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Autore: truelovealways96    09/10/2016    3 recensioni
Storia nata da un attimo di follia. SPOILER ALERT!
Tutto inizia 3 anni dopo il risveglio di Elena e 1 anno e mezzo dalla scomparsa di...
Volete scoprirlo? Allora date un'occhiata alla storia, sono ben accette critiche e suggerimenti vari, sono alle prime armi e non sono una scrittrice ma solo una fangirl con un pò di immaginazione.
La storia tiene conto della sesta stagione e di molti avvenimenti della settima.
Ho preferito non tenere conto del salto temporale che percorre la settima stagione e inserirlo successivamente, quindi gli avvenimenti della settima di cui ho tenuto conto e che scoprirete nel corso della storia avvengono in tempi ridotti rispetto alla serie.
Vi auguro una buona lettura.
Baci, Stefania.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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I preparativi per la festa continuavano, Caroline era inarrestabile, dirigeva ogni cosa dal suo smartphone e nel frattempo decideva cosa lei, Elena e Bonnie avrebbero dovuto indossare. 
Era stato difficile convincere Elena riguardo la festa, ma alla fine Care l’aveva avuta vinta e aveva così costretto le amiche ad andare in giro per i negozi. 
Elena di certo non era entusiasta della cosa ma decise di appoggiare le idee e le decisioni dei suoi amici, almeno in quel modo forse sarebbe riuscita a distrarsi anche se ne era poco convinta.

“Abbiamo comprato praticamente tutto ciò che era esposto nei negozi” esordì Bonnie una volta rientrate a casa Salvatore con decine di buste, la maggior parte delle quali appartenevano a Caroline.

“Devo ricordarti che oltre alla festa tra poco iniziano i corsi? Non possiamo di certo girare con gli abiti della stagione scorsa, no? Ed a voi due una puntatina dal parrucchiere di certo non farebbe male.” Rispose Caroline con un tono leggermente ironico ed infastidito, anche se era orgogliosa di se stessa nell’aver fatto uscire le sue migliori amiche. 

Entrambe le amiche la guardarono male dopo il suo ultimo commento, ma Caroline continuava a sorridere loro sapendo di avere ragione.

“Ehi, cos’hanno i nostri capelli?” Domandò Elena prendendo una magliettina da una delle buste e lanciandogliela contro, accennando alla fine un lieve sorriso. Non l’avrebbe ammesso mai, ma quella mattinata era stata un toccasana per lei.

“Prima cosa, i capelli lunghi a spaghetti stile Raperunzel non vanno più di moda. Seconda cosa, Bonnie devi farti crescere i capelli o Enzo inizierà ad avere dei forti dubbi sulla sua sessualità e terza cosa, non meno importante, questa maglietta costa 40 dollari ed il fatto che non l’abbiamo pagata non vuol dire che devi lanciarla, chiaro?!” Quando ci si metteva, Caroline era di una sincerità demoralizzante, ma tutto ciò che faceva e diceva era per il bene delle ragazze, e loro lo sapevano. 

“Quanto amore, Care!” disse Bonnie fissandola male, per poi scoppiare a ridere, seguita sia da Elena e poi Caroline.

“Bonnie, mi sa che domani ci tocca andare dal parrucchiere!” sintetizzò Elena tra una risata e l’altra.

“Agli ordini, tanto paga Care! Cavolo, tutta questa roba farà prendere un colpo ad Enzo, non so se mi farà entrare nella sua auto!” aggiunse infine Bonnie, lasciando che le risata delle tre amiche concluda quel piccolo teatrino.

Finirono così di scaricare la roba e rientrarono in casa Salvatore apparentemente vuota, anche se Caroline con i suoi “poteri” da vampiro percepì subito la presenza di Stefan, intento a leggere in camera sua. Era una cosa che faceva spesso ultimamente, ma anche chiudersi dentro di se era una cosa che faceva e che spaventava non poco Caroline, poiché non sempre riusciva ad abbattere i muri che il suo amato alzava. Le uniche che riuscivano ad aiutare Caroline nel suo intento erano le gemelline con la loro sola presenza, ma proprio in questo periodo si trovavano in vacanza con Alaric, quindi le armi in suo possesso scarseggiavano, al momento.

Bonnie ed Elena, stremate, si buttarono sul divano e si misero comode, togliendosi giacca e scarpe, che non sopportavano più. 

“Non ho mai odiato così tanto camminare come oggi. Non sono più abituata a certi ritmi.” Disse Elena chiudendo per un attimo gli occhi e respirando a pieni polmoni l’aria di Casa Salvatore, l’aria di casa sua, l’aria che Damon stesso respirava prima della sua scomparsa.

Bonnie si limitò semplicemente ad annuire, sentendo man mano i muscoli del corpo rilassarsi. Care comparve quasi subito dietro di loro con bevande fresche e qualcosa da sgranocchiare per le sue amiche che ne necessitavano.

Stefan, nel frattempo, era intento a leggere le vecchie pagine consumate dei suoi diari, che racchiudevano di per se la sua lunga esistenza. In un flash si ricordò di come Damon lo prendeva sempre in giro per questa sua strana abitudine, trattenendo poi le risate rievocando la lista di battute che il fratello era solito fare a riguardo.
Immaginò, così, che se Damon fosse stato lì gli avrebbe impedito di deprimersi, prendendogli i diari e chiedere così dove si trovasse il suo agognato Bourbon.
Per non permettere alla tristezza di assalirlo, spostò i suoi pensieri su qualcosa di più piacevole e del tutto sorprendente: la sua proposta di organizzare una festa a casa Salvatore. Conoscendolo e conoscendo Damon, si sapeva che era più una sua prerogativa quella di avere idee di quel genere, e di fatti ne rimase sorpreso lui stesso per primo, non avendo nemmeno la minima idea di ciò che Caroline aveva in servo per la serata ne tanto meno di quante persone sarebbero venute. 
Caroline. La sua Caroline.
In quel periodo era fantastica, ed ogni giorno era un po’ più leggero da affrontare grazie alla sua sola presenza. Negli ultimi mesi aveva sempre qualcosa da fargli fare, come gite nei week-and o girare posti che da poco aveva scoperto o fargli fare da babysitter alle gemelline.
Insomma, l’idea della festa era stata un po’ un pretesto per poterla ringraziare del suo amore e della pazienza che aveva con lui.
E negli ultimi tempi c’è n’era voluta molto, considerando anche che aveva pensato di lasciare Mystic Falls e partire, ritenendo che sarebbe stato un bene per tutti.
In quel caso però, fu Elena a distoglierlo da quest’idea del tutto malsana.

8 MESI PRIMA

“Vuoi davvero andartene? Non ci pensi a Caroline?” Un’Elena furiosa urlava a squarciagola, incrociando le braccia e cercando di polverizzare Stefan con lo sguardo. 

Era stata quella la reazione della ragazza quando il vampiro le aveva comunicato della sua decisione di andarsene da Mystic Falls e partire per un po’. 
Ovviamente non era per niente d’accordo, perché anche se per un periodo aveva ritenuto proprio Stefan responsabile della scomparsa di Damon, di certo non voleva che reagisse ed agisse in quel modo.
Dopotutto sapevano entrambi che scappare dai problemi non era mai stata una vera soluzione, anzi, delle volte poteva solo peggiorare la situazione.

“Elena. Per favore, ne ho già discusso con Caroline e, … è d’accordo. Tutta questa situazione ci sta uccidendo. MI sta uccidendo. Non sappiamo cosa sia successo, non sappiamo dove sia Damon o se sia ancora vivo… Io… non riesco a vivere in questa casa. Non riesco a vivere con questo peso.
Perché Caroline lo capisce e tu no, Elena?” Iniziò a spiegare Stefan, avvicinandosi piano ad un’Elena furiosa ed indispettita. 

“E perché tu non capisci me, Stefan? Potrebbe saltare fuori qualcosa oppure saremo costretti a vivere nel mistero per l’eternità. Non lo so, non lo sappiamo. Ma so che scappare non è la soluzione, perché ci sono passata. Tre anni fa, ricordi? Quando pregai Alaric di soggiogarmi per cancellare i ricordi che avevo di Damon? Stavo scappando, anzi sono scappata, perché il dolore era incessante e non riuscivo più a respirare, non riuscivo a sopportare l’idea di non rivederlo mai più. Ed ora.. Ora mi sento come se mi avessero strappato il cuore, come se insieme a Damon avessero rapito anche lui. 
Sono stanca di perdere le persone Stefan, e non posso perdere anche te. Ho bisogno di te.” Le lacrime scivolavano lungo il viso di Elena che a modo suo stava cercando di far capire al vampiro cosa provasse e cosa sarebbe successo se anche lui sarebbe uscito dalla sua vita. Entrambi sapevano di poter contare sull’altro, entrambi sapevano che non importava quante volte avrebbero litigato o per quanto tempo non si sarebbero parlati,  alla fine ci sarebbero sempre stati l’una per l’altro, perché il loro legame andava oltre l’amore o l’amicizia. L’uno era l’ancora dell’altra, e questa cosa non sarebbe mai cambiata.
Stefan tagliò lo spazio che vi era tra i due e l’abbraccio forte, cercando di consolarla e di tranquillizzarla, perché vederla in quello stato gli spezzava il cuore.

“Dopo tutti questi anni riesci ancora ad avermi in pugno, Gilbert. Penso che Damon potrebbe uccidermi per questo.”

Tra le lacrime, Elena rise. “Penso che ne sarebbe capace, si, sarà sempre geloso del nostro rapporto. Sai, proprio quella sera… toccammò quest’argomento e ti definì, con molto sarcasmo, il mio epic love.”

“Il tuo cosa?!” Domandò Stefan staccandosi appena dall’abbraccio per guardare la ragazza in viso.

Lei annuì e dopo essersi asciugata le lacrime, aggiunse “Abbiamo passato così tanto tempo a rinnegare il passato, ma quello esiste e fa parte di noi, Stefan. E Damon lo sapeva, come lo sa anche Caroline. Tu eri, sei, e sarai sempre una parte importante di me.
Ma, su una cosa si è sbagliato. Ciò che ha detto sull’epic love, o vero amore, o come vogliamo chiamarlo.. E’ lui, sarà sempre lui ed io lo aspetterò, anche se quando tornerà forse sarà vecchia e decrepita, lo aspetterò sempre.”

Per Stefan era strano sentir dire quelle cose da Elena, non perché fosse geloso o ferito, ma perché da quando Damon era scomparso la ragazza si era chiusa così tanto in se stessa da non parlare dell’argomento più con nessuno, anche se la notte dava sfogo al suo dolore con urla e pianti che raggiungevano i preoccupati Caroline e Stefan.
D’altronde anche lui aveva reagito così, dandosi la colpa di ciò che era successo e senza parlare con nessuno dell’accaduto, lasciando che il dolore lo consumasse dentro. Di notte, i primi tempi, era solito tornare nel bosco, nel luogo in cui era successo tutto e cercava e ricercava indizi che non trovava mai.
L’unica fortuna è che con il tempo anche il loro rapporto stava andando via via migliorando. Elena si era pentita di ciò che gli aveva detto ed avevano chiarito la situazione, rendendosi conto che ciò che era uscito dalle loro bocche era solo il forte dolore e la paura di non rivedere più Damon.
Elena aveva ragione, pensò Stefan una volta solo con i suoi pensieri nella sua stanza, scappare non sarebbe mai stata la scelta giusta, anzi, non sarebbe mai potuta essere una scelta.

I giorni volarono ed ecco che arrivò quello della tanto agognata festa.
Il soggiorno dei Salvatore era completamente invaso dagli invitati, come aveva potuto constatare Elena spiando dalle scale prima ancora di scendere al piano inferiore. 
Sia lei che gli altri conoscevano benissimo le doti organizzative di Caroline , ma restarono comunque sorpresi di vedere una postazione per il barman, una tavola super imbandita e perfino un DJ che avrebbe movimentato di certo la serata.
In un primo momento sarebbe voluta correre in camera sua e nascondersi, lasciandosi abbandonare ai ricordi di una festa che molti anni prima si svolse in quella casa, ed al ricordo di lei che scendeva quella scalinata a braccetto di Damon. Erano quelli i momenti in cui pensava che la festa non sarebbe stata poi un’ottima idea, ma quando sentì le urla di Caroline, intenta a litigare con qualcuno al telefono, non ebbe scelta ed si appoggiò al corrimano, intenta a scendere le scale, quando Stefan gli comparve di fianco. 

“Pensi anche tu che c’è tutta Mystic Falls alla festa, di sotto?” domandò, affiancandola allo stesso scalino. 

“Caroline the machine. Impossibile fermarla.” Disse Elena ridacchiando appena, per poi voltarsi a guardare Stefan facendosi seria.
“Stefan, pensi sia la cosa giusta da fare?”
Lui la osservò in silenzio per un lungo minuto, preso alla sprovvista e sorpreso dalla sua domanda.
“E’ una festa Elena, ne abbiamo bisogno, e se lo dico io è così. Avresti dovuto vedere la faccia di Caroline e Bonnie quando l’ho proposto, non credevano alle loro orecchie. Se ci fosse stato Damon sarebbe scoppiato a ridermi in faccia vietandomi di invitare gli scoiattoli alla festa, forse perché mi davano alla testa o qualcosa del genere.”
Entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere, concordando sul fatto che si, di certo quella sarebbe potuta benissimo essere una delle battute che Damon amava tanto fare.
Non appena le loro risate raggiunsero le orecchie di una troppo indaffarata Caroline, proprio quest’ultima li richiamò all’ordine.
“Ehi, voi due, che fate lì impalati? C’è molto da fare ancora, quindi scendete e venite a darmi una mano.” Li esortò coprendo con una mano il telefono per non farsi sentire dall’altro capo, tornando poi a litigare con chi di dovere.
Risposero in coro un ‘Si signora” trattenendo ancora le risate e scattarono, scendendo rapidamente le scale e raggiungendo così la bionda, in attesa di ordini.

Il pomeriggio l’avevano già trascorso a girare per la casa avanti ed indietro, spostando mobili e sistemando la casa in modo da essere un ritrovo accogliente e non una cupa casa di vampiri. Ci fu anche un momento in cui Caroline avrebbe voluto sgozzare Enzo, momento che gli altri amici avevano trovato del tutto esilarante, dato che il vampiro aveva rifiutato il suo aiuto visto che sosteneva di ‘ essere venuto alla festa solo per gli alcolici e per vedere Bonnie ballare ubriaca sul tavolo.’ 
Poche ore e la festa cominciò, tutto andò come Caroline aveva preannunciato, c'era tantissima gente, alcol a fiumi e tanta musica.
Le ragazze avevano indossato uno dei vestiti comprati giorni prima e si stavano divertendo, i loro pensieri erano rimasti chiusi in un cassetto nascosto nella loro mente. Stefan stava ballando con Caroline e Bonnie cercava in tutti i modi di far ballare Enzo al centro della pista con l'aiuto di Elena, ma lui inizialmente si rifiutava di ballare con quel tipo di musica che definiva assordante e di poco stile, nella sala risuonavano le canzoni di Avicii mixate dal DJ.
La serata si consumava tra una nota e un cocktail, Elena decise di allontanarsi per qualche momento in modo da bere qualcosa. Avvertì i suoi amici con un cenno e si dirisse verso il bancone ordinando un gin tonic. Mentre aspettava il suo drink le si avvicinò un ragazzo, lo conosceva solo di vista e non gli diede molta importanza iniziando a giocare con i capelli che aveva raccolto in una coda di cavallo alta ma le ricadevano sulla spalla. 
"Ehi, tu sei una delle organizzatrici di questo delirio vero?" Il ragazzo, biondo, occhi marroni, jeans attillati e maglietta bianca la guardò dalla testa ai piedi appoggiandosi sul bancone e fissandola con uno sguardo innocente. Elena si voltò verso di lui mordendosi appena il labbro.
"In realtà è la mia amica Caroline ad aver organizzato tutto." Il barman le porse il drink e lei lo prese ringraziandolo. Il ragazzo approfittò e ordinò un mojito.
"Io sono Alan, piacere.." Allungò la mano e la ragazza ricambiò la stretta. "Elena." si limitò a dire per poi sorseggiare la bevanda.
"Di poche parole eh? Se non ti va di parlare potremmo sempre ballare o sfruttare una delle belle camere della villa.." Disse il ragazzo sfiorandole appena il braccio.
"Io credo proprio di no." Elena tirò via il braccio guardandolo con disappunto.
"Fai la preziosa eh? Dai.." Il ragazzo continuò sfiorando nuovamente il braccio della ragazza e scendendo con la mano sul suo fondoschiena.
"Smettila!" La ragazza lo spinse via e in quel momento si avvicinò Enzo che aveva assistito all'ultima scena, prese il ragazzo per un braccio e lo guardò dritto negli occhi. "Lasciala in pace, prendi il tuo drink e torna a ballare." Il ragazzo come un automa si limitò ad annuire ed eseguì l'ordine del vampiro che si voltà verso Elena.
"Enzo..grazie ma me la sarei cavata anche da sola." Per quanto avesse apprezzato il suo gesto, sapeva ancora come difendersi.
"Oh lo so Elena, avevo solo sete e mi intralciava la strada il mostriciattolo." Disse rivolgendosi poi al barman per un bicchiere di bourbon.
"Certo.." la ragazza sorrise appena, sapeva che in fondo, nonostante il carattere scontroso, Enzo era pronto a difenderla e ad aiutarla, aveva rivoluzionato il mondo di Bonnie e si era dimostrato un buon amico soprattutto dopo la scomparsa di Damon. 
Enzo le sorrise appena bevendo un sorso del liquore, rimase appoggiato al bancone mentre la ragazza si unì ai suoi amici nella pista.
Li osservò con un sorriso, in realtà i suoi occhi erano solo per lei, Bonnie. La streghetta gli aveva rubato il cuore, l'anima e l'aveva vista soffrire così tante volte che avrebbe dato la vita pur di farle assaporare la felicità. Aveva costruito una casa per lei, voleva un futuro con lei, una vita intera.

1 anno e 3 mesi fa.
"Bonnie, dove vai? Piove a dirotto!" 
"Lasciami andare Enzo!"
"No! Non vai da nessuna parte!" 
Enzo la prese tra le braccia stringendola a sè, passandole la mano tra i capelli. I suoi singhiozzi riempivano l'aria e soffocava le lacrime contro la camicia del ragazzo. Un nodo allo stomaco. Li attanaglia entrambi. Bonnie non riesce a darsi una spiegazione e nemmeno Enzo, che soffre nel vedere la sua amata star male.
"Io devo fare qualcosa, non può essere sparito, nel nulla. Stefan non vuole più cercare...non può gettare la spugna, sono passate poche settimane.."
La voce infranta dalle lacrime esciva lentamente dalla gola della ragazza che nel distaccarsi dall'abbraccio stringeva il colletto della camicia del vampiro. Quella era una delle poche volte in cui Enzo non sapeva cosa dire, non aveva idea di cosa li avrebbe aspettati e di cosa fare per rimediare.
"Bonnie, lo so che è difficile ma non abbiamo niente in mano. La tua magia non funziona, i tuoi incantesimi non riescono a trovarlo, state girando a vuoto da giorni e condivido la scelta di Stefan, per quanto la cosa mi meravigli. Forse non c'è niente che possiate fare.." Quelle parole sono dure anche per lui da pronunciare e ancora di più per Bonnie da sentire.
"Io, mi sento inutile e lui è chissà dove. Elena non esce da giorni di casa, non vuole parlare con noi..non vuole parlare con nessuno. Sembra che il mondo si sia fermato quel giorno e se anni fa mi avessero detto che la scomparsa di Damon avrebbe portato a tutto questo non ci avrei mai creduto. Quando l'Altro Lato cadde a pezzi, lo affrontammo insieme, giorno dopo giorno, ognuno era l'ancora dell'altro e quella volta mi sacrificai per farlo tornare da Elena. Io non ho nessun interruttore da premere per spegnere la mia umanità. Non è un santo ma è il mio migliore amico, e mi ha lasciato di nuovo." Quelle parole furono accompagnate da uno sguardo ferito e dispiaciuto, tratteneva a stento le lacrime e quando non ce la fece più corse in camera chiudendosi nella stanza. Il tempo man mano sembrò rimarginare la ferita, ma il senso di colpa la seguiva, anche lei stava gettando la spugna? 

Dopo mesi, Bonnie ancora si chiedeva ogni tanto dove fosse il moro, se fosse ancora vivo. Rimaneva una grande incognita e non si sarebbero mai dati pace nonostante sfoggiassero i migliori sorrisi e cercassero di gettarselo alle spalle. Si allontanò dal gruppo per prendere un pò d'aria dirigendosi verso il grande terrazzo della villa, si appoggiò al muretto mentre la sua mano teneva il bicchiere di vino e lo portava alla bocca lentamente. Si sentiva accaldata e l'aria fresca alleviava la sensazione, il resto dei partecipanti si trovava nel grande salone e a nessuno sarebbe saltato in mente di salire fin lassù, tranne che ad Enzo ovviamente. Si avvicinò a lei con il suo passo felpato tenendo le mani nelle tasche dei pantaloni per poi estrarle e poggiarle attorno alla vita della mora che sussultò leggermente al tocco.
"Ti ho spaventata?" mormorò lui al suo orecchio.
"Ero pensierosa tutto qui, credo che mi devi una cena, sono ancora sobria e vestita e non sono su un tavolo!" ribattè la ragazza posando il bicchiere e voltandosi verso di lui.
"Effettivamente sei stata brava, ti stai divertendo? Prima ti ho vista con le tue amiche, davvero ballerine provette." ridacchiò Enzo stringendola lentamente a sè.
"Stai criticando il nostro modo di ballare? Prima che il mondo di vampiri, streghe e licantropi ci sconvolgesse eravamo delle semplici ragazzine, andavamo a scuola, limonavamo nei bagni del liceo e puntualmente ci piaceva sempre lo stesso ragazzo. Delle liceali normali. Avresti dovuto conoscermi a quel tempo." 
"Mi piaci di più ora, che non vai al liceo, che non limoni nei bagni e che ti piaccio solo io."
"Sei geloso, dovrei esserlo anche io? Ti ho vista con Elena prima.."
Il ragazzo si spostò appena appoggiandosi di schiena al muretto del terrazzo.
"Un ragazzo la stava importunando e da bravo gentiluomo ho semplicemente allontanato il mostriciattolo." 
Bonnie corrugò la fronte assumendo un espressione preoccupata.
"Un ragazzo? Voleva farle qualcosa?" Iniziò con delle domande a raffica ma Enzo poggiò le sue mani sulle spalle e la fermò.
"Sta benissimo, era soltanto uno scocciatore, niente di chè, tranquilla Bon."
Lei annuì e si strinse al ragazzo. "Sono apprensiva, tutti lo siamo con Elena, si è chiusa in se stessa. E per quanto cerchi di non darlo a vedere, ogni tanto si assenta. Ci sono giorni in cui sembra la vecchia Elena e altri in cui non esce dalla sua camera. Negli ultimi mesi sembrava che le cose stessero migliorando e invece. Ci abbiamo provato a farle conoscere qualcuno all'università, ma l'argomento ragazzi è chiuso per lei."
"Bon, l'hai detto tu stessa. Sembra la vecchia Elena, ha sofferto molto e se ho imparato a consocerla un pò, posso dirti che ci vorrà molto tempo ancora, soprattutto perchè spera sempre in un suo ritorno e la speranza non l'abbandona mai. E' tutto sempre inaspettato, come noi. Ora perchè non torniamo dagli altri?"
"Questa festa ti sta piacendo eh?"
"In realtà mi piace vederti ballare con questo vestito, devo ringraziare la Barbie."
Ammiccò con un sorriso e la tirò via dentro per tornare alla festa.
Gli altri ballavano ancora. C'erano anche degli amici universitari delle ragazze, Stefan si era allontanato appena per bere qualcosa e osservava le ragazze, Bonnie si aggiunse a loro e lui venne affiancato da Enzo.
"E' bello vederle ridere." Stefan esordì porgendo un bicchiere di whiskey al moro che lo prese e ne bevve un sorso. 
"Si, se lo meritano. E lo meriti anche tu." Rimasero entrambi sorprese dalle parole di Enzo, non erano mai andati d'accordo ma in questi anni avevano imparato a conoscersi. Stefan annuì con un sorriso e alzò il bicchiere verso l'altro che imitò il suo gesto ed insieme bevvero.
La serata passò così velocemente che quando iniziarono a vedere le prime persone andarsene si resero conto che erano già le 2 del mattino.
Nonostante la pista fosse ancora piena, le tre ragazze si allontanarono andando a sedersi in un angolo dove erano allestiti dei divanetti.
"Non ballavo così, da..secoli. Domani avrò dei piedi gonfissimi, maledette scarpe." Disse Caroline togliendosi le scarpe. 
"Sei stata brava, molte persone sono ancora qui, e sono quasi sicura che qualche coppietta è appartata in giro per la casa." Aggiunse Elena, facendo ridere le altre.
"Manderemo i ragazzi a fare la ronda, ci vuole la freddezza di Enzo e l'imbarazzo di Stefan per queste cose." Bonnie con il suo intervento fece ridere ancor di più le ragazze.
"Vi prego basta, la testa mi scoppia e se continuate a farmi ridere non la finisco più. Sono una povera umana io."
"Non giocarti la carta dell'umana Elena, voi due avete retto anche fin troppo l'alcol, a quanti festini non sono stata invitata?"
"Ma dai! Io ed Elena siamo delle brave ragazze. Enzo ancora sta aspettando di vedermi ballare sul tavolo."
"Facciamolo! Saliamo su un tavolo e balliamo, dai!" Elena si tolse le scarpe e porse le mani alle amiche. "Daiiii, sono abbastanza brilla per farlo."
"Quest'idea mi sembra così folle che mi piace!" Disse Caroline alzandosi e prendendo la mano di Elena, Bonnie fece lo stesso.
Le tre amiche si fecero largo di nuovo tra la folla e salirono su un tavolo al lato della sala iniziando a muoversi a ritmo di musica.
//Rihanna ft. Calvin Harris - This is what you came for//
Enzo e Stefan ancor vicino al bancone rimasero sorpresi a guardare le ragazze che ballavano spudoratamente sul tavolino, intorno a loro si creò subito una cerchia di ragazze che le incitavano a continuare. Per quanto fossero gelosi, decisero di rimanere ancora in disparte e lasciarle divertire. Erano delle ragazzine ancora e un pò di divertimento poteva solo giovarle, e poi questo era il senso della festa no?

Alle 5:00 del mattimo la casa era vuota. Ognuno era andato via, i 5 amici giacevano sfiniti sui divanetti, soprattutto le ragazze che non avevano fatto altro che bere e ballare.
"Dovremmo sistemare" Disse Elena con la voce impastata dal sonno.
"Penso che dovremmo andarcene a letto, cerchiamo le nostre scarpe e andiamo di sopra" mormorò Caroline abbracciata a Stefan.
"Noi invece togliamo il disturbo, non sono più abituata a questi ritmi.." Disse Bonnie arrotolata tra le braccia di Enzo.
I due vampiri ridacchiavano vedendole completamente distrutte dalla festa. Bonnie si alzò e con lei anche Enzo e recuperarono le loro cose.
"Si certo, scappate voi due." La bionda inveì contro di loro puntandogli il dito contro. 
"Buonanotte ragazzi.." Dissero i due ragazzi prima di dirigersi verso la porta.
Stefan, Elena e Care gli augurarono la buonanotte e si alzarono anche loro. Elena sembrava barcollare così Stefan la sorresse.
"Forse è il caso che ti aiuti a salire su, non credi?" Il ragazzo la tenne tra le braccia, mentre Care si avvicinò a loro.
"Si forse è meglio, ha bevuto abbastanza. Ti raggiungo subito." La bionda schioccò un bacio sulla guancia del ragazzo ed Elena quasi disgustata li guardo facendo una faccia buffa.
"Ehw..rimandate a dopo le effusioni e comunque ce la faccio da sola."
"Si certo Elena, andiamo." Stefan ed Elena si avviarono verso le scale, Caroline si mise a cercare i suoi tacchi, Enzo e Bonnie erano ormai nell'atrio pronti ad uscire.
I due ragazzi non si sarebbero mai aspettati di assistere a quella scena.
Enzo aprì la porta per far uscire la sua dama, ma gli venne quasi un colpo nel vedere appoggiato al muro...
Bonnie rimase quasi senza fiato, riuscì solo a pronunciare il suo nome. "Damon!"

ANGOLO AUTRICE: Okei, dovrò farmi perdonare, per un mese e mezzo quasi non ho pubblicato più nulla ma tralasessione autunnale e l' inizio dell'università ho avuto davvero poco tempo libero. Spero che continuiate a seguirmi e che la storia vi stia piacendo.Chene dite del colpo di scena finale? 
Avete suggerimenti? Ogni critica è ben accetta, sia positiva che negativa ovviamente. Buonanotte folks.

   
 
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