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Autore: Lena_Railgun    13/10/2016    1 recensioni
"Ivan mi stava aspettando: il suo sguardo da prima perso nel vuoto si posò su di me e mi sorrise.
-Bravissima Mary- mi disse evidentemente fiero di me. Si avvicinò e mi scompigliò i capelli mentre io abbassavo il capo.
-Grazie- feci teneramente. Non l'avevo notato, ma nella mano destra teneva un'orchidea.
-è..è per me?- chiesi sorpresa.
-No guarda, per mia cugina che abita Torino che evidentemente frequenta l'accademia. Certo che è per te- fece ironicamente alzando il sopracciglio.
Gli feci la linguaccia:
-Ma dai! Non serviva!- feci quando me la porse.
-Viene sempre dato un fiore a chi si esibisce no?- mi disse lui mettendo le mani in tasca.
-Dove l'hai tirata fuori questa?- chiese divertita.
-Da qualche film- disse lui alzando le spalle. Osservai l'orchidea e sorrisi:
-é...perfetta. È tutto perfetto- "
Marina Rinaldi è una ragazza di sedici anni, che lascerà la sua normale vita da liceale, per accettare una borsa di studio per un'accademia di musica a Firenze. Per fare ciò, verrà ospitata da amici del padre, la famiglia Innocenti, con i loro due figli, Ivan e Celeste. Nonostante Ivan sembri molto diffidente, piano si avvicineranno molto. Cosa succederà tra i due?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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14- PASSIONE
 
L'ho già detto che la mia vita è fatta di valigie? Svuotare e riempire, arrivare e partire. Ma, questa volta, la cosa non mi pesava così tanto. Stavo tornando a Firenze dopo un'intensa estate. Nonostante tutto, io e Stefano eravamo rimasti buoni amici anche se vedevo spesso una certa tristezza nei suoi occhi ogni qual volta Ivan mi chiamava. Ero tornata dalla montagna due settimane prima della partenza per Firenze, così da poter stare in famiglia e spendere ogni minuto con loro. Organizzammo alcune gita, proprio per questo motivo, in modo da sentirci più uniti.
Stavo davvero diventando abile nel fare le valigie. Fu quello il pensiero che mi attraversò non appena finii di passare in rassegna le mie cose. La mia stanza era nuovamente vuota, proprio com'era diventata un anno prima. Presi la foto sul mio comodino e poggiai delicatamente le labbra sulla cornice: stavo tornando da loro.
Anche quella volta, la mia famiglia decise di accompagnarmi risparmiando ore di treno.
Caricati i bagagli, partimmo verso le sei e mezza del mattino. Il giorno prima ero stata con le mie amiche sul portico di casa, a chiacchierare e a goderci gli ultimi momenti insieme.
Era davvero esausta, infatti dormii per quasi tutto il viaggio. Mi svegliai non appena riconobbi il paesaggio fiorentino e subito un sorriso comparve sul mio volto. Mi stiracchiai leggermente, stropicciandomi gli occhi.
-Dormito bene?- mi chiese mio fratello, prendendomi un po' in giro.
Mi massaggiai il collo e risi.
-Bhe non è stato il migliore sonnellino della mia vita- dissi facendogli la linguaccia.
Nicola scoppiò a ridere e mi abbracciò dolcemente come solo un fratello sapeva fare.
Non appena riconobbi la strada di casa Innocenti mi illuminai. Due minuti e scendemmo dall'auto. Fremevo mentre prendevo le mie valigie, non vedevo l'ora di entrare. Ormai avevo un mazzo di chiavi mio, perciò non suonammo il campanello, ma potei finalmente aprire quella serratura. L'immagine di quel soggiorno ordinato ed allegro si parò davanti ai miei occhi. I divani di pelle bianca, il tavolino di legno, le tende verdi, il caminetto, la cucina adiacente con un mobilio moderno.
-Sono...sono tornata- feci.
Vidi Serena avanzare e, in un attimo, mi ritrovai tra le sue braccia.
-Ciao Marina- esclamò dandomi un bacio sulla nuca.
-Ciao Alessando, Giorgia, Nicola- salutò la mia famiglia dando un abbraccio ciascuno.
-Ciao Marina!!-
Eccola, la piccola di casa, bella e raggiante come al solito, scese le scale di fretta per poi fiondarsi tra le mie braccia.
-Ciao Sorellina- feci con entusiasmo -Ma che bella abbronzata che sei!- feci sorridendo.
Anche Pietro venne a salutarmi con entusiasmo e, mentre ci accomodavamo e i genitori cominciavano le loro chiacchiere, io mi guardavo intorno: la sensazione che provavo in quel momento era completamente diversa rispetto a quella che avevo provato l'anno precedente.
Era tutto accogliente, famigliare...sentivo tutto così mio.
Serena mi guardò e mi sorrise gentilmente.
-Vai di sopra Marina. E vai a svegliare quel pigrone.-
Risi: erano le undici ed era ancora nel mondo dei sogni. Tipico di quello scemo.
Salii le scale con passo deciso. Sorrisi nel vedere il pianerottolo con le tre porte delle camere da letto, e nel vedere l'altra serie di scale per la mansarda (camera di Celeste) e il bagno. Non esitai ed entrai in quella che era la mia camera, sapendo che lo avrei trovato lì. E non mi sbagliavo. La luce filtrava leggera, potevo vedere la camera nella penombra, ma ebbi un tuffo al cuore nel vederla così vuota come l'avevo lasciata. Ma c'era una differenza: un ragazzo che dormiva beatamente nel mio letto. Sorrisi e mi avvicinai al bordo del letto. Mi sedetti e lo guardai, immerso nel suo sonno profondo: era così bello quando dormiva. Mi avvicinai e posai un bacio sulla nuca.
-Ivan...-sussurrai vicino all'orecchio.
Mugugnò qualcosa prima di aprire gli occhi lentamente.
-Buon giorno pigrone! Ma lo sai che ore sono?- lo rimbeccai.
Si alzò, stropicciandosi gli occhi e mi guardò confuso. Sbatté le palpebre un paio di volte prima di strabuzzare gli occhi.
-M...Marina!! Marina sei qui!- esclamò. Subito, senza che avessi il tempo per rispondergli a tono, mi trovai catapultata tra le sue braccia, in una stretta che mi lasciò senza fiato.
-Sei tornata, sei qui davvero-
-Certo che sono qui, brutto idiota!- esclamai dandogli una leggera spinta -Arrivo qui, dopo un viaggio stancante e mi aspettavo di trovarti fuori pronto ad accogliermi con mazzi di fiori, e pronto a darmi un super bacio da film...e invece eri qui a dormire- mi finsi offesa per il semplice gusto di prenderlo un po' in giro.
-se mi permetti- cominciò lui, scostando le lenzuola -Hai il tuo ragazzo semi nudo nel tuo letto...ora spiegami cosa vuoi di più.- puntualizzò lui facendomi la linguaccia.
-Un bacio...voglio solo questo- dissi dolcemente, sporgendomi verso di lui.
Ivan sorrise, mi prese una mano e la portò sulla sua nuca. Mi cinse i fianchi e si avvicinò socchiudendo gli occhi. Non appena trovai il contatto con le sue labbra, mi sentii davvero nel posto giusto. Ci staccammo per poterci guardare negli occhi, sorridere, e rituffarci nelle labbra dell'altro. Approfondimmo il bacio per renderlo subito più profondo, cercando di colmare la voglia che avevamo dell'altro, per saziare la fame d'amore. Lui si stese e mi trovai sopra di lui, con mio grande piacere. Strusciò il naso sul mio collo, e sentii il suo sorriso sulla mia pelle.
-Mi è mancato così tanto il tuo profumo... -
Lo guardai e accarezzai la sua guancia con dolcezza. Lo vidi chiudere gli occhi, come se si stesse beando del mio tocco. Mi chinai per riprendere a baciarlo con foga, accarezzandolo con dolcezza. Le mia mani vagavano sui suoi addominali e sulle sue spalle perfette. Poi, un lieve gemito uscii dalla mia bocca. Stupore era la parola esatta per esprimere ciò che sentivo, subito accompagnato dall'imbarazzo. Insomma...è normale che in una situazione del genere lui si senta eccitato. Ma era la prima volta che sentivo il suo sesso pulsare sulla mia parte più intima.
-M..Marina scusami!- esclamò lui, accorgendosi della situazione e mettendosi subito in posizione seduta. Notai un lieve rossore anche sulle sue guance, cosa che mi fece intenerire. Scossi la testa:
-Non preoccuparti...ecco...sono felice che, insomma, che ti eccito...ecco-
Ivan mi prese il volto tra le mani.
-Sei così sexy...e non te ne rendi conto- appoggiò la fronte alla mia e mi sentii davvero in paradiso.
Scendemmo al piano di sotto dopo che Ivan si era vestito. Salutò la mia famiglia allegramente, con un po' di imbarazzo per la sua indole da pigrone dormiglione che lo aveva portato a dormire fino a quell'ora. Il pranzo passò tranquillamente, con molta più armonia e complicità rispetto all'anno prima. Ormai era proprio come fossimo un'unica famiglia.
Dopo una passeggiata nei dintorni, si fece l'ora di salutare i miei. Dopo aver dato un grande abbraccio a tutti e tre, dopo aver sentito le loro raccomandazioni li salutai con un nodo alla gola. Quel momento continuava a fare male e avrebbe sempre continuato a farlo.
-Ciao- feci con tristezza mentre gli accompagnavo al cancello.
-Ciao Marina- fece mia madre, dandomi un ultimo caldo bacio sulla fronte: un piccolo in bocca al lupo per il primo giorno di scuola.
Dopo l'immancabile sistemazione delle mie cose con Ivan, tra un bacio ed un altro, potemmo sederci vicini (sempre con la porta della camera perennemente aperta) a chiacchierare un po'.
-Quindi a lavoro...tutto bene?-
-è stato molto bello- feci con un sorriso -Ho fatto anche conoscenze interessanti-
-Tipo?-
-Bhe...la mia compagna di stanza, Chiara, con cui ho legato davvero molto. Poi Alessandra, Alberto, Angelo, Filippo, Mauro...Stefano-
-Mi sembra che tu abbia legato molto con ragazzi- mi lanciò un'occhiata che non mi lasciò indifferente: non sembrava troppo felice della cosa.
Lo guardai con perplessità:
-Occhio, fai conquiste sempre e comunque tu- sembrava offeso, era così geloso e così adorabile allo stesso tempo.
-Scemo- feci io, dandogli un bacio sulle tempie. Ma non volli raccontargli di ciò che era accaduto con Stefano: si sarebbe ingelosito per nulla e non ero intenzionata a rovinargli l'umore.
-Scusa se sono geloso- disse imbronciato.
-Bhe...chi è che è andato in vacanza la sua ex?- feci io per puntualizzare.
Ivan mi guardò negli occhi, sorpreso della mia affermazione.
-Ma...eri gelosa? era per questo che eri fredda con me?-
-Mi pare più che normale!- esclamai io -Come faccio a stare tranquilla? Lei prova ancora qualcosa per te, è evidente!-
Ivan scosse la testa, e mi guardò con un'intensità tale che mi fece girare la testa.
-Anche se fosse a me non interessa-
Mi prese il volto tra le mani ed appoggiò la fronte sulla mia. Il suo respiro inondò i miei timpani. Prese una mia mano e se la portò al petto. Sentii il battito del suo cuore, così armonioso ma accelerato rispetto al solito.
-Lo senti Marina? E non solo questo! Questa mattina...hai sentito la mia eccitazione. Queste sono prove che dimostrano che io amo e voglio solo te-
-Scusami se sono insicura- mormorai, beandomi della sua dolcezza -è che ho paura di perderti-
Lui scosse la testa:
-Non mi perderai-
Annuii convinta, volendo credere a ciò che le sue labbra avevano appena pronunciato.
Vidi il suo sorriso che mi rassicurava e mi tranquillizzai.
Ci sedemmo sul balcone, osservando l'ultimo giorno d'estate che se ne andava.
Riprendere il ritmo ed immergersi nuovamente nella routine è traumatico. Non appena la sveglia suonò, sbuffai e la spensi, con il solo desiderio di dormire ancora. Sbadigliai e fissai la stanza buia per alcuni secondi, prima di decidermi ad accendere la luce ed alzarmi. Sempre sbadigliando, andai verso l'armadio ed indossai un semplice paio di jeans e una maglietta bianca e scesi le scale. Nemmeno il caffé riuscii a svegliarmi ma ci riuscii il bacio sulla fronte che mi diede Ivan appena arrivammo in fermata. E mi resi conto che stava iniziando il mio secondo anno in accademia, e che avrei rivisto le mie amiche. Per tutte le vacanze eravamo rimaste in contatto, raccontando ogni minima cosa che ci succedeva ma non poterle vedere fu duro, perciò da un lato, non mi pesò così tanto scendere nella zona delle scuole e vedere nuovamente l'imponente accademia che avevo davanti. Salutai Ivan e Celeste e, con ancora un po' di quella emozione che avevo l'anno prima, varcai la soglia.
Salii le scale insieme al fiume di studenti ed entrai nella mia amata 4B. Appena vidi Aria seduta in terza fila, mi illuminai e, senza salutare gli altri, mi tuffai tra le sue braccia.
-Ciao Aria!- esclamai felice.
-Piccola Mary!!- urlò, quasi assordandomi, ma la sua voce mi era mancata tantissimo. Non volevo più staccarmi da quell'abbraccio, stavo così bene ma dovetti, per poter salutare anche tutti i miei compagni che avevo ignorato, sentendomi in colpa.
-Ahh mi sei mancata così tanto- esclamò Aria sedendosi. -Guarda qua! Terza fila! Io e te qua e Elisa ed Amanda davanti a noi! Il contrario dello scorso anno-
Appoggiai lo zaino per terra ed annuii sorridendo.
Osservai la nostra classe, dov'erano già stati appesi attestati ai concorsi a cui avevamo partecipato, e fui felice di vedere che c'era scritto anche il mio nome con un carattere elegante.
-Allora- cominciò Aria sedendosi -Quando facciamo la nostra famosa uscita a quattro?-
-Proprio questo volevo chiederti!- esclamai -Tu ed Alex quando siete liberi?-
La mia amica ci pensò su:
-Il sabato non dovrebbe lavorare...quindi sarebbe perfetto-
Sorrisi raggiante.
-Credo vada bene anche per lui, chiederò-
L'arrivo di Elisa e di Amanda ci distrasse e ci catapultammo da loro e, non appena mi strinsi a loro, sentivo che tutto stava piano piano tornando al giusto posto.
 
-Va bene per me-
Eravamo in autobus, dopo un intenso primo giorno di scuola. Era stato bello rivedere Berto e tutti gli altri professori salutarci allegramente ma il pensiero fisso di tutti, era il fatto che bisognava dare ancora di più quell'anno.  Anche Ivan la pensava così, il liceo scientifico non era per nulla una passeggiata ma lui era un genio, il mio genio. Gli avevo raccontato della proposta di Aria ed aveva accettato volentieri. Mi appoggiai alla sua spalla mentre scrivevo un messaggio alla mia amica per darle conferma.
-Ivan...non hai paura del futuro?- chiesi ad un tratto. Mi guardò perplesso, probabilmente sorpreso.
-Come mai questa domanda?-
-Perché è il mio chiodo fisso da un po'.- non volli aggiungere altro per non voler esternare completamente le mie paure. Ci pensò su mentre mi accarezzava il braccio dolcemente.
-Penso sia normale avere paura...non sai cosa ti aspetta e forse non sarà positivo come vuoi. Però...da un lato potrebbe riservarti grandi cose. Sta a noi  decidere che strada prendere-
Le sue parole mi entrarono nel cuore. Le aveva dette con una tale serietà, con una tale passione che ero sicura che non avrei mai potute dimenticarle.
-Hai ragione..- mormorai mentre la mia pelle vibrava a causa delle sue carezze.
-Ma io ho una certezza...e sei tu piccola mia- mi prese il volto tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi. Il suo sguardo così caldo, così piacevole mi stava uccidendo l'anima.
Nonostante dovessi essere felice per quelle parole...ero inquieta. Come se dentro di me, qualcosa mi dicesse "Il peggio deve ancora arrivare"
La prima settimana di scuola passò con una lentezza inverosimile, cosa che mi portò a chiedermi se erano davvero passati solo cinque giorni quando arrivò il tanto agognato sabato. Saremmo usciti verso le sette per fare una breve passeggiata nel centro di Firenze e cenare insieme al sushi wok preferito di Aria. Nel primo pomeriggio potei abbandonarmi al riposo totale, di cui avevo davvero bisogno. Mi misi davanti al portatile a chattare con Caterina, anche lei a casa quel sabato pomeriggio. Per il resto, mi abbandonai alla musica com'ero ormai solita a fare. Quell'anno ero intenzionata ad imparare a suonare il pianoforte ed il violino, strumenti che amo con tutto il cuore, che riescono a darmi un senso di tranquillità ed armonia davvero sconvolgente. Ero davvero molto ansiosa di cominciare le lezioni di musica con Bernardi che mi avrebbe accompagnata anche in questa avventura.
Verso le sei, mi alzai e spensi il portatile, cominciando a prepararmi per l'uscita, con calma. Indossai un vestito nero semplice dalle maniche di pizzo e delle parigine bianche, abbinando i miei stivali bianchi con il tacco. Ivan mi stava aspettando in salotto, bellissimo come al solito. Si alzò dal divano non appena mi vide scendere le scale. Mi prese la mano e la strinse con la sua.
-Sei bellissima- mormorò con voce rauca.
-Anche tu- feci, arrossendo per il complimento che mi aveva appena fatto. Eh sì, ogni cosa che diceva mi mandava in tilt.
-Siete pronti?-
Serena avanzò velocemente verso la porta d'ingresso e ci guardò con un sorriso. Io ed Ivan annuimmo e la seguimmo a ruota verso l'auto, parcheggiata nel vialetto.
Aria e Alex ci aspettavo nel Piazzale delle scuole. Io e Ivan salutammo Serena e camminammo verso di loro. Erano immersi in una conversazione molto tranquilla, probabilmente parlavano del più e del meno. Mi soffermai sui tratti maturi del viso di Alex: era più alto di Aria, i capelli scuri un po' ribelli, e la barba leggera che contornava le sue labbra. Aria ci vide e ci salutò sbracciandosi. Sorrisi e la salutai con la mano.
-Ciao Marina! Ciao Ivan- fece non appena li raggiungemmo.
-Ehi!- esclamai sorridendo. Mi rivolsi ad Alex che ci osservava:
-è un piacere conoscerti finalmente!- feci contenta.
-Anche per me Marina!- ricambiò il mio sorriso e mi strinse la mano calorosamente.
-Io e te ci eravamo già visti no?- si rivolse ad Ivan in quale annuì.
-Grazie per aver accettato l'invito- riprese.
-Grazie a voi!- dissi io, parlando anche a nome di Ivan, che mi prese per mano.
Dopo un giro per Firenze, verso le otto raggiungemmo la nostra effettiva destinazione, parecchio affamati. Ci sedemmo in un tavolo vicino alle grande vetrate, e cominciammo a servirci da noi, grazie dal buffet di vari tipi di sushi e piatti tipicamente orientali. Tornai a sedermi soddisfatta e cominciai a mangiare, cercando di conservare un minimo di eleganza.
Finimmo di mangiare e, a pancia piena e con sorrisi stampati sulle labbra, riprendemmo a chiacchierare, così per rimanere insieme ancora.
-Alex, che strumenti sai suonare?- chiesi curiosa, mentre portavo alla bocca un sorso d'acqua.
-Chitarra principalmente. Ma anche batteria, basso, ukulele e flauto traverso-
-Potreste fare dei duetti insieme voi due! Magari suonare per qualche locale!- osservai guardandoli. Li immaginavo già sul palco insieme, ed ero sicura che nel cantare insieme, avrebbero brillato di luce propria. Guardai Ivan e gli diedi una leggera gomitata.
-Devi imparare a suonare uno strumento anche tu- feci imbronciata -Così possiamo cantare insieme-
Lui rise e mi scompigliò i capelli:
-Lo aggiungerò alla lista di cose che devo imparare, promesso-
Vidi un luccichio nei suoi occhi e capii che non lo aveva detto tanto per dire. Lo avrebbe davvero fatto per me?
-Ti amo- sussurrai arrossendo e mi sorrise, un sorriso capace di uccidermi.
La serata trascorse in armonia, facendo un ulteriore giro per Firenze, città che ormai adoravo per la storia che conteneva. Passammo di fronte alla chiesa di Santa Maria del Fiore e ne osservai la cupola, ricordandomi dai miei studi passati di storia dell'arte, di come Brunelleschi era riuscito a costruirla posizionando i mattoni a spina di pesce. Sorrisi mentre la guardavo, non capendone bene il motivo. Gli altri mi guardavano perplessi, e Ivan si avvicinò a me.
-Tutto bene?- mi chiese ed io annuii.
-è che sono felice- mormorai -e ho paura possa finire in fretta questa sensazione.-
Ivan sbuffò:
-Perché devi essere così paranoica piccola?- mi prese la mano e mi trascinò verso Alex ed Aria che ci stavano aspettando.
Tornammo a casa verso le undici. Dopo aver dato la buona notte a Serena, salimmo le scale diretti nelle rispettive camere.
-Buona notte- dissi ma lui mi prese per un braccio e mi fermò. Lo guardai interrogativa ma non rispose subito al mio sguardo. è un attimo: mi prese in braccio e mi trascinò nella sua camera. Mi adagiò sul letto, continuò a guardarmi intensamente, a leggermi dentro. Socchiuse gli occhi e cominciò a baciarmi lentamente, una lentezza esasperante.
Dal mio collo si avventò, famelico, sulle mie labbra, lasciandomi senza fiato e facendomi perdere la ragione. Morse le mie labbra, mi strappò gemiti di piacere ed iniziai a sentirmi accaldata. Ansimai mentre le sue mani si insinuavano nel mio vestito, ma non lo fermai, non volevo  si fermasse. Mi sfilò il vestito che cade a terra e riprese a baciarmi, dal ventre fino al collo per ricominciare di nuovo. Socchiusi gli occhi mentre mi beavo delle sue labbra ma non volevo accontentarmi: volevo potergli dare ciò che stava dando a me. Con una leggera spinta lo faccio stendere e mi posiziono a cavalcioni su di lui. Mi guardò sorpreso - ricordo ancora quello sguardo- ma subito sorrise e chiuse gli occhi come per dirmi "Fai di me ciò che vuoi". Le mie mani vagavano sotto la sua maglietta così da potergliela sfilare. Ammirai il suo corpo che amo da morire, le sue spalle perfette, gli addominali accentuati e cominciai farli conoscere anche alle mie labbra, oltre che alla mia vista. Il lobo dell'orecchio fu il primo punto che volli assaporare. Mi ci avventai vogliosa ed affamata di lui, succhiandolo e mordicchiandolo, mentre le mie mani continuavano ed accarezzare il suo corpo. Lo sentivo gemere leggermente e sorrisi per aver raggiunto il mio intento.
-Mi farai impazzire così- sussurrò baciandomi il collo.
-Anche tu. Mi stai mandando fuori di testa Ivan. Ma amo il modo in cui lo fai-
Sorrise contro la mia pelle. Circondò con le braccia i miei fianchi, stringendomi forte a lui. Di nuovo quella sensazione. La sua mascolinità pulsava, la sentivo ma non reagii come qualche giorno prima. Lo eccitavo, lui mi voleva.
-Ti amo tanto- mormorai prima di alzarmi e posargli un bacio sulla fronte.
-Perché vai via?- si lamentò corrucciandosi.
-Lo sai che regole ci sono state imposte- dissi recuperando il vestito dal pavimento.
-Ma io voglio stare con te- si imbronciò, sembrava un bambino. Risi e lo baciai a fior di labbra.
-Lo so- sussurrai -Anche io ma sono stanca. Buona notte-
Mi sorrise tristemente.
-Notte piccola-
 
 
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Buona seraa
sono la prima che ringhia quando le storie che segue non vengono aggiornata, e sto andando a rilento anche io. Le ragioni principali sono due: la prima è l'università che mi sfianca e non mi lascia tempo per scrivere; la seconda è che, oltre al poco tempo, sono anche bloccata con un capitolo più avanti. So bene come finire la storia ma non come arrivare a quel punto. è da quasi due anni che la sto scrivendo, sono tantissimiii! Comunque, questo capitolo è di passaggio, è pieno di sdolcinatezza che vomito arcobaleni quasi. Ma sono così carini i nostri due innamorati! Vero? Ad ogni modo, ci vediamo al prossimo aggiornamento
Baci
Lena
   
 
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