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Autore: Lady Lara    16/10/2016    5 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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XLII Capitolo
Cercando “la Bestia”
 
“La Bestia è qui … la Bestia è vicina!”
 
Emma aveva cercato conforto nel calore e nel bacio del suo Killian. Si era portata velocemente verso di lui, cingendogli il collo con le braccia e cercando le sue labbra. Killian l’aveva accolta senza remora, non aveva nessuna importanza essere in presenza di August e Belle. Lui amava Emma e lei lo amava, ogni velo era caduto, non volevano più nascondere il loro amore, Belle lo aveva scoperto per prima ed ora August lo aveva saputo ufficialmente da Killian.
 
Mentre August teneva stretta a sé Belle, che piangeva e singhiozzava terrorizzata da quanto aveva appena scoperto alla vista della Daga dalla lama ondulata, Killian aveva visto lo sguardo di Emma.
 La leggeva come un libro aperto ormai, la loro unione di anime li portava a questo, a sentirsi vicini pur lontani. Ora erano vicinissimi, lì abbracciati. Killian sapeva che Emma aveva sentito il bisogno di stringersi a lui, di sentirsi protetta dall’uomo che l’amava con tutto se stesso, il suo vero amore, l’amore della sua vita …
Nonostante fosse una donna di spirito indipendente, battagliera, piena di iniziativa e di risorse, in quel momento si era sentita fragile nella sua femminilità e il corpo caldo, forte e virile di Killian era stato il suo rifugio. Non fu solo un fugace contatto quello delle loro labbra. Il bisogno di rassicurazione di Emma indusse Killian ad approfondire quel contatto per farle sentire la sua passione e il suo intento di proteggerla a qualsiasi costo.
Si fermava il tempo e il mondo intorno a loro, quando si baciavano in quel modo, esprimevano i loro sentimenti reciproci ed esorcizzavano la cosciente consapevolezza della nostalgia che avrebbero provato nei giorni seguenti, ambedue sapevano, infatti, quale era ora la missione del Capitano Killian Jones. Lo  aveva detto già la notte prima, quando avevano parlato e si erano spiegati, quando avevano abbattuto le barriere che l’egoismo aveva eretto, quando avevano deciso di continuare ad amarsi …
 
Killian sarebbe partito per dare la caccia al nemico, avrebbe ripreso la via del mare e, come l’ufficiale della Royal Navy che era stato, avrebbe abbattuto i suoi avversari per “difendere la sua famiglia”
 
“Famiglia”
 
Questo sentivano di essere. Killian non riusciva più a pensare solo a sé e ad Emma come coppia, nel suo cuore c’era il fortissimo sentimento per Henry e il desiderio – speranza di aver dato vita ad un “piccolo fiore” nel grembo della donna che amava.
Non erano solo loro, il senso di responsabilità del Capitano investiva anche Belle, August, Eddy, Anny, Agnes la loro famiglia e tutte le persone che di Storybrook aveva conosciuto, apprezzato e stimato. Se Rumbl e Barba Nera fossero tornati, nessuno era al sicuro! Killian voleva impedire lo spargimento di sangue innocente, lo sentiva come suo dovere morale!
 
Troppo era il male che Rumbl aveva fatto ad innocenti e, se fosse sopravvissuto, molto altro ne avrebbe ancora fatto! Lo doveva fermare una volta per tutte, a costo della sua stessa vita.
 
Non avrebbe mai detto alla sua Emma che avrebbe sacrificato anche se stesso pur di riuscire nel suo intento. Ovviamente sperava di tornare sano e salvo da lei ma, come ogni soldato pronto a partire per una guerra, sapeva che la sua vita e quella dei suoi uomini, poteva essere appesa ad un filo. Doveva esserne consapevole e cercare di sopravvivere, era bravo in questo … lo era sempre stato.
 
 Rendersi conto di lasciare la donna che amava era comunque la cosa più dolorosa che poteva sentire, quel dolore gli straziava il cuore e lo rendeva debole.
 
 Che strano l’amore! Ti dava la forza per affrontare qualsiasi impresa, ma sapeva renderti anche fragile!
 
Anche separare le labbra da quelle della sua donna gli stava sembrando impossibile ed Emma lo percepì, come sentì il passaggio di energia da Killian a lei. Lei era una donna forte, lo doveva essere anche per Killian, sapeva che sarebbe partito e non voleva che stesse in pensiero per lei.
Non gli aveva detto esplicitamente che già da oltre tre mesi il loro bambino cresceva nel suo grembo e non lo avrebbe certo detto ora, Killian sapeva che, dopo la notte passata insieme ad amarsi senza precauzioni, le probabilità di aver concepito erano alte, era meglio lasciarlo nel dubbio di una possibilità che nella preoccupazione di una certezza, anche se quella certezza sarebbe stata per lui la fonte della massima gioia. Al suo ritorno gli avrebbe annunciato quello che lui sperava.
 
Avrebbero ancora indugiato l’uno sulle labbra dell’altra, ma il mondo riprese il sopravvento. Si separarono, ancora sentendo il loro reciproco sapore.
 
August cullava tra le braccia Belle e lei non stava piangendo più, anche se ogni tanto si sentiva il ritorno di un suo singhiozzo. Il Colonnello era voltato verso l’altra coppia, mentre soccorreva la sua fidanzata aveva visto lo slancio di Emma verso Jones e il bacio passionale che li aveva uniti. Non ne era meravigliato, era giusto così, Killian aveva ora il potere e il compito di proteggere Emma, mentre lui doveva dare la priorità alla sua Belle.
 
La mente militare e strategica di August stava tornando al discorso fatto con Killian l’attimo prima che Belle bussasse alla porta. Come lo stesso Capitano Jones aveva suggerito, doveva organizzare un piano di difesa capillare, sia nel caso in cui Rumbl e i suoi accoliti fosse ancora a Storybrook, sia che fossero in mare, pronti a fornirgli brutte sorprese. Jones si era già proposto di mettere al servizio della difesa la sua nave e la sua esperienza di Ufficiale di Marina e Pirata.
 
Belle si era ripresa abbastanza, August sapeva che fosse una donna di ripresa straordinaria e grande coraggio, lo aveva dimostrato nelle reazioni avute dopo le violenze subite dalla “Bestia”. Si voltò anche lei verso Emma e Killian e vide il loro abbraccio che si stava esaurendo.
 
 Emma si voltò verso di loro e arrossì sotto lo sguardo di suo fratello. Con lui non aveva ancora parlato … era consapevole di aver taciuto molte … troppe … verità a suo fratello. In imbarazzo si rese conto che era palese ormai ai suoi occhi il rapporto che aveva con Killian, ma non voleva essere vista da lui come una sgualdrina.
 
– August … io … io … sono tante le cose che non ti ho detto … una è che io e Killian ci amiamo e …
- E sei già sua moglie … vi siete sposati con un rito religioso … so tutto Emma … so che lo ami praticamente da dodici anni a questa parte … per lui è lo stesso … so di Neal … di Henry … Mi dispiace solo che tu ti sia tenuto tutto dentro … forse avrei potuto aiutarti … Non fa nulla ormai … quello che conta è che tu sia felice Emma … è sempre stata la mia più grande speranza per te. Da quando mio padre ti mise tra le mie braccia, in quell’armadio, mentre il fuoco di Barba Nera stava bruciando il palazzo, il mio compito è stato di proteggerti, non l’ho fatto abbastanza … ma ora ho l’aiuto di Killian in questo … Siamo una “famiglia” Emma e in una famiglia ci si aiuta l’uno con l’altro. Non posso che darvi la mia benedizione …
 
Poi August rise preso da un pensiero riguardo a loro padre:
 
- Se penso a nostro padre … geloso com’è della sua “bambina”! Non so cosa dirà quando gli porterai l’annullamento firmato e un marito che non gli ha chiesto la tua mano … ma per quello che mi hai raccontato, almeno della missione nel Maine, credo che non avrà nulla da obiettare …
 
Emma era arrossita e Killian vedendola in imbarazzò le prese la mano sinistra con la sua e l’avvicinò a sé, alzando le loro mani insieme le fece passare oltre la testa di lei, portando il suo braccio a cingerle la spalla destra. August, per toglierla dall’imbarazzo, cambiò il discorso portandolo sull’emergenza del momento.
 
- Poco fa con Killian stavamo organizzando il piano di difesa. Se Rumbl è nei paraggi lo è di sicuro anche Barba Nera. Dobbiamo convocare “la Rete”, Lady Barbra dovrà entrare in azione subito! 
– Hai ragione fratello mio! Abbiamo solo oggi per la convocazione, domani sera potranno essere tutti a Villa Mc Canzie, avranno il tempo minimo per organizzarsi!
 – Tu Killian quando potrai partire?
– Tra oggi pomeriggio e domani finiremo i preparativi, lunedì all’alba la “Stella del Mattino” inizierà la sua ricerca …
- Bene! Hai già in mente la rotta da prendere?
– Mi allontanerò in linea retta verso l’Europa e scandaglieremo l’orizzonte. Non credo che sarà possibile ritrovare la “Reine de France”, potremmo sentire i tuoni dei cannoni se dovesse essere abbattuta da Barba Nera o trovare i relitti, ma potrebbe anche essere lasciata libera per non lasciarci tracce, Rumbl mi conosce, sa che non sono tipo che demorde e si aspetterà sicuramente che io prenda il mare. Sono sicuro che “la Reine de France” incontrerà la Queen Anne’s revenge in un qualche punto. Dovrò ispezionare le coste della Nuova Scozia, mi terrò abbastanza vicino da tornare a Storybrook entro un paio di settimane, temo di allontanarmi troppo … proprio perché non abbiamo la sicurezza che Rumbl sia veramente partito e … se fosse ancora qui … non ho intenzione di lasciarvi senza un ulteriore aiuto  sulla terra ferma!
 
Lo sguardo di Killian si era spostato su Emma mentre diceva le ultime parole. Il suo timore era di partire e lasciare Emma in pericolo. Doveva comunque tentare. Barba Nera sicuramente era in mare.
 
– Fai come meglio credi Killian, io darò subito disposizioni al Maggiore Smoke e domani sera ci riuniremo tutti alla Villa.
– Ci vedremo domani sera, attraccherò alla Baia Mc Canzie con la mia nave, parteciperanno alla riunione anche i miei uomini. Ora vado, ma vorrei salutare Henry prima …
– In questo momento è in biblioteca con Neal …
 - Non lo disturberò allora Emma … salutalo tu da parte mia …
 
Le depose un bacio sulla fronte, fece un inchino a Belle e salutando con una stretta di mano August, si congedò velocemente.
 
***
I pensieri affollavano la mente del Capitano mentre correva a cavallo, scendendo la strada della Rocca per tornare al Porto. Avrebbe parlato al suo equipaggio, sapeva che sarebbero stati felici di partire per quell’impresa, da tanto aspettavano quel momento!
 Pur non sapendo del bambino di Milah, avevano sempre saputo che stavano inseguendo il suo assassino, colui che aveva amputato il braccio al loro Capitano. Rumbl era nemico di tutti loro, rappresentava la parte più marcia del potere dell’Inghilterra.
Lasciò il cavallo da Angus e raggiunse la nave a piedi. La trovò all’attracco, con la passerella già agganciata e salì salutando Anton che era di guardia.
 
– Ciurma! Tutti a rapporto nella mia cabina! Anton ritira la passerella!
 
Gli uomini obbedirono e scesero sotto coperta verso l’ufficio del Capitano.
Tutti erano informati in merito all’agguato e il Capitano li aggiornò sugli sviluppi. Quando la ciurma sentì del coinvolgimento sicuro di Rumbl, si scatenarono i commenti malevoli nei suoi confronti. Il più agguerrito era come al solito Max Brontolo.
 
– Pagherà tutto fino all’ultimo centesimo Capitano! Vedrete! Gli faremo il pelo e il contropelo anche alle chiappe!
 
Tutti risero dichiarandosi dello stesso parere. Anche Killian rise e aggiunse:
 
- Sono felice del tuo suggerimento Max e cercheremo di realizzare questo desiderio comune … Intanto Nico, tu che ti sei occupato dell’inventario … c’è altro che ci serve per partire all’alba di lunedì mattina?
– No Capitano, abbiamo sistemato le scorte per almeno quattro mesi, sapevamo che saremmo ripartiti per Neverland …
 - Hai ragione Nico … mi dispiace … volevo riportarvi alle vostre famiglie, ma come sapete … ormai non è solo una vendetta quella su Rumbl, è diventato un dovere patriottico e morale. Se Rumbl arriverà qui con Barba Nera … ci sarà una strage di innocenti … non possiamo permetterlo!
 
Tutti assentirono con la testa. Jefferson non rispose nulla, era molto combattuto. Sapeva benissimo che era un loro dovere morale, ma il desiderio di tornare da Giglio Tigrato e dalla loro piccola Grace era fortissimo nel suo cuore. Rispetto agli altri sapeva, con Eddy, che a Storybrook c’era anche  il figlio di Milah e di sicuro era un obiettivo di Rumbl. Sapeva che Killian avrebbe dato anche la vita per proteggerlo. Pensò anche ad Eddy che non era presente poiché era andato da Sebastian e ancora non rientravano con il peschereccio di quest’ultimo.
 
– Killy, hai dimenticato che domenica Eddy si sposerà con Anny e tu dovresti essere il suo testimone?!
– No Jeff, non l’ho dimenticato, gli parlerò oggi pomeriggio da Angus … non credo che per domenica saremo tornati, gli suggerirò te come testimone … resterai con lui qui a Storybrook, darai una mano al Colonnello.
– No Killy! Te lo puoi scordare, io vado dove vai tu … vuoi prenderti il divertimento solo tu?! Ero affezionato a Milah e ancora ho davanti agli occhi il suo corpo quando io e Jack abbiamo dovuto portarla via da quel maledetto capanno, mentre tu eri svenuto per l’emorragia … Voglio essere lì quando incontreremo il “Macellaio”!
– Come preferisci “fratello”, Eddy dovrà fare a meno di noi … Questa sera, dopo che avrete cenato da Angus, salperemo per attraccare nella Baia Mc Canzie … domani sera alla Villa ci sarà la riunione della rete … saremo tutti presenti. Lady Barbra parlerà degli accordi presi nel Maine e con il Colonnello August verrà organizzata la difesa capillare della Penisola, con la Guardia Civile costituita dai componenti della Rete. Ora tornate alle vostre mansioni. Chi ha bisogno di scendere dalla nave lo faccia quanto prima nel rispetto delle turnazioni. Bardo pensaci tu!
– Sissignore Capitano!
 
Tutti uscirono. Il Capitano si diresse alla scrivania, dove la carta della Costa dell’America del nord faceva bella mostra di sé. Prese i suoi strumenti e iniziò a tracciare la rotta. Il momento della rivincita su Rumbl si avvicinava, ma tanti erano i dubbi sull’esattezza della strategia da adottare. Poi comparve ai suoi occhi l’immagine di Emma.
 
 – Swan … abbiamo ancora due notti da passare insieme prima di partire … le voglio rendere indimenticabili … so che mi mancherai troppo i prossimi giorni!
 
***
 
Emma  e Belle avevano parlato molto tra loro. Belle era provata. Quel maledetto pugnale le aveva fatto rivivere i momenti peggiori del rituale della Messa Nera a cui l’aveva costretta Cora. Emma aveva dovuto prepararle una tisana a base di Valeriana. Quando sua cognata si era finalmente calmata lei era uscita sul terrazzo. Aveva bisogno di respirare la brezza fresca che arrivava dal mare. Ora, affacciata alla balconata che regalava una splendida vista sul porto, poteva vedere la “Stella del Mattino” attraccata al molo. Sapeva che Killian era a bordo. Lo immaginava alla sua scrivania a tracciar rotte sulla carta geografica.
 
“ Amore mio … abbiamo solo queste due notti prima che tu parta … pregherò tutti i giorni per te e sarò qui a guardare l’orizzonte per vedere il tuo ritorno. Questo azzurro mi farà compagnia … mi ricorderà i tuoi occhi …
I tuoi occhi … non potrei mai dimenticarli … come non potrei dimenticare l’odore della tua pelle, dei tuoi capelli … è l’odore del mare, della salsedine, del sole … di te! Anche questa brezza che mi accarezza mi farà sentire ancora la tua carezza sul viso. Quante cose sono successe in questi ultimi cinque - sei mesi … mi pare ieri che sono salita per la prima volta sulla Jolly Roger … la tua mano che mi ha afferrata sicura per impedirmi di cadere dalla passerella malferma … i tuoi occhi che mi scrutavano incuriositi e … si … ammirati … desiderosi. Per me è stato lo stesso … La rosa che mi hai regalato quando mi hai ospitata nella cabina del Tenente di bordo … pronta, pulita e ordinata per ospitare una Signora … La prima volta che sono finita nelle tue braccia, dopo il nostro primo duello …
Sei sempre stato così attento nei miei confronti … Voglio che queste ultime due notti siano indimenticabili … mi mancherai tanto …”
 
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***
Eddy non aveva preso bene il fatto che Killian avesse intenzione di lasciarlo a Storybrook. Davanti ad Angus O’ Danag il suo Capitano gli aveva spiegato bene quale fosse la sua intenzione.
 
 – Eduard … il Colonnello Charming Pendràgon ha bisogno di uomini validi … tu lo sei, sarai più utile a Storybrook e domenica potrai sposarti con la tua Anny … non potrò essere il tuo testimone, ma avrai il mio regalo di nozze prima della partenza …
- Non mi importa un fico secco del regalo di nozze, voglio essere al tuo fianco … Milah era mia sorella! L’hai dimenticato?! Voglio guardare negli occhi quel mostro! Voglio combattere!
– Allora figliolo mettiamola così! Ci sono buone probabilità che Rumbl sia rimasto nascosto qui a Storybrook! Io affronterò Barba Nera in mare … lo sai Eddy che la mia vita e quella dei nostri compagni sarà in pericolo! Non voglio toglierti la possibilità di realizzare il tuo sogno d’amore con Anny! Qui ti renderai sicuramente utile!
 
Eddy aveva capito che Killian lo lasciava a terra per dargli più possibilità di sopravvivere, apprezzò il suo pensiero, scaturito dal profondo affetto che nutriva per lui.
 
 – Ho capito Killian … rinuncio a partire e rinuncio anche al regalo, ma non ho intenzione di rinunciare al mio “testimone di nozze”, io e Anny possiamo aspettare il tuo ritorno, allora celebreremo la cerimonia e solo allora accetterò il tuo regalo!
 
I due uomini si strinsero la mano, forse era un abbraccio che avrebbero preferito, ma davanti ad Angus non sembrava il caso. Non notarono che l’oste, prima di piazzargli davanti tre boccali di birra, aveva tirato un sospiro di sollievo, mentre dai suoi occhi traspariva una certa commozione. Angus gli aveva dato le spalle con la scusa di prendere la birra … non lo avrebbe mai ammesso neppure a se tesso, ma si era affezionato al giovane fidanzato di sua figlia e sapere che era al “sicuro” a Storybrook, lo tranquillizzava.
 
– Alla vostra salute Capitano Jones e al vostro ritorno … veloce e vittorioso!
– Grazie Angus, speriamo che il tuo augurio sia profetico!
 
Angus aveva ricevuto l’avviso di Lady Barbra per la riunione della sera seguente e aiutato da Agnes fece recapitare il messaggio a tutti. La piccola “messaggera” passò sotto il naso del Capitano Jones tutta impettita, con il suo faccino buffo e il naso a patata. Lanciò un’occhiata d’intesa verso il suo amico Killian che le fece un inchino.
 
 – Madamigella Agnes i miei rispettosi ossequi!
 
Felice come sempre di quel saluto, la ragazzina uscì dalla taverna con il suo passo allegro e saltellante.
 
***
 
Jason era tornato a casa. Quando sua madre aprì la porta si portò le mani alla bocca per trattenere l’urlo di gioia e sorpresa, poi si buttò al collo del figlio e pianse … pianse di dolore per quanto aveva combinato e per la gioia di vederlo sano e salvo. Matteus aveva sentito i singhiozzi di sua moglie e vedendoli entrambi sull’uscio di casa, velocemente li fece entrare. Jason era ancora ricercato. Gli uomini del Colonnello la sera del duello avevano ispezionato la loro casa, lasciandoli sconvolti e terrorizzati per il destino del loro unico figlio.
 
– Papà … mamma … perdonatemi se potete … ho commesso una serie di idiozie … scusami padre … ti ho deluso in tutti i modi possibili … voglio rimediare … tra poco andrò da Angus a chiedergli perdono per come mi sono comportato con Anny … non dovevo … non dovevo …
- Hai sbagliato parecchio figlio mio … hai danneggiato la tua reputazione e la nostra … ma con un po’ di umiltà … se sei pentito sinceramente … avrai il perdono di tutti … io e tua madre ti abbiamo già perdonato … per noi l’importante è che tu sia vivo e qui con noi …
 
Matteus non riuscì a non abbracciare suo figlio. Il giovane, vedendo lo slancio affettuoso di suo padre, pianse mentre si stringeva a lui. Sua madre con il fazzolettino orlato di pizzo nelle mani, ancora si asciugava gli occhi e il naso, il loro “bambino “ era sano e salvo.
 
– Jason, figlio mio, lo sai quale è il tuo primo dovere innanzitutto?
– Quale padre?
– Devi recarti dal Colonnello, devi collaborare con la giustizia, sei accusato di aver organizzato un attentato al tuo rivale e al Capitano Jones …
 - Padre … non è vero … io stesso sono stato ingannato …
- A maggior ragione devi dire la tua Jason! Vai tu dal Colonnello … se ti troveranno qui penseranno che hai da nascondere qualcosa … costituisciti …
- Matteus … caro … adesso nostro figlio andrà … lascia che prima si rifocilli …
 
Matteus acconsentì con il capo e sua moglie Domitilla iniziò ad apparecchiare la tavola.
 
Jason aveva ritrovato il perdono e l’affetto dei suoi genitori. Dopo aver mangiato e raccontato ai genitori cosa fosse successo, dalla sera prima del duello, diede un bacio sulla fronte a sua madre e con lo sguardo di approvazione di suo padre, uscì di casa per recarsi dal Colonnello.
Si sentiva più leggero, la sincerità lo aveva fatto sentire più libero. Ora doveva chiarire la sua posizione con la giustizia.
 
Stava per svoltare l’angolo di casa sua quando gli si parò davanti qualcuno che non si aspettava. Avvolto dai suoi stracci sporchi e maleodoranti, con le fasce che gli coprivano metà del viso e la barba grigia e ispida, stava il vecchio mendicante che aveva lasciato qualche ora prima davanti alla chiesa di San Patrizio. Reggendosi al bastone per non cadere a causa della sua gamba malandata, il vecchio protese la mano verso di lui. Un brivido gelò la schiena del giovane.
 
– Mi dispiace … non ho nulla con me ora … vi ho dato il mio obolo poche ore fa …
- No … no … figliolo … non voglio nulla … mi hai dato anche troppo questa mattina, potrò mangiare per qualche giorno … non ti ho ringraziato abbastanza prima … sono venuto da te perché mi hanno dato un biglietto da recapitarti …
- Un Biglietto?! E cosa dice?
 – Non lo so figliolo … io non so leggere …
 
Il mendicante porse il bigliettino piegato a Jason. Il giovane lo prese con mano tremante e quando lesse sentì i capelli drizzarglisi sulla testa.
 
– C - chi ti ha dato questo biglietto?
 – Non lo conosco … non l’ho mai visto da queste parti … non è tanto che sono qui … ma mi è sembrato straniero … era un uomo elegante … con la barba lunga e nera … non mi ha detto il suo nome … mi ha dato una moneta d’argento … ha detto che ti stavo facendo un favore … io ti volevo ringraziare per questa mattina … ho fatto bene?
– Si …si … hai fatto benissimo … grazie tante … ma ora devo andare ho da fare …
 
Jason lasciò dietro di sé il vecchio, questi lo guardò nuovamente allontanarsi, sul suo volto si dipinse un sorriso compiaciuto “aveva fatto un favore a quel generoso giovane”.
 
***
 
Era arrivata la notte ed era illuminata dalla luna. Le stelle erano puntini luminosissimi. Il veliero scivolava languido e silenzioso sulle onde, mentre si dirigeva verso la Baia Mc Canzie. Killian era sul ponte di poppa, al timone. Guardava il cielo stellato, la costellazione della Croce del Nord o Cignus, come lui amava chiamarla in latino, volgeva al suo tramonto. Quella costellazione era per lui “benedetta”, lo aveva guidato fin lì, dove aveva portato a termine la missione di ritrovare la creatura di Milah. Non poteva esserne più felice. Il piccolo aveva trovato una madre che la stessa Milah avrebbe apprezzato e lui, il Capitano Killian Flinth Jones, aveva ritrovato il suo primo amore … colei che era l’amore della sua vita. Sorrise per la coincidenza … o forse non lo era … forse era il destino? Sentiva che la ricerca di quella donna era qualcosa che andava oltre i dodici anni da che l’aveva vista per la prima volta … era come se fosse la sua meta da secoli … Era così forte il sentimento per lei, così potente il desiderio di essere una cosa sola … che non poteva crederci nemmeno lui che lo stava provando!
 
 Quanto amava il suo Cigno! Si, quella era un’altra coincidenza … Cignus l’aveva portato dalla sua candida e pura Swan, il secondo nome di Emma era proprio Cigno. Si chiese come mai i suoi genitori avessero pensato di aggiungerle quel nome, ma considerò che le si addiceva. L’aveva chiamata Swan già quando l’aveva vista a bordo della sua nave, sotto le mentite spoglie di Lady Barbra, il suo collo alto, il corpo delicato e sinuoso … aveva la grazia e l’eleganza di un cigno sull’acqua quando la vedeva muoversi verso di lui …
 
“Sei splendida Emma … my true love …”
 
Solo altre due notti da passare insieme, prima di ripartire e prima di ritrovarsi …
 
 - Bardo!
– Capitano agli ordini!
– Ho un favore da chiederti …
- Comandate pure Capitano …
 
Attraccarono al molo del piccolo porto di Villa Mc Canzie. La passerella venne calata nella penombra della notte rischiarata dalla luna.
Il Capitano era impaziente. Il cuore gli batteva in petto con un tale ritmo che si posò una mano sul petto come per fermarlo, per calmarlo. Una forte emozione lo portava a stamparsi un sorriso sul volto, tanto che credette di essere preso per pazzo dai suoi uomini. Sapevano tutti quale fosse la sua pazzia ormai e, per la considerazione che avevano di Emma, erano tutti convinti che quella di Killian fosse la più grande saggezza. Erano felici per lui i suoi uomini, questa era la verità! L’incontro a Villa Mc Canzie ci sarebbe stato la sera seguente, non era così indispensabile attraccare a quel molo con ventiquattro ore di anticipo, ma per un uomo che sarebbe stato senza la sua donna per un periodo ben poco preciso, andando per mare … si, tutti sapevano che quell’attracco era indispensabile.
 
Un quartetto di figure maschili si avviarono dalla nave alla villa. Poco dopo furono di ritorno, ma questa volta erano solo in due.
 
***
 
Emma guardava dentro il suo guardaroba … Non riusciva a decidere cosa indossare per quella sera. Voleva essere bella per lui, desiderabile, affascinante. Si guardò allo specchio e si vide orribile. Era così nervosa che i capelli erano diventati talmente elettrici che non riuscivano a stare fermi sotto la spazzola. Aveva messo a letto Henry, il piccolo si era molto stancato durante la giornata e non fu necessario nemmeno il racconto del suo adorato libro “Once upon a time”, era crollato quasi subito, rilassato dal bagno serale che sua madre gli aveva fatto.
Emma sospirò, per i capelli non c’era nulla da fare! Ne avrebbe fatto due trecce e le avrebbe avvolte intorno al capo, bloccandole con le forcine. Per il vestito optò per quello rosso che aveva portato con sé anche nel viaggio con Killian. Ricordò di averlo indossato al secondo invito a cena del suo amore, dopo che era stato male per l’infezione alla ferita che si era procurato al palmo della mano. Si, quel vestito andava benissimo, a Killian era piaciuto molto, le aveva detto che il rosso le donava.
 
Scese in giardino, aveva fatto bene ad indossare il suo mantello di lana, nonostante il chiarore della luna, il fresco di fine ottobre si faceva sentire. Si avviò verso la siepe del biancospino e sparì nel passaggio segreto. Tante piccole candele erano accese ad illuminare il suo passaggio. Sorrise, Killian era arrivato e la stava aspettando, probabilmente l’avrebbe trovato lungo il tunnel. Non fu così, rimase un po’ delusa. Non era nemmeno nella cantina dove finiva il passaggio, ma ancora una scia di candele accese le faceva da guida. Scivolò soave con il suo abito, lungo quel percorso, arrivò all’ingresso della sala e si tolse il mantello. Improvvisamente un suono dolcissimo di violino si sentì nell’aere e si ritrovò Killian che le porgeva galantemente la mano. Non portava i suoi soliti indumenti. Indossava  pantaloni in parte in pelle, una camicia avorio, il cui collo a gorgiera usciva da un pastrano nella stessa tinta avorio. L’immancabile panciotto era rosso come il vestito di Emma, in broccato ricamato. Era ben pettinato e la barba sistemata in modo molto curato. Lei lo trovò bellissimo. Come incantata mise la sua mano in quella di Killian, continuando a guardarlo in viso, senza parlare perché era senza parole.
 
 – Swan … sei un balsamo per gli occhi e per il cuore lo sai?
 
Lei avrebbe potuto dire lo stesso di lui, ma riuscì solo a sorridergli, molto probabilmente arrossendo più del vestito, almeno così credette! Nonostante la confidenza e l’intimità che c’era tra loro, le sembrava veramente di essere ad un primo appuntamento. Killian la condusse nella sala dove la sera prima si erano abbandonati sul divano. Il ricordo fece avvampare ancora di più la principessa e si sentì sciogliere. Lui la guardò, sicuramente aveva intuito i suoi pensieri perché le mostrò un sorriso smagliante e maliziosamente le disse:
 
- La notte è lunga Emma … e sarà tutta per noi.
 
Le fece cenno di accomodarsi. Emma rimase veramente stupita, non si aspettava che la tavola fosse apparecchiata per due, non si aspettava una cena a lume di candela, non si aspettava il violino di Bardo. Killian le spostò la sedia e galantemente la fece accomodare, poi a sua volta si mise seduto difronte  a lei.
 
– Se hai già cenato Emma non ti preoccupare, non è una cena molto abbondante … solo uno stuzzichino e del buon Porto da bere …
 
Jambon aveva preparato crostacei in salsa rosa, gustosissimi e, come sapeva Emma, afrodisiaci. Non aveva cenato in realtà. Non aveva sentito appetito per l’ansia di incontrare il suo amore. Temette di non riuscire neppure ad assaggiare quello “stuzzichino” invitante. Killian notò la sua esitazione mentre riempiva i due calici di cristallo con il Porto.
 
– N - non ti piace Emma? Credevo che amassi i crostacei! Hai cenato abbondantemente?
– No amore mio, non ho cenato affatto … non avevo molta voglia di cibo … è vero che adoro i crostacei e qualcuno lo mangerò …
 
 
Gli sorrise seducente e prese con la forchetta un gambero roseo e lo portò alle labbra. Killian aveva seguito il movimento ed era rimasto a bocca aperta nel vedere come lei stava gustando quel gamberetto. Decisamente Emma lo stava provocando. Deglutì e cercò di distogliere lo sguardo dalla sua bocca, a sua volta prese la forchetta e cercò di mangiare. La guardò ancora e lei gli sorrise maliziosamente mentre mandava giù il piccolo boccone.
 
 – Emma … avevo un programma per questa sera  .. ma se continui così difficilmente riuscirò a rispettarlo, mi stai costringendo ad accelerare i tempi lo sai vero?
 
Emma fece lo sguardo innocente e sgranò gli occhi come se non avesse saputo cosa lui volesse intendere. Killian si alzò posando il tovagliolo dopo essersi umettato le labbra.
 
– Balla con me Emma … almeno così ti avrò tra le braccia e potrò toccarti e baciarti!
 
Le porse nuovamente la mano, lei ne fu felice, era quello che voleva anche lei, mise nuovamente la sua mano minuta e delicata in quella del suo amore e, meno delicatamente di ciò che si aspettava, con impeto Killian la portò al suo torace, la strinse con il braccio sinistro a sé e si impossessò di quelle labbra che lo stavano facendo bruciare di desiderio da quando aveva iniziato a “giocherellare” con la cena.
 Mentre il bacio continuava, Killian iniziò a muoversi al ritmo della musica, facendola danzare nella stanza, guidandola nella struggente musica che Bardo, nascosto chissà dove, stava eseguendo. A quel bacio ne seguirono altri, sempre più appassionati e sempre più “affamati”. Il cibo che cercavano ambedue non era nei loro piatti …
 
Killian interruppe il bacio e la danza. La guardò intensamente in viso, le accarezzò la guancia.
 
– Ti voglio Emma … ti voglio adesso …
 
La sua voce era roca e sensuale. Il sorriso di risposta di Emma gli disse la stessa cosa. La sollevò tra le braccia e si diresse su per le scale. Anche per le scale, piccole candele illuminavano il percorso e nella stanza, con il loro amato talamo a baldacchino,  due candelabri illuminavano l’ambiente. Killian la pose in piedi vicino al letto, poi la prese per la vita e la fece voltare di spalle davanti a sé. Sfiorò la parte posteriore del suo collo, lei provò un brivido piacevole lungo tutta la colonna vertebrale. Le depose una serie di baci sul lato del collo, fino alla spalla, lei chiuse gli occhi godendo della sensazione provata al tocco caldo delle sue labbra morbide. Killian iniziò ad aprirle il vestito sulla schiena, sfiorandole la pelle con i polpastrelli per ogni centimetro percorso e scoprendola completamente. Poi, prima di farle scivolare dalle spalle e dai fianchi l’elegante vestito, le tolse le forcine che bloccavano le due trecce e le sciolse.
 
– Amo i tuoi capelli sciolti Emma, ti fanno sembrare una principessa guerriera e selvaggia quando facciamo l’amore … ti voglio così …
 
Come le aveva già detto, la notte sarebbe stata lunga e sarebbe stata tutta la loro. Emma sapeva bene che Killian manteneva ciò che diceva e ne ebbe la conferma più dolce …
Peccato per la cena di Jambon! Ma no! Non andò sprecata! Dopo … un bel po’ dopo, stanchi e appisolati, Emma si svegliò improvvisamente con una gran voglia di mangiare crostacei. Killian si accorse del suo scatto nel letto.
 
 – Amore che succede?
– Oh! Nulla Killian mi è venuta voglia di mangiare quei gamberetti che abbiamo lasciato …. Dormi pure io scendo …
 - No … resta al caldo … te li porto io …
 
 
Il Capitano tornò con i due piatti e le forchette, dell’appetito era arrivato anche a lui.
Era un piacere guardare Emma mangiare con gusto e non si dispiacque quando la sua vorace Signora finì anche il contenuto del suo piatto. A Killian non restò che decidere di continuare dove avevano interrotto prima … anche l’amore era un nutrimento …
 
 
Domenica sera …
La grande sala di Villa Mc Canzie era stata predisposta per ospitare i membri della Rete. Probabilmente molti sarebbero rimasti in piedi, mente i capigruppo si sarebbero seduti intorno al grande tavolo circolare. Non c’era nessuna distinzione tra le sedie che circondavano il tavolo, ma la spada dalla lama ondulata, che veniva posta sulla superficie in quelle occasioni, indicava il posto in cui si sarebbe seduta la donna che aveva dato vita a quella Rete.
 
 Altera e sicura di sé, la Principessa Emma Swan Charming Pendràgon fece il suo ingresso, indossando la corvina parrucca di Lady Barbra. Vestiva con i pantaloni infilati negli stivali sopra il ginocchio, il panciotto di pelle celestina sulla camicia di lino bianco e il mantello con cappuccio di lana nera. Al suo fianco pendeva la spada Excalibur, il suo più antico cimelio di famiglia. Suo fratello August la seguiva. Si diresse verso il suo posto, tutti la salutarono e lei rispose al saluto. Sguainò la spada e la pose sul tavolo, come suo solito. Guardò verso la parete e fece cenno all’uomo che vi era appoggiato di sedersi alla sua sinistra. Il Capitano Jones appoggiato al muro, con la mano infilata al suo cinturone in cuoio e le gambe incrociate, non le aveva tolto gli occhi di dosso da che era entrata nella sala. Al cenno della Principessa si staccò dal muro e si sedette al suo fianco. August era alla destra di Emma. Seguivano in modo speculare Angus O’Danag, suo fratello, il Parroco Padre Charles O’Danag, Rosalind Stone, Matteus Dulittle e sua moglie Domitilla, Lady Agata Fergusson, gli uomini che avevano aiutato il Capitano Jones a portare la sua nave in secca e poi al riammaro. La cuoca Betty, il Maggiore Smoke, il Sergente Brady, Jefferson, Eddy e tutti gli uomini della ciurma. In totale erano presenti oltre trenta persone. Mancava Lady Belle, rimasta ad accudire il piccolo Henry. Il Duca Neal Mc Cassidy non partecipava mai a quelle riunioni, doveva restarne obbligatoriamente fuori per salvare la sua immagine di Reggente di Guglielmo III.
Emma prese la parola.
 
– Miei Signori e Signore … questa riunione era dovuta … La missione nel Maine di Lady Barbra Mc Canzie ha ottenuto successo. La Rete Giacobita che ho incontrato con tutti i rappresentati per ogni colonia americana, ha accettato la proposta! I nostri fratelli più bisognosi in patria, sia essa l’Irlanda o la Scozia, potranno salvarsi dalla fame a cui li assoggetta l’Inghilterra. Una parte di granaglie annualmente saranno trasportate e scortate per giungere gratuitamente a chi necessita. Dimezzeremo il lucrare dell’Inghilterra finalmente! Questo sarà possibile grazie anche al valido aiuto dell’uomo al mio fianco, il Capitano Jones, che è stato un aiuto indispensabile con i suoi uomini, sia per la missione nel Maine che per l’incolumità della mia stessa vita …
 
Nel riferirsi al Capitano, Emma si era voltata verso di lui e aveva intrecciato le dita della sua mano sinistra a quelle di Killian. Tutti notarono il gesto, segnale di profonda intimità. Chi non sapeva della loro relazione sicuramente immaginò che tra loro, in quel frangente, si fosse stabilito un contatto di forte amicizia e gratitudine da parte di Lady Barbra, o che la relazione fosse anche romantica. Nessuno, per la grande stima nei confronti della Principessa, rise o fece sguardi maliziosi. Neal non era un uomo amato dal popolo, tutti si erano sempre chiesto cosa la Principessa Emma avesse trovato in lui …
 Killian si irrigidì a quel contatto, non aveva immaginato che Emma potesse sbilanciarsi in un gesto così intimo, le aveva detto che voleva salvaguardare il suo onore! Era vero che l’annullamento del matrimonio era firmato e ratificandolo potevano unirsi legalmente in matrimonio, ma quella era una cosa loro, saputa anche dalla famiglia di Emma ormai, ma al momento renderla pubblica gli sembrava inopportuno. Sciolse le dita da quelle di Emma e le prese la mano portandola verso le labbra, prendendo prima la parola.
 
– My Lady, siete troppo generosa nei miei confronti! Ho fatto il mio dovere di Irlandese, sono anni che combatto l’Inghilterra, mi avete dato l’opportunità di trovare alleati per la mia stessa battaglia, lasciate che vi ringrazi pubblicamente baciando la vostra mano!
 
Emma fece un cenno di consenso con il capo e il Capitano fece ciò che aveva chiesto. Credette di diluire i possibili pensieri che il gesto precedente di Emma aveva potuto suscitare, ma forse li incrementò.
Emma si rivolse nuovamente all’assemblea.
 
 – Oltre a provvedere per quanto riguarda i rifornimenti di cibo, abbiamo preso accordi anche per il rifornimento di armi. I nostri amici in patria stanno aspettando il tempo in cui il giovane Pretendente, il Principe Charles, possa tornare per reclamare il trono. Per allora le armi dovranno essere pronte. L’Inghilterra è molto forte, ma i nostri non saranno da meno. Per la sicurezza dell’operazione ovviamente non dirò altro.
 
 
Tutti i presenti diedero segni di consenso, qualcuno fece domande ed ebbe risposte. Chi aveva dubbi li fugò con le risposte dello stesso Capitano Jones. Finito il discorso e i commenti sull’operazione nel Maine, Lady Barbra dovette passare al problema del momento a Storybrook.
 
 – Amici miei, ho purtroppo delle brutte notizie sulla sicurezza della Penisola …
 
 
I presenti si guardarono l’un l’altro, cercando nel vicino già delle informazioni.
 
– Abbiamo la certezza che il Duca Mc Cassidy sia tornato a Storybrook … Tutti sapete di cosa è accaduto circa cinque anni fa … lo feci arrestare per i delitti commessi in patria, sarebbe stato giudicato e condannato con regolare processo, ma con il suo complice Barba Nera è riuscito a fuggire … Il Colonnello Charming Pendràgon ha condotto approfondite indagini, a partire dall’attentato che il Duca ha organizzato, sfruttando il giovane Jason Dulittle, ai danni del Capitano Jones. Siete tutti invitati a costituire la Guardia Civile, siete i Capigruppo della rete, informate gli altri. Rumbl potrebbe essere ancora qui … Si nascondeva sotto il nome di Robert Smith e probabilmente dietro una barba finta. Angus potrà testimoniarvi come si è presentato nella sua locanda. Gli uomini suoi complici avevano tutti un tatuaggio sul polso a forma di pugnale, un pugnale come questo …
 
August mostrò la daga dalla lama ondulata e i presenti se la passarono l’un l’altro.
 
– Ognuno di voi tenga gli occhi aperti … i soldati al comando del Maggiore Smoke stanno continuando le ricerche, al momento non sono saltati fuori altri accoliti della setta di Rumbl, si tratta difatti di una vera e propria setta che pratica riti esoterici e sacrifici di bambini appena nati. State attenti ad ogni straniero che vedete arrivare a Storybrook. Il Duca è arrivato con il mercantile Francese che è sparito improvvisamente la stessa notte dell’attentato al Capitano Jones. Potrebbe essere che sia ripartito con la nave, ma non possiamo averne la certezza, potrebbe nascondersi ancora qui. Altro che ci preoccupa è il fatto che il Duca si accompagna di solito a Barba Nera. Per sventare un attacco improvviso del pirata, il Capitano Jones partirà domani mattina per una ricognizione marina, allo scopo di stanare ed abbattere la Queen Anne’s Revenge. Consideriamo ovviamente lo stato di allarme. Ora passerò la parola al primo rappresentante della rete: Angus O’Danag. Angus racconta agli altri di Mister Robert Smith, non lasciare nessun dettaglio, potrebbe essere utile per riconoscerlo.
– Mia Signora … mi viene in mente per prima cosa la sua risata … agghiacciante … diabolica …
 
Angus continuò il suo racconto e la descrizione dell’uomo che si era presentato alla sua taverna la sera della lite tra Jason ed Eddy. Rispose alle molte domande che gli rivolse soprattutto Rosalind Stone, particolarmente agguerrita dopo aver sentito dei sacrifici di neonati innocenti. Furono presi accordi per la costituzione della Guardia Civile, i volontari si sarebbero rivolti direttamente al Sergente Brady per l’iscrizione, ognuno avrebbe dovuto avere un’arma, chi non la possedeva sarebbe stato equipaggiato direttamente dall’esercito, previa la registrazione dell’arma data in dotazione.
 
La riunione finì e i partecipanti pian piano, salutando Lady Barbra, August e il Capitano Jones, ripartirono, chi con il carro, chi con il calesse, chi in carrozza e qualcuno a cavallo, per tornare alle loro dimore. La ciurma di Jones si avviò verso la nave ormeggiata al molo della Baia Mc Canzie, gli ultimi ad andar via furono gli ufficiali di August e August stesso. Il Colonnello si congedò da Killian ed Emma con una stretta di mano al Capitano ed un bacio sulla fronte a sua sorella, sarebbe risalito alla Rocca attraverso il passaggio segreto, sapeva che Emma avrebbe fatto lo stesso, ma molto probabilmente la mattina seguente.
 
Emma e Killian rimasero finalmente soli, erano consapevoli che poche ore li separavano dal momento della partenza della “Stella del Mattino”.
Si guardarono in viso e si lanciarono con foga l’una nelle braccia dell’altro. La passione divampò tra loro come un incendio covato da tanto.
 
Baciando con ardore la sua donna, Killian le portò la mano al capo e le tolse la parrucca, i biondi capelli di Emma si srotolarono fluenti sulla sua schiena, mentre lui le accarezzava la nuca, poi improvvisamente Emma si sciolse dall’abbraccio di Killian che impaziente la stava già dirigendo verso il divano. Lo prese per mano.
 
– Amore vieni di sopra … lo sai … il nostro letto è molto più comodo.
 
Killian le sorrise, la sua amata aveva ragione. Tenendosi per mano corsero al piano di sopra, Emma guidava Killian standogli due gradini avanti.
La stanza era già illuminata, Emma aveva chiesto alla sua cameriera personale, Edith, di preparare le candele. Si avviarono verso il letto e Emma fu lei a sorprendere Killian. Lo spinse velocemente sul letto, facendolo cadere sul materasso. Killian rise di quell’irruenza senza aspettarsi il seguito. Emma gli tolse velocemente gli stivali e si portò cavalcioni su di lui, facendogli scorrere le mani sul torace e aprendogli i bottoni del panciotto e della camicia. Con frenesia gli sganciò la cintura di cuoio, aprì la patta dei suoi pantaloni e li tirò via tornando a riposizionarsi su di lui con i lunghi capelli che le stavano ricadendo scompigliati sul viso arrossato. Killian ancora rideva.
 
 – Emma … hai deciso di violentarmi questa sera?! Ti assicuro che non ho intenzione di sfuggirti … fai con più calma …
 
Killian amava vederla così irruenta e passionale, ma quella sera nello sguardo appassionato della sua donna c’era anche tanta tristezza e … disperazione …
Lo capì, sapeva il perché! Il distacco …. Era quello che stava spingendo Emma a quel comportamento, non solo la passione e l’attrazione che la bruciavano per lui come lo stesso per Killian nei suoi confronti.
Si portò seduto accostandola maggiormente al suo petto scoperto. La prese per la vita con un braccio, mentre con la mano le accarezzò il collo risalendo verso la guancia.
 
– Guardami Emma … guardami negli occhi …
 
Ora a lei sembrava impossibile guardarlo in quell’azzurro oceanico. Le alzò delicatamente il mento.
 
– Emma … amore … sono ancora qua … è vero abbiamo poche altre ore … non voglio bruciarle con la fretta … ti voglio amare lentamente … voglio farti sentire ogni attimo!
Emma aveva trattenuto la disperazione con l’irruenza dell’azione, a sentirlo parlare con quella voce sensuale e calda, rassicurante ed amorevole, non riuscì più a trattenere le lacrime. Affondò il viso nel collo di Killian abbracciandolo stretto.
 – Emma … non piangere … ti prego … non piangere per me …
- Killian … non posso lasciarti partire … mi sento lacerare all’idea di saperti in pericolo …
 - Emma … è vero potrà essere pericoloso, ma sai quanto sia importante … starò attento … lo sai era il mio lavoro, il mare è la mia vita … ufficiale di marina, pirata o corsaro …  il pericolo è sempre stato il mio mestiere ed ora è il mio dovere!
– Killian lasciami venire con te!
– Che dici Swan?! Sarebbe una pazzia colossale! Scordalo proprio, toglitelo dalla mente …
- Sono brava a combattere … voglio essere al tuo fianco!
– No! Assolutamente no!
– Ho già pronto ciò che mi serve qui nella villa … domani i tuoi uomini potranno caricarlo sulla nave …
- Emma … domani mattina mi assicurerò che tu sia rientrata alla Rocca, ti farò legare ad una sedia da August se sarà necessario. Anche io ho bisogno di saperti al sicuro, tu, Henry e … il nostro “piccolo fiore”. Siete il mio futuro Emma … un futuro che voglio con tutte le mie forze!
 
Emma non poteva negargli il futuro che lui voleva, era il futuro che desiderava anche lei: essere insieme … essere una famiglia …
Non disse altro Emma. Lasciò che Killian le asciugasse le lacrime con il pollice su una guancia e con un bacio sull’altra. Poi quel bacio si spostò sulle sue labbra e lei sentì il sapore salato delle sue stesse lacrime.
 
Le mani di Emma scivolarono sulle spalle di Killian, facendogli scendere dalle braccia muscolose la camicia e il panciotto già aperti. Lui insinuò una mano tra i loro toraci per aprile il suo panciotto di pelle celestina e la camicia bianca di lino. Le accarezzò la spalla sinistra spostandole via gli indumenti, mentre aspirando il suo odore, tra i capelli biondi, si portò con le labbra sul lato destro del suo collo, percorrendolo con quel tocco da brivido, spostando con il mento la parte di camicia che ancora si attardava su quella spalla candida. Emma lo aiutò a liberarsene completamente, poi buttò la testa indietro scuotendo i lunghi capelli selvaggi, gli accarezzò la testa, facendo scorrere le dita tra i suoi capelli bruni, morbidi che sapevano di mare, si inarcò verso di lui  spingendosi in avanti e porgendogli il seno. Killian la strinse a sé con ambedue le braccia e affondò il viso tra quelle morbide e calde colline, baciandola con passione, rendendo omaggio alla sua meravigliosa femminilità.
 
I pantaloni di Emma erano l’ultimo indumento che li separava, ma Killian non era certo uomo da scoraggiarsi. Le aveva detto che voleva amarla lentamente, voleva farle sentire ogni attimo. Fu quello che fece. Con dolcezza la distese al suo fianco e le fece sentire quanto l’amasse, tra il tocco delle sue dita e delle sue labbra che percorsero ogni centimetro del suo corpo fremente, in modo sensuale fece cadere anche l’ultima barriera di stoffa per renderla alla fine sua. Fu dolce … fu ardente … fu passionale e vigoroso. Emma non ebbe più motivo di piangere, i suoi occhi brillavano e le sue labbra sorridevano, nella languida espressione che il piacere le dipingeva sul viso. Per lui il piacere fisico si incrementava in modo proporzionale alla visione di quello della donna che amava. Per lei avrebbe fatto di tutto, avrebbe affrontato l’ignoto di una missione rischiosa e oscura. Avrebbe sfidato il mondo intero se fosse servito per proteggerla. Quella notte non dormirono un istante, la passarono ad appartenersi con passione, ad accarezzarsi, stringersi e baciarsi. Quando furono nella quiete della stanchezza rimasero avvinghiati l’una all’altro a parlarsi teneramente, a dirsi quanto si amavano, a fare piani e sogni per il loro futuro insieme.
 Sembravano voler allontanare il nuovo giorno, ma esso arrivò con il primo albeggiare. Erano vigili e attenti nonostante non avessero chiuso occhio. Si alzarono e si rivestirono. Killian sorrise a vedere Emma che si guardava i capelli arruffati allo specchio con un broncio di insoddisfazione.
– Sono bellissimi i tuoi capelli Emma, anche se tu non li apprezzi io li apprezzo molto, è oro filato …
Le si accostò alla schiena e si arrotolò un boccolo alle dita.
– Vedo che la spazzola alla fine l’hai portata! Siediti … te li  voglio pettinare io …
Sorridendogli dallo specchio, Emma acconsentì, si mise seduta alla toeletta e gentilmente lui iniziò a spazzolarle i capelli. Sapeva quanto gli piacesse farlo, l’aveva pettinata anche sulla nave durante il loro viaggio, era stato un momento dolce e lo fu ancora. Il momento amaro purtroppo arrivò dopo.
 
Prima di uscire dalla porta della villa, Emma bloccò il passo di Killian, nei suoi occhi di nuovo trasparì la tristezza e il desiderio di trattenerlo. Lo fece con un bacio appassionato che nemmeno lui avrebbe voluto smettere, poi intrecciando le dita delle loro mani si diressero insieme al molo. La passerella era pronta, Emma liberò la mano di Killian e questa volta fu lui ad afferrarla strettamente per baciarla un’ultima volta prima di salire.
Si sciolsero da quell’ultimo contatto, senza dire più nulla e Killian salì deciso sulla nave. Si voltò ormai a bordo e si appoggiò al parapetto, afferrando una delle cime. Jefferson fece un saluto ad Emma con la mano, lei rispose con un cenno del capo. Killian continuava a tacere e fu Jefferson a dare l’ordine di ritirare la passerella e alzare le vele. La brezza del mattino spirava verso l’Europa, era il giusto abbrivio che Killian si aspettava. La Stella del Mattino si allontanò lentamente e loro continuarono a guardarsi finché non diventarono solo due puntini lontani.
 Con i capelli biondi scompigliati dal vento, Emma si accarezzò il ventre, le sembrò di percepire un piccolo movimento … Era possibile? Forse era presto per i tre mesi di gravidanza, forse era stata solo una sensazione o forse era stato il modo del “Piccolo Fiore” di salutare suo padre! Sorrise intenerita e intrecciò le mani sul pube, come a proteggere quel prezioso tesoro che in lei stava prendendo forma ogni giorno di più. Avrebbe protetto il “Fiore” del loro amore, la parte migliore di entrambi. Con questo pensiero finalmente tornò sui suoi passi per risalire alla Rocca, presto si sarebbe svegliato l’altro suo tesoro prezioso: Henry.
 
Tanto tempo fa …
 
Terra di Eire
La mano di Cillian stava accarezzando lentamente, con dolcezza, la curva piena del ventre di sua moglie Milehna. Percepì il movimento improvviso di suo figlio nel grembo materno.
 
 – Milehna! Dea madre! L’ho sentito!
 
Cillian era scattato seduto sul letto guardando in viso sua moglie. Lei rideva divertita. Era il secondo figlio che attendevano, ormai i cinque mesi di gravidanza si notavano con la rotondità evidente della sua pancia. L’amore e la tenerezza che riusciva a fargli provare Cillian con quel suo modo di sorprendersi, i suoi occhi azzurri sgranati per lo stupore, il suo essere sorridente e bello come l’aveva sempre visto da ragazzo, le riempivano il cuore d’amore per lui. Amava profondamente suo marito e aveva voluto con forza regalargli quel secondo figlio, nonostante la sofferenza e il grave pericolo che aveva affrontato per il primo parto. Cillian si distese nuovamente al suo fianco, incredulo di quel nuovo miracolo della vita. Sul suo viso era dipinto un sorriso felice, poi il ricordo del parto precedente di sua moglie lo rabbuiò improvvisamente. Si voltò verso di lei poggiandosi sul braccio sinistro. Erano ambedue nudi, dopo la notte passata  nel loro “dovere” e “piacere” coniugale.
 
– Sono preoccupato per te Milehna … hai desiderato tanto questo bambino … non te l’ho voluto negare … ma se penso al parto di Evan mi si drizzano ancora i capelli sul capo … Tra poco prenderò il mare per la terra dei Pitti … non so se riuscirò ad esserti accanto per il parto … le trattative che Artorius mi ha chiesto con loro potrebbero portarmi via parecchi giorni e con il tempo necessario al viaggio di andata e ritorno potrei tornare addirittura che tu hai già partorito!
Milehna si posizionò specularmente a lui, poggiandosi anche lei sul braccio piegato e accarezzandogli il petto villoso con la mano libera.
– Amore non stare in pena … Artorius avrebbe potuto mandare altri per via terra … ma sa delle tue abilità diplomatiche … sono fiduciosa in esse anche io … vedrai tornerai in tempo e … ricordati che con me c’è quella fata di Zelina! L’hai vista all’opera …
- Si … il fatto che Zelina ti sarà vicina mi tranquillizza, ma non mi toglie del tutto la preoccupazione!
– Allora lascia fare me … conosco un metodo per sciogliere la tensione pressoché infallibile …
 
La mano che prima stava accarezzando il petto del Primo Cavaliere del Re, scivolò lungo il suo addome per giungere a stimolare il suo punto più sensibile. Cillian bloccò la mano di Milehna con la sua.
 
– No! È tardi … i miei uomini e nostro figlio Evan mi aspettano al porto …
 
La donna rimase delusa, ma cercò di non darlo a vedere, lui lo capì comunque e fece finta di niente, la punta di astio nella voce di Milehna fu impossibile da nasconde e da non notare.
 
– Già! Evan! Ha solo undici anni e tu lo vuoi portare assolutamente con te!
– Non ricominciare con questa storia ora!
– Ricomincio invece! Sono mesi che lo hai spedito sulla nave di quell’orribile Capitan Silver! Posso capire che lo vuoi forgiare, responsabilizzare e tutto il resto … ma è troppo piccolo … ha ancora bisogno di sua madre!
– Milehna … Evan non ha più bisogno di stare attaccato alle tue gonne … sei tu che hai bisogno di lui, non il contrario!
 
Cillian si stava rivestendo velocemente e Milehna arrabbiata era uscita dal letto e stava facendo lo stesso. Cillian si chiese se il fatto di averla rifiutata non avesse incrementato l’astio che gli mostrava in quel momento con la scusa di Evan.
 
– Alla sua età io già pascolavo il gregge da solo, da un pezzo … è stato proprio ad undici anni che ho ucciso il mio primo lupo …
 
Si avvicinò alla moglie e le pose le mani sulle spalle, parlandole con un tono più gentile.
 
– Non temere, Silver è un uomo duro, ma non è crudele e si è affezionato ad Evan .. diciamo che nostro figlio sta affrontando il suo primo lupo ed è un “lupo di mare”!
 
Detto questo e ricevendo un debole sorriso, ignorò il tentativo di sua moglie di salutarlo con un bacio e si voltò per prendere l’armatura e la spada prima di andar via. Tese la mano verso l’armatura e lo scintillio della luce sul cigno, che la ornava, gli riportò davanti agli occhi l’immagine di Gwyneth, l’ultima volta che l’aveva vista, undici anni prima, nel giardino della rocca di Camelfort, alle prime luci dell’alba. Il vento le scompigliava i capelli biondi che le danzavano davanti agli occhi verdi. Il loro era stato un saluto struggente, si erano solo sfiorati la fronte e tenuti le mani. Non era quello il saluto che avrebbe voluto rivolgere alla sua amata Gwyneth, avrebbe voluto tenerla tra le braccia e amarla ancora una volta! Quel desiderio allora taciuto tornò in quel momento. Stava salutando sua moglie e l’aveva rifiutata … Si voltò improvvisamente verso di lei, era ancora dietro di lui, rivestita con la sua lunga veste da camera.  Milehna lo guardava con tristezza e vide una nuova luce di desiderio negli occhi di suo marito, ne rimase stupita. Cillian con impeto le si avvicinò e velocemente la strinse tra le braccia, baciandola con un trasporto che gli aveva visto di rado. La sollevò da terra e la portò nuovamente sul loro talamo. La veste di Milehna si aprì lasciandola completamente esposta. Lui la stava desiderando con passione, ne fu felice e velocemente lo liberò degli indumenti che gli impedivano di esaudire quel desiderio. Le mani del suo sposo si impossessarono dolcemente dei suoi seni e le sue labbra le lasciarono baci ardenti su di essi, fu nuovamente sua, con una passione diversa da quella che l’aveva caratterizzato durante la notte, Milehna ebbe l’illusione di quella felicità. In realtà Cillian stava vedendo in quel momento il viso di Gwyneth, era il suo seno che stava baciando, era il suo corpo che stava amando …
 
– Ti amo mio “Cigno” … ti amo … non smetterò mai di amarti …
 
Era la prima volta che suo marito la chiamava “Cigno”, sapeva che il cigno era un animale a lui molto caro, era anche il simbolo che campeggiava sulla sua armatura, e sui suoi stendardi, non ne conosceva il motivo reale e quel nomignolo continuò a lasciarla nell’illusione di un amore che non era quello che nutriva veramente per lei.
 
 
La nave attendeva Lord Cillian Flinth. Il Capitano Silver guardò verso il sole che era già spuntato da un pezzo. Il Conte era in ritardo, cosa insolita per la sua proverbiale puntualità!
 
– Allora ragazzo! Muovi quelle chiappe secche e sbrigati con quella ramazza! Voglio il ponte tirato a lucido entro mezzora!
 
Il giovane Evan lanciò un’occhiataccia al Capitano Silver. Non gli dispiaceva la vita di mare, ma sentiva la mancanza della sua famiglia, sua madre in particolare. Lei lo riempiva di attenzioni e coccole. Sulla nave era soltanto un piccolo mozzo di undici anni. Maltrattato da tutti! A nessuno importava che fosse il figlio del Lord. Era stato proprio suo padre a dire al Capitano di trattare Evan senza nessuna pietà. Suo padre gli aveva detto, quando si era lamentato piagnucolando, che doveva meritarsi il rispetto degli uomini a bordo, non per il nome che portava, ma per il suo valore personale. Doveva essere umile, ma non lasciarsi calpestare da nessuno. Doveva essere padrone di se stesso, scegliere che uomo essere anche se aveva solo undici  anni. In quei mesi aveva imparato molto, soprattutto la disciplina. Non si era lasciato abbattere dagli scherzi e dallo scherno dei marinai. Era arrivato anche ad azzuffarsi per ottenere la sua parte di rancio dopo che per tre giorni di seguito gliel’avevano soffiata gli altri. Aveva piantato un coltello nella mano del marinaio che ridendo stava cercando di prendere il suo rancio per l’ennesima volta e aveva steso con un calcio al pube un altro che voleva malmenarlo per l’accoltellamento. Agile come un felino era saltato sul tavolaccio e con il coltello in mano aveva minacciato tutti i presenti che se avessero continuato a trattarlo come facevano, presto o tardi si sarebbero ritrovati con il collo tagliato! Il Capitano era intervenuto battendo le mani e dichiarando che non aveva mai visto tanto coraggio in un bambino di undici anni, Evan aveva ribadito di essere un uomo e non un bambino. Era riuscito a strappare un sorriso compiaciuto al Capitano che aveva aggiunto:
 
- Sei veramente il degno figlio di tuo padre “Ragazzo”!
 
Solo al Capitano permetteva di maltrattarlo, aveva capito che lo faceva per formarlo e fortificarlo, i marinai ormai lo consideravano uno di loro e avevano completamente modificato il loro comportamento nei suoi confronti, mostrandogli rispetto e stima.
 
Cillian arrivò con una certa fretta e salì sulla passerella. Il Capitano Silver lo salutò con una stretta di mano e, dai segni rossastri che gli vide lungo il collo, capì il reale motivo del ritardo del Prode Lancillotto: una moglie passionale e incinta che non voleva lasciar partire il proprio marito.
 
Evan, quando vide suo padre, trattenne il desiderio di corrergli tra le braccia. In modo composto gli andò incontro e lo salutò come lo salutavano i suoi subalterni. Cillian avrebbe voluto abbracciare suo figlio, erano mesi che non lo vedeva, lo trovò cresciuto, più alto e con un’espressione facciale più matura. Lo congedò dicendogli che si sarebbero visti in privato dopo aver parlato con il Capitano Silver. Era intenzione di Cillian avere l’occasione per coccolare il suo figliolo in privato, ma prima voleva chiedere a Silver di come si era comportato il ragazzo.
 
– Avete cresciuto un giovane guerriero My Lord! Ha tutte le qualità per diventare un ottimo Capitano: disciplinato, di volontà ferrea, coraggio e capacità di comando. È riuscito a tener testa a tre dei miei marinai contemporaneamente, sa combattere come un felino, è ancora piccolo, ma è un vero cucciolo di Tigre, è degno di Voi!
 
Lord Cillian Flinth non poteva sentirsi più orgoglioso del suo “ragazzo”, così simile a lui anche per la somiglianza fisica. Quando lo vide in cabina Evan lo chiamò My Lord e lui lo corresse.
 
- Siamo solo io e te in questa stanza Evan e sono tuo padre …
 
Il ragazzo capì e gli rispose semplicemente:
 
- Grazie papà!
 
Quando vide il sorriso affettuoso sul viso di suo padre … finalmente quell’abbraccio, agognato da mesi, ci fu per entrambi.
 
 
Intanto a Camelfort
 
  • Stai andando bene figliolo! Tieni strette le ginocchia sui fianchi del cavallo. Sei tu che tieni il controllo, lui deve sapere chi guida!
 
Artorius teneva una lunga corda al cui capo opposto era attaccato il muso del cavallo cavalcato da suo figlio. Il bel ragazzino biondo aveva da poco compiuto gli undici anni, era alto per la sua età, aveva ripreso dal suo aitante padre, Re Artorius Pendràgon. Come suo padre aveva la passione per i cavalli e già da un po’ di tempo il genitore lo allenava a cavalcare. Chiusi nel grande recinto stavano svolgendo vari esercizi.
 
 – Padre dici che oggi potrò cavalcare il pony che mi ha regalato la mamma per il compleanno? Mi ha chiesto se la accompagno a trovare Donna Eva!
– Credo che sia possibile, ma ti allenerai ancora un po’, tua madre è una criticona, lo sai è Sassone, cavalca meglio di molti uomini e se non vede che cavalchi come dice lei …
 - Chi è che fa critiche?!
 
Gwyneth era arrivata silenziosamente e li stava osservando da dietro il fienile da un pezzo. Aveva visto suo figlio cavalcare piuttosto bene e si era tranquillizzata per il suo intento di cavalcare insieme verso la casa di Donna Eva, la madre del Primo Cavaliere del Re.
Il ragazzino saltò giù dal cavallo e corse ad abbracciare sua madre.
 
– Ragazzo vacci piano, non sei più un lattante, questa donna è solo mia …
 
Scherzando con suo figlio, Artorius si avvicinò alla moglie e le cinse la vita per stringerla a sé  sporgendosi su di lei per deporle un bacio sulle labbra, mentre lei inarcava la schiena all’indietro. Gwyneth ricambiò il bacio del suo sposo e gli accarezzò la guancia con la mano destra.
 
– Tesoro … sei stato bravo con il bambino … oggi uscirà a cavallo con me per la prima volta con un suo cavallo, andremo al trotto … Lo porto a trovare la sua madrina, è da tanto che mi chiede di portargli il piccolo, non sta molto bene, sono preoccupata per lei …
- Gwyneth … possibile che continui a chiamarlo piccolo e bambino? Ha undici anni, sta sviluppando bene, hai visto come sta diventando alto? Tra poco troverà anche una fidanzata tra le ragazze del villaggio che gli porterà via l’innocenza!
– Dei del Cielo Artorius! Ma pensi solo a questi argomenti? Ti dico che è ancora piccolo! Alla sua età pensavi già al sesso?
– Amore … tu mi porti a pensarci parecchio e … spesso, a quell’età comunque ci pensavo e come!
 
Gwyneth fece un’espressione scandalizzata che fece ridere Artorius, poi la strinse per i fianchi e l’accostò al suo bacino, cercando nuovamente la sua bocca. Molto probabilmente, da come l’inguine del suo sposo stava reagendo, prima di andare da Eva, Artorius le avrebbe fatto visita in camera da letto …
 
Nel pomeriggio madre e figlio cavalcarono affiancati, dirigendosi verso il boschetto che separava il villaggio celta dalla casa di Donna Eva. Il pony di suo figlio era docile e si teneva vicino alla bella cavalla bianca di Gwyneth. Nonostante gli anni, la cavalla ancora si manteneva agile. Gwyneth la trattava amorevolmente e, nelle stalle, la fedele bestia era tenuta in grande considerazione dagli scudieri e trattata a sua volta come la “regina” dei cavalli.
Avvistarono la casa in pietra della madre di Sir Lancillotto ….
Strano … non c’era nessun movimento lì intorno. Non si vedevano le poche pecore di Eva pascolare, né le sue galline razzolare. Il fumo dal camino non usciva …
Per Gwyneth non era un buon segno, cosa diavolo stava succedendo? Invitò suo figlio a spronare il pony alla corsa e a sua volta fece lo stesso con la sua cavalla bianca.
Arrivarono alla casa e la principessa, vestita con i suoi pantaloni di morbida pelle scamosciata, saltò giù dalla cavalcatura. Le pecore belavano affamate nel loro ovile. Corse ad aprire alle povere bestie che si riversarono sul prato a brucare voracemente l’erba. Fece uscire dal pollaio le galline che come le pecore si gettarono verso la libertà del prato e verso il cibo starnazzando.
Corse verso la pota chiusa della casa in pietra, chiamando la madrina di suo figlio. Nessuno le rispose. La porta era bloccata dall’interno. Il terrore per una sorte infausta toccata alla sua carissima Donna Eva le fece percorrere la schiena da un brivido gelato. Chiamò suo figlio per farsi aiutare ad aprire la porta. Il ragazzo, per quanto giovane, aveva la forte muscolatura di suo padre, pur se ancora in fieri.
 Il ragazzino ebbe l’idea di sollevare la porta di legno con un bastone, a modo di leva e riuscì a far uscire dai cardini le tavole di legno. Con una spinta, data insieme a sua madre, la porta fu abbattuta. La  Principessa Sassone corse dentro chiamando disperata Eva.
 
– Madre! Madre!
 
Da tempo Gwyneth aveva preso l’abitudine di chiamare la madre di Cillian in quel modo e Donna Eva ne era onoratissima.
 
– Figlia mia! Sono qui ….
 
A sua volta Eva la chiamava “figlia”, ma questa volta lo fece con un fil di voce, interrotto da un violento colpo di tosse.
Gwneth, seguita da suo figlio, si precipitò nella stanza in cui la povera Eva giaceva nel suo umile letto. Il suo cuscino era macchiato di sangue. Il violento colpo di tosse le aveva fatto espettorare un ennesimo boccone di quel liquido rosso.
 
– Madre … sono tre giorni che non vi vedo e siete peggiorata così tanto?! Avete anche la febbre … non potete restare così! Vi porto con me alla Rocca, vi curerò di persona!
– Figlia mia … no… non credo che mi resti molto ormai …
- Non dite così! Ce la farete … dirò ad Artorius di far tornare Cillian … dovete rivederlo …
 - Cara che sei … ti ringrazio …. Sarebbe il mio ultimo desiderio … sono passati undici anni da che è partito … non è mai tornato … in quel cassetto conservo le sue lettere … puoi custodirle per me Gwyneth quando non ci sarò più?
 –Che dite madre?! Voi vivrete per rivederlo e riabbracciarlo … non morirete … se volete le lettere le porteremo alla rocca!
 
Con un cenno la Principessa fece accostare suo figlio.
 
– Tesoro come sei cresciuto!  … Mi pare ieri che ti ho raccolto … piangevi con la voce di un re … somigli tanto a tuo padre … ma i tuoi occhi sono verdi come quelli di Gwyneth …
 
Non c’era tempo da perdere! Eva stava troppo male. La Principessa, ormai sicura della capacità di cavalcare di suo figlio, gli ordinò di tornare di corsa da suo padre per organizzare un carro e portare Donna Eva alla Rocca. Il ragazzino non se lo fece ripetere due volte e come il vento cavalcò sulla via di casa.
 
Eva fu alloggiata nella stanza che occupava durante il periodo in cui aveva accudito Gwyneth e suo figlio appena nato. Gwyneth, aiutata dalla sua Prima Dama, Lady Elenoire, iniziò a prestarle le cure necessarie. Dovevano farle abbassare la febbre, cercare di capire di quale male soffrisse e vedere quali erbe l’avrebbero aiutata meglio. Non poteva contare sull’aiuto di Merlin … era sparito dalla partenza di Cillian, di lui non si sapeva più nulla da buoni undici anni …
Lasciando Elenoire al capezzale di Donna Eva, Gwyneth entrò trafelata nella sala della Tavola Rotonda. Suo marito stava consultando dei documenti.
 
 – Artorius! Devi scrivere immediatamente a Cillian di tornare da noi! Sua madre ha poco da vivere temo! Il suo ultimo desiderio è di rivedere il figlio che le è rimasto …
 - Gwyneth … non è possibile che torni al momento …
- Cooosa?!! Artorius! Non voglio sentire scuse! Eva ha diritto di rivederlo e anche lui deve poter salutare un’ultima volta sua madre!
– A quest’ora Lancillotto sarà in viaggio in mare .. l’ho incaricato di trattare degli affari con i Pitti del capo estremo delle Highlander …
- Non mi importa un accidente dell’incarico che gli hai dato! Inviagli il messaggio per via terra, lo recapiteranno nelle Highlander e da lì partirà per tornare a Camelfort! Un altro messaggio mandalo per via mare, se lo incrociano lo consegneranno o gli arriverà a Droighead Atha!
 
Gwyneth era fuori di sé, gli voltò le spalle e uscì dalla stanza per tornare ad accudire Donna Eva. Artorius rimase solo nella grande sala. Era affezionato anche lui a Eva, voleva bene anche a Cillian, era il suo migliore amico … I dubbi lo assalirono e prevalse in lui il suo lato egoistico.
 
“Sono anni che ti tengo lontana da Lui Gwyneth … non posso rischiare che torni … non posso rischiare che vi riavviciniate … quello che non è successo potrebbe succedere … Non voglio perderti … sei mia … Per quanto mi possa dispiacere per lui e sua madre … ti lascerò credere di aver scritto … magari lo farò tra qualche giorno … vedremo come starà Eva … Se dovesse morire gli invierò direttamente l’annuncio della sua morte o comunque la lettera arriverà in ogni caso tardi … non sarà più necessario che Cillian torni … “
 
Storybrook 1726
 
Il pomeriggio di quel sabato …
Dopo qualche isolato Jason si voltò indietro per vedere se ancora il mendicante era da quelle parti. Era andato via. Con mani tremanti riaprì il biglietto che gli aveva recapitato.

“Caro ragazzo,
Se vuoi che i tuoi cari genitori, Matteus e Domitilla, continuino a godere di buona salute, ti conviene non fare il furbo con me e rispettare i patti! Evita di raccontare del nostro accordo mio caro e cerca notizie sulla bella Lady Barbra. So come rintracciarti, non temere, ti sono più vicino di quanto credi! Userò ancora questo vecchio mendicante per raggiungerti. “

 
Il biglietto era firmato R. S.
Quell’uomo lo aveva spiato, sapeva dove abitava, gli aveva mandato il vecchio direttamente a casa! Conosceva i suoi genitori!
 
Angosciato Jason si passò la mano sulla bocca mentre i suoi occhi guardinghi scrutavano in ogni direzione. Era uscito di casa per andare alla caserma dal Colonnello Pendràgon … non sapeva più cosa fare … tutti i suoi buoni propositi erano andati all’aria con quel vile ricatto.
Improvvisamente prese una decisione. Sapeva cosa fare: sarebbe andato comunque dal Colonnello, avrebbe detto il minimo che tutti più o meno potevano sapere, non avrebbe detto dell’accordo con Smith e poi avrebbe provato ad indagare su Lady Barbra, in attesa di essere contattato di nuovo da quell’uomo.
 Doveva fare molta attenzione, aveva capito che Smith aveva occhi ovunque e il suo primo dovere era di proteggere i suoi genitori …
 
 
Angolo dell’autrice
Buona domenica a tutti. Come sempre grazie a voi che leggete e a chi commenta. Come avete visto sono riuscita ad inserire un mio disegno nel capitolo precedente, proverò a far lo stesso in questo, saprò se è andata bene solo dopo la pubblicazione, quindi spero di riuscirci anche questa volta. Devo ringraziare per i suggerimenti e la pazienza Gio, che non si è arresa nel volermi insegnare come inserirli. Un bacione a te Gio!
 Non so se vi è capitato di guardare su Disney always with us, io l’ho fatto e ho potuto leggere le belle recensioni che Gio sta scrivendo sulle puntate della sesta serie di OUAT, divertenti, ben scritte e documentate, brava la mia amica di “penna e pastelli”!
Sperando che questo capitolo allieti la vostra domenica, vi abbraccio tutti, siete tantissimi! Aspetto di sapere cosa ne pensate.
A presto e ancora grazie.
Lara
 

 
 
 
 
 
   
 
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