Salve,
mi chiamo Federica e questa è la mia prima ff.
Devo
fare una piccola premessa: Nathan Whellens è stato "costruito" da me
e dal mio tesorino Lady Anderson... Abbiamo deciso alcune caratteristiche di
questo nuovo personaggio, ma posso assicurarvi che le due storie piano piano
prendono strade sempre più diverse. Ho deciso di pubblicare i miei capitoli
qui, perché è il mio regalo (in ritardo) per la persona che mi ha fatto
conoscere questo sito.
Spero
che la mia creazione (che parolone!) vi piaccia. Commentate per favore! Accetto
qualsiasi tipo di commento!
1
– NOVITA’ A FORKS
Una
leggera pioggiarellina stava cadendo… un normale essere umano non avrebbe
udito mai quei minimi rumori, con un nonno che russava e il ticchettio della
sveglia, ma io ne era in grado.
Ero
sdraiata nel letto che una volta era appartenuto a mia madre, ma anche quella
notte avevo dormito poco e niente.
Accidenti.
È la terza notte di fila che non chiudo occhio!
Mi
ero girata e rigirata nel letto, due o forse tre milioni di volte, ma il sonno
non arrivava. I pensieri così viaggiavano… chissà cosa staranno combinando
mamma e papà con Tania e gli altri…
Edward
e Bella Cullen erano partiti infatti un paio di giorni prima alla volta di
Denali, per far visita all’altro clan vegetariano, mentre il resto della
famiglia era in giro per il mondo.
Papà
anche questa volta non ha voluto che restassi da jacob… uffa… più si va
avanti e più è geloso…e anche mamma non scherza!però devo dire che alla
fine sono contenta… è divertente vivere con Charlie.
Tic,tic,tic.
Mi girai al suono acuto della sveglia e la spensi scocciata.
Un
altro giorno di scuola stava per iniziare. Evviva.
Presi
i primi vestiti che mi capitarono tra le mani e me li infilai con svogliatezza,
prima di uscire dalla stanza per andare in cucina.
-ciao
nonno…
-ciao
Nessie! Come va? Dormito un po’ stanotte?
-a
dir la verità per niente…
-perché
non provi a chiamare Carlisle? Forse lui ti può aiutare… meglio evitare
dottori normali.
Mio
nonno è unico. Non so proprio come faccia a essersi abituato alla
famiglia-stranezze senza sapere niente di preciso.
-no
grazie nonno… aspetto altri due giorni prima di chiamarlo… i cereali ci
sono?
-si
tesoro sono nella credenza…
Io
e mio nonno facemmo colazione insieme, in silenzio. Era questo il bello di
Charlie, poche parole dette al momento giusto, senza troppe frivolezze.
All’improvviso
il rumore di una moto nel vialetto mi fece schizzare.
-ecco
jacob… io scappo a scuola nonno!
-ok
piccola, però se non ti senti bene non esitare a chiamarmi… non farmi
preoccupare per favore…
-si
nonno. Baci!
Un
“saluta jacob” si sentì provenire dalla casa, ma ormai avevo già chiuso la
porta e mi stavo dirigendo verso il ragazzo in sella a una moto nera.
-ciao
Ness! Come va? Sembri stanca.
-ehi
Jake… no tutto bene! Sono solo andata a dormire un po’ tardi perché sono
rimasta a giocare a carte con nonno.
Salii
in moto e mi misi il casco. C’era qualcosa che mi “bloccava” nell’ultimo
periodo con il mio licantropo preferito. Non mi va di dirgli che ultimamente
dormo poco e male, altrimenti attacca con il terzo grado!
Erano
passati appena due minuti e già ero davanti l’ingresso della scuola. Scesi
dalla moto e mi tolsi il caso che diedi subito a jacob.
-grazie
Jake.. ci vediamo stasera. Nonno ha detto che mi passa a prendere lui
all’uscita.
-ah
ok… allora a stasera.
E
mi stampò un bacio sulla guancia. Sorrisi un poco a quel contatto, ma fu solo
un istante.
Jacob
schizzò via con la sua moto e all’improvviso mi sentii tirare per lo zaino.
-ehi
Kate… che delicatezza stamattina! Che succede?
-dobbiamo
andare… non possiamo rimanere qui… tra poco arriverà il nuovo arrivato e
dobbiamo sembrare disinvolte… anzi io devo sembrare disinvolta visto che a te
la cosa non tocca affatto… tu hai il tuo jacob!
-per
l’ennesima volta Kate… io e jacob non stiamo insieme!
-si
come no…
In
quell’istante era arrivata l’altra mia amica, Elizabeth, ma per tutti era
semplicemente Beth.
-ciao
Nessie... Kate sta già impazzendo per l’evento del secolo?
-a
quanto pare…
-si
si… prendete in giro voi due! però non voglio fare brutta figura, dicono che
il nuovo arrivato è mooolto carino!
-dimmi
l’ultimo ragazzo che non hai trovato carino!
Kate
fece la linguaccia e si sistemò meglio i lunghi capelli biondi, mentre io
ridevo divertita della faccia rassegnata di Beth.
Campanella.
Stava per iniziare un altro giorno di noiose e interminabili lezioni per me.
Seguii
le mie migliori amiche nell’aula di trigonometria e come al solito ascoltavo
con mezzo orecchio quello che mi diceva Kate. Ma, al nome di Angela Parker, la
mia attenzione si concentrò su di lei.
Kate
iniziò a raccontarmi la storia del nuovo arrivato. Da quello che si diceva in
giro, Nathan Whellens era un diciassettenne un po’ particolare: a Detroit
aveva combinato qualche danno, così era stato spedito dai suoi zii, Angela e
Ben Parker. Gli ex compagni dei miei genitori ora vivevano un po’ fuori da
Forks, e avevano accettato di occuparsi del nipote problematico. Quante di
queste voci saranno vere? Forks sembra fatta apposta per ingrandire le cose.
Le
ore successive erano trascorse tranquille come al solito, fino a quando qualcosa
non cambiò la monotonia della giornata.
Da
appena due minuti ero entrata nella classe di spagnolo, quando il nuovo ragazzo
entrò nella stanza. Sembrava un ragazzo normale, ma i lineamenti erano dolci e
tutto era reso stranamente perfetto da occhi verdi.
Mi
ritrovai a osservare quel nuovo elemento. I miei pensieri però furono subito
interrotti da Kate, che mi aveva dato una botta sul braccio.
-cavolo
non erano solo voci! È proprio bello!
-Kate
abbassa la voce… non vorrai fare una figuraccia il primo giorno!
-hai
ragione… mi vado subito a presentare!
La
mia amica si era fiondata subito vicino alla porta, punto dal quale Nathan
osservava la classe in cerca di un posto vuoto.
Decisi
di aiutare la mia amica, così presi i libri e andai a sedermi al posto di Kate,
vicino a Andrew, che chiaramente mi guardava a occhi spalancati.
A
volte odio quando mi guardano così…
Intanto
Kate si era messa al mio posto e come previsto il suo compagno di banco era
Nathan. la ragazza si girò verso di me e mi fece l’occhiolino. Io ricambiai
lo sguardo d’intesa.
È
così facile far contenta Kate…però è una brava ragazza e soprattutto una
buona amica. Mi dispiace nascondere a lei e a Beth il mio potere. Ma è
necessario.
La
professoressa aveva iniziato la spiegazione e questa volta non furono i disegni
sul quaderno che facevo di solito a distrarmi, piuttosto Nathan. era due posti
davanti a me e la mia posizione mi permetteva di vedere solo i suoi capelli
castano chiaro.
Una
cosa mi spiazzò del tutto. Il suono della campanella.
Come
è possibile che sia già suonata la campanella? Accidenti mi
sembrava che la lezione fosse iniziata da appena 5 minuti!
Fui
raggiunta in un baleno da Kate.
-ehi
allora?
-grazie
mille per il posto! C’è qualcosa che mi attrae in lui… sembra diverso… ma
è così dannatamente scostante!
-in
che senso? Non mi sembravi offesa…
-non
so… ad esempio gli ho chiesto se voleva venire a pranzo al nostro tavolo
-e?
-e
ha detto di si... ma sembrava non gli facesse né caldo né freddo… è
ambiguo!
Ci
stavamo avvicinando alla mensa, quando Beth ci raggiunse e Kate ne approfittò
per fare un veloce resoconto all’amica.
-perciò
mangerà insieme a noi tre?
-si!
-Kate
scusa ma non mi sembra una buona idea.
-e
per quale motivo?
Beth
mi guardò.
-che
c’è???- chiesi allarmata.
-beh
Ness lo sanno tutti l’effetto che fai ai ragazzi. Magari Nathan non se ne sarà
accorto durante la lezione, ma non credo che riuscirà a sfuggire al tuo fascino
ancora per molto.
Guardai
Kate. Aveva il viso di una che si è appena accorta di aver fatto l’errore più
grande della sua vita.
-ragazze
non esageriamo!
Mi
guardarono accigliate. Odio essere d’intralcio alle mie amiche.
-se
volete mi siedo altrove… almeno il mitico Nathan non sarà sotto “il mio controllo” e Kate avrà via
libera.
-no
Ness grazie, te sei un altro test per vedere se magari gli interesso veramente.
-va
bene… farò come mi dici te.
Arrivati
in mensa ci accomodammo al solito tavolo. Kate scattò subito e quasi corse
verso l’entrata, dalla quale era appena entrato Nathan. il ragazzo cercò di
simulare un sorriso, però senza particolari risultati. Kate lo portò fino al
nostro tavolo e fece le presentazioni.
-Nathan
lei è Elizabeth, detta da tutti Beth…
Lui
guardò verso l’amica seduta vicino a me.
-lei
invece è Reneesme, più semplicemente Nessie…
-piacere-
accennammo io e Beth, quasi contemporaneamente.
-piacere
mio- aveva risposto con cortesia forzata, infatti era facilmente riconoscibile
una nota di freddezza.
È
davvero ambiguo.
Il
pranzo procedette tra le chiacchiere di Kate, alcune battute di Beth e le
risposte monosillabi di Nathan. io mi limitavo a mangiare un pezzo di pizza e a
dire qualche parola ogni tanto.
Cerca
di intervenire il meno possibile. Non metterti in luce. È per Kate.
Una
volta finito il pasto, scoprii che anche Nathan avrebbe avuto educazione fisica
insieme a me, mentre Kate e Beth sarebbero andate alla lezione di letteratura.
Il
tragitto dalla mensa alla palestra fu silenzioso e sinceramente preferii così.
La
lezione fu tranquilla. Il professore ci aveva diviso in squadre per fare degli
esercizi, così ebbi tutto il tempo per osservare il comportamento di Nathan.
Era bravo negli sport, ma questo si notava anche solo dall’aspetto fisico,
abbastanza muscoloso.
-ragazzi
devo dirvi una cosa. Allora ho parlato con la preside e ci ha accordato il
permesso per fare 4 lezioni in piscina. Comunque ne riparleremo prossimamente.
Notai
che un leggero sorriso comparve nel volto di Nathan. Nessie perché lo fissi?
Non fare la sciocca.
Il
professore ci congedò e io e gli altri ragazzi al cambio dell’ora ci
dirigemmo verso le lezioni successive.
Come
ogni giorno, c’era qualcuno all’uscita che era venuto a prendermi, però
quel giorno sarebbe stato il nonno e non Jacob.
-ciao
tesoro… come è andata a scuola?
-bene
nonno… oggi è arrivato un nuovo alunno da Detroit… è un tipo un po’
strano.
-l’ultima
novità qui a Forks che veniva da un'altra città è stata tua madre… meno
male che è arrivata lei! Mi ha sempre viziata un sacco per quanto riguarda
faccende di casa e roba simile.
-a
proposito della mamma… ma ieri non ha chiamato nemmeno te?
-no
perché?
-in
genere telefona tutti i giorni.
Mio
nonno si accomodò meglio sul sedile dell’auto.
-nonno
cosa mi stai nascondendo?
-niente
tesoro!
-si
come no.
-facciamo
finta che te non ti sei accorta di niente ok?
Feci
di si con la testa. Eravamo appena arrivati a casa e stavo andando verso la
porta di casa, tallonata dal nonno. Aprii la porta e subito sentii un odore
particolare, di vampiro.
-Mamma!
Papà!
-ciao
piccola!
Mi
ero letteralmente fiondata su di loro. I miei genitori, che ormai assomigliavano
a dei fratelli in quanto ad aspetto fisico, erano sempre stati più che
fondamentali per me.
-ma
che ci fate qui? Non dovevate restare a Denali un'altra settimana?
-ehi
calmati tesoro... quante domande! Si dovevamo restare un altro po’ però tuo
nonno ci ha chiamato ieri e ci ha detto che non dormi bene ultimamente… io e
tuo padre ci siamo preoccupati un pochino e siamo tornati prima… che succede
piccola? Non ti senti bene?
Mi
girai verso il nonno.-grazie mille… ti avevo chiesto di non dirgli niente
altrimenti si sarebbero precipitati qui!
-avanti
Reneesme –intervenne mio padre- non prendertela con tuo nonno… c’è
comunque qualcosa che non va?.
-no
papà tutto ok!
-va
bene… senti perché non prendi la tua roba così torniamo a casa?
-mamma
per favore posso rimanere questa notte? Sto bene con il nonno.
Charlie
si illuminò con un sorrisone.
-ok,
come vuoi, ma almeno accompagnaci a casa! Poi ti riportiamo noi… che ne dici?
-va
bene… allora andiamo, così poi posso preparare la cena.
Prendemmo
la Volvo di papà, parcheggiata poco distante da casa. Una volta arrivati a casa
nostra, mi accorsi nuovamente che c’erano più profumi familiari nell’aria.
-nooooo!
Ci sono tutti vero?
I
miei genitori risero.
-si
tesoro mio… sono tutti dentro ad aspettarti.
In
casa c’era infatti tutta la famiglia al completo. Erano venuti dalle varie
parti del mondo per festeggiare insieme il Natale.
-Ma
mancano ancora 3 settimane!
Fu
zia Rose a rispondere. –va bene confessiamo. Ci mancavi e allora siamo venuti
un po’ in anticipo.
La
serata si era svolta tra i racconti dei vari familiari, tutti in giro per il
mondo e con diverse esperienze da riferire. Si erano aggiunti al gruppo anche
Jacob, Sam, Emily e Quil.
Ad
un certo punto mio padre mi chiese se volevo andare lo stesso dal nonno oppure
rimanere lì ancora un altro po’.
-no
papà vorrei andare dal nonno. Mi starà aspettando e poi voglio provare a
dormire un po’.
Così
presi un po’ di vestiti nuovi dal gigantesco armadio (giusto per non far
innervosire zia Alice) e salutai l’intera famiglia.
Una
volta in macchina, mio padre rimase in silenzio per un po’, così gli chiesi
se andava tutto bene.
-perché
non hai lasciato che la mamma venisse con noi? Non è da te!
-ahah
hai ragione... però volevo parlare un po’ con te.
Era
impossibile avere un segreto con un padre che legge nel pensiero.
-di
cosa di preciso?
-tesoro
non ho detto niente alla mamma, perché non voglio che si preoccupi…
-ah
certo te invece rimani sempre tranquillo.
Mio
padre sfoderò uno dei suoi soliti sorrisetti.
-hai
ragione. Sono peggio della mamma a volte! Però davvero vorrei sapere se c’è
qualcosa che non va con Jacob. Quando è entrato insieme agli altri, eri felice
ma allo stesso tempo ti sentivi chiusa.
-ricordami
di ringraziare zio Jasper.
-non
cambiare discorso.
-vedi
papà è da qualche giorno che ci penso. Con Jacob ho un rapporto diverso
rispetto agli altri, anche le mie amiche se ne accorgono.
A
quelle parole mi voltai verso il finestrino, anche se sapevo che papà avrebbe
lo stesso notato le guance rosse (certi discorsi era meglio farli con una
madre).
Ripresi
il discorso. –però nemmeno io riesco a definire cosa sia per me. Ormai non
sono più una bambina.
-si
potrebbe dire che non lo sei mai stata
-sai
cosa intendo. Lui non fa niente per chiarire questa situazione e io non voglio
fare il primo passo. E…
-e
non sei sicura di ciò che provi nei suoi confronti.
Lo
guardai. –si è così.
-beh
piccola devo dire che un nuovo arrivato ti mette parecchio in crisi.
-papà
non è come pensi. È solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E poi
potrei dire la stessa cosa di te.
Ci
sorridemmo.
-Non
posso darti torto. Sai che in certe cose non voglio immischiarmi troppo. So che
hai la testa sulle spalle perciò l’unica cosa che posso consigliarti è di
parlare con Jake.
-si
lo so. Ma grazie comunque papà.
Lo
abbracciai. Lui mi diede un bacio sulla fronte, come faceva ogni sera prima che
andassi a dormire.
-dai
fila a letto. Tua madre altrimenti potrebbe sospettare di qualcosa.
-non
le dirai niente?
-per
ora no.
-grazie
papà… buonanotte. Ci vediamo domani.
-si
tesoro. buonanotte e cerca di dormire. Ti voglio bene.
Mio
nonno era ancora sveglio, lo salutai e andai subito in camera mia.
Finalmente
dormii un po’.