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Autore: Gioiss76    12/10/2016    1 recensioni
Seconda storia sulla coppia Nami/Zoro, stavolta ci saranno tanti capitoli e colpi di scena. Non so se riuscirò a pubblicare con frequenza i capitoli a causa degli impegni, ma prometto che la finirò al più presto. Fatemi sapere se vi piace!
Un bacio
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Quella mattina Zoro si svegliò prima del solito, aveva troppi pensieri in testa e decise di uscire sul ponte per schiarirsi un po' le idee.

Non poteva non pensare alla serata del giorno prima. Una sola parola, Nami. Quel nome aleggiava  nella sua mente. Era stato un idiota, non solo perché aveva inconsapevolmente ferito la navigatrice, ma soprattutto perché non era da lui accettare una sfida del genere, ma il suo orgoglio e la sua voglia di essere migliore in tutto non l’aveva fatto ragionare. Aveva ferito la sua compagna, che a quanto pare era cotta di lui e non se ne era mai accorto, o meglio, non ha voluto accorgersene. Aveva notato che spesso lei lo guardava con un’aria diversa, ma lui era troppo preso dai suoi allenamenti, non si sarebbe fatto distrarre da una ragazza, che era anche una sua compagna sulla nave, sarebbe stato troppo complicato. Intrigante, pensò, ma non era proprio il caso. Nami era la navigatrice della nave, una ragazza intelligente, ma troppo insopportabile e poi era una mocciosa. Una bellissima mocciosa, gli disse una vocina dentro di lui, l’unica che sapeva tenergli testa su quella nave. Aveva bisogno di parlarle, doveva chiarire.

 

 

“Da quanto tempo sei su quest’isola?” chiese la rossa al ragazzo appena conosciuto.

“Più o meno da una settimana, dovrei partire, ma per ora non ho nessuna intenzione di andarmene da quest’isola”

“In effetti si sta davvero bene qui…”

“Allora perché quell’espressione malinconica?”

“Non sono affari tuoi”

“Ok bambolina, ma almeno dimmi che ci fai qui da sola”

“Stavo facendo una passeggiata, la mia nave è poco più in là”

“Capisco” disse Trafalgar guardando il mare.

“Bene, ora dovrei andare”

“Non così in fretta, che ne dici di vederci stasera? Così ci conosciamo un po' meglio”

Non le piacque il tono con cui disse questa frase, ma in effetti il pensiero di poter staccare un po' la spina l’attirava. Voleva dimenticare la brutta figura fatta la sera prima e voleva, soprattutto, dimenticarsi di Zoro. Guardò bene il ragazzo che aveva di fronte, era bello doveva ammetterlo, con quello sguardo tenebroso e con quei profondi occhi grigi, il suo ghigno le ricordava un po' Zoro.

“D’accordo”

 

 

“NAMI TESOROO DOVE SEI? EHI TESTA D’ALGHE HAI VISTO LA MIA PASTICCINA?”

“No cuoco dei miei stivali”

“COME TI PERMETTI…”

“Eccomi, scusate se vi ho fatto preoccupare, ero in spiaggia a fare un giro” rispose la navigatrice sorridente.

Non riusciva a guardare in faccia Zoro, come poteva farlo dopo quello che era successo? Si diresse in cabina, dove trovò Robin sdraiata sul suo letto a leggere un libro. Aveva bisogno di sfogarsi e l’unica che poteva aiutarla in quel momento era la sua amica, così le raccontò dei suoi sentimenti per lo spadaccino, le cose che gli aveva detto la serata precedente e l’incontro con il ragazzo sulla spiaggia.

“Nami, io mi sono accorta che provi dei sentimenti per lui. Comunque hai sbagliato ad ubriacarti in quel modo ieri, hai solo peggiorato la situazione.”

“Ma che potevo fare, lui si stava divertendo con una tizia e io come una deficiente mi sono fatta prendere dal panico!”

“Da quello che ho capito lui e Sanji avevano fatto una scommessa, ma non mi sembra abbiano concluso qualcosa alla fine.”

“Cosa?”

“Si, ho sentito che ne parlavano e Zoro ha detto a Sanji che la sua era tutta una messa in scena”

“Ma anche se fosse io come faccio a risolvere la situazione? Aiutami Robin”

“Parla con lui, è l’unica soluzione”

L’idea di andare a parlare con quel buzzurro non l’attirava per niente, ma Robin aveva ragione, doveva affrontare la situazione. Salì in palestra, aprì la porta e si ritrovò davanti lo spadaccino mezzo nudo.

“Zoro, ma un minimo di dignità, copriti!”

“Senti chi parla, quella che sta più nuda che vestita ogni giorno e poi io sono nella MIA palestra, quindi posso fare quello che voglio”

“Antipatico buzzurro”

“Stupida strega”

Dopo una serie di insulti cadde un silenzio imbarazzante.

“Zoro…io…”

“Mocciosa…”

“Zoro non so cosa mi abbia preso ieri sera, ero ubriaca, devi dimenticare tutto ciò che ho detto”

“Non posso dimenticare”

“Si invece. Devi”

“Dimenticarmi che io ti piaccio e che sei gelosa di me? Non posso”

“Ero ubriaca, non capivo…”

“Capivi benissimo. Ti conosco, non sei una che si ubriaca facilmente, eri solo un po' brilla e ne hai approfittato per rivelarmi i tuoi sentimenti.”

“Io non provo nulla per te, non so cosa mi abbia preso, te l’ho detto”

Zoro a quel punto si avvicinò pericolosamente al suo viso, prendendole una mano e portandola sul suo petto muscoloso.

“Dimmi chiaramente che non provi nulla per me” le disse a pochi centimetri dal suo viso.

“Io n-non provo… nulla per te”

“Ne sei sicura?” le richiese alitando sul suo collo, facendola rabbrividire.

“Si… no… Zoro si, mi piaci ok? Sei contento adesso?”

“Un po'”

Era soddisfatto di fare quell’effetto sulla ragazza, avrebbe voluto farla sua proprio in quel momento, ma non doveva cedere. Lui era uno spadaccino, a quasi un passo dal coronare il suo sogno, non poteva permettersi di innamorarsi di lei e nemmeno si approfittarsene anche solo per un momento.

“Mocciosa devi dimenticarti di me, non sono il tuo tipo, lasciami perdere”

“Ma non eri contento?”

“Si perché mi piace essere desiderato. E tu sei una delle tante”

Aveva colpito in pieno.

“Sei uno stronzo!” urlò Nami, ormai con le lacrime agli occhi.

Una delle tante. Una delle tante. Solo una delle tante. Quelle parole l’avevamo trafitta come pugnali. Scappò via lasciandosi alle spalle lo spadaccino che l’aveva ferita, non con le spade, ma con semplici parole.

 

“Mi dispiace Nami, è l’unico modo per farti allontanare da me”

Era stato un bastardo, si sentiva terribilmente in colpa, ma non poteva farci nulla. Il suo sogno stava sopra ogni cosa, non poteva permettersi nessuna distrazione.

 

 

Nel frattempo dall’altra parte dell’isola di vetro…

“Trafalgar che ci fai qui, hai scoperto qualcosa?” chiese un uomo con i capelli rosso fuoco.

“Si, non siamo gli unici pirati su quest’isola. Pirati forti intendo…”

“Chi c’è?”

“Cappello di paglia e la sua ciurma, la loro nave è ancorata vicino la spiaggia a sud”

“Davvero? Hanno delle taglie altissime, soprattutto il capitano e il cacciatore di pirati, è una bella occasione”

“Lo so mio caro Eustass Kid, ma a me piace fare le cose per bene”

“Cosa vuoi fare?”

“Ho incontrato una ragazza che fa parte della loro ciurma e mi è venuta una brillante idea”

“Sarebbe? Non mi tenere sulle spine”

“Voglio sedurre la ragazza e farmi portare da lei sulla sua nave, quando avrò ottenuto completamente la sua fiducia tenderò una trappola a tutta la ciurma e a quel punto mi servirà il tuo aiuto”

   
 
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