Thoughts like demons

«So all of them, every damn demon… they’re all human, once?»
«Everyone I’ve ever met. (…)
Most of them forgot what that means.
Or even that they were.
That’s what happens when you go to Hell, Dean.
That’s what Hell is: forgetting what you are».
 
 Dean and Ruby in “Malleus Maleficarum”

 
 
Il cimitero è parecchio umido, di notte. Tanto che sente la camicia appiccicarsi alla pelle e il freddo arrivargli alle ossa. Non solo per colpa dell’aria gelata, però.
Affonda la pala sul terreno e ne spinge la testa verso il basso col piede, guardando Sam fare lo stesso.
 
È ciò che farai anche a me? Scaverai una buca e mi lascerai marcire lì sotto?
 
La testa di Dean viaggia veloce, da qualche tempo. Soprattutto da quando Ruby gli ha rivelato il suo destino ed è una domanda, più di altre, a ronzargli nel cervello come una mosca fastidiosa: quanto ci mette un’anima a diventare nera?
 
Osserva Sam rimuovere la terra umida e gettarla indietro.
È inconsapevole dell’Inferno che vive nella sua testa e lo rimarrà a lungo, troppo terrorizzato da ciò che accadrà da qui a breve per parlargliene, qualcosa a cui Dean sa di non poter sfuggire: ne è stato lui stesso l’artefice.
 
Stringe il bastone della pala tra le dita e la spinge più a fondo, spostando un’altra zolla di terra.
Scaverà ancora, fino a intravedere il coperchio della bara di legno e aprirla per consentire al malcapitato a cui bruceranno le ossa di prendere aria, quella che manca a lui all’ennesimo brutto pensiero: che tempo fa, all’Inferno?