A Chiara.
Buon compleanno, tesoro.
(L)
Ghosts laugh at the blindness of our parents.
Sara ha cinque anni. Guance rosee, ginocchi sbucciati. Paura
del buio.
Sara detesta
l'ipocrisia delle favole che le vengono raccontate, senza ancora conoscere il
significato di ipocrisia.
Non ci sono fate e animali parlanti a popolare le
sue notti inquiete, ma la raggelante compagnia di scricchiolii, risate lontane,
sussurri troppo vicini alle sue orecchie.
Si accuccia sotto le coperte,
badando bene che nessun lembo di pelle rimanga scoperto, che le sue gambe
non finiscano nella terra di nessuno fra il materasso e la
parete.
«Mamma!» vorrebbe gridare ogni notte, ogni minuto,
ma non lo fa mai. A cosa potrebbe servire? Qualche coccola extra, qualche
rassicurazione premurosa.
I suoi fantasmi fedeli ghignerebbero da dentro gli
armadi, nascosti sotto la scrivania, acquattati tra gli scaffali ricolmi di
libri da colorare. Aspettando di tornar fuori.
Sono furbi i fantasmi,
Sara lo sa. Non uscirebbero mai allo scoperto quando ci sono i suoi
genitori - oh, no!
Quale mamma, quale papŕ, lascerebbe la propria
amata figlia in una stanza da sola, di notte, se sapesse che i fantasmi esistono
e sono a piede libero?
I suoi genitori la farebbero dormire nel loro
enorme lettone matrimoniale, al sicuro. E addio divertimento, per i
fantasmi.
Vigliacchi, pensa Sara. «Vigliacchi», dice piano, e si
raggomitola in posizione fetale.
***
Note.
Il titolo č mio. Niente canzoni, libri, writing communities.
Mio.
Ed č una Originale, non una fanfiction.
Per te, ecco. >.>''
Per il resto, non č niente di
che, e di questo ne sono disastrosamente consapevole.
Ma spero ti basti.
(L)
Val