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Autore: Okami_chan    10/10/2016    1 recensioni
Eccomi con la mia primissima fanfiction! Ovviamente sulla mia coppia preferita! GaLe!
Jet e Droy sono spariti e Levy decide di fare una missione da sola. Incapperà in una particolare richiesta d'aiuto e in strane sfide dove dovrà mettere a dura prova la sua forza e il suo ingegno. Ma cosa succederebbe se come avversario avesse LUI?
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Nuovo personaggio, Pantherlily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qua come promesso il capitolo 13. 
Buona lettura!



 
Capitolo 13. Visite e discussioni




Ancora traumatizzato, dovuto non tanto dall'improvvisa trasformazione di un visetto angelico in un ghigno diabolico, ormai abituato agli sbalzi di Mirajane; Gajeel era più agitato all'idea che qualcuno potesse rivelare a Levy un suo momentaneo attimo di debolezza/distrazione. Alla gilda non rientrava di certo nella categoria di "nakama pervertiti", ma se questo particolare dovesse essere diffuso la sua immagine verrebbe rovinata!
Chi l'avrebbe immaginato che qualcuno, un estraneo, in meno di un battito di ciglia avesse anche solo ipotizzato che anche lui non disdegnava certe "cose".
Con questo pensiero nella testa, Gajeel, con passo molto più lento del suo solito, seguì gli altri diretti alla villa.

Avevano a disposizione ancora un paio d'ore prima del pranzo con il Duca.
Quando giunse al porticato dell'abitazione, si accorse che tutti gli altri si erano fermati lì sotto . . .
«Arrenditi O'Neil! Per quanto ancora vuoi essere umiliata?»
«Taci! Siamo solo al secondo giorno e di prove ce ne sono ancora parecchie»
. . . a litigare . . . di nuovo.
«Oh, ma per favore! Fin ora l'unica prova che sei riuscita a superare è stata la prima, e solo per fortuna»
«Andiamo ragazzi adesso basta litigare» intervenne Levy da mediatore di pace.
«E così anche la tua maga . . .» continuò Percival incurante «Credevo di avere dei dubbi sulla mia vittoria, ma ora che sono a conoscenza delle tue capacità, ti do un consiglio maga . . . lascia perdere, sei ancora in tempo per salvarti da una pessima figura. Dopotutto con la sconfitta di O'Neil tu non guadagni un soldo, giusto? Quindi, perché non spendere il tuo tempo e le tue energie per qualcosa alla tua portata?»
Quella discussione stava prendendo una piega spiacevole, irritando non poco il mago del ferro: pensava di essere stato chiaro quella mattina riguardo a quei battibecchi e inoltre . . . . con che diritto giudicava le abilità di un mago che conosceva appena, un mago di Fairy Tail per giunta!
Stava per intervenire e porre fine a quel discorso irrispettoso, ma Levy lo precedette.

«Non seguirò il consiglio» disse pacatamente «Innanzitutto tu affermi di conoscere le mie abilità, quando in realtà mi avrai visto adoperare la magia solo in un paio di occasioni e tutte al di fuori della competizione» continuò, guardandolo con l'espressione tra il sereno e il divertito.
«Puoi anche smetterla con questi continui punzecchiamenti, tanto non molleremo: Eva è troppo testarda per rinunciare, ma sono sicura che tu lo sappia meglio di me»
Ed aveva ragione, Percival non aveva ancora visto il potenziale combattivo di Levy. Le uniche volte che la vide lanciare una magia fu quando dovettero fare quello spiacevole bagno al succo di limone e dopo la sua eliminazione dalla gara di ballo, nel tifo silenzioso per la compagna di squadra.
Gajeel non ci aveva fatto caso, come tutti gli altri del resto, ma pensandoci bene le continue frasi di scherno da parte di DeTurdot, potevano benissimo far parte di una sua tattica psicologica, al fine di abbattere il morale dell'avversario.

DeTurdot mise le braccia conserte stizzito, la maga aveva scoperto il suo gioco ed ora era costretto a costruire una nuova strategia tutta da capo.
«E per quanto mi riguarda» proseguì lei «ho due buoni motivi per continuare: come prima cosa accettando il lavoro ho accettato anche i rischi che ne conseguono e come mago di Fairy Tail ho il dovere di portare a termine il mio lavoro, indipendentemente dal risultato finale» disse strizzando l'occhio a Evangeline, la quale ricambiò il gesto con uno sguardo d'intesa.
Gajeel si stava godendo la scena, vedere che anche Levy, tanto dolce e gentile, sapeva tirar fuori le unghie e lottare per ciò in cui crede, inspiegabilmente lo divertiva.
 «E come seconda cosa» concluse Levy guardando nella sua direzione «ho fatto una scommessa con Gajeel su chi conclude la sua missione al meglio, quindi non posso assolutamente ritirarmi come se niente fosse»
«Gihi!!! Ben detto» 
Levy lo ricambiò con uno dei suoi dolci sorrisi insieme ad uno sguardo pieno di determinazione.
Gajeel pensò che da quel momento sarebbe partito il vero divertimento e non stava nella pelle per la prossima sfida, nella speranza che questa volta avrebbe potuto muovere un po' le mani.

«Bene ora che abbiamo chiarito...» disse Eva «...io e Levy dobbiamo fare un salto in città»
«Vuoi fare la guida turistica O'Neil?» la prese in giro Percival.
«Dove vado non sono affari tuoi, ma se ci tieni a saperlo te lo dico: andiamo a casa mia per un breve incontro coi miei genitori»
«Hai già nostalgia di casa?» continuò il biondo
«A dire il vero» intervenne Levy per bloccare sul nascere qualsiasi tipo di litigio «Da quando siamo in questa villa, cioè da domenica pomeriggio, non abbiamo avuto modo di contattare e rassicurare i Signori O'Neil. Per questo ora, che abbiamo un po' di tempo libero, lo faremo di persona»
«Potevate farlo ieri» disse DeTurdot, rammentando l'intero pomeriggio dato a disposizione dal Duca.
Eva gli rispose a tono.
«Ieri? Quando qualcuno ha avuto un piccolo quanto serio problema odoroso, appestando anche noi? Non volevo certo andare dai miei, anche con il solo dubbio di avere ancora addosso un lievissimo sentore di quella puzza schifosa!»
Percival stava già per ribattere, sentendo alle sue spalle già qualche piccola risata poco soppressa da parte di Lily e Gajeel.
«Quello che la mia cliente voleva dire» intervenne nuovamente Levy con tono formale e distaccato, ben differente da quello usato pochi secondi prima«è che a causa dello spiacevole incidente avvenuto ieri mattina, nessuna di noi due voleva portare spiacevoli ricordi a casa O'Neil. Per questa ragione si è deciso di comune accordo di rimandare la visita alla prossima volta in cui il Duca ci avrebbe consentito un po' di tempo per noi. A questo proposito sarebbe meglio andare.»
Detto questo prese il braccio di Eva, fece dietro front e la portò attraverso il porticato verso l'uscita della villa.

Percival rimase perplesso da quell'improvviso atteggiamento di Levy, prima era quasi sul piede di guerra e un secondo dopo gli parlava con un linguaggio più formale facendo la carina.
«Che diavolo le è preso?» domandò il biondino.
«Bhe forse era stanca di aspettare qui . . .» disse Gajeel innervosito.
«E di perdere tempo qui . . .» continuò Lily con lo stesso tono.
Percival, con i due maghi dietro di lui, fissava il punto da dove erano sparite le ragazze.
«Comunque non capisco il motivo di tanta improvvisa carineria. Se voleva andare poteva farlo benissimo senza tante cerimonie»
«Si chiama "buona educazione" » disse una terza voce, proveniente dalle spalle di Percival, che lo fece irrigidire «E' una cosa che dovresti conoscere bene»
Il ragazzo si girò di scatto, il Duca in persona in mezzo ai due maghi, i quali avevano un'aria seccata,  aveva ascoltato solo le ultime battute del loro discorso, apparendo da una delle tante portefinestre del porticato. Levy, avendolo visto in tempo, si era premurata di bloccare le frasi poco eleganti di Eva, troppo presa nella lite per accorgersene, e di cambiare tono in modo da avvisare gli altri che gli erano di spalle. Cosa che non sfuggì ai due nakama, Gajeel ne aveva anche avvertito l'odore, al contrario di DeTurdot, sfortunatamente per lui. Nemmeno gli ultimi disperati tentativi dei due ragazzi avevano attirato la sua attenzione.

«Ora che ci penso . . .» continuò Moragorn, senza dare peso al ragazzo occhialuto ancora pietrificato «DeTurdot perché non vai anche tu a far visita alla tua famiglia? Neanche tu hai avuto modo di contattarli in questi giorni»
Se prima era bloccato adesso era anche nel panico. 
Completamente accecato dalle ultime vittorie e dalle strategie che non gli era passato nemmeno per l'anticamera del cervello. Eppure avrebbe dovuto ricordarsi le buone maniere, in fondo Percival era ancora un ragazzino di 12 anni, ancora sotto la responsabilità dei suoi genitori; che razza di figlio modello sarebbe?
DeTurdot dovette chiamare a sé tutto l'autocontrollo di cui al momento disponeva, pur di mantenere la sua solita maschera distaccata e rispondere in modo sicuro.
«Infatti ho scritto delle lettere con i resoconti completi dei nostri giochi, Signore» disse, soddisfatto di aver trovato in fretta una buona scusa.
«Ah capisco. Bene, sarà ora che vi lasci, avrete sicuramente molto di cui parlare.» rispose il Signor Wolf, lanciando uno sguardo comprensivo ai due maghi taciturni, e dirigendosi verso la porta da cui era apparso. Ma prima che potesse entrare nella sua abitazione, l'uomo si girò verso il trio.  
«Le avrai anche scritte quelle lettere, ma ti sei sicuramente dimenticato di spedirle. In questi tre giorni il postino non è mai passato, né per consegnare né per prendere posta» e detto questo rientrò.


 
*****


Eva e Levy trascorsero le ultime ore del mattino rassicurando i coniugi O'Neil e spiegando loro la "settimana di giochi" del Duca, motivazione per la quale saranno costrette a passare i prossimi giorni a villa Wolf. Promettendo loro di avvisarli nel caso dovesse succedere qualcosa di importante.

Sulla strada del ritorno, Levy desiderava soddisfare una sua curiosità.
«I tuoi genitori non mi sembravano preoccupati»
«Non è la prima volta che dormiamo alla villa. Ormai i miei non si preoccupano più di tanto; sanno che siamo controllati, in modo da impedirci di commettere qualche cavolata. In un certo senso Villa Wolf è il posto più sicuro della città» spiegò Eva.
«Si però . . . . . mi stupisce il fatto che non abbiano commentato quando gli abbiamo raccontato della sfida della settimana: non una reazione sorpresa, nemmeno un piccolo cambiamento nel volto o nella voce. Semplicemente hanno accettato che le cose stanno così e basta»
Levy era un po' confusa; quando Romeo aveva l'età di Evangeline, 11 anni, Macao si preoccupava sempre di non farlo andare in giro da solo, figurarsi se doveva stare via una settimana a giocare ad assurde prove per vincere un premio di natura ancora ignota. La tranquillità dei due O'Neil era strabiliante, forse dovuta anche dalla fiducia che ripongono nella loro figlia.
«Levy. Ti ho detto che giochiamo con il Duca da anni»
«Si?»
«Credimi abbiamo fatto le cose più assurde che tu possa immaginare. Le prime volte il Duca creava i giochi sul momento senza rendersi conto di quanto difficili, assurdi o addirittura impossibili, fossero per noi. Oramai nessuno, nemmeno i miei genitori, si stupisce più di ciò che escogita quell'uomo»
«Ah, ora ho capito» concluse il discorso l'azzurra.

Levy aveva veramente capito: quella di poco fa non era tranquillità, era rassegnazione.

 
*****


Percival era seduto alla scrivania nella sua camera. Si stava massaggiando gli occhi con una mano, mentre l'altra reggeva i suoi occhiali. In un tempo quasi da record aveva scritto tre dettagliate lettere, nelle quali spiegava ai suoi genitori ciò che era successo in quei giorni.
In dieci minuti, e con il silenzio espressamente chiesto ai suoi due accompagnatori, era riuscito a scriverle ed imbustarle. Poi chiese a Lily di portarle direttamente alla sua dimora, con la precisa richiesta di non farsi vedere da nessuno mentre le imbucava. Si sarebbe data la colpa al rilento sistema postale.

Gajeel era rimasto per tutto il tempo seduto sul divanetto della stanza, come da richiesta del suo datore di lavoro. Ma dentro di sé stava per esplodere: come aveva intuito il Duca, avevano un paio di fatti da chiarire, ma non poteva iniziare mentre Lily era ancora fuori a recapitare le lettere. Doveva essere presente anche l'Exceed per due ovvie ragioni: la prima era perché avevano gli stessi argomenti da mettere in tavola, la seconda, bé . . . se avesse incominciato a discutere senza di lui probabilmente non sarebbe riuscito a tenere le mani a bada. Incominciava ad infischiarsene che fosse solo un ragazzino.
-Tsk! Moccioso arrogante. . . -

Per sua fortuna, Lily ci mise poco ad arrivare.
«Bene!» disse DeTurdot «Ora che ci siamo tutti e la concorrenza è fuori, possiamo parlare della nuova strategia che ho ideato . . . »
«Oi . . .» cominciò Gajeel
«Come prima cosa» continuò lui imperterrito «scartiamo l'idea dell'effetto sorpresa; quella maga vi conosce e sa di cosa siete capaci»
«Oi . . .»
«Perciò alla prima occasione che ci viene data di colpire con la magia, tu ci andrai molto pesante Redfox»
«OIIIIII !!!!!!!!»
Il mago in questione si era alzato dal divano, ed ora torreggiava sull'occhialuto. Aveva finalmente ottenuto la sua attenzione ed il suo silenzio.
«Che ne dici di sentire la mia strategia vincente?» gli chiese Gajeel con tono sarcastico, mentre ritornava spaparanzato sul divano. Con Lily seduto al suo fianco.

Ripresosi dallo spavento, Percival tornò con la sua solita espressione da primo della classe.
«Tu avresti una strategia vincente? Va bene, sentiamo questo colpo di genio» gli disse sprezzante.
«Partecipa seriamente» gli disse schietto.
«Eh?»
«Da quello che ho visto, sembra che tu non voglia in alcun modo vincere»
«Certo che voglio vincere»
«Invece sembra che lo vuoi fare vincere a noi il "grande gioco", mentre tu da bravo codardo te ne stai in disparte a guardare»
«Quello che dici non ha senso»
«Forse non è bravo come te nell'esporre un argomento» intervenne Lily in sua difesa «Ma quello che dice è vero: il Duca ha ideato questi giochi per voi ragazzi, ingaggiare qualcun altro per fare ciò che dovresti fare tu non ti fa grande onore»
«Quindi la prossima volta, salterai la corda» disse spicciatamente il dragon slayer, nella speranza di chiudere lì il discorso. Ma non sarebbe andata come previsto.
«E' per questo?» chiese allibito il biondino sul motivo della conversazione «Lasciate che vi delucidi su una questione: io non sono bravo negli sport e in qualunque prova fisica. Non sono capace . . . sono completamente imbranato, okay? Volevo solo evitare l'umiliazione, l'ultima cosa che voglio sentire sono le risatine beffarde di O'Neil»
«Hai davvero rotto!» disse Gajeel.
«Noi le prove le abbiamo fatte, anche se alcune non le abbiamo superate, almeno ci abbiamo provato. Tu non hai fatto nemmeno quello» rispose pacatamente Lily.
DeTurdot decise di mettere in chiaro le loro posizioni, non sopportava quella ramanzina senza senso.
«Voi siete i maghi ed io quello che vi ha ingaggiati, siete voi che dovete eseguire i miei ordini e non il contrario!»
Quelle non si poterono definire parole adeguate e soprattutto educate, ma se il tuo interlocutore è un dragon slayer, di sesso maschile, burbero, testardo, incline alla violenza e in più membro di Fairy Tail; quel discorso si trasformava in un desiderio, di morte no, ma di botte certamente si!
Cosa aveva detto? Dovevano obbedire, fare come diceva lui, senza discutere, come dei bravi cagnolini?!?!?!?!?!?! Per una frazione di secondo gli era sembrato che ci fosse qualcun’atro al posto del biondino arrogante.
Non ne poteva più.
«ADESSO BASTA!!!!!» urlò infuriato Gajeel, uscendo a grandi falcate dalla porta, sbattendola violentemente.
Non poteva restare in quella stanza un secondo di più senza mettere la mani addosso al ragazzino. Nonostante la vittoria di quella mattina, aveva avuto da ridire ancora una volta. Era stufo di sentire sempre delle critiche e mai un piccolo ringraziamento . . . il lavoro sporco lo facevano sempre lui e Lily per la miseria! Anzi, tutto il lavoro ,o quasi, lo facevano loro!
Appena fuori dalla camera fece dei respiri profondi; doveva riprendere la calma e soprattutto, allontanare dei ricordi del suo passato poco piacevoli.

Nella stanza, Percival aveva ancora lo sguardo puntato sulla porta, leggermente stizzito ed anche un po' spaventato, non capendo il motivo di così tanta rabbia.
Lily non si era mosso di un millimetro, ma il suo sguardo si era ulteriormente indurito così come il suo tono.
«Sembri sorpreso» disse l'Exceed, con finta innocenza.
«Non capisco . . . perché se l'è presa così tanto? Nemmeno fosse . . .»
«Una faccenda personale?» lo interruppe «Lo è, in un certo senso»
L'ultimo granello di rabbia lentamente scemò dal volto del ragazzo, guardando il suo interlocutore con fare interessato.
«Ah . . .» sospirò Pantherlily «Devi sapere che tempo fa, Gajeel, faceva parte di un'altra gilda. Una gilda dove il loro modo di agire era . . . . molto diverso da quello di Fairy Tail»
«Una gilda oscura?»
«Tutt’altro, era regolare a tutti gli effetti. Ma in essa vigeva solo la legge del più forte, ed il Master dava ordini a destra e a manca per ottenere la notorietà che desiderava per la sua gilda. Gajeel come gli altri maghi, credeva che fosse giusto così» 
Gajeel volle raccontargli chi era e cosa aveva fatto prima e dopo il suo ingresso in quella gilda che ora chiamavano casa. Non poteva negare che rimase sorpreso nel sentire il male che aveva fatto . . . a chi lo aveva arrecato e perchè. 
L'ex generale nonostante tutto capì perfettamente.
«Era entrato in quella gilda in giovane età e crebbe con idee sbagliate. Credendo che le cose si potevano ottenere solo con la forza e che non importava a cosa si era disposti a fare, l'importante era il risultato finale»

DeTurdot  abbassò gli occhi, iniziando a capire: lui gli aveva ricordato quei tempi bui, gli aveva ricordato quel Master, vantando il suo "potere" che aveva su di loro, solo che invece di usare la forza fisica, che non possedeva assolutamente, utilizzava quella dei soldi.
Aveva sentito parlare delle violenze e degli scontri tra le gilde, ma mai aveva pensato che delle voci si sarebbero poi trasformate in qualcosa di più concreto; come il corpo di un ragazzo dallo sguardo imbronciato e dai modi quasi rozzi.
«Ho capito» disse infine il giovane.
«Capito cosa?» chiese Lily, come prova del nove.
«Adesso so di essere stato troppo arrogante» disse alzando lo sguardo fino ad incrociare quello del felino «Mi dispiace»
Lily diede un cenno con la testa in direzione della porta «Dovresti dirlo prima a qualcun altro» 
Gajeel era appena rientrato, visibilmente più rilassato; buon segno.
«Redfox . .. » iniziò Percival, ma venne subito fermato da un segno della mano dal moro.
«Risparmia fiato, l'ho sentito da dietro la porta. E' tutto ok. Detesto le scene smielate»
Percival si rilassò e sul viso apparve un piccolo sorriso.
Gajeel era rimasto per tutto il tempo nel corridoio vicino alla porta della camera, ascoltando tutto il loro discorso. Era felice che Lily si è limitato soltanto ad accennare il suo passato, senza dare troppi dettagli.

Ma ora c'era da chiarire una questione.
«Ma la prossima volta salterai la corda» disse schietto il mago del ferro, annullando completamente la tensione presente pochi istanti prima.
«Assolutamente no»
Ritornando al punto di partenza.
«Allora sei fregato in ogni caso»
«Cosa stai cercando di insinuare?»
«Se questa storia dell'eredità è vera, vorrà dire che se tu diverrai il nuovo Duca sarai, in un certo senso, un capo» intervenne Lily «E come pensi di essere un buon leader se non prendi decisioni . . .»
«Io prendo decisioni!»
«Se non provi nemmeno a saltare una corda, come pensi di prendere decisioni importanti e rischiose, se hai paura di fare una figuraccia e di essere giudicato?» chiese seccato Gajeel.
A quelle parole, Percival dovette fermarsi e riflettere: analizzando le sue azioni di quei pochi giorni doveva ammettere la sua inesperienza nel capitanare. Aveva già assunto maghi per i giochi del Duca ma, come aveva detto Eva tempo prima, gli ultimi giochi erano davvero molto più complessi e quella era la prima volta che doveva guidare una squadra di maghi così "seri ed esperti" e non principianti come i precedenti.
Forse quei giochi erano stati ideati sul presupposto di imparare a diventare leader, a prendere iniziative anche rischiose, forse doveva iniziare a non pensare solo a se stesso, forse era il momento di maturare un poco e smettere di litigare per nonnulla con Eva; forse era arrivato il momento di mettersi in gioco . . . forse era il momento di provare a saltare la corda.

Con un profondo respiro alzò gli occhi verso la figura imponente dinnanzi a lui. 
Gajeel vide finalmente la determinazione, quella vera, negli occhi del ragazzo.
«Hai ragione» gli disse il biondo «Avete ragione» si corresse, voltandosi verso Lily «Da adesso in avanti mi impegnerò seriamente»
Lily sorrise soddisfatto e Gajeel ghignò come al suo solito.
«Ma nei miei limiti!» ammonì Percival «Non mi metterò a sollevare un bilanciere di duecento chili!»
«Pfft! Quello non lo riuscirebbe a fare nemmeno Levy» disse il dragon slayer.
«Quello che vuole dire» chiarì Lily «E' che ci aspettiamo tu ci metta impegno in tutto quello che è alla tua portata»
«Lo farò» promise lui.

Detto questo, Gajeel gli posò una mano sulla testa iniziando a scompigliarli i suoi capelli sempre ordinati. 
Fino a quando non fu l'ora del pranzo, nella camera del trio si accese un'animata discussione, o per meglio dire Percival riprendeva i modi di fare del moro, mentre quest'ultimo continuava a fare l'esatto opposto. Il tutto sotto gli occhi di un Exceed per nulla sorpreso di tale comportamento.

Gajeel continuava la sua piccola tortura, felice di aver aperto un po' gli occhi al suo piccolo datore di lavoro. Ma la sua felicità era alimentata anche dalla determinazione che la sua avversaria maga aveva dimostrato poco prima. 
Ne era certo: adesso iniziava il vero divertimento.












NOTE DELL'AUTRICE

Ed eccoci qua. *prende un profondo respiro*
Ho voluto fare una piccola parentesi per Gajeel: anche se non hanno più nominato Phantom Lord, immagino che gli siano rimasti ricordi poco piacevoli di Jose, o almeno così credo.
(Giusto per farvelo sapere, ho sospeso la lettura del manga dai primi mesi di quest'anno, giusto per evitare spoiler. XD ) 
Dunque, spero che questo capitolo vi possa ravvivare la fiamma della speranza del vedere la fine di questa storia. 

Siete contenti? :-) 
Fatemi sapere cosa ne pensate.

Per adesso, rinnovo il nostro incontro a fine Novembre quando pubblicherò il prossimo capitolo e aggiornarvi sulla stesura della storia. E dopo aver raccolto le vostre opinioni, vi dirò anche quale sarà l'appuntamento fisso per il caricamento dei successivi capitoli.


Vi chiedo ancora scusa per l'attesa. E per questo vi ringrazio per la vostra pazienza e per il continuo sostegno che mi avete dato. *lacrimuccia*
Spero che possiate perdonarmi e che possiate continuare a seguirmi come prima.
In ogni caso, grazie di cuore.


Alla prossima!

  
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