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Autore: ginny090    17/10/2016    5 recensioni
Una piacelove cena, un film, un po' di sesso e la nascita di una nuova bambina Weasley trasformano un tranquillo anniversario in uno dei migliori che Harry e Ginny abbiano mai avuto. Qualche anno dopo I Doni della Morte.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Note Autore: Ciao a tutti. Non sono molto sicura se questa storia dovrebbe essere Aracione o Rossa perché c'è un piccola parte un po' più descrittiva sul sesso, però niente di eccessivo. Nella storia sono presenti anche altre coppie, oltre a quella Harry e Ginny. Io non ho idea di quando sia nata la storia tra Geroge e Angelina, ma per quanto mi riguarda, ho sempre pensato che la cosa non fosse stata immediata. Qualsiasi commento come sempre è ben accetto.

Uno splendido, ma particolare anniversario.

Sembrava una serata come qualsiasi altra nell’appartamento di Harry, con niente di differente o memorabile ad eccezione di due candele, ora spente, sul tavolo della cucina e cinque rose rosse in un vaso con dell’acqua. Perché solo cinque poi? Era un mistero. Harry e Ginny erano seduti comodamente sul divano, con un plaid sopra le gambe, a guardare un film dopo aver avuto una tranquilla cena. Lei indossava una semplice camicetta e paio di jeans attillati. Ed anche se Harry trovasse quell’abbigliamento appena appena sexy, non era niente di inusuale. Eppure quello per loro non era un giorno qualunque, bensì uno importante. Quello era il giorno in cui, qualche anno addietro, i due si erano scambiati il loro primo bacio nella torre di Grifondoro. Il giorno in cui avevano deciso che avrebbero festeggiato il loro anniversario.

“È proprio bella questa serata.” Ginny disse quando i titoli di coda del film apparvero sullo schermo.
“Bella? Sicuramente tu lo sei." Harry disse arrossendo giusto un pochino. “Ma questo è ufficialmente il peggiore e meno romantico anniversario di sempre. Mi dispiace, Ginny.” Harry replicò, prendendo il telecomando e spegnendo la tv. La data del loro vero anniversario, coincideva con quella per le celebrazioni della sconfitta di Voldemort, ed era per questa ragione che avevano deciso di cambiarla. Inizialmente avevano pensato semplicemente di spostarla al giorno dopo quell’evento, ma Ron ed Hermione, per una volta, li avevano preceduti.
“Non essere dispiaciuto, Harry. Io lo sto amando realmente.”
“Davvero? Non abbiamo fatto niente però.”
“Questo non è vero. Abbiamo avuto un’ottima cena preparata da te. A proposito grazie, era tutto delizioso.” La Rossa disse prima di baciarlo teneramente.
“Non c’è di che.” Harry rispose, sorridendo. “E grazie a te per aver acceso le candele. Io non so come avrei fatto senza il tuo preziosissimo aiuto.” Aggiunse prendendola in giro.
“Ehi, guarda che quello non è mica un incantesimo facile!”
“Si, come no.” Disse lui sarcasticamente. Ginny gli diede un’occhiataccia e questa volta fu Harry a baciarla. Il bacio durò a lungo e fu seguito da molti altri che fermarono qualsiasi possibilità di un'imminente discussione. “Allora, che cos’è che stavi dicendo?” Harry chiese non appena si staccarono l’uno dall’altro, per riprendere un po’ di fiato.
“Stavo dicendo che questo anniversario non è affatto male.”
“Si, sto cominciando a pensarlo anch’io.” Disse, mentre teneramente le spostava una ciocca di capelli dal viso.

“Abbiamo guardato Chocolat.” Continuò lei ignorandolo. “Che è probabilmente uno dei miei film Babbani preferiti.” Era stato grazie ad Harry ed Hermione, che Ginny aveva scoperto la televisione e dopo un’iniziale avversione nei confronti di quello strano aggeggio Babbano, aveva iniziato ad amarlo. Odiava ancora la maggior parte dei programmi Babbani trasmessi, ma adorava guardare i film.
“Per la cioccolata o per Johnny Depp?” Ginny ci pensò per un attimo prima di rispondere.
“Per entrambi.” Disse alla fine. “Perché la cioccolata è indiscutibilmente buona, ma anche Johnny non è da meno. Se capisci cosa intendo.”
“Si, credo di sapere cosa intendi.” Harry disse, leggermente infastidito. Ginny non poté non ridere divertita.
“Lo sai uno dei sogni di Hermione, fin da quando ha scoperto di essere una strega, era quello di avere un poster di Johnny che si muoveva appeso sopra il letto.” Gli confessò lei.
“E io che credevo che Hermione fosse quella intelligente.” Egli replicò sarcasticamente. La rossa sorrise prima di andare avanti con la sua lista.
“Ci siamo sottratti ad una piovosa e ventosa serata fuori e dopo l’allenamento che ho avuto oggi, ne avevo davvero bisogno.” Nonostante fossero ormai ai primi di Maggio, il tempo nel Regno Unito aveva ancora ben poco di primaverile. Le temperature quel giorno non avevano superato i tredici gradi.
“Non è andato bene, vero?” Harry chiese prima di sfilarle la camicetta da sotto i suoi jeans ed iniziare a massaggiarle la schiena.
“No, per niente. Anche nel Galles il tempo era piuttosto orribile.” Ginny chiuse gli occhi, così da potersi godere meglio il tocco delle dita di Harry sulle sue spalle. “Ci siamo allenati per un’ora e poi abbiamo dovuto fermarci perché la pioggia cadeva così intensamente da offuscarci la visuale e la prossima partita siamo contro il Puddlemore.”
“Meglio per noi allora.” Harry disse incapace di trattenersi. Per quanto il giovane sostenesse Ginny e le Harpies, qualche volta la sua vecchia passione per il Puddlemore United veniva fuori. Ginny tuttavia non sembrava darci troppa importanza. Era molto più infastidita dall’ostinazione con cui Ron continuasse a tifare per i Cuddly Cannons. Le loro piccole discussioni sul Quidditch erano ormai parte integrante di molte delle loro cene insieme a Ron ed Hermione.

“Era così che io e Ron discutevamo quando eravamo ad Hogwarts?” Hermione gli aveva chiesto un giorno, dopo aver assistito all’ennesima lite tra Ginny e suo fratello.
“No, voi due eravate peggio.”
“Davvero? E com’è che sei ancora nostro amico?”

“Sei bravo nel fare i massaggi.” Disse lei interrompendo il corso dei suoi pensieri.
“Mi fa piacere che ti piaccia.”
“Lo sai, qualche giorno fa il Puddlemore United mi ha fatto un’offerta per la prossima stagione.”
“E tu gli hai detto di no, vero?” Harry chiese immediatamente.
“Certo. Perché mai dovrei lasciare la mia squadra preferita?” Egli tirò un enorme sospiro di sollievo. “E io che pensavo che saresti stato deluso.”
“No. Sono piuttosto felice di non vederti giocare in una squadra di soli ragazzi di bell’aspetto. È già abbastanza difficile vederti contro di loro una volta la settimana.” Ginny si girò così da poterlo vedere in viso.
“Io amo un solo giocatore di Quidditch, Harry. Ed è seduto proprio qui su questo divano insieme a me.”
“Lo so. Ti amo anch’io e hai completamente ragione riguardo a quest’anniversario. Sta piacendo molto anche a me. Inoltre posso aggiungere un’altra importante cosa alla lista che hai fatto.”
“Quale cosa?”
“Siamo scampati ai giornalisti. Ancora mi ricordo dell’anniversario scorso dove siamo dovuti fuggire dal ristorante prima del dessert a causa loro.”
“Si, me lo ricordo anch’io, ma che mi dici del sesso?”
“Sesso? Non lo possiamo aggiungere. Non l’abbiamo ancora fatto.” Le ricordò lui.
“Vero, e credo che sia arrivata l’ora di rimediare.” Con le mani Ginny lo spinse giù sul divano e lentamente gli slacciò i bottoni della camicia mentre Harry immergeva le dita di una mano nei suoi capelli e con l'altra le accarezzava la schiena. Aperta la camicia, lei gli baciò il petto nudo più volte, prima di passare a sbottonargli i pantaloni, indugiando maliziosamente sulla cerniera e su una certa sporgenza che si formò. I due si baciarono e l'attimo dopo Ginny toccò la sua durezza attraverso i suoi boxer. Harry chiuse gli occhi mentre un debole gemito gli usciva dalla bocca, ma quello non fu il solo rumore nella stanza. Qualcosa stava picchiettando da qualche parte ed il suono era troppo forte perché si trattasse della pioggia.

“Quello è il gufo di Percy!” Ginny esclamò, alzandosi.
“Che cosa?” Harry chiese, aprendo gli occhi.
“C’è Hermes lì fuori dalla finestra.” Precipitandosi ad aprire il vetro, la Rossa lascò entrare il gufo bagnato, prese la lettera e iniziò a leggerla. “Riguarda Audrey. Sta per avere la bambina.”
“Adesso?” Egli disse, cercando di non sembrare troppo deluso, ma fallendo miserabilmente. Ginny annuì.
“È al San Mungo. Non siamo obbligati ad andare, Harry. Possiamo anche rimanere qui.” Disse lei, ma Harry già si stava rivestendo.
“No, andiamo. Sono sicuro che metà della tua famiglia sarà già lì trepidante. Dammi solo qualche minuto per rendermi presentabile.” Ginny gli andò vicino e lo baciò per ringraziarlo.
“Questo non mi aiuta, Ginny.”
“Mi dispiace. Vado a perdere le giacche e le scarpe.” Avrebbe potuto chiamare tutto a sé con un semplice incantesimo d’appello, invece aveva optato di utilizzare il metodo Babbano e di sparire nell’altra stanza. Harry gliene fu eternamente grato. Meno di cinque minuti dopo Ginny ritornò a mano vuote.
“Dove sono le scarpe e le giacche?”
“Ancora in camera da letto, non le ho prese.”
“Perché no?”
“Perché questo è il nostro cavolo di anniversario.” Rispose lei togliendosi la camicetta e dandogli una visuale completa del suo grazioso reggiseno in pizzo bianco. In un istante, l’immagine di una Umbridge nuda sulla quale Harry si stava concentrando sparì dalla sua mente. “E penso che la mia famiglia per una volta possa anche aspettare.”
“Sei sicura?” Lei annuì prima di sedersi sopra di lui e baciarlo ardentemente. Non passò molto prima che tutti i loro vestiti fossero sparsi per il pavimento del salotto.

Quando i due, più di un’ora dopo, finalmente arrivarono in ospedale, si misero subito alla ricerca di una massa di persone dai capelli rossi. Il primo che videro fu George. Era nella sala d’aspetto principale e sembrava proprio che fosse lì in loro attesa.
“Guarda ecco mio fratello George con… Angelina?” Che cosa ci fa lei qui?” Ginny domandò sorpresa. Harry alzò le spalle. Egli davvero non lo sapeva. Non appena George li vide, disse qualcosa ad Angelina e poi gli andò incontro.
“Siete arrivati finalmente! Sono già tutti qui, persino Bill e Fleur con Victoire. Come mai ci avete messi così tanto?” Volle sapere lui.
“Credimi fratello è meglio per te che tu non lo sappia.” Il panico che si dipinse sul volto di Harry a quelle parole, per George fu qualcosa di impagabile, purtroppo però non avrebbe mai potuto fare una battuta in presenza di Ginny. Si era già beccato fin troppe delle sue famose Bat-Bogey Hex e non ci teneva proprio a ripetere l’esperienza.
“Sì, lo credo anch’io.”
“Ad ogni modo, perché Angelina è qui?” Ginny chiese.
“Oh, niente. Angi era con me quando ho ricevuto la notizia. Lei mi stava solo dando una mano con l’inventario del negozio di scherzi.” Si affrettò a precisare George.
“Si, certo come no.”
“Ehi, sei venuta qui per fare l’interrogatorio a me o per dare manforte a Percy e Audrey?” Sbottò lui.
“Scusa. Hai ragione è solo che…”
“Cosa?” Egli chiese e l’attimo dopo Ginny lo stava abbracciando.
“Io sono molto felice per te, per entrambi voi.”
“Stiamo uscendo insieme solo da un paio mesi, Ginny.” Ammise a quel punto George. “Non è niente di serio.”
“Non importa. Sono felice lo stesso.” Quando finalmente si staccarono dall’abbraccio i tre raggiunsero Angelina e insieme si avviarono verso il reparto maternità.

Fu una lunga attesa, ma intorno alle tre del mattino, l’intera famiglia poté dare il benvenuto alla nuova arrivata Molly Weasley Junior. I suoi occhi erano verdi come quelli della madre, ma quel piccolissimo ciuffo di capelli era rosso, così come lo erano i capelli di Percy.
“Sì, sono rossi! Mi devi cinque galeoni, Ron.” George esclamò.
“Dannazione! Maledetto gene Weasley!”
“Non impari mai tu, vero?” Hermione disse dopo aver appreso dell’ennesima scommessa fatta tra Ron ed il fratello.
“No, mai.” Egli rispose e tutti scoppiarono a ridere mentre molti altri maghi e streghe si chiedevano se quella numerosa e strana famiglia non fosse nel reparto sbagliato.

“Harry posso chiederti una cosa sulle rose?” Ginny gli domandò quando finalmente erano a letto, pronti per dormire.
“Si, certo.” Rispose.
“Perché cinque?” Egli sorrise arrossendo leggermente, ma per fortuna con le luci già spente, lei non poté vederlo.
“Beh, il nostro primo bacio è stato…”
“Cinque anni fa.” Ginny concluse per lui.
“Esatto.”
“Quindi il prossimo anno sei rose?” Chiese.
“Si vedrà.” Egli rispose vago, poi la baciò augurandole la buona notte e meno di cinque minuti dopo i due, entrambi molto stanchi, si addormentarono. Negli anni, Harry e Ginny ancora ricordavano quell’anniversario come uno dei migliori che abbiano mai avuto.
  
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