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Autore: Logan_Potter    16/10/2016    2 recensioni
Logan, Kendall, James e Carlos si rivedono per andare in vacanza al mare tutti insieme.
Kendall e Logan sono innamorati, ma il moro fa il possibile per tenere nascosti i propri sentimenti, mentre il biondo cerca disperatamente il modo in cui rivelarli all'altro. Ma, durante la vacanza, accadrà qualcosa che cambierà tutto...
Questa storia l'ho pubblicata anche su Wattpad, quindi, se li ne trovate una uguale, sappiate che è la mia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Carlos, James, Kendall, Logan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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PENSIERI
 
Kendall

 

Certe volte Logan è proprio testardo! Però, devo ammetterlo, se non avesse insistito così tanto non gli avrei dato quel bacio. Credo sia un buon segno.
Adesso, lui sta tornando nella sua cabina, spero riesca a scendere senza farsi ancora più male. Continuo a pensare a lui, finché un'onda non mi arriva addosso facendomi cadere. Non mi faccio troppo male, anche perché mi ha preso di striscio, ma ha centrato in pieno le scale per scendere... Dove si trova Logan... Vorrei andare da lui per vedere come sta, ma James mi chiama chiedendogli di raggiungerlo.
«Che c'è?» gli chiedo, alzando la voce per via del gran rumore che fanno la pioggia e il mare.
«Guarda verso la spiaggia! Stanno venendo finalmente ad aiutarci!» faccio come mi dice e vedo un'imbarcazione rossa che viene verso di noi! Era ora! Senza pensarci due colte, mi faccio sulle scale, contento di poter dire a Logan che siamo salvi! 
Il mio sorriso da ebete si spegne all'improvviso: Logan è sdraiato a terra. Ha gli occhi chiusi, la bocca semiaperta dalla quale non può sicuramente respirare, perché l'acqua lo sommerge quasi del tutto. La cosa più spaventosa è che perde molto sangue dalla testa. Salto quattro gradini alla volta, rischiando più volte di cadere. Quando finalmente raggiungo Logan, mi impressiono ancora di più a vederlo da vicino. Lo tiro fuori dall'acqua, ma questo non aiuta la sua respirazione. Ormai, nei suoi polmoni, non c'è nemmeno la minima traccia di spazio per l'ossigeno. Non sapendo che altro fare, gli piego un po' la testa, facendogli uscire un po' d'acqua dalla bocca e dalle narici. Appoggio la testa sul suo petto. È molto debole, ma il battito c'è. 
«Kendall, muoviti, Carlos e Alexa sono già... Oh mio Dio!» James scende in pochi secondi le scale e mi aiuta a portare Logan sul ponte. Qui, dei bagnini ci fanno salire sulla barca di soccorso. C'è anche un dottore a bordo che porta Logan in una stanza per fargli delle analisi e, spero, per togliergli tutta l'acqua che ha nei polmoni.
Con un po' di difficoltà, causate dalla corrente, riusciamo a tornare sulla riva. Qui troviamo un'ambulanza in cui facciamo caricare subito Logan. Vorrei seguirlo subito in ospedale, per assicurarmi che stia bene, ma il dottore che l'ha visitato insiste per farci prima andare a casa per farci riprendere. L'unica cosa che può farmi riprendere è sapere che Logan sta bene. Il dottore (che stava anche per tirare fuori un kit di sopravvivenza per il taglio sulla mia guancia) insiste, così io prendo le chiavi della casa di Logan dalla borsa che siamo riusciti a portarci sulla barca di soccorso. Una macchina dello stesso ospedale in cui hanno portato Logan ci scorta a casa. Dicono che siamo troppo scossi per poter guidare. Durante il tragitto, guardo fuori dal finestrino. Logan lo fa sempre quando sta in macchina e ha dei brutti pensieri. 
È successo tutto così in fretta che ancora faccio fatica a collegare gli avvenimenti. Provo a fissarmi delle parole chiavi in testa per riuscirci. Barca. Logan. Caviglia. Logan. Bacio. Logan. Onde. Logan. Scale. Logan. Non riesco a concentrarmi. L'ansia per la salute di Logan non mi permette di pensare ad altro e se ci riesco, tutto finisce per tornare su di lui. E se era in una situazione troppo grave già quando l'ho trovato? E se non possono più fare niente per lui? E... E se... Se dovessi dirgli addio? No, non sono pronto ad una cosa del genere, non potrei farcela. Non proprio che mi ero finalmente dichiarato! Cioè, non del tutto, ma più o meno sì. Insomma, l'ho baciato, questa è una dichiarazione, no? Ma se Logan non l'avesse presa così? Se avesse capito altro? Ah, la devo smettere! Non posso darmi delle risposte, quindi è inutile entrare in paranoia! Appena arriviamo mi faccio una bella doccia fredda!
Per fortuna non manca molto. Appena l'auto si ferma. Senza dire una parola, mi dirigo verso la porta d'ingresso. Con molta fretta, infilo le chiavi nella serratura, le giro e apro la porta, fiondandomi nel bagno del primo piano. Siamo in quattro e i bagni sono due. So che avrei dovuto chiedere il permesso agli altri, prima di andare, ma sono esausto e non sarei riuscito a far uscire una sola lettera dalla mia bocca.
Mi levo velocemente i vestiti, quasi strappandoli. Accendo l'acqua in modo che sia ghiacciata. Mi metto sotto il getto e l'effetto che speravo di ottenere non arriva. Il gelo doveva farmi pensare a qualcosa, qualunque cosa che non riguardasse Logan. E invece mi sono ritrovato a pensare a quanto fosse freddo il suo corpo, molto più del solito. Questo mi ha portato ad aver paura che stia davvero tanto male, che oltre ad avere i polmoni pieni d'acqua, la testa sanguinante e la respirazione bloccata, possa aver preso troppo freddo. Provo a usare l'acqua calda, ma ottengo solo pensieri su Logan con la febbre esageratamente alta. Immaginarmelo mentre suda e delira nel sonno non aiuta, direi.
Finita la doccia più faticosa che io abbia mai fatto, mi asciugo e vado in camera mia per vestirmi.
Mi metto i boxer, poi scelgo una maglietta e dei pantaloni a caso dall'armadio. Rischio di arrivare a pensare a Logan anche riflettendo su cosa mettermi.
Non esco dalla stanza per molto tempo. Rimango sdraiato sul letto a fissare il soffitto, finché non arriva Alexa che mi dice che stiamo per andare in ospedale. Appena sento quest'ultima parola, salto in piedi ed esco fuori casa. La macchina dell'ambulanza è ancora lì col suo autista. Sono stati gentili ad aspettarci. Sono stati gentili in tutto, ma noi non li abbiamo ringraziati. Forse siamo davvero troppo scossi.
Nel viaggio per l'ospedale, ho avuto più volte la tentazione di dire all'uomo alla guida di accelerare, ma riesco a trattenermi. Quando entriamo nell'enorme edificio, la stessa persona ci fa strada ed io la seguo impaziente. Anche gli altri sono nervosi. James si morde le unghie, Carlos fa la stessa cosa con le labbra e Alexa ha cominciato a provare un certo interesse per l'orlo della sua maglietta, che sta torturando con le dita. 
Quando ci fermiamo, in un'ala del terzo piano, riesco a fare più attenzione all'ambiente che ci circonda. Il colore prevalente è il tipico bianco immacolato. Solo le sedie (blu) attaccate ai muri e i depliant sugli scaffali sparsi qua e là fanno eccezione. C'è un grande via vai di persone tra chirurghi, infermieri e pazienti.
L'uomo che ci ha accompagnati (Walter, a seconda di quel che c'è scritto su una targhetta appuntata sulla sua camicia) ci dice di sederci. Noi eseguiamo, muovendoci tutti allo stesso modo e nello stesso momento. La camera davanti a noi è la numero 394. Credo che Logan sia lì. Voglio rivederlo, soprattutto parlarci, per capire cosa ha dedotto dal mio bacio. Se ci penso bene, però, quello non mi interessa neanche tanto. O meglio, sì, molto, ma se non sta bene potrei anche scordarmene. Potrei scordarmi un sacco di cose. Potrei impazzire.
Sono certo che tutti quanti vorremmo chiedere informazioni a Walter, ma restiamo in silenzio.
Nell'attesa, osservo ancora di più il luogo. Non molto lontano da qui, ci sono un punto informazioni, una zona dedicata al ristoro e persino un'edicola. Rivolgo nuovamente l'attenzione alla stanza chiusa davanti a me e solo ora noto che c'è una di quelle finestre lunghe che si vedono nei film. La tenda (leggermente tendente all'azzurro) è chiusa e non ho la possibilità di vedere l'interno della camera (che credo sia insonorizzata, visto che non si sente nessun rumore che possa provenire da lì).
L'attesa viene in parte ripagata quando vedo un'infermiera abbastanza giovane aprire la porta per uscire e richiudersela dietro. Ha un camicie bianco addosso e un lunga coda che le tiene i capelli marrone chiaro, quasi biondo. Anche lei ha il proprio nome appuntato: Margaret. 
Prego perché abbia notizie di Logan da darci, ma l'unica cosa che fa è chiederci di contattare la sua famiglia. Già, chissà come la prenderanno i genitori e la sorella. Presley è così emotiva, se Logan non sta bene, lei ci starà malissimo.
Io compongo il numero della madre, ma ci parla Margaret. Si vede che non le piace dare notizie del genere. Non ha detto di preciso sulla salute di Logan nemmeno a Pamela. Finita la chiamata, l'infermiera fa per tornare dentro la stanza dei misteri (ormai credo di poterla chiamare così) ma io la fermo.
«Mi scusi, non ci può dire come sta? La prego!» potrei davvero mettermi in ginocchio, se non risultasse sconveniente.
«Mi spiace, ma non possiamo dire nulla fino all'arrivo dei familiari.» dal suo sguardo si vede che è seriamente dispiaciuta. Non posso fare altro che aspettare. Non ho neanche il tempo per far crescere la mia ansia, che Pam, Jeffrey e Presley sono qui. Devono essere davvero spaventati per averci messo così poco.
Il padre di Logan parte subito con le domande. Margaret non sa nemmeno quale risposta dare per prima, dato che appena comincia a parlare, l'uomo la sommerge di un nuovo interrogatorio.
«Signore, ora faccio venire il medico. A lui potrà chiedere tutto.» dice per poi rientrare nella 394. In qualche secondo, ne esce un signore dall'apparenza anziano. 
«Mi dispiace dovervi informare che le condizioni del ragazzo sono piuttosto gravi. Ha battuto varie volte la testa, facendovi uscire molto sangue. Inoltre non ha potuto respirare per un gran periodo di tempo. Tutto questo gli ha causato vari danni alla corteccia cerebrale.» nessuno di noi ne può più di questi termini da medico. Nemmeno i genitori di Logan stanno capendo qualcosa.
«Mi può semplicemente dire come sta mio figlio?!» sbotta il padre spazientito.
Dopo un piccolo sospiro, il dottore riprende a parlare.
«È in stato di coma. Non sappiamo quando si sveglierà. A dirla tutta, non sappiamo neanche se si sveglierà. Mi dispiace.» senza aggiungere altro rientra nella stanza.
Sono sconvolto. Non posso credere che Logan stia davvero in coma! Queste sono cose da film, cose che non si dovrebbero vivere nella realtà! Non riesco a capire come sia possibile.
Presley e Pam cominciano a piangere. Forse anche Jeffrey lo sta facendo, ma non ne sono sicuro perché si sta coprendo gli occhi con la mano.
A me comincia a far male la testa. Ho bisogno di vederlo. Non posso credere che tutto questo stia accadendo. 
Restiamo non so quanto tempo senza dire nulla. Siamo troppo sconvolti. Il medico non ci ha nemmeno detto cosa fare, se possiamo vederlo.
«Secondo voi possiamo entrare?» chiedo cercando di usare una voce ferma.
«Dovete aspettare il permesso.» ci informa Walter.
«Stanno facendo le ultime visite. Dopo quelle, i familiare potranno vederlo e se lo permettono, anche gli amici.» spero che mi consentano di vederlo.
Passano ancora un po' di minuti prima che sia il medico che l'infermiera tornino da noi. Fanno entrare i genitori e la sorella di Logan.
Passa altro tempo. Comincio a stufarmi. Non mi importa se non posso, devo vedere Logan! So che lui non potrà vedermi e, forse, neanche sentirmi ma è già una tortura sapere che è in coma. Proprio quando sono al culmine della pazienza, la porta si riapre. Oltrepasso Presley e i suoi genitori per parlare con il medico.
«La prego, ce lo faccia vedere!» lui guarda me, Carlos, Alexa e James per un po' prima di rispondere.
«D'accordo, ma avete cinque minuti.» senza neanche ringraziarlo lo sorpasso ed entro. Ho fatto quest'azione con molta energia ma, quest'ultima abbandona completamente il mio corpo alla vista di Logan in un letto d'ospedale, coperto solo da delle lenzuola bianche leggere, con un aerosol sul viso e dei tubi attaccati al braccio che lo collegano ad un'asta al quale è appesa una sacca trasparente e ripiena di un liquido biancastro. C'è anche un elettrocardiogramma con la solita linea verde che sale e scende. Non sembra troppo bassa, per fortuna.
Non riesco più a muovere un solo muscolo, sono completamente paralizzato. Gli altri, invece, riescono ad avvicinarsi a Logan. Gli parlano, lo accarezzano cercando di trattenere le lacrime.
Comincio a chiedermi se possa sentirci. Magari non si è nemmeno accorto che siamo qui. Forse non si rende nemmeno conto che non può svegliarsi. Per lui, potrebbe semplicemente star dormendo. Spero che se è così, stia facendo dei bei sogni. Sarebbe davvero brutto se facesse incubi anche in questo stato.
Alexa non riesce più a trattenersi e scoppia in lacrime. Carlos e lei decidono di uscire anche se non sono passati i cinque minuti. Rimaniamo solo James ed io. E Logan, ovviamente.
«Secondo te ci sente?» chiede James.
«Me lo stavo chiedendo anche io. Forse non si è nemmeno reso conto che sta male. A pensarci bene, sarebbe meglio così. Soffrirebbe di meno. Non credi?» 
«Secondo me lo aiuterebbe di più sentirci. Lo conforterebbe saperci accanto a lui.» non ribatto. Non posso sapere cosa preferisce Logan. So solo che vorrei dirgli qualcosa ma le parole mi restano arpionate in gola. Ho la sensazione che vogliano soffocarmi.
«Io vado a casa. Ci vediamo lì.» detto questo, esco.
Lex e Los sono ancora in sala d'attesa, insieme alla famiglia di Logan. Senza salutare nessuno, mi dirigo verso l'uscita. Rifiuto il passaggio a casa che mi offre Walter. Andare a piedi mi schiarirà le idee.

Le chiavi della casa le ho io, per fortuna. Nella fretta non mi sarei neanche ricordato di chiederle agli altri.
Appena entro mi sento strano.Mi sembra di avere un vuoto dentro di me. Il senso di soffocamento, però, se ne è andato. Ora vorrei nuovamente dire le cose che erano indirizzate a Logan, ma non posso. Perché non ci sono riuscito prima? Non capisco cosa mi bloccasse. Forse vederlo lì, con gli occhi chiusi senza la possibilità di aprirli, mi ha un po' sconvolto, ma non tanto da non riuscire ad aprire bocca... Credo.
«Logan.» il suo nome esce dalla mia bocca senza che io lo voglia. È un sussurro, un suono quasi inudibile, ma basta a farmi venire i crampi allo stomaco. Il dolore mi fa venire gli occhi lucidi. Non ho ancora pianto. Da quando ho trovato Logan in fondo a quelle maledette scale, nemmeno una lacrima è uscita dai miei occhi. Credo di essere l'unico a non averlo ancora fatto. Mentre andavo via dall'ospedale erano tutti in lacrime. Probabilmente anche James ha cominciato a piangere. Io no e non voglio. Sarebbe come arrendersi. Come dover accettare che è tutto finito, che Logan non tornerà. Ma io non voglio arrendermi.
Respingo le lacrime trattenendole quasi con violenza.
Improvvisamente mi viene fame. Proprio quando finisco di mangiare qualcosa, Alexa, Carlos e James tornano. Come mi aspettavo, il più alto ha gli occhi rossi, gli occhi di chi ha appena pianto.
«Beh... Ceniamo?» chiede Carlos.
«Io ho già mangiato.» rispondo freddamente per poi dirigermi in camera mia.
Mi sdraio sul letto senza neanche cambiarmi. Provo a dormire ma non ci riesco. Non posso certo aspettarmi di riuscirci, in effetti.
Prendo il cellulare. Provo a distrarmi un po' usandolo. La distrazione finisce quando, per sbaglio, girando sui social, trovo una mia foto con Logan. Alzo gli occhi al cielo e spengo il telefono poggiandolo sul comodino. Mi giro verso sinistra, dove c'è una libreria. Scorro con gli occhi i vari titoli, tanto per fare qualcosa. Quando arrivo al titolo di un libro verde, mi fermo guardando una piccola cornice con la foto di due persone. Me e Logan.
Il mondo ce l'ha con me, è sicuro. 
Mi giro di nuovo. Dopo un po' riesco finalmente a dormire.

«KENDALL!» mi sveglio di soprassalto sentendo la voce di Logan gridare il mio nome. Corro in camera sua aspettandomi di vederlo nel suo letto mentre si agita, ma è vuoto. Mi strofino gli occhi quando mi rendo conto di essermi immaginato tutto. Ero certo di averlo sentito. Sembrava ancora più reale delle volte in cui succedeva davvero.
Guardo quel letto ancora disfatto da questa mattina. Riesco a vedere la forma del suo corpo delineata dalle lenzuola. Lo vedo abbracciato a me. Sento le sue braccia attorno al mio collo. Vedo i suoi occhi curiosi scrutarmi senza sapere che faccio finta di dormire. Sento il suo respiro leggero che riempie l'aria. È una persona così delicata in tutto. Ogni suo gesto, ogni sua azione. Sempre delicato. Lui cercava di apparire sicuro e spensierato, ma sono sempre riuscito a capire quando recitava. Sono arrivato alla conclusione che fingeva la maggior parte del tempo. Vorrei poter capire anche cosa lo rendeva triste.
Mi chiudo la porta alle spalle e vado a sdraiarmi nel suo letto. Mi sembra di sentire il suo calore anche se il materasso è freddo.
Tiro le coperte quasi fino agli occhi. Schiaccio il naso contro il cuscino impregnato del suo odore. Quando dormo qui, sono abituato ad abbracciare Logan ma non potendo farlo mi limito a stringere il cuscino come se fosse una persona o, meglio, Logan.
Non è passato nemmeno un giorno a già mi manca così tanto. Ho già un bisogno assurdo di abbracciarlo fino a togliergli il respiro. Vorrei avere di nuovo i suoi occhi piantati nei miei. Quanto odio vederlo piangere. Più che altro, odio il fatto che avesse motivi per farlo. Lui meriterebbe tutta la felicità di questo mondo. A pensarci mi viene di nuovo da piangere. Per la seconda volta trattengo le lacrime. O almeno ci provo. Non riesco a pensare a cose felici, mi vengono in mente solo i momenti più tristi passati con Logan. I suoi pianti, le sue insicurezze, il suo dolore.
Senza neanche accorgermene ho cominciato a piangere. Non ho più la forza per provare a fermarmi, riesco solo a piangere, piangere e piangere. Soffoco i singhiozzi nel cuscino che si sta bagnando sempre di più.
Ho voglia di urlare. Se non fosse che sveglierei tutti, griderei fino a togliermi la voce.
Sempre col viso attaccato al cuscino, apro la bocca e butto fuori tutta la voce di cui dispongo. Non dico nulla di sensato, urlo e basta. Urlo come se il mondo dovesse sapere che sto male. Eppure nessuno lo verrà a sapere, perché nessuno sentirà queste grida.
I miei amici potranno intuire che soffro perché lo fanno anche loro, ma non sentiranno mai il mio cuore che chiede aiuto. Così come noi non abbiamo sentito Logan quando è caduto. Non sappiamo neanche se ci ha chiamati. Non sappiamo cosa stesse pensando. Non so se stesse pensando al mio bacio.

Angolo me:

AlloooooooraIntanto chiedo perdono per il tempoNon solo ci ho messo un'eternità ma il capitolo è pure triste ea parer mioterribilmente noioso.
Per fortuna non sapete esattamente dove vivoquindi non mi potrete uccidereanche se so che avete una gran voglia di farloIo stessase fossi in voimi ammazzerei.
Sto lavorando a ben due One Shot, uno a tema Halloween (è anche per questi che ci metto tanto ad aggiornare).
Scusate di nuovo e... E nienteCiau.


 
   
 
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