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Autore: VelenoDolce    18/10/2016    5 recensioni
Odino, su Midgard, non ha memoria di se, ma basta poco per far ritornare i suoi deliri.
Scritta per una challeng sul gruppo EFP Fandom il cui prompt principale era Mela e il secondario l'età del personaggio (77 anni, con un rapido calcolo matematico si è arrivati all'età approssimativa di Odino )
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Odino, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Odino è seduto sul dondolo, nel giardino dietro la casa. Una donna si ostina a chiamarlo 'papà' a dirgli fatti che lui non ricorda. Nella sua vita i giorni che si susseguono senza un minimo di senso, si alza, si veste, mangia, e si siede sul dannato dondolo o nel divano. Lui però sa dentro di se che c'è qualcosa di importante a cui è destinato, che c'è del lavoro da fare urgente che deve mandare avanti qualcosa. Ma quella che si professa sua figlia sorride e gli dice che è in pensione da vent'anni, e lui si domanda cosa voglia mai dire essere in pensione. Una volta l'ha chiesto, ma lei si è solo messa a farfugliare, senza dargli una degna risposta.

Alza l'unico occhio che gli rimane al cielo ormai scuro della sera, sospira per la mancanza di qualcosa che non ricorda nemmeno. Passa ore a guardare il cielo limpido, a volte può quasi afferrare il volto di chi ama in quell'azzurro dolcissimo e limpido. Limpido come lei, di cui non ricorda più il viso e il nome. La figlia gli ha detto un nome, ma era tutto sbagliato. Sospira alzandosi controvoglia per tornare dentro, la casa è ancora avvolta nel silenzio, Mary è a lavoro. Si siede sul divano e accende la televisione, sussulta ancora a vedere le immagini, gli sembra così sbagliato che siano lì... Al telegiornale parlano ancora di Cracovia, quello che è successo alla cittadina ha stupito tutti, le immagini della città che galleggiava in cielo sono state mandate ovunque, e lui se ne domanda il motivo, che ci sarà mai di così strano. Anche la sua città è così. Odino sussulta, cosa ha pensato? La sua città è quella in cui vive e che, da come gli dicono, in cui ha sempre vissuto... Guarda le immagini riproposte per l'ennesima volta, sua figlia cambia sempre canale quando le vede, ma oggi lui è lì da solo. Il giornalista parla di quella battaglia, degli eroi che hanno salvato milioni di vite. Le riprese cambiano, una torre di vetro in mezzo alla città, il posto dove vivono quelli che si fanno chiamare Avengers. Si rende conto che sua figlia non gli ha mai permesso di vederli, chissà per quale assurdo motivo...

“Alla conferenza tenuta nel primo pomeriggio alla torre Avengers c'erano tutti gli eroi della nostra amata terra, Midgard, per chi vuole chiamarla come il famoso principe venuto da un altro mondo...”

“Midgard...”Odino prova una strana sensazione a pronunciare quel nome.

“Il miliardario Tony Stark ha monopolizzato l'attenzione del pubblico con le sue parole e il suo fare bizzarro e allegro, mentre le domande dei giornalisti sono state quasi del tutto sviate. Solo poche domande dirette a Capitan America e Thor hanno avuto risposte, anche se nel caso del dio, spesso incomprensibili.”

Odino sente il cuore battere più forte, il dio norreno che viene ripreso di spalle ha un mantello rosso che gli sembra familiare, ma è quando l'essere si volta che lui sussulta. Due occhi azzurri come il cielo, identici a quelli di lei.

“Frigga...” Si alza dal divano pronunciando quel nome dolcemente. Lei è morta, lo sa, ma i suoi occhi sono rimasti in quelli del figlio. Quasi non capisce cosa sta facendo, si ritrova fuori casa, la maniglia rotta ancora tra le mani, lo sguardo perso tra quelle cose enormi che sfrecciano sul manto grigio.

“Frigga e Thor, mio figlio...” Farfuglia confuso. I suoi ricordi sono lì, a portata di mano, ma non riesce ad afferrarli tutti e del tutto. Cammina senza una meta, non ha idea di dove sia, né di chi sia in realtà. Sa solo che deve muoversi, andare, correre... Sente un rumore improvviso e acuto, si volta e viene abbagliato da una luce, poi il botto, il nulla.



Odino torna in se lentamente, steso su un letto, tutto attorno a lui è una sfocatura di bianco. Stringe i pugni. Qualcuno parla accanto al letto, ma finge di non sentirlo, è un curatore midgariano, male non gli può fare. Si da dello stupido, come ha potuto permettere a quel traditore di privarlo della memoria? Ancora non si ricorda per bene tutto quello che è accaduto dopo la morte della sua adorata Frigga, ha in testa solo frammenti del dopo funerale. Ansima appena, la sua amata... è morta. Thor e Loki erano andati a vendicarla, questo lo ricorda, aveva sperato che quel traditore avesse ancora un briciolo di coscienza, ma poi... Fatica a schiarire la sua mente. I ricordi del dopo si sovrappongono tra loro. Una guardia, sì, ricorda la voce che gli diceva che Loki era morto... ma deve sbagliarsi accanto a lui Frigga sorrideva come sempre. Sussulta, si ricorda alcune guardie, Frigga e poi Heimdall che parlava e Loki che appariva, guardandolo come se fosse sorpreso, quasi spaventato.

Era stato uno sbaglio prendere quel bambino. Doveva saperlo dal primo momento. Cosa gli era saltato in testa quando aveva sentito quel piccolo pianto disperato, cosa quando lo aveva raccolto? Credeva forse di poter redimere la progenie di quell'essere malato e sanguinario? Laufey era marcio dentro, lui lo sapeva ancora prima prima di trovare il suo stesso figlio immolato sull'altare delle Norne. Quello jotun aveva scatenato una guerra per il suo stupido ego, aveva sacrificato uomini per una guerra persa in partenza. E lui, stupido, giovane re del più grande impero dei nove aveva pensato di raccogliere quel frutto bacato e portarlo a contatto con il suo più grande amore, sua moglie, l'essere più puro dei nove. Era stato un pazzo. Lo sa da anni, da quando quel piccolo mostro si era rivelato per quello che era, un danno. Aveva portato lui stesso quella piccola mela tra loro, quel piccolo essere che era solo un fagottino tra le sue mani avvezze all'uso dell'ascia. Aveva messo la mela marcia proprio al centro del suo impero. L'aveva accolto in famiglia, stretto a se quando, da piccolo, aveva gli incubi e lo pregava con la forza di un bambino di non abbandonarlo. Quella mela era cresciuta, rivelando il suo marciume e ammorbando le altre che gli erano attorno. Aveva corrotto tutti con il suo veleno, quella piccola serpe. Una mela marcia fa marcire tutte le altre, bisogna sempre buttare le mele marce. Si ricorda una scena, all'improvviso, lui sul trono e molte persone davanti a lui, mentre le condannava a morte. Aveva iniziato a liberarsi di quelle mele che erano arrivate a contatto con quella marcia. Sorride, ora deve tornare per finire la sua opera. Deve salvare il suo popolo, chiunque sia entrato in contatto con il marcio deve essere epurato. Non sarà difficile, solo un po' lungo. Quell'essere velenifero è stato con loro per troppo tempo. Ma sistemerà tutto lui.

“Padre.” Thor lo guarda sospirando e scuotendo la testa.

“Thor, sei venuto a prendermi? Abbiamo del lavoro da fare. E dobbiamo farlo entro cena, sai che tua madre non sopporta che si arrivi in ritardo per i pasti.” Odino cerca di alzarsi, ma si sente stranamente stanco.

“Padre, mi dispiace tanto vedervi così.” Il dio del tuono gli va vicino posandogli le mani sulle spalle. “Non c'è altro modo, ma vedrete che presto troveremo una soluzione.”

“Dobbiamo andare ad Asgard, Thor, dobbiamo eliminare le mele marce.” Odino guarda il figlio con l'unico occhio buono spalancato e dilatato, pazzo.

“Non ci sono mele marce, padre. Non ci sono mai state, ora calmatevi, ci vorrà poco. Non farà male, non l'ha mai fatto.” Il dio del tuono trattiene a stendo una lacrima mentre viene guardato dal pazzo in cui si è trasformato il suo amato padre, che non si è reso nemmeno conto di quello che gli è stato iniettato nelle vene.

“Ora riposate, padre, Loki vi farà sentire bene, vi manderà in un posto senza dolore.” Dice sospirando ancora.

Odino si volta e sussulta, il traditore è lì, accanto a lui che lo guarda. Ma non c'è odio in quegli occhi, solo tristezza. Perchè? Poi vede la moglie accanto a lui, forse lei ha sanato il marcio di quella piccola melina?

“Ora dormite, quando vi sveglierete sarete in pace, ve lo prometto...” Loki lo dice piano e poi inizia a tessere ancora una volta l'incantesimo che priva il re della memoria e della forza.

“Non posso fare altro...” Sussurra quando ha finito, il vecchio volto è ora sereno e lui si azzarda ad accarezzargli piano una guancia.

“Vorrei davvero che capisse che sei sempre stato dalla nostra parte. Mi spiace, Loki.” Thor abbraccia il suo nonpiù-fratello cercando di rilassarlo. Loki ha fermato Odino quando ha deciso di uccidere il popolo di Asgard per chissà quale delirio della sua mente. Diceva che le mele erano marce, che andavano estirpate, solo il moro si era accorto che il re non parlava delle vere mele di Idunn, ma di tutti gli aesir e aveva agito appena in tempo per evitare il peggio. Per evitare la morte di tutta la razza.






Piccola cosina per La Flash Challenge indetta dal gruppo fb EFP Fandoms! I prompt dati erano 2: Mela, e l'età del protagonista, in questo caso per me era 77 anni, tradotti in età aesi ho finito con il parlare del vecchio pazzo... hem, re Odino. Visto alcune immagini di Thor 3 questa storia potrebbe anche starci.

Se avete notato delle incongruenze tra la storia originale e quello che pensa Odino, ricordate che lui non è proprio in se, quello che pensa è deformato dalla sua insanità mentale.

Lasciate traccia del vostro passaggio <3

A presto

Veleno

   
 
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