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Autore: Giulls    09/05/2009    17 recensioni
“Oh mio Dio! Ho Robert Pattinson davanti a me! QUEL Robert Pattinson! L’Edward Cullen di Twilight! Sto sognando, non è possibile! Non posso credere che Teo, mio fratello Teo, sia suo amico…eppure me l’ha appena presentato…" pensai rimanendo estasiata davanti a lui... *La storia di Giulia, una sedicenne italiana che andrà a trascorrere le vacanze estive a Londra, incurante che proprio lì imparerà davvero cosa vuol dire la parola AMORE...* °°°°°°°°°°°°°° Salve ragazze, sono tornata con la mia ultima storia, alla quale tengo moltissimo...spero di piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio ragazze…scusatemi, ma oggi non sono in vena né di ringraziarvi uno ad uno, né di dilungarmi troppo. Però voglio ringraziarvi per una cosa: le vostre recensioni di mi hanno fatto ridere…oggi vi devo molto, questo capitolo è dedicato a tutte voi e ad una persona che purtroppo ora non è più tra noi.

Al prossimo aggiornamento. Un bacio Giulls

 
Abbiamo aspettato che tu

risbucassi da dietro un angolo,
ma ciò non è accaduto.
Non volevo crederci, ma oggi è vero più che mai.
Non ci sono parole, non era ancora il tuo momento.
Adios Quinquela

 
35. NUOVA CASA

Trascorse una settimana dal mio incontro con Alessia e da dopo l’uscita al minigolf lei e mio fratello iniziarono a frequentarsi: Teo andava a prenderla alla mattina alla fermata dell’autobus per portarla alle lezioni e andava prenderla una volta finito, riportandola sempre alla fermata dell’autobus; oltretutto Teo aveva smesso di lavorare al Blue River perché gli era scaduto il contratto e aveva deciso di non rinnovarlo più.
Ero felice della loro relazione, perché finalmente vedevo mio fratello felice e con gli occhi che gli brillavano, cosa che non succedeva da tempo.
Quello che mi dispiaceva però era che la loro fosse una relazione segreta, perché i signori Smith erano contrari al fatto che Alessia frequentasse un ragazzo sotto il suo tetto.
Venerdì sera Alessia ed io uscimmo rispettivamente con i nostri ragazzi, anche se noi raccontammo agli Smith che saremmo uscite solo noi due, per andare a vedere un film al cinema e dopo esserci date la buonanotte Teo mi riaccompagnò a casa, accompagnò Robert e infine riportò a casa Alessia. Dopo essere arrivata a casa mi addormentai immediatamente, ma mi svegliai sabato mattina a causa del mio cellulare che iniziò a squillare.
< Pronto? > risposi assonnata senza guardare chi fosse.
< Giu… > disse Alessia.
< Hey piccola ciao! > esclamai tirandomi su a sedere contenta di sentirla, subito la sentii singhiozzare < Ale, che cos’è successo? > domandai preoccupata.
< Giulia, i…io n…non ce la faccio p..più con gli Smith! > esclamò tra i singhiozzi.
< Piccola ma cos’è successo? >
< Hanno scoperto che io sto con Teo e mi hanno proibito di vederlo… > sussurrò < e di vedere te > aggiunse singhiozzando ancora.
< Quando te l’hanno detto? > chiesi sconvolta.
< Ieri sera, dopo che mi hanno vista baciarmi con Teo in macchina >
< Ok piccola, adesso calmati. Troveremo una soluzione… >
< E quale? > chiese sarcastica.
< Non lo so, ma un modo lo troveremo…non ti lascio sola. Ora…calmati e fai dei respiri profondi… > dissi più a me stessa che a lei.
< Mamy ora devo andare…ciao… > mi disse triste.
< Ciao piccola… > risposi col suo stesso tono.
Terminata la conversazione mi vestii velocemente e scesi di sotto, trovando in cucina mio fratello e il mio ragazzo.
< Buongiorno! > esclamò Robert sorridendomi.
< Buongiorno > risposi frettolosamente e poi mi voltai verso Teo e gli diedi un pugno sul braccio < sei un cretino! > esclamai.
< Cosa ho combinato? > domandò sorpreso.
< Gli Smith vi hanno beccato in macchina e le hanno proibito di uscire nuovamente con noi >
< Ma non sono stato io ad aver fatto la prima mossa ieri sera… >
< Non m’interessa! Potevi benissimo evitare di parcheggiare davanti a casa loro! >
< Ehm…ragazzi, che cos’è successo? > domandò Robert intromettendosi.
< Gli Smith hanno proibito ad Alessia di uscire ancora con noi perché hanno scoperto la sua relazione con Teo > risposi mentre mi grattavo il naso.
< Ah…ed ora? >
< Non lo so > rispondemmo all’unisono Teo ed io.
< Beh…potreste andare a parlare con gli Smith… > suggerì Robert.
Rimasi imbambolata a fissare il tavolo e poco dopo un sorriso si dipinse sulle mie labbra.
< Ma certo! E se noi la facessimo trasferire qui? >
< Come scusa? >
< Lei si trova male con gli Smith, no? E loro si trovano male con lei…potremmo proporre di farla trasferire da noi > dissi guardando speranzosa Teo.
< Non è così semplice… >
< Sì invece! Loro vanno nell’agenzia e dicono che non possono più tenerla e poi subentriamo noi >
< Quando vai dagli Smith? > domandò dopo una breve pausa.
< Ora >
< Vengo con te… > rispose alzandosi dalla sedia.
< No >
< Perché no? > domandò scettico.
< Perché è a causa della vostra relazione che vietano ad Alessia di uscire ancora con noi, quindi se ci vedessero insieme non so cosa potrebbero pensare… >
< Posso almeno accompagnarti? >
< Preferirei di no, perché ti conosco e so che in un modo o nell’altro entreresti in casa… >
< Ti accompagna Robert? > domandò indicandolo.
< Rob mi daresti un passaggio dagli Smith? >
< Certo piccola. Dove abitano? >
< 134 Lonsdale Road > rispose Teo e immediatamente guardai Robert sorridendo e lui fece lo stesso con me < perché quegli sguardi? >
< Perché quella è la via della vostra vecchia scuola >
< Ah giusto, è vero… > rispose Teo sorridendo.
Dopo essere corsa di sopra a prendere il cellulare uscii di casa e Robert guidò fino a casa Smith.
Suonai al campanello e dopo qualche secondo venne ad aprirmi il figlio maggiore.
< Buongiorno, cosa posso fare per te? > domandò tentando di sorridere sensualmente.
< Vorrei vedere tua madre > risposi.
< E tu saresti? >
< Un’amica di Alessia… >
< Oh, ok…vieni dentro > rispose facendomi passare.
< Grazie > dissi entrando e mi feci accompagnare in cucina.
< Vado a chiamarla, torno tra > disse allontanandosi.
< Ok, grazie mille > risposi sorridendogli.
< Ha detto che scenderà tra un paio di minuti > disse rientrando in cucina < a proposito, io sono Jacopo >
< Piacere, sono Giulia > risposi stringendogli la mano che mi stava offrendo.
< Wow, Giulia è un gran bel nome…ma…io ti ho già vista da qualche parte… >
< In giro per Londra? >
< Mmm…non credo… > rispose squadrandomi < aspetta! Tu eri andata alla premiere del film di Batman con Robert Pattinson! > esclamò sgranando gli occhi.
< Già > risposi pregando che sua madre arrivasse presto.
< Oh, beh…e com’è uscire con una celebrità? >
< Jacopo c’è la tua ragazza al telefono! > esclamò un bambino riccioluto entrando in cucina con il telefono < e tu chi sei? > chiese guardandomi.
< Sei l’amica di Alessia, giusto? > domandò una donna sulla soglia della cucina.
< Sì signora >
< Bene. Ragazzi, uscite dalla cucina >
< È stato un piacere Giulia > disse Jacopo salutandomi subito dopo aver terminato la conversazione, mentre Mike mi fece un cenno con la testa.
< Cosa posso fare per te? > domandò la signora Smith sedendosi a tavola.
< Beh…signora Smith, io volevo sapere perché… >
< Perché ho proibito ad Alessia di frequentarti ancora? >
< Perché se frequenta te, di conseguenza frequenta anche quel ragazzo e le regole in questa casa sono ben precise: niente appuntamenti fino a diciassette anni > rispose velocemente la signora Smith < sei venuta qui solo per sapere questo? >
< Non solo…volevo proporle una cosa… >
< Cosa? > domandò curiosa.
< Alessia mi ha detto che avete dei problemi con lei, è giusto? >
< Sì esatto >
< Ecco, per questo vorrei proporle di farla trasferire da me. Io e mio fratello ce ne assumiamo la completa disponibilità >
< Assolutamente no, l’agenzia l’ha affidata a noi > rispose.
< Lo so, ma signora…se lei e suo marito andate all’agenzia dicendo che non potete più tenere Alessia, poi subentreremo io e mio fratello… >
< Beh…effettivamente noi saremmo dovuti partire per una vacanza, ma poi abbiamo annullato tutto all’ultimo minuto… > rispose pensierosa.
< Signora, le lascio il mio numero e appena vede suo marito ne parla con lui e poi mi direte la vostra decisione, ok? >
< Certo >
< La ringrazio. Arrivederci > dissi sorridendole e uscii di casa, trovando Robert appoggiato alla macchina con le braccia conserte ad aspettarmi.
< Allora? > chiese impaziente.
< La signora era interessata alla faccenda…ora bisogna sentire il marito. Hanno detto che mi avrebbero dato conferma al più presto… > risposi sorridendogli.
< Bene, sono contento! > esclamò abbracciandomi.
Telefonai a Teo e gli raccontai tutto e a giudicare dal suo tono di voce doveva essere entusiasta.
< Bene…ora che si fa? > chiesi guardandolo mentre terminavo la conversazione.
< Ti porto a pranzo fuori >
< Davvero? > domandai contenta.
< Sì! > rispose baciandomi una guancia.
Ci fermammo per pranzo in un posto molto carino vicino a St. James’ Park
, dove mangiammo un panino veloce e poi andammo a sederci sull’erba vicino ad un piccolo laghetto.
< Ti dispiace se fumo? > domandò Robert guardandomi.
< No, vai tranquillo… > risposi continuando a guardare il laghetto.
Robert aprì il pacchetto nuovo di sigarette e poi se ne portò una alla bocca.
< Vuoi un tiro? > chiese cortesemente.
< Ma sei scemo? > domandai ridendo e tirandogli una pacca sulla spalla facendolo ridere.
< Volevo solo essere cortese, scusami… >
Non gli risposi e mi stesi sull’erba appoggiando la testa sulle sue gambe.
< Ti do fastidio? >
< No, tranquilla > rispose sorridendomi e continuando a fumare.
In quel momento vidi passare accanto a noi tre ragazze che guardavano un giornale che teneva la ragazza in mezzo e lanciavano dei piccoli urli di gioia. Focalizzai meglio lo sguardo sulla rivista e vidi che si trattava del nuovo numero di Vanity Fair e che Robert era in copertina.
< Rob, hanno pubblicato la rivista che ti ha fatto Roger Brown >
< Davvero? > domandò spegnendo la sigaretta.
< Guarda il giornale di quelle ragazze, sei in copertina… > risposi indicandole < dov’è l’edicola più vicina? > chiesi mentre mi alzavo in piedi.
< Sempre dritto > disse indicandomi la strada opposta a quella che avevamo percorso inizialmente.
< Ok, vado a comprare il giornale e torno > risposi prendendo la borsa e allontanandomi da lui.
Spero di ritrovarlo ancora tutto intero al mio ritorno” pensai ridacchiando.
Arrivai in cinque minuti in edicola, presi il giornale e poi ritornai da Robert, constatando che era ancora tutto d’un pezzo.
< Eccoti > disse mentre mi ristendevo sull’erba con la testa sulle sue gambe.
< Lo sai che sei venuto bene in copertina? La foto è addirittura meglio dell’originale > dissi prendendolo in giro.
< Ma sentila! > esclamò dandomi un buffetto sul naso e scoppiando a ridere nel vedere la mia faccia contrariata.
Presi la rivista e inizia a sfogliarla finché non trovai l’intervista fatta da Roger Brown.

A tu per tu con Robert Pattinson, il nuovo idolo delle teenagers che interpreta il tenebroso vampiro Edward Cullen nella saga della scrittrice Stephenie Meyer.

VF: Come ti ha cambiato il fatto di essere passato da normale teenager a vero rubacuori?
R: Mmm…spero che la cosa non mi abbia cambiato affatto. Io mi sento lo stesso di prima. Ma immagino che questa cosa dovrebbero dirla i miei amici. Comunque, io non mi sento per nulla diverso.
VF: Ok, questo è bello. E come fai a mantenerti una persona semplice e concreta nonostante il tuo successo?
R: Immagino che il motivo sia che sono un tipo davvero ipercritico. Voglio dire…sono uno che ha molte ambizioni e questa è una cosa che non avevo realizzato quando ero più giovane, ma adesso sì. Perciò ogni cosa che mi succede non è mai paragonabile alla mia ambizione e questo mi tiene coi piedi per terra.
VF: I tuoi genitori come lo vedono questo tuo essere famoso?

R: Non è cambiato niente tra di noi, anche perché ho imparato molto da Lizzy. Pensa che mia mamma continua a dirmi che sono un’idiota! (ride)
VF: Quindi presumo che non ti interessi essere il nuovo “ragazzo copertina”…
R: No, non m’importa. Il mio personaggio è così buono che merita di essere ammirato. Dal momento in cui ho firmato il contratto sapevo in cosa mi stavo cacciando. Edward è un vampiro, non è un supereroe come Superman. È un vampiro innamorato che vorrebbe essere normale…
VF: A proposito di Edward Cullen…c'è qualcosa in Twilight che ti ricorda la tua vita reale e i tempi della scuola superiore per il modo in cui questi due ragazzi sono attratti l'uno dall'altra e per l'energia del loro rapporto?
R: Sì, anche se io ero molto sfortunato con le ragazze. Quelle che mi piacevano mi odiavano e quelle a cui piacevo non erano il mio tipo… (ride)
VF: Credi che l'amore possa essere ossessivo?
R: Sì, ma solo da un punto di vista femminile. Non credo che gli uomini siano così. E comunque non sono molti gli uomini che hanno letto la saga di Stephenie Meyer.
VF: Hai ragione, volevo appunto chiedertelo: credi che questa storia sia stata create apposta per le ragazze?
R: Sì, è strano e divertente. Dopo aver letto i libri continuavo a chiedermi perché le donne si comportino a questo modo, soprattutto le più giovani. Diventano pazze quando si tratta di ragazzi. A me piacciono le donne normali che non fanno finta di essere qualcosa che non sono.

VF: Credi di avere qualcosa in comune con Edward?
R: Sinceramente non molto, ma se ci penso…ecco…sì, credo di essere riflessivo come lui e di considerare importante la sfera sentimentale. Se m’innamoro lo faccio con tutto me stesso, le mezze misure non mi piacciono e soprattutto non cerco di fingere. Anche Edward è così.
VF: Qual è il tuo peggior difetto?
R: Dico la prima cosa che mi capita in mente per nervosismo. Durante le interviste me la faccio letteralmente sotto. Non voglio che ci siano silenzi, perché inizierei a piangere…

VF: Sei un tipo mondano?
R: No, assolutamente! Mi piace starmene a casa a guardare la televisione e a mangiare schifezze. Ultimamente però vado spesso in un bar dove lavora il mio migliore amico e mi capita di cantare al karaoke.
VF: è vero che tieni un diario?
R: Ho scritto un diario dai quindici ai venti anni. Era una specie di rifugio, un angolo tutto mio in cui annotavo quello che provavo e ciò che vivevo a quell’età.
VF: L’ultima cosa importante che hai scritto?
R: Nel diario?
VF: No, in generale.
R: La lista della spesa? (ride) No, scherzo. È stata una dedica per una persona.
VF: Tornando al tuo ruolo in Twilight…hai fatto un provino per avere la parte di Edward?
R: Non saprei…cioè avevo visto il film Into The Wild e avevo visto Kristen e questa è stata la cosa principale per me. Non pensavo che avrei avuto davvero la parte, non ne avevo proprio idea. Da un lato pensavo che fosse stato stupido anche solo andare al provino. Ma non so, mi piaceva il modo in cui avevano organizzato l'audizione: a casa della regista e con l’attrice presente. Sapevo che Kristen era brava, perciò ho fatto il provino e mi è piaciuta com’è andata la cosa. Mi ha fatto cambiare idea su tutta la faccenda.
VF: Perciò sostanzialmente è stata Kristen Stewart la ragione principale per cui hai voluto farlo?

R: Sì, direi di sì. Ripensandoci bene, solo ora mi rendo conto di essere entrato nella stanza di Catherine senza sapere cosa fare. Penso che avessi semplicemente intenzione di andare lì e mettermi in posa. Il fatto è che la cosa più importante che avevo in testa riguardo al personaggio era il modo in cui appariva: era come se il copione dicesse “È bellissimo, è bellissimo”. Perciò ho pensato di andare lì dentro e cercare di sembrare più carino che potevo. Questa era la mia unica idea quando sono entrato per fare il provino, ma poi ho cambiato idea riguardo a tutta la faccenda.
VF: Ultima domanda: è una brava baciatrice Kristen?
R: Mmm… sì (ride)

 
Roger Brown  [VF]

< Hey, è stato di parola! > esclamai passando la rivista a Robert.
< È vero… > rispose sorridendo e guardando il giornale al mio posto.
< Scusa, ma lo stavo guardando io! > dissi tentando di riprendere il giornale.
< Fai la brava, su! > rispose allontanando la rivista < oh mio dio… > aggiunse poco dopo.
< Che c’è? > domandai tirandomi su a sedere e guardandolo preoccupata.
< Stavo guardando la rubrica “Tra una chiacchiera e l’altra: le rivelazioni dei giornalisti” e c’è un commento di Roger… >
< Un commento negativo su di te? > domandai confusa.
< No, un commento positivo su di te… >
< Un cosa? > domandai sgranando gli occhi.
< Sì, senti: “
Durante la mia intervista con Robert Pattinson ho avuto modo di conoscere la sua famosa e segreta ragazza e…cavolo, non credo che al mondo esistano ragazze carine e dolci come lei. Non capisco perché una nota rivista come Fragola Nera debba sputare veleno e cose fasulle su una ragazza come le. È come la ragazza della porta accanto…” >
< No, non l’ha scritto veramente! > esclamai arrossendo.
< Credici, invece l’ha fatto > rispose Robert chiudendo la rivista.
< Ehm…sei Robert Pattinson? > domandò una bambina avvicinandosi timidamente a noi.
< Sì > rispose Robert sorridendole.
< Faresti una foto con me e mia sorella? > chiese mostrando due occhi da cucciolo.
< Certamente > rispose sempre sorridendo.
< Grazie, arrivo subito! > esclamò correndo a chiamare sua sorella e le due ragazze arrivarono poco dopo.
Come c’era da aspettarsi la sorella della bambina era una sventola alta e con un fisico da modella, aveva con gli occhi verdi, era bionda e i suoi capelli le ricadevano con grandi boccoli fino alle spalle.
< Scusa, ci scatteresti la foto? > chiese la sottospecie di modella porgendomi la macchina fotografica.
< Certo > risposi e mi trattenei dallo strangolarla quando mise le sue braccia intorno al collo di Robert per la foto e quando gli diede un bacio sulla guancia come ringraziamento.
Non appena le due sorelle si allontanarono Robert si voltò verso di me e vedendo il mio sguardo scoppiò a ridere.
< La mia piccola gelosona… > disse sospirando e abbracciandomi.
Evitai di rispondergli e mi alzai in punta di piedi per baciarlo con foga mentre lo afferravo per il colletto della maglia e lui rispose con la mia stessa passione, ma venimmo interrotti dallo squillo del mio telefono.
< Pronto? > risposi.
< Giulia, sono la signora Smith > rispose la voce dall’altra parte del telefono.
< Oh, salve signora > dissi guardando Robert che in quel momento si staccò definitivamente da me.
< Ho parlato con mio marito e anche lui è interessato alla tua proposta. Lunedì mattina andremo a parlare con l’agenzia e se siete liberi potreste venire anche tu e tuo fratello per fare subito lo scambio >
< Assolutamente signora, grazie mille! > esclamai sorridendo e terminammo la chiamata.
< Allora? > domandò Robert curioso.
< Hanno accettato! > urlai di gioia e Robert mi prese in braccio facendomi fare una giravolta.
< Lo sapevo che si sarebbe risolto tutto per il meglio > rispose baciandomi la fronte.
< Ora dobbiamo solo avvisare Teo e lunedì andremo all’agenzia > dissi sciogliendo l’abbraccio.
Telefonai immediatamente a mio fratello e gli raccontai tutto.
< Andiamo a festeggiare… > disse prendendomi per mano.
< Dove? > domandai curiosa.
< Sorpresa… > rispose facendomi l’occhiolino.
Salimmo in macchina e dopo una sosta in un supermarket andammo verso la solita collina.
< Prendi > disse porgendomi una lattina di coca-cola.
< Facciamo le cose in grande, eh? > domandai prendendolo in giro.
< Zitta > rispose facendomi la linguaccia.
Restammo là per quasi tutto il pomeriggio e verso le sette di sera Robert mi riaccompagnò a casa.
< Buona serata >
< Anche a te e divertiti con i tuoi amici > risposi dandogli un veloce bacio sulle labbra e poi uscii dalla macchina, ma mi voltai e bussai sul finestrino < Rob? >
< Sì? > chiese sorridendo.
< Niente sbronze > dissi appoggiandomi alla macchina.
< Certo mamma > rispose scherzando e ripartì non appena mi allontanai.
Lunedì mattina mi svegliai verso le sei e trequarti e non riuscendo più a riaddormentarmi decisi di scendere in cucina per preparare la colazione sia per me che per Teo.
Aprii l’armadio e indossai una canotta arancione senza spalline, una gonna bianca e un paio di sandali bianchi e scesi di sotto, scoprendo che Teo era già in piedi.
< Hey, che ci fai in piedi a quest’ora? > chiesi baciandolo sulla guancia.
< Mi sono svegliato e non sono riuscito più a riaddormentarmi. Tu? >
< La stessa cosa > risposi sedendomi a tavola < hai già fatto colazione? >
< Sì. Vuoi che ti prepari qualcosa? >
< No tranquillo, mi arrangio io. Tu va’ a vestirti: alle nove dobbiamo incontrarci con gli Smith >
< Va bene, grazie piccola > rispose sorridendo e con gli occhi che gli brillavano.
< Ti piace proprio la mia amica, eh? > chiesi sorridendogli.
< Perché? >
< Ti brillano gli occhi > risposi alzando una spalla e sorridendogli.
< Alessia è…è fantastica…in certi aspetti ti assomiglia >
< Ecco perché stai con lei! > esclamai fingendo un’illuminazione < stai con lei perché non puoi stare con me perché sto col tuo migliore amico > aggiunsi sentendomi fiera di me stessa.
< ti hanno mai insegnato a contare fino a dieci prima di parlare? > domandò Teo e entrambi scoppiammo a ridere.
< Forza, vai a prepararti > dissi alzandomi dalla tavola e prendendo un pacco di biscotti.
< Ti metto su un po’ di latte? >
< No, solo questi vanno benissimo > risposi sorridendo.
< Non mangiarli tutti >
< Lo sai che non lo farei mai >
< Smettila di dire cavolate >
< Questa mattina non ho molta fame > mentii.
< Sì, certo… > rispose avvicinandosi a me e baciandomi sulla fronte.
Presi dal frigorifero una bottiglia di succo d’arancia e lo versai dentro al bicchiere, poi tornai a sedere e continuai a mangiare, finendo tutto il pacco di biscotti.
< Sei pronto Teo? > chiesi guardando l’orologio.
< No. Vieni un attimo di sopra? > chiese Teo da camera sua.
Buttai via la confezione di biscotti, mi lavai le mani e poi salii in camera di mio fratello, trovandolo a torso nudo mentre cercava una maglia.
< Hey, da quando sei diventato così muscoloso? > chiesi sedendomi sul suo letto.
< Da quando ho iniziato ad andare in palestra alla mattina > rispose prendendo due camicie dall’armadio < quale delle due? > domandò indicandole.
< Con quei pantaloni? Nessuna delle due > risposi osservandolo.
< Perché no? >
< Perché ci stanno male > risposi avvicinandomi al suo armadio < ecco, prendi questa > dissi dandogli una maglia a mezze maniche nera.
< Grazie >
< Di niente > risposi sorridendogli < vuoi fare bella figura con la tipa dell’agenzia? >
< Sì, così magari acconsentirà più volentieri allo scambio > rispose ridendo.
< Sciocco > dissi ridendo < vado a lavarmi i denti e poi ci sono >
< Ok, ti aspetto di sotto >
Mi chiusi in bagno per lavarmi i denti e per truccarmi e poi raggiunsi Teo di sotto; partimmo immediatamente e alle nove precise arrivammo davanti all’agenzia per i viaggi d’istruzione, davanti alla quale ci stavano aspettando gli Smith.
< Buongiorno > li salutai educatamente.
< Buongiorno > rispose la signora Smith.
< Salve > disse Teo sorridendo alla coppia.
< Salve. Vogliamo entrare? > domandò sbrigativo il signor Smith.
< Certo > risposi aprendo la porta per farli passare < cafone > sussurrai piano in italiano.
< Shh > disse Teo facendomi l’occhiolino.
< Che vuoi che importi? Tanto non capiscono niente di italiano! > esclamai entrando dentro l’agenzia.
< Oh, salve signori Smith > disse una ragazza seduta su una scrivania.
< Salve Sabrina > rispose la signora Smith < vorremmo parlarle di Alessia… >
< Ditemi pure > disse Sabrina sorridendo.
< Noi non possiamo più tenerla… > s’intromise il signor Smith.
< Oh, c’è qualche problema? >
< Beh ad essere sinceri sì, perché non abbiamo un buon rapporto e lei non si trova bene con noi… >
< Ma vedete signori non ci sono più famiglie disponibili… > rispose Sabrina dispiaciuta.
< E qui subentreremo noi > disse Teo.
< Ovvero? > domandò Sabrina interessata.
< Mia sorella ed io abbiamo parlato con i signori Smith e vorremmo che Alessia venisse a vivere con noi due > rispose Teo indicando prima lui e poi me.
< È una vostra parente? >
< No, è una mia amica > risposi.
< Voi siete segnati come famiglia ospitante? >
< Veramente no > disse Teo.
< Allora non credo che sia possibile. Solo chi è segnato a questa associazione può ospitare gli studenti… >
< E se ci iscrivessimo ora? Poi Alessia potrebbe venire a vivere con noi? > chiese Teo.
< Sì, certamente > rispose Amanda.
Senza aspettare troppo Teo s’iscrisse e dopo che ebbe firmato varie scartoffie Sabrina ci disse che Alessia poteva venire tranquillamente a stare da noi. La ringraziammo e tutti e quattro uscimmo dall’agenzia.
< Grazie signori Smith > dissi sorridendo.
< No, grazie a voi. Spero che ora Alessia possa trovarsi meglio > rispose la signora Smith.
< Possiamo venire da voi per prendere la sua valigia? > chiesi.
< Certo, vi facciamo strada >
Salimmo in macchina e li seguimmo fino a casa loro, poi preparai tutte le cose di Alessia controllando varie volte che non dimenticassi niente e infine Teo ed io tornammo a casa.
< Chiami Robert e andate a prendere Alessia io vado a fare un po’ di spesa? > domandò Teo mentre mi aiutava a poggiare la valigia sul letto sul letto degli ospiti.
< Lo chiamo subito > risposi andando a prendere il cellulare < ok, mi ha detto che tra dieci minuti è qui. Vado ad aspettarlo fuori >
< Ci vediamo dopo > disse Teo baciandomi una guancia.
Presi una giacca e uscii di casa sedendomi sul dondolo in veranda.
< Hey bella, vuoi un passaggio? > urlò Robert dall’interno della sua macchina.
< Spiacente, sto aspettando che il mio ragazzo venga a prendermi. È un attore famoso, lo sai? Si chiama Orlando Bloom! > risposi prendendolo in giro.
< Te lo faccio vedere io Orlando Bloom! > esclamò aprendo la portiera dalla parte del passeggero.
Ancora ridendo mi alzai dalla mia postazione e mi avvicinai alla sua macchina.
< Cos’hai tu da offrirmi che Orlando Bloom non può offrire? >
< Mmm…un pacchetto di marshmallow e tutto il mio amore >
< Mi avevi già comprato con i marshmallow > dissi ridendo.
< Da quando in qua sei diventata così mangiona? > domandò dopo avermi dato un veloce bacio sulle labbra.
< Boh! Forse sarò incinta > risposi sfilandogli gli occhiali da sole e indossandoli.
< E come avresti fatto? > chiese curioso.
< Te l’ho pur detto che sono fidanzata con Orlando Bloom >
< Senti, la smetti? > domandò dandomi un pizzicotto sul braccio.
< Che c’è, sei geloso? > chiesi prendendolo in giro.
< Sì e pure tanto >
< Benvenuto nel club > risposi poggiando la testa sulla sua spalla.
< Non ti fa male il collo a stare così? > chiese mentre mi accarezzava una mano dopo esserci fermati ad un semaforo.
< No > risposi tranquillamente e mi allontanai non appena scattò il verde.
Guidammo per altri quindici minuti e poi ci fermammo davanti al college dove Alessia frequentava le lezioni. Scesi dalla macchina mentre Robert vi rimase dentro e attesi l’uscita di Alessia.
< Piccola! > urlai agitando le braccia in modo che mi vedesse.
< Mamy! Oddio, ma che ci fai qui? > domandò correndo ad abbracciarmi.
< Sono venuta a farti una sorpresa >
< Ed è veramente una bellissima sorpresa! Ma ora è meglio che vada. Sai, gli Smith… > disse tristemente.
< Non preoccuparti per loro, abbiamo chiarito tutto. Ora vieni a casa con me e Rob per pranzare e perché c’è mio fratello che muore dalla voglia di vederti > risposi sorridendole e i suoi occhi s’illuminarono.
Entrammo in macchina e dopo che anche Robert e Alessia si salutarono partimmo.
Una volta arrivate a casa gliela mostrai e come ultima stanza le feci vedere la camera degli ospiti.
< Mamy questa casa è favolosa! > esclamò entrando nella stanza < sai che ne ho una identica? > chiese indicando la valigia.
< Beh, veramente è tua… >
< Cosa? > domandò sgranando gli occhi.
< Ho parlato con gli Smith e questa mattina siamo andati all’agenzia per i viaggi d’istruzione per farti cambiare casa ed ora…beh, benvenuta nella tua nuova casa! > esclamai.
< Mamy, io ti adoro! > esclamò Alessia con gli occhi lucidi e abbracciandomi forte.
Scendemmo di sotto ed entrammo in cucina dove Robert e Teo avevano attaccato uno striscione che avevo preparato il giorno prima dove c’era scritto “BENVENUTA ALESSIA”. Non appena Alessia vide mio fratello gli saltò addosso e Teo dopo averla stretta a sé la baciò appassionatamente.
< Li lasciamo soli? > sussurrò Robert al mio orecchio.
< Sì, vieni > dissi prendendolo per mano e andando in sala < grazie > dissi voltandomi verso di lui.
< Per cosa? >
< Per avermi accompagnato dappertutto in questi ultimi giorni >
< È stato un piacere > rispose Robert avvicinandosi a me e baciandomi il collo.
< Ahia! Mi pungi con la barba! > esclamai ridendo e allontanandomi.
< Hey ragazzi venite di là? > chiese Alessia entrando in sala.
< Certo, arriviamo subito > risposi sorridendole e prendendo per mano Robert.
Tornammo tutti in cucina, preparammo insieme il pranzo e poi iniziammo a mangiare ridendo e scherzando.
   
 
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