Buon pomeriggio
ragazze…scusatemi, ma oggi non sono in vena né di
ringraziarvi uno ad uno, né di dilungarmi troppo.
Però voglio ringraziarvi per
una cosa: le vostre recensioni di mi hanno fatto ridere…oggi
vi devo molto,
questo capitolo è dedicato a tutte voi e ad una persona che
purtroppo ora non è
più tra noi.
Al prossimo
aggiornamento. Un bacio Giulls
“Abbiamo aspettato che tu
risbucassi
da dietro un angolo,
ma ciò non è accaduto.
Non volevo crederci, ma oggi è vero più
che mai.
Non ci sono parole, non era ancora il tuo
momento.
Adios Quinquela”
35.
NUOVA CASA
Ero felice della loro relazione, perché finalmente vedevo
mio
fratello felice e con gli occhi che gli brillavano, cosa che non
succedeva da
tempo.
Quello che mi dispiaceva però era che la loro fosse una
relazione
segreta, perché i signori Smith erano contrari al fatto che
Alessia frequentasse
un ragazzo sotto il suo tetto.
Venerdì sera Alessia ed io uscimmo rispettivamente con i
nostri
ragazzi, anche se noi raccontammo agli Smith che saremmo uscite solo
noi due,
per andare a vedere un film al cinema e dopo esserci date la buonanotte
Teo mi
riaccompagnò a casa, accompagnò Robert e infine
riportò a casa Alessia. Dopo
essere arrivata a casa mi addormentai immediatamente, ma mi svegliai
sabato
mattina a causa del mio cellulare che iniziò a squillare.
< Pronto? > risposi assonnata senza guardare chi fosse.
< Giu… > disse Alessia.
< Hey piccola ciao! > esclamai tirandomi su a sedere
contenta di sentirla, subito la sentii singhiozzare < Ale, che
cos’è
successo? > domandai preoccupata.
< Giulia, i…io n…non ce la faccio
p..più con gli Smith! > esclamò
tra i singhiozzi.
< Piccola ma cos’è successo? >
< Hanno scoperto che io sto con Teo e mi hanno proibito di
vederlo… > sussurrò < e di vedere
te > aggiunse singhiozzando ancora.
< Quando te l’hanno detto? > chiesi sconvolta.
< Ieri sera, dopo che mi hanno vista baciarmi con Teo in
macchina >
< Ok piccola, adesso calmati. Troveremo una
soluzione… >
< E quale? > chiese sarcastica.
< Non lo so, ma un modo lo troveremo…non ti lascio
sola. Ora…calmati
e fai dei respiri profondi… > dissi più a
me stessa che a lei.
< Mamy ora devo andare…ciao… > mi
disse triste.
< Ciao piccola… > risposi col suo stesso tono.
Terminata la conversazione mi vestii velocemente e scesi di sotto,
trovando in cucina mio fratello e il mio ragazzo.
< Buongiorno! > esclamò Robert sorridendomi.
< Buongiorno > risposi frettolosamente e poi mi voltai
verso
Teo e gli diedi un pugno sul braccio < sei un cretino! >
esclamai.
< Cosa ho combinato? > domandò sorpreso.
< Gli Smith vi hanno beccato in macchina e le hanno proibito di
uscire nuovamente con noi >
< Ma non sono stato io ad aver fatto la prima mossa ieri
sera…
>
< Non m’interessa! Potevi benissimo evitare di
parcheggiare
davanti a casa loro! >
< Ehm…ragazzi, che cos’è
successo? > domandò Robert
intromettendosi.
< Gli Smith hanno proibito ad Alessia di uscire ancora con noi
perché hanno scoperto la sua relazione con Teo >
risposi mentre mi grattavo
il naso.
< Ah…ed ora? >
< Non lo so > rispondemmo all’unisono Teo ed io.
< Beh…potreste andare a parlare con gli
Smith… > suggerì
Robert.
Rimasi imbambolata a fissare il tavolo e poco dopo un sorriso si
dipinse sulle mie labbra.
< Ma certo! E se noi la facessimo trasferire qui? >
< Come scusa? >
< Lei si trova male con gli Smith, no? E loro si trovano male
con lei…potremmo proporre di farla trasferire da noi
> dissi guardando
speranzosa Teo.
< Non è così semplice… >
< Sì invece! Loro vanno nell’agenzia e
dicono che non possono
più tenerla e poi subentriamo noi >
< Quando vai dagli Smith? > domandò dopo una
breve pausa.
< Ora >
< Vengo con te… > rispose alzandosi dalla
sedia.
< No >
< Perché no? > domandò scettico.
< Perché è a causa della vostra relazione
che vietano ad
Alessia di uscire ancora con noi, quindi se ci vedessero insieme non so
cosa
potrebbero pensare… >
< Posso almeno accompagnarti? >
< Preferirei di no, perché ti conosco e so che in un
modo o
nell’altro entreresti in casa… >
< Ti accompagna Robert? > domandò indicandolo.
< Rob mi daresti un passaggio dagli Smith? >
< Certo piccola. Dove abitano? >
< 134 Lonsdale Road > rispose Teo e immediatamente
guardai
Robert sorridendo e lui fece lo stesso con me <
perché quegli sguardi? >
< Perché quella è la via della vostra
vecchia scuola >
< Ah giusto, è vero… > rispose Teo
sorridendo.
Dopo essere corsa di sopra a prendere il cellulare uscii di casa e
Robert guidò fino a casa Smith.
Suonai al campanello e dopo qualche secondo venne ad aprirmi il
figlio maggiore.
< Buongiorno, cosa posso fare per te? >
domandò tentando di
sorridere sensualmente.
< Vorrei vedere tua madre > risposi.
< E tu saresti? >
< Un’amica di Alessia… >
< Oh, ok…vieni dentro > rispose facendomi
passare.
< Grazie > dissi entrando e mi feci accompagnare in
cucina.
< Vado a chiamarla, torno tra > disse allontanandosi.
< Ok, grazie mille > risposi sorridendogli.
< Ha detto che scenderà tra un paio di minuti
> disse
rientrando in cucina < a proposito, io sono Jacopo >
< Piacere, sono Giulia > risposi stringendogli la mano
che
mi stava offrendo.
< Wow, Giulia è un gran bel
nome…ma…io ti ho già vista da
qualche parte… >
< In giro per Londra? >
< Mmm…non credo… > rispose
squadrandomi < aspetta! Tu eri
andata alla premiere del film di Batman con Robert Pattinson! >
esclamò
sgranando gli occhi.
< Già > risposi pregando che sua madre
arrivasse presto.
< Oh, beh…e com’è uscire con una
celebrità? >
< Jacopo c’è la tua ragazza al telefono!
> esclamò un
bambino riccioluto entrando in cucina con il telefono < e tu chi
sei? >
chiese guardandomi.
< Sei l’amica di Alessia, giusto? >
domandò una donna sulla
soglia della cucina.
< Sì signora >
< Bene. Ragazzi, uscite dalla cucina >
< È stato un piacere Giulia > disse Jacopo
salutandomi
subito dopo aver terminato la conversazione, mentre Mike mi fece un
cenno con
la testa.
< Cosa posso fare per te? > domandò la signora
Smith sedendosi
a tavola.
< Beh…signora Smith, io volevo sapere
perché… >
< Perché ho proibito ad Alessia di frequentarti
ancora? >
< Perché se frequenta te, di conseguenza frequenta
anche quel
ragazzo e le regole in questa casa sono ben precise: niente
appuntamenti fino a
diciassette anni > rispose velocemente la signora Smith <
sei venuta qui
solo per sapere questo? >
< Non solo…volevo proporle una cosa…
>
< Cosa? > domandò curiosa.
< Alessia mi ha detto che avete dei problemi con lei,
è giusto?
>
< Sì esatto >
< Ecco, per questo vorrei proporle di farla trasferire da me.
Io e mio fratello ce ne assumiamo la completa disponibilità
>
< Assolutamente no, l’agenzia l’ha affidata
a noi > rispose.
< Lo so, ma signora…se lei e suo marito andate
all’agenzia
dicendo che non potete più tenere Alessia, poi subentreremo
io e mio fratello…
>
< Beh…effettivamente noi saremmo dovuti partire per
una vacanza,
ma poi abbiamo annullato tutto all’ultimo minuto…
> rispose pensierosa.
< Signora, le lascio il mio numero e appena vede suo marito ne
parla con lui e poi mi direte la vostra decisione, ok? >
< Certo >
< La ringrazio. Arrivederci > dissi sorridendole e uscii
di
casa, trovando Robert appoggiato alla macchina con le braccia conserte
ad
aspettarmi.
< Allora? > chiese impaziente.
< La signora era interessata alla faccenda…ora
bisogna sentire
il marito. Hanno detto che mi avrebbero dato conferma al più
presto… >
risposi sorridendogli.
< Bene, sono contento! > esclamò
abbracciandomi.
Telefonai a Teo e gli raccontai tutto e a giudicare dal suo tono
di voce doveva essere entusiasta.
< Bene…ora che si fa? > chiesi guardandolo
mentre terminavo
la conversazione.
< Ti porto a pranzo fuori >
< Davvero? > domandai contenta.
< Sì! > rispose baciandomi una guancia.
Ci fermammo per pranzo in un posto molto carino vicino a St.
James’ Park, dove mangiammo
un panino veloce e poi
andammo a sederci sull’erba vicino ad un piccolo laghetto.
<
Ti dispiace se fumo? > domandò Robert guardandomi.
< No, vai tranquillo… > risposi continuando a
guardare il
laghetto.
Robert
aprì il pacchetto nuovo di sigarette e poi se ne
portò una
alla bocca.
< Vuoi un tiro? > chiese cortesemente.
< Ma sei scemo? > domandai ridendo e tirandogli una pacca
sulla spalla facendolo ridere.
< Volevo solo essere cortese, scusami… >
Non gli risposi e mi stesi sull’erba appoggiando la testa
sulle
sue gambe.
< Ti do fastidio? >
< No, tranquilla > rispose sorridendomi e continuando a
fumare.
In quel momento vidi passare accanto a noi tre ragazze che
guardavano un giornale che teneva la ragazza in mezzo e lanciavano dei
piccoli
urli di gioia. Focalizzai meglio lo sguardo sulla rivista e vidi che si
trattava del nuovo numero di Vanity Fair e che Robert era in copertina.
< Rob, hanno pubblicato la rivista che ti ha fatto Roger Brown
>
< Davvero? > domandò spegnendo la sigaretta.
< Guarda il giornale di quelle ragazze, sei in
copertina… >
risposi indicandole < dov’è
l’edicola più vicina? > chiesi mentre mi
alzavo in piedi.
< Sempre dritto > disse indicandomi la strada opposta a
quella che avevamo percorso inizialmente.
< Ok, vado a comprare il giornale e torno > risposi
prendendo la borsa e allontanandomi da lui.
“Spero di ritrovarlo ancora tutto intero al mio
ritorno”
pensai ridacchiando.
Arrivai in cinque minuti in edicola, presi il giornale e poi
ritornai da Robert, constatando che era ancora tutto d’un
pezzo.
< Eccoti > disse mentre mi ristendevo sull’erba
con la testa
sulle sue gambe.
< Lo sai che sei venuto bene in copertina? La foto è
addirittura meglio dell’originale > dissi prendendolo
in giro.
< Ma sentila! > esclamò dandomi un buffetto
sul naso e
scoppiando a ridere nel vedere la mia faccia contrariata.
Presi la rivista e inizia a sfogliarla finché non trovai
l’intervista fatta da Roger Brown.
R: Mmm…spero che la cosa non mi abbia cambiato
affatto. Io mi sento lo
stesso di prima. Ma immagino che questa cosa dovrebbero dirla i miei
amici.
Comunque, io non mi sento per nulla diverso.
VF: Ok, questo
è bello. E come fai a mantenerti una persona
semplice e concreta nonostante il tuo successo?
R: Immagino che il motivo sia che sono un tipo davvero
ipercritico. Voglio dire…sono uno che ha molte ambizioni e
questa è una cosa
che non avevo realizzato quando ero più giovane, ma adesso
sì. Perciò ogni cosa
che mi succede non è mai paragonabile alla mia ambizione e
questo mi tiene coi
piedi per terra.
VF: I tuoi genitori come lo vedono questo tuo essere famoso?
R:
Non è cambiato niente tra di noi, anche perché ho
imparato
molto da Lizzy. Pensa che mia mamma continua a dirmi che sono
un’idiota! (ride)
VF: Quindi presumo che
non ti interessi essere il nuovo “ragazzo
copertina”…
R: No, non
m’importa. Il mio personaggio è così
buono che merita di essere ammirato. Dal momento
in cui ho firmato il contratto sapevo in cosa mi stavo cacciando.
Edward è un
vampiro, non è un supereroe come Superman. È un
vampiro innamorato che vorrebbe
essere normale…
VF: A
proposito di Edward Cullen…c'è qualcosa in
Twilight che ti ricorda la tua vita
reale e i tempi della scuola superiore per il modo in cui questi due
ragazzi
sono attratti l'uno dall'altra e per l'energia del loro rapporto?
R: Sì, anche
se io ero molto sfortunato con le ragazze. Quelle che mi piacevano mi
odiavano
e quelle a cui piacevo non erano il mio tipo… (ride)
VF: Credi che
l'amore possa essere ossessivo?
R: Sì, ma
solo da un punto di vista femminile. Non credo che gli uomini siano
così. E
comunque non sono molti gli uomini che hanno letto la saga di Stephenie
Meyer.
VF: Hai
ragione, volevo appunto chiedertelo: credi che questa storia sia stata
create
apposta per le ragazze?
R: Sì, è
strano e divertente. Dopo aver letto i libri continuavo a chiedermi
perché le
donne si comportino a questo modo, soprattutto le più
giovani. Diventano pazze
quando si tratta di ragazzi. A me piacciono le donne normali che non
fanno
finta di essere qualcosa che non sono.
VF: Credi di avere qualcosa in comune con
Edward?
R:
Sinceramente non molto, ma se ci
penso…ecco…sì, credo di essere
riflessivo come
lui e di considerare importante la sfera sentimentale. Se
m’innamoro lo faccio
con tutto me stesso, le mezze misure non mi piacciono e soprattutto non
cerco
di fingere. Anche Edward è così.
VF: Qual è il
tuo peggior difetto?
R: Dico la
prima cosa che mi capita in mente per nervosismo. Durante le interviste
me la
faccio letteralmente sotto. Non voglio che ci siano silenzi,
perché inizierei a
piangere…
VF: Sei un tipo mondano?
R: No,
assolutamente! Mi piace starmene a casa a guardare la televisione e a
mangiare
schifezze. Ultimamente però vado spesso in un bar dove
lavora il mio migliore
amico e mi capita di cantare al karaoke.
VF: è
vero che tieni un diario?
R: Ho
scritto
un diario dai quindici ai venti anni. Era una specie di rifugio, un
angolo
tutto mio in cui annotavo quello che provavo e ciò che
vivevo a quell’età.
VF: L’ultima
cosa importante che hai scritto?
R: Nel
diario?
VF: No, in
generale.
R: La lista
della spesa? (ride) No, scherzo. È stata una dedica per una
persona.
VF: Tornando
al tuo ruolo in Twilight…hai fatto un provino per avere la
parte di Edward?
R: Non
saprei…cioè avevo visto il film Into The Wild e
avevo visto Kristen e questa è
stata la cosa principale per me. Non pensavo che avrei avuto davvero la
parte,
non ne avevo proprio idea. Da un lato pensavo che fosse stato stupido
anche
solo andare al provino. Ma non so, mi piaceva il modo in cui avevano
organizzato l'audizione: a casa della regista e con l’attrice
presente. Sapevo
che Kristen era brava, perciò ho fatto il provino e mi
è piaciuta com’è andata
la cosa. Mi ha fatto cambiare idea su tutta la faccenda.
VF: Perciò
sostanzialmente è stata Kristen Stewart la ragione
principale per cui hai
voluto farlo?
R: Sì, direi di sì.
Ripensandoci bene, solo ora mi rendo conto
di essere entrato nella stanza di Catherine senza sapere cosa fare.
Penso che
avessi semplicemente intenzione di andare lì e mettermi in
posa. Il fatto è che
la cosa più importante che avevo in testa riguardo al
personaggio era il modo
in cui appariva: era come se il copione dicesse “È
bellissimo, è bellissimo”.
Perciò ho pensato di andare lì dentro e cercare
di sembrare più carino che
potevo. Questa era la mia unica idea quando sono entrato per fare il
provino,
ma poi ho cambiato idea riguardo a tutta la faccenda.
VF: Ultima
domanda: è una brava baciatrice Kristen?
R: Mmm… sì
(ride)
Roger
Brown [VF]”
< È vero… > rispose sorridendo e guardando il giornale al mio posto.
< Scusa, ma lo stavo guardando io! > dissi tentando di riprendere il giornale.
< Fai la brava, su! > rispose allontanando la rivista < oh mio dio… > aggiunse poco dopo.
< Che c’è? > domandai tirandomi su a sedere e guardandolo preoccupata.
< Stavo guardando la rubrica “Tra una chiacchiera e l’altra: le rivelazioni dei giornalisti” e c’è un commento di Roger… >
< Un commento negativo su di te? > domandai confusa.
< No, un commento positivo su di te… >
< Un cosa? > domandai sgranando gli occhi.
< Sì, senti: “Durante la mia intervista con Robert Pattinson ho avuto modo di conoscere la sua famosa e segreta ragazza e…cavolo, non credo che al mondo esistano ragazze carine e dolci come lei. Non capisco perché una nota rivista come Fragola Nera debba sputare veleno e cose fasulle su una ragazza come le. È come la ragazza della porta accanto…” >
< No, non l’ha scritto veramente! > esclamai arrossendo.
< Credici, invece l’ha fatto > rispose Robert chiudendo la rivista.
< Ehm…sei Robert Pattinson? > domandò una bambina avvicinandosi timidamente a noi.
< Sì > rispose Robert sorridendole.
< Faresti una foto con me e mia sorella? > chiese mostrando due occhi da cucciolo.
< Certamente > rispose sempre sorridendo.
< Grazie, arrivo subito! > esclamò correndo a chiamare sua sorella e le due ragazze arrivarono poco dopo.
Come c’era da aspettarsi la sorella della bambina era una sventola alta e con un fisico da modella, aveva con gli occhi verdi, era bionda e i suoi capelli le ricadevano con grandi boccoli fino alle spalle.
< Scusa, ci scatteresti la foto? > chiese la sottospecie di modella porgendomi la macchina fotografica.
< Certo > risposi e mi trattenei dallo strangolarla quando mise le sue braccia intorno al collo di Robert per la foto e quando gli diede un bacio sulla guancia come ringraziamento.
Non appena le due sorelle si allontanarono Robert si voltò verso di me e vedendo il mio sguardo scoppiò a ridere.
< La mia piccola gelosona… > disse sospirando e abbracciandomi.
Evitai di rispondergli e mi alzai in punta di piedi per baciarlo con foga mentre lo afferravo per il colletto della maglia e lui rispose con la mia stessa passione, ma venimmo interrotti dallo squillo del mio telefono.
< Pronto? > risposi.
< Giulia, sono la signora Smith > rispose la voce dall’altra parte del telefono.
< Oh, salve signora > dissi guardando Robert che in quel momento si staccò definitivamente da me.
< Ho parlato con mio marito e anche lui è interessato alla tua proposta. Lunedì mattina andremo a parlare con l’agenzia e se siete liberi potreste venire anche tu e tuo fratello per fare subito lo scambio >
< Assolutamente signora, grazie mille! > esclamai sorridendo e terminammo la chiamata.
< Allora? > domandò Robert curioso.
< Hanno accettato! > urlai di gioia e Robert mi prese in braccio facendomi fare una giravolta.
< Lo sapevo che si sarebbe risolto tutto per il meglio > rispose baciandomi la fronte.
< Ora dobbiamo solo avvisare Teo e lunedì andremo all’agenzia > dissi sciogliendo l’abbraccio.
Telefonai immediatamente a mio fratello e gli raccontai tutto.
< Andiamo a festeggiare… > disse prendendomi per mano.
< Dove? > domandai curiosa.
< Sorpresa… > rispose facendomi l’occhiolino.
Salimmo in macchina e dopo una sosta in un supermarket andammo verso la solita collina.
< Prendi > disse porgendomi una lattina di coca-cola.
< Facciamo le cose in grande, eh? > domandai prendendolo in giro.
< Zitta > rispose facendomi la linguaccia.
Restammo là per quasi tutto il pomeriggio e verso le sette di sera Robert mi riaccompagnò a casa.
< Buona serata >
< Anche a te e divertiti con i tuoi amici > risposi dandogli un veloce bacio sulle labbra e poi uscii dalla macchina, ma mi voltai e bussai sul finestrino < Rob? >
< Sì? > chiese sorridendo.
< Niente sbronze > dissi appoggiandomi alla macchina.
< Certo mamma > rispose scherzando e ripartì non appena mi allontanai.
Lunedì mattina mi svegliai verso le sei e trequarti e non riuscendo più a riaddormentarmi decisi di scendere in cucina per preparare la colazione sia per me che per Teo.
Aprii l’armadio e indossai una canotta arancione senza spalline, una gonna bianca e un paio di sandali bianchi e scesi di sotto, scoprendo che Teo era già in piedi.
< Hey, che ci fai in piedi a quest’ora? > chiesi baciandolo sulla guancia.
< Mi sono svegliato e non sono riuscito più a riaddormentarmi. Tu? >
< La stessa cosa > risposi sedendomi a tavola < hai già fatto colazione? >
< Sì. Vuoi che ti prepari qualcosa? >
< No tranquillo, mi arrangio io. Tu va’ a vestirti: alle nove dobbiamo incontrarci con gli Smith >
< Va bene, grazie piccola > rispose sorridendo e con gli occhi che gli brillavano.
< Ti piace proprio la mia amica, eh? > chiesi sorridendogli.
< Perché? >
< Ti brillano gli occhi > risposi alzando una spalla e sorridendogli.
< Alessia è…è fantastica…in certi aspetti ti assomiglia >
< Ecco perché stai con lei! > esclamai fingendo un’illuminazione < stai con lei perché non puoi stare con me perché sto col tuo migliore amico > aggiunsi sentendomi fiera di me stessa.
< ti hanno mai insegnato a contare fino a dieci prima di parlare? > domandò Teo e entrambi scoppiammo a ridere.
< Forza, vai a prepararti > dissi alzandomi dalla tavola e prendendo un pacco di biscotti.
< Ti metto su un po’ di latte? >
< No, solo questi vanno benissimo > risposi sorridendo.
< Non mangiarli tutti >
< Lo sai che non lo farei mai >
< Smettila di dire cavolate >
< Questa mattina non ho molta fame > mentii.
< Sì, certo… > rispose avvicinandosi a me e baciandomi sulla fronte.
Presi dal frigorifero una bottiglia di succo d’arancia e lo versai dentro al bicchiere, poi tornai a sedere e continuai a mangiare, finendo tutto il pacco di biscotti.
< Sei pronto Teo? > chiesi guardando l’orologio.
< No. Vieni un attimo di sopra? > chiese Teo da camera sua.
Buttai via la confezione di biscotti, mi lavai le mani e poi salii in camera di mio fratello, trovandolo a torso nudo mentre cercava una maglia.
< Hey, da quando sei diventato così muscoloso? > chiesi sedendomi sul suo letto.
< Da quando ho iniziato ad andare in palestra alla mattina > rispose prendendo due camicie dall’armadio < quale delle due? > domandò indicandole.
< Con quei pantaloni? Nessuna delle due > risposi osservandolo.
< Perché no? >
< Perché ci stanno male > risposi avvicinandomi al suo armadio < ecco, prendi questa > dissi dandogli una maglia a mezze maniche nera.
< Grazie >
< Di niente > risposi sorridendogli < vuoi fare bella figura con la tipa dell’agenzia? >
< Sì, così magari acconsentirà più volentieri allo scambio > rispose ridendo.
< Sciocco > dissi ridendo < vado a lavarmi i denti e poi ci sono >
< Ok, ti aspetto di sotto >
Mi chiusi in bagno per lavarmi i denti e per truccarmi e poi raggiunsi Teo di sotto; partimmo immediatamente e alle nove precise arrivammo davanti all’agenzia per i viaggi d’istruzione, davanti alla quale ci stavano aspettando gli Smith.
< Buongiorno > li salutai educatamente.
< Buongiorno > rispose la signora Smith.
< Salve > disse Teo sorridendo alla coppia.
< Salve. Vogliamo entrare? > domandò sbrigativo il signor Smith.
< Certo > risposi aprendo la porta per farli passare < cafone > sussurrai piano in italiano.
< Shh > disse Teo facendomi l’occhiolino.
< Che vuoi che importi? Tanto non capiscono niente di italiano! > esclamai entrando dentro l’agenzia.
< Oh, salve signori Smith > disse una ragazza seduta su una scrivania.
< Salve Sabrina > rispose la signora Smith < vorremmo parlarle di Alessia… >
< Ditemi pure > disse Sabrina sorridendo.
< Noi non possiamo più tenerla… > s’intromise il signor Smith.
< Oh, c’è qualche problema? >
< Beh ad essere sinceri sì, perché non abbiamo un buon rapporto e lei non si trova bene con noi… >
< Ma vedete signori non ci sono più famiglie disponibili… > rispose Sabrina dispiaciuta.
< E qui subentreremo noi > disse Teo.
< Ovvero? > domandò Sabrina interessata.
< Mia sorella ed io abbiamo parlato con i signori Smith e vorremmo che Alessia venisse a vivere con noi due > rispose Teo indicando prima lui e poi me.
< È una vostra parente? >
< No, è una mia amica > risposi.
< Voi siete segnati come famiglia ospitante? >
< Veramente no > disse Teo.
< Allora non credo che sia possibile. Solo chi è segnato a questa associazione può ospitare gli studenti… >
< E se ci iscrivessimo ora? Poi Alessia potrebbe venire a vivere con noi? > chiese Teo.
< Sì, certamente > rispose Amanda.
Senza aspettare troppo Teo s’iscrisse e dopo che ebbe firmato varie scartoffie Sabrina ci disse che Alessia poteva venire tranquillamente a stare da noi. La ringraziammo e tutti e quattro uscimmo dall’agenzia.
< Grazie signori Smith > dissi sorridendo.
< No, grazie a voi. Spero che ora Alessia possa trovarsi meglio > rispose la signora Smith.
< Possiamo venire da voi per prendere la sua valigia? > chiesi.
< Certo, vi facciamo strada >
Salimmo in macchina e li seguimmo fino a casa loro, poi preparai tutte le cose di Alessia controllando varie volte che non dimenticassi niente e infine Teo ed io tornammo a casa.
< Chiami Robert e andate a prendere Alessia io vado a fare un po’ di spesa? > domandò Teo mentre mi aiutava a poggiare la valigia sul letto sul letto degli ospiti.
< Lo chiamo subito > risposi andando a prendere il cellulare < ok, mi ha detto che tra dieci minuti è qui. Vado ad aspettarlo fuori >
< Ci vediamo dopo > disse Teo baciandomi una guancia.
Presi una giacca e uscii di casa sedendomi sul dondolo in veranda.
< Hey bella, vuoi un passaggio? > urlò Robert dall’interno della sua macchina.
< Spiacente, sto aspettando che il mio ragazzo venga a prendermi. È un attore famoso, lo sai? Si chiama Orlando Bloom! > risposi prendendolo in giro.
< Te lo faccio vedere io Orlando Bloom! > esclamò aprendo la portiera dalla parte del passeggero.
Ancora ridendo mi alzai dalla mia postazione e mi avvicinai alla sua macchina.
< Cos’hai tu da offrirmi che Orlando Bloom non può offrire? >
< Mmm…un pacchetto di marshmallow e tutto il mio amore >
< Mi avevi già comprato con i marshmallow > dissi ridendo.
< Da quando in qua sei diventata così mangiona? > domandò dopo avermi dato un veloce bacio sulle labbra.
< Boh! Forse sarò incinta > risposi sfilandogli gli occhiali da sole e indossandoli.
< E come avresti fatto? > chiese curioso.
< Te l’ho pur detto che sono fidanzata con Orlando Bloom >
< Senti, la smetti? > domandò dandomi un pizzicotto sul braccio.
< Che c’è, sei geloso? > chiesi prendendolo in giro.
< Sì e pure tanto >
< Benvenuto nel club > risposi poggiando la testa sulla sua spalla.
< Non ti fa male il collo a stare così? > chiese mentre mi accarezzava una mano dopo esserci fermati ad un semaforo.
< No > risposi tranquillamente e mi allontanai non appena scattò il verde.
Guidammo per altri quindici minuti e poi ci fermammo davanti al college dove Alessia frequentava le lezioni. Scesi dalla macchina mentre Robert vi rimase dentro e attesi l’uscita di Alessia.
< Piccola! > urlai agitando le braccia in modo che mi vedesse.
< Mamy! Oddio, ma che ci fai qui? > domandò correndo ad abbracciarmi.
< Sono venuta a farti una sorpresa >
< Ed è veramente una bellissima sorpresa! Ma ora è meglio che vada. Sai, gli Smith… > disse tristemente.
< Non preoccuparti per loro, abbiamo chiarito tutto. Ora vieni a casa con me e Rob per pranzare e perché c’è mio fratello che muore dalla voglia di vederti > risposi sorridendole e i suoi occhi s’illuminarono.
Entrammo in macchina e dopo che anche Robert e Alessia si salutarono partimmo.
Una volta arrivate a casa gliela mostrai e come ultima stanza le feci vedere la camera degli ospiti.
< Mamy questa casa è favolosa! > esclamò entrando nella stanza < sai che ne ho una identica? > chiese indicando la valigia.
< Beh, veramente è tua… >
< Cosa? > domandò sgranando gli occhi.
< Ho parlato con gli Smith e questa mattina siamo andati all’agenzia per i viaggi d’istruzione per farti cambiare casa ed ora…beh, benvenuta nella tua nuova casa! > esclamai.
< Mamy, io ti adoro! > esclamò Alessia con gli occhi lucidi e abbracciandomi forte.
Scendemmo di sotto ed entrammo in cucina dove Robert e Teo avevano attaccato uno striscione che avevo preparato il giorno prima dove c’era scritto “BENVENUTA ALESSIA”. Non appena Alessia vide mio fratello gli saltò addosso e Teo dopo averla stretta a sé la baciò appassionatamente.
< Li lasciamo soli? > sussurrò Robert al mio orecchio.
< Sì, vieni > dissi prendendolo per mano e andando in sala < grazie > dissi voltandomi verso di lui.
< Per cosa? >
< Per avermi accompagnato dappertutto in questi ultimi giorni >
< È stato un piacere > rispose Robert avvicinandosi a me e baciandomi il collo.
< Ahia! Mi pungi con la barba! > esclamai ridendo e allontanandomi.
< Hey ragazzi venite di là? > chiese Alessia entrando in sala.
< Certo, arriviamo subito > risposi sorridendole e prendendo per mano Robert.
Tornammo tutti in cucina, preparammo insieme il pranzo e poi iniziammo a mangiare ridendo e scherzando.