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Autore: cioco_93    10/10/2016    1 recensioni
Una storia già sentita: Damon ed Elena migliori amici, ma spero comunque di renderla diversa nel suo svolgersi e di interessarvi come in passato.
.Tratto dal 1° cap.
Damon ed io eravamo amici da sempre, per quanto questo risultasse incomprensibile per praticamente tutti coloro che ci conoscevano.
Ero cresciuta in casa Salvatore data l’incredibile amicizia delle nostre madri fin dai tempi del liceo, e per quanto lui fosse di due anni più grande di me, appena ebbimo le facoltà di capire cosa volesse dire essere amici, noi lo diventammo subito. Più o meno.
Nessuno osava mettersi in mezzo al nostro rapporto, nonostante per quasi tutti fosse un mistero anche solo il fatto che esso esistesse.
Io agli occhi di tutti ero la classica ragazza della porta accanto: educata, brava a scuola, sempre intenta a seguire le regole.
Damon invece sembrava uscito da “Gioventù bruciata”: spregiudicato, menefreghista, intelligente ma senza troppa voglia di impegnarsi, e sempre pronto a combinare qualche bravata.
Il punto era che quando stavamo insieme, ci trasformavamo: lui con me mostrava il suo lato buono, lasciando a casa la sua parte stronza ed egoista, mentre io rinunciavo, senza troppa fatica, al voler risultare perfetta.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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25. There I'll be

2 mesi e mezzo prima, 26 dicembre

La giornata era stata lunga e quando i genitori di Elena tornarono dal loro viaggetto con i coniugi Salvatore, già avvisati dell’improvvisa partenza di Damon, erano pronti ad affrontare il peggio: urla, pianti, stato di trans, rabbia…e invece ritrovarono la ragazza in cucina a preparare frittelle con Stefan e Jeremy.
Erano tutti abbastanza perplessi del suo comportamento, ma quasi intimoriti di poter farla scoppiare, nessuno aveva commentato le sue azioni.
Rimasero lì tutto il pomeriggio, però solo giusto prima di tornare a casa, Elena tornò in camera di Damon con una scusa, doveva fare un’ultima cosa.
Gli ultimi giorni erano stati intensi, e nonostante la notte passata con Damon, sapeva benissimo che se ne sarebbe andato. Se lo sentiva, motivo per cui il maggiore dei Salvatore non era stato l’unico a scrivere una lettera. Solo che quella di Elena era legata al suo regalo di Natale.
Le cose non erano andate purtroppo come previsto: la ragazza aveva ipotizzato di dargli il suo regalo dal vivo, e che le parole scritte gli avrebbero fatto compagnia per quei mesi di lontananza, ma i tempi erano stati più corti del previsto. Sapeva che oramai prima di qualche mese non avrebbe fatto ritorno, quindi decise semplicemente di lasciare tutto lì, in un cassetto, così che il giorno che Damon sarebbe tornato a casa, avrebbe aperto e avrebbe trovato il tutto.
Guardò un’ultima volta la busta, un po’ più spessa rispetto a quella che gli aveva lasciato lui, a causa del regalo che conteneva, e se ne andò.

“ Caro Damon,
-
Ubi tu gaius, ibi ego gaia -
Giusto se te lo stessi chiedendo è una formula matrimoniale latina,
pronunciata dalla sposa allo sposo che significa -
Dove tu sei, lì io sarò -
Ti chiederai perché questa frase incisa sul tuo bracciale, quando proprio la vita ci sta dimostrando il contrario, ma mi conosci, mi piace vedere le cose sotto vari punti di vista.
L’ultima volta che ci siamo visti, ci hai definiti fuori orario, e probabilmente non c’è frase più vera che possa descriverci.
Io e te siamo un continuo di scelte giuste al momento sbaglio, e negli ultimi mesi ci siamo fatti più male che in 15 anni d’amicizia, ma a me non dispiace di essermi innamorata di te.
E anche se adesso tu ed io sembriamo un’equazione impossibile, anche se so che, tempo di gioire della tua presenza qui a casa, tu te ne sarai già andato, io voglio che tu sappia che ti amo e non credo sarò mai capace di smettere di farlo.
Quindi nonostante tutto, sappi solo che non importa quanto fisicamente noi due potremo esser lontani nel tempo e nello spazio, il mio cuore sarà sempre accanto al tuo.
Ti amo,
Elena”


Le parole mi morirono in bocca. Non avevo la più pallida idea di cosa dire o fare.
Avevo passato 3 giorni a trattenermi da qualsiasi commento o riferimento a quello che c’era realmente tra di noi, e alla fine mi ero tradita con le mie stesse mani.
- Deduco che negare sarebbe inutile – temporeggiai con una frase di circostanza.
- Perché non me l’hai detto subito.?? Perché fingere che eravamo migliori amici.?? – domandò perplesso, ma nei suoi occhi traspariva anche la delusione.
- Io.. io non ti ho mentito – affermai d’un tratto sincera – non del tutto perlomeno – aggiunsi per precisare.
- Spiegati meglio – m’intimò severo avvicinandosi a me.
- La tua memoria arriva fino al tuo ultimo anno di liceo Damon, e a quei tempi tu ed io eravamo davvero solo migliori amici – gli spiegai più calma possibile.
- E dopo cos’è successo.?? – chiese imperterrito.
- Dopo… dopo ti ho ferito. Ci siamo feriti, ed è forse per questo che la tua memoria ti ha preservato da me, cancellando qualsiasi cosa avesse a che fare con noi due – affermai tristemente – il mio non averti raccontato tutto quello che c’è realmente tra di noi non è stata una scelta facile. Anzi, perché pensi che ci sia stata tanto male.?? Papà però mi ha chiesto di non esporti a ricordi troppo forti, perché questo avrebbe potuto compromettere il tuo recuperare totalmente la memoria - proseguì poi sedendomi sconfitta sul letto, facendo calare il silenzio tra di noi.
- Nella lettera hai scritto che siamo fuori orario. Cosa vuol dire.?? – mi chiese d’un tratto sedendosi accanto a me.
- Damon, non credo che… - cercai di bloccarlo io sull’argomento, ma il ragazzo mi fermò.
- Elena, voglio sapere. Non m’importa quale sia il rischio – disse severo, e fu la goccia che fece traboccare il vaso della mia estrema pacatezza.
- Certo, a te non importa – urlai scattando in piedi nervosa – Non importa chi viene ferito nel processo, finché Damon ottiene ciò che Damon vuole. Tanto tu non ricordi, cosa ci perdi a non sapere quello che è successo tra di noi.?? Niente. Quella che si ritrova di nuovo senza di te sono io. Tu davanti hai solo una sconosciuta che dice di esser la tua migliore amica, ma cosa di più.?? - continuai a sbraitare fuori di me.
- Pensi che la situazione mi piaccia.?? Pensi che mi trovi a mio agio a sapere c’è una parte della mia vita che non ricordo.?? – replicò alzando la voce anche lui e parandosi davanti a me – Ma la verità e che Elena, che ti piaccia o meno, la perdita di memoria non ha cambiato la persona che ero. Quindi si, voglio sapere e non m’importa delle conseguenze, perché io sono un’egoista – aggiunse con toni quasi feriti, ma quella che venne ferita davvero fui solo e semplicemente io.
- Hai ragione, tu sei sempre il solito stronzo che non sa pensare ad altri che a se stesso, la differenza e che prima non avresti mai fatto l’egoista con me – affermai con le lacrime agli occhi e corsi via da quella stanza.
Quando apparì sconvolta nel soggiorno, Klaus e Caroline cercano di fermarmi e capire cosa fosse successo, ma non diedi più ascolto a nessuno, mi vestì in men che non si dica e me ne andai più in fretta che potevo.
Spensi il telefono, e me ne andai diretta al cimitero da Bonnie. Avevo bisogno di stare da sola, e sfogarmi senza esser interrotta.
- È uno stronzo, bambino, egoista. È esattamente il Damon che ha sempre dimostrato a tutti. Ma io non sono tutti. Io sono la sua migliore amica, sono la ragazza che ama – iniziai a delirare arrabbiata camminando avanti e indietro davanti alla tomba – Va bene che non si ricorda chi io sia, ma perché insistere nel voler sapere tutto se sa di rischiare di non ricordarsi più niente.?? Ma no, lui deve sapere, lui deve capire. Non può aspettare – continuai a sbraitare.
Ero davvero fuori di me. Sapevo che obbiettivamente mi stavo comportando come una bambina, e in verità potevo anche capire la sua smania di voler sapere. Se avessi perso la memoria, anch’io avrei voluto sapere il più possibile di quello che mi ero persa. Però… però io avevo bisogno che la sua memoria tornasse, avevo bisogno che lui tornasse a ricordarsi di me. Che tornasse ad amarmi. E forse a quel punto ero io l’egoista, ma non m’importava.
- La verità e che siamo così maledettamente sempre noi, che anche adesso riusciamo a litigare – sussurrai infine calmandomi.
Capì così, che era inutile incaponirsi e fare scenate.
Lasciai un bacio sulla lapide di Bonnie e mi diressi a casa, consapevole di dover sicuramente qualche spiegazione ai miei genitori, che conoscendo i miei amici, erano sicuramente stati avvisati tempo zero della mia sfasata e della mia scomparsa.
La cosa strana fu quando, varcata la porta, constatai l’estremo silenzio che vi regnava, cosa non poco strana data l’ora. Mamma il sabato non lavora, e comunque era oramai ora di cena.
Mi ricordai così del mio cellulare, ancora spento e vagante nella borsa.
L’accesi di volata, per poter chiamare qualcuno della famiglia, ma in pochi attimi fu invaso di chiamate perse e messaggi da parte del mondo intero che mi avvisavano, senza spiegazioni, di correre in ospedale.

Arrivai in ospedale più in fretta possibile, e non feci in tempo a varcare la soglia del pronto soccorso che Caroline fu tra le mie braccia.
- Sei un’irresponsabile – disse con toni di rimprovero la ragazza.
- Scusami sono scoppiata – ammisi colpevole – ma cos’è successo.?? Perché mi avete fatto correre qui.?? – domandai a seguire perplessa.
Mi guardai intorno spaesata e notai come non solo all’appello c’erano i miei amici (Care, Klaus, Enzo e perfino Rick) ma anche mia madre con Jeremy, e la famiglia Salvatore. C'erano tutti. Tutti Tranne Damon.
- Oddio si tratta di Damon – capì finalmente impanicata – cos’è successo.?? – domandai sempre più nervosa.
- Amore stai calma – disse avvicinandosi a me mia madre – non è nulla di troppo grave – aggiunse per tranquillizzarmi.
- Quando sei scappata di casa l’idiota ha provato a inseguirti, nonostante la gamba rotta, correndo giù per le scale – iniziò a raccontarmi Klaus.
- E ovviamente è ruzzolato giù – aggiunse quasi ridendo Stefan apparendo accanto a noi.
- Ha sbattuto la testa, ed era quindi piuttosto frastornato, al che abbiamo chiamato subito l’ambulanza – finì di spiegare Caroline.
- Papà adesso è dentro con lui a controllare che sia tutto a posto – concluse poi per tutti mia madre – ritorno da Giuseppe e Lily, a dopo – disse in seguito allontanandosi.
- Ma che razza di idiota rincorre qualcuno giù per le scale con la gamba rotta.?? – domandai incredula e retorica facendo scoppiare a ridere i presenti.
- Elena , il fatto che mio fratello non si ricorda di te, non vuol dire che non ci tenga in qualche modo – mi disse teneramente Stefan facendomi sedere.
- Si può sapere in tutto ciò perché avete litigato.?? – domandò poi Klaus.
- Davvero nonostante le urla non avete sentito niente.?? – chiesi abbastanza spiazzata.
- Tesoro le voci erano abbastanza ovattate. Abbiamo sentito un po’ di trambusto e dopo di che, in men che non si dica, sei schizzata fuori dalla casa – mi raccontò Caroline.
Capì così che nessuno di loro aveva la più pallida idea che Damon aveva scoperto qualcosa di troppo riguardo me e il suo passato. Sospirai pesantemente e iniziai a raccontargli.
- Perché siamo tornati a villa Salvatore.?? – domandai a Caroline e Klaus.
- Perché avevi lasciato qualcosa in camera di Damon che era meglio non trovasse – rispose come una scolaretta la bionda.
- Elena la camera di Damon è zeppa di cose tue: dai vestiti, ai libri, alle foto – mi fece notare perplesso Stefan.
- Si, ma di lettere con scritto che non importava cosa sarebbe successo, perché lo amo, e in qualche modo sarei sempre stata al suo fianco, ce n’era solo una – dissi con toni nervosi per la situazione.
- Oh – disse semplicemente Klaus che arrivò a capire la situazione per intero – Lui la lettera l’aveva già trovata, e ti ha detto che voleva sapere tutto immagino – affermò senza neanche porre la domanda.
- Già… Abbiamo quindi iniziato a discutere, perché gli ho detto che non potevo raccontargli niente se volevo che ci fosse la minima possibilità che lui recuperasse la memoria, ma lui mi ha bellamente risposto “voglio sapere, non mi importa cosa rischio” e li sono scoppiata – raccontai colpevole.
- Gilbert, non ti devi sentire in colpa. È normale che tu ci sia rimasta male e che tu abbia sfasato – cercò di tranquillizzarmi Klaus.
- Oh andiamo, ha perso la memoria, non si ricorda di me, è normale che non gli importi di cosa pensi io, ho esagerato – replicai severa, ma bloccai nell’immediato il mio discorso non appena vidi mio padre sbucare dalla stanza di Damon per avvicinarsi ai suoi genitori.
- Ha preso una bella botta, ma nessun trauma cranico per lo scapestrato, ne niente rotto di nuovo – disse quasi divertito mio padre rivolgendosi ai due coniugi – e inoltre continua a chiedere di te Elena – aggiunse poi rivolgendomi lo sguardo.
- Si bhè… abbiamo avuto una bella discussione, ma forse è meglio che prima veda voi – affermai io rivolgendomi a Giuseppe e Lily.
- Va bene tesoro – rispose dolcemente Lily accarezzandomi il volto, ed entrò nella stanza seguita dal marito.
- Tesoro di cosa avete discusso per la precisione?? – mi domandò curioso mio padre.
- Lascia perdere… sulla sua memoria tanto per cambiare. L’importante è per ora che non sia fatto male – risposi secca e tornai dai mie amici.
Rimasimo ad aspettare una decina di minuti, parlando del più e del meno, e non ci accorgemmo nemmeno dell’uscita dei signori Salvatore dalla stanza del ragazzo, finché non furono loro a richiamare la nostra attenzione.
- Elena, credo sia il caso che tu entri – affermò sorridente Giuseppe non appena fu vicino a me.
- Magari è meglio che prima entrino gli altri – ribattei io titubante. Non mi sentivo ancora pronta di affrontare nuovamente Damon.
- Fidati di noi, non fa chiedere di te – insistette la donna.
- Su dai, magari si vuole scusare – cercò di spronarmi Stefan.
Presi allora un profondo respiro, mi alzai dalla panca e mi diressi verso la stanza dello sciagurato. Esitai un’istante prima di entrare, ma alla fine riuscì a varcare la porta.
- Elena – esordì immediatamente Damon con voce felice, come se si fosse dimenticato della nostra sfuriata.
- Vedo che nemmeno l’idiozia ti ha abbandonato nonostante la scarsa memoria. Rincorrermi per le scale con una gamba rotta.?? Pessima mossa – dissi semplicemente io una volta chiusa la porta, senza guardarlo in faccia.
- A quanto pare… ma a proposito della memoria – tentò di iniziare lui un discorso, ma ovviamente lo bloccai.
- Ascolta mi dispiace. Ho esagerato: tu hai perso la memoria, è normale che tu voglia sapere il più possibile, nonostante i rischi, ma vedi io ti amo, e so che può sembrati strano detto da una che per te è praticamente una sconosciuta, ma…- iniziai a farneticare, quando finalmente alzai il mio sguardo per cercare i suoi occhi di ghiaccio e notai il suo spaesamento più totale.
- Gilbert io non so di cosa tu stia parlando – mi stupì lui con toni divertiti e io persi di nuovo un colpo.
- Fantastico – esclami allora esasperata – ennesima botta in testa, ennesimo vuoto di memoria, ma almeno ti ricordi chi sono. Su, sentiamo, sta volta in che anno sei.?? Alle medie.?? Primo anno di università.?? O magari mentalmente sei rimasto ai tuoi 8 anni… - dissi come un fiume in piena, provocando nel ragazzo un’immensa risata – certo, ti diverto, io ho appena detto al mio migliore amico che lo amo, non sapendo probabilmente neanche di cosa parlo e lui ride – commentai sempre più nervosa.
- Elena – mi richiamò lui ancora con il sorriso sulle labbra.
- Che c’è.?? – domandai sospirando.
- L’ultima cosa che io mi ricordo e che stavo guidando come un pazzo per venire da te. Il che ha detta dei miei genitori è successo più o meno quasi tre settimane fa, quindi direi che il fatto che mi ami, è una cosa reciproca che so già da qualche mese quando me l’hai gridato durante la nostra sfuriata al Four…- iniziò a raccontare lui, ma non lo feci decisamente finire.
Non appena iniziai a realizzare le sue parole, ci misi poco meno di due secondi per ritrovarmi sulle sue labbra.

Buona sera mie lettrici.!!
Rieccomi, con qualche giorno di ritardo, con un nuovo capitoletto che come si può intuire ci sta avviando verso la fine di questa storia.
Ma partiamo dall'inizio: leggiamo cosa ha scritto Elena sulla lettera, e capiamo perchè lo scorso capitolo Damon fosse intenzionato a sapere la verità, cosa che in parte Elena gli spiega, ma giustamente cerca di preservarsi in modo da non perdere la speranza di fargli tornare la memoria. Il nostro Salvatore però insiste e abbiamo così una bella litigata tra i due che porta la nostra Gilbert a scappare arrabbiata e arifugiarsi dall'unica persona che la possa ascoltare: Bonnie. Si sfoga, riflette e capisce che forse esagerato, ma tempo di tornare a casa che deve correre in ospedale.
Damon è caduto e si è preso una bella botta in testa che però... tadàààà gli riporta finalmente la memoria. Mi sono informata (come ci tego sempre a fare) ed ho scoperto, che a causa di traumi momentanei e stati confusionali, soprattutto dopo un coma, un secondo trauma per assurdo può riportare la memoria.
Detto ciò finalmente #unagioia è apparsa nella mia storia, e dato che siamo vicini alla fine prometto di non rovinarla.
Quindi vi anticipo che manca poco, ma che non è ancora la fine.
Ringrazio come al solito tutte di cuore sia per leggermi, seguirmi e commentarmi.
Un grosso bacio
A.

 

  
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