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Autore: addict_with_a_pen    13/10/2016    5 recensioni
Frank è profondamente innamorato di Gerard, così come Gerard è incondizionatamente innamorato del suo Frank, non potrebbe essere altrimenti. Come dice sempre Mikey “siete peggio della colla voi due” e ha ragione, ha assolutamente ragione. Frank non riesce proprio ad immaginarsi una vita senza Gerard, sai che rottura sarebbe?
No, Frank non riesce proprio ad immaginarsi una vita senza quel rimbambito...
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un’altra settimana è andata e il numero delle cose che non vanno è salito vertiginosamente.
I litigi sono troppi, le urla e i ‘vaffanculo!’ accompagnano ogni giornata e Gerard comincia a pensare che forse il suo impegno non è abbastanza, che forse Mikey aveva ragione con quel “dovete ancora conoscervi”...
“Gerard, cazzo! Smettila di chiedere se puoi guidare l’auto, la risposta sarà sempre no!”
Okay, Gerard sa che il suo coma è stato causato da un incidente stradale, Mikey gliene ha parlato tempo fa, subito dopo il suo risveglio, ma le reazioni disperate e cattive di Frank gli fanno capire che forse c’è altro sotto. Vuole davvero capire cosa nasconde Frank, ma ultimamente sono più le volte in cui si urlano dietro che quelle in cui sono tranquillamente seduti davanti alla televisione a guardare qualche programma ignorante di cucina.
Il giorno in cui poi aveva deciso che era ora di tornare a lavorare, le cose avevano davvero toccato il fondo.
“Che ci fai tutto vestito a quest’ora..?”
“Vado a lavorare.”
Ma era ovvio che per andare a lavorare gli sarebbe servita la macchina...
Era perciò cominciata una lite di quelle cattive e cariche di tensione che ancora adesso, a distanza di tre giorni, aleggia nell’aria e rende la situazione insostenibile.
Gerard si sente un carcerato, si sente in trappola. Capisce la paura di Frank, il suo terrore di riperderlo e magari non trovarlo mai più, ma non può tollerare questo controllo morboso, questa ‘possessività’ e guinzaglio che la paura di Frank gli ha messo al collo e che ogni giorno si stringe sempre più, fino a soffocarlo. L’unica volta che ha messo piede fuori casa da solo è stata quando è andato a prendere i fiori, per il resto lascia quelle quattro mura solo per andare a fare terapia, quell’inutile terapia, sempre accompagnato da Mikey o da Ray.
Questa non è la vita che desiderava una volta svegliatosi, ed è per questo che oggi vuole provare a smuovere Frank e calmare un minimo le acque tra di loro, per il bene mentale di entrambi.
“Frank, stasera voglio che tu mi porti a cena.”
“C-Come scusa?”
“Oggi è domenica e non voglio stare tutto il giorno in casa, quindi sarei davvero felice se mi portassi fuori a cena.”
Ci sono alcuni istanti di silenzio in cui entrambi si guardano negli occhi, ma alla fine Frank abbassa lo sguardo ed annuisce piano.
“Se proprio vuoi... cioè, potremmo anche mangiare qui a casa, di posti belli non ce ne sono molti in zona e-”
“Ti prego Frankie...”
E dopo essersi sentito chiamare così, Frank non può far altro che acconsentire una volta per tutte.
Gerard passa perciò il resto del pomeriggio a cercare dei vestiti un minimo decenti e adatti all’occasione, mentre Frank lo spende davanti allo specchio a prepararsi dei discorsi e a fingere che sia già arrivata l’ora dell’appuntamento. Che poi... appuntamento? Non pensa sia quello il termine giusto per indicare questa uscita, ma si concede comunque il privilegio di pensarlo.
“Oooh Gee, stasera stai benis- No! No così non va bene... Sai che vestito così sei davvero bel- No, cazzo Frank! Svegliati! Hey, ogni giorno diventi sempre più bel- Oww ci rinuncio...”
Si butta sul letto, scoraggiato dopo quel fallimento del discorso e convinto già che stasera sarà un disastro bello e buono e che... beh, e che non riuscirà a far colpo su Gee nè ora nè mai.
“Perchè hai smesso di dire quelle cose? Ogni giorno divento sempre più...?”
Oh no...
“S-Scusa Gee... Non avresti dovuto ascoltare nulla...”
Ma, contrariamente a quello da lui temuto, Gerard gli sorride e si appoggia allo stipite della porta per mostrargli l’outfit da lui scelto per quella serata: pantaloni neri strettissimi, camicia bianca e giacca nera senza maniche, il tutto accompagnato dai suoi capelli ben pettinati e da quel sorriso storto e adorabile.
Frank non può che rimanere a bocca aperta.
“Beh, pensi ancora che sia bello vestito così...?” Chiede Gerard con tono di finta superiorità, visto che le sue guance rosse fanno intendere che invece in quel  momento è tutto meno che a suo agio.
“Sei bellissimo...”
Le parole escono dalla bocca di Frank senza che possa controllarsi ma, ancora una volta, Gerard non si arrabbia, ma gli sorride dolcemente, per poi andarsene e lasciarlo solo a cambiarsi.
“Sbrigati a vestirti! Ho fame!”
E Frank non può far altro che dargli ascolto.
*****
Il posto scelto è così vicino a casa che non serve neanche usare l’auto per arrivarvi e Gerard sorride quando Frank glielo dice.
“S-Scusa...”
Ma lui non gli da retta. Prende le chiavi, si mette la giacca ed esce, aspettando che Frank faccia lo stesso e lo guidi in questo posto.
Per tutto il tragitto casa-ristorante la mano di Frank rimane stretta attorno a quella di Gerard e nessuno dei due dice nulla a riguardo, nessuno dei due sa se sia giusto o meno, ma Gerard pensa che sia una cosa molto più giusta che sbagliata e, sicuramente, adorabile. Quando poi è il momento di attraversare la strada, la stretta di Frank si fa più forte e decisa, mentre apre bene gli occhi e sta sull’attenti, impegnato a trovare il momento più adatto per poter attraversare senza pericoli.
Sì, lo sta stressando e non poco portare in giro Gerard, ha paura che possa succedergli qualcosa di brutto, che possa star male o, peggio ancora, che possa essere investito ancora... Rabbrividisce al solo pensiero.
“Eccoci...” dice timidamente dopo essersi seduto al tavolo ed aver quindi tirato un sospiro di sollievo “Ti piace?”
“È bellissimo.” Risponde Gerard senza nemmeno essersi ancora dato un’occhiata in giro, e il sorrisino che gli rivolge Frank lo fa sentire... bene? Felice? Innamorato...? Gerard non ne ha idea, così che non ci pensa e si limita a togliersi la giacca e sedersi a sua volta, in attesa che portino i menù e quindi poter ordinare.
“Scusa Gee...” Mormora Frank con lo sguardo basso e le guance rosa, non osando alzare gli occhi dal punto del pavimento che sta fissando con così tanto interesse.
“Per cosa?”
“P-Per la mano, non... non volevo farlo, mi dispiace.”
Gerard sorride, non può farne a meno.
“Ti stai scusando davvero per avermi tenuto per mano?”
Frank annuisce, con gli occhi ancora bassi e le guance sempre più rosse.
“Penso che invece dovresti farlo più spesso d’ora in poi.”
E, finalmente, lo vede alzare lo sguardo ed incollarlo al suo. In quel momento Gerard si sente di far parte di qualcosa, di essere davvero il ragazzo di Frank, di essere la persona che lo fa sorridere così tanto in così tanti momenti brutti, ma forse la sua mente sta correndo troppo...
“Dovete ancora conoscervi” e allora, non vede l’ora di farlo.
“Qual è il tuo piatto preferito?”
Frank ci pensa su pochissimo.
“Beh, a parte i tuoi pancakes, direi che vado matto per gli hamburger di soia.”
“Hamburger di soia...? Esistono?”
Frank prende in mano uno dei due menù che il cameriere ha appena poggiato sul tavolo e indica ‘hamburger vegetale di soia con contorno di insalata’ a Gerard.
“Oh... Voi vegetariani siete davvero strani.”
E scoppiano a ridere assieme, forse più per la tensione che pian piano sta scomparendo che per altro.
Dopo essere finalmente riuscito a smettere di ridere ed aver riacquisito un minimo di contegno, Gerard prende a sua volta il menù, ma non fa in tempo a leggere neanche una parola che Frank glielo toglie dalle mani.
“Hey, non ho ancora let-”
“Non ne hai bisogno, tanto so già cosa ordinerai.” Dice Frank, sorridendogli stupidamente e guardandolo con quello sguardo da presuntuoso che sul suo viso da bambino non può che risultare dolce.
“Ovvero?”
“Aspetta e vedrai.”
Alla fine Frank aveva ragione per davvero, poichè le lasagne che gli vengono portate, non possono che lasciare Gerard senza parole e con solo una voglia matta di divorarle tutte.
“Allora? Ti piacciono?”
“Sono buonissime! Come facevi a saperlo?”
“Qualche giorno prima del nostro anniversario ti ho portato qui a mangiare e ti sei innamorato di questo piatto.”
Subito dopo averlo detto, Frank se ne pente amaramente.
“S-Scusa, non era mia intenzione, davvero...”
“Quando riuscirò a farti parlare del nostro anniversario?”
Cala un attimo il silenzio, silenzio in cui entrambi temono di aver parlato troppo e in cui entrambi sono talmente in imbarazzo da non riuscire nemmeno a pensare che un tempo erano sposati e si amavano alla follia...
E alla fine, Frank si sblocca.
“Vuoi sapere cosa è successo al nostro ultimo anniversario?”
Gerard per poco non si strozza con le lasagne, per poi annuire con troppa enfasi e rimanere imbambolato a fissare Frank, in attesa che parli. Il cuore di Frank si scioglie vista quella faccetta dolce, ma anche perchè sa benissimo che di bello nel loro ultimo anniversario, non c’è nulla...
“Avevamo appena finito di fare colazione, era un giorno normale, niente di speciale insomma. Eravamo entrambi stanchi morti perchè la sera prima avevamo fatto tardi, eravamo andati fuori a cena e poi abbiamo camminato fino a notte fonda, semplicemente camminato, ma non siamo mai stati due pieni di energie, sai?” ridacchiano entrambi “Il mattino dopo quindi eravamo stanchissimi, per preparare la colazione mi sono dovuto trascinare giù dal letto a forza, dato che tu non volevi saperne di alzarti, nonostante eri stati tu quello a puntare la sveglia alle sette...”
“Perchè alle sette? Dovevo andare a lavorare?”
Frank sorride amaramente sentita la domanda.
“Sì... Dovevi partire per P-Parigi” si impone di non piangere “Dovevi lanciare il tuo nuovo fumetto, avresti cominciato da lì e poi... e poi...”
“E poi...?”
“E poi avresti avuto successo ovunque, come sempre, m-ma quella mattina non hai preso l’aereo alla fine, sei rimasto a casa...”
Sospira passandosi una mano sul volto, distrutto dal ricordo e da quel ‘sei rimasto a casa’ che non ha nulla di dolce e romantico come invece sembra.
“Oww non volevo lasciarti solo, non è così?” Chiede Gerard mordendosi il labbro, convinto che la risposta sarà ‘sì’, ma sbagliandosi completamente.
“Beh, diciamo che... diciamo che è stata una scelta obbligata” ride istericamente “Stavi andando in aereoporto m-ma un camion è venuto addosso alla tua auto e sei finito in coma, poi in ospedale e ora qui, m-ma va bene così, tu volevi sapere del nostro anniversario e te ne ho parlato, è tu-tutto a posto, adesso stai bene, stiamo bene...!”
Continua a ridere istericamente, per poi scoppiare a piangere, scusarsi e andare fuori dal ristorante, lasciando Gerard solo, spaesato e col cuore pesante quanto un macigno.
Finalmente Gerard capisce un po’ di cose... Capisce perchè Mikey aveva detto di non chiedere perchè era in macchina e dove stava andando quando è successo l’incidente, capisce perchè Frank non vuole che lui usi l’auto e, soprattutto, capisce ogni sguardo morto e spento che gli ha rivolto dopo un “parlami del nostro anniversario” o “quando ci siamo sposati?”.
Gerard capisce troppe cose tutte assieme, cose che non avrebbe mai voluto capire...
Si alza in fretta e paga il conto, sebbene nè lui nè Frank abbiano finito la loro cena, per poi prendere la sua giacca e correre fuori alla ricerca di ‘suo marito’, per scusarsi e consolarlo.
Lo trova accovacciato sul marciapiede sul lato opposto della strada e a quella vista, il suo cuore si appesantisce sempre più.
“F-Frank scusami...” dice con voce flebile appena l’ha raggiunto “Scusami, n-non ne avevo idea...”
“Scusarti per cosa Gee...?” Chiede con voce strozzata lui, alzando lo sguardo da terra e trapassando Gerard da parte a parte con tutta quella tristezza che racchiude.
“Per averti fatto parlare, i-io non ne avevo idea, io non volevo farti ricordare, io n-non...”
“Zitto, zitto stupido che non sei altro...” dice alzandosi e tirando su col naso “Non scusarti per cose di cui non hai colpe...” aggiunge per poi buttarsi nelle sue braccia e stringerlo forte a sè.
Frank potrebbe benissimo spendere il resto dei suoi giorni in quell’abbraccio, potrebbe e lo vorrebbe anche, con tutto se stesso.
“Scusami...”
Ma queste sono le ultime parole che si scambiano per quel momento. Gerard sa che è tutto sbagliato, che quell’abbraccio non sarebbe mai dovuto accadere, ma sa anche che, per una buona volta in vita sua, non gliene frega niente, poichè stringere forte il corpicino di Frank al suo è tutto ciò che vuole fare.
Vorrebbe solo stringerlo talmente tanto da strizzare fuori ogni goccia di tristezza, da fargli tornare il sorriso, farlo star meglio e, soprattutto, vorrebbe stringerlo talmente tanto da reinnamorarsi di lui.
*****
Dopo un mega-abbraccio durato minuti tornano a casa, ancora mano nella mano, in silenzio e con mille domande per la testa.
“Beh, mi spiace di aver rovinato la tua ‘ora di libertà’” Dice Frank con un sorrisino imbarazzato, riferendosi a tutti i divieti e i “non puoi uscire!” che aveva detto a Gerard in quei giorni.
“Ma-Ma spero comunque che tu ti sia divertito...”
“È stato bellissimo Frank, non hai rovinato nulla, tranquillo.”
Si sorridono, ancora imbarazzati, per poi entrare in casa senza dire nient’altro.
Frank è travolto da una nostalgica felicità che non pensava avrebbe mai più provato in tutta la sua vita. È surreale poter andare ancora in giro mano nella mano con Gerard, è surreale tornare a casa dopo una serata spesa assieme al ristorante e, soprattutto, è surreale averlo al proprio fianco, sorridente e felice, dopo tutti quei mesi di triste sonno silenzioso.
“Vuoi una cioccolata?” Chiede Gerard, strappandolo dunque dal suo sogno ad occhi aperti.
“Oh... Sì, ma perchè?”
“Come perchè? Adesso non posso neanche più farti una cioccolata?” Risponde l’altro con un sorrisino che, come al solito, riduce il cuore di Frank in gelatina.
“E poi, nessuno di noi ha finito la cena stasera, e io ho ancora fame, mentre tu devi ingrassare.”
“Va bene Gee, va bene.” Risponde lui sorridendo, mentre si siede al tavolo e aspetta pazientemente che Gerard prepari la cioccolata. Anche questa scena riporta Frank indietro nel tempo, indietro a quando provava questa pace che ora, immerso nella familiarità che li sta avvolgendo entrambi, non può che farlo sentire felice e terribilmente al posto giusto.
“Ecco qui” dice Gerard posandogli una tazza fumante davanti al naso “Spero sia buona...” e comincia a bere.
I dieci minuti successivi li passano in un silenzio totale, ma non un silenzio imbarazzato di chi non sa che dire, ma piuttosto in un silenzio che c’è quando sei assieme a una persona a cui vuoi bene e con cui sei in sintonia, con cui ti piace passare il tuo tempo.
Gerard pensa che se è arrivato a tanto in poco meno di un mese e mezzo, allora la situazione non potrà far altro che migliorare, che andare al suo posto e, finalmente, tornare com’era un tempo. Gerard lo spera davvero con tutto se stesso.
“E questi?” chiede d’un tratto riferendosi ai tatuaggi sulle mani di Frank “Ce li hai da molto?”
“Scherzi?” sorride nel ripensare a quando ha fatto il suo primo “Ce li ho dal liceo, cioè, alcuni... tipo questo.”
Mostra felice le sue mani col primo tatuaggio fatto in assoluto, quello che però forse avrebbe dovuto tenere solo per sè...
“Hopeless Romantic?”
“S-Sì, è... è il titolo di una canzone che ascoltavam- ascoltavo sempre, la adoro ancora adesso...”
Sì, avrebbe decisamente dovuto tenerselo per sè.
“Oh mio Dio! Non parlerai mica della canzone dei Bouncing Souls, vero??”
Non può che annuire, sconfitto e già pentito per ciò da lui appena detto.
“S-Sì è-”
“Amo quella canzone! Davvero ti piace? Non pensavo...”
“Beh, diciamo che me l’hai fatta conoscere tu... me l’hai fatta ascoltare tu per la prima volta al liceo e me ne sono in-innamorato...” ritira le mani e cerca inutilmente di nasconderle sotto il tavolo “Avevamo un po’ gli stessi gusti. Io ti dicevo di ascoltare una cosa, tu un’altra e alla fine ci siamo entrambi fissati con gli stessi gruppi.”
“Oh, non lo sapevo...”
E cala nuovamente il silenzio, uno imbarazzato stavolta. Gerard si sente un idiota totale, pensava che parlando dei mille tatuaggi che Frank ha sul suo corpo, allora avrebbe potuto distrarre un pochino entrambi dalla loro infelice situazione matrimoniale, non credeva di certo di andare a toccare un tasto così delicato come lo è il liceo, come lo è il loro periodo speso a conoscersi ed aiutarsi.
Sì, decisamente un idiota.
“E-E gli altri invece? Che cosa significano?”
Capisce di aver sbagliato ancora subito dopo avergli posto la domanda.
“Oh, hanno tutti un significato diverso, non penso sia il momento di parlarne ora...” si alza con un sorriso triste e sconfitto in volto “Forse è il momento di andare a letto.”
Frank non ha sonno, sa che una volta che si sarà coricato non chiuderà occhio per molto tempo, ma non può più tollerare la giornata di oggi, poichè è stata... troppo, ha bisogno di finirla qui e prendersi un attimo di pausa dalla sua vita faticosa.
“Okay, forse hai ragione.” Dice Gerard alzandosi a sua volta e mettendo entrambe le tazze nel lavandino, per poi azzardare e chiedere a Frank una cosa a cui putroppo sa già risponderà no.
“Vieni a letto? C-Con me?”
Frank vorrebbe piangere.
“Oh no Gee, non preoccuparti. Il divano è comodo in fin dei conti...” bugia colossale “Buonanotte.”
Ma, prima di uscire dalla cucina e andare in bagno a cambiarsi e piangere, Frank viene bloccato un’ultima volta.
“Perchè ricordo così tante cose che non vorrei ma non ricordo nulla di te? Nulla di noi...?”
Stavolta una lacrima se la lascia scappare...
“Già, perchè...?” sospira sconfitto, voltandosi nuovamente verso Gerard “Perchè non ricordi che ci siamo sposati il nove dicembre? Perchè non ricordi che me lo hai chiesto tu l’anno prima, mentre stavamo pattinando sul ghiaccio? Perchè non ricordi che la sera litigavamo sempre per il cane che ancora non hai acconsentito a prendere? Perchè non ricordi che Hopeless Romantic è la canzone che mi hai dedicato tu, tu e solo tu?? Perchè non ricordi che il novantanove percento dei miei tatuaggi li hai disegnati tu?? Perchè non ricordi che mi ami!?”
Silenzio.
Frank non sa più come gestire tutta questa sua rabbia e tristezza, non ne è più in grado. È a pezzi, debole e distrutto, tutta la tensione in cui vive immerso ogni tanto lo fa scoppiare, esplodere, senza che lui possa far nulla per impedirlo.
“F-Frank io-”
“Buonanotte Gerard.”
E corre fuori dalla cucina.
 
  
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