DISCLAIMER:
Nessun personaggio purtroppo mi appartiene, non
ci guadagno nulla se non tanto giubilo nella mia vita.
And I wish
La prima volta che Dean Winchester
varca la porta del tuo
studio, non hai la minima idea di cosa dire perché il tuo
cuore non ha mai
pompato così veloce e la tua voce non è mai stata
così roca.
Ma sai fingere in qualche modo, ti riesce abbastanza bene quando hai a
che fare
con i clienti e lui non sarà l’eccezione.
Dopo pochi minuti capisci che sareste
rimasti in contatto
per circa un anno, e quando ti riferisce che gli sei stato consigliato
da il
suo amico Benny LaFitte capisci che in realtà vi siete
già incontrati, ma
evidentemente quel giorno eri troppo concentrato per prestare
attenzione alle
altre persone.
E’ abbastanza strano, di
solito tendi ad avere un cerco
distacco professionale quando lavori, specie al primo incontro, eppure
in
qualche modo Dean con una battuta oltremodo squallida, non
può fare a meno di
lasciarti scappare una mezza risata.
Non è poi così
male.
Quando esce dal tuo studio, hai il
suo numero di cellulare
scritto sull’agenda.
A Dean Winchester piace il western.
Lo capisci subito non appena inizi a
mostrargli le prime
carte, gli ambienti che gli piacciono devono avere quel qualcosa di
“vecchio
cowboy” come ti ha detto poco prima, e non puoi fare a meno
di guardarlo
stranito perché è una richiesta alquanto
insolita. Ma non importa, saprai
soddisfare le sue esigenze.
Siete seduti sul divano del tuo studio e lui ti porge dei fogli di
quello che
aveva trovato su internet, non sei sicuro se effettivamente quella
ricerca sia
opera sua ma non dici niente e inizi a guardare le pagine.
Senti per un attimo il suo sguardo su di te e ti volti
d’istinto, per scoprire
che effettivamente è così.
Dean ti osserva e tu ti senti nudo.
Per un attimo i tuoi occhi
si soffermano sui suoi verdi come la giacca che indossa, e lui si gira
dall’altra
parte dopo quello che ti è sembrato il secondo
più lungo della tua vita.
Un’ora dopo lui prende
congedo, e devi sforzarti di
sorridergli come se niente fosse nonostante il tuo cuore non la vuole
smettere
di scalpitare.
E’ la prima volta che ti
senti così, e non sai se ti piace
questa sensazione.
Questa sera sei tornato a casa
più tardi del solito, parlare
al telefono è una cosa che non sopporti ma è
necessaria, e un altro paio di clienti
hanno da poco finito di pagare la tua retta quindi almeno sai che puoi
tirare
avanti. Non hai mai avuto problemi con questo, nel tuo lavoro sei bravo
e te lo
dicono spesso insieme a una infinita quantità di domande e
consigli non
richiesti, semplicemente perché tu stai bene così
e agli occhi degli altri più
passano gli anni e più sembra strano.
Non ti sei mai visto in determinate
circostanze e non vuoi
nemmeno ritrovartici, sei troppo strano e te lo dicono spesso. Parli
solo con
persone che consideri degne della tua attenzione.
Non hai mai capito se si tratta di un complimento o una critica.
Ma sta bene così.
Hai accettato da tempo le tue condizioni.
Per cena hai preparato dei semplici
hamburger, ti sono
sempre piaciuti un sacco sebbene di solito sei predisposto a gusti
più
raffinati, ma alla fine sei in casa tua e non ti importa, potresti
anche
chiamare degli amici e guardare il Super Bowl insieme, scolando delle
birre e
facendo a gara di rutti.
Al solo pensiero aggrotti le
sopracciglia, tanto perderesti
non sei bravo in queste cose stupide. Tu devi essere sempre composto,
ordinario, e con la giacca ben stirata pronta da indossare appena ti
svegli.
Non sai cosa sia guardare il Super
Bowl con gli amici e
parlare delle belle donne, ma non ti pesa. Alla fine se non conosci la
cosa in sé,
non può certo mancarti.
Il messaggio di Dean è
inaspettato, e praticamente salti dal
letto non appena leggi il suo nome sul display del cellulare.
Ti dice che ha bisogno di consigli e
ti chiede se potete
vedervi in mattinata e a te sta bene, certo che sta bene. Non ti
importa
nemmeno di controllare la tua agenda ed è qualcosa di
così insolito che viene
totalmente surclassato quando ti passi le dita sulla camicia, dopo
averne
cambiate una decina prima di annuire compiaciuto davanti al tuo
riflesso.
Ti stai facendo bello per lui e questa consapevolezza va a fare
compagnia al
menefreghismo di non aver controllato l’agenda prima di
uscire di casa.
Vi vedete in un bar in centro e
davvero, la giornata è stranamente
più bella del solito e tu stai persino sorridendo alle sue
battute squallide.
Dopo un paio d’ore hai praticamente deciso che adori le sue
battute squallide.
Non parlate di cose serie, vi eravate
visti per discutere su
delle carte da firmare ma non apri nemmeno la cartellina che hai
portato
insieme, lui ti ha anche chiesto scusa per non averti telefonato ma
solo di
averti scritto e tu non puoi fare a meno di dirgli quanto in
realtà detesti
parlare al telefono.
Ti assicura che da allora ti
manderà solo messaggi e la cosa
ti fa quasi imbarazzare, perché al terzo
“appuntamento” avete già iniziato ad
avere una cosa solo vostra.
Forse stai esagerando, forse dovresti
smetterla di trovarti
così a suo agio con lui specie perché iniziate a
discutere su chi debba pagare
il conto, e quando lui ti chiama “Cas” per cercare
di farti desistere, sai che
non hai speranze di poter tornare indietro. E lo lasci pagare,
scusandoti per
la pazienza del cameriere che ha dovuto assistere a tutto il teatrino.
Passeggiate per un po’ e
più tempo passi con lui, più lo
conosci meglio e menti a te stesso dicendo che queste informazioni ti
serviranno per il tuo lavoro, ma la verità è che
vuoi davvero sapere sempre di
più ed è la prima volta, la prima autentica volta
in cui ti importa di quello
che stai sentendo, in cui gli assicuri che sarà tutto
perfetto, in cui ti senti
un po’ morire perché ti è capitato di
affezionarti in qualche modo ad alcuni
clienti, ma non così. E non è un bene.
Ti piace messaggiare, lo hai scoperto
con Dean.
Dal vostro ultimo incontro
è passata circa una settimana, e
credi davvero che l’altro ti abbia ricontattato con una scusa
dato che ha
incominciato a fare domande assurde che non c’entrano col
lavoro ma con te.
Dean vuole saperne in più su di te e ti chiede come tu ti
comporteresti in
certe decisioni.
Non puoi dirgli la verità,
non puoi dirgli che secondo te sta
facendo uno sbaglio perché non è convinto, e si
vede, hai parlato con altri
prima di lui ma non sono per niente paragonabili a Dean.
Insomma nulla è
paragonabile a Dean.
Non fate altro che mandarvi messaggi
come degli stupidi
adolescenti, lui ti racconta la sua giornata senza che tu glielo chieda
ma tu
non puoi fare a meno di raccontargli la tua, facendo le somme e
costatando quanto
lui sia pieno di gente che gli vuole
bene.
Dean ha un sacco di amici, ti parla
di suo fratello Sam, e
di Benny che già lo conoscevi e di un certo Gabriel, di
Kevin, di Charlie, di
uno che si fa chiamare Balthazar, di suo padre John e di sua madre
Mary. Ti
racconta degli stralci della sua vita, di come sia stato duro andare
avanti
quando il lavoro di suo padre scarseggiava, dei sacrifici che ha fatto
per non
essere un peso per la sua famiglia.
Dean Winchester è un
guerriero, ha una determinazione così
forte e una fiducia così cieca a tratti innocente verso le
persone a cui si
affeziona, che ti senti sporco sapendo di stargli spudoratamente
mentendo.
Perché hai incominciato ad
avere certi pensieri per lui, perché
quando poi vi siete rivisti hai praticamente passato tutto il tempo ad
osservargli le lentiggini, così piccole e così
fortunate nell’essere posate sul
suo viso.
Ti chiedi dove altro potrebbe averne
e un giorno forse lo
guardi troppo a lungo quando ne scorgi una sul suo labbro inferiore, ed
è un
attimo e ti rendi conto di essere diventato duro nei pantaloni. Nel tuo
ufficio.
Meno male che avete una bella
scrivania che vi divide, e
pensi sia impossibile che l’altro se ne sia effettivamente
accorto.
Nei mesi seguenti non fate altro che
vedervi, continuate a
messaggiare e siete praticamente inseparabili, non hai ricaricato
così tanto il
cellulare come in questo periodo e anche quando sei con altri clienti
la tua mente
vaga altrove, e ti riduci all’ultimo momento per chiamare i
vari servizi e ti
scusi continuamente con le persone. Tutto sommato però il
lavoro procede bene,
la gente è soddisfatta e mano a mano sempre di
più si rivolgono a te, perché ti
hanno fatto pubblicità.
Con Dean ti vedi più volte
durante la settimana, raramente
parlate di lavoro e di cose che non ti piacciono perché ti
sbattono in faccia
la realtà della tua triste situazione, e una volta lo inviti
addirittura a casa,
sperando con tutto il cuore ti dica di sì.
E con uno splendido sorriso, Dean lo
fa.
Quella sera stessa ti ritrovi vestito
col tuo solito
completo, hai solo tolto la giacca nera e arrotolato le maniche della
camicia
lungo i gomiti e stai cucinando degli hamburger.
Hai scoperto che anche a Dean piacciono, e prepari anche delle patatine
fritte
dando vita a un connubio totalmente opposto alla tua apparenza da
galantuomo.
Dean arriva puntuale, con una cassa
di birra in mano e un sorriso
strafottente sul volto. Non sai quand’è stata
l’ultima volta che hai visto
qualcosa di così adorabile.
Non ci vuole molto per rendere
l’atmosfera rilassata, è
incredibile come l’altro riesca a sentirsi a suo agio in
qualsiasi situazione
al contrario tuo, che sei capace di sentirti a disagio anche nella tua
stessa
casa.
Parlate del più e del
meno, Dean ti prende in giro per il
modo in cui ti vesti, sempre formale anche in casa, e tu lo prendi in
giro perché
sembra sempre uno scappato invece da casa, pronto a scippare le
vecchiette e
correre via.
Non lo sai, forse è la
birra che state bevendo da ore, ma
riesci a risultare simpatico perfino a te stesso, e non ti è
mai sembrato così
facile come in questo momento fare le battute squallide come quelle di
Dean,
che si piega in due dalle risate e ti lancia la pallottola di carta che
ha
usato per pulirsi.
Poco dopo la cucina è
praticamente un campo di battaglia,
avete iniziato a lanciarvi cose a caso sulla tovaglia e non ti degni
nemmeno di
cambiarti quando l’altro ti fa notare che hai una macchia
sulla camicia all’altezza
del petto. E il fatto che Dean ti abbia anche solo addirittura
guardato, ti fa
sentire strano.
Beh Dean ti guarda sempre, te ne sei
accorto anche tu.
Quando siete soli è normale dato che per forza di cose deve
riferirsi a te, ma
quando non lo siete ti sei accorto che ti cerca. Sempre.
E lo fai anche tu, e vi guardate e siete così complici ormai
in quello che fate
che non hai bisogno di dirgli nulla neanche adesso, vi alzate e
prendete le
birre per raggiungere il divano.
Una volta a settimana, Dean viene a
cena da te.
Non è che lo avete deciso,
è che con qualche scusa te lo
ritrovi ogni martedì fuori dalla porta di casa. Una volta
aveva comprato fin
troppo cibo cinese, un’altra non voleva mangiare da solo la
pizza, un’altra
ancora era troppo distante da casa e aveva semplicemente fame e tu
abitavi
nelle vicinanze.
Anche questo martedì le
cose non cambiano. Non ha nemmeno
bisogno di dirti nulla perché gli mostri la spesa che hai
fatto per loro, e ti
aiuta a cucinare mentre in televisione danno il Super Bowl.
A te lo sport non interessa ma lui ha insistito per guardare almeno
quella
partita, ed è una sensazione così strana
camminare per casa scalzo come se
niente fosse, mentre l’altro sbraita contro la televisione e
tu gli passi la
birra mentre torni a pulire in cucina.
E’ tutto così
intimo, così abitudinale.
Non vuoi rovinare le cose, ma sai che
tutto questo finirà e
sarà lui a farlo.
Ti soffermi sullo stipite della porta, guardandolo mentre beve dal
collo della
bottiglia e lui ti rivolge un sorriso, sentendosi osservato.
Sarebbe bello se potessi guardarlo così tutti i giorni, se
non ti stessi
autodistruggendo ogni volta che rispondi a un suo messaggio.
Non sai come hai fatto a raggiungere il punto di non ritorno.
Non sai cosa fare adesso che hai realizzato di essere perdutamente
innamorato
della persona sbagliata.
Ti risulterebbe sicuramente
più facile, ricominciare a
lavorare come se niente fosse, se Dean la smettesse di tartassarti di
messaggi.
Non riesci a guardarlo, non riesci a
rispondergli e non vuoi
vederlo. Stai facendo uno sbaglio e lui non c’entra niente ma
non puoi
continuare così. Ti manca, dopo cinque giorni di totale
silenzio ti manca e sai
che stai solo facendo la figura dello squilibrato mentale
perché volente o
nolente dovrete incontrarvi per il tuo lavoro e sai che lui potrebbe
scocciarsi
e licenziarti. Stai lavorando per lui, sei solo questo per lui e devi rimanere tale
perché se lo vedrai fuori dall’ufficio
impazzirai.
Hai bisogno che vi vediate solo per
lavoro, hai bisogno che
ti si sbatta in faccia il motivo per il quale non puoi dichiararti a
lui.
Ma ovviamente arriva il
martedì e lui si presenta alla tua
porta. Non l’hai mai visto così arrabbiato.
Vuole delle risposte, lo fai entrare
in casa e sai che stai
perseverando nei tuoi errori ma cosa potresti fare, a chi potresti
rivolgerti,
dove potresti soffocare tutto quello che stai provando e che non puoi
esternare.
Gli inventi qualche scusa, degli
impegni improvvisi e delle
cose con la tua famiglia da risolvere. Non gli parli mai della tua
famiglia
quindi speri ci creda, ed è insopportabile la vista del suo
volto contrariato perché
ha capito che stai mentendo, ma annuisce senza dire altro.
Un brivido di terrore ti attraversa
la schiena.
Dean ha capito.
Tu sei un pessimo bugiardo.
Dean se ne va.
Adesso sei tu a tartassarlo di
messaggi, adesso sei tu che
torni a casa il martedì sperando di trovarlo alla tua porta.
Hai incominciato a guardare il Super
Bowl, trovandolo sempre
noioso ma comunque non puoi fare a meno di accendere la televisione e
sedersi
al tuo posto, con una birra in mano a cercare di occupare in qualche
modo il
vuoto che ti ha lasciato.
Dean non si presenta più
al tuo ufficio, manda qualche
parente al posto suo e sai che potrà farlo fino a un certo
punto perché poi le
carte dovrà sempre firmarle lui, e allora le consegni a
Benny che te le
riporterà con la firma del suo amico.
E’ una situazione ai limiti
dell’assurdo, tu non sai quanto
riuscirai a resistere e sai che infondo è meglio
così.
Dean è un guerriero, non
avrà problemi ad andare avanti con
una scia di feriti alle sue spalle, e a te va bene così
perché sai che doveva
andare in questo modo fin dall’inizio.
Tu vuoi solo che lui stia bene.
Durante la notte mentre stai dormendo
senti il telefono
squillare, e la vibrazione ti sveglia, allunghi una mano verso il
cuscino e
evidentemente devi stare ancora dormendo dato che leggi il nome di Dean
sullo
schermo.
Ti sollevi praticamente subito e
rispondi alla chiamata, non
sei mai stato così felice di sentirlo.
Lui ti chiede scusa non per
l’orario, ma per averti chiamato
e si giustifica dicendo che non poteva scrivere certe cose per
messaggi, aveva
bisogno di parlarne e allora lo zittisci e lo intimi a farlo.
In un attimo hai dimenticato tutti gli sforzi che hai fatto per stargli
lontano
e annulli completamente tutto per starlo a sentire, perché
la voce di Dean è così
bella e ti è mancato così tanto.
Si può dire che si
confessa con te, ti racconta tutti suoi
timori e più lo ascolti più ti senti sprofondare,
perché una parte di te
vorrebbe zittirlo e dirgli che sei qui, che sarai per sempre qui per
lui.
Vorresti tanto che lui ti guardasse, che ti guardasse adesso e capisse
quanto è
meraviglioso per te e quanto tu potresti dargli.
Perché sta cambiando idea circa il progetto che avete
stilato insieme, perché non
sa se andare avanti o fermarsi, perché il giorno dopo deve
fare un acquisto
importante e vorrebbe che tu fossi con lui perché potrebbe
scappare da un
momento all’altro e vuole che qualcuno lo fermi.
Ma forse non ha capito che tu sei il
primo che vorrebbe
fermarlo, eppure ti sforzi ancora una volta e gli dici che va tutto
bene, che
deve calmarsi, che se necessario rimarranno al telefono tutto la notte
perché Dean
non è da solo, non vuoi che si senta così e alla
fine glielo dici.
Gli dici che sei legato a lui e che
è meraviglioso, che
dovrebbe solamente guardarsi ad uno specchio per vedersi come tu lo
vedi, perché
è bellissimo.
Non sai come, sarà il
buio, sarà che non è lì davanti a te o
che non vi vedete da settimane ma hai così tante parole da
vomitargli addosso
che a un certo punto lui ti ferma, ammutolendoti.
Ti dice che avrebbe voluto
incontrarti prima, che il destino
deve essere veramente uno stronzo se ha deciso di farvi conoscere in
queste
circostanze.
E allora guardi il soffitto,
perché avete capito entrambi
che state affondando insieme, e non credevi avrebbe fatto
così male dichiararsi
a qualcuno via telefono mentre gli dici che lo ami.
Non hai il coraggio di guardarlo in
faccia quando Dean si
presenta da te, rigorosamente in ufficio e con un preavviso di
appuntamento in
agenda.
Ti dice che ha fatto quello che
doveva, che
è riuscito a superare l’ostacolo e adesso
gli mancano pochi appuntamenti, poi sarà tutto concluso.
Dean è un guerriero, fa
quello che deve e non si lamenta
come pateticamente fai tu quando ti alzi la mattina. Sai che
razionalmente sta
facendo la scelta giusta e lo stesso stai facendo tu, sotterrando tutto
e facendo
finta di niente per il bene di entrambi, ma l’attesa ti sta
distruggendo.
Tra poco più di un mese
Dean smetterà di far parte della tua
vita, e non vedi l’ora che accada perché hai
bisogno di frantumarti al suolo, ma
sapendolo a debita distanza da te.
Quella stessa sera è
martedì ma Dean non si presenta, ti
manda un messaggio dicendo che dei colleghi lo hanno trascinato a una
stupida
festa di compleanno e a te sta bene, mangi da solo e ti metti a letto
presto,
fino a quando non ti scrive che avrebbe preferito di gran lunga essere
lì con
te.
Non sai come succede, non sai chi
incomincia ma ti ritrovi a
dirgli certe cose, a fantasticare su come sarebbe andata la vostra
serata a
casa tua e ti chiede il Super Bowl come sta andando. Ovviamente adesso
sai
tutti i risultati delle partite.
Sorridi appoggiato al cuscino,
domandandogli perché non la
smette di scriverti e non si dedichi ai suoi amici, e quando ti
risponde che
vorrebbe mandargli al diavolo per correre da te, non puoi fare a meno
di
chiedergli se è vero, se vorrebbe tornare proprio da te. E quando ti risponde di
sì, non credi di essere mai stato così
eccitato in tutta la tua vita.
Dean ti desidera, la consapevolezza
ti arriva dritta in
faccia ed è un bene se in questo momento non sia qui con te,
perché lo
baceresti e lo sbatteresti contro il divano, in pratica rovineresti
tutto.
Continui a messaggiarci come se
niente fosse cercando di
ignorare la palese erezione che preme contro il pantalone del pigiama,
perché è
già difficile così, se ti lasci andare non ti
libererai mai di tutta questa
storia.
Dean ti dice che sta tornando a casa
e la cosa ti fa ancora
più male mentre infili una mano nei boxer ma senza fare
nulla. Sei uno stronzo
egoista infondo, vuoi avere tutta la sua attenzione e aspetti che ti
dica di
essere a letto, per iniziare a masturbarti.
Smetti di scrivergli per qualche
minuto perché
hai bisogno di concentrarti, devi
immaginare le sue labbra piene e prendi a torturarti il glande,
sollevando il
bacino verso l’alto.
Hai così bisogno di lui.
Gli dici sfacciatamente che stai
avendo problemi perché stai scrivendo con la mano sinistra e
quindi sei più
lento, e poco dopo ti manda uno stupido messaggio con la scritta «Aspetterò.»
Quando finalmente ti riversi nella
tua mano, ti pulisci in
qualche modo e riprendi a scrivergli, sperando non si sia addormentato.
Quando dopo una decina di minuti non hai ancora ricevuto risposta,
decidi di
rimettere il telefono sotto il cuscino e finalmente ti addormenti anche
tu.
Il giorno dopo quando ti svegli,
trovi un messaggio di Dean della
notte precedente.
«Scusa
il ritardo.
Colpa tua.»
E’ una scelta stupida, non
ha senso, non sai come ti sia
venuto in mente.
Domani è il grande giorno
e tu sei in uno stupido negozio a
comprare due stupide collane identiche. Dio, non facevi certe cose da
ragazzini
da quando…beh effettivamente non le hai mai fatte.
Hai invitato Dean nel tuo
appartamento e non sai come ma ha
trovato un buco di tempo per vederti, e questo ti fa ancora
più male.
Oggi finisce tutto, e non sai ancora come sentirti perché
effettivamente non
hai ancora realizzato la cosa e nella tua mente vi rivedrete ancora.
Entra in casa tua con un sorriso
mesto sul volto e tu non
vuoi ricordarlo così, non dopo tutti i sorrisi che ti ha
regalato.
Aprite un paio di birre e vi sedete uno accanto all’altro, in
silenzio sul
divano del salone.
Dean è bellissimo,
più del solito e non perché sia andato ad
aggiustarsi quella zazzera di capelli biondi, ma perché
è bello sempre e tu
vuoi ricordarlo così, con quelle rughette ai lati degli
occhi e la solita
giacca verde che ha poggiato su una sedia accanto alla porta
d’ingresso.
In realtà non parlate
molto, vi limitate a qualche mezza
frase ma vi guardate a lungo, non c’è imbarazzo
tra voi solo la consapevolezza
che dovete mettere fine a questa vostra strana relazione.
Ti sposti appena e allora prendi la
busta della gioielleria
dove sei andato quella mattina, e gli mostri il suo regalo.
Lui non sorride come una parte di te
sperava facesse,
deglutisce pesantemente e prende la collana tra le dita, sollevandola
verso l’alto.
Non è niente di che, è solo una piastrina nera
anonima ma che hai comprato
anche per te, perché nonostante tutto tu non dimenticherai,
non potrai mai
farlo.
Dean non dice nulla, la indossa
semplicemente e ti guarda,
come al solito vi capite. Non sarai lì sempre per lui anche
se lo vorresti, non
sai se un giorno la toglierà e la getterà nel
cassetto dimenticandosi di te. Ma
non importa, perché in questo momento l’unica cosa
che vuoi è imprimerti nella
tua memoria Dean con indosso la collana identica alla tua, e poi
l’inaspettato abbraccio
che ne segue, con l’altro che praticamente si aggrappa a te
come se tu potessi mai andare via.
Non fate altro per tutto il tempo che
lui ha a disposizione
con te, rimanete su quel divano semplicemente abbracciati, e il suo
profumo è l’unica
cosa che ti trattiene dall’avere una crisi di pianto.
Non vedi l’ora che lui vada
via, non vedi l’ora di poterti
infrangere al suolo.
Dean si solleva da te dopo circa un
paio d’ore, e così com’è
arrivato, così riprende possesso della sua giacca verde
poggiata sulla sedia
accanto alla porta d’ingresso.
Ti guarda e ti chiede circa l’orario in cui saresti andato da
lui il giorno
dopo, e tu non sai cosa rispondere e farfugli che avresti visto
sull’agenda.
Accenna un sorriso il tuo guerriero,
e lo guardi mentre
indossa la vostra collana e apre la porta di casa tua, voltandosi verso
di te.
«Saresti dovuto essere
tu.»
Il giorno dopo ti alzi in orario,
come sempre.
Apri l’armadio e scegli il
tuo completo migliore, saresti
stato bello, se ti avrebbe guardato almeno una volta saresti dovuto
essere
bello per lui.
Dopo che hai passato praticamente
un’ora in bagno per
sistemarti come si deve ecco che iniziano le telefonate, i parenti dei
tuoi
clienti sono sempre insopportabili.
Hai questo macigno in gola, ma lo
sopporti da un anno e
continuerai a sopportarlo per queste ultime ore, alla fine hai lavorato
comunque seppur a pezzi, e vuoi che tutto sia perfetto.
Hai dato il meglio di te per organizzare il matrimonio di Dean e Lisa,
e sei
affondato sempre di più mentre il loro progetto prendeva
forma e tu morivi.
Prendi un taxi, saresti rimasto solo
fino alla fine delle
nozze hai detto dall’inizio che non saresti andato in sala.
Ti fidi delle sale
ricevimenti che contatti, il catering che hai organizzato è
perfetto, hai fatto
in modo che ogni cosa fosse magnifica per non essere richiamato.
Dovrai uscire dalla vita di Dean appena le campane suoneranno la fine
della
messa nuziale, il minimo che puoi fare per scusarti dei tuoi sentimenti
è
offrirgli il tuo servizio migliore come regalo di nozze.
Andrà tutto bene.
Dean è bellissimo, ma di
questo non hai mai dubitato.
Ha i capelli in ordine ed
è senza un filo di barba in un
elegantissimo completo, così strano addosso a lui ma che gli
calza alla perfezione.
Ed è sull’altare a camminare avanti e indietro,
nervoso e con la bestemmia
facile.
Cerchi di non ridere quando il prete gli intima di darsi una calmata, e
scorgi
i primi parenti che arrivano, le decorazioni lungo i banchi sono come
hai
esplicitamente ordinato, tranne dietro la sedia di uno dei testimoni
della
sposa, allora corri ad aggiustare il tutto sperando di non dare
nell’occhio. La
sposa arriverà a breve quindi cerchi di essere il
più svelto possibile,
ignorando quel qualcuno poco distante che ti osserva.
Sai benissimo si tratta di Dean, ti
sta cercando con lo
sguardo da quando sei arrivato, come avete sempre fatto.
Ti mordi il labbro e stai per cedere alla tentazione, stai per
guardarlo
ancora, quando qualcuno annuncia l’arrivo di Lisa Braeden e
allora ti allontani
velocemente dall’altare, e vai a sederti infondo alla chiesa
negli ultimi
banchi vuoti.
Aspetti che la messa finisca, e
costringi il tuo corpo
ancora una volta a non scappare via, a sotterrare quel macigno che ti
sta
distruggendo pezzo dopo pezzo, e ti avvicini con passo sicuro verso i
neosposi,
pronto per augurargli ogni bene.
Ma a un certo punto di fermi, non
riuscendo più ad andare
avanti. Guardi Dean, è semplicemente radioso e con un
sorriso così bello che
non puoi permetterti
di rovinarlo con la
tua presenza.
Rimani fermo come uno stupido nel bel mezzo della chiesa, guardandolo
mentre
abbraccia i suoi parenti con la fede al dito. Quella stessa fede che
quella notte
al telefono gli hai intimato di comprare.
Deglutisci e sembra che il tempo si
fermi quando vi guardate
un’ultima volta e lui si ammutolisce.
E’ un attimo, un solo
attimo, ma è lungo quanto un giorno
intero.
Dean ti guarda come ha sempre fatto
solo con te, e lo vedi
portarsi la mano sul petto, esattamente dove si ferma la collana che
indossate
entrambi.
Chiudi gli occhi un’ultima
volta, sei tu a interrompere il
contatto.
Ti volti e ti incammini verso
l’uscita.
Gli hai regalato il suo giorno
più bello.
Gli hai regalato il suo matrimonio da
sogno.
Ma forse per la prima volta, accetti
di essere solamente un
egoista e a passo veloce ti allontani dalla chiesa.
Saresti dovuto essere tu.
Angolo
dell’autrice sfigata.
Hey,
non uccidetemi vi prego, sono solo una pulzella che non
sa che fare della sua vita e pensa di fare schifo in tutto quello che
fa quindi
PER CONFERMARE LA MIA IPOTESI BECCATEVI STA CAGATA ALLUCINANTE.
Non so cosa volessi fare, boh ho solo iniziato a scrivere di Castiel
come
wedding planner e mi è uscita fuori questa cosa. (Ora sto
immaginando Cas con
la pelata di Enzo Miccio lol)
No, Woodstock non è morta è che volevo provare a
scrivere altro, altro che non
doveva essere schifo,
ma
purtroppo è andata così.
Non uccidetemi io vi
amo, vi prego cwc
Ps.
Mi hanno ispirato queste due canzoni che amo tantissimo.
Ci
sentiamo su Woodstoooooooooooooooooooock ♥