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Autore: kiku77    14/10/2016    3 recensioni
Chi possiede la ricetta perfetta per crescere senza cadere, senza sbagliare?
Nessuno.
Non la conosce chi non sa bene cosa vuole, come Yukari.
Ma nemmeno chi sembra avere le idee chiare da sempre, come Genzo…
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Yukari entra in casa e sua madre, quando si rende conto della sua presenza, si apre in un sorriso luminoso.
“Sorpresa…”
La donna le si avvicina, l’abbraccia, le stringe le mani, “ti aspettavo fra qualche giorno. Mi hai proprio fatto una sorpresa!” ribadisce, mostrando tutta la sua felicità.
Yukari annuisce, togliendosi i sandali, posando la borsa all’entrata.
Per quanto sia felice di essere a casa, non riesce a nascondere un po’ di agitazione.
Spiega rapidamente che ha avuto un passaggio da Genzo e racconta a grandi linee gli ultimi accadimenti, facendo attenzione a non menzionare troppo il portiere.
La signora Nishimoto ascolta tutto con attenzione, mentre le due si dirigono in cucina per il tè.
“Dovrai sdebitarti del favore.”
Yukari alza lo sguardo, mentre si è già seduta e sta sfogliando il quotidiano lasciato sul tavolo.
“Quale favore?”
“Beh, Genzo ti ha accompagnato a casa. Sarebbe carino se lo invitassi a cena, no?”
La ragazza fa finta di niente, “vedremo… sai che è molto impegnato.”
“Sì, sì, ma dovrà pur mangiare anche lui, no?”
Yukari abbassa la testa; per un attimo vorrebbe essere come sua madre: semplice, lineare, pane al pane vino al vino.
Sente che la voglia di piangere e gridare è più forte di tutto il resto, così, con una stupida scusa, va in camera, e si stende  a letto.
Esce soltanto all’ora di cena, quando rientra suo padre, il quale, ritrovandosela di fronte, scoppia in una risata piena di colore.
Si abbracciano e prendono posto a tavola.
Con molta pazienza Yukari risponde a tutte le domande e, come spesso le accade negli ultimi periodi, riesce a mantenere una calma sovrumana, considerando la sua indole.
Dopo cena, resta ancora lì a parlare con i suoi, poi, sempre senza dare l’idea di essere insofferente, se ne va a dormire.

Genzo attraversa il lungo viale che porta a villa Wakabayashi.
Parcheggia l’auto e rimane un po’ lì fuori, di fronte ad un roseto.
“Campione…” sussurra un signore, avanzando.
“Nonno!” esclama il portiere, sorpreso; “pensavo fossi in montagna.”
L'uomo si avvicina e si mette a controllare le rose, una ad una, “siamo tornati ieri. La nonna si era stancata di stare lassù. Le mancava villa Wakabayashi.”
Come darle torto?
Soltanto il parco meriterebbe di passarci giornate intere.
“Già…”
I due si avvicinano, si stringono la mano, all’occidentale.
“Sei sempre più forte.”
“Dici?” domanda il giovane.
“Sì. Ti aspetta un futuro radioso. La nonna lo dice sempre.”
Genzo si mette le mani in tasca, “beh… ho avuto anche le mie picchiate a terra.”
“Quelle servono per avere la spinta, e salire più in alto.”
“Mi fido delle tue valutazioni.”
“Io sono vecchio, vedo lontano. Se uno della mia età dice una cosa del genere, è perché ne è sicuro.”
Genzo annuisce, guarda altrove.
L’anziano lo nota con la coda dell’occhio.
“So che hai dovuto affrontare diversi ostacoli, però ora è acqua passata, no?”
“Sì, direi di sì.”
“Allora perché hai l’aria triste?”
Il portiere indietreggia, senza farlo troppo notare.
“Non sono triste…”
“C’è qualcosa che ti preoccupa?”
“No, niente.”
Il vecchio si solleva, con qualche foglia secca fra le mani, “meglio così.”
I due restano ancora qualche minuto uno accanto all’altro, ad osservare magnifici fiori, bellissimi colori.
“Andiamo dentro?”
Genzo fa sì con la testa e segue il nonno verso l’interno.
 

Yukari si sveglia di buon’ora.
Si fa la doccia poi si dirige in cucina per la colazione.
Si siede al tavolo e realizza che ha lo stomaco sottosopra. Inizia l’attesa di una telefonata e tutti i demoni si svegliano.
“Ti preparo il tè o il caffè?” chiede la madre, osservandola dall’alto verso il basso.
“Bevo solo un po’ d’acqua. Non mi sento molto bene.”
La donna riempie un bicchiere e glielo porge, senza domandare altro.
Yukari beve a piccoli sorsi e accompagna il tutto con smorfie che somigliano a dolore.
Si alza e ritorna in camera per vestirsi. Controlla il cellulare mille volte nello spazio di cinque minuti. Comprende subito che deve trovarsi qualcosa da fare per tenersi occupata altrimenti impazzirà.
Torna in cucina, prova a capire il piano della giornata, ma sua madre sembra essere perfettamente in pari con tutti i lavori domestici.
Legge un articolo di giornale poi fortunatamente suonano il campanello.
Yukari si precipita alla porta.
“Sanae!” esclama, ritrovandosi l’amica di fronte.
Anego sorride, e poi l’abbraccia affettuosamente.
Le due amiche si salutano calorosamente, fino a che non si ritrovano sedute in salotto.
“Quando sei arrivata?” domanda Yukari, sollevata.
“Due giorni fa. Genzo ha detto a Tsubasa che ti ha accompagnato a casa, così ho saputo che eri qui.”
Yukari distoglie lo sguardo, per sminuire la situazione, “sì… mi ha dato un passaggio.”
Sanae non dà nemmeno peso alla sua osservazione: da ciò Yukari capisce che il portiere ha mantenuto tutta la sua riservatezza.
“E’ stato gentile.”
“Sì…”
“Dovrai sdebitarti.”
“Me l’ha già ricordato mia madre. Non ti ci mettere anche tu” replica secca lei.
Anego la osserva, con un certo disappunto.
“Sono queste le risposte che t’insegnano all’università?”
“Dai Sanae, sai cosa volevo dire… appena potrò, mi sdebiterò. In fondo non ha salvato il mondo. Mi ha dato un passaggio e basta.”
Sanae fissa il suo tè e non risponde.
Cala un momento di assoluto gelo fra le due, ma dura il tempo di un brivido.
Il cellulare di Anego inizia a vibrare ed è un susseguirsi di messaggi.
“Scusami… sono notifiche alle ultime foto postate sui social.”
“Figurati, fai pure il tuo comodo.”
La moglie del capitano si concentra sul cellulare per diversi minuti, poi lo spegne e torna al suo tè.
Parlano del più e del meno, scambiandosi impressioni ed idee.
Cercano di stabilire un contatto e, così facendo, si aggrappano alla chimica che da sempre le tiene unite.
Tuttavia, entrambe sentono che è ormai cambiato tutto fra loro. Non si sentono estranee, ma quasi.
Yukari dà un’occhiata al cellulare e si lascia andare ad un’espressione di totale desolazione.
“Aspetti qualcuno?” domanda Anego.
“No. Non aspetto niente. Non aspetto nessuno.”

--
Ciao a tutti^^
Sia Genzo che Yukari stanno cercando di tenere a freno le loro emozioni; Genzo forse riesce meglio, mentre Yukari sta facendo veramente fatica…


Grazie mille a tutte le persone che stanno dando una possibilità a questa storia e grazie di cuore a coloro che commentano^^

A presto
kiku

   
 
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