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Autore: Robigna88    14/10/2016    1 recensioni
Allison Morgan credeva di essersi lasciata alle spalle gli Originali con i loro drammi, i loro segreti e quel sempre e per sempre in nome del quale avrebbero fatto qualunque cosa. Sono suoi amici e vuole loro bene ma ha già abbastanza problemi e nemici di cui occuparsi e non vuole avere a che fare anche con quelli dei Mikaelson. Questo fino a quando Rebekah non la chiama in cerca di un aiuto per trovare un posto sicuro per lei e la piccola Hope e orde di cacciatori sono pronti a raggiungere New Orleans in seguito a strani avvenimenti che hanno attirato la loro attenzione. Allison si sente in dovere di avvertire Klaus ed Elijah; solo avvertirli e niente di più. Una volta arrivata nella città del Quartiere Francese però, tutto cambia e lei viene risucchiata dai loro problemi, come già le era successo in passato. Decide quindi di rimanere per un po'. Nel frattempo, in Kansas, Dean e Sam Winchester, avvertito il tumulto tra i cacciatori decidono di partire per New Orleans ed indagare senza sapere però che quel caso-non caso li condurrà dritti dalla loro amica cacciatrice e dai suoi strani amici.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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17.

ALLISON

 

 

 

 

 

Allison si versò una tazza di caffè e ne bevve un lungo sorso prima di accendere il suo portatile e far partire una chiamata Skype verso Sam; SammyW83 era il suo nickname. Pensò che voleva suggerirgli di cambiarlo, era decisamente troppo banale.

“Hey!” esclamò proprio lui rispondendo e il suo viso sveglio e gentile comparve sullo schermo. “Hai l’aria stanca.”

“Buongiorno anche a te Sammy, anche tu hai un aspetto magnifico” gli disse ironica Allison.

“Sai cosa intendo” Sam ridacchiò. “Che succede?”

La donna si strinse nelle spalle. “Mi annoiavo e così ho pensato di farvi un saluto anche per chiedervi se avete qualcosa tra le mani, un caso qualunque. Mi annoio a stare ferma.”

“Ferma? Credevo che a New Orleans il male non dormisse mai.”

“Non lo fa infatti, è sempre sveglio ma per vivere le più grandi delle avventure dovrei stare con gli Originali e io ed Elijah… beh diciamo che non siamo proprio in ottimi rapporti ultimamente. Anzi, non abbiamo proprio un rapporto, pare.”

“Pare?” il viso curioso di Dean comparve accanto a quello di Sam. “Che significa pare? E perché hai l’aria di una che non dorme da giorni?”

Allison lo guardò perplessa. “Sei rimasto nascosto alla telecamera per tutto questo tempo?”

“Stavo facendo colazione; pizza rimasta ieri.”

“La colazione dei campioni” lo prese in giro lei. “Dov’è Cass?”

“Sono qui!” una mano apparve nello schermo.

“Bene, quindi ci siamo tutti. Allora ditemi, qual è il prossimo caso? Un mutaforma, un licantropo, una strega? O magari qualcosa di più… esotico come un Shōjō?”

“Non abbiamo niente per le mani” Sam scosse il capo. “Non al momento almeno.”

Il viso di Allison si tinse di una specie di delusione, era più noia a dire il vero. “Capisco. Beh credo che comunque vi raggiungerò, non mi va di stare qui. Forse comunque nessuno mi ci vuole qui.”

“Ti ci voglio io” intervenne Marcel facendo arrivando dalla camera da letto. “Con chi stai parlando?”

“Con i Winchester e Cass” replicò lei senza guardarlo, ma facendosi poco di lato quando lui la raggiunse per guardare nel computer.

“Ciao ragazzi” salutò Sam e Dean e anche Cass che si era piegato poco per farsi vedere.

“Hey Marcel” replicò Sam, ma gli altri rimasero in silenzio; Cass perché non lo conosceva, Dean perché stava mettendo insieme i pezzi.

“Devo andare” il vampiro diede un bacio sulla guancia ad Allison e salutò lo schermo. “A dopo.”

“A dopo” gli disse Allison tornando a guardare i visi dei suoi amici, ognuno dei quali colorato di un sentimento diverso; l’angelo era perplesso, il minore dei Winchester imbarazzato, il maggiore invece sorrideva malizioso. “Cosa c’è?”

“Ora capisco perché hai l’aria stanca come se non dormissi da giorni, forse davvero non dormi da un po’ ” rispose proprio lui. “Da quanto va avanti?”

“Da non sono affari tuoi” la cacciatrice si mise in piedi. “Verrò a trovarvi presto, vi voglio bene. Ciao.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Se Allison avesse detto che sentire Klaus quel giorno non l’aveva colta di sorpresa avrebbe mentito. La sua indifferenza non l’aveva ferita come quella di Elijah perché lei e l’Ibrido condividevano una storia diversa rispetto a quella che condivideva con l’Originale Elegante e perché Klaus era fatto in quel modo; abituato a voler bene solo a modo suo, un modo che non era proprio il migliore ma che era l’unico. Le aveva telefonato durante l’ora di pranzo mentre lei stava mangiando del cibo cinese da sola, seduta a tavola, in attesa che fosse l’ora giusta per andare ad allenarsi con Marcel e i suoi vampiri. La cacciatrice odiava quella versione di sé, non era abituata a starsene ore in casa a rigirarsi i pollici in attesa di simulare combattimenti con novelli vampiri… ma d’altronde, si accorse, non era abituata neppure ai rapporti di solo divertimento senza coinvolgimento. Eppure da quando era a New Orleans aveva finito con il fare molte cose che prima non avrebbe neppure pensato di fare.

Quando Klaus l’aveva chiamata chiedendole di raggiungerlo a Baton Rouge il prima possibile e dettandole un indirizzo che lei aveva segnato su un fazzoletto di carta, Allison aveva protestato dicendo che stava pranzando e che se davvero aveva bisogno di lei avrebbe dovuto aspettare precisandogli anche che era fin troppo gentile da parte sua aiutarlo, soprattutto considerato il modo in cui tutti l’avevano trattata negli ultimi tempi, o non trattata visto che l’indifferenza aveva fatto da padrona. Lui le aveva risposto di non lamentarsi, ho saputo che da circa un mese hai trovato qualcuno capace di darti tutta la compagnia che desideri le aveva detto, riferendosi ovviamente a Marcel.

La cacciatrice aveva riattaccato e aveva riflettuto sulla possibilità di non andare, ma alla fine si era messa in auto e aveva guidato fino a Baton Rouge, accorgendosi solo quando era quasi arrivata a destinazione che conosceva quel posto fin troppo bene. Parcheggiò l’auto e sospirò scendendo; era confusa e alla confusione si aggiunse la sorpresa quando vide Elijah aspettarla all’entrata di quell’edificio che le stava davanti.

Le sorrideva con un’espressione dolce, la guardava con occhi pieni di attesa. “Elijah” gli disse raggiungendolo. “Che sta succedendo? Perché siamo qui?”

Lui fece qualche passo avanti fino ad esserle vicino e le si mise accanto voltandosi a guardare di nuovo la struttura di fronte; la scuola di musica che lei voleva comprare, per l’esattezza. “Voglio mostrarti una cosa” le porse la mano e la guardò in attesa che lei la prendesse. Poi la guidò dentro la scuola, fino ad una stanza dove c’era un pianoforte sul quale era poggiato un fascicolo pieno di fogli. “Saresti così gentile da mettere alcune firme?”

Allison corrugò la fronte. “Cosa sono?”

“I documenti che attestano che questo posto è tuo, alla memoria di Alice Rosenberg” le spiegò, resistendo ad una miriade di impulsi diversi quando lei lo guardò con gli occhi pieni di emozione. “Mi è parso di capire che ci tenessi parecchio e così ho fatto quattro chiacchiere con chi di dovere; mi ci è voluta un po’ di persuasione ma sai bene che la capacità di convincere qualcuno, per così dire, fa parte della mia natura.”

“Non so cosa dire.”

Elijah allungò la mano e le asciugò il viso bagnato da alcune lacrime con il movimento delicato del pollice. “Non devi dire nulla, solo firmare e poi farmi un sorriso. Non c’è niente che io desideri di più se non vedere quelle belle fossette che ti escono sulle guance ogni volta che sorridi.”

Lei lo fece, sorrise con dolcezza, asciugandosi gli occhi alla luce fioca della stanza. Poi lo abbracciò, stringendolo con tutta la forza che aveva, lasciando che le braccia forti dell’Originale la avvolgessero completamente. “Grazie” gli sussurrò.

“Non c’è di che” il vampiro ruppe l’abbraccio ma le strinse le mani e abbassò lo sguardo. “Mi dispiace di averti evitata in questi giorni” le disse. “È solo che…”

“Non devi scusarti Elijah” lo interruppe lei. “O meglio sì, dovresti ma non è necessario. Ho capito; il bacio che ci siamo dati quando mi hai tirata fuori da quella grotta è stato un impulso dettato dal momento. Eravamo entrambi spaventati e sollevati al tempo stesso, io di essere viva, tu che io fossi viva” sorrise. “Non fa niente, forse non avrebbe neppure funzionato in fondo. Io non voglio essere un ripiego e tu sei ovviamente innamorato di qualcun altro. Non mi guardi come guardi lei e a lungo andare la cosa mi sarebbe pesata parecchio. Va bene così, io e te siamo legati da un legame speciale, non è necessario etichettarlo in qualche modo preciso, non credi anche tu?” parlò tutta d’un fiato, sperando che la rapidità con cui le parole le uscivano di bocca fosse capace di nascondere la verità; non era quello che voleva dire, non credeva ad una sola parola appena detta.

Ma lo amava e preferiva farlo in silenzio piuttosto che continuare in quell’imbarazzante gelo che impediva loro ogni tipo di contatto.

“Sì” replicò lui dopo qualche secondo, con un sorriso quasi accondiscendente. “Sì, lo credo anche io.” Mentì, perché non ci credeva. Ma la amava e sentiva che quello era l’unico modo per non perdere ogni cosa di lei.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

A Freya non era mai capitato di avere delle visioni riguardanti persone che non aveva mai incontrato; di solito le immagini che ogni tanto le facevano visita, - brevi flash di un possibile futuro - riguardavano la sua famiglia, prima ancora che diventasse parte integrante di quel gruppo di fratelli che aveva desiderato conoscere per tutta la vita. Quel giorno, fare quello strano sogno la colse di sorpresa e la spaventò.

Finiva col fuoco, con la morte, e sembrava tristemente inevitabile. Non sapeva chi fosse la bella donna che moriva in modo atroce ma sapeva che stava molto a cuore alla sua famiglia, a Elijah soprattutto. Lo aveva visto, nella sua notte irrequieta, piangere disperato per quella morte, trasformarsi in qualcosa di terribile per colpa del dolore e della disperazione. Lo aveva visto smarrito come credeva non fosse mai stato. Aveva visto la bestia dietro il bel vestito e l’atteggiamento gentile.

Frettolosamente raggiunse la tenuta, incontrando Klaus non appena arrivò. Il suo diffidente fratello stava raccontando una storia a sua figlia, quella dolce bambina dal futuro incerto, ma smise di parlare non appena la vide.

“Cosa vuoi in casa mia?” le chiese, senza nascondere il fatto che non si fidava di lei, che non gli piaceva e non credeva a niente di quello che aveva raccontato.

“Qualcosa di terribile sta per accadere” mormorò Freya tremando, spaventata e infreddolita: due conseguenze della violenza delle sue visioni. “Ho fatto un sogno, un sogno orribile. C’era una donna, ho visto la sua morte e ho visto le fiamme. Ho visto Elijah piangere per lei. L’ho visto perdere il controllo alla ricerca della vendetta. Era tremendo e doloroso” raccontò, la voce tremante, gli occhi pieni di lacrime.

“Di che donna parli?” Klaus le si avvicinò di qualche passo.

“Era qualcuno che nostro fratello ama moltissimo. L’unica donna che so per certo avere un posto speciale nel cuore di Elijah è Hayley ma non era lei e non so chi fosse, il suo viso era del tutto nuovo per me.”

L’Ibrido diede un bacio sulla fronte a sua figlia, poi la mise a sedere su un grande tappeto nel centro della stanza e sospirò. “Lo so io” mormorò amaramente. “Questa tragedia, quando dovrebbe avvenire?”

“Non lo so” la strega scosse il capo. “Forse è già avvenuta, forse domani o fra un’ora o fra un anno… non lo so” ripeté. “Ma chiunque lei sia è in pericolo.”

Klaus tirò fuori dalla tasca il cellulare e compose un numero. Una parte di sé sperava che nessuno avrebbe risposto, l’altra si augurava il contrario. Al terzo squillo il suono del cellulare si fece vicino ed Elijah entrò in casa guardandolo perplesso.

“Freya” salutò sua sorella. “Che succede? Sembri sconvolta.”

“Nostra sorella ha avuto un incubo. Una donna moriva atrocemente e tu piangevi disperato per lei. Poi diventavi un mostro alla ricerca di una spietata vendetta.” Spiegò Klaus. “Non era Hayley però a quanto pare. Quindi dimmi, esclusa Gia per la quale, siamo onesti, provi più che altro una forte attrazione, la morte di quale altra donna sarebbe capace di scatenare la bestia che c’è in te?”

Gli occhi di Elijah si tinsero di terrore. “Allison” sussurrò.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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