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Autore: Blade the KnightRevenant    16/10/2016    7 recensioni
[PER MAGGIORI INFORMAZIONI SULL'ANDATURA DELLA STORIA VEDERE DIRETTAMENTE IL "SESTO CAPITOLO"]
La paura.. Solo i suoi occhi sono portatori di paura e oscurità.
Raccontavano bellissime storie su di lui.. e lo sapete perché? Perché era il più grande eroe di Mobius. Chiunque poteva appoggiarsi a lui per chiedergli aiuto. E i suoi compagni di avventura? I migliori del mondo.
Lo pensavo pure io.. finché non è successo l'inevitabile. Non so cosa stia succedendo, ma so che se non faccio subito qualcosa, il mondo ci cadrà letteralmente addosso.
SONIC.EXE? Noi ti sfidiamo!
STANNO ARRIVANDO... E SONO AFFAMATI...
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Amy Rose, Sonic the Hedgehog, Sonic.exe, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Darkness.EXE'
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Dimmi che è solo un incubo

C’è lo fatta?.. c’è l’ho fatta PORCA PUTT#%@!!! Finalmente, dopo giorni.. NO! Dopo mesi.. no! Anzi! Dopo decadi finalmente ho scritto sto benedetto 5° capitolo mannaggia la miseria! È successo prima che l’Italia avesse un governo decente o prima che George Martin si decidesse a continuare “Il Trono di Spade”. XD

Però raga, prima che voi possiate finalmente leggere i fatti di questo nuovo capitolo (e dal titolo potete forse carpire qualcosa), vi voglio dire solamente una cosa: GRAZIE. A parte l’enorme gioia nel vedere che questo fandom si sta ripopolando dopo un enorme periodo di crisi, la mia storia è a soli 4 capitoli, ma abbiamo raggiunto le 27 recensioni. Giuro, se un giorno vi incontro per strada, vi vengo incontro, vi bacio e vi offro anche una cena (e se siete fighe, andiamo l’oltre.) Veramente non mi sarei aspettato tutto questo interesse da parte vostra.

Poi, vorrei fare dei ringraziamenti. Prima di tutto voglio ringraziare TANTISSIMO Vicarious10 e Phantom13, perché anche se non seguono questa storia, le loro fan fiction “The Black Hedgehog Revolution” e “I will fight like I always have” mi hanno dato (e tutt’ora mi danno) un casino di ispirazione e un sacco di aiuto nel poter trascrivere le mie idee su carta. Poi voglio ringraziare i miei amici Shinici e ran amore, Akab101 e The_Visored_Story_Teller che mi hanno dato supporto a modo loro (ma ringrazio per la seconda volta Shinran per l’aiuto che mi sta dando nel farvi le recensioni: ormai siamo recensori no-stop XD).

E infine non posso dimenticarmi di tutti voi ragazzi. Un enorme grazie a: DhaevetralWarrior, EmyRoseShadAmy0493, Johnatan, Shadow Knight Frost, arenui the dolphin, Dangerously Sweet, tsubakisantoro, a Kukie e tanti altri cristi che non sto a sentire più perché sono scemo. Ma ragazzi, davvero GRAZIE, soprattutto perché mi sono accorto che da 0 sono arrivato a 8 persone che mi hanno messo tra i loro autori preferiti..vi dico che a momenti mi metto a piangere.

Avverto però che da questo momento è tutta una salita. Prima di tutto perché devo dare in manutenzione il mio fidato portatile, quindi sarò staccato quasi totalmente sia dall’Internet che da EFP e ovviamente non ci vedremo per oltre un mese. Dunque non so se potrò scrivere qualcosa o trovare una scappatoia per provare ad aggiornare la storia, visto che con la tabella di marcia sono enormemente indietro. Intanto però vedrò di riprendere le mie normali recensioni, visto che in questi ultimi mesi ho avuto delle crisi di ispirazione e soprattutto non avevo nessuna voglia di scrivere, anche se ho provato ultimamente a fare shot e altre storie per provare a non perdere il mio interesse e restare più tempo possibile su questo sito. Infine voglio dire un’ultimissima cosa. Ho deciso definitivamente che i primi capitoli della storia avranno una revisionata, perché una storia del genere deve essere scritta al meglio. Ma per precisare, sarà semplicemente riscritta sui file dei vecchi capitoli, aggiustati sia i tempi, la grammatica e migliorate le descrizioni (e forse sarà aggiunga anche qualcosa in più) senza che venga cambiato nulla nella trama. Ma basta con queste scemenze e tuffatevi in questo benedetto capitolo tanto atteso (soprattutto da me.. non vi immaginate tutte le testate che ho dato alla tastiera nel trovare un po’ di ispirazione).
Comunque un ultimo commentino: se per caso andrete al Lucca Comics questo fine ottobre, ditemelo così se ci incontriamo facciamo quattro chiacchere. ^.^
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CAPITOLO IV
-Ti prego: dimmi che è solo un incubo-

 

 

Guarda l’orologio e pensa: di certo non starà con le mani in mano tutta la giornata.

L’inizio mattina non è stato subito benevolo con Blade, sentendo subito i dolori che da ieri notte lo tengono sveglio al letto. Un sole accecante attraversa quella piccola finestra della stanza e i raggi colpiscono dritto negli occhi del riccio, mentre i crampi si fanno ogni volta sentire su per la pancia e di conseguenza, gli spasmi di vomito si sentono nella gola. Si trova intanto su un bel letto comodo e caldo, ma non aspetta di certo le pompe funebri per portalo via e capire cosa cavolo è saltato in mente a Sonic per ridurlo così.

Con la mano sinistra, per fortuna perfettamente funzionante, si toglie le coperte di dosso, mentre con le gambe cerca di scivolare via dal materasso. Con la mano destra invece, si aggrappa stretto alla sporgenza del letto, per aiutarsi a rialzare. Doveva dire che ogni mossa che commette è paragonabile a una pugnalata dietro la schiena, senza dimenticare che la sua colonna vertebrale è praticamente bloccata e il respiro si fa ben poco sentire quando serve.

È bastato un colpo da parte di Sonic per ridurre in quello stato Blade. Ma i suoi pensieri in quel momento sono concentrati su una sola e semplice frase: santo cielo rialzati brutto idiota!

Dopo vari tentativi di dolori, crampi e costole incrinate, in un quarto d’ora contato Blade riesce a rialzarsi da quello stramaledetto letto, anche se deve subito mantenersi al muro della camera per evitare di cadere. Trattiene il respiro per resistere un poco al dolore e la prima cosa che gli viene in mente è lo stretching: contrarre, rilassare, distendere e allungare tutti i muscoli sia delle gambe che delle braccia. Ogni movimento che fa è un dolore e una fatica disumana per Blade.

Intanto può vedere le sue ferite. Il busto è completamente fasciato, alcuni cerotti sono sparsi su gambe e braccia, mentre una grossa fasciatura ricopre il braccio destro fino alla spalla.

-Santo cielo, ma perché qualcuno non mi può sopprimere che cavolo! Devo pure ricordarmi di chiedere scusa a Tails per la sua ospitalità.. e del tavolo rotto.- dice tra se e se, mentre continua a fare le flessioni e a flettere i muscoli.

E quindi, passa il successivo quarto d’ora a “rilassare il corpo” e a soffrire come un cane. Ma gli esercizi in qualche modo funzionano e i dolori si fanno sempre meno sentire. Riesce anche a respirare un po’ meglio senza sentire il dolore ai fianchi e alle costole. Ovviamente non può cedere per così poco: ai tempi di Eggman ne subiva anche di peggio per colpa dei suoi robot scagnozzi.

Ma le sue vere preoccupazioni sono sempre rivolte verso il suo vecchio amico. Dopo essersi aggiustato finalmente tutto il suo apparato scheletrico, si siede daccapo sul letto.. e riflette Ripensa a tutto quello che è successo negli attimi di quella notte. A parte le sbronze notturne e le corse senza quartiere, cosa cavolo stava succedendo a Sonic? Che diavolo era quell’assurdo sogno che ha visto assieme agli altri? Chi era quell’essere dalle sembianze di Sonic? Stanno arrivando e sono affamati.. ma chi!?

La sua mente è stracolma di domande, domande  che purtroppo, non avranno una risposta. Ma è bastato solo quel tipo.. quel sosia di Sonic, a fargli gelare il sangue. Diceva di vederli, diceva che stava per arrivare, diceva di.. essere un Dio.

-Ma cosa vai a pensare Blade: è stato semplicemente un brutto incubo.- finisce Blade, scacciando quei brutti pensieri e togliendo pian piano tutti le bende.

Che sia un riflesso condizionato o meno, Blade gira il capo verso sinistra e vede una scrivania con sopra vari oggetti. Quindi si rialza, sempre mantenendosi alla sporgenza del letto e con calma si avvicina alla scrivania. Sopra per fortuna, trova tutti i suoi oggetti: le nuove scarpe da corsa, la spada messa con cura nel fodero, i guanti, il cinturone e la fiaschetta (ovviamente vuota). Si rimette pian piano tutto e appena finito, esce dalla stanza.

Uscito dalla camera e chiudendo a se la porta della stanza, se ne va tutto tranquillo in cucina, sperando di mettere qualcosa sotto i denti e di placare le fitte allo stomaco.

Passeggia per la casa per un po’, fino a quando non arriva finalmente nelle cucine.

 

-Vedrò di arrangiarmi con le prime due cose che trovo.- pensa lui, mentre il suo stomaco continua a brontolare dalla fame. Apre il frigorifero e prende le prime due cose che vede: un sandwich imballato e una gassosa. Le prende entrambe con una mano e con l’altra chiude il frigorifero. Scarta il panino e finalmente inizio a mordere qualcosa. –Spero.. di non aver perso anche le papille gustative.- commenta piangente Blade, mentre cerca di mordere con calma il panino. Credeva di essersi ristabilito subito dalle ferite, ma se fa fatica a masticare qualcosa di morbido, allora c’è ne vorrà ancora di tempo, come se il dolore di prima non fosse già abbastanza.

Ma mentre è assorto nei suoi pensieri e a tentare di “accettare il dolore”, ecco che sente un rumore. Si ferma un attimo e si gira intorno per capire se ha sentito veramente qualcosa oppure è solo una sua impressione. Passa un minuto contato e non sente più niente, quindi fa finta di nulla e continua a mangiare il panino. Ma appena da un altro morso ecco che un grosso tonfo lo sobbalza e per poco il boccone non gli rimane in gola. Per lo sbalzo Blade si fionda subito al lavandino della cucina e sputa via il boccone di troppo, per poi lavarsi la bocca per la troppa bava. Respira profondamente e poi si decide a capire da dove cavolo è arrivato quel grosso tonfo. Passa subito per il soggiorno, i bagni, le stanze, ma non c’è nessuno, ne tantomeno qualcosa di rotto accasciato al pavimento. Subito però riflette e passa subito al piano inferiore della casa, di certo sarà stato Tails. Ancora zoppicante alla gamba sinistra e con la mano appoggiata al fianco destro, Blade scende le scale della casa, speranzoso di trovare Tails e capire se è stato lui a provocare quel rumore.

 

Non ci mette molto e non appena arrivato davanti alla porta, bussa con la mano sinistra, quella libera dai dolori.

-Tails!.. Posso entrare?- La risposta della volpa non tarda ad arrivare -Entra.- A questo punto Blade apre la porta e si ritrova davanti un Tails piuttosto indaffarato: camice bianco sbottonato, occhiali e guanti da lavoro e chiave inglese alle prese con una macchina anzi, quel che ne resta della Macchina dei Sogni della volpe. Non solo Sonic quella notte se l’era svignata, ma ha persino messo a soqquadro la casa e distrutto del tutto la macchina, rendendola praticamente un mucchio di ferro bruciato. –Che succede amico? A momenti i rumori si sentiranno per  tutta la foresta.-

-Scusami Blade è che non riesco a smontare questa macchina. Credo di poter riutilizzare alcuni dei suoi componenti, ma per farlo devo sollevare tutti questi pezzi, ma da solo non ci riesco: è troppo pesante.-

-Va bene ho capito. Adesso provo a sollevarla, così vedi cosa riesci a scovare.-

-Sei sicuro? Da quel che vedo non ti sei ancora rimesso in sesto dalla botta di ieri. Fossi in te sarei  ancora a dormire.-

-Farò finta di non aver sentito.- finisce Blade, piuttosto offeso per le parole della volpe. Ovviamente non è veramente offeso, ma per il suo orgoglio non è molto bello sapere di essere stati messi a terra semplicemente con un pugno. Come suo fare Blade si inginocchia a terra e prende la parte sottostante della macchina, quella più ingombrante e pesante. Fa un grosso respiro -Tre, due, uno.. oh issa!!- trattenendo il respiro, mantiene con tutta la forza il pezzo, mentre Tails si affretta a prendere un cric e a posizionarlo vicino alle mani di Blade. Messo il cric a carrello, Tails fa cenno a Blade di lasciare la presa e il riccio castano, senza guadar con un ciglio la volpe, molla subito la macchina. Non serve dire che si è subito affaticato e si ritrova mezzo morto appoggiato al rottame.

-Te l’avevo detto.- commentò Tails, cercando di trattenere una risatina divertita. Se continuava a ridere il riccio a momenti lo avrebbe ucciso, anche a costo di morire per la fatica e per il cuore che gli va a mille.

-Ma comunque grazie. Adesso posso vedere come è messo il mio gioiello.- riprende Tails stavolta moderato, mentre si mette un paio di occhialini da ingegnere e accende una torcia, infilandosi sotto la macchina e a darsi da fare a una caccia al tesoro. E mentre l’ingegnosa volpe si da da fare col suo hobby, Blade si appoggia a un angolo della macchina per riprendere fiato. Rimangono in quelle posizioni per venti minuti cronometrati, quasi quasi il riccio color terra si sarebbe stancato di stare fermo come un baccalà. Non è mai stato un tipo da attese. Ma il volpino  non volle far aspettare un secondo di più ed esce da sotto macchina, sporco da tutti i lati della faccia.

-Allora? Come è messa?- chiede Blade, speranzoso che il volpino sia stato soddisfatto nella riparazione, ma su Tails c’è uno sguardo di indifferenza mischiata a delusione, quindi è sicuro che non è andata come sperava.

-Direi piuttosto male. Buona parte dei circuiti qui sono andati, per non parlare della Scheda Madre, l’Hard disk e la CPU. La RAM e la Scheda Video sono del tutto fuse, non posso nemmeno salvare gli elementi opzionali o tantomeno recuperare i dati del programma.- elenca il tutto Tails, mentre si pulisce con un panno gli occhiali e la faccia e cercava una sedia per stendersi.

-Cosa speravi di recuperare Miles?- domanda Blade. -Mi interessavano i file video ecco.- risponde Tails, non contento del risultato.

-Avevi intenzione di rivedere quei filmati?- ridomanda abbastanza sbalordito Blade. Da ieri sera entrambi erano confusi e turbati nell’aver visto quelle immagini nella mente di Sonic.

- Ieri abbiamo visto tutto quello che potevamo Tails. Stava tutto lì quello che dovevano sapere e di certo riguardare un video di tuo fratello mentre viene sgozzato da un suo sosia non è un grande passatempo.- ribatte Blade.

-Sarà stato anche un incubo, ma fin troppo inquietante. Non riesco ancora a togliermi dalla mente quelle brutte immagini. Mi chiedo se esiste una vera e proprio patologia che porta a vedere tali incubi, oppure è qualcosa di più.- si interroga Tails, continuando a farsi domande su domande e sperando che il suo genio o Blade possano rispondere ai suoi tanti interrogativi. Ma sapeva che non c’era al momento risposta e per un attimo si sentì un silenzio nella sala, un silenzio a dir poco anormale. Tails però vuole riprende parola, cercando di dare una conversazione che non c’entri con il loro amico.

-Dunque.. adesso che vuoi fare Blade?- chiede all’amico, se per caso il riccio aveva in mente qualcosa.

-Non lo so.. scusami, ma adesso voglio solo rilassarmi che nessuno di noi ha passato una bella nottata.- risponde Blade, a braccia conserte a camminare avanti e indietro per la sala. È troppo confuso e dolorante per pensare adesso. In questo momento vorrebbe solo uscire, bere e ingozzarsi fino allo sfinimento.

-Se ti interessa saperlo, Vector e gli altri si sono rimessi al lavoro nel cercare di nuovo Sonic, mentre Amy era tornata a casa dopo che ti aveva curato.-

-Ah, ok. Ringrazia Amy da parte mia comunque.- finisce, avvinandosi alla porta di uscita della stanza a passo lento. -Dove vai?- domanda Tails -In giro. Voglio scaricare le preoccupazioni adesso. Tra un’ora torno, ma se succede qualcosa fammi sapere ok?- risponde infine il riccio.

-Certo. Allora a dopo Blade.- alzandosi dalla sedia e accompagnando il riccio a uscire da casa. Prima di andare però, Blade volle poggiare la sua mano sulla spalle della volpe e salutarlo con un sincero sorriso.

-Tranquillo, nostro fratello è uscito da situazioni ben peggiori. Si rimetterà la testa apposto anche questa volta.- finisce Blade, cercando di tranquillizzare il volpino. Anche se era la prima volta che si conoscevano, Tails era anche lui un fratello di Sonic, quindi lo era anche per Blade stesso. Si sentì più contento quando lo stesso fece Tails, sorridente e appoggiando la mano sulla spalla del riccio, per poi abbracciarsi da amici e dandosi qualche pacca sulla schiena. Si diedero un ultimo cenno con la mano, per poi dividere gli sguardi e chiudendo la porta.

 

Il riccio, uscito da casa, fa sei passi avanti e rimane fermo per due minuti, a guardare il sole. Fa un grosso respiro, non pensa a niente, se non sul dove deve andare adesso. Prima di ripensare a Sonic, vuole sgombrare la mente dalle preoccupazioni e dai dubbi, quindi deve sfogarsi, bere fino allo stremo e mangiare fino ad ingozzarsi. In questo momento vuole sentirsi circondato dalla gente e vedere bei posti affollati e non stare da solo con il proprio spirito in una foresta.

-Hmm.. tornare a Metropolis non sarebbe una brutta idea.- si chiede pensieroso Blade. Potrebbe anche andare nelle grandi città di Westopolis o Central City, ma visto che a Metropolis ha fatto casino solo in un hotel a cinque stelle, perché non godersi la città da sobrio.

-Ho deciso: si torna a Metropolis.- conferma lui, pronto a divorarsi buffet e bere a garganella.

Il giovane riccio fa altri passi avanti, seguendo la piccola stradina che porta verso il sentiero di uscita della foresta. Dopo una leggera scrollata alle spalle, il riccio castano si mette nella sua solita posizione di partenza, caricando le scarpe per la sua prossima corsa. Nell’attivazione delle scarpe però, sente l’enorme differenza con il precedente paio. Il rumore di caricamento è molto più silenzioso delle precedenti scarpe, come un debole ronzio e non sente per niente calore sulle suole delle scarpe, quindi sta a significare che il surriscaldamento è notevolmente diminuito. Altri secondi di rilassamento, un profondo respiro e infine uno scatto fulmineo. Il riccio parte con una velocità crescente tra i ottanta e i centosettanta chilometri orari, lasciando dietro di se un alone di terra e ciuffi di prato. All’inizio temeva che avrebbe avuto molti problemi nell’utilizzare le nuove scarpe, ma adesso doveva proprio ricredersi. Anzi, si trova decisamente meglio: che forse può persino arrivare ai livelli di Sonic? Ma tanto non gli importa e decisamente non vuole pensare in questo momento al suo fratellastro, soprattutto per il KO di ieri. E non gli importa un fico secco se gli ha ficcato una siringa in gola, visto che lo ha fatto per il suo bene. Subito però il riccio si accorge di una cosa: sta parlando da solo. -Per tutti i Caos Blade, stai parlando da solo! Corri e stai zitto!- urla tra se e se  il riccio. Il bello però è che a quella velocità nessuno può riuscire a sentirlo e a dargli del pazzo.. al massimo qualcuno potrebbe darlo del pirata della strada.

 

Attraversa tutta la campagna circostante, le piccole città, sorpassa Green Hill, scala le colline e le pianure continuamente alternate e in lontananza scruta la sua città: Metropolis.

Quando passa in queste città, Blade sente non solo felicità, ma anche stupore. Non lo aveva mai detto a nessuno, ma sono passati ben dieci anni dalla prima volta che vide tale città. Allora era sotto il giogo di quel folle di Eggman, ma adesso la città era libera dalla sua influenza e poteva vivere giornate tranquille fuori dai domini di quel vecchio baffone in pensiero. Beh, dire giornate tranquille era abbastanza disturbante, visto che i centri città sono sempre affollati e ogni volta che passi in un angolo senti puzza di benzina, nafta e immondizia. Ma forse durerà poco. Per sua fortuna è nato tra i mobiani e loro sono sempre stati un popolo da campagna e tipi a contatto con la natura e il periodo con la Terra ha influenzato molto la mente del suo popolo, ma non tanto da non fargli accorgere gli errori che certe volte commettevano gli esseri umani. Da quei giorni hanno eretto città sempre più grandi, hanno allacciato i rapporti con tutte le etnie e hanno migliorato le tecnologie e la vita di tutti, passi da gigante che neanche Mobius stessa si sarebbe mai immaginato che potesse realmente accadere. E pensare che i più vaghi ricordi di Blade erano solo cittadelle, campagne, agricoltori e un folle dottore che voleva fare il dittatore nel mondo. Ma ogni volta che c’era un problema, ecco che arrivava Sonic, divenuto ormai l’emblema più seguito di tutti, il più grande eroe che Mobius abbia mai avuto e senza di lui sicuramente molte di queste cose non sarebbero mai successe. Tanti motivi che hanno permesso a Blade e a tutti i mobiani di credere in lui.

Anche se disperso in dei ricordi non troppo lontani, continua a correre senza sosta, dritto verso il centro di Metropolis. La sua velocità non è di certo passata d’occhio e se qualcuno lo avrebbe fermato, lui avrebbe risposto: < non sono mio fratello mi dispiace > con tanto di linguaccia o di una risata sotto i baffi. Tra tutti i giovani eroi, di certo lui è il meno conosciuto in tutta Mobius. E il fatto di essere il fratellino adottato di Sonic, non lo rende di certo più famoso.

Arrivato a destinazione, si ferma di scatto, esattamente su delle strisce pedonali a semaforo rosso. Tutti i passanti lo guardano subito in modo strano, come a chiedersi < Ma.. è davvero venuto così veloce? > oppure < Ma è Sonic con la tinta marrone? > Al contrario loro, Blade si limitava a guardare tutt’altro, tipo la strada. Passato il verde e sorpassato le strisce, Blade voleva adesso solo rilassarti.. ma dove di preciso. Chiedeva informazioni a tutti i passanti della città, chiedendo se c’era un posto adatto a rilassarsi e a mangiare qualcosa. Un uomo di questi in particolare, gli propose di proseguire sempre più al centro, verso il Grande Giardino. Quello, a detta del signore, era un posto molto al verde, con alti alberi dove stanno solo famiglie a fare picnic o bambini che giocano in comitiva e intorno al posto ci sono solo bar e vari locali gastronomici dove avrebbe potuto assaggiare dei buoni cibi del posto, per non parlare che le macchine non passano quasi mai lì, ma solo in bici o in moto. Con tutti questi lati positivi, perché non andarci pensò Blade. Proseguendo sempre dritto a passo normale, in una manciata di minuti il riccio si ritrova proprio all’entrata  del Grande Giardino: alte sbarre dividono il posto dalla strada e dall’altra parte del posto può vedere non poche persone a divertirsi. Si guarda a destra e a sinistra e come aveva detto il signore, ci sono davvero moltissimi locali dove servono dai drink ai dolci, dal pane al cibo tradizionale del luogo e ancor più vero, non c’è neanche l’ombra o il sibilo di una macchina in lontananza. A quel punto pazzia. Senza neanche pensarci due volte Blade si fionda in ogni locale del posto e ordina di tutto: dai pasticcini ai muffin, dai biscotti al pane, dagli assaggini di carne, al caffè e ai panzerotti (soprattutto i panzerotti, tipo una cassa) e per chiudere in bellezza, scroccare un po’ di liquore da una birreria (come ha fatto? Non ve lo chiedete). Il tutto al prezzo di duecento ring d’oro, come se in questo momento gli importasse del denaro che spende. Con due borse piene fino all’orlo di cibo, il piccolo beniamino se ne va tutto contento e zampettante verso i Giardini. L’unica cosa ce lo tennero distane per qualche secondo da quel paradiso naturale era la Sicurezza, che come al solito doveva controllare che non ci fosse nulla di anormale, a parte le pile di cibo che si tiene dietro Blade ovviamente. Lo lasciano passare senza problemi, ad eccezione nel ricordargli di non sporcare il posto dalle cartacce, una cosa che sicuramente Blade non farà mai, che come ogni mobiano ci tiene all’ambiente (Ah, un piccola postilla dell’autore da condividere a tutti voi: a coloro che buttano le loro carte a terra in piena strada e a quegli str**** che non hanno la briga di imparare a fare la raccolta differenziata, vi avverto che siete catalogati nel mio personale inferno tra i pezzi di m**** OK!? Grazie per l’attenzione ^.^)

Si affretta a prendere posto, uno a contatto con l’ombra ma dove può anche godersi il calore del sole senza che la stella lo accechi. La prima cosa che fa trovando posto? Si butta a pancia all’aria sull’erba fresca, rotola per qualche secondo e si stende appoggiato al tronco di altissimo albero di quercia. Qui c’è solo aria pulita e il lontananza non si sente niente, ma solo le voci felici delle famiglie che da lontano Blade scruta con la punta dell’occhio. Questa volta si tiene a distanza dagli altri, vuole solo mangiare tutto quello che ha comprato e cercare di pensare al niente, così può prendere aria al cervello e sentire i suoi muscoli finalmente stesi e rilassati, che da stamattina deve tenere i denti stretti per non sentire dolore. La bellezza del posto, gli fa talmente perdere i sensi che vorrebbe dormire per tutto il giorno. In pochi secondi non sente più il rumori dei clacson in lontananza o le voci delle persone, ma solo il leggero tocco del vento e il delicato suono delle foglie degli alberi e del prato mossi dall’aria. Socchiude gli occhi e si fa trasportare dal silenzio. Poi li chiude, ma non sogna niente, pensa al niente.

Blade..

Si rialza e riapre svelto gli occhi. –C-chi è stato!?- si chiede, girando la testa a destra e a sinistra per capire chi fosse. Non può essere stata la sua testa, ma non c’è nessuno intorno a lui. Cerca di fare finta di niente e con calma si stende di nuovo  per riprendere sonno, ma ecco che risente un sibilo, poi il freddo.

Stiamo arrivando Blade.. e siamo affamati..

Questa volta il riccio non può trattenere un urlo di paura. Si rialza daccapo e si gira continuamente da tutte le parti. Si guarda intorno, da dietro gli alberi, persino da più lontano, ma non c’è nessuno.

Quella che sente è una voce, ma è come se avesse l’eco o ci fossero altre a dire le stesse e identiche parole, ma le sente in testa e sente le loro presenze. La loro voce è così inquietante che ogni loro sillaba ti entra nella pelle e ti fa tremare tanto da farti venire la pelle d’oca.

Si tiene le mani sulla testa, continuando a scombinarsi i capelli per cercare di scacciare quelle voci. Ma è inutile, sente ancora la loro presenza, le loro risate, quelle quattro parole.

Blade.. aiutaci a venire a casa, siamo affamati! Stiamo arrivando e siamo affamati!!

Ma dopo quell’ultima frase, ecco che lo voci non si fanno più sentire. Stanno arrivando.. e sono affamati? Allora non è per niente un caso. È la stessa e identica frase dell’incubo di Sonic.

-O Caos.. devo avvertire gli altri e subito!- il panico pervade il riccio castano, ma prima che potesse fare qualunque cosa, una enorme folata di vento lo colpisce. È un forte vento molto anormale, visto che prima non era così forte. Si mette una mano vicino agli occhi per non sentire il vento nelle pupille, ma subito si sente qualcos’altro. Un fischio, un fischio molto lungo e acuto. Non riesce a capire da dove proviene, ma per rispondergli qualcosa gli passa da sopra la testa. Dalla sua sinistra in alto, si può ben vedere uno strano oggetto che squarcia il cielo, come una piccola cometa. Non si capisce cos’è, ma va a un’alta velocità. Con lo sguardo Blade segue il fascio. Va sempre più giù, a occhio e croce fino ai livelli di un grattacielo di città. Si fionda sempre più a destra e il riccio per un attimo non riesce più a vederlo per colpa dei palazzi, ma riesce a vedere la catastrofe. Una gigantesca esplosione si fa sentire e una forte onda d’urto arriva e oltrepassa i giardini. Dura per secondi, anche se sembrano minuti, in tutte le vie si sentono i rumori degli allarmi delle case e delle macchine, le scosse a terra sono continue, qualcosa persino si sente cadere e crollare e tutta la gente strepita e urla dal panico.

Gli addetti alla sicurezza del parco intimano i visitatori ad andarsene e Blade fa lo stesso seguendo la folla che si accalca all’uscita, anche se prima si svuota la boccetta di liquore e se la versa tutta nella sua fidata fiaschetta. L’onda d’urto però si è fatta sentire ovunque: molte delle sbarre in ferro dell’entrare del parco sono piegate a metà, molti vetri delle finestre dei palazzi si sono rotte, gli allarmi delle macchine e dei palazzi si fanno ancora sentire e si sono formate moltissime crepe su tutto il marciapiede e sui palazzi del quartiere. Se l’impatto è arrivato anche qui, figuriamoci al luogo dello schianto, ci riflette Blade. Il riccio però non vuole rimanere lì o andarsene senza far nulla, si rimette a correre con uno scatto fulmineo. Continua a pensare, ed è sicuro che c’entrano loro. L’incubo di Sonic, il suo allontanamento, le voci e adesso questo. Che possa c’entrare Eggman? Questo non può saperlo, ma l’importante adesso è salvare qualche vita.

Nel cammino però, vede affrettarsi molta gente che ritorna nelle loro abitazioni, o per malsana curiosità che si incamminano nel centro per vedere cosa è successo. Varie voltanti di pompieri, polizia e paramedici si affrettano come lui ad arrivare sul luogo, mentre altre pattuglie cercano con le buone di bloccare i passaggi e convincere la folla di tornare alle loro case.

Continua a seguire il fumo in lontananza che si vede sempre più esteso nel cielo. Più si avvicina e più sente la puzza del fumo e il suono della gente che urla disperata. Corre sempre più veloce, taglia la strada, scavalca le varie volanti, fa parqour sui muri, ma ecco che arriva.

Come poteva immaginarsi, la situazione lì era drammatica. L’esplosione non aveva provocato solo l’onda d’urto e le scosse di prima, ma ha anche formato intorno una debole coltre di nebbia nera, sicuramente dovuto alla polvere e al fuoco e non serve dire che è tossica e irrespirabile. Le strade sono distrutte e bruciate, così come le decine di volanti date a fuoco dall’impatto. Da dove era caduta quella meteora, aveva lasciato dietro di se una fascia di distruzione di metri se non chilometri, largo circa dieci quindici metri. In mezzo alla strada si possono notare anche delle buche, profonde quanto l’altezza di un mobiano. Due o tre vie sono vittima del colpo e almeno cinque palazzi sono danneggiati, ma sembra che i pompieri riescano a contenere le fiamme. Ma purtroppo i feriti sono a decine, anche se i paramedici stanno facendo di tutto per curare i feriti,  molti sono gli ustionati e tanti altri sono attaccati a un respiratore, stesi su una barella pronti ad esser portati via a un ospedale vicino.  A nulla però servono i tentativi della polizia di fermare gli altri cittadini, che in massa entrano in quella piazza bruciata per vedere nella polvere ciò che resta di quella via. Molti sicuramente vogliono cercare qualche loro amico, qualche loro familiare che in quegli attimi era lì, ma in una situazione così come si può capire qualcosa. Le persone sono tutte intorno a lui, mentre Blade rimane fermo come una candela, scioccato e del tutto impotente. Non sa dove sbattere la testa, si sente debole e in preda di svenire in un qualunque momento. La puzza di carne bruciata e di tutte quelle voci lo stanno facendo sentire male.

Blade.. questo è solo l’inizio. Stiamo arrivando.. Stiamo arrivando!!

Di nuovo quelle voci.. ma cosa vogliono. le orecchie gli fanno sentire qualcosa. Da dietro una fitta polvere, si scruta una figura a chiunque riconoscibile. Tutti per qualche strana ragione fanno silenzio, facendo sentire solo il forte rumore di passi di quella persona.

Passo e sguardo fiero, occhi intensi color smeraldo e un pelo blu marino coperto da un po’ di terriccio e polvere. Dopo quella notte, lui era tornato, con tanto di una entrate in scena a dir poco distruttiva. In quel preciso momento Blade avrebbe voluto andargli incontro, ma continua a farsi delle domande: perché è così calmo? Perché solo adesso torna? E subito si fa un’altra domanda poco rassicurante: che sia stato lui a combinare tutto questo? Non sa cosa fare o pensare, ma sente qualcosa di strano nell’aria. Più precisamente in Sonic, perché a guardarlo bene sembra che abbia una faccia più sorridente e divertita del solito, quasi quasi il suo sguardo lascia un qualcosa di inquietante. Che sia il suo istinto che finalmente si fa sentire? Ma il riccio vuole lasciar fare, ascoltando il suo piccolo dubbio e rimanendo in disparte.

A differenza sua però, a migliaia si stanno ammucchiando sulla strada per vederlo e implorarlo di aiutarli. Non se ne era accorto Blade, ma oltre alle volanti di prima, molto passanti avevano preso in mano una videocamera per filmare l’accaduto e sul luogo erano arrivate molte altre volanti di set televisivi e di radio per intervistare i sopravvissuti, anche se adesso sono in quel momento a filmare Sonic in diretta. Tutti a vederlo, ma molti hanno paura di avvicinarsi, titubanti di vedere il loro eroe ergersi in una situazione così difficile. Ma cosa strana, tra tutti si fa avanti solo una riccia verde di almeno quindici anni, molto curiosa di vedere di fronte il più grande eroe di tutta Mobius.

-Signor Sonic, per favore ci aiuti. Non trovo più i miei amici.- implora la bambina al suo eroe. Sonic però non fa una piega e continua a guardare solo gli altri spettatori, senza neanche incrociare lo sguardo di lei.

-Signor Sonic?- continua lei, non capendo In quell’attimo Sonic si gira verso la bambina, ma tutto quello che fa è prenderle le mani affettuosamente e limitando un leggero sorriso, senza proliferare parola.

-P-perché è qui?- continua a domandare confusa.

Non dice ancora nulla, mantenendo una strana calma. Le stringe di più le mani e infine da lontano si sente una sola parola: -Sangue.-

Da lì Sonic stringe il polso della bambina e la tira a se con fare poco rassicurante.

La riccia è confusa e per prima cosa, inizia a guardare dritto negli occhi il riccio blu. Non si sa il motivo, ma subito la giovane inizia a tramare, a lacrimare, a chiedere a Sonic di fermarsi. Il riccio blu, di canto suo, continua a guardare la bambina con aria divertita, quasi sadica. Nel vedere quella ambigua scena, Blade non può fare a meno che provare a fermarlo, prima che la situazione degeneri. Le urla della bambina lo convincono sempre più a farsi avanti, ma difficilmente, perché tutte le persone si sono ammassate tutte di fronte a quei due, restando ferme a guardare confusi e impotenti la scena.

Nel frattempo che il riccio castano tenta di affrettarsi nello scavalcare la folla, Sonic tiene ancor più stretta la piccola riccia, ma stavolta le prende la testa con entrambe le mani. All’inizio le accarezza pian piano le guance con le mani, come per rassicurarla, ma lei continua a svincolarsi, a chiedere aiuto alle persone di farlo smetterle e di staccarla da lui.

Ma infine, ecco che tutto terribilmente crolla.

Sonic stringe con forza la testa della bambina e con i pollici, inizia a premerle gli occhi con una furia smisurata. Le unghie pian piano trafiggono le pupille e spinge sempre di più in avanti i pollici, mentre la sua vittima tira urla talmente stridule da potersi sentire in tutta al città. Più preme gli occhi e più le guance di lei si tingono di rossi, un fiume di sangue esce dai suoi occhi ma lei continua a chiedere disperatamente aiuto a tutti e a tentare degli ultimi disperati tentativi di staccarsi dalle grinfie del mostro che le stava facendo del male. Ma nessuno muove un dito, tutti sono presi da panico, increduli che il loro grande eroe stia uccidendo una piccola riccia innocente di fronte a tutti, come se fosse un atto di violenta e pura follia. Il viso della ragazza è ormai lordo del suo sangue e Sonic ha i guanti, il petto e parte della faccia sporchi del sangue della sua vittima. Un ultimo urlo, poi il mostro con una forte velocità delle mani, girò il collo della riccia per novanta grandi due volte, rompendolo di netto. Il rumore di un collo spezzato, il tonfo di un cadavere che si accascia al suolo e il sangue che sgorga da due enormi fori dove c’erano qualche secondo fa, degli splendidi occhi color cobalto. Il silenzio regna tra gli spettatori, ma il tutto si rompe di nuovo con una risata, la risata di quell’assassino. Ogni singola persona è spaventata e tutti fanno un passo indietro, mentre Blade è l’unico a rimanere fermo immobile, ancora incredulo a ciò che vede. Sonic continua di suo canto a ridere di nuovo, puntando il dito verso di loro.

-È inutile, oggi non scapperete da me.-

D’un tratto Blade, a sentire quella voce, si riprende dal leggero shock e in quel momento vuole fare solo una cosa: scappare.

-Cosa cavolo fate ancora qui!? Scappate!!- urla strepito Blade, terrorizzato come gli altri e per niente intenzionato a voler sfidare quel mostro.

Non lo fanno attendere e tutti iniziano a scappare via, scattando, urlando e senza voltarsi indietro. Non solo quelli del posto, ma anche l’intera città. Ovunque tutti si chiudevano in casa e scappavano dal posto con l’aiuto della polizia, mentre medici e poliziotti cercano di fare ancora il loro dovere.

Tutti continuano a scappare più velocemente possibile, mentre Sonic lo insegue camminando molto lentamente a passo tranquillo, tenendo quell’inquietante sorriso stampato sul volto. La polizia tenta di fermarlo e iniziano a spararlo senza esitazione, ma piuttosto che schivare le pallottole, Sonic riesce a fare l’impossibile. Alza semplicemente la mano destra e ferma tutti i colpi di pistola e quando i poliziotti finiscono le cartucce e i colpi in canna, Sonic con un piccolo gesto di dito glieli rispedisce tutti, uccidendoli.  Pur se correndo, Blade vede tutta la scena, incredulo a ciò che ha visto, ma quello che non si aspettava è che improvvisamente scomparve dalla vista e senza che se ne accorgesse, lui si trovò proprio di fronte a tutti loro. Velocemente uccise un altro, il primo che incrociò il suo guardo, trapassandogli il petto con una mano. Non serve dire che tutti erano increduli, più si spaventavano e più Sonic se la rideva. Senza alcun problema, riesce a strappare il cuore del malcapitato con la sola forza di una mano, facendo vedere in bella vista il cuore ancora pulsante e grondante di sangue.

-Adesso, Divertiamoci su.-  A quella frase, lasciò l’organo a terra e poi si mostrò a tutti loro, cambiando quasi del tutto il suo aspetto. Il suo colore blu naturale divenne più scuro del solito, pur mantenendo gli schizzi di sangue delle sue vittime sul suo pelo. I suoi guanti iniziano a gonfiarsi e a strapparsi, facendo vedere chiaramente dei lunghi artigli. Ma è il viso la sua parte più inquietante. Il suo sorriso a trentadue denti si trasforma, facendogli crescere dei denti molto più a punta del normale e si formano delle grosse zanne e tutti  i suoi denti diventano più affilati. Gli occhi, diventano pura rappresentazione di Oscurità: i bulbi da bianchi diventano neri, dei gelidi e freddi bulbi neri, che a guardarli ti fanno chiedere se siano davvero degli occhi. I suoi iridi, da degli accesi verde smeraldo si colorano di rosso, un rosso sangue acceso che si uniscono alle sue pupille, come se illuminassero il nero che li circonda, come degli inquietanti fanali. E infine dai suoi occhi, sgorga il sangue, che pian piano macchiano le sue guance.

È come un ombra: scompare e ricompare dove vuole. Puoi pure allontanarti di chilometri, ma lui ti rintraccerà sempre e ucciderà senza alcuna esitazione.

Al termine della sua trasformazione, rimane fermo a fissare le sue vittime, aspettando solo che loro tentino di fare la prima mossa.

-La caccia ha inizio.- Scompare di nuovo sotto un alone di oscurità e riappare dietro la folla, uccidendo una donna sgozzandola con le unghie. Mentre quella povera ragazza muore lentamente inginocchiata dal dolore con le mani al collo, gli altri si dividono e ognuno spera di scappare il più possibile da quel mostro. –È tutto inutile- ogni volta lo ripete, con la sua voce profonda, cupa, come se fosse marchiata dalla malvagità. Non gli serve muoversi, scompare nell’ombra e riappare davanti alle sue vittime e le uccide. Le sgozza, le strappa via le interiora, le acceca, li trucida, le sbrana con i suoi denti e li riduce in pezzi, in tanti piccoli pezzi. Ma è solo il suo inizio di spettacolo. Dopo aver ucciso almeno una trentina di persone e pitturato abbastanza i muri e le strade di sangue, si alza in cielo lentamente. Guarda con suo solito sadismo e con le mani, accende dall’aria con un semplice schiocco di dita delle grandi sfere di fuoco e alza verso il cielo varie carcasse di macchine, voltanti, metallo e persino ciò che resta delle sue vittime. Tutta la folla, ancor più terrorizzata è al momento ignara della prossima mossa di Sonic e di ciò che la aspetta e guardano il loro ex eroe con pietà, supplicandolo in lacrime e pianti di smetterla e risparmiarli.

 

- Non serve che mi guardate così. Acclamatemi come vostro nuovo Dio. AAHAHAHA!!!-

Come ci si poteva immaginare, non ha pietà. Una pioggia di fuoco e metallo cade sulle teste di quegli innocenti. Lui è come un direttore d’orchestra: sta decidendo lo svolgersi del concerto. Con mira quasi infallibile, ne colpisce a decine, a centinaia, fa piazza pulita ad uno ad uno. Le carcasse delle macchina e qualsiasi oggetto pesante schiacciano come frittelle le persone, tingendo ancor di più le strade di rosso, mentre tante lingue di fuoco fanno la loro parte, avvolgendo e bruciando senza sosta tutto e tutti. Le strade continuano ad essere pitturate dal sangue e decorate dai loro organi, mentre Blade non guarda niente e continua a scappare a testa basta, finché non sente qualcosa da dietro le spalle. Una di quelle carcasse d’auto lo raggiunge, rotolando e vicino a schiacciarlo. In quel momento il riccio si sente bloccato, non fa nulla. Ma all’ultimo sguaina finalmente la sua fidata spada, puntandola verso in basso a due mani nel tentativo di difendersi dall’impatto. Una mossa a dir poco stupida e il colpo lo fa sbalzare, perde la spada e finisce da sotto una buca, sentendo di nuovo il dolore nelle ossa e per chiudere le sue speranza, la macchina si ferma esattamente sopra di lui, quasi schiacciandolo.

Il sangue in testa, le ferite e la possibilità di qualche vertebra storta, non gli avrebbero comunque dato la grazia di svenire e fargli smettere di guardare e sentire quell’inferno. La sua vista è appannata e a malapena riesce a vedere qualcosa da sotto uno spiffero della macchina. Non riesce a muoversi per il peso della morsa, ma può, a suo malgrado, vedere e sente ogni secondo di quel massacro. Esplosioni, schizzi di sangue e le urla strazianti delle persone che seppur erano minuti, duravano ore. Tenta in tutti i modi di liberarsi, di togliersela di dosso, ma più tenta di sforzarsi e più le sue ferite le sente allargarsi.

Improvvisamente però, scese il silenzio. La sua vista è ancora semi appannata e il sangue gli cola sulla fronte, ma riesce a vedere ciò che rimane. Schizzi di sangue dipingono tutte le strade, tutti i muri, tutti i palazzi. Il fuoco continua a divorare tutto e tutti, mentre a centinaia sono i corpi accasciati al suolo, lasciati a bruciare e a diventare cibo per i corpi. Il silenzio regna quasi sovrano in città, eccetto per qualche urla che di tanto in tanto, si sentiva da lontano. La vista è sempre appannata, ma qualcosa vicino a lui vede sentire. È sempre una ragazza, una volpe argentea che continua a chiedere aiuto, rannicchiata per terra e a tentare continuamente di rialzarsi. Blade ritenta di nuovo di liberarsi e stavolta risente la forza nelle braccia. Forse con un po' di fortuna può uscire. Ma prima di fare un'altra mossa, sente qualcosa volargli intorno. Poi un leggero tonfo di piedi, che atterrano proprio di fronte allo spiffero che Blade vede tutto. È proprio Sonic e purtroppo, sa cosa aspetta la ragazza. Rimane fermo, a vedere tutto. Sonic guarda la ragazza, mentre lei le implora di fermarsi. Sonic la prende, alzandola per il collo con una mano. La guarda quasi con indifferenza, mentre lei continua a piangere, ma fin troppo stanca e debole per poter reagire. Con l'altra mano Sonic la inizia a dilaniare lentamente, mentre lei strepita a malapena dal dolore. Inizia dal petto, gli occhi e poi la gola e il tutto finisce in un bagno di sangue. Sonic la lascia andare, si gira e a passo tranquillo si allontana dal loro, continuando a ridere sadicamente come dall'inizio.

 

Quando ormai era sicuro che se ne era andato, Blade si sforza a uscire. Con calci, pugni e con una forza fuori dal controllo, il riccio esce dalla macchina, facendola ribaltare dall'altra parte e uscire pieno di lacerazioni profonde e con il fiatone.

 

 

Quel piccolo corpicino martoriato giace proprio di fronte a lui, nello stesso punto dove suo fratello l’aveva squartata ancora viva senza alcuna esitazione. Blade non c’è la faceva a guardarla, anche se poteva distogliere lo sguardo verso da tutt'altra parte, ma non si può di certo dire che il resto sia meglio. Il dolore alla nuca e alle tempie si fanno sentire, lo stomaco lo sente su e giù, ma non riesce a resistere e rigurgita tutto. Il senso di colpa si fa sempre più sentire nell’animo del giovane, troppo in colpa per non essere riuscito a salvare nessuno e di non averlo affrontato a viso aperto, nascondendosi sotto la carcassa di una macchina. Adesso chiederebbe di svenire, di sfogarsi e scoppiare a piangere, ma non riesce a fare neanche questo e deve sorbirsi non solo tutte le ferite che ha adesso in corpo, ma anche lo voci di strepiti e urla delle persone che sente ancora nella sua testa. Oltre al vomito e al respiro che si fa meno sentire, Blade urla come ultimo atto di disperazione.Il suo urlo riecheggio forte in tutta la città devastata. Sconvolto, afflitto, si sente per la prima volta colpevole e inutile. Tutti gli ematomi e le tante ferite e cicatrici che ha sul corpo non sono niente paragonati al dolore che sente in questo momento nel cuore e nella sua mente. Continua bloccato e muto, inginocchiato sulla strada, lo sguardo perennemente verso il basso, tremante come una foglia e ancora sporco dalla testa ai piedi, del sangue suo e di tante altre persone morte proprio accanto a lui.

 

-È un incubo, è un incubo, è solo un brutto incubo..-

 

Non è più il riccio blu che salvava tutti, adesso invece è un essere folle e sadico, che si diverte a uccidere le persone e che non si fa alcuno scrupolo nel cavare gli occhi a una bambina innocente di fronte a centinaia di persone, o che si diverte a torturare persone e a sventrare vive come pesci. Deve aver ottenuto anche qualche nuovo potere, di certo quella enorme forza e la capacità di volare non le aveva prima Sonic. Sono loro, non sa ancora chi sono, ma se Sonic ha ottenuto tali poteri, allora devono avere dei poteri a dir poco fuori dal normale.

-Devo andarmene..  devo andare. Devo.. fare qualcosa alla svelta.- finisce il riccio, desideroso solo di andarsene da questo incubo. Anche se tremante come una foglia e pieno di lividi, non lo avrebbeto di certo fermato, almeno per il momento. Si rimise in viaggio, tornando indietro dagli amici di Sonic, lasciando dietro di se l’inferno scatenato da quella bestia dagli occhi rossi.

 

 

 

CONTINUA..

 

 

 

  
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