefan? Potrebbe saltare fuori
qualcosa oppure
saremo costretti a vivere nel mistero per l’eternità. Non lo so, non
lo
sappiamo. Ma so che scappare non è la soluzione, perché ci sono
passata. Tre
anni fa, ricordi? Quando pregai Alaric di soggiogarmi per cancellare
i ricordi
che avevo di Damon? Stavo scappando, anzi sono scappata, perché il
dolore era
incessante e non riuscivo più a respirare, non riuscivo a sopportare
l’idea di
non rivederlo mai più. Ed ora.. Ora mi sento come se mi avessero
strappato il
cuore, come se insieme a Damon avessero rapito anche lui.
Sono stanca di perdere le persone Stefan, e non posso perdere anche
te. Ho
bisogno di te.” Le lacrime scivolavano lungo il viso di Elena che a
modo suo
stava cercando di far capire al vampiro cosa provasse e cosa sarebbe
successo
se anche lui sarebbe uscito dalla sua vita. Entrambi sapevano di
poter contare
sull’altro, entrambi sapevano che non importava quante volte
avrebbero litigato
o per quanto tempo non si sarebbero parlati, alla fine ci
sarebbero
sempre stati l’una per l’altro, perché il loro legame andava oltre
l’amore o
l’amicizia. L’uno era l’ancora dell’altra, e questa cosa non sarebbe
mai
cambiata.
Stefan tagliò lo spazio che vi era tra i due e l’abbraccio forte,
cercando
di consolarla e di tranquillizzarla, perché vederla in quello stato
gli
spezzava il cuore.
“Dopo tutti questi anni riesci ancora ad avermi in pugno, Gilbert.
Penso che
Damon potrebbe uccidermi per questo.”
Tra le lacrime, Elena rise. “Penso che ne sarebbe capace, si, sarà
sempre
geloso del nostro rapporto. Sai, proprio quella sera… toccammò
quest’argomento
e ti definì, con molto sarcasmo, il mio epic love.”
“Il tuo cosa?!” Domandò Stefan staccandosi appena dall’abbraccio
per
guardare la ragazza in viso.
Lei annuì e dopo essersi asciugata le lacrime, aggiunse “Abbiamo
passato
così tanto tempo a rinnegare il passato, ma quello esiste e fa parte
di noi,
Stefan. E Damon lo sapeva, come lo sa anche Caroline. Tu eri, sei, e
sarai
sempre una parte importante di me.
Ma, su una cosa si è sbagliato. Ciò che ha detto sull’epic love, o
vero
amore, o come vogliamo chiamarlo.. E’ lui, sarà sempre lui ed io lo
aspetterò,
anche se quando tornerà forse sarà vecchia e decrepita, lo aspetterò
sempre.”
Per Stefan era strano sentir dire quelle cose da Elena, non perché
fosse
geloso o ferito, ma perché da quando Damon era scomparso la ragazza
si era
chiusa così tanto in se stessa da non parlare dell’argomento più con
nessuno,
anche se la notte dava sfogo al suo dolore con urla e pianti che
raggiungevano
i preoccupati Caroline e Stefan.
D’altronde anche lui aveva reagito così, dandosi la colpa di ciò
che era
successo e senza parlare con nessuno dell’accaduto, lasciando che il
dolore lo
consumasse dentro. Di notte, i primi tempi, era solito tornare nel
bosco, nel
luogo in cui era successo tutto e cercava e ricercava indizi che non
trovava
mai.
L’unica fortuna è che con il tempo anche il loro rapporto stava
andando via
via migliorando. Elena si era pentita di ciò che gli aveva detto ed
avevano
chiarito la situazione, rendendosi conto che ciò che era uscito
dalle loro
bocche era solo il forte dolore e la paura di non rivedere più
Damon.
Elena aveva ragione, pensò Stefan una volta solo con i suoi
pensieri nella
sua stanza, scappare non sarebbe mai stata la scelta giusta, anzi,
non sarebbe
mai potuta essere una scelta.
I
giorni volarono ed ecco che arrivò quello della
tanto agognata festa.
Il soggiorno dei Salvatore era completamente invaso dagli invitati,
come aveva
potuto constatare Elena spiando dalle scale prima ancora di scendere
al piano
inferiore.
Sia lei che gli altri conoscevano benissimo le doti organizzative di
Caroline ,
ma restarono comunque sorpresi di vedere una postazione per il barman,
una
tavola super imbandita e perfino un DJ che avrebbe movimentato di
certo la
serata.
In un primo momento sarebbe voluta correre in camera sua e
nascondersi,
lasciandosi abbandonare ai ricordi di una festa che molti anni prima
si svolse
in quella casa, ed al ricordo di lei che scendeva quella scalinata a
braccetto
di Damon. Erano quelli i momenti in cui pensava che la festa non
sarebbe stata
poi un’ottima idea, ma quando sentì le urla di Caroline, intenta a
litigare con
qualcuno al telefono, non ebbe scelta ed si appoggiò al corrimano,
intenta a
scendere le scale, quando Stefan gli comparve di fianco.
“Pensi anche tu che c’è tutta Mystic Falls alla festa, di sotto?”
domandò,
affiancandola allo stesso scalino.
“Caroline the machine. Impossibile fermarla.” Disse Elena ridacchiando
appena,
per poi voltarsi a guardare Stefan facendosi seria.
“Stefan, pensi sia la cosa giusta da fare?”
Lui la osservò in silenzio per un lungo minuto, preso alla sprovvista
e
sorpreso dalla sua domanda.
“E’ una festa Elena, ne abbiamo bisogno, e se lo dico io è così.
Avresti dovuto
vedere la faccia di Caroline e Bonnie quando l’ho proposto, non
credevano alle
loro orecchie. Se ci fosse stato Damon sarebbe scoppiato a ridermi in
faccia
vietandomi di invitare gli scoiattoli alla festa, forse perché mi
davano alla
testa o qualcosa del genere.”
Entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere, concordando sul fatto
che si, di
certo quella sarebbe potuta benissimo essere una delle battute che
Damon amava
tanto fare.
Non appena le loro risate raggiunsero le orecchie di una troppo
indaffarata
Caroline, proprio quest’ultima li richiamò all’ordine.
“Ehi, voi due, che fate lì impalati? C’è molto da fare ancora, quindi
scendete
e venite a darmi una mano.” Li esortò coprendo con una mano il
telefono per non
farsi sentire dall’altro capo, tornando poi a litigare con chi di
dovere.
Risposero in coro un ‘Si signora” trattenendo ancora le risate e
scattarono,
scendendo rapidamente le scale e raggiungendo così la bionda, in
attesa di
ordini.
Il pomeriggio l’avevano già trascorso a girare per la casa avanti ed
indietro,
spostando mobili e sistemando la casa in modo da essere un ritrovo
accogliente
e non una cupa casa di vampiri. Ci fu anche un momento in cui Caroline
avrebbe
voluto sgozzare Enzo, momento che gli altri amici avevano trovato del
tutto
esilarante, dato che il vampiro aveva rifiutato il suo aiuto visto che
sosteneva di ‘ essere venuto alla festa solo per gli alcolici e per
vedere
Bonnie ballare ubriaca sul tavolo.’
Poche ore e la festa cominciò, tutto andò come Caroline aveva
preannunciato,
c'era tantissima gente, alcol a fiumi e tanta musica.
Le ragazze avevano indossato uno dei vestiti comprati giorni prima e
si stavano
divertendo, i loro pensieri erano rimasti chiusi in un cassetto
nascosto nella
loro mente. Stefan stava ballando con Caroline e Bonnie cercava in
tutti i modi
di far ballare Enzo al centro della pista con l'aiuto di Elena, ma lui
inizialmente si rifiutava di ballare con quel tipo di musica che
definiva
assordante e di poco stile, nella sala risuonavano le canzoni di
Avicii mixate
dal DJ.
La serata si consumava tra una nota e un cocktail, Elena decise di
allontanarsi
per qualche momento in modo da bere qualcosa. Avvertì i suoi amici con
un cenno
e si dirisse verso il bancone ordinando un gin tonic. Mentre aspettava
il suo
drink le si avvicinò un ragazzo, lo conosceva solo di vista e non gli
diede
molta importanza iniziando a giocare con i capelli che aveva raccolto
in una
coda di cavallo alta ma le ricadevano sulla spalla.
"Ehi, tu sei una delle organizzatrici di questo delirio vero?" Il
ragazzo, biondo, occhi marroni, jeans attillati e maglietta bianca la
guardò
dalla testa ai piedi appoggiandosi sul bancone e fissandola con uno
sguardo
innocente. Elena si voltò verso di lui mordendosi appena il labbro.
"In realtà è la mia amica Caroline ad aver organizzato tutto." Il
barman le porse il drink e lei lo prese ringraziandolo. Il ragazzo
approfittò e
ordinò un mojito.
"Io sono Alan, piacere.." Allungò la mano e la ragazza ricambiò la
stretta. "Elena." si limitò a dire per poi sorseggiare la bevanda.
"Di poche parole eh? Se non ti va di parlare potremmo sempre ballare o
sfruttare una delle belle camere della villa.." Disse il ragazzo
sfiorandole appena il braccio.
"Io credo proprio di no." Elena tirò via il braccio guardandolo con
disappunto.
"Fai la preziosa eh? Dai.." Il ragazzo continuò sfiorando nuovamente
il braccio della ragazza e scendendo con la mano sul suo fondoschiena.
"Smettila!" La ragazza lo spinse via e in quel momento si avvicinò
Enzo che aveva assistito all'ultima scena, prese il ragazzo per un
braccio e lo
guardò dritto negli occhi. "Lasciala in pace, prendi il tuo drink e
torna
a ballare." Il ragazzo come un automa si limitò ad annuire ed eseguì
l'ordine del vampiro che si voltà verso Elena.
"Enzo..grazie ma me la sarei cavata anche da sola." Per quanto avesse
apprezzato il suo gesto, sapeva ancora come difendersi.
"Oh lo so Elena, avevo solo sete e mi intralciava la strada il
mostriciattolo." Disse rivolgendosi poi al barman per un bicchiere di
bourbon.
"Certo.." la ragazza sorrise appena, sapeva che in fondo, nonostante
il carattere scontroso, Enzo era pronto a difenderla e ad aiutarla,
aveva
rivoluzionato il mondo di Bonnie e si era dimostrato un buon amico
soprattutto
dopo la scomparsa di Damon.
Enzo le sorrise appena bevendo un sorso del liquore, rimase appoggiato
al
bancone mentre la ragazza si unì ai suoi amici nella pista.
Li osservò con un sorriso, in realtà i suoi occhi erano solo per lei,
Bonnie.
La streghetta gli aveva rubato il cuore, l'anima e l'aveva vista
soffrire così
tante volte che avrebbe dato la vita pur di farle assaporare la
felicità. Aveva
costruito una casa per lei, voleva un futuro con lei, una vita intera.
1 anno e 3 mesi fa.
"Bonnie, dove vai? Piove a dirotto!"
"Lasciami andare Enzo!"
"No! Non vai da nessuna parte!"
Enzo la prese tra le braccia stringendola a sè, passandole la mano
tra i
capelli. I suoi singhiozzi riempivano l'aria e soffocava le lacrime
contro la
camicia del ragazzo. Un nodo allo stomaco. Li attanaglia entrambi.
Bonnie non
riesce a darsi una spiegazione e nemmeno Enzo, che soffre nel vedere
la sua
amata star male.
"Io devo fare qualcosa, non può essere sparito, nel nulla. Stefan
non
vuole più cercare...non può gettare la spugna, sono passate poche
settimane.."
La voce infranta dalle lacrime esciva lentamente dalla gola della
ragazza
che nel distaccarsi dall'abbraccio stringeva il colletto della
camicia del
vampiro. Quella era una delle poche volte in cui Enzo non sapeva
cosa dire, non
aveva idea di cosa li avrebbe aspettati e di cosa fare per
rimediare.
"Bonnie, lo so che è difficile ma non abbiamo niente in mano. La
tua
magia non funziona, i tuoi incantesimi non riescono a trovarlo,
state girando a
vuoto da giorni e condivido la scelta di Stefan, per quanto la cosa
mi
meravigli. Forse non c'è niente che possiate fare.." Quelle parole
sono
dure anche per lui da pronunciare e ancora di più per Bonnie da
sentire.
"Io, mi sento inutile e lui è chissà dove. Elena non esce da giorni
di
casa, non vuole parlare con noi..non vuole parlare con nessuno.
Sembra che il
mondo si sia fermato quel giorno e se anni fa mi avessero detto che
la
scomparsa di Damon avrebbe portato a tutto questo non ci avrei mai
creduto.
Quando l'Altro Lato cadde a pezzi, lo affrontammo insieme, giorno
dopo giorno,
ognuno era l'ancora dell'altro e quella volta mi sacrificai per
farlo tornare
da Elena. Io non ho nessun interruttore da premere per spegnere la
mia umanità.
Non è un santo ma è il mio migliore amico, e mi ha lasciato di
nuovo."
Quelle parole furono accompagnate da uno sguardo ferito e
dispiaciuto,
tratteneva a stento le lacrime e quando non ce la fece più corse in
camera
chiudendosi nella stanza. Il tempo man mano sembrò rimarginare la
ferita, ma il
senso di colpa la seguiva, anche lei stava gettando la spugna?
Dopo mesi, Bonnie ancora si chiedeva ogni tanto dove fosse il moro, se
fosse
ancora vivo. Rimaneva una grande incognita e non si sarebbero mai dati
pace
nonostante sfoggiassero i migliori sorrisi e cercassero di gettarselo
alle
spalle. Si allontanò dal gruppo per prendere un pò d'aria dirigendosi
verso il
grande terrazzo della villa, si appoggiò al muretto mentre la sua mano
teneva
il bicchiere di vino e lo portava alla bocca lentamente. Si sentiva
accaldata e
l'aria fresca alleviava la sensazione, il resto dei partecipanti si
trovava nel
grande salone e a nessuno sarebbe saltato in mente di salire fin
lassù, tranne
che ad Enzo ovviamente. Si avvicinò a lei con il suo passo felpato
tenendo le
mani nelle tasche dei pantaloni per poi estrarle e poggiarle attorno
alla vita
della mora che sussultò leggermente al tocco.
"Ti ho spaventata?" mormorò lui al suo orecchio.
"Ero pensierosa tutto qui, credo che mi devi una cena, sono ancora
sobria
e vestita e non sono su un tavolo!" ribattè la ragazza posando il
bicchiere e voltandosi verso di lui.
"Effettivamente sei stata brava, ti stai divertendo? Prima ti ho vista
con
le tue amiche, davvero ballerine provette." ridacchiò Enzo
stringendola
lentamente a sè.
"Stai criticando il nostro modo di ballare? Prima che il mondo di
vampiri,
streghe e licantropi ci sconvolgesse eravamo delle semplici ragazzine,
andavamo
a scuola, limonavamo nei bagni del liceo e puntualmente ci piaceva
sempre lo
stesso ragazzo. Delle liceali normali. Avresti dovuto conoscermi a
quel
tempo."
"Mi piaci di più ora, che non vai al liceo, che non limoni nei bagni e
che
ti piaccio solo io."
"Sei geloso, dovrei esserlo anche io? Ti ho vista con Elena prima.."
Il ragazzo si spostò appena appoggiandosi di schiena al muretto del
terrazzo.
"Un ragazzo la stava importunando e da bravo gentiluomo ho
semplicemente
allontanato il mostriciattolo."
Bonnie corrugò la fronte assumendo un espressione preoccupata.
"Un ragazzo? Voleva farle qualcosa?" Iniziò con delle domande a
raffica ma Enzo poggiò le sue mani sulle spalle e la fermò.
"Sta benissimo, era soltanto uno scocciatore, niente di chè,
tranquilla
Bon."
Lei annuì e si strinse al ragazzo. "Sono apprensiva, tutti lo siamo
con
Elena, si è chiusa in se stessa. E per quanto cerchi di non darlo a
vedere,
ogni tanto si assenta. Ci sono giorni in cui sembra la vecchia Elena e
altri in
cui non esce dalla sua camera. Negli ultimi mesi sembrava che le cose
stessero
migliorando e invece. Ci abbiamo provato a farle conoscere qualcuno
all'università, ma l'argomento ragazzi è chiuso per lei."
"Bon, l'hai detto tu stessa. Sembra la vecchia Elena, ha sofferto
molto e
se ho imparato a consocerla un pò, posso dirti che ci vorrà molto
tempo ancora,
soprattutto perchè spera sempre in un suo ritorno e la speranza non
l'abbandona
mai. E' tutto sempre inaspettato, come noi. Ora perchè non torniamo
dagli
altri?"
"Questa festa ti sta piacendo eh?"
"In realtà mi piace vederti ballare con questo vestito, devo
ringraziare
la Barbie."
Ammiccò con un sorriso e la tirò via dentro per tornare alla festa.
Gli altri ballavano ancora. C'erano anche degli amici universitari
delle
ragazze, Stefan si era allontanato appena per bere qualcosa e
osservava le
ragazze, Bonnie si aggiunse a loro e lui venne affiancato da Enzo.
"E' bello vederle ridere." Stefan esordì porgendo un bicchiere di
whiskey al moro che lo prese e ne bevve un sorso.
"Si, se lo meritano. E lo meriti anche tu." Rimasero entrambi
sorprese dalle parole di Enzo, non erano mai andati d'accordo ma in
questi anni
avevano imparato a conoscersi. Stefan annuì con un sorriso e alzò il
bicchiere
verso l'altro che imitò il suo gesto ed insieme bevvero.
La serata passò così velocemente che quando iniziarono a vedere le
prime
persone andarsene si resero conto che erano già le 2 del mattino.
Nonostante la pista fosse ancora piena, le tre ragazze si
allontanarono andando
a sedersi in un angolo dove erano allestiti dei divanetti.
"Non ballavo così, da..secoli. Domani avrò dei piedi gonfissimi,
maledette
scarpe." Disse Caroline togliendosi le scarpe.
"Sei stata brava, molte persone sono ancora qui, e sono quasi sicura
che
qualche coppietta è appartata in giro per la casa." Aggiunse Elena,
facendo
ridere le altre.
"Manderemo i ragazzi a fare la ronda, ci vuole la freddezza di Enzo e
l'imbarazzo di Stefan per queste cose." Bonnie con il suo intervento
fece
ridere ancor di più le ragazze.
"Vi prego basta, la testa mi scoppia e se continuate a farmi ridere
non la
finisco più. Sono una povera umana io."
"Non giocarti la carta dell'umana Elena, voi due avete retto anche fin
troppo l'alcol, a quanti festini non sono stata invitata?"
"Ma dai! Io ed Elena siamo delle brave ragazze. Enzo ancora sta
aspettando
di vedermi ballare sul tavolo."
"Facciamolo! Saliamo su un tavolo e balliamo, dai!" Elena si tolse le
scarpe e porse le mani alle amiche. "Daiiii, sono abbastanza brilla
per
farlo."
"Quest'idea mi sembra così folle che mi piace!" Disse Caroline
alzandosi e prendendo la mano di Elena, Bonnie fece lo stesso.
Le tre amiche si fecero largo di nuovo tra la folla e salirono su un
tavolo al
lato della sala iniziando a muoversi a ritmo di musica.
//Rihanna ft. Calvin Harris - This is what you came for//
Enzo e Stefan ancor vicino al bancone rimasero sorpresi a guardare le
ragazze
che ballavano spudoratamente sul tavolino, intorno a loro si creò
subito una
cerchia di ragazze che le incitavano a continuare. Per quanto fossero
gelosi,
decisero di rimanere ancora in disparte e lasciarle divertire. Erano
delle
ragazzine ancora e un pò di divertimento poteva solo giovarle, e poi
questo era
il senso della festa no?
Alle 5:00 del mattimo la casa era vuota. Ognuno era andato via, i 5
amici
giacevano sfiniti sui divanetti, soprattutto le ragazze che non
avevano fatto
altro che bere e ballare.
"Dovremmo sistemare" Disse Elena con la voce impastata dal sonno.
"Penso che dovremmo andarcene a letto, cerchiamo le nostre scarpe e
andiamo di sopra" mormorò Caroline abbracciata a Stefan.
"Noi invece togliamo il disturbo, non sono più abituata a questi
ritmi.." Disse Bonnie arrotolata tra le braccia di Enzo.
I due vampiri ridacchiavano vedendole completamente distrutte dalla
festa.
Bonnie si alzò e con lei anche Enzo e recuperarono le loro cose.
"Si certo, scappate voi due." La bionda inveì contro di loro
puntandogli il dito contro.
"Buonanotte ragazzi.." Dissero i due ragazzi prima di dirigersi verso
la porta.
Stefan, Elena e Care gli augurarono la buonanotte e si alzarono anche
loro.
Elena sembrava barcollare così Stefan la sorresse.
"Forse è il caso che ti aiuti a salire su, non credi?" Il ragazzo la
tenne tra le braccia, mentre Care si avvicinò a loro.
"Si forse è meglio, ha bevuto abbastanza. Ti raggiungo subito." La
bionda schioccò un bacio sulla guancia del ragazzo ed Elena quasi
disgustata li
guardo facendo una faccia buffa.
"Ehw..rimandate a dopo le effusioni e comunque ce la faccio da sola."
"Si certo Elena, andiamo." Stefan ed Elena si avviarono verso le
scale, Caroline si mise a cercare i suoi tacchi, Enzo e Bonnie erano
ormai
nell'atrio pronti ad uscire.
I due ragazzi non si sarebbero mai aspettati di assistere a quella
scena.
Enzo aprì la porta per far uscire la sua dama, ma gli venne quasi un
colpo nel
vedere appoggiato al muro...
Bonnie rimase quasi senza fiato, riuscì solo a pronunciare il suo
nome.
"Damon!"
ANGOLO AUTRICE: Okei, dovrò farmi perdonare, per un mese e mezzo
quasi non
ho pubblicato più nulla ma tralasessione autunnale e l' inizio
dell'università
ho avuto davvero poco tempo libero. Spero che continuiate a seguirmi
e che la
storia vi stia piacendo.Chene dite del colpo di scena finale?
Avete suggerimenti? Ogni critica è ben accetta, sia positiva che
negativa
ovviamente. Buonanotte folks.