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Autore: Sophie_moore    11/10/2016    2 recensioni
Questa storia partecipa al contest "It's too cliché - Seconda edizione" indetto da rhys89 sul forum di EFP.
In tutta onestà non capiva come mai Cana allontanasse sempre suo padre: probabilmente se avesse avuto un padre come lui non avrebbe mai sentito quell'impellente bisogno di andarsene. Per quanto Gildarts fosse strano, appiccicoso, anche un po' con la testa tra le nuvole, era sempre presente e pieno di buoni consigli paterni, a differenza di Jude.
[...][«Ci sposeremo.»
«Mamma… sei sicura?»
«Perché?»
«Jude…»
«Oh tesoro, andrà tutto bene! Vedrai, creeremo una nuova famiglia, una nuova vita tutti insieme.»
«Credi sia la persona giusta?»
«Lo amo…»
«Mi basta che tu sia felice.»]

Lucy si trasferisce a casa di Cana, perché Gildarts sta per sposare Layla.
Le due ragazze dovranno fare i conti con il proprio passato, il proprio presente ed il proprio futuro. Amicizie, dubbi, amore... riusciranno a trovare un equilibrio mentre aiutano nella preparazione del matrimonio?
Sophie è tornata!
Si spera.
Hope you like it
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Gildarts, Layla Heartphilia, Lucy Heartphilia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al contest It's too cliché - Seconda edizione, indetto da rhys89 sul forum di EFP.


Wedding planning: le regole del matrimonio perfetto


Prologo – Permalosa e pudica, me lo segno!

1 luglio – quindici giorni al matrimonio.

Dall'altra parte riusciva a sentire degli schiamazzi inconfondibili. La voce di Cana era forte e chiara, quella di Gildarts un po' meno in realtà, e la risata di sua madre… non si ricordava di averla mai sentita ridere così a pieni polmoni.

Probabilmente era solo grazie a Gildarts e a sua figlia che era tornata a vivere con tutta quella forza.

Lucy decise di bussare alla porta di quella casa, stringendo la presa dell'altra mano sul manico del trolley. Aveva accettato di andare a cena da loro per festeggiare il suo compleanno e il suo trasferimento. Finalmente, avrebbe aggiunto.

«Lucy!»

La porta si aprì di scatto e la ragazza si trovò di fronte ad una zazzera rossa e spettinata.

«Ciao Gildarts…»

«Ti ho detto mille volte di chiamarmi Gil,» l'uomo le diede un bacio sulla fronte e si scansò per farla entrare nella casa, «Layla vado a prendere il gelato per dopo, torno sicuramente entro cena.»

Layla si avvicinò a sua figlia e la strinse forte, mentre Cana se ne stava in un angolo in attesa del suo turno per salutarla.

«Gildarts ha una memoria pessima, purtroppo.» la donna sorrise dolcemente e le prese il volto tra le mani, accarezzandole le guance con i pollici, «Sono contenta tu sia qui…» le sussurrò.

«Layla, falla respirare…»

Layla si staccò e annuì, tirando su col naso, «Hai ragione, hai ragione. Vai a sistemarti in camera, su!»

Cana roteò gli occhi al cielo e condusse Lucy nella loro stanza. Dall'ultima volta che era stata lì c'erano stati parecchi cambiamenti, tra cui la vernice alle pareti e la postazione del suo letto, che ora era diventato un letto matrimoniale e stava in bella mostra nel centro della stanza.

«Abbiamo cambiato un po', Gildarts dice che potrebbe favorire il nostro legame,» spiegò brevemente Cana lasciandosi cadere sdraiata sul lenzuolo rosso fuoco, «potremmo fare dei pigiama party, yey!» esultò in modo controllato, facendo sorridere la nuova inquilina.

«Come mai non lo chiami ancora “papà”?» le domandò la giovane Heartphilia, sedendosi compostamente di fianco a lei.

«È un po' complicato, lo sai,» Cana ridacchiò, poi si tirò su appoggiandosi ai gomiti, «diciamo che ci siamo avvicinati solo da poco, prima non avevamo un gran bel rapporto. Io vivevo con mia madre, fino a cinque anni fa… poi è morta, e lui ha deciso di rientrare nella mia vita. Lo vedi com'è fatto, no? Così prepotente ed energico… non puoi fare altro che lasciarlo entrare. Ma non l'ho ancora perdonato, mettiamola così.»

«Oh…»

«Ma ti sto stordendo, scusami! Ti lascio un po' a familiarizzare con la stanza, poi hai la vasca pronta. Tra un'oretta si cena.» le diede un bacio sulla guancia e si alzò con un balzo felino, camminando sinuosamente fuori dalla camera.

Lucy rimase da sola, si sdraiò sul letto e prese a fissare il soffitto, di un delicato giallo pastello, luminoso pur non essendo invadente. Anche senza Gildarts in casa c'era quell'aria di festa, di energia, di vita che a casa sua non era mai stata presente. Da quando sua madre e suo padre avevano divorziato, sentiva quell'aura di famiglia solo quando stava con lei. Suo padre non era proprio la persona più affettuosa ed espansiva dell'Universo, anzi: ogni tanto si chiedeva se fosse mai stato capace di amare qualcuno che non fosse stato lui in persona.

Si infilò nella vasca da bagno poco dopo. Aveva bisogno di un po' di relax dopo aver lasciato quella vita che le stava così stretta.


Aveva deciso che avrebbe vissuto con sua madre il giorno del suo decimo compleanno, e aveva tenuto duro fino a quel momento per pura grazia divina.

Sette anni dopo era lì: aveva lasciato la casa dov'era vissuta per andare in una decisamente più piccola, ma sicuramente più ricca d'amore, dopo un anno passato a mesi alterni in entrambe le case.

In tutta onestà non capiva come mai Cana allontanasse sempre suo padre: probabilmente se avesse avuto un padre come lui non avrebbe mai sentito quell'impellente bisogno di andarsene. Per quanto Gildarts fosse strano, appiccicoso, anche un po' con la testa tra le nuvole, era sempre presente e pieno di buoni consigli paterni, a differenza di Jude.

Già, Jude… chissà cosa stava facendo in quel momento.

Aveva minacciato tante volte di andarsene per davvero, e altrettante volte era sempre tornata, ma quella era diversa. Non sarebbe mai più tornata. Quella casa sarebbe diventata la sua casa, non avrebbe dovuto aspettare la limousine che la riportasse nella villa di suo padre; quella sarebbe stata la sua vasca fino a che non sarebbe andata a vivere con qualcuno che amava; avrebbe dormito con Cana tutti i giorni per anni e anni, per quel letto sarebbe diventato il suo letto. Faceva ancora fatica a crederci, ma sapeva di aver fatto la cosa più giusta per se stessa. Le dispiaceva solo che suo padre non fosse mai riuscito ad accettarlo.

Sospirò, scivolando sotto il pelo dell'acqua.

Lì non sentiva tutte le parole che fluttuavano nell'aria, o nella sua testa, solo le tubature che borbottavano sotto di sé.

Era così rilassata a stare a mollo in quel modo…

Quando si rese conto di aver chiuso gli occhi li riaprì e si ritrovò di fronte il viso ondeggiante di Cana.

Saltò fuori dall'acqua, tossendo per lo spavento, mentre l'altra ragazza rideva di gusto.

«Non si usa bussare da queste parti?» sbottò, non appena ebbe ripreso la sua normale respirazione. Solo in quel momento si accorse di essere completamente nuda: si rannicchiò su se stessa, guardando la sua amica in cagnesco.

«Oh, ma come siamo permalose…» si sedette sul bordo della vasca e ridacchiò, «comunque avevo bussato, ma non mi hai risposto. Per questo sono entrata.»

«Ah… è ora di cena?»

Cana annuì, infilando l'indice nell'acqua e disegnando dei leggeri cerchi, increspandone la superficie. Le sfiorò la spalla, forse inconsciamente, ma Lucy rabbrividì.

«Hai intenzione di uscire o…?»

Cana alzò lo sguardo su di lei, indossando un ghigno irriverente, poi rispose: «Potrei farti la stessa domanda, sai?»

Lucy rimase in silenzio per una manciata di secondi, il tempo di realizzare quello che le aveva appena detto e di soppesare una risposta valida nella sua mente, poi esplose in un: «Esci, di grazia?!»

L'altra scoppiò a ridere e si mise in piedi, gesticolando come se stesse chiedendo scusa.

«Permalosa e pudica, me lo segno!» disse, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.

Lucy sbatté le palpebre, lo sguardo fisso sulla porta. Cana era tutta pazza. Forse era la cosa che più le piaceva di lei.


«Avete deciso se fare il ricevimento al Fairy Tail, alla fine?» domandò Cana a bruciapelo, in uno dei pochi secondi di silenzio durante la cena.

I due adulti si guardarono, poi si presero per mano e sorrisero in un modo che faceva trasparire una dose d'amore impressionante.

«Mi spaventate.»

«Cana!»

«Che c'è, a te non fanno paura?»

Lucy roteò gli occhi al cielo e la spinse in modo leggero. Tornò a guardare sua madre. Non aveva dubbi, non aveva mai visto Layla così felice: non le importava cos'avrebbe dovuto fare per il loro matrimonio, era solo importante che lei continuasse a sorridere così.

«Il Fairy Tail ci ha offerto il pranzo,» spiegò Gildarts, dandole una leggera occhiataccia, «il titolare era un mio commilitone in guerra, ha detto testualmente: “Per un commilitone anche la vita!”»

Layla rise in quel modo così elegante che la faceva subito sembrare una nobildonna d'altri tempi.


[«Ci sposeremo.»

«Mamma… sei sicura?»

«Perché?»

«Jude…»

«Oh tesoro, andrà tutto bene! Vedrai, creeremo una nuova famiglia, una nuova vita tutti insieme.»

«Credi sia la persona giusta?»

«Lo amo…»

«Mi basta che tu sia felice.»]


«Lucy?»

Lucy sbatté le palpebre. Aveva quella brutta abitudine di perdersi nei suoi ricordi, e quando tornava in sé i discorsi erano andati già avanti di parecchio. Come quel caso. Layla la stava guardando con uno sguardo preoccupato misto a curiosità.

«Scusate, mi sono persa…» arrossì leggermente, fissando il suo piatto di maccheroni al formaggio. Anche il cibo aveva un sapore diverso, ora. Non sarà stato raffinato o ricercato, era semplice cibo, ma l'aveva cucinato sua madre piena d'amore, e ciò si sentiva in ogni forchettata.

«Ci hanno chiesto di fare delle cose per il loro matrimonio.»

«Quali cose?»

«Non lo so, aspettavano che ti svegliassi per dircele,» Cana le fece la linguaccia, poi fece un gesto con la mano per far proseguire suo padre e quella che sarebbe presto diventata la sua matrigna.

«Quello che volevamo era che anche voi due faceste parte dell'organizzazione. Layla ha ottimo gusto, per qualsiasi cosa, ma speravamo nel vostro aiuto.»

«Per cosa?»

«A questo proposito… abbiamo stilato questa lista per voi due,» Layla allungò un biglietto chiuso a metà perfettamente in mezzo alle due ragazze, invitandole ad aprirlo con un cenno della testa, «l'ultima voce è un'idea di Gil.»

Cana e Lucy si scambiarono uno sguardo, poi Lucy prese il biglietto e Cana le si avvicinò facendo strisciare la sedia per terra.

Passarono una manciata di secondi in silenzio a leggere i vari punti della lista: erano solo cinque, ma per ognuno vi era una breve spiegazione del compito.

«Mi prendi per il culo?»

Cana saltò in piedi, alzando le braccia al cielo.

«Cana…»

«Volersi tanto bene? Davvero? Ma che roba è!»

Lucy scoppiò a ridere, mentre la sua futura sorellastra discuteva sul senso di quella lista con Gildarts, e Layla si copriva la bocca per evitare di ridere a voce troppo alta.

Forse non era una famiglia perfetta, ma non rideva così tanto che neanche si ricordava l'ultima volta che l'aveva fatto.

Sì, era felice.

Ed era stato il miglior compleanno che avesse mai festeggiato.







Sophie's space______
Credo di meritarmi schiaffi pugni e calci da tutti voi.

Ma sono fiduciosa, spero che mi vogliate bene comunque!

Questa cosa nasce dal contest, in cui mi veniva chiesto di sviscerare il rapporto tra una coppia (la mia è stata Cana/Lucy) attraverso uno dei più usati cliché: il matrimonio dei genitori. È stato un parto enorme, ma alla fine ho avuto l'illuminazione.

Tra l'altro… perché Cana e Lucy? Che domanda! La giudicia del contest ha una passione sfrenata per le Crack Pairing, e quindi niente, era l'unica coppia che mi ispirava qualcosa xD

Continua a non convincermi pienamente, sappiatelo, ma oh, il tempo stava scadendo e non volevo ritirarmi.

Detto ciò, spero che vi piaccia, o che almeno non vi faccia schifo.

I love you <3

A presto, Sophie!

  
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