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Autore: Soul On Fire    09/05/2009    3 recensioni
Come poteva pensare di farlo? Era bravo a leggere nei suoi occhi e doveva aver visto ciò che stava provando in quel momento: un mare in tempesta. E invece no, le aveva semplicemente detto che il caso era chiuso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Emily Prentiss
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Fandom: Criminal Minds.
Personaggi: Aaron Hotchner, Emily Prentiss.
Prompt: 8. Lo spazio fra noi @ Promptaddicted
Rating:
Disclaimer: I Personaggi non mi appartengono, ma sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
Lista: 10 Passioni. 
Nota: Spoiler 4x17 - Demonology.
Progresso: 01/10

Distances Between Us


Era distrutta. Non avrebbe voluto fare un tuffo nel suo passato, non così. 
L’intera storia di Matthew, il Vaticano, i suoi quindici anni. 
Tutto in un giorno, era veramente troppo. 

E lui, l’uomo che amava, che doveva amare in segreto, perché non si può, ci sono delle regole, l’aveva rimproverata e semplicemente mandata a casa.
Come poteva pensare di farlo? Era bravo a leggere nei suoi occhi e doveva aver visto ciò che stava provando in quel momento: un mare in tempesta. E invece no, le aveva semplicemente detto che il caso era chiuso. 

Ci sono cose che non possiamo controllare. Non voglio vederti in ufficio per i prossimi giorni.

Pensava davvero che avrebbe smesso di indagare? Dave le era stato vicino, l’aveva accompagnata dai genitori di Matthew, aveva ascoltato tutto quanto senza giudicare.

Per quanto avesse apprezzato Rossi e tutto ciò che aveva fatto, c’era sempre una vocina insistente che le sussurrava: Dov’è Aaron?

Stava andando nel suo ufficio, era sera tardi e ormai non c’era più nessuno. Nessuno tranne lui. 

- Dov’eri quando tutto andava a rotoli? Dov’eri quando tutto si sgretolava intorno a me? – era una furia. 

Hotch alzò la testa in segno di sorpresa e lanciò un’occhiata fuori, per controllare che fossero soli.

-Emily..-

-No, niente Emily. Ho aspettato una telefonata, bastava una chiamata, ma non è mai arrivata. Dove sei stato quando avevo bisogno di te?-

- Ho rischiato la mia carriera, per te. - Aaron si era alzato di scatto, sbattendo i pugni sulla scrivania. 

-Non dovevi farlo, dovevi semplicemente starmi vicino. Non volevo che sbattessi in incidenti diplomatici, avevo bisogno di te, dell’uomo di cui mi sono innamorata, non del mio superiore. – urlò fuori dai denti Emily.

- Ti ho lasciato libertà per indagare, stavi quasi accusando il governo italiano di autorizzare quel prete a uccidere. - le rispose visibilmente irritato. Non capiva quale fosse il problema.

-Non si tratta dell’indagine! Non è di quello che sto parlando! Sono stata un’idiota? sissignore. Avevi tutto il diritto di chiedermi le dimissioni per come ho agito. Ma non si tratta di questo.- 

Hotch vide che i suoi occhi si erano inumiditi. Avrebbe voluto stringerla, dirle che andava tutto bene, che ci sarebbe stato, ma sapeva che Emily non glielo avrebbe permesso. 
In quel momento, erano a miliardi di anni luce di distanza: lui su Marte, lei sul pianeta Terra.
Aggirò la scrivania che li separava e la guardò illuminata soltanto dalla debole luce del neon. Era la prima vera litigata tra di loro.

-Non ti sei chiesto nemmeno per un momento perché? Perché io, che sono sempre stata fiduciosa, che mi sono dimessa piuttosto che gettare fango su di te, sono diventata testarda a tal punto da accusare un intero governo?-

-Emily…- 

Era senza parole, era un profiler, sapeva benissimo che c’era qualcosa che non andava in lei, che Matthew non poteva essere un semplice amico. Qualcosa la turbava, gli esorcismi, la religione… si era chiusa a riccio. E lui, beh, lui l’aveva semplicemente trattata come una collega, quando significava molto di più per lui. 

-Scusami.- le disse con sincerità.

-In questo momento, non ho bisogno delle tue scuse. Vorrei soltanto capire cosa c’è tra di noi. Cosa sono Hotch? La tua amante, un’amica con cui passi il tempo?- Era ferita, non voleva credere di essersi illusa, non di nuovo. Le lacrime inondarono il suo viso. 

-Sai benissimo che non è così. – sussurrò con una punta di amarezza. –La situazione è complicata, ma non devi dubitare nemmeno un attimo di ciò che provo per te. Mi conosci, e forse meglio di chiunque altro. – continuò, avvicinandosi lentamente a lei.

-No, non lo so più. – era troppo arrabbiata per essere razionale. –Sono stufa di nascondermi, sono stufa di fingere. – gli disse, appoggiando il suo distintivo e la sua pistola sul tavolo, per poi girarsi in direzione della porta.

Hotch la fermò afferrandola per un braccio.

-Non deve finire così. E tu lo sai. Prenditi un po’ di tempo, l’affronteremo insieme. Sono qui per te, Emily.- 

-Ma io non ti sento, Aaron. – lo guardò implorante e si divincolò dalla sua stretta. 

*

Pioveva a dirotto su Washington DC, e lei stava semplicemente ascoltando la pioggia che picchiettava a ritmo regolare sull’enorme vetrata alle sue spalle.
La discussione di qualche ora prima le rimbombava nella testa.

Dov’eri quando tutto andava a rotoli? Dov’eri quando tutto si sgretolava intorno a me?

Non c’era, o meglio: non c’era come avrebbe voluto lei.

Non devi dubitare nemmeno un attimo di ciò che provo per te.

E non dubitava, non fino a quel momento. Si era fidata, si era sempre fidata di lui. Ma ora era sola su quel divano, non c’era nessuno al suo fianco. Si alzò e guardo fuori, accendendo la luce. 

Vide qualche ritardatario che rientrava a casa, e una macchina parcheggiata all’angolo della strada.

*

Pioveva a dirotto su Washington DC, e lui stava semplicemente ascoltando la pioggia che picchiettava a ritmo regolare sul finestrino al suo fianco.

L’affronteremo insieme. Sono qui per te, Emily.

L’aveva detto con sincerità, ci sarebbe stato sempre per lei, solo e soltanto per la donna che aveva cambiato la sua vita. 

Ma io non ti sento, Aaron.

Avrebbe cambiato tutto. Era andato lì per ritrovarla, per riprendersi la sua Emily. Era andato a cercare quella ragazza dal sorriso spezzato, per farla sorridere di nuovo. 

Si voltò e la vide lì in mezzo alla strada, vestita soltanto con una camicia da uomo. Una sua camicia, che faceva intravedere le sue curve, era appiccicata alla sua pelle. Emily era fradicia.

Aprì la portiera e corse fuori da lei. 

Bastò uno sguardo, un semplice sguardo, le prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo, fino a sfiorare le sue labbra. 

Mi dispiace. 

Erano di nuovo sullo stesso pianeta.

  
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