Film > Le 5 Leggende
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Autore: Stregattina    16/10/2016    1 recensioni
Tutti hanno un passato, anche le 5 Leggende. Ma a volte la nostra storia non è tutta rose e fiori.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jamie, Sophie, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo scenario era cambiato. Ora si trovavano su delle montagne, nel bel mezzo di una bufera di neve. Ma loro non avevano freddo, erano solo spettatori invisibili di una scena antica, accaduta nell'ombra dei secoli. Sotto all'impero russo. Degli uomini, una cinquantina forse, camminavano piegati in due sotto al potente soffio della bufera. Erano cosacchi russi. Mercenari che stavano attraversando la Russia in cerca di false cause per cui lottare, cause che subito avrebbero dimenticato se il nemico gli avesse offerto una somma di denaro maggiore. Erano infagottati con pelli di animali e grandi cappelli pelosi. Al loro comando c'era un uomo. Conduceva le truppe col suo indomabile coraggio, fidandosi della sua memoria e del suo istinto. Avrà avuto una quarantina d'anni. La scena cambiò di colpo e il freddo gelido delle montagne russe lasciò il posto a un caldo salotto. Un fuoco scoppiettava in un ampio camino, illuminando la grande stanza. Le pareti erano ricoperte di velluto rosso e qua e là c'erano dei mobili antichi di legno scuro. Al centro una poltrona nera accoglieva un uomo. Un principe. Davanti a lui girato col volto verso il fuoco c'era l'impavido condottiero dei cosacchi. -Quindi ti alletta la mia proposta Claus?- chiese l'uomo seduto con un sorriso inquetante. L'uomo davanti al camino aveva gli occhi di un azzurro limpido persi nella magica danza del fuoco. Si passava una mano grande e forte sulla sua lunga barba nera. Aveva le folte sopracciglia corrucciate e il suo volto trapassato da qualche cicatrice, non sembrava convinto. -Tic toc tic toc.- fece l'uomo seduto con tono impaziente. -Il tempo scorre. Decidi Claus. Attaccherai quel villaggio?- Il cosacco sospirò. -Lo farò. Ma dovrai raddoppiare la posta.- disse con un vocione profondo con un forte accento russo. -Ho perso tre uomini durante il viaggio. Le loro vite costano.- Il principe seduto sulla poltrona annuì. -Certo.- convenne. -Basta che farai il tuo dovere fino in fondo.- Lo scenario mutò di nuovo. Ora era notte. In un piccolo villaggio ai piedi delle montagne si sentiva il vociare eccitato di una festa. La luna grande e piena splendeva nel cielo affiancata dalle stelle, stava per succedere qualcosa di magico in quel villaggio. Intanto fuori dai suoi confini un gruppo di uomini si avvicinavano lentamente impugnando sciabole e spade affilate. Arrivarono alla prima casa e lì si divisero. Sapevano che dovevano prendere i nemici di sorpresa. Nelle case non c'era nessuno, erano tutti riuniti al centro di una piazzetta intorno ad un grande fuoco a ridere e festeggiare, ignari del pericolo che si nascondeva tra quelle stradine. I cosacchi strisciavano nell'ombra, avvalendosi del buio. Poi nelle piccole stradine risuonò un grido agghiacciante. Il tempo sembrò fermarsi. Tutti si voltarono verso l'origine di quel suono. Un uomo, Claus, era in piedi in un angolo della piazza. Ai suoi piedi giaceva la prima vittima di quella sera, una donna sgozzata. Si scatenò il putiferio. Quello era il segnale, tutti i cosacchi si gettarono nella piazzetta brandendo le armi. I presenti iniziarono a scappare cercando riparo. In poco tempo la neve candida si ricoprì di sangue fresco. Claus era il più abile, feroce e  forte di tutti. Uccideva i nemici con colpi fermi e sicuri. Sapeva dove colpire. Le persone iniziavano a diminuire e i poveri superstiti si nascondevano nelle case in cerca di armi o di sicurezza. Claus entrò nella prima casa che trovò lì c'era un uomo con una giovane donna che piangeva disperatamente. Claus si fermò un attimo impietosito, ma poi si ricordò le parole del principe: "basta che farai il tuo dovere fino in fondo". Gli uccise. Con un colpo ben assestato della sua spada. Stava per andarsene quando sentì dei fleibili lamenti al piano di sopra. Salì velocemente le scale e si ritrovò in una stanza molto piccola e spoglia. In un angolo però c'era un fagottino tremante. Claus andò a controllare. Quando la figura lo guardò rimase impietrito. Era un bambino piccolo. Aveva due grandi occhioni grigi e dei capelli color rame. Grosse lacrime gli scorrevano sulle magre guance. In quel momento Claus realizzò una cosa. In quel villaggio non aveva visto nessun combattente, solo povere persone magre e smunte che cercavano solo di salvare se stessi e le loro famiglie. Non avevano dovuto combattere, ma uccidere. -D...dove è m...mamma?- chiese il piccolo tremante. Claus notò che indossava degli stracci che lo coprivano fino alle ginocchia. Aveva quattro anni e lui gli aveva ucciso la famiglia, anzi non solo la famiglia, il villaggio. Il suo animo coraggioso cadde a pezzi. Aveva ucciso degli innocenti, poveri e incapaci di difendersi. Non solo ora ma chissà quante volte. Senza pensarci troppo prese il bambino in braccio e fuggì da quel luogo di morte. Corse fuori dai confini del paesino e corse nella neve. Corse finchè non fu stanco e i piedi non furono congelati e allora per la prima volta si accorse di essersi smarrito. Che il suo impavido istinto non sapeva più dove andare. Camminò per giorni col piccolo bambino tremante e affamato in braccio. Un giorno particolarmente freddo in cui si sentiva che sarebbe morto arrivò ad un piccolo villaggio. Lì furono molto ospitali. Era un piccolo paesino. Non era povero ma era, diciamo, modesto. Lo accolsero in una locanda dove diedero da mangiare a lui e al piccolo. In quel paesino tranquillo e isolato si stabilì. Gli anni passarono, il piccolo bambino divenne un bel giovanotto e Claus divenne vecchio. Ma la sua vecchiaia non lo fermò. Era sempre attivo, faceva il falegname, costruiva giocattoli per i bambini del luogo e dava felicità alla giornate grigie. Aveva insegnato ai giovani come combattere e alle donne come fare abiti più pesanti per l'inverno. Durante le giornate aveva sempre tempo anche per i bambini. Con loro giocava e gli raccontava storie meravigliose di posti magici e selvaggi. Faceva vivere in loro la meraviglia. I suoi occhi grandi e azzurri tradivano il suo aspetto vecchio, facendolo sembrare sempre giovane e pimpante. Un giorno in cui stette troppo fuori per cercare legna per costruire nuovi meravigliosi giocattoli per i bambini prese una brutta polmonite. Allora non c'era una cura e pochi giorni dopo morì. In suo onore si fece una grande fiaccolata per le strade. I bambini piansero molto. E pure gli adulti. In quella sera c'era la luna piena. E quando Manny vide tanta tristezza per un solo uomo decise di salvarlo. E di farlo rivivere come Babbo Natale, in modo che ogni anno in memoria della sua morte lui possa riportare ai bambini la meraviglia. La meraviglia della vita.
   
 
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