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Autore: Signorina Granger    16/10/2016    5 recensioni
[Raccolta di OS dedicate ai protagonisti di "The Tournament"]
Che cosa succede quando cala il sipario e i riflettori inevitabilmente si spengono?
Semplicemente tutto scorre e procede per la sua strada, la vita è una successione di momenti e viverne ciascuno significa avere successo.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Daily Life


 
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#1: Jake & Scarlett



Aveva appena aperto il cancelletto quando dalla porta basculante si aprì e quella che, a primo impatto, Jake identificò come una piccola palla pelosa, rotolò fuori prima di correre verso di lui con aria allegra, come se fosse davvero felice di vederlo.

Quando il ragazzo si chiuse il cancello bianco alle spalle altri tre cuccioli avevano seguito il primo, correndogli incontro per poi iniziare a saltellargli intorno. 

“Ehm... ciao ragazzi.” 

Jake non riuscì a non sorridere mentre si fermava, temendo di poter pestare uno dei cuccioli... e poi chi l'avrebbe sentita, la Rossa, se avesse fatto fuori uno dei suoi tesori?

Lo sguardo del ragazzo si posò sul cucciolo più vivace, che sfoggiava due brillanti occhi azzurri e non la smetteva un attimo di saltare e abbaiare, volendo attirare la sua attenzione per ricevere qualche coccola. 

Istintivamente Jake allungò una mano per accarezzarlo, sfiorandogli il pelo grigio sfumato di bianco.

“Vedo che hai già incontrato il Comitato di Benvenuto.” 

Sentendo quella familiare voce Jake alzò lo sguardo, sorridendo alla vista di Scarlett in piedi davanti alla porta ora aperta, osservando la scena con aria divertita. 


“Oh sì... mai ricevuta accoglienza più calorosa.” 

Aveva appena finito di parlare quando accanto a Scarlett spuntò anche Zeus, che gli rivolse un’occhiata torva come se non fosse affatto felice di vederlo. 

Tuttavia una fastidiosa sensazione alla mano ridestò il ragazzo, che spostò lo sguardo dal Lupo Cecoslovacco per abbassarlo sui cuccioli, fulminando con lo sguardo quello che gli aveva mordicchiato leggermente due dita mentre si era distratto.

“Ehy, mi hai morso!”

Il piccoletto per tutta risposta abbaiò allegramente prima di tornare dalla padrona, scodinzolando come se avesse portato a termine il suo obbiettivo. 

Scarlett rise, chinandosi per prenderlo in braccio e accarezzargli il musetto con affetto:

“Perdonalo, Ares è pestifero, morde anche mio padre.” 

“È colpa tua, l'hai chiamato Ares! Era ovvio che crescesse con istinti del genere... ciao Zeus.” 

Districandosi e facendo lo slalom tra i cuccioli ancora esagitati Jake si avvicinò alla ragazza, rivolgendo uno sguardo glaciale in direzione del cane prima di darle un bacio a stampo sulle labbra. 

Sentendo un lieve ringhio Jake sbuffò, staccandosi da lei mentre il piccolo Ares li osservava con aria interessata e la lingua penzolante. 
Zeus si era accucciato accanto alla porta e lo stava guardando come se morisse dalla voglia di rincorrerlo per tutto il perimetro della casa, cosa che non sfuggì allo sguardo attento della padrona che pensò bene di ammonirlo:

“Sta’ buono Zeus... conosci i patti, no? Tranquillo, non ti fa niente... ma ora vieni dentro, sto preparando da mangiare e non vorrei che finisse tutto bruciato!” 



Sorridendo Scarlett prese il ragazzo sottobraccio, tornando dentro casa insieme a lui con Ares in braccio e i suoi tre fratelli alle calcagna, che morivano dalla voglia di conoscere il loro nuovo ospite. 

“Dimmi un po’, Rossa... ma ti seguono proprio ovunque questi qui?” 

“Diciamo di si, ormai ho delle guardie del corpo più che dei cani... ma mi tengono perennemente compagnia, non li trovi adorabili?” 

La ragazza rivolse ai cuccioli uno sguardo affettuoso mentre entrava in casa insieme al ragazzo, che come al solito si chiese che razza di incantesimo esercitassero quegli animali sulla sua fidanzata.

“Più che altro tu diventi stranamente adorabile quando si ha a che fare con un branco di quadrupedi... vieni qui, ho più voglia di coccolare te invece dei cani, se non ti dispiace!” 


Sfoggiando un sorriso Jake le cinse le vita con le braccia, ignorando le sue lievi proteste mentre Ares saltava giù dalle braccia della padrona, trotterellando verso la cucina insieme agli altri per capire da dove provenisse il profumo di carne arrosto. 

“Grazie per l'affetto Jake, ma se non mi sbrigo rimarrai senza mangiare... è questo che vuoi?” 

“Ok, ho capito. Vai e cucina, donna!” 

“Chiamami così di nuovo e farai digiuno, Jake Miller.” 

Lui sghignazzò mentre Scarlett gli rivolgeva un’occhiata a dir poco truce prima di girare sui tacchi, seguendo i cani in cucina con il fidanzato subito dietro, pronto a ficcare il naso tra i fornelli come faceva ogni volta in cui l'andava a trovare e lui cucinava, facendola irritare non poco. 


Sorrise, chiedendosi se le avrebbe mai detto che si divertiva moltissimo a darle fastidio mentre cucinava... probabilmente non l'avrebbe mai fatto, ma di certo lei prima o poi se ne sarebbe resa conto e allora glie l'avrebbe fatta pagare.


                                                                                   *

“Secondo te è meglio blu o celeste? O forse indaco... ma perché ci sono tutte queste sfumature? Beati i maschi che non hanno questi problemi, secondo Markus esiste il blu, esiste l’azzurro e finita lì.” 

Hailey sbuffò, osservando le boccette di smalto per le unghie che teneva in mano con aria critica, come se stesse per decidere del destino dell’umanità. Accanto a lei Scarlett sembrava completamente assorta, cosa di cui l’ex Serpecorno di accorse quando si voltò verso di lei, osservandola con aria incerta:

“Scarlett, che hai? Non è da te non esprimere un giudizio...” 

“Si, scusa... voto per l’indaco, comunque.” 

“Dici? A me convince di più il celeste...’ 

“E allora perché me l'hai chiesto? Sei come Miller, prima mi chiede “secondo te mi sta meglio questa cravatta o l'altra” e poi mette quella che aveva già deciso di indossare.” 

Hailey sorrise sentendosi paragonata al fidanzato dell’amica, anche se l'espressione è il tono cupo che Scarlett usò fece suonare un campanello d’allarme nella sua testa: che fosse successo qualcosa? 

“SCARLETT. C'è qualcosa che vuoi dirmi per caso?” 

“No, niente.” 

“Quindi va tutto bene con Jake?” 

“Si, benissimo.” Hailey sbuffò appena, guardando l'amica evitare accuratamente il suo sguardo con aria eloquente, conoscendola troppo bene per lasciarla glissare: 

“Naturale, e io sono la Principessa Sissi.” 

“Confesso di non aver mai creduto nella reincarnazione, ma se lo dici tu... anche se non ha fatto una bella fine, in effetti.” 

“Scarlett, sii seria! È successo qualcosa tra te e Miller? Perché se così fosse dovresti dirmelo, così potrei conciarlo per le feste se si fosse comportato male.” 

Il tono fermo di Hailey fece sorridere appena Scarlett, che si strinse debolmente nelle spalle prima di parlare, giocherellando con l’orlo della sciarpa blu che indossava:

“Tranquilla, non serve che lo picchi... non ha fatto niente di male. Però ultimamente è un po’ strano, diciamo.” 

“E io che oggi volevo comprare cosmetici... al diavolo, sono tutta orecchie. Parla pure alla Dottoressa Silverstone, Miss Anderson.” 

“Da quando ti sei promossa a mia Terapista personale?” 

“Rilassati tesoro, la prima seduta è gratis... ma ora dimmi tutto, ci vediamo meno rispetto ad un tempo e devo tenermi aggiornata.” 

Hailey prese l'amica sottobraccio, trascinandosela dietro verso l'uscita del negozio e dimenticandosi improvvisamente del “dilemma smalto”, pronta ad ascoltare per filo e per segno le parole di Scarlett. Conoscendola sapeva che non moriva dalla voglia di renderla partecipe di quello che provava... aveva sempre preferito tenersi tutto per se, ma ormai Hailey sapeva come prenderla per farle sputare il rospo:


“Non e niente in realtà, magari è solo una mia impressione... ma da diversi giorni è parecchio scostante, mi sembra quasi che mi stia evitando. Ho provato a chiedergli spiegazioni ma sai com’è fatto, se l’è filata.” 

“Oh, in questo vi siete proprio trovati...  magari é solo stressato per il lavoro Rossa, non fasciarti la testa prima di romperla!” 

“Lo so, ma non si era mai comportato così... è come se mi stesse nascondendo qualcosa, o almeno mi da questa impressione. Forse sono solo paranoica.” 

Scarlett si strinse nelle spalle con aria sconsolata, mentre gli ingranaggi del cervello di Hailey erano al lavoro per cercare di darsi una spiegazione: non conosceva Jake come l’amica, ma sperava che Scarlett si sbagliasse... che cosa poteva nasconderle? 

Di certo lei era più che pronta a presentarsi alla sua porta armata delle peggiori intenzioni se mai ci fosse davvero qualcosa sotto. 

“Non lo so Scarlett... forse dovresti metterlo alle strette, sei una maestra in questo.” 

“Stasera ha detto che cucina lui, il che vuol dire che c'è per forza qualcosa sotto... magari deve dirmi qualcosa di terribile e vuole indorarmi la pillola.” 

“Non lo so, ma domani esigo una bella lettera dove racconterai tutto alla tua Terapista Silverstone... e se dovessi aver bisogno di altri consigli fammi un fischio, ti aiuterò e poi ti farò avere la fattura.” 

“Come sei magnanima Ley... ma grazie per essere venuta dalla Crucconia oggi, avevo bisogno di vedere la mia più vecchia amica.”   Scarlett le rivolse un sorriso carico di affetto e gratitudine, tenendola a braccetto mentre zigzagano tra la folla del centro commerciale. 

“Ci vuole ben altro che vivere oltre Oceano per tenerci lontane, Anderson... e poi stasera vado a cena dai miei genitori, non potevo non passare a Boston a farti un salutino.” 


Hailey sorrise all’amica, felice di essere tornata in America per il fine-settimana... non aveva avuto alcun problema a trasferirsi da Markus un paio d'anni prima, ma ogni tanto aveva bisogno di tornare a casa per stare con la sua famiglia e la sua migliore amica e poter parlare la sua lingua madre con qualcuno che non avesse un forte accento tedesco. 
In più quella sera stessa avrebbe giocato la Germania a Quidditch, e Hailey aveva ritenuto saggio defilarsi e lasciare il fidanzato in compagnia del suo migliore amico a guardare la partita in pace, sapendo per esperienza personale quanto entrambi diventassero intrattabili in quelle occasioni.


                                                                               *


Sospirò, continuando a guardare la piccola scatola foderata che teneva in mano. 
Ma perché fare una singola domanda era così dannatamente difficile? 

Ok, basta. Stasera glielo chiedo, punto. 

O forse non è il momento giusto? 


Jake Miller si passò stancamente una mano tra i capelli, dandosi mentalmente dell’idiota per tutte le paturnie che si stava facendo... Era a casa da solo visto che Hailey era andata a trovare Scarlett e le due avevano passato insieme tutto il pomeriggio... e intanto lui era lì, a chiedersi se farle la proposta quella sera oppure no. 

Infondo stavano insieme da quattro anni... era lecito che volessero sposarsi, no? 

Non che in realtà avesse paura che lei rifiutasse... o almeno lo sperava, altrimenti non sapeva davvero che avrebbe fatto. Rigirandosi la scatola tra le dita Jake Miller stava provando una delle più grandi indecisioni della sua vita, chiedendosi come chiederlo a Scarlett... 

Si immaginava benissimo la scena, con lui che farfugliava e lei che lo guardava con aria confusa, chiedendosi se per caso non avesse bevuto troppo.
Le aveva promesso che quella sera avrebbe cucinato lui e probabilmente Scarlett aveva già intuito che c'era sotto qualcosa, se Jake Miller si offriva volontariamente di preparare la cena... 
Sapeva che non le sarebbe piaciuto ricevere la proposta nel bel mezzo di un ristorante circondati da sconosciuti, così aveva deciso di chiederglielo da soli, senza spettatori... c'era solo da sperare che Scarlett non gli rovesciasse in testa qualcosa per tutta risposta. 

Quanti giorni erano passati da quando aveva preso l'anello? Probabilmente una settimana... e se lo portava dietro praticamente ovunque da allora, tenendo il cappotto alla larga dalle mani di Scarlett per evitare che potesse scoprire qualcosa di troppo prima del dovuto. 
Un lieve sorriso gli comparve sul volto mentre immaginava la faccia che avrebbe fatto... quell’espressione sbalordita che vedeva di rado comparire sul volto della ragazza, ma che di certo quella sera avrebbe fatto capolino... 


Sentendo la porta aprirsi e poi chiudersi al piano di sotto Jake imprecò a bassa voce, ridestandosi all’improvviso dai suoi pensieri mentre infilava in fretta e furia la piccola scatola in una tasca della giacca appoggiata alla sedia dov’era seduto.

“Ciao, sono tornata! Hailey andava dai suoi genitori stasera.” 

Scarlett spuntò nella stanza con un sorriso stampato in volto, mentre Jake tirava mentalmente un sospiro di sollievo: appena in tempo. 

“È successo qualcosa Jake? Sembri un po’ nervoso...” 

“No... niente. Avete fatto scappare tutto il centro commerciale con le vostre chiacchiere o a Boston c'è ancora qualche cittadino?” 

Jake si stampò un sorriso in faccia, ordinandosi di non farle capire niente mentre lei gli si avvicinava, sfilandosi la sciarpa per poi lasciarla sulla scrivania davanti alla quale si era seduto.. 

“Credo che abbiamo lasciato qualche superstite, in effetti... e tu che hai fatto, ti sei goduto la libertà Miller?”

“Non proprio, no... diciamo che avevo molti pensieri per la testa.”  Sorrise mentre l’attirava a se, facendola sedere sulle sue ginocchia mentre la ragazza si accigliava, chiedendosi a cosa si stesse riferendo: Jake sapeva che gli avrebbe chiesto spiegazioni, ma di certo le sue labbra sarebbero state sigillate ancora per poche ore. 
Non aveva idea che la ragazza stesse pensando al peggio è che entro poche ore avrebbe avuto un’inaspettata, piacevole sorpresa.


                                                                        *


Lo guardò con la coda dell’occhio, accorgendosi che aveva ancora la stessa espressione assorta e quasi preoccupata degli ultimi dieci minuti... 
Riabbassò lo sguardo sul libro che teneva sulle ginocchia, certa che qualcosa stesse occupando i pensieri di Jake... ma sapeva anche che molto probabilmente se gli avesse chiesto spiegazioni lui si sarebbe limitato a grugnire, borbottando che non doveva preoccuparsi per poi rigirarsi dall’altra parte. 

Dopo altri cinque minuti di silenzio Scarlett decise che era arrivato il momento di farla finita e chiuse il libro con un colpo secco, incapace di darsi pace finché non avrebbe parlato con il marito. 

“Ok Jake... sei immobile e zitto da quasi venti minuti, quindi qualcosa c'è di sicuro... a cosa stai pensando? 

Lui sembrò ridestarsi, voltandosi lentamente verso di lei ed editando per un attimo prima di parlare, s fingendosi nelle spalle con finta noncuranza mentre continuava a rigirarsi nervosamente la fede.

 “Niente di importante.” 

“No, non è vero... Jake, credo di sapere che cosa c'è che non va, hai questo atteggiamento pseudo stoico già da qualche giorno.” 

Scarlett lo scrutò con attenzione, guardandolo abbassare lo sguardo come faceva sempre quando non sapeva cosa dire, sapendo di essere stato messo alle strette. 

Sapendo che non avrebbe proferito parola Scarlett parlò di nuovo, esternando quello che pensava già da quasi una settimana:  si sporse leggermente verso di lui, appoggiando una mano su quella di Jake appoggiata mollemente sul copriletto. 
“Jake... lo so che può spaventare e so a cosa stai pensando. Tuo padre ti picchiava e tua madre non ha mai fatto niente per difenderti... e mia madre se n’è andata quando non avevo neanche tre anni. Ma guarda il lato positivo, Jake Miller... non potremmo mai essere genitori peggiori di quanto lo siano stati i nostri, no?” 

Si sforzò di sorridere, accarezzandogli il dorso della mano mentre lui alzava lo sguardo, guardandola negli occhi:

“Tu dici? Forse non sono tagliato per farlo propio perché non ho avuto punti di riferimento stabili.” 

“Penso che proprio per questo sarai un padre fantastico Jake... perché farai di tutto pur di non essere come i tuoi genitori.” 

La mano di Scarlett si spostò dalla mano di Jake, andandogli a sfiorare il gomito, il punto che anche dopo anni lasciava toccare soltanto a lei.
Come sempre Jake si irrigidì leggermente ma non oppose resistenza, sospirando e attirando la moglie a sé, che si accoccolò sulla sua spalla:

“Spero che tu abbia ragione, Rossa. Ma comunque vada, sappi che mio padre non si avvicinerà neanche lontanamente ai nostri figli, chiaro?” 

“Non ho alcuna obiezione a riguardo... e in ogni caso, sono assolutamente certa di aver ragione Jake, come al solito.” 

Scarlett sorrise e lui la imitò, guardandola con affetto prima di darle un bacio sulla fronte e appoggiare la testa sulla sua:

“Allora speriamo che tu non ti smentisca... Ti amo, Scarlett.” 

“Anche io Jake... e ti assicuro che andrà tutto bene.” 


                                                                                     *


“Fammi capire, è una specie di... alleanza che avete fatto ai miei danni? Oppure si tratta di semplice solidarietà femminile?” 

Jake osservò con attenzione la sua interlocutrice, che però non lo degnò di uno sguardo: sembrava troppo concentrata in quello che stava facendo per dargli molta retta.

“Insomma, non capisco! Non credo di chiedere la Luna, no? Che ti costa infondo? Hai detto “mamma”, papà non è più difficile!”  

Sospirò, guardandola con aria quasi sconsolata mentre teneva il viso a neanche mezzo metro da lei, osservandola con attenzione seduta sul tappeto accanto a lui, che era disteso supino e si sorreggeva con i gomiti. 
La bambina sollevò i grandi occhi azzurri dal sonaglio colorato, che stava agitando con aria concentrata da qualche minuto, per guardarlo. I due si osservarono attentamente per qualche istante prima che la bimba gli rivolgesse un allegro sorriso sdentato, mollando il sonaglio per allungare le piccole braccia pallide verso di lui. 

“Ah, è così? Prima ti rifiuti di dire “papà” e poi vuoi le coccole? Troppo comodo così, signorina!” 

Si accigliò, cercando di restare serio anche se resistette che per pochi secondi prima di sciogliersi inevitabilmente davanti a quel sorriso innocente e a quelle biglie cerulee, sospirando e allungando le mani per prenderla delicatamente e sollevarla, mettendosi a sedere contro il divano dietro di lui e sistemandosela in braccio.

“Abbiamo già capito che sarai la mia rovina, non è così?” 


La bambina appoggiò la piccola testa sulla sua spalla e un braccio sull’altra, chiudendo gli occhi con aria rilassata mentre il padre le accarezzava dolcemente i capelli rossi.

“Sei una piccola ruffiana, Jane Miller... sono proprio fiero di te!” 


Sorrise quasi con aria soddisfatta mentre stringeva la sua primogenita di poco meno di un anno, sperando che imparasse presto a dire anche “papà” oltre a “mamma”. 

Quando era nata con un folto ciuffo di capelli rossi in testa si era quasi messo a ridere in mezzo alle lacrime di commozione, sostenendo che era fregato ora che aveva due Rosse di cui occuparsi invece che solo una... in realtà si era innamorato di quella bambina non appena l'aveva vista e già sapeva che l'avrebbe fatto dannare non poco.

Ma essendo figlia sua, non poteva che essere altrimenti. 


“Come siete carini... quasi quasi vi farei una foto.” 

Jake alzò lo sguardo, trovando Scarlett in piedi dietro alla poltrona in pelle mentre si sfilava la giacca per poi lasciarla sullo schienale, osservando la scena con un sorriso stampato in faccia. 

“Ciao... non ti ho sentita tornare.” 

“Eri troppo preso a coccolare il tuo cucciolo di koala. Avete fatto molti danni in mia assenza? Vasi rotti, fughe di gas, librerie crollate...” 

Scarlett si avvicinò per sedersi accanto al marito sul pavimento del salotto, dandogli un bacio per poi appoggiarsi sulla sua spalla, mentre Jane alzava la testa di scatto sentendo la voce della madre:

“No, niente catastrofi... siamo stati bravi, vero Jane?” 

Jake sorrise mentre abbassava lo sguardo sulla figlia, che ricambiò con aria allegra prima di rivolgersi alla madre, allungando le braccia verso di lei come a volerle chiedere un abbraccio..

“Strano, l'ultima volta che vi ho lasciati da soli per tutto il pomeriggio ho trovato la casa quasi sfasciata... ciao tesoro.” 

Scarlett sorrise, prendendo delicatamente la bambina dalle mani di Jake mentre Jane le sorrideva, battendo le manine pallide come se fosse felice di vederla. 

“Esagerata, avevamo solo rotto qualcosina mentre giocavamo...” 

“È colpa tua Miller, le hai regalato un manico di scopa giocattolo... è piccola, rischierà di farsi male prima o poi!” 

“Veramente è stata la sua madrina, non io... Io le ho dato il permesso di farlo, è diverso.” 


Jake inarcò un sopracciglio, mentre Scarlett alzava gli occhi al cielo di fronte alla sua puntualizzazione. Ricordava perfettamente quando a Natale, due settimane prima, Hailey si era presentata con un sorrisone stampato in faccia e il regalo per Jane in mano.. sostentando che era inammissibile che la sua “nipotina nonché figlioccia” non iniziasse fin da subito ad apprezzare il Quidditch. 


“Ogni tanto capita persino che tu e Ley facciate comunella... da non credere.” 

Jake sorrise, non potendo non concordare con la moglie. Non disse niente per qualche istante, osservando Scarlett accarezzare i capelli rossi della figlia e sorriderle dolcemente come di rado la vedeva fare, ovvero quando si trattava della bambina, lui, Hailey o la loro ciurma di cani. 

“Sai... ti somiglia davvero moltissimo. Ha preso tutti i tuoi geni, ho idea.” 

“Speriamo solo che non abbia preso la mania del padre di cacciarsi nei guai allora, altrimenti la Holland rischierà un infarto quando tra 10 anni si ritroverà una piccola Miller tra i nuovi studenti...” 

Un sorrisino comparve sul volto di Jake, immaginandosi perfettamente la scena... ed era una visione molto allettante, così si sporse leggermente per avvicinarsi alla figlia e parlarle sottovoce:

“Ehy, piccola... mi raccomando, devi seguire le orme di papà! Se invece diventi Caposcuola come mamma, ti disconosco.” 

“Mamma!” 

Jane sorrise, ripetendo l'unica parola che era in grado di dire per la decima volta nel giro di due giorni, facendo ridacchiare Scarlett mentre invece il marito sfoggiò un’espressione sconsolata:

“Dannata solidarietà femminile... perché non abbiamo avuto un maschio? Anzi, dovremmo farne uno, voglio un piccolo Jake! Tu no, Rossa?” 

“Per l'amor del cielo no, me ne basta già uno! Se dobbiamo avere un maschio, speriamo almeno che prenda i geni di tuo fratello...” 














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Angolo Autrice:

Ed eccomi qua! Questa volta ho deciso di fare in modo diverso rispetto all'ultima Raccolta, rappresentando le coppie in un unico capitolo suddividendolo però in più pezzi... troppe idee per ogni coppietta, che volete farci. 

Spero che vi sia piaciuto, nel prossimo molto probabilmente ci saranno i vostri tanto sospirati e attesi Malek...   
Ci sentiamo presto!

Signorina Granger 
                                                                                  
   
 
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