Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Francy_Kid    10/10/2016    2 recensioni
Marinette rimane ferita durante l'apparizione di un akuma, dislocandosi la caviglia e procurandosi una microfrattura alla tibia, ma Chat Noir la soccorre appena in tempo, allontanandola dal luogo dell'attacco. Poco dopo, Ladybug fa la sua apparizione, sconfiggendo il nemico assieme al suo partner.
Da quella sera, Chat va a trovare Marinette ogni sera, approfittando delle tenebre per non farsi scoprire, per tutta la durata del tempo durante la quale la sua compagna di classe deve tenere il gesso.
Un mese passa velocemente e quand'è arrivato il momento di muovere i primi passi senza stampelle, Marinette avrà paura.
Chat sarà in grado di aiutarla?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 7

 

Marinette si mise a sedere sul suo letto, faticando ad aprire gli occhi per la stanchezza che provava ancora in quel momento.

Si sentiva uno straccio, ma il dolore alla testa e alla gamba erano spariti.

Per fortuna quel giorno non c'era scuola, pensò lei, stirandosi i muscoli intorpiditi.

«Marinette, ti senti bene?» domandò Tikki, volando davanti alla sua custode.
«Sì grazie, credo che le medicine di ieri sera abbiamo fatto effetto. Che ore sono?» sbadigliò la corvina, sistemandosi la maglietta del pigiama.
«Le dieci di mattina. Comunque, ti senti meglio un po' grazie anche a Chat Noir, anzi, soprattutto grazie a lui.» esclamò lo spiritello rosso, notando lo sguardo perplesso della ragazza. «Davvero non ti ricordi cos'è successo ieri sera?»
«No...» rispose la portatrice, squittendo la testa.
«Chat Noir è venuto a farti visita, ma gli antidolorifici e la febbre hanno "compromesso" il vostro incontro tra amici.» spiegò a grandi linee Tikki.

Marinette iniziò a ricordare: la testa e la gamba ingessata le facevano un gran male, così prese degli antidolorifici, ma le era venuta anche la febbre; l'ultima cosa che ricordava furono i bellissimi occhi verdi di Chat Noir.

«Che cos'ho combinato ieri sera?» chiese, preoccupata di aver detto o fatto qualcosa per trovarsi la reputazione rovinata a vita.
«Nulla di che... Solo hai detto a Chat Noir che è un gran bel ragazzo, che la sua tutina attillata mette in risalto le sue curve, che ti piace e che vorresti baciarlo ancora.» rispose il kwami, notando subito l'espressione di terrore della corvina. «Ah sì, ti sei anche spogliata davanti a lui.»

Marinette divenne tutta rossa nell'udire quell'ultima frase, già immaginandosi mentre provava a sedurre Chat in qualche strano modo a cui, prima d'ora, non avrebbe mai pensato.

«Mari, guarda che lui non ha visto nulla: per colpa delle medicine tu davi i numeri e Chat si è offerto di aiutarti; mentre lui era in cucina a prendere una bacinella per l'acqua fresca, io ti ho aiutato a metterti il pigiama, ma Chat è entrato appena prima che potessi sganciarti il reggiseno, così lo ha fatto lui, ma gli davi le spalle e, in tutto questo, non ha cercato minimamente di approfittare di te. Anzi, sei tu che hai spifferato tutto.» disse la piccola divinità quantistica, facendo calmare la ragazza, che però era ancora rossa come un pomodoro.
«I-Io ho detto tutto... Ho detto a Chat che mi piace...» balbettò Marinette, ancora incredula. «E dov'è adesso?»
«Se n'è andato alle sei e un quarto, circa. Credo che sia tornato a casa per riposare: non ha chiuso occhio tutta notte per farti scendere la febbre e controllare che non peggiorassi. Ti abbassava la maglietta ogni volta che provavi a spogliarti; non ti dico la sua faccia quando tentavi di levartela.» ridacchiò il kwami, facendola diventare ancora più rossa.
«Così non aiuti!»

Lo spiritello ridacchiò, divertita dall'innocenza della sua custode; poi, ricordandosi di una cosa, volò fino alla scrivania, lasciando la corvina persa tra i suoi pensieri.

"Ho detto realmente tutto? Ho anche tentato di spogliarmi davanti a lui?" continuò a chiedersi la ragazza, finché non fu riportata alla realtà da un bigliettino che le venne messo davanti al volto; lo prese, incuriosita, vedendo immediatamente che la scrittura non era quella di suo padre o quella di sua madre.

"Buongiorno Purr-incipessa, se stai leggendo questo biglietto è perché sono andato a casa a ricaricare le pile e, conoscendo la fonte dei miei poteri, ci metterà delle ore perché è pigro. Molto pigro. Anche se la febbre ti è scesa avrei voluto restare fino al tuo risveglio per controllare meglio, ma dovevo rincasare prima che mio padre mi cercasse in tutta la casa. Ci vediamo appena sarò carico ;)
Il tuo infermiere a domicilio Chat Noir ;3"

«Beh, è stato gentile ad avvistarti.» commentò Tikki dopo che Marinette ebbe letto il foglio, posandolo sulle coperte sfatte.
«Già... Ora spero soltanto che Chat creda che tutto quello che ho detto ieri sera sia frutto delle medicine e della febbre.» mugugnò, nascondendo il volto cremisi.

Ma sapeva che le sue speranze erano poche: Chat si ricorderà sempre che cos'aveva fatto, così come tutte le figuracce che le erano successe durante le sue visite.

Senza nemmeno farlo apposta, con passo leggero, il felino entrò dall'oblò, che aveva lasciato socchiuso per poter tornare a casa dell'amica senza svegliarla.

Salì le scale, cercando di fare il minimo rumore possibile, sorpreso quando la trovò sveglia: «Oh! Buongiorno Principessa. Come ti se ti stamattina?» chiese curioso, andando a sedersi accanto a lei,
«B-Bene grazie...» balbettò lei in risposta, spostando lo sguardo dal ragazzo.

Chat, notando subito il rossore sul suo volto, la chiamò e, delicatamente, le mise l'indice sotto il mento, facendola girare verso di lui.

Marinette spalancò gli occhi, chiedendosi cosa stesse facendo, per poi sentire le sue labbra sulla sua fronte.

«Vedo che ti è passata la febbre. Sono contento.» sorrise il felino, con ancora l'induce sotto il suo mento.
La ragazza era sempre più rossa: «Ieri sera...» sussurrò, ma Chat non riuscì a sentirla.
«Scusa?»
«Ieri sera...» ripeté più forte. «Mi hai vista senza maglietta...»
«Eri di schiena!» si affrettò a rispondere lui, allontanandosi di poco, alzando la mano festa e poggiando l'altra sul petto. «Giuro che non ho visto nulla, parola di gatto.»
«E fai bene a non aver visto nulla.» sbuffò lei, sentendo il suo stomaco ringhiare per la fame.
«Vado a prenderti la colazione, mia dolce ammalata.» disse con un accento inglese, recuperando la bacinella sulla credenza dietro la corvina e scendendo agilmente dal soppalco senza che l'acqua si rovesciasse..

Chat sgattaiolò fuori dalla camera della ragazza, facendo come la sera precedente e, notando che i genitori non c'erano, ebbe tutto il tempo per sistemare la bacinella ed il panno e per recuperare quattro croissant fumanti, una bottiglia di latte e due bicchieri, riposti al contrario sopra il tappo della bottiglia.

Si diresse verso le scale, facendo attenzione ai bicchieri, ma quando vide che erano stabili salì quasi saltellando, non vedendo l'ora di fare colazione con la sua Purr-incipessa, come la chiamava lui.

Poggiando per un secondo il piatto su un gradino, il biondo aprì la botola, entrando nella camera dell'amica non appena ebbe ripreso le vivande; il ragazzo si bloccò nel vedere Marinette seduta sulla chaise-longue che si copriva il petto con la maglietta del pigiama, rossa come un peperone e con gli occhi spalancati per la sorpresa.

«Ora, non so se sono io che in realtà posseggo il Miraculous dell'orologio svizzero o sei tu che mi aspetti e ti spogli per me, Principessa.» ammiccò il felino cercando di non arrossire.
«Chat, fammi un favore: –disse con tutta calma, dopo aver preso un paio di respiri profondi– appoggia il cibo sulla scrivania e mettiti davanti me.»

Chat aveva smesso di vedere Marinette come una sua amica già da un po' ormai è tutto era peggiorato quando si sono baciati, per non parlare delle cose che gli aveva detto la sera precedente; anche se non era cosciente per via della salute, in qualche modo, forse nel suo comportamento o nelle sue azioni, sapeva che aveva detto la verità.

Forse, se era ancora innamorato di Ladybug non avrebbe continuato ad arrossire come un matto ogni volta che pensava, anche distrattamente, alla sua compagna di classe.

Il ragazzo deglutì rumorosamente quando la sua mente iniziò a viaggiare con la fantasia per il corpo esposto: il torso nudo, anche se semicoperto dalla maglietta, i pantaloncini corti che lasciavano vedere quasi interamente le gambe, piene di lividi ed escoriazioni che stavano guarendo, il gesso colorato dalle firme e dalle dediche fatte dai suoi amici, comprese le sue di entrambe le sue personalità.

L'eroe, con aria interrogativa, dopo essere quasi del tutto tornato alla realtà, fece come gli era stato detto, lasciando che i suoi occhi viaggiassero ancora sul suo corpo snello, esaminando attentamente ogni centimetro di pelle, soprattutto quando la ragazza mosse un braccio per prendere qualcosa dietro di lei, scoprendo maggiormente il seno sinistro.

Quasi sperava che la maglietta le sfuggisse "misteriosamente" di mano.

La ragazza, ghignando, afferrò la stampella che aveva sistemato dietro di sé e con uno scatto la portò all'altezza delle parti intime del ragazzo, che s'irrigidì all'istante ed iniziò a sudare freddo, abbassando le orecchie da felino per aver temuto il peggio.

«Ti ho risparmiato solo perché stanotte mi hai fatto da infermiere, sennò saresti stato castrato senza bisogno del veterinario.» lo minacciò la corvina, tenendo la stampella alzata.
«Ma Principessa, come farò a mandare avanti la stirpe del grande e sexy Chat Noir se non posso procreare?» domandò, facendo un passo indietro.
«Un Chat Noir alla volta basta e avanza. Ora, se non ti dispiace, potresti aspettarmi fuori o, al massimo, sul mio letto. E non sbirciare!» si raccomandò, poggiando la stampella a terra.
«In realtà mi dispiace non poter restare ad ammirarti in tutto il tuo splendore, –la ragazza lo fulminò con lo sguardo– ma ora credo che andrò a sdraiarmi un po'.» disse nervoso, camminando a grandi passi verso il soppalco.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Francy_Kid