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Autore: Tada Nobukatsu    20/10/2016    2 recensioni
Il colibrì è l'uccello più piccolo del mondo. Ha spiccata aggressività, rapidità nel volo e nelle acrobazie, stupendi colori e per questo le antiche civiltà americane lo consideravano la reincarnazione di valorosi guerrieri caduti in battaglia. Il movimento delle ali può raggiungere la sorprendente velocità di 70-90 battiti al secondo. Nessun altro uccello vivente sul pianeta può battere le ali tanto velocemente. In proporzione, la dimensione del loro cuore, rapportata all’uomo, è più grande di 5,6 volte e la frequenza cardiaca dei battiti può raggiungere 1260 pulsazioni al minuto.
Tutte cose molto belle, ma la vera domanda è... che diavolo ci fa in mezzo ai corvi, ai gatti e ai gufi?
Ma soprattutto... Cosa c'entrano in tutto questo i biscotti di Kageyama?
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se cadi, ti prendo


Quella notte l'aria nella stanza era più stagnante e afosa del solito. Non uno spiffero entrava dalla finestra spalancata e il caldo dell'estate era pressante.
Chiyo restò ore a fissare il soffitto, sopra di sè. Aveva così tanti pensieri per la testa. Era felice di essere riuscita a trovare un punto di connessione anche con quell'antipatico di Tsukishima, ma l'aver riesumato il ricordo di Shoji in quel modo così orribile l'aveva scossa terribilmente.
Lei rideva, rideva sempre, ma non era altro che una macchina che trasformava ogni pensiero in un sorriso per riuscire a restare integra. Lei era questo, ma ogni tanto cadeva.
Fece scivolare lentamente la testa di lato, fino a puntarla al suo zaino, per terra, di fianco al suo futon.
«Il tuo compleanno cadrà proprio in quei giorni, quando sarai in ritiro con la tua squadra. Festeggeremo quando tornerai» le aveva detto Yumi, prima di porgerle una lettera. «Però porta questa con te. Aprila, anche se sarai da sola. Anzi... forse è la cosa migliore, il fatto che tu la legga quando sarai sola con la tua squadra.»
Non le aveva detto altro, sulla busta non c'era scritto niente, ma la carta era leggermente rovinata e stropicciata, per lo scorrere del tempo. Non sapeva cosa c'era dentro nè da parte di chi fosse, ma una voce dentro di lei pronunciava ripetutamente un nome.
Sospirando si alzò a sedere e aprendo lo zaino estrasse la busta sigillata. La fissò a lungo, come se quello avesse potuto toglierle quel peso dal petto.
"Domani... domani avrai qualcosa da dirmi" pensò lei, alzando di nuovo lo sguardo al soffitto. Sbuffò e si strofinò il polso sulla fronte.
"Che caldo" pensò e un'immagine si fece strada nella sua memoria: Kuroo con la testa infilata nel frigo, intento a prendere fresco. Sorrise, addolcita da quel ricordo che solo in quel periodo stava riscoprendo essere uno dei più belli che conservava.
Era stupido, eppure la faceva sorridere così tanto.
Infilò nuovamente la lettera nello zaino e si alzò, uscendo dalla stanza e lasciando nuovamente sole le sue compagne. Si raccolse i capelli sciolti, sollevandoli appena, e con l'altra mano si sventolò dietro al collo, cercando conforto a quell'inferno.
«E meno male doveva essere la scuola più fresca...» sospirò, scendendo le scale e dirigendosi verso lo stanzino delle macchinette. Si fermò a pochi passi dell'entrata, colta da una strana agitazione.
"E se fosse veramente lì?"
Sarebbe stato imbarazzante. Però, poteva anche essere una semplice casualità. Il fatto che lei si fosse alzata più o meno alla stessa ora dell'altra volta e fosse andata nello stanzino poteva essere solo frutto di casualità, non voleva certo dire che aveva sperato di ritrovarlo... no?
Fece un sospiro, cercando di calmarsi, e si trovò istintivamente a sistemarsi i capelli, pettinandoseli con le dita da un lato. Si raddrizzò e infine entrò.
Lo stanzino era vuoto e buio.
L'espressione rallegrata che aveva avuto fino a quel momento andò scemando, lasciando spazio a un po' di delusione.
"Che mi aspettavo?" si chiese, avvicinandosi al frigo. "Ma sì, in fondo è meglio così."
Aprì lo sportello e la bianca luce per un attimo l'accecò. Si chinò in avanti e avvicinò il volto all'interno, socchiudendo gli occhi e distendendo le labbra in un sorriso compiaciuto.
«È piacevole davvero» disse tra sè e sè, restando immobile lì per qualche minuto.
Il fresco tepore sulla pelle del viso e sulle spalle scoperte, la cadenza ritmata del rumore del frigo che le faceva quasi da ninna nanna. Ci si sarebbe potuta addormentare lì dentro.
«Non ti verrà un raffreddore a startene troppo lì dentro?» l'improvvisa voce la strappò da quella piacevole sensazione di semi-coscienza, facendole perdere un battito.
Si voltò, meccanica come un robottino, sorprendendosi ad arrossire.
Kuroo era lì, in piedi, le braccia conserte al petto e una spalla poggiata allo stipite della porta.
«M-mi hai spaventata!» balbettò Chiyo.
«Dì un po', ti eri addormentata in piedi?» la canzonò lui, chinando la testa da un lato. Chiyo sentì un moto infastidito nascerle alla bocca dello stomaco e salirle su per la testa. "Mi ero dimenticata quanto fosse insopportabile" pensò, rimproverandosi di aver sperato di ritrovarlo.
«Eri talmente assorta che non mi hai sentito arrivare» ridacchiò lui. «A che pensavi?»
«A quanto fosse bella la pace e la solitudine!» disse lei, cercando di mostrarsi orgogliosa e tornando a fissare la luce bianca.
Kuroo accennò un sorriso malizioso, poi alzò le spalle e si voltò: «Allora ti lascio sola.»
Chiyo sobbalzò, voltandosi di nuovo verso di lui, e accennò un passo nella sua direzione. Il corpo le si era mosso senza che lei gli avesse dato ordini. Non voleva che se ne andasse di già, anche se... per quale motivo?
«Sì?» chiese Kuroo, cogliendo i suoi movimenti e sorridendo ancora, compiaciuto.
Chiyo avvampò e titubò qualche istante, in cerca di qualsiasi risposta avesse potuto tirarla fuori da quell'imbarazzante situazione.
«Beh...» cominciò, riuscendo poi a trovare la scappatoia. «Kageyama ha messo i suoi biscotti troppo in alto, questa volta. Non ci arrivo. Se me li prendi ti permetto di restare» disse incrociando le braccia al petto e tornando ad assumere un'espressione orgogliosa.
Kuroo restò immobile qualche istante, con quel suo sorriso che tanto la faceva arrabbiare. Era come se fosse superiore a qualsiasi cosa, era proprio insopportabile. E avere i suoi occhi così puntati addosso non la faceva sentire a suo agio: che aveva da guardare tanto? Era imbarazzante.
Finalmente lui si mosse e si avvicinò al mobile, aprendo lo stipetto in alto e cominciando a spostare le varie scatole.
«Che bel micetto» disse, mentre era impegnato nella ricerca.
"Bel... micetto?" si chiese Chiyo, non capendo.
Poi si ricordò.
E si impanicò.
Abbassò gli occhi alla cannottiera del suo pigiama, dove troneggiava l'immagine di un gattino teneramente avvinghiato a un gomitolo di lana. Arrossì ancora di più, per quanto fosse possibile, e d'istinto si portò le braccia intorno al ventre, cercando di nasconderlo.
"Porto addosso il marchio del nemico!" si rese conto. "Il suo simbolo!"
Se fosse stato possibile, sarebbe esplosa dalla vergogna.
Kuroo finalmente trovò i biscotti e scosse la scatola trionfante. Si avvicinò al frigo e gli si sedette davanti, permettendo a Chiyo di poter godere anche lei del fresco sporgendosi sopra la sua testa.
«C'è posto anche per me?» chiese, nonostante si fosse già accomodato.
Infilò una mano nella scatola, estrasse un biscotto per sè e sollevò gli altri, porgendoli a Chiyo.
Chiyo lo guardò con sospetto, chiedendosi cos'altro avrebbe fatto per metterla ancora più a disagio. Ma poi cedette alla gola e prese anche lei a mangiare. Sospirò e si impose di cercare la calma e godersi solo il momento.
Poggiò un gomito sulla testa di Kuroo, chinandosi in avanti, e si poggiò con la guancia sul pugno chiuso, sporgendosi dentro al frigo in cerca di ristoro.
«Ehy!» brontolò lui, non entusiasta dell'idea di fargli da appoggino.
«Che c'è? Ti spettino?» gli chiese lei con tono quasi annoiato e questo, stranamente, lo zittì, facendogli solo uscire una leggera risata dalla gola.
Per qualche minuto l'unico rumore che si riusciva a percepire dentro quella stanza fu il motorino del frigo e il loro sgranocchiare, assorti e compiaciuti da quella semplicità.
«Certo che...» cominciò Kuroo, storpiando le parole per il biscotto. «Ne hai di forza in quelle braccia, a vederti non si direbbe. Hai steso Tsukki con un solo colpo, oggi. Hai guadagnato tutta la stima di Bokuto, con quello, lo sai? Aspettati una dichiarazione tra non molto.»
«Che?» sussultò lei, allarmata.
«Anche se trovo sospetto che quel Tanaka non si sia già fatto avanti. Quel ragazzo ti adora.»
«Tanaka mi vuole bene come vorrebbe bene a sua sorella!» si affrettò a rispondere lei. «Non c'è niente di strano tra noi!»
«Ah no?» domandò lui, alzando lo sguardo. «Allora Bokuto è fortunato, nel caso volesse farsi avanti» sghignazzò. «A meno che non ci sia qualcun'altro. Insomma... salti al collo di chiunque ti si pari davanti, faresti cadere innamorato chiunque. Chissà, magari anche Tsukki oggi quando l'hai preso per mano ha sentito la famosa scintilla.»
«Che?!» stridulò lei ancora più nel panico. «No! Io... è solo il mio modo di fare!Lo sanno, insomma! Nessuno penserebbe che...» si agitò e non riuscì più a mettere in fila un discorso compiuto.
«Vuoi dirmi che davvero non c'è nessuno che ti gironzola attorno?» chiese lui, mostrandosi sorpreso. «A parte Yamamoto, che ormai ti sogna tutte le notti. Ma sogna anche le altre tue due amiche, le due manager, quindi non conta.»
«No, non c'è nessuno! » ringhiò lei, ormai al limite e non sapendo come uscire da quell'imbarazzante discorso.
Kuroo ridacchiò, tornando a fissare la scatola che aveva in mano. Infilò la mano, prendendo un altro biscotto, e tornò a sgranocchiare.
"Che razza di situazione" pensò lei, rossa in volto. Perché si ostinava a metterla così in imbarazzo? Era proprio odioso.
Kuroo alzò la scatola sopra la sua testa, sventolandola e facendo risuonare i biscotti all'interno, in un chiaro richiamo. Chiyo si riavvicinò e tentò di infilarci una mano dentro, ma lui la tirò indietro ed alzò la testa, guardandola sopra di sè e sorridendole.
«Basta una scatola di biscotti per attirare la tua attenzione, proprio come un bravo cagnolino.»
Chiyo si irrigidì, colta da un altro moto di nervosismo. Dio solo sapeva quanto desiderava prenderlo a pugni in quel momento.
«Hachiko-chan» concluse poi Kuroo.
«Chiyo-chan» disse lei, con tono di riprovero.
«Hachiko-chan.»
«Chiyo-chan!»
Kuroo rimase in silenzio qualche secondo, pensieroso, poi disse: «Hachiko-chan.»
Per poco Chiyo non cominciò a tirarlo per i capelli.
Insopportabile!
Non contento, lui allargò il sorriso, prese un biscotto dalla scatola e glielo avvicinò alle labbra, dicendole: «Tieni, i bravi cagnolini meritano un premio.»
Chiyo, continuando a fulminarlo dalla sua posizione sopraelevata, aprì la bocca e afferrò il biscotto con rabbia, coinvolgendo deliberatamente nel morso anche il suo dito. Kuroo sussultò, tirando indietro la mano e la sventolò davanti agli occhi, dolorante, mentre Chiyo si allontanava da lui di un passo. Incrociò le braccia al petto, orgogliosa, e lo guardò dall'alto al basso. «Bau» disse, storpiando la parola per il biscotto che stava masticando, e silenziosa si allontanò, intenzionata a tornarsene a letto.
«Aspetta!» la richiamò Kuroo, alzandosi frettolosamente. Chiuse il frigo e lasciò la scatola dei biscotti sul mobile, correndole dietro. «Scusami» disse, assumendo un'espressione rammaricata. «Non volevo offenderti.»

Chiyo lo guardò qualche secondo. L'espressione arrabbiata sul suo viso non c'era già più, ed era tornata la solita candida e innocente Chiyo. E proprio con quel candore, disse: «Non mi hai offesa.»
Lo sguardo di Kuroo raggiunse il suo viso appena in tempo per vederla sorridere deliziosamente. «Chiyo-chan il cagnolino mi piace, te l'ho detto.»
E anche lui si scoprì a sorridere intenerito: il modo di fare di quella ragazza, quasi da bambina, era in grado farlo impazzire un attimo prima e morire di dolcezza l'attimo dopo. Scombinava, frastornava, spaventava anche, ma poi metteva di buon umore e faceva ridere e sorridere, e venir voglia di stringerla come un pupazzetto. Tutto quello era assolutamente adorabile.
«Vieni con me» le disse all'improvviso, avvicinandosi a lei e prendendola per mano. Chiyo non ebbe tempo di capire che stesse succedendo che si trovò trascinata lungo i corridoi della Shinzen, verso meta ignota.
«A..asp...» provò a balbettare, confusa, ma lui si voltò a sorriderle e si portò un dito alle labbra, facendole segno di fare silenzio. Si fermarono a un angolo, poco più avanti, e lui approfittò per spiegare sottovoce: «Se ci trovano in giro a quest'ora saranno guai. Cerca di fare piano.»
Chiyo annuì semplicemente, nonostante in testa le esplodessero mille punti interrogativi, ma non riuscì a formulare parola.
Abbassò gli occhi a guardare la sua mano, ben stretta in quella di Kuroo, ora intento a guardare oltre l'angolo per accertarsi che i corridoi fossero liberi, e si sentì infuocare le guance. Ma non scappò, ne si agitò come sempre faceva. Restò lì, a sorridere timidamente, senza neanche più chiedersi quali fossero le sue intenzioni. Era bello così.
Kuroo riprese a correre, guidandola, fino a quando non si fermò vicino a una finestra semi aperta. Solo allora lasciò la sua mano, per poter usare la propria per aprire del tutto il vetro. Poi, alzando una gamba, la scavalcò e uscì fuori, lasciandosi cadere giù. Erano al piano terra, anche se la scuola era leggermente rialzata rispetto al livello del terreno, e per lui non era stato difficile uscire.
Chiyo si avvicinò e lo guardò, pochi centimetri più in basso della finestra da cui era affacciata. Sul suo viso si leggeva lo stupore e il panico: che intenzioni aveva? Se i Sensei li avessero scoperti sarebbe stata la rovina per loro!
Kuroo alzò le braccia verso di lei e le disse: «Non è molto alto, sta' tranquilla, ti prendo io.»
«Ma... stiamo uscendo dalla scuola? Sei impazzito?» riuscì finalmente a chiedergli. La sua mente andò inevitabilmente al volto furioso di Ukai. Lui la detestava già abbastanza, senza quel genere di bravate.
«Sbrigati e fai silenzio, vedrai che non lo scoprirà nessuno. Fidati.»
E stranamente, lei si fidava.
Si guardò attorno, cercando anche solo un'ombra che avesse potuto vederla e scoprirla. Era una ragazza rumorosa, un po' ingenua, a volte pasticciona e dispettosa, ma non una teppista che trasgredisce le regole. Quello, ancora, mancava nel suo repertorio... fino a quel momento.
Ma, stranamente, si fidava e desiderava veramente seguirlo, ovunque lui avesse voluto portarla. Sospirò e si decise, mettendosi cavalcioni sulla finestra e sporgendosi fuori. Non appena si lasciò andare giù, Kuroo l'afferrò sotto le braccia e attutì la sua caduta, poggiandola a terra delicatamente.
«Vieni» le disse poi, riprendendola per mano e tornando a correre.
Uscirono da un cespuglio su una strada deserta, data l'ora tarda. Kuroo si guardò attorno, poi l'attraversò e andò dall'altro lato, tornando a correre. Al primo incrocio, svoltò a sinistra, lasciandosi la scuola alle spalle e arrivando in un parco con delle giostre per bambini. Uno scivolo, delle altalene, dei dondoli, tubi su cui arrampicarsi, casette e quant'altro.
"Sono uscita dalla scuola di nascosto e attraversato la strada, tutto in pigiama, solo per... venire al parco?" si chiese lei, cominciando ad avere dei dubbi. «Hai intenzione di portarmi in un posto isolato e violentarmi?» chiese, alzando un sopracciglio. Kuroo sussultò, arrossendo, e per la prima volta quello colto da panico e imbarazzo fu proprio lui.
«Ma che ti viene in mente?!» chiese, agitandosi.
«E io che ne so» alzò le spalle lei. «Non mi hai voluto dire niente e mi hai trascinata per strada. Cosa dovrebbe pensare una persona, scusa?»
Lui continuò a fissarla qualche istante, non sapendo bene cosa dire, immerso nella vergogna, poi cercò di ricomporsi schiarendosi la gola e indicò qualcosa alla sua destra.
«L'altalena?» chiese lei, alzando un sopracciglio. «Vuoi fare un giro sull'altalena?»
«Non dicevi di voler volare?» chiese lui improvvisamente serio.
Chiyo si irrigidì, sbarrando gli occhi. Voleva farla volare, voleva darle quello che lei aveva sempre desiderato e che mai era riuscita ad ottenere, aggirando il problema che per anni l'aveva fatta soffrire. Era una soluzione stupida, eppure nella sua semplicità, così efficace. E dolce.
Kuroo fece un passo verso la giostra, provando ancora a condurla per mano, ma lei la ritrasse, facendola scivolare via dalla sua presa, e fece un passo indietro.
Una strana paura l'aveva attanagliata.
"Sarebbe bello poter volare."
Ora era così vicino, così consistente, dopo aver lottato per anni per riuscire a passare oltre. Non sapeva cosa provava esattamente, sentiva solo il cuore impazzito in petto e le gambe che desideravano correre di nuovo al dormitorio, nella sua stanza, chiudersi in un angolo e stringere al petto quella lettera che avrebbe aperto l'indomani.
"Com'è il mondo da lassù?" si ritrovò a chiedersi, fissando l'altalena, ma non ebbe il coraggio di avvicinarsi. Era terrificante pensare che avrebbe potuto abbattere anni di dolore e rammarico così facilmente e così improvvisamente.
Certo, non che non fosse mai salita su un'altalena, ma non l'aveva mai fatto con quella chiara intenzione.
«Sta' tranquilla» la voce di Kuroo risuonò troppo vicino al suo volto e quasi la fece spaventare. Arretrò appena, fissandolo con gli occhi terrorizzati.
Lui sorrise, sicuro e dolce, e aggiunse: «Se cadi, ti prendo.»
Ancora una volta si sentì disarmata di fronte a quel suo modo di fare dolce e deciso allo stesso tempo. In genere era lei che scompigliava la vita a chi aveva intorno, che creava il caos e turbava gli animi, ma quando aveva Kuroo accanto accadeva il contrario. Lui riusciva sempre ad avere il comando della situazione.
Le afferrò nuovamente la mano, stringendola dolcemente, e cercò di nuovo di tirarla verso la giostra.
Chiyo lo seguì, non più bloccata, lasciandosi guidare, aggrappandosi solo al sentimento di fiducia che l'aveva spinta fin lì e che ancora la spingeva avanti.
Si sedette sull'altalena e Kuroo le restò davanti, continuando a sorriderle, cercando di infonderle fiducia e tranquillità. Poi cominciò a spingerla, facendola arrivare sempre più in alto.
Chiyo rimase per un po' rigida, insicura, e continuò a fissare il ragazzo davanti a sè che accoglieva la sua altalena tutte le volte che gli arrivava davanti a la rispingeva indietro.
Il cuore in petto le batteva con la stessa potenza delle alì del colibrì.
«Ehy Chiyo-chan...» disse lui, una volta che lei ebbe acquistato velocità e che poteva arrivare perfino sopra la sua testa. «Allora, com'è il mondo da lassù?»
La domanda la colpì con la stessa potenza di un proiettile e il cuore sembrò cessare di battere nell'istante in cui lei decise di abbandonare il contatto visivo con Kuroo e di guardare davanti a sè. La terra si allontanò dai suoi piedi, mentre il cielo sembrava avvicinarsi e per un istante ebbe la sensazione di volare.
Il vuoto le chiuse lo stomaco, mentre lei tornava giù, ma non smise di guardare il cielo sopra la sua testa e il mondo davanti ai suoi occhi.
Riprese velocità e tornò su, superando il sorriso di Kuroo e tornando a puntare gli occhi sopra la sua testa. Non c'era altro che il parco, con le sue giostre, la terra pestata, la strada deserta poco lontano e le case davanti a sè. Eppure... era tutto così diverso da lassù.
Una lacrima le scivolò via dagli occhi, volando dalla sua guancia.
"Ehy, Chiyo-chan... secondo te, com'è il mondo da lassù?"
Ora avrebbe potuto dirglielo.
Se solo...
Un singhiozzo la scosse, debole e nascosto, come il suo dolore in tutti quegli anni. Flebile e che subito era sparito, soppresso dalla forza di non mostrarsi debole. Lei non doveva essere piccola e debole, doveva mostrarsi forte, solo così avrebbe potuto continuare a volare.
Chiuse gli occhi, colta da uno strano senso di vertigine e improvvisamente si sentì instabile. Si agitò sul sedile dell'altalena, colta da un momento di panico e puntò gli occhi a terra, ora così lontana.
Fu fatale.
Si sbilanciò e cadde in avanti, proprio quando si trovava nel punto più alto del suo volo. Kuroo, sotto di lei, sbarrò gli occhi ma prontamente allargò le braccia e fece un passo in avanti, per posizionarsi con precisione. L'afferrò, ma l'impatto lo fece sbilanciare indietro e cadere di schiena a terra.
Chiyo ci mise qualche secondo per riuscire a riprendersi e tornò pienamente in sè solo quando sentì Kuroo, sotto di lei, scoppiare a ridere come un matto.
«Sei caduta sul serio! Non ci credo!» riuscì a dire il ragazzo tra le risate.
Chiyo gli piantò le mani al petto e si sollevò, puntandogli gli occhi corrucciati in viso. «Mi spingevi troppo forte!» ringhiò, ferita nell'orgoglio. Non era vero, la colpa era stata sua, che aveva avuto quel senso di vertigine e di paura che l'avevano spinta in avanti, ma non riusciva a sopportare di vederlo tanto divertito dalle sue disgrazie.
«Beh, comunque...» disse lui, cercando di smettere di ridere e sorridendole affabile. «Ti ho presa! Hai visto?»
E Chiyo rimase ancora frastornata dalla sua incredibile dolcezza, arrosendo lievemente e sentendo una leggera sensazione di calore partirle dalla bocca dello stomaco. A volte era proprio carino.
«Ehy, piccoletta...» la riportò di nuovo in sè, Kuroo, che ora la guardava con un sorriso malizioso e un sopracciglio inarcato. «Però se non ti togli di dosso la cosa potrebbe anche cominciare a piacermi.»
Chiyo spalancò gli occhi, sentendosi morire dalla vergogna, e il viso per poco non le prese fuoco. Piantò un sonoro ceffone sulla sua guancia e si alzò, indignata.
«Pervertito!» ringhiò, allontanandosi di un paio di passi a braccia conserte. Ma poi tornò ad ammorbidirsi e un sorriso le distese il volto.
«Grazie, Kuroo.»


NDA.

Ehy ehy ehy! Eccomi puntualissima come (quasi) sempre xD
Sono tornati in scena i biscotti di Kageyama!!!! Ahahahahha e hanno avuto ruolo decisivo u.u senza di loro Chiyo non avrebbe avuto una scusa per trattenere Kuroo e chissà che non se ne fosse andato davvero. Poi chi l'avrebbe portata sull'altalena?
Quindi onore ai Kage-biscotti!
Allora... vi è piaciuto questo nuovo incontro notturno?
Quanto può essere carino e dolce Kuroo-kun quando vuole? *-*
Ed ecco i primi doki doki da parte di entrambi! I primi sguardi, i primi rossori e non dimentichiamoci della manina stretta mentre corrono nei corridoi. Fa molto Piccoli problemi di cuore XD
Però son dolci *-*
E niente... la smetto qui! Spero che mi facciate sapere che ne pensate, io aprofitto per ringraziare Frinet della recensione (scusa se non ti ho ancora risposto >.< ma ormai penso mi conosci xD) e ci vediamo al prossimo capitolo nel quale a quanto pare ci sarà un certo compleanno :P e si intitolerà "Vola alto, sempre"
....e non dimentichiamoci della lettera! u.u
Ok, ho detto abbastanza.
Cià cià!


Tada Nobukatsu-kun \(W )/

   
 
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