Ciao
a tutti! Ecco il capitolo in cui finalmente Lucy e Natsu chiariranno i loro
sentimenti e anche qualcosa in più ... Ovviamente questa è la versione soft,
senza nulla di spinto, il capitolo completo si trova sul mio profilo. Se siete
troppo piccoli per leggere capitoli rossi o vi imbarazzano troppo, limitatevi a
questo e non fatemi passare guai :P Ci rivediamo la prossima settimana con
tanta azione!
Stairway to heaven
Natsu
si lasciò cadere sul letto con un tonfo e uno sbuffo irritato. Il getto della
doccia nel bagno annesso continuava a scorrere ininterrottamente senza
accennare a fermarsi. Fin da quando erano tornati a casa quella sera, Lucy non
faceva altro che ignorarlo: era evidente che era arrabbiata con lui ma Natsu
era convinto di non meritarsi un trattamento del genere. È vero, probabilmente
aveva esagerato un po’, ma tutto ciò che aveva fatto era stato solo per
proteggerla da un viscido verme disgustoso. La ragazza non aveva nemmeno la più
pallida idea di quanto fosse importante per lui e di quanto si stesse
impegnando per il suo bene.
Natsu
lanciò un secondo sospiro quando alla fine Lucy girò la manopola della doccia e
il getto si spense. Il ragazzo si sfilò le scarpe e cambiò posizione cercando
di mettersi più comodo mentre aspettava. Si mise a sedere sul letto con le
gambe incrociate e appoggiò la testa alla spalliera.
Avrebbe
dovuto saperlo fin dal principio che stare insieme a quella ragazza non sarebbe
stato facile. Era arrivato a Magnolia col fermo proposito di non farsi
influenzare dai suoi vecchi ricordi, ma più tempo passava accanto a Lucy più
l’impresa diventava impossibile. Tutto in lei gli ricordava di Mavis: i suoi
capelli, i suoi occhi, il suo sorriso, il suo profumo, la sua magia, perfino il
modo in cui gli teneva il broncio. La passione per i libri, il modo in cui
dormiva fino a tardi, quel comportamento un po’ goffo e quello ribelle, tutto.
Eppure allo stesso tempo, Lucy era qualcosa di completamente diverso, con un
fascino unico e inimitabile. Paragonarle era impossibile ma una parte di Natsu
non poteva fare a meno di confondere i contorni, di sovrapporle e di desiderare
Lucy esattamente come cent’anni prima aveva desiderato l’altra maga.
Natsu
chiuse forte gli occhi sforzandosi di ricacciare indietro quella linea di
pensiero, ma ormai la sua mente aveva già superato un confine molto pericoloso.
Anche se voleva isolarsi dalla stanza attorno a lui non riusciva a farlo. Dal
suo posto sul letto poteva sentire tutto: qualsiasi rumore dall’altra parte
della porta. I passi bagnati di Lucy sul pavimento e il modo in cui si
frizionava i capelli con l’asciugamano. Poteva sentire perfino le gocce d’acqua
che le scorrevano lungo il corpo, che scendevano deliacamente lungo il suo
collo, sulla curva del suo seno e poi cadevano giù con uno splash.
Era
un’autentica tortura. Sapeva esattamente tutto quello che stava succedendo
dall’altra parte della porta ma non poteva vederlo.
Vederlo?
Perché di colpo voleva vederlo?
Natsu
si passò una mano sulla faccia inspirando profondamente per spegnere il fuoco
che iniziava a sentire in mezzo al petto e nella parte bassa dello stomaco. -
Ricordati che non sei venuto qui in cerca di un’occasione persa un secolo fa
... - Sussurrò il ragazzo tra sé e sé e fu proprio allora che la porta del
bagno si aprì e Lucy fece il suo ingresso in stanza, scalza. Aveva ancora i
capelli umidi e disordinati ma aveva già messo il pigiama: una semplice
maglietta rosa con degli shorts grigi. Sembravano parti di completi diversi
assemblate insieme. La stoffa della maglietta era un po’ più larga del dovuto e
scendeva morbida, appoggiandosi delicatamente come un velo sul suo seno. Gli
shorts invece l’avvolgevano stretta, mettendo in evidenza tutta la sua parte
posteriore.
La
ragazza gli lanciò a stento un’occhiata. Non disse niente e non si mise a
gridare come faceva tutte le sere perché lo aveva trovato sul suo letto. Non
gli chiese nemmeno se aveva ancora bisogno del bagno. Andò a stendersi dalla
sua parte del materasso, dandogli le spalle, tirò su le coperte e spense la
luce sul comodino. Così era troppo. Non appena l’interruttore si spense con un
click qualcos’altro si accese dentro di Natsu come una fiamma. Non riusciva a
proprio sopportare l’idea che lo ignorasse in quel modo. Non lei, non anche lei
...
-
Okay, adesso io e te parliamo un attimo di questa cosa! - Natsu pigiò di nuovo
l’interruttore, tirò via le coperte e afferrò Lucy per un braccio,
costringendola a girarsi con la forza. La ragazza protestò e cercò di
allontanarlo con uno schiaffo ma l’altro reagì più in fretta di lei,
bloccandola per i polsi. A quel punto Lucy provò a scalciare ma Natsu
l’immobilizzò di nuovo, stringendole le gambe attorno alla vita. Bloccata in
quel modo, con le braccia stese sopra la testa e con il peso di Natsu che la
teneva inchiodata sul letto, non c’era davvero più niente che Lucy potesse
fare, niente tranne gridare a squarciagola - Levati subito di dosso! -
-
Non vado da nessuna parte se non ascolti prima cosa ho da dire! -
-
Ho detto che non voglio più parlare con te! -
-
Hai ragione! - Gridò il ragazzo, andando subito al punto - Prima ho esagerato!
- Ma anche quell’ammissione non era abbastanza per Lucy, la ragazza era troppo
arrabbiata per calmarsi così facilmente.
-
E questo è tutto quello che hai da dire? Per colpa tua ho fatto la figura
dell’idiota! Hai rovinato la festa! -
-
Ma erano solo cinque vecchi rincoglioniti ... -
-
Lo so che sembrano delle mummie decrepite ma quello è il consiglio
d’amministrazione della mia azienda! E sono persone importanti! -
-
Stavo solo cercando di proteggerti ... -
-
Non ho alcun bisogno del tuo aiuto! Ti sei scordato che l’unico motivo per cui
sei qui è perché Erza mi ha costretto ad ospitarti? Sono cresciuta, so badare a
me stessa e non riesco proprio a capire perché devi starmi sempre appiccicato!
-
Natsu
non aveva parole per rispondere a quella domanda. Reagì d’istinto pigiando la
bocca contro quella di Lucy. Le labbra della ragazza erano soffici e morbide,
proprio come se le era immaginate. Natsu si concesse un lungo istante per
assaporarle, succhiando leggermente sul labbro inferiore prima di lasciarlo
andare. Quando si staccò per guardare Lucy negli occhi, ormai ogni traccia di
rabbia era sparita, tutto ciò che rimaneva era un misto di stupore e
confusione.
-
Ora mi capisci di più? - Le domandò il ragazzo appoggiando la fronte contro la
sua. Percependo il fatto che non l’avrebbe più colpito, Natsu le liberò i
polsi, usando la mano destra per accarezzarle la guancia - È vero, ci hanno
costretti a stare insieme contro la nostra volontà ma ... io ci sto bene con
te. Sei permalosa, ti arrabbi per tutto, però mi piaci. E non ti libererai
facilmente di me, puoi scordartelo. -
-
Non avevi detto che le femmine degli umani non ti interessavano? - Replicò
Lucy, mentre studiava il ragazzo con occhio scettico. Il cuore le batteva a
mille per l’emozione e sapeva benissimo che Natsu poteva sentirlo. Proprio
quella sera si era data dell’idiota per aver pensato che tra loro ci fosse
qualche speranza e adesso le toccava ricredersi un’altra volta.
-
Forse ho detto una piccola bugia. - Confessò il ragazzo tornando a baciarla.
Questa volta Lucy non rimase ferma contro la sua bocca, ma reagì anche lei
d’istinto, muovendo le labbra. Natsu non aspettava altro e aggiunse un pizzico
di passione in più per invitarla ad aprire la bocca e a permettergli di
infilarci la lingua. Incontrò subito quella di Lucy, ma non immaginava che la
ragazza gli avrebbe risposto con tanta energia. Per un po’ entrambi duellarono
per la dominanza, senza che nessuno dei due volesse cedere terreno. Natsu
utilizzò un ginocchio per divaricarle le gambe e posizionare il bacino contro
il suo e le infilò una mano sotto la stoffa della maglietta, facendola scorrere
prima lungo il fianco e poi su lungo la schiena. Si staccò dalle sue labbra
soltanto quando ormai aveva svuotato i polmoni di Lucy di tutto il loro
ossigeno. Le accarezzò la guancia con il naso prima di avvicinarsi all’orecchio
e sussurrarle - Ho bisogno di te sta sera. -
Nelle
ultime settimane Lucy aveva imparato ad
amare il drago, nonostante fosse la creatura più caotica e distruttiva che
avesse mai incontrato. Le piaceva stare con lui ma non avrebbe mai immaginato
che quella sera potesse prendere una piega del genere e soprattutto così
velocemente. Non sapeva proprio cosa dire ...
-
Natsu ... - Cominciò Lucy ma la voce le venne meno non appena il ragazzo le
appoggiò le labbra sul collo. Il suo bacio le strappò subito un verso
estasiato. Sentì Natsu che sorrideva proprio a contatto con la sua pelle,
divertito per aver appena scoperto quel punto così sensibile.
-
Non devi dirmi niente, lo so che lo vuoi anche tu. - Sussurrò il ragazzo
facendole scorrere un dito lungo la gola - Come i cani sentono l’odore della
paura, il naso di un drago può sentire molte cose ... -
L’odore
di Lucy era come un dolce veleno, saliva su fin nel cervello e poi scendeva giù
nei polmoni, intossicandolo. Il profumo del bagnoschiuma e dello shampoo erano
ancora forti, sapevano di fiori di ciliegio, ma Natsu riusciva comunque a
sentire il caratteristico odore della pelle della ragazza, un odore dolce,
simile a quello dello zucchero filato. Sentiva in quell’odore la presenza di
tutti gli ormoni e i feromoni che si attivano in un corpo quando il desiderio
diventa più forte.
-
Na ... - Lucy piegò la testa di lato, dandogli più spazio per baciarla lungo il
collo, nell’incavo della spalla e poi più giù, lungo la linea della scollatura.
Voleva rispondergli ma si sentiva come ipnotizzata dal suo tocco. Non poteva
mentire né a se stessa né al suo corpo: fino a pochi minuti prima l’unica cosa
che desiderava era quella di cacciarlo di casa mentre adesso l’unica cosa che desiderava
era stare con lui.
- Spegni prima la
luce ... - Sussurrò alla fine Lucy e Natsu l’accontentò subito schiacciando una
mano contro l’interruttore più vicino.
Il resto della notte trascorse velocemente per il drago e la
maga, stretti nel rispettivo abbraccio. Si scordarono di tutto il resto,
perfino del motivo per cui avevano litigato. In fondo stare insieme era l’unica
cosa che contava e quello era il momento perfetto che avevano aspettato tanto.
Anche se nessuno dei due era bravo ad esprimere i propri sentimenti a parole i
loro cuori trovarono ugualmente un modo per comunicarsi cosa provavano,
passando attraverso la pelle e i loro gesti.
Quando
alla fine riuscirono a dirsi tutto quello di cui avevano bisogno rimase solo il
silenzio, interrotto dal rumore leggero dei loro respiri. Per un po’ entrambi
stettero a guardarsi, al buio, poi la ragazza cominciò a sussurrare - È stato
... - Ma non finì la frase, Natsu la zittì appoggiandole le dita sulle labbra.
- Lo so che ti è piaciuto, il tuo corpo non può mentirmi. -
-
Lo sai che in certe cose sei esageratamente presuntuoso? - Lucy gli sferrò uno
schiaffo sul petto ma il ragazzo non si lasciò intimidire, rise e la strinse a
sé - Se vuoi la prossima volta puoi stare tu sopra così mi fai vedere quanto
sei brava. - Lucy si sentiva le guance in fiamme e il cuore in rivolta. I
draghi dovevano avere davvero qualche potere speciale per riuscire a mandare le
donne così tanto in confusione. Ora iniziava a capire meglio Levy e perché,
nonostante sembrasse una follia, non riusciva a staccarsi da Gajeel.
-
Okay, la prossima volta è il mio turno. Sono brava a guidare. - Ma mentre lo
diceva Lucy si strinse più forte a Natsu pigiandogli la fronte contro il petto come
un cucciolo. E prima che se ne rendesse conto, il battito del cuore del suo
compagno l’aveva già cullata nel sonno. Non sentì nemmeno quello che Natsu le
sussurrava.
-
Ci penserò io a proteggerti, te lo prometto, non ti accadrà nulla di male. -