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Autore: Emma Bennet    11/05/2009    9 recensioni
Lo odiava.
Ne era sicura al cento per cento.
Lo odiava, lo odiava con tutto il suo cuore.
Perchè lui, uno stupido ragazzo, aveva il potere di farla soffrire così, e non doveva.
Non doveva, e non poteva.
Quando il cuore è spezzato, fa male, vero? E tu lo sai, ragazzina. L'hai scoperto troppo presto, e troppo presto hai iniziato a soffrire per quello che, infondo, è solo un sentimento.
Perchè l'amore è solo questo, no?

One-shot Dramione, ambientata la sera del Ballo del Ceppo: ecco come è cominciato tutto.
Spin-off di "Honeymoon"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Honeymoon [cause when I'm with him I am thinking of you]'
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La Rowling ci ha detto cos'è successo la sera del Ballo del Ceppo.
Ron ed Hermione hanno litigato. E lei è fuggita dal Ballo.
E dov'è andata?
Ecco cosa immagino sia successo, quella sera.
Possiamo considerare questa shot uno "spin-off" alla mia long-fiction Honeymoon (che si trova a questo link)
Ecco come è nato, secondo me, l'amore tra Draco ed Hermione.
Spero vi piaccia, e spero ancora di più che recensirete. Diciamo, che questa fic non è scritta proprio nel mio stile, e proprio per questo, sono convinta più del solito, che sia una leggera schifezza ù-ù
All'interno di essa, troverete due pezzi di due poesie che mi piacciono tantissimo, prese da Le Fleur de Male, di Baudlaire: "Que diras-tu ce soir, pauvre ame solitaire" (Che dirai tu stasera, anima solitaria) e "Tristesses de la lune" (Tristezze della luna).
I ringraziamenti a chi commenterà questa shot (e chi lo farà riceverà un cioccolatino ù-ù) andranno nel prossimo capitolo di Honeymoon <333 Spero vi piaccia *-*




Shall We Dance?


Il buio è bello.
Nel buio si vedono cose che alla luce non è permesso vedere. Nel buio si scorgono cose che mai avresti immaginato di vedere. Bisogna solo saper osservare.
E lui era un ottimo osservatore.
Era anche paziente, anche se nessuno l'avrebbe detto.
Sapeva aspettare, sapeva cogliere il momento giusto.
E poi, piombava in silenzio sulla sua preda. Che non riusciva mai a sfuggirgli.


Que ce soit dans la nuit et dans la solitude,
Que ce soit dans la rue et dans la multitude,
Son fantôme dans l'air danse comme un flambeau.

Sia nell'ombra notturna e nella solitudine,

Sia nelle strade al sole e nella moltitudine,
La sua immagine danza nell'aria come un fuoco


Lo odiava.
Ne era sicura al cento per cento.
Lo odiava, lo odiava con tutto il suo cuore.
Perchè lui, uno stupido ragazzo, aveva il potere di farla soffrire così, e non doveva.
Non doveva, e non poteva.
Quando il cuore è spezzato, fa male, vero? E tu lo sai, ragazzina.
L'hai scoperto troppo presto, e troppo presto hai iniziato a soffrire per quello che, infondo, è solo un sentimento.
Perchè l'amore è solo questo, no?


Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive,
Ella laisse filer une larme furtive,
Un poete pieux, ennemi du sommeil,
Dans le creux de sa main prend cette larme pale,
Aux reflets irises comme un fragment d'opale,
Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil.

Talvolta, quando lascia, languida e neghittosa,

filare giù una lacrima sul mondo che riposa,
un poeta, malato forse di mal d'amore,
raccoglie quella pallida lacrima celestiale
che, dalle iridescenze, sembra fatta d'opale
e, per sottrarla al sole, la racchiude nel suo cuore.


Se ne era andato. Se ne era andato dalla festa.
Troppo rumorosa, troppo caotica, troppo normale.
Ma tu non sei come gli altri, vero?
Tu sei superiore, vero, Draco?
E ora se ne sta quì, al buio, a fumare una sigaretta, appoggiato al muro.
Il Ballo del Ceppo non fa per lui, l'ha capito. E maledice quell'oca della Parkinson che lo ha convinto.
E maledice anche se stesso, perchè pensa a chi non dovrebbe mai pensare.
Almeno, non in quel senso.


Se ne era andata. Se ne era andata dalla festa.
Aveva litigato, per l'ennesima volta, con lui.
Lo odio, pensò.
O forse lo ami, Hermione?
Ma poi, sei sicura di amarlo? Hai solo quattordici anni... le cose cambiano.
La ragazza raggiunge il giardino, correndo. L'abito pervinca le fascia perfettamente il corpo, esaltandone le forme. E' bella, ma così dannatamente triste.
Si appoggia al tronco di un albero, stremata. Vorrebbe correre, correre via, fuggire, ma non ce la fa.
Ora come ora, l'unica cosa che vuole fare è... piangere.


Una figura avvolta nella notte, e protetta dall'incanto del buio, gli è scivolata accanto.
Singhiozzante, si è appoggiata a un tronco. Non si è accorta di lui.
Ma lui sì, oh sì, lui si è accorto di lei.
Una ragazza su cui non avrebbe scommesso nemmeno un centesimo, si era rivelata bella come, ironia della sorte, una fata. O di più.
Il bruco aveva compiuto la sua metamorfosi. Si era trasformato in farfalla.
Una secchiona, che passa inosservata, nè bella nè brutta... era diventata una meravigliosa ragazza.
E questo l'aveva sconvolto. Ma si sa, Draco Malfoy non ama essere sconvolto.
Soprattutto se a sconvolgerlo è una Grifondoro. Specialmente se la Grifondoro in questione è anche Mezzosangue.
E quindi, è il caso di sfruttare la sua occasione.
Attenzione, Hermione, la serpe sta per mettere in atto la sua trappola.
E la preda sei tu.


Piangeva, cercando di farlo il più silenziosamente possibile. Infondo, aveva ancora una reputazione.
Ma come si fa a piangere silenziosamente quando credi che il mondo ti sia crollato addosso?
« Le lacrime non si intonano con il pervinca, non lo sai, Mezzosangue? »
Una voce la fa sobbalzare.
Quella voce. Perchè, tra tutti gli studenti di Hogwarts, proprio il più odioso doveva vederla piangere?
« Sparisci, Malfoy »
« Guarda come sono ridotto male: tormentare una sporca Mezzosangue invece che stare dentro a divertirmi »
« Sai, non l'avrei mai detto. Sono d'accordo con te. Vattene »
Ma lui non se ne va, certo che non se ne va. Il Principe ha appena iniziato il suo gioco, non è ancora tempo di andarsene.
Le si avvicina, sempre di più, pericolosamente. Le sue labbra sfiorano l'orecchio della ragazza.
« Vuoi davvero che me ne vada? »
Già, voglio davvero che se ne vada?, si ritrova a pensare Hermione.
« Che vuoi, Malfoy? » sibila.
« Sapere perchè stai piangendo »
« Non sto piangendo »
Negare l'evidenza non sempre funziona. Anzi. Non funziona quasi mai.
« Metti da parte il tuo stupido orgoglio Grifondoro, Granger, e dimmi perchè stai piangendo »
« Perchè dovrei farlo? » ribatte lei, fissandolo negli occhi, sfidandolo con uno sguardo.
Si dice che non si deve giocare con il fuoco, perchè è pericoloso.
Ma giocare con il ghiaccio è anche peggio.
Draco le prende i polsi, immobilizzandola, e spingendola con il proprio corpo contro il tronco, facendole aderire la schiena alla superficie ruvida e legnosa.
« Perchè. Stai. Piangendo » sibila lui, ricambiando lo sguardo.
Lei socchiude gli occhi, profondamente irritata, divincolandosi e cercando di ignorare le lacrime che continuavano a scendere sulle guance .
« Se permetti, sono cazzi miei, Malfoy »
« Oh-oh, San Potter non ti ha detto che non si dicono le parolacce? Ora dovrò lavarti la bocca con il sapone. O con qualche altra cosa »
« Fottiti »
« E' un invito? »
« Vaffanculo »
« Con te? »
Hermione sospira, chiude gli occhi. Smette di opporre resistenza, lasciandosi andare, appoggiando la testa alla corteccia, reclinandola leggermente all'indietro.
Lui non le toglie gli occhi di dosso nemmeno un istante, non si perde un movimento. E non può fare a meno di chiedersi come sarebbe baciare quel candido collo, che sembra così morbido.
« Ron è uno stronzo » mormora Hermione, mentre una lacrima solca silenziosamente la sua guancia.
Draco continua  a guardarla, mentre dentro di sè sente la rabbia crescergli.
Possibile che un imbecille come Weasley possa far star male così una ragazza come lei?
« Non mi ha invitata al ballo, non considerandomi nemmeno come una ragazza »
Grave errore, pensa lui. La Granger effettivamente è una ragazza. Una bellissima ragazza.
« Lo ha fatto solo alla fine, dando per scontato che nessuno mi avesse invitata. E quando ha scoperto che ci andavo con Victor si è addirittura arrabbiato. Arrabbiato! Come osa?! » continua lei, sfogandosi.
« Lascialo perdere. Non ti merita. E, a parer mio, non ti merita nemmeno Krum. Sei troppo intelligente, e troppo... bella, per entrambi. E per tutta la popolazione maschile di Hogwarts »
Hermione rimane a bocca aperta. Draco Malfoy le ha appena fatto un complimento. Il più bello in assoluto che abbia mai ricevuto in tutta la sua vita. Come è possibile?
Si rende conto dell'assurdità della situazione: se ne sta al buio, di notte, da sola, ad eccezione di Draco Malfoy, appoggiata ad un albero, con i polsi stretti nelle mani di lui, e le sue labbra vicinissime alle proprie.
Okay, semplicemente, si era lasciata andare un po' troppo. Ma è pur sempre Hermione Granger, e sa riprendere il controllo.
Dandosi un contegno, cerca di spostarsi, ma immediatamente le dita di Draco le si serrano attorno ai polsi, e lui torna a gettarsi su di lei con tutto il suo peso, impedendole anche il più piccolo movimento.
« Malfoy! N-non res-spiro! »
« Non mi interessa. Dove credevi di andare? »
« A-al mio dormitorio. S-sai com'è, sono un po' s-stanca »
« Ah sì? Peccato, io non lo sono per niente »
« D-draco! T-ti prego, s-spostati! » annaspa lei, divincolandosi. Lui si sposta leggermente, giusto per farla respirare, e lei inspira ed enspira profondamente.
« Sei impazzito? Vuoi uccidermi? »
« Se volessi ucciderti, lo farei con più classe. E comunque no, non voglio farlo. Non stasera » risponde lui, tranquillamente, puntandole addosso i suoi magnetici occhi di ghiaccio.
Magnetici, e bellissimi. Ed Hermione questo lo sa.
« Che vuoi dire? »
« Niente. E tutto. Capisci quello che vuoi capire »
In quel momento, nella Sala Grande, una musica lenta, e dolce, si diffonde, arrivando fino in giardino.
« Balliamo? » chiede lui, sussurrando, lanciando ad Hermione uno sguardo eloquente, e porgendole elegantemente la mano.
Lei la fissa a lungo, e poi guarda lui. Draco Malfoy l'ha appena invitata a ballare.
« Non credo sia il caso. E non penso sia la cosa giusta »
« Sai, Granger, non sempre la cosa giusta è quella che più si vuole fare »
Lei continua a fissarlo.
Giusto.
La ragazza mette la propria mano in quella di lui, che, dolcemente, la attira a sè, cingendole la vita. Lei si lascia abbracciare, e appoggia la testa sulla sua spalla.
Ballano a lungo, stretti l'uno a l'altro.
Ed Hermione si ritrova a pensare che quello che le ha detto Draco è proprio vero.
Quando la musica finisce, anche loro due si separano.
« Che ore sono? Credo di dover andare » domanda la ragazza.
« Mezzanotte circa »
« Come Cenerentola »
« Eh? »
« Era una principessa babbana » replica, sorridendo.
« Un po' come te »
« Non sono una principessa »
« Ma le somigli » risponde lui, facendole l'occhiolino.
Lei arrossisce, e non può impedire a se stessa di pensare che, cavolo, Malfoy è proprio sexy.
Gli si avvicina, i nasi si sfiorano.
« Grazie » mormora.
Lui sorride, ed elimina la distanza tra loro due, catturando le sue labbra con un bacio.
Un bacio dolce, al'inizio. Poi, lui le mordicchia leggermente il labbro inferiore, carezzandoglielo con la lingua. Alla quale si unisce, subito, quella di Hermione. E così come, fino a poco prima, avevano danzato loro due, ora, anche le loro lingue danzano insieme.
Una danza passionale, ma tenera. Una danza di ringraziamento e di speranza. Una danza che tace molte cose, rivelandone altrettante.
« Grazie a te » sussurra lui, in risposta, quando smettono. E la guarda andare via, con la sua camminata spensierata, ma anche così sexy. Così da Hermione Granger, insomma.
E dentro di sè sa che, quella notte, molte cose sono cambiate.
E che niente sarebbe stato come prima. 
   
 
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