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Autore: _MartyK_    19/10/2016    1 recensioni
Seoul, Corea del Sud. Anno 2110. Sei ragazzi alieni sbarcano sulla terra con un solo obbiettivo: uccidere gli ibridi nati da relazioni scandalose tra gli umani e i loro predecessori.
Alex e Jungkook sono studenti modello, i classici secchioni del liceo. Tormentati dai bulli, trovano conforto nella cultura e nelle materie scientifiche.
Come s'incroceranno i loro destini?
Dal capitolo 1:
Aveva fame, non di carne umana. Non stavolta.
Aveva fame di complimenti, di adorazione, gli sarebbe piaciuto avere una folla personale di fans. Perchè lui era il migliore, il più bello, il più tenace, possedeva quella marcia in più che nemmeno gli altri cinque messi insieme sarebbero riusciti a raggiungere.
Come avrebbe ucciso gli ibridi? Semplice, partendo dall'interno. No, non dal cuore, ma dai sentimenti.
Gli umani: esseri così patetici da rispondere a qualsiasi questione con cose del tipo 'segui il tuo cuore'. Lui i cuori li divorava.
E avrebbe divorato anche quello della ragazza che aveva appena sfiorato la sua spalla, probabilmente impegnata a dirigersi verso la sua classe. Gli bastò un'occhiata in volto per identificarla con nome e cognome.
Alex Park, la secchiona della 3C.
[Tipo di coppia: Het. Accenni di YoonKook]
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Kepler B1-02C, questo il nome del pianeta da cui provenivano.
Sei ragazzi dotati di un'intelligenza e di una bellezza fuori dal comune sono stati scelti dal Comandante Supremo delle Forze Militari per scovare semi-umani e ucciderli senza pietà.
Il motivo? Erano una minaccia per la razza aliena.
Non sapevano in che modo e forse neanche erano interessati a saperlo, dovevano terminarli e basta.
La loro navicella sarebbe partita da Nazburuk, la capitale, verso le 22 di sera e avrebbe approdato sul pianeta Terra alle 6 del mattino.



Taehyung stava preparando la valigia, scegliendo accuratamente jeans e magliette per il giorno dopo e scartando la roba che lui considerava fuori moda e da inferiori.

- Pronto all'idea di commettere omicidi?- ridacchiò Namjoon, posando distrattamente una mano sulla sua spalla nuda.
Gli lanciò un'occhiata intensa e maliziosa delle sue, di quelle che non promettevano nulla di buono.

- Hyung, dopotutto non ci cibiamo di cuore umano da secoli ormai!- si lamentò Jimin buttandosi a peso morto sul letto.

- Jin sta provvedendo alle scorte- borbottò il castano, piegando una canottiera bianca.
Hoseok s'intromise nella conversazione, sbucando all'improvviso dal nulla.
Circondò con le braccia i suoi due amici e rivolse loro uno sguardo perlpesso.

- In teoria uccidere è illegale, giusto?- obiettò.

- In teoria- Yoongi parlò freddamente.

- Si tratta di ibridi, Hoseok. Non esiste pietà per loro-
E detto questo, Taehyung serrò la valigia con la cerniera e se ne sbarazzò abbandonandola in un angolo indefinito della navicella.

- Ho solo voglia di dormire- sbuffò e si coricò sul suo lettino, voltando le spalle ai presenti.

- Che gentile, buonanotte allora- attaccò Yoongi con il suo solito sarcasmo.
Jimin e Namjoon si sarebbero occupati del viaggio, facendo a turno durante la notte.
Una volta spente le luci delle abatjour, niente era più visibile agli occhi di Tae, pur non essendo umano. Si rotolò tra le coperte e si stese su di un fianco, emettendo un breve sospiro. La verità era che per quanto potesse essere freddo e apatico, aveva ansia.
Per la prima volta in vita sua non riusciva a prendere sonno, il respiro era corto e irregolare e aveva sbalzi di temperatura. Si scostava le coperte di dosso e faceva freddo, se le rimboccava e sembrava che stesse immerso nella lava di un vulcano.
Perchè? Perchè si comportava in quel modo? Cosa c'era che non andava?
D'altronde lo aveva affermato lui stesso, non esiste pietà per gli ibridi.

- Calma Tae. Quando giungerai su quel fottuto pianeta arretrato ti renderai conto che ne vale la pena- brontolò tra sè e sè, le dita delle mani intrecciate a mo' di preghiera.

- Quando la finirai di fare i tuoi monologhi alla William Shakespeare avvisami- esordì quella che avrebbe dovuto essere la voce di eomma Jin.
Il ragazzo annuì imbarazzato, come se l'altro potesse vederlo. Si rannicchiò tra le coperte e sbirciò il cosmo dall'oblò della camera da letto: le stelle erano così minuscole e allo stesso tempo così luminose...
E' incredibile come un corpo così piccolo, se messo insieme ad altri piccoli corpi, potesse essere così affascinante.
Era confortevole, o meglio, per Taehyung lo era. L'unione fa la forza, si disse.
Si addormentò con quell'unico pensiero: l'unione.






* * *







Il risveglio non fu di certo uno dei migliori della storia. Un tonfo inondò l'udito dei quattro ragazzi assonnati che, presi alla sprovvista, si ritrovarono a bofonchiare in una lingua incomprensibile. Altro tonfo. Stavolta più potente del precedente.
Hoseok e Yoongi si alzarono dal letto e si diressero verso il centro di controllo del mezzo.
La situazione era più grave del previsto: Namjoon e Jimin belli addormentati l'uno accanto all'altro, i comandi impazziti e l'allarme che annunciava il surriscaldamento della navicella ululava sempre più forte.

- Oh cazzo- si lasciò sfuggire il più piccolo. La testa azzurra si unì a lui con un 'puoi dirlo forte'.

- Ma non l'hanno impostato a pilota automatico?- continuò l'altro.
Nel frattempo gli altri due irruppero in cerca di spiegazioni, poi si accorsero dei poveretti svenuti a terra e cominciarono a preoccuparsi.

- Il battito di Nam è lento, hanno perso i sensi- affermò Tae, non levando la mano dal polso dell'altro.

- Che dobbiamo fare? Io non so guidare questo coso gigantesco- piagnucolò Hoseok.

- In effetti non ci hanno mai fatto fare pratica con navicelle di queste dimensioni- continuò Yoongi.

- La smettete di lagnarvi? Due sono KO, il razzo sta per esplodere e noi stiamo qui a far niente!- esclamò il più grande allargando le braccia in segno di disperazione. Il viso del castano s'illuminò.

- Idea! Le tute di sopravvivenza!- la sua voce sovrastò quelle dei presenti. Si affrettarono a disfare le valigie e a trovare quelle benedettissime cosette da usare in caso di totale emergenza. Erano molto simili a quelle degli astronauti del ventunesimo secolo, con l'unica differenza che le loro erano fatte di materiali così tecnologici da proteggerli da esplosioni, proiettili e quant'altro.
Trascinarono Jimin e Namjoon prendendoli di peso e raggiunsero la 'poppa' della nave.
Essa si sarebbe sicuramente schiantata partendo dal muso, l'altra estremità era l'unica zona di salvataggio.
Partì il conto alla rovescia automatico, segno che il mezzo si stava autodistruggendo. I sei ragazzi erano rannicchiati in un angolo, pregando e invocando dei inesistenti. Erano atei, la religione non esisteva nel loro mondo, eppure in quel momento sentivano il morboso bisogno di trovare un appiglio, un qualcosa per cui dire 'ecco, grazie a te sarò salvo'.
Strano eh?
Contraddittorio, pensò cinico Yoongi.
L'impatto col suolo sarebbe stato violento, e a confermarlo c'era l'incessante rumore del mezzo a contatto con l'atsmosfera terrestre.

3

2

1

Caos. Confusione, stanchezza, paura di morire. Il tutto concentrato nelle menti dei sei giovani che, a quanto pareva, erano ancora in funzione.

- Non sono morto!- Jimin esclamò la prima cosa che passò per la sua testa e uscì vittorioso dalla navicella scassata, con tanto di pugno puntato verso il cielo. La felicità era dipinta nei volti degli altri cinque. Il mezzo era completamente andato, tutto accartocciato ed emetteva fumo senza fermarsi.

- Però è strano che non sia ancora espl...- Namjoon non finì neanche la frase che venne strattonato da Jin e condotto verso un luogo a lui sconosciuto. Delle urla rimbombarono nelle sue orecchie, prima del grande botto finale. Finì a terra, strisciando rovinosamente per alcuni metri.
Alcuni pezzi di metallo bruciacchiato andarono a fargli compagnia, il rumore del fuoco che scoppiettava gli diede l'imput necessario per voltarsi e vedere che fine avevano fatto i suoi amici. Per fortuna erano stati graziati, se la sarebbero cavata con qualche bruciatura e graffietti qua e là.
Si alzarono e barcollarono un po', la domanda del momento era una e una sola.

- Dove diamine ci troviamo?- e a formularla non poteva che essere Taehyung. Jimin smanettò sul suo smartphone.

- A giudicare da ciò che dice il GPS, ci troviamo a Seoul, in Corea del Sud- rispose con gli occhi fissi sull'aggeggio.

- Ma non dovevamo essere negli Stati Uniti?- fece Hoseok.

- Tranquillo, dobbiamo trovare persone con un elevato QI e gli asiatici sono famosi per essere secchioni- ridacchiò Yoongi, per niente preoccupato.
Il compagno borbottò un 'giusto' ancora poco convinto della risposta che aveva ottenuto.
Si incamminarono per le vie della città, osservando con disinteressata curiosità tutto ciò che li circondava.
Doveva essere la capitale, perchè era molto popolata.
A dire il vero non sapevano come dare il via alle ricerche, poi si accorsero che erano le otto del mattino e che con un buon travestimento sarebbero passati benissimo per dei normali liceali.
Per procurarsi i vestiti adatti, però, furono costretti a fare i disgraziati.
Trascinarono con l'inganno povere anime pie nella loro tela di tentazioni e malvagità, uccidendoli partendo dall'interno.
Letteralmente.
Le dita delle mani penetrarono all'interno del petto dei malcapitati, lacerando e rompendo ossa e tessuti della cassa toracica, fino a raggiungere il cuore, quel piccolo muscolo intriso di sangue.
Taehyung si portò alla bocca l'organo e lo leccò, gustando appieno il sapore amaro del sangue umano. Addentò la carne e la masticò in modo famelico, deglutendo rumorosamente. I compagni lo seguirono a ruota, era lui l'esperto della caccia.


Una volta assecondati i loro stomaci, sfilarono i vestiti dei cadaveri e se li misero addosso, sgattaiolando via dal luogo del delitto come se nulla fosse. Scelsero una struttura a caso, di scuole ce n'erano pure troppe a Seoul e il liceo scientifico era più che azzeccato.
Spalancarono le porte dell'edificio e si fecero strada, proseguendo a passo svelto e sostenuto. Un'aura di mistero e fascino peccaminoso contornava le loro iridi azzurre, tendenti al bianco. Si guadagnarono le occhiate sorprese degli alunni, maschi e femmine. I primi li guardarono con invidia, le ultime abbagliate da cotanta perfezione.
E in effetti erano la personificazione della perfezione, dell'onnipotenza e di ciò che dava un senso alla vita: la ragione.
Un sorrisetto malefico spuntò sul viso di Taehyung, dapprima accennato, poi sempre più evidente. Aveva fame, non di carne umana. Non stavolta. Aveva fame di complimenti, di adorazione, gli sarebbe piaciuto avere una folla personale di fans.
Perchè lui era il migliore, il più bello, il più tenace, possedeva quella marcia in più che nemmeno gli altri cinque messi insieme sarebbero riusciti a raggiungere.
Come avrebbe ucciso gli ibridi? Semplice, partendo dall'interno.
No, non dal cuore, ma dai sentimenti.
Gli umani: esseri così patetici da rispondere a qualsiasi questione con cose del tipo 'segui il tuo cuore'. Lui i cuori li divorava.
E avrebbe divorato anche quello della ragazza che aveva appena sfiorato la sua spalla, probabilmente impegnata a dirigersi verso la sua classe.
Gli bastò un'occhiata in volto per identificarla con nome e cognome.

Alex Park, la secchiona della 3C.


***
Hello gente! Questa è la terza volta che provo a pubblicare la storia, grazie al quella peste di mio fratello che spegne il wi-fi quando non deve... ma dettagli. Adesso ci sono riuscita e yeeeeeh *finto entusiasmo, tutto come al solito*. Come avrete ben notato, è una fanfic molto diversa dalla mia solita roba fluff/slice of life, è la mia quasi prima volta che scrivo roba un po' thriller e un po' sovrannaturale, per cui spero vi piaccia :) qualsiasi commento sarà ben accetto, positivo o negativo che sia ^^ baciiii _MartyK_ <3
   
 
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