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8- TALES OF GORE
How soft your fields so green can whisper tales of gore …
(Immigrant song- Led Zeppelin)
Era notte ormai. Il Cavaliere camminava su quello che era stato il campo di battaglia. Regnava un silenzio infinito, nel quale misteriose creature attendevano e come lui si aggiravano tra i cadaveri lasciati a terra. Doveva usare attenzione a guidare Temerario, perché non inciampasse.
Quello era un momento che il Cavaliere amava al pari dello scontro. Non avrebbe tollerato la presenza di nessuno: era un momento troppo prezioso per essere diviso con altri. Il sangue sui vestiti, il sangue sulla spada, il sangue sul manto di Temerario diveniva allora qualcosa di estremamente sacro, a cui lui solo era iniziato.
E quando il suo piede incontrava una testa mozzata nulla lo faceva sentire tanto in pace quanto sapere d’essere stato lui a versare quel sangue che impregnava il terreno. Perché lui sapeva come tutto fosse crudele e magnifico e come la vita chiamasse la morte e la morte chiedesse la vita, e sapeva, sapeva con certezza che solo dove lui aveva ucciso sarebbe cresciuta l’erba più verde e più viva a sussurrare infiniti racconti di sangue.