Capitolo 5- “I due fratelli”
-Hai
intenzione di andare a vedere gli esami di ammissione domani?-fece
Zane, mentre riordinava le magliette nel suo armadio, dando le spalle
alla ragazza. I due Obelisk si trovavano nella camera dello studente,
nell’edificio del dormitorio blu. Settembre era ormai alle
porte e
con la fine dell’estate sarebbero anche giunti i tanto temuti
esami
d’ammissione e il secondo periodo dell’anno
scolastico.
-Mi
piacerebbe, ma Sheppard mi ha vietato di allontanarmi
dall’isola.-gli
rispose Yomi, sdraiandosi di schiena sul letto dell’altro.
-Perché?-chiese
l’altro, voltandosi sorpreso.
-Non
lo so…-gli fece l’altra, alzando le spalle.
-Se
vuoi posso andare a dare un’occhiata al posto tuo.
-Lo
faresti davvero?
-Per
me non è un problema. Inoltre sono curioso di vedere come se
la
cavano le future matricole, tuo fratello compreso.-le rispose Zane.
-Allora
grazie!
-Figurati.
Detto
questo, lo studente prese una grossa scatola che si trovava su uno
degli ultimi ripiani dell’armadio e la posò in
terra, vicino al
letto.
-Cosa
c’è lì dentro?-chiese Yomi, curiosa.
Aveva notato lo sforzo
fisico che aveva fatto l’altro e si stava chiedendo cosa ci
fosse
dentro di pesante.
-Appunti…
-Appunti?
-Di
due anni fa…-precisò l’Obelisk, aprendo
la scatole e dando
un’occhiata dentro, per controllare che non ci fosse niente
di
importante.
-Li
hai tenuti tutti?-lo squadrò l’altra, alzando il
sopracciglio.
-Pensavo
che mi sarebbero potuti essere utili, ma adesso ne ho fin troppi e
non so più dove metterli. Credo che mi toccherà
buttarli via, però
un po’ mi dispiace…
-Non
capisco perché li hai tenuti…
-Scommetto
che tu li avresti buttati via, dico bene?
-Se
non servono, perché tenerli?
Zane
sorrise alla fidanzata ma senza rispondere, poi prese la scatola, se
la issò in braccio, cercando di non perdere
l’equilibrio sotto il
suo peso, e si diresse verso la porta.
-Vuoi
una mano?-gli fece la ragazza, mettendosi a sedere.
-No,
ce la faccio anche da solo. Aspettami pure qui…-le rispose
l’Obelisk. Poi uscì dalla stanza, lasciando la
porta leggermente
aperta.
-Che
testone! A volte non riesco davvero a
capirlo…-mormorò Yomi,
girandosi dall’altra parte, in modo da dare le spalle
all’ingresso.
“Adesso
che ci penso, ormai è passato più di un anno da
quando l’ho
conosciuto. Sono cambiate tantissime cose in questo periodo di tempo
ed anche io sono cambiata tantissimo. No, forse dovrei dire che sono
tornata quella di una volta… Loro sono riusciti a fare
breccia
nella mia armatura e io dovrei solo ritenermi fortunata. Non tutti
hanno la fortuna di riuscire a gettarsi il passato alle spalle e a
riniziare da capo. Ho avuto la fortuna di conoscere delle persone
fantastiche che mi hanno sostenuto e mi hanno aiutato a superare i
miei complessi e le mie paure. Dovrei davvero ritenermi
fortunata...”
Ormai
erano dieci minuti che si trovava da sola nella camera, quando il suo
sguardo cadde sul comodino del ragazzo. In fila, una accanto
all’altra, c’erano tre portafoto, rettangolari e
dalla cornice
bianco lucido. Erano tutte e tre rivolte verso la parete, in modo da
nascondere le foto che contenevano ad occhi indiscreti.
“Non
credo di averle mai viste prima d’ora. E non mi sorprende il
fatto
che le abbia girate! E’ talmente riservato che scommetto
trovava
fastidioso che chiunque potesse vedere i suoi preziosi
ricordi.”
pensò, mentre si alzava e si avvicinava al mobiletto,
curiosa di
vedere cosa contenevano. Le girò e, con sua grande sorpresa,
vide
che erano vuote.
-Non
contengono nessuna foto… Questo è davvero strano!
Perché dovrebbe
tenere tre cornici vuote? Non ha senso nemmeno per il suo assurdo
modo di pensare…-mormorò tra sé e
sé, mentre rimetteva gli
oggetti al loro posto. In quello stesso momento, l’Obelisk
rientrò
nella stanza.
-Che
stai facendo?-fece Zane, sorpreso di vedere la ragazza in piedi di
fronte al comodino.
-Niente,
stavo solo guardando queste cornici. Pensavo che ci avessi messo
delle foto e invece sono vuote…
-In
realtà, fino a qualche tempo fa
c’erano…-la interruppe l’altro,
mentre richiudeva la porta alle sue spalle.
-Davvero?
E perché l’hai tolte?
-Mi
mettevano tristezza quando le guardavo. Alla fine, però, non
ho
bisogno di ricordi fittizzi; mi bastano quelli che conservo qui
dentro.-disse Zane, indicandosi la parte sinistra del petto. Yomi lo
guardò per qualche secondo, senza rispondere, poi
abbassò gli
occhi.
-Ho
detto qualcosa di sbagliato?-chiese l’altro, notando la
strana
reazione della ragazza.
-Mi
stavo solo chiedendo se non fosse un po’ triste…
Anche se
conservi quei ricordi nel tuo cuore, credo che tenere delle
fotografie sia ugualmente importante. Almeno sei sicuro che non
dimenticherai…
-Guarda
che non l’ho buttate, le conservo ancora in un cassetto
segreto. Le
ritengo solamente troppo personali per lasciarle in bella mostra in
camera. Tutto qui!
-Dovevo
immaginarlo…-fece l’altra, sbuffando. Poi,
incrociò entrambe le
braccia al petto e disse:
-Comunque,
domani dovrai seguire attentamente l’esame e tenermi
informata
costantemente su tutto quello che succede. D’accordo?
-Non
preoccuparti, sono sicuro che tuo fratello riuscirà ad
essere
ammesso.-commentò l’altro, accennando un sorriso.
-Non
sono mica preoccupata!
-Bugiarda…
Yomi
lo squadrò per qualche secondo, poi, cercando di fare finta
di
nulla, continuò:
-Bè,
comunque, sono sicura che anche tuo fratello riuscirà a
passare
l’esame…
-Lo
spero per lui.
-Dovresti
avere più fiducia in lui!-lo rimproverò
l’altra, mettendosi
entrambe le mani sui fianchi.
-Tu
non lo conosci; Syrus non è un bravo duellante e continuo a
pensare
che questo non sia il posto adatto a lui. Non vorrei che abbia deciso
di iscriversi qui solo per seguire le mie impronte; sarebbe il suo
errore più grande.
-L’ha
già fatto? Intendo, fare una cosa solo perché
l’hai fatta tu…
Zane
la fissò per qualche secondo, pensieroso; poi si
grattò la testa e
disse:
-L’ha
sempre fatto. Quando eravamo più piccoli, faceva tutto
quello che
facevo io e cercava di emularmi in ogni cosa. Voleva essere come me,
sempre e in tutto. Non mi è mai importato il fatto che
continuasse a
fare ciò che facevo io, però non ho mai capito
perché lo facesse
dal momento che siamo due persone diverse. Siamo completamente
diversi, abbiamo gusti diversi e modi diversi di porci, non ha senso
che cerchi di fare ciò che faccio io. Dovrebbe piuttosto
trovare una
via tutta sua. E’ per questo che non sono mai stato convinto
della
scelta che ha fatto. E, ad essere sincero, spero davvero che venga
bocciato…
-Non
dovresti pensare a una cosa del genere. Sei suo fratello; se non hai
fiducia te in lui, non l’avrà
nessun’altro.
L’Obelisk
si lasciò scappare una risatina.
-Guarda
che è un discorso serio e importante! Oggi sei veramente
antipatico!-sbottò l’altra, infastidita.
-Lo
so, scusami. Stavo solo pensando che tu sei davvero una persona
migliore di me e non riesci ancora a rendertene conto.
-Io
non sono migliore di nessuno e di certo non sono migliore di te.
-Forse
no, ma hai delle qualità che vorrei avere io. Mi piacerebbe
avere
con Syrus lo stesso rapporto che condividi con tuo fratello; sono
sicuro che risolverebbe gran parte dei nostri problemi.
-I
tuoi problemi con tuo fratello sono dovuti al fatto che insisti con
il non comunicare con lui. Se non ci parli chiaramente, non puoi
pretendere di appianare le vostre divergenze.
-Ormai
è passato talmente tanto tempo che non credo abbia senso
iniziare a
farlo ora…
-Non
sono assolutamente d’accordo, ma non posso costringerti a
fare ciò
che non vuoi.
-Yomi…
-Ricordati
di tenermi informata su quello che succederà
domani…
Detto
questo, la studentessa del secondo anno salutò il ragazzo
con un
gesto della mano ed uscì dalla stanza, lasciandolo da solo.
“Sono
veramente fortunato ad avere una ragazza come lei! E’ molto
più
saggia ed intelligente di quanto dimostri, anche se qualche volta
è
intrattabile. Ma posso sopportare tutti i suoi difetti peggiori se
questo significa poter continuare a camminargli
accanto…” pensò
Zane, mentre osservava dalla finestra la studentessa uscire dal
portone dell’edificio Obelisk.
***
Erano
trascorsi due giorni dalla fine dell’esame
d’ammissione e dalla
pubblicazione dei risultati. Gli studenti ammessi avrebbero dovuto
raggiungere l’isola nel giro di poche ore e il giorno dopo
sarebbero dovute riniziare le lezioni. Quella mattina, Yomi stava
correndo verso l’edificio Slifer, per avvertire Chumley dei
nuovi
compagni che, di lì a poco, sarebbero dovuti arrivare.
Qualche ora
prima aveva visto atterrare un elicottero ed aveva immaginato che
fosse quello che trasportava i nuovi studenti e, eccitata
all’idea
di poter rivedere il fratello, aveva deciso di condividere la sua
gioia con l’amico del dormitorio rosso.
“Sono
sicura che sarà contento all’idea di avere nuovi
compagni! Magari
è la volta buona che riesco a tirarlo fuori da camera
sua… Spero
che si degnerà perlomeno di ascoltarmi. Forse, questa volta
riesco
pure a parlarci faccia a faccia, invece che attraverso la
porta!”
pensava, mentre saliva velocemente i gradini che portavano al piano
superiore del piccolo edificio fatiscente e si dirigeva verso la
stanza dell’amico. Poi, senza nemmeno bussare, la
spalancò,
strillando il nome dell’amico.
Dentro,
proprio in piedi di fronte all’ingresso, con sua grande
sorpresa,
trovò due ragazzini con la divisa rossa, spaventati per il
suo
brusco ingresso. Uno dei due era molto familiare, con i soliti
capelli castani e spettinati che ricordava, e i grandi occhi marroni
che la fissavano tra lo stupito e il contento. L’altro era
molto
più basso, con un paio di occhiali sul naso e dei voluminosi
capelli
azzurrognoli e sembrava terrorizzato dalla sua presenza.
-Jaden?-fece
Yomi, non appena riconobbe il ragazzo castano che aveva di fronte.
-La
conosci?-chiese il ragazzo dai capelli azzurrognoli, indicandola e
rivolgendosi verso l’altro studente.
-Bè,
sì, lei è-
-Jaden!
Non ci credo! Che bello rivederti! Sono veramente
contenta!-esclamò
la studentessa, interrompendolo e saltandogli al collo, facendogli
quasi perdere l’equilibrio e cadere sul pavimento.
-Che
invidia! Siamo qui da poco più di un’ora e sei
già popolare tra
le ragazze…-mormorò l’altro Slifer,
sospirando rumorosamente.
-Ti
sbagli Syrus, lei è solo mia sorella!-fece il castano,
rivolgendosi
all’amico.
-Sorella?
Hai una sorella?
-Una
sorella maggiore, per la precisazione.-disse Yomi, mentre si separava
dal fratellino.
-Davvero?!-esclamò
l’altro, sgranando gli occhi dalla sorpresa.
-Il
mio nome è Yomi. Yomi Yuki. Tu, invece,
sei…?-continuò l’altra,
tendendogli la mano in segno di saluto.
-Eh,
ecco… Mi chiamo Syrus Truesdale… Molto
piacere!-fece l’altro,
rosso in volto dall’imbarazzo, accompagnando la frase con una
serie
di goffi inchini. Yomi si lasciò sfuggire una risatina, di
fronte
alla goffaggine della matricola. Poi rivolgendosi verso Jaden,
iniziò
a tempestarlo di domande su come aveva trascorso l’anno
precedente.
-Ho
fatto le solite cose… Piuttosto, sono veramente eccitato
all’idea
di essere qui! Dovresti sapere cosa mi è successo durante
l’esame
di ammissione!
-Credo
di saperlo; hai duellato contro Crowler, vero?
-Come
fai a saperlo?! Eri tra il pubblico?
-No,
ma una persona che era presente mi ha raccontato tutto…
-Quindi
sai già come si è svolto?! Che peccato; avrei
tanto voluto
raccontartelo io!-esclamò l’altro, leggermente
deluso.
-Ehi!-fece
Chumley, affacciandosi dal letto a castello e guardando accigliato il
gruppetto.-Se avete voglia di chiacchierare, potete anche uscire di
qui! Non ho alcuna voglia di sentirvi parlare di stupidaggini con il
solito tono pieno di speranza che hanno i mocciosi. Ho sonno e voglio
riposarmi, perciò sparite!
-Che
tipo…-mormorò Syrus, lanciandogli
un’occhiataccia.
-Chumley,
non puoi continuare così. Prima o poi dovrai tornare a
lezione!-esclamò Yomi. L’altro studente non
rispose e si voltò
dall’altra parte, tornando a dare le spalle al gruppetto. La
ragazza lo guardò per qualche secondo, leggermente
preoccupata, poi
decise di lasciar perdere e, rivolgendosi agli altri due, chiese:
-Allora,
come vi sembra la vita in Accademia?
-E’
fantastica! Se tutti i professori sono come Crowler, ci sarà
da
divertirsi! Inoltre, anche il dormitorio dove siamo stati messi
sembra divertente! E il rosso è un colore bellissimo!
-Se
lo dici tu… Io avrei preferito passare un po’
più inosservato. E
poi ricordati cosa ha detto Bastion; siamo nel dormitorio dei
peggiori duellanti di tutta l’isola.-commentò
Syrus, continuando a
guardarsi la divisa rosso fiammante. Yomi lo fissò per
qualche
secondo, poi, cercando di consolarlo, fece:
-Non
dovete dare troppo peso alle voci di corridoio! Se vi impegnate,
potrete diventare Obelisk senza problemi!
-Ne
sei sicura?-chiese l’altro, con un filo di voce.
-Io
ero una Slifer l’anno scorso, ma sono riuscita a passare al
dormitorio blu senza problemi. Sono sicura che con l’impegno
chiunque possa riuscirci!
-Perché
li stai illudendo?! E’ una cosa cattiva da parte tua
continuare a
dare loro false speranze. Lo sai benissimo che non è vero;
gli
Slifer rimangono Slifer per sempre! Tu sei sempre stata allo stesso
livello di un Obelisk; sei molto più intelligente della
maggior
parte degli studenti ed hai un talento fuori dal comune per i duelli.
Hai sempre ottenuto il massimo dei voti in tutto e ti sei sempre
classificata ai primi posti durante i test. Anche se eri una
Slifer... Non puoi dire che siccome tu ci sei riuscita, chiunque
può
farcela! Tu sei su un piano completamente diverso da noi; lo sei
sempre stata! Per quanto ti sia grato di tutto l’aiuto che mi
hai
dato l’anno scorso, non hai alcun diritto di dire una cosa
del
genere. Non puoi continuare a parlare come se tu potessi capire la
situazione in cui ci troviamo! Perciò sarebbe molto meglio
se tu la
smettessi di consolarci; anche se lo stai facendo per noi. E’
inutile illudersi e continuare ad
impegnarsi…-mormorò Chumley,
continuando a dare le spalle ai tre studenti.
“Si
è intromesso… Questo significa che non ha ancora
rinunciato del
tutto! Se l’avesse fatto non avrebbe avuto alcun interesse a
mettere in guardia mio fratello e Syrus; invece è
intervenuto
subito. Sono sicura che in cuor suo sappia bene che ciò che
ha detto
non è vero, ma deve essere troppo scoraggiato per
ammetterlo.
Probabilmente ha anche paura di fallire di nuovo e preferisce non
rischiare. Se non rischia, non dovrà nemmeno soffrire se non
ottiene
ciò che vuole, però… Mi chiedo che
senso abbia vivere senza
rischiare e mettersi in gioco.” pensò Yomi,
guardando l’amico
che continuava a dare loro le spalle.
-Vi
conoscete?-chiese Syrus, guardando prima il ragazzo-koala e poi la
studentessa che si trovava al suo fianco.
-Siamo
amici…
-Eravamo
amici…-commentò Chumley, girandosi per un attimo
verso il
gruppetto.
-Perché
dici così? Ho fatto qualcosa di
sbagliato?!-esclamò l’altra,
alzando la voce irritata. Non le piaceva ciò che stava
succedendo e
non le andava giù che l’altro rompesse la loro
amicizia senza
nemmeno darle una spiegazione di qualunque tipo. Lo Slifer non
rispose e continuò a fissare la parete del muro.
-Bè…
A questo punto direi che possiamo anche iniziare a dare
un’occhiata
a questo posto!-esclamò Jaden, cercando di allentare la
tensione.
Poi afferrò Syrus per un braccio e lo trascinò
fuori. Nella camera
rimasero solo il ragazzo-koala e la Obelisk. L’atmosfera si
era
fatta pesante e il silenzio tombale che si era venuto a creare di
certo non aiutava ad alleggerirla.
-Chumley,
io-
-Yomi,
per favore… Ti sono grato per ciò che stai
cercando di fare, ma
non ce n’è bisogno. Davvero…
La
ragazza fece per ribattere, quando Slifer iperattivo si
affacciò di
nuovo alla porta, intromettendosi tra i due.
-Sorellona,
muoviti!-fece, impaziente di iniziare l’esplorazione
dell’isola.
Yomi lanciò un’ultima occhiata allo studente
cicciottello sdraiato
sul letto ed uscì dalla stanza, seguendo le due matricole
lungo il
corridoio esterno dell’edificio.
-Allora…
Come sono gli altri studenti?-chiese Jaden, dopo diversi minuti di
silenzio, mentre camminavano lungo il sentiero sterrato che portava
verso gli edifici principali.
-Jaden,
sei proprio insensibile…-lo rimproverò Syrus, con
un filo di voce.
-Non
preoccuparti, va tutto bene!-lo rassicurò Yomi.
-Ne
sei sicura? Non mi sembra che tra voi due vada tutto bene…
-Sono
sicura che non lo pensava realmente. Il problema di Chumley
è la sua
mancanza di fiducia in se stesso e nelle altre persone.
L’anno
scorso è stato bocciato e questa è la sua ultima
possibilità, però
è dall’inizio dell’anno che non viene a
lezione e né io, né
gli insegnanti sappiamo cosa fare. Lui si è sempre
impegnato, ma non
ha ancora ottenuto nemmeno mezzo risultato e questo l’ha
scoraggiato. Però, forse in parte è colpa
mia…
-Sono
forti?-chiese Jaden, interrompendo la sorella e voltandosi verso di
lei.
-Chi?
-Gli
studenti…
-Non
stavi ascoltando, vero?-fece Syrus, sospirando rumorosamente.
-Certo
che sì, ma secondo me vi state fasciando la testa per nulla.
Sono
sicuro che gli passerà; se volesse realmente mollare
l’avrebbe già
fatto!
Yomi
lo fissò per qualche secondo, poi accennò un
mezzo sorriso. Alla
fine le era mancato quel suo modo di fare spensierato.
“E’
incredibile come sappia sempre cosa dire e come risollevarmi il
molare. Se non ci fosse stato lui, non credo nemmeno che sarei
arrivata fin qui! Quella volta è stata una fortuna
incontrarlo… E’
stato davvero un colpo di fortuna!”
-Se
proprio vuoi saperlo, ci sono delle persone contro cui vale la pena
duellare.
-Tu
sei in grado di sconfiggerli?-insistette l’altro studente,
fermandosi di scatto.
-Chissà!
-Non
li hai mai affrontati?
-Non
proprio…
-E
chi sarebbero?
-Sono
un ragazzo del terzo anno e due ragazzi del primo anno.
-Due
ragazzi del primo anno?-chiese Syrus, sorpreso.
-Sono
entrambi Obelisk blu e, nonostante siano solo delle matricole, sanno
davvero il fatto loro. Anche se uno dei due ha un pessimo
carattere…
-E
quello del terzo anno?-chiese di nuovo Jaden, eccitato
all’idea di
affrontarli a duello.
-Sa
il fatto suo…-gli rispose la ragazza, tagliando corto.
-Io
sono un po’ preoccupato… Ho paura di non essere
all’altezza.-mormorò il quattrocchi, sospirando
rumorosamente.
-Devi
avere fiducia in te stesso! Questo non è
l’atteggiamento più
adatto per affrontare questa scuola, altrimenti finisci come
Chumley…
Se non hai fiducia te in te stesso, non l’avrà
nessun’altro!-lo
rimproverò Yomi.
-Questa
è la prima volta che qualcuno mi dice una cosa del genere.
Nessuno
ha mai avuto fiducia in me prima d’ora…
-Syrus!
Devi smetterla con questo atteggiamento negativo. Pensa a tutti i
duellanti che possiamo sfidare!-esclamò il castano, mettendo
un
braccio intorno al collo dell’altro, con fare amichevole.
-Tu
la fai facile, Jaden, ma io non sono come
te…-mormorò l’altro,
mentre si divincolava. Ad un certo punto, l’altro Slifer
lasciò la
presa e si voltò all’improvviso verso
l’edificio principale del
campus. Syrus e la ragazza si scambiarono un’occhiata,
chiedendosi
cosa gli fosse preso di punto in bianco.
-Sento
odore di duelli…-commentò l’altro,
cercando di non mostrarsi
troppo emozionato. Il suo sorriso, però, tradiva le sue
reali
emozioni.
-Odore
di duelli?-chiese Syrus, alzando il sopracciglio in segno di
disappunto. Jaden non rispose e continuò a fissare
l’edificio.
Poi, all’improvviso e senza dire niente, iniziò a
correre verso un
punto preciso, lasciando la sorella e l’amico a guardarsi
straniti.
-Credo
che sia meglio seguirlo…-commentò Yomi,
voltandosi verso Syrus e
indicando la figura del fratello minore rimpicciolirsi sempre
più.
L’altro studente fece un cenno d’assenso con la
testa e si
affrettò a raggiungere il castano, che, nel frattempo, aveva
quasi
raggiunto l’ingresso dell’Accademia. Sebbene lo
Slifer dai
capelli azzurrognoli conoscesse l’altro ragazzo da poco
più di
qualche ora, aveva già capito che si trattava di una persona
fuori
dal comune ed era per questo motivo che aveva deciso di seguirlo.
Vederlo duellare contro Crowler gli aveva dato la speranza che stava
faticosamente cercando da anni e finalmente era riuscito a trovarla.
In cuor suo era consapevole che il suo impegno era niente in
confronto al talento di Jaden, ma il suo buonumore e il suo ottimismo
riuscivano a fargli credere in sé stesso, per una volta
nella sua
vita.
Giunti
all’interno, seguirono l’istinto e il naso dello
Slifer fino
all’arena dei duelli. Una volta entrati, i due del primo anno
rimasero senza parole dalla sorpresa. Il luogo era magnifico e
solenne. L’arena era di ultima generazione e la tecnologia
della
Kaiba Corp era la migliore che potessero desiderare. Da quanto era
emozionato, Jaden si lasciò sfuggire un fischio di
ammirazione,
tanto forte da attirare l’attenzione delle tre persone
presenti.
-Cosa
ci fate qui?! Non sapete che quest’arena può
essere usata solo
dagli Obelisk?!-fece una voce maschile, proveniente dalle prime
sedute degli spalti.
-E
tu chi saresti?-chiese, a sua volta, il castano dalla divisa rossa.
Il ragazzo moro lo squadrò dall’alto in basso,
indeciso se
ignorarlo o divertirsi un po’ alle sue spalle.
-Come
ti permetti, Slifer?! Lui è Chazz Princeton, lo studente
migliore di
tutta l’Accademia!-esclamò un altro ragazzo,
sempre Obelisk, con
uno strano taglio di capelli e un paio di occhiali da vista sul naso.
-Ragazzi,
non c’è bisogno di sprecare fiato con degli
incompetenti! Tu sei
quello che ha sconfitto Crowler agli esami di ammissione, dico bene?
-Già,
sono proprio io! Il numero uno di questa Accademia!
-Tu?
Il numero uno? Ma se sei solo uno Slifer!-esclamò
l’altro,
scoppiando poi a ridere sguaiatamente.
-Sei
sempre il solito…-fece Yomi, intromettendosi tra i due e
lanciando
un’occhiataccia all’Obelisk del primo anno.
L’Obelisk scattò
subito in piedi, cercando di nascondere l’agitazione che la
vista
della studentessa più grande gli aveva procurato. Non gli
piaceva
avere a che fare con il suo pessimo carattere e, inoltre, da quella
volta che aveva duellato contro di lei continuava a sentirsi a
disagio tutte le volte che la incrociava nei corridoi, tanto che
aveva iniziato ad evitarla e a cambiare strada tutte le volte che la
vedeva di sfuggita.
-Yomi…
Non sapevo che ci fossi anche tu. Vedo che adesso preferisci
frequentare due stupidi idioti del dormitorio
rosso…-mormorò poi.
-Chazz,
devo ricordarti del nostro ultimo discorsetto? Mi sembrava di averti
detto che se ti avessi visto di nuovo fare il bulletto, ti avrei
preso a calci in culo…
-Io
non sto facendo niente di male. Ho solo detto ciò che penso!
Non mi
risulta che in questa scuola ci sia il divieto di esprimere la
propria opinione.
-Certo
che no; il mio è stato solo un avvertimento. Ti conviene
iniziare ad
essere un po’ più umile, se vuoi continuare a non
avere problemi.
Tu forse non lo sai, ma quando mi arrabbio posso diventare
più
terrificante di un demone…-commentò
l’altra, incrociando le
braccia al petto e guardando di sottecchi l’Obelisk del primo
anno.
Chazz impallidì, poi, cercando di apparire il più
tranquillo
possibile, alzò le spalle, aggiungendo che la cosa non lo
preoccupava minimamente. La ragazza lo fissò per diversi
secondi,
poi, senza dire nient’altro, afferrò Jaden per il
colletto della
giacca ed uscì dalla stanza, seguita da Syrus. Appena fuori
dalla
stanza, mollò la presa sul fratellino che, nel frattempo,
aveva
iniziato a protestare sul fatto che la sorella si fosse intromessa
proprio sul più bello.
-Uffa!
Stavo per convincerlo a duellare! Perché ti sei intromessa?
Sarebbe
stato divertente…
-Non
capisco perché hai tutta questa fretta di
duellare… L’anno è
appena iniziato e hai tutto il tempo per sfidare chi vuoi!
-Lo
conosci?-chiese Syrus, intromettendosi.
-E’
una delle due matricole di cui vi ho parlato. Si chiama Chazz
Princeton ed è realmente uno dei migliori studenti del primo
anno.
La sua famiglia è molto ricca e influente e se non ricordo
male ha
due fratelli più grandi. Lui è il tipico figlio
di papà, viziato,
con la puzza sotto il naso, che considera il resto
dell’umanità
come feccia della peggior specie e che si ritiene graziato dagli dei.
In poche parole è un grandissimo idiota!
-Scommetto
che sarebbe interessante duellare contro di
lui…-commentò Jaden,
avviandosi verso l’atrio dell’edificio. Gli altri
due lo
seguirono.
-L’hai
già affrontato?-chiese il castano, voltandosi verso la
studentessa.
-Una
volta, ma ho dato forfeit quasi subito…
-Perché?!-esclamò
Jaden, sorpreso dall’affermazione della sorella.
-Non
è facile spiegarlo… Aveva detto una cosa molto
divertente e ho
deciso di perdonarlo e chiudere un occhio.
-Una
cosa divertente?
-Molto
divertente… Bè, comunque cercate di non farvi
coinvolgere in risse
stupide. Non siete i benvoluti qui dentro e ci sono persone come
Crowler o Chazz che cercheranno qualsiasi pretesto per buttarvi
fuori.
Detto
questo, Yomi salutò i due Slifer con un cenno della mano e
si
allontanò lungo il corridoio.
“Spero
davvero che quei due non si caccino in qualche guaio! Forse dovrei
dare loro un’occhiata, giusto per essere sicura che vada
tutto
bene. Però non credo che sia giusto nei loro confronti. In
fondo,
non hanno due anni e sono in grado di cavarsela anche da soli.
Comunque sia, sono sicura che quest’anno ci sarà
da divertirsi!”