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Autore: _TattaFede_    10/05/2009    3 recensioni
E' possibile che un paio di occhi verdi cambino per sempre la vita di una persona? A me è successo. Sono Reneesme Cullen e ho deciso di voltare le spalle a quello che tutti definivano il mio destino.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve, mi chiamo Federica e questa è la mia prima ff.

Devo fare una piccola premessa: Nathan Whellens è stato "costruito" da me e dal mio tesorino Lady Anderson... Abbiamo deciso alcune caratteristiche di questo nuovo personaggio, ma posso assicurarvi che le due storie piano piano prendono strade sempre più diverse. Ho deciso di pubblicare i miei capitoli qui, perché è il mio regalo (in ritardo) per la persona che mi ha fatto conoscere questo sito.

Spero che la mia creazione (che parolone!) vi piaccia. Commentate per favore! Accetto qualsiasi tipo di commento!

 

 

 

 

 

1 – NOVITA’ A FORKS

 

Una leggera pioggiarellina stava cadendo… un normale essere umano non avrebbe udito mai quei minimi rumori, con un nonno che russava e il ticchettio della sveglia, ma io ne era in grado.

Ero sdraiata nel letto che una volta era appartenuto a mia madre, ma anche quella notte avevo dormito poco e niente.

Accidenti. È la terza notte di fila che non chiudo occhio!

Mi ero girata e rigirata nel letto, due o forse tre milioni di volte, ma il sonno non arrivava. I pensieri così viaggiavano… chissà cosa staranno combinando mamma e papà con Tania e gli altri…

Edward e Bella Cullen erano partiti infatti un paio di giorni prima alla volta di Denali, per far visita all’altro clan vegetariano, mentre il resto della famiglia era in giro per il mondo.

Papà anche questa volta non ha voluto che restassi da jacob… uffa… più si va avanti e più è geloso…e anche mamma non scherza!però devo dire che alla fine sono contenta… è divertente vivere con Charlie.

Tic,tic,tic. Mi girai al suono acuto della sveglia e la spensi scocciata.

Un altro giorno di scuola stava per iniziare. Evviva.

Presi i primi vestiti che mi capitarono tra le mani e me li infilai con svogliatezza, prima di uscire dalla stanza per andare in cucina.

-ciao nonno…

-ciao Nessie! Come va? Dormito un po’ stanotte?

-a dir la verità per niente…

-perché non provi a chiamare Carlisle? Forse lui ti può aiutare… meglio evitare dottori normali.

Mio nonno è unico. Non so proprio come faccia a essersi abituato alla famiglia-stranezze senza sapere niente di preciso.

-no grazie nonno… aspetto altri due giorni prima di chiamarlo… i cereali ci sono?

-si tesoro sono nella credenza…

Io e mio nonno facemmo colazione insieme, in silenzio. Era questo il bello di Charlie, poche parole dette al momento giusto, senza troppe frivolezze.

All’improvviso il rumore di una moto nel vialetto mi fece schizzare.

-ecco jacob… io scappo a scuola nonno!

-ok piccola, però se non ti senti bene non esitare a chiamarmi… non farmi preoccupare per favore…

-si nonno. Baci!

Un “saluta jacob” si sentì provenire dalla casa, ma ormai avevo già chiuso la porta e mi stavo dirigendo verso il ragazzo in sella a una moto nera.

-ciao Ness! Come va? Sembri stanca.

-ehi Jake… no tutto bene! Sono solo andata a dormire un po’ tardi perché sono rimasta a giocare a carte con nonno.

Salii in moto e mi misi il casco. C’era qualcosa che mi “bloccava” nell’ultimo periodo con il mio licantropo preferito. Non mi va di dirgli che ultimamente dormo poco e male, altrimenti attacca con il terzo grado!

Erano passati appena due minuti e già ero davanti l’ingresso della scuola. Scesi dalla moto e mi tolsi il caso che diedi subito a jacob.

-grazie Jake.. ci vediamo stasera. Nonno ha detto che mi passa a prendere lui all’uscita.

-ah ok… allora a stasera.

E mi stampò un bacio sulla guancia. Sorrisi un poco a quel contatto, ma fu solo un istante.

Jacob schizzò via con la sua moto e all’improvviso mi sentii tirare per lo zaino.

-ehi Kate… che delicatezza stamattina! Che succede?

-dobbiamo andare… non possiamo rimanere qui… tra poco arriverà il nuovo arrivato e dobbiamo sembrare disinvolte… anzi io devo sembrare disinvolta visto che a te la cosa non tocca affatto… tu hai il tuo jacob!

-per l’ennesima volta Kate… io e jacob non stiamo insieme!

-si come no…

In quell’istante era arrivata l’altra mia amica, Elizabeth, ma per tutti era semplicemente Beth.

-ciao Nessie... Kate sta già impazzendo per l’evento del secolo?

-a quanto pare…

-si si… prendete in giro voi due! però non voglio fare brutta figura, dicono che il nuovo arrivato è mooolto carino!

-dimmi l’ultimo ragazzo che non hai trovato carino!

Kate fece la linguaccia e si sistemò meglio i lunghi capelli biondi, mentre io ridevo divertita della faccia rassegnata di Beth.

Campanella. Stava per iniziare un altro giorno di noiose e interminabili lezioni per me.

Seguii le mie migliori amiche nell’aula di trigonometria e come al solito ascoltavo con mezzo orecchio quello che mi diceva Kate. Ma, al nome di Angela Parker, la mia attenzione si concentrò su di lei.

Kate iniziò a raccontarmi la storia del nuovo arrivato. Da quello che si diceva in giro, Nathan Whellens era un diciassettenne un po’ particolare: a Detroit aveva combinato qualche danno, così era stato spedito dai suoi zii, Angela e Ben Parker. Gli ex compagni dei miei genitori ora vivevano un po’ fuori da Forks, e avevano accettato di occuparsi del nipote problematico. Quante di queste voci saranno vere? Forks sembra fatta apposta per ingrandire le cose.

Le ore successive erano trascorse tranquille come al solito, fino a quando qualcosa non cambiò la monotonia della giornata.

Da appena due minuti ero entrata nella classe di spagnolo, quando il nuovo ragazzo entrò nella stanza. Sembrava un ragazzo normale, ma i lineamenti erano dolci e tutto era reso stranamente perfetto da occhi verdi.

Mi ritrovai a osservare quel nuovo elemento. I miei pensieri però furono subito interrotti da Kate, che mi aveva dato una botta sul braccio.

-cavolo non erano solo voci! È proprio bello!

-Kate abbassa la voce… non vorrai fare una figuraccia il primo giorno!

-hai ragione… mi vado subito a presentare!

La mia amica si era fiondata subito vicino alla porta, punto dal quale Nathan osservava la classe in cerca di un posto vuoto.

Decisi di aiutare la mia amica, così presi i libri e andai a sedermi al posto di Kate, vicino a Andrew, che chiaramente mi guardava a occhi spalancati.

A volte odio quando mi guardano così…

Intanto Kate si era messa al mio posto e come previsto il suo compagno di banco era Nathan. la ragazza si girò verso di me e mi fece l’occhiolino. Io ricambiai lo sguardo d’intesa.

È così facile far contenta Kate…però è una brava ragazza e soprattutto una buona amica. Mi dispiace nascondere a lei e a Beth il mio potere. Ma è necessario.

La professoressa aveva iniziato la spiegazione e questa volta non furono i disegni sul quaderno che facevo di solito a distrarmi, piuttosto Nathan. era due posti davanti a me e la mia posizione mi permetteva di vedere solo i suoi capelli castano chiaro.

Una cosa mi spiazzò del tutto. Il suono della campanella.

Come è possibile che sia già suonata la campanella? Accidenti mi  sembrava che la lezione fosse iniziata da appena 5 minuti!

Fui raggiunta in un baleno da Kate.

-ehi allora?

-grazie mille per il posto! C’è qualcosa che mi attrae in lui… sembra diverso… ma è così dannatamente scostante!

-in che senso? Non mi sembravi offesa…

-non so… ad esempio gli ho chiesto se voleva venire a pranzo al nostro tavolo

-e?

-e ha detto di si... ma sembrava non gli facesse né caldo né freddo… è ambiguo!

Ci stavamo avvicinando alla mensa, quando Beth ci raggiunse e Kate ne approfittò per fare un veloce resoconto all’amica.

-perciò mangerà insieme a noi tre?

-si!

-Kate scusa ma non mi sembra una buona idea.

-e per quale motivo?

Beth mi guardò.

-che c’è???- chiesi allarmata.

-beh Ness lo sanno tutti l’effetto che fai ai ragazzi. Magari Nathan non se ne sarà accorto durante la lezione, ma non credo che riuscirà a sfuggire al tuo fascino ancora per molto.

Guardai Kate. Aveva il viso di una che si è appena accorta di aver fatto l’errore più grande della sua vita.

-ragazze non esageriamo!

Mi guardarono accigliate. Odio essere d’intralcio alle mie amiche.

-se volete mi siedo altrove… almeno il mitico Nathan  non sarà sotto “il mio controllo” e Kate avrà via libera.

-no Ness grazie, te sei un altro test per vedere se magari gli interesso veramente.

-va bene… farò come mi dici te.

Arrivati in mensa ci accomodammo al solito tavolo. Kate scattò subito e quasi corse verso l’entrata, dalla quale era appena entrato Nathan. il ragazzo cercò di simulare un sorriso, però senza particolari risultati. Kate lo portò fino al nostro tavolo e fece le presentazioni.

-Nathan lei è Elizabeth, detta da tutti Beth…

Lui guardò verso l’amica seduta vicino a me.

-lei invece è Reneesme, più semplicemente Nessie…

-piacere- accennammo io e Beth, quasi contemporaneamente.

-piacere mio- aveva risposto con cortesia forzata, infatti era facilmente riconoscibile una nota di  freddezza.

È davvero ambiguo.

Il pranzo procedette tra le chiacchiere di Kate, alcune battute di Beth e le risposte monosillabi di Nathan. io mi limitavo a mangiare un pezzo di pizza e a dire qualche parola ogni tanto.

Cerca di intervenire il meno possibile. Non metterti in luce. È per Kate.

Una volta finito il pasto, scoprii che anche Nathan avrebbe avuto educazione fisica insieme a me, mentre Kate e Beth sarebbero andate alla lezione di letteratura.

Il tragitto dalla mensa alla palestra fu silenzioso e sinceramente preferii così.

La lezione fu tranquilla. Il professore ci aveva diviso in squadre per fare degli esercizi, così ebbi tutto il tempo per osservare il comportamento di Nathan. Era bravo negli sport, ma questo si notava anche solo dall’aspetto fisico, abbastanza muscoloso.

-ragazzi devo dirvi una cosa. Allora ho parlato con la preside e ci ha accordato il permesso per fare 4 lezioni in piscina. Comunque ne riparleremo prossimamente.

Notai che un leggero sorriso comparve nel volto di Nathan. Nessie perché lo fissi? Non fare la sciocca.

Il professore ci congedò e io e gli altri ragazzi al cambio dell’ora ci dirigemmo verso le lezioni successive.

Come ogni giorno, c’era qualcuno all’uscita che era venuto a prendermi, però quel giorno sarebbe stato il nonno e non Jacob.

-ciao tesoro… come è andata a scuola?

-bene nonno… oggi è arrivato un nuovo alunno da Detroit… è un tipo un po’ strano.

-l’ultima novità qui a Forks che veniva da un'altra città è stata tua madre… meno male che è arrivata lei! Mi ha sempre viziata un sacco per quanto riguarda faccende di casa e roba simile.

-a proposito della mamma… ma ieri non ha chiamato nemmeno te?

-no perché?

-in genere telefona tutti i giorni.

Mio nonno si accomodò meglio sul sedile dell’auto.

-nonno cosa mi stai nascondendo?

-niente tesoro!

-si come no.

-facciamo finta che te non ti sei accorta di niente ok?

Feci di si con la testa. Eravamo appena arrivati a casa e stavo andando verso la porta di casa, tallonata dal nonno. Aprii la porta e subito sentii un odore particolare, di vampiro.

-Mamma! Papà!

-ciao piccola!

Mi ero letteralmente fiondata su di loro. I miei genitori, che ormai assomigliavano a dei fratelli in quanto ad aspetto fisico, erano sempre stati più che fondamentali per me.

-ma che ci fate qui? Non dovevate restare a Denali un'altra settimana?

-ehi calmati tesoro... quante domande! Si dovevamo restare un altro po’ però tuo nonno ci ha chiamato ieri e ci ha detto che non dormi bene ultimamente… io e tuo padre ci siamo preoccupati un pochino e siamo tornati prima… che succede piccola? Non ti senti bene?

Mi girai verso il nonno.-grazie mille… ti avevo chiesto di non dirgli niente altrimenti si sarebbero precipitati qui!

-avanti Reneesme –intervenne mio padre- non prendertela con tuo nonno… c’è comunque qualcosa che non va?.

-no papà tutto ok!

-va bene… senti perché non prendi la tua roba così torniamo a casa?

-mamma per favore posso rimanere questa notte? Sto bene con il nonno.

Charlie si illuminò con un sorrisone.

-ok, come vuoi, ma almeno accompagnaci a casa! Poi ti riportiamo noi… che ne dici?

-va bene… allora andiamo, così poi posso preparare la cena.

Prendemmo la Volvo di papà, parcheggiata poco distante da casa. Una volta arrivati a casa nostra, mi accorsi nuovamente che c’erano più profumi familiari nell’aria.

-nooooo! Ci sono tutti vero?

I miei genitori risero.

-si tesoro mio… sono tutti dentro ad aspettarti.

In casa c’era infatti tutta la famiglia al completo. Erano venuti dalle varie parti del mondo per festeggiare insieme il Natale.

-Ma mancano ancora 3 settimane!

Fu zia Rose a rispondere. –va bene confessiamo. Ci mancavi e allora siamo venuti un po’ in anticipo.

La serata si era svolta tra i racconti dei vari familiari, tutti in giro per il mondo e con diverse esperienze da riferire. Si erano aggiunti al gruppo anche Jacob, Sam, Emily e Quil.

Ad un certo punto mio padre mi chiese se volevo andare lo stesso dal nonno oppure rimanere lì ancora un altro po’.

-no papà vorrei andare dal nonno. Mi starà aspettando e poi voglio provare a dormire un po’.

Così presi un po’ di vestiti nuovi dal gigantesco armadio (giusto per non far innervosire zia Alice) e salutai l’intera famiglia.

Una volta in macchina, mio padre rimase in silenzio per un po’, così gli chiesi se andava tutto bene.

-perché non hai lasciato che la mamma venisse con noi? Non è da te!

-ahah hai ragione... però volevo parlare un po’ con te.

Era impossibile avere un segreto con un padre che legge nel pensiero.

-di cosa di preciso?

-tesoro non ho detto niente alla mamma, perché non voglio che si preoccupi…

-ah certo te invece rimani sempre tranquillo.

Mio padre sfoderò uno dei suoi soliti sorrisetti.

-hai ragione. Sono peggio della mamma a volte! Però davvero vorrei sapere se c’è qualcosa che non va con Jacob. Quando è entrato insieme agli altri, eri felice ma allo stesso tempo ti sentivi chiusa.

-ricordami di ringraziare zio Jasper.

-non cambiare discorso.

-vedi papà è da qualche giorno che ci penso. Con Jacob ho un rapporto diverso rispetto agli altri, anche le mie amiche se ne accorgono.

A quelle parole mi voltai verso il finestrino, anche se sapevo che papà avrebbe lo stesso notato le guance rosse (certi discorsi era meglio farli con una madre).

Ripresi il discorso. –però nemmeno io riesco a definire cosa sia per me. Ormai non sono più una bambina.

-si potrebbe dire che non lo sei mai stata

-sai cosa intendo. Lui non fa niente per chiarire questa situazione e io non voglio fare il primo passo. E…

-e non sei sicura di ciò che provi nei suoi confronti.

Lo guardai. –si è così.

-beh piccola devo dire che un nuovo arrivato ti mette parecchio in crisi.

-papà non è come pensi. È solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E poi potrei dire la stessa cosa di te.

Ci sorridemmo.

-Non posso darti torto. Sai che in certe cose non voglio immischiarmi troppo. So che hai la testa sulle spalle perciò l’unica cosa che posso consigliarti è di parlare con Jake.

-si lo so. Ma grazie comunque papà.

Lo abbracciai. Lui mi diede un bacio sulla fronte, come faceva ogni sera prima che andassi a dormire.

-dai fila a letto. Tua madre altrimenti potrebbe sospettare di qualcosa.

-non le dirai niente?

-per ora no.

-grazie papà… buonanotte. Ci vediamo domani.

-si tesoro. buonanotte e cerca di dormire. Ti voglio bene.

Mio nonno era ancora sveglio, lo salutai e andai subito in camera mia.

Finalmente dormii un po’.

 

  
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