Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: BandBfun    12/10/2016    4 recensioni
Un semplice momento di intimità di una madre e di una figlia trascorso a raccontare le ragioni che hanno portato alla scelta del suo nome...
7° posto al Contest "The Zodiac Signs" indetto da Jadis_ sul Forum di EFP
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


DALIA


Piccola mia, sai che il tuo nome non è stato preso in considerazione fino a quando non ti ho avuta tra le braccia? 
Ricordo che io e il tuo papà abbiamo discusso spesso sul nome da darti e ognuno di noi era giunto ad un nome. Tuo papà voleva chiamarti Isabelle, in onore di una celebre attrice francese della quale è un ammiratore, mentre io volevo chiamarti Franca, come la mia mamma, che non ha potuto vederti nascere perché se n'è andata lassù ancora giovane.
Poco prima del tuo arrivo, eravamo giunti solo ad essere d'accordo nell'essere in disaccordo, ma ancora mancava il nome da darti.
Soltanto quando l'infermiera ti ha messo tra le mie braccia e ho visto questi tuoi zaffiri al posto degli occhi, ho deciso che ti saresti chiamata Dalia.
E sai come mai? Perché sono dello stesso colore dei petali del fiore che Enrico mi aveva donato al secondo appuntamento. Erano di un blu molto deciso, tipico dello zaffiro, via via sfumato avvicinandosi verso le punte, fino a diventare azzurro con una lieve sfumatura di lillà.
A tuo papà piaceva dire che quel fiore era il più bello per la ragazza più bella. E frasi di questo tipo fanno sempre un certo effetto su noi donne, ma avrai tempo e modo di scoprirlo da sola, tra qualche anno.
Un'oretta più tardi, è entrato nella stanza, ci ha visti e ci ha sorriso, trattenendo a stento le lacrime.
Eri una bella addormentata, con le manine chiuse tenute vicine vicine alle guance, calma e tranquilla, stretta tra le mie braccia.
"Vieni, vieni a conoscere la piccola Dalia." - gli ho detto, sorridendo e porgendoti a lui, con molta attenzione.
"Dalia..."
"Non è perfetto?"
Lui ti ha presa in braccio e vi siete scambiati un sorriso, giusto un attimo, perché poi ti sei riaddormentata.
"Si, mi piace." - ha detto, cullandoti - "La nostra piccola ha un nome, finalmente."
"Come il fiore che ha dato inizio alla nostra storia. Ricordi?"
"Come se fosse ieri." - mi ha detto - "Volevo qualcosa di meno scontato di una rosa e di più prezioso di un'orchidea, qualcosa che parlasse di te... Volevo presentarmi con un mazzo, ma poi ho scelto di farlo con una sola dalia."
"Come mai?" - gli ho chiesto, sorpresa.
"Perché dopo averti conosciuta era chiaro che avevo trovato la mia anima gemella. Ti avevo trovata." - mi ha detto, intento a guardarti.
La tua nascita e quella frase, detta dopo molto tempo che si stava insieme, sono stati i momenti più belli della mia vita. E ne sono seguiti e ne seguiranno ancora degli altri, assieme a te e a papà.
Ti ho chiamata Dalia per via del colore dei tuoi occhi, ma è stato il tuo papà ad avergli dato un vero significato.
"Sono sempre stato timido ed impacciato, spesso imbranato, sin da piccolo." - ha iniziato a raccontare - "L'insicurezza mi ha caratterizzato per davvero tanto tempo, sino a quando non ti ho conosciuta. Mi hai fatto divertire, mi hai fatto aprire come non avevo mai fatto con nessuno prima, e mi sono sentito protetto, al sicuro, finalmente compreso."
"Nonostante fossimo l'una l'opposto dell'altro." - gli ho fatto notare.
La mamma è sempre stata molto attiva e piena di energia. Era una nuotatrice provetta, sai? E se la cava anche nel tennis e nel tiro con l'arco. Inoltre, ha sempre dovuto circondarsi di persone e parlare, parlare, fino a restare senza fiato. Non so star ferma e zitta per più di un minuto.
Insomma, i tuoi genitori non potevano essere più diversi. Ma come si dice, gli opposti si attraggono ed è successo che si siamo piaciuti.
"Si, ma non così tanto..." - mi ha detto, per poi parlare con te - "La mamma sembra molto sicura e dall'aria indipendente, ma in realtà le piace avere qualcuno che la faccia sentire protetta e al sicuro. E ha scelto me perché sono il migliore sulla piazza."
Enrico ha sempre saputo farmi ridere. E anche con quel luccichio negli occhi doveva fare una delle sue battute.
"Si, certo..." - gli ho risposto, con marcato sarcasmo, prima di riprenderti in braccio - "Vieni qui, vieni dalla mamma."
"E la dalia rappresentava l'insicurezza e la ricerca di protezione e rassicurazione che ci ha spinto l'uno verso l'altra. E una sola perché tu eri l'unica con cui volevo stare per il resto dei miei giorni."
E così ti ho chiamata Dalia, piccola mia, e non avrei potuto scegliere nome più adatto.
Un giorno incontrerai il tuo Enrico, ne sono sicura. Sarà bello, simpatico, un tantino imbranato, ma forte quando sarà necessario, e gentile, sempre molto gentile.
Questo è il segreto: ricordare di essere gentile quando è possibile e che questo è sempre possibile con le persone giuste.

 

******


NOTE D'AUTORE

L'attrice a cui faccio cenno nei panni di Enrico (il papà della piccola Dalia) è Isabelle Huppert, a mio parere una delle migliori attrici sulla piazza sin dagli Anni '70, quando ha debuttato appena ventenne. È una delle attrici più apprezzate dalla critica internazionale, nonché una presenza fissa dei festival principali d'Europa, su tutti quello di Cannes. L'ho scoperta qualche anno fa ne "La pianiste" (2001) e nel giro di un paio di mesi ho visto buona parte dei suoi film più famosi e non ho più smesso di seguirla - attendo con ansia "Elle" (2016), l'ultimo di una serie di scelte molto audaci per cui ha già ricevuto ottime critiche -. Inutile dire che sarebbe un onore lavorare assieme a lei pari se non superiore a quello di vincere un premio Oscar. Ed è anche inutile dire che dovreste vedere "La pianiste" se non l'avete già fatto.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: BandBfun