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Autore: NightWatcher96    20/10/2016    1 recensioni
Mikey è scomparso misteriosamente e niente è come un tempo ma tutto cambia con l'arrivo di un cucciolo di tartaruga così grazioso che rimpiazzerà il secondo del Team B.
Tutto raccontato dai membri della famiglia.
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: April O'Neil, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'Autrice

Nuovo Capitolo è qui! Dopo un po' di tempo rieccomi ad aggiornare e a ringraziare sempre e con il cuore tutte coloro che mi seguono e attendono con ansia i miei lenti aggiornamenti. Detto questo, vi lascio al capitolo. Buona lettura!



Chapter 4: Evil Hand (Part II)

La mia piccola tartaruga si era svegliata dopo un'oretta di sonno sul morbido giaciglio che Donnie gli aveva creato. I suoi ampi occhi azzurri scrutavano attenti il laboratorio ma con aria di familiarità, come se quel luogo dai mille brusii facesse parte di un passato ormai fumoso.

Notò un pc lampeggiante, la poltroncina rossa di Donnie rivolta verso la porta socchiusa di quel tanto da far passare il suo minuto corpicino: sicuramente il genio era in un'altra stanza.
Mikey zampettò verso il bordo della scrivania, scrutando attento il modo meno doloroso per scendere e curiosare un po' in giro. Aveva un certo languorino, poi!
Saltellò come una cavalletta sulla prima di alcune scatole da scarpe zeppe di blocchetti, pezzi di legno riutilizzabili e attrezzi arrugginiti, che affiancavano come una torre la scrivania.
Attento come avrebbe potuto essere, scese sui bordi dei contenitori di cartone, come una scala e raggiunse finalmente il pavimento. Scodinzolò compiaciuto e zampettò fuori dal laboratorio.

Il corridoio era in penombra ma non del tutto buio per una temeraria che non si sarebbe lasciata intimorire da qualche ombra. Mikey proseguì tranquillamente fino a quando non si sentì sollevare delicatamente dal pavimento.
Borbottò qualcosa simile a versi di diverse timbriche, ovviamente contrariato ma non appena si specchiò negli occhi bordeaux di Donatello cominciò a scodinzolare e ad agitarsi festosamente. Leccò il pollice di mio fratello e si sdraiò di pancia come un cagnolino.

"A chiunque faresti sciogliere il cuore con la tua dolcezza, piccoletto"- mormorò con una nota di dolcezza.  "Cercavo giusto te. Ti dispiace se prendo un campione del tuo sangue?". Mikey corrugò la fronte ma negò vigorosamente, infilandosi nel suo guscio tremando di paura. "Non dirmi che hai paura degli aghi, voglia sperare!"- esclamò stupito mio fratello. E di nuovo Mikey fece sbucare solo la testa per annuire con occhi luccicanti di lacrime e le guance gonfiate per un broncio tenero. "Suvvia, sarò delicato"- riprovò e di nuovo Mikey negò.

 Mentre si rimetteva a quattro zampe, sfuggì dalla mano di Donatello, spaventato dalle sue enormi dita che si chiudevano a mo' di gabbia per evitare fughe e si ritrovò a balzare nel vuoto, per grande stupore dell'altro. I suoi tentativi di riprenderlo divennero vani e un tonfo secco anticipò un guaito di dolore puro.

"MIKEY!"- esclamò Donatello, inginocchiandoglisi accanto.

La piccola tartarughina tremava e si lamentava a voce stesa, agitando i suoi arti, eccetto la zampa posteriore sinistra, perfettamente immobile. L'urto le aveva provocato un trauma.
Improvvisamente la luce nel corridoio ingoiò totalmente le tenebre: alle spalle di Donatello circa tre ombre si allungarono.

"Che diavolo sta succedendo qui?"- ringhiai un po' infastidito.

Donatello deglutì, senza emettere un suono dalla bocca ostinatamente chiusa. Non appena mi avvicinai, cercando di decifrargli la misteriosa espressione sul viso, sbiancai e avvampai come un cerino.

"Hai fatto del male al mio Mikey?!"- urlai fuori di me.

"N-no... è stato un incidente...!"- farfugliò Donnie, guardandomi con occhi ampi di sensi di colpa.

Raccolsi la mia piccola amica e la studiai attentamente: la zampetta calda, rossa e gonfia non prometteva nulla di buono. "Mettila in sesto! Adesso! Fai una radiografia, metti una stecca, fai una diavoleria delle tue!"- imprecai in un crescendo di voce.

"Raphael, sono sicuro che Donnie non voleva accidentalmente fare del male a Mikey..."- si intromise calmo Leonardo.

Mi scostai con uno strattone, chiudendo piano le mani con fare protettivo sul corpo della tartaruga gemente.

"No, ha ragione Raph. Volevo solo prendergli un campione di sangue per analizzare meglio la tartaruga... e mi è sfuggita di mano"- raccontò miseramente Donnie.

Gli afferrai brutalmente la cinghia che trapassava il suo petto, tirandolo violentemente in piedi. In quel momento i miei occhi avrebbero potuto incenerirlo.

"Come hai potuto, Don! Come hai potuto!"- ruggii, lasciandolo.

"Volevo soltanto...".

"In realtà vedi Mikey come un esperimento ben riuscito! E non come la tartaruga incredibile che è!"- ruggii, di spalle. Menzionare continuamente il nome del mio fratellino era riuscito a gonfiarmi di lacrime gli angoli degli occhi e per nessuna ragione al mondo mi sarei fatto vedere. "Aiuta Mikey!".

Senza un suono, Donnie annuì e allungò la mano per raccogliere Mikey ma fui più rapido e gliela schiaffeggiai, allontanandomi di un passo.

"Non ho detto di toccarla. Hai già fatto abbastanza danni per oggi, non credi?"- sillabai freddamente.

Lo sguardo di Donnie lampeggiò di dolore e annuì una seconda volta, deglutendo un fiume di lacrime...
 


Il porto era illuminato da una lunga serie di lampioni che ricordavano la presenza di un molo e di un marciapiede che conduceva più in periferia. Sotto la luna piena, in compagnia di milioni di brillanti stelle, alcune navi cominciavano ad allontanarsi verso l'orizzonte, sorvegliate con aria malinconica da alcuni marinai che affogavano gioie e dolori in bottiglie di liquore.

Occhi gialli scrutavano incessantemente la marea di containers, alla ricerca di uno in particolare, contenente un lauto bottino. Neutralizer annusò l'aria, frusciando leggermente la coda sull'asfalto: percepiva una presenza più che familiare.

"Che ci fai qui?".

La salamandra non trattenne un ghigno e si voltò lentamente, vagando con lo sguardo alla ricerca dell'ombra che rapidissima saltava sui container più alti, come un girotondo.

"Secondo te? Affari miei"- replicò, sguainando due pistole laser dalla cintura in vita. "E tu che mi dici fratello?".

La figura si fermò sotto la luce di un faro aggrappato a una gru non molto lontana, lasciandosi finalmente vedere. Slash teneva una mano sul fianco, l'altra stretta intorno all'impugnatura della sua fedele mazza serrata.

"Non sono tuo fratello. Non farmelo ripetere sempre"-  intimò, con voce piatta. Slash balzò energicamente dalla posizione in cui era e gli piombò davanti, in silenzio.

"Mi ha fatto piacere rivederti, fratello ma adesso lasciami lavorare in pace".

Slash gli puntò contro la mazza ferrata, socchiudendo gli occhi. "Non prima di avermi detto quali sono le tue vere intenzioni".

"Sei un vigilante o cosa?"- sogghignò Neutralizer, facendo scattare il meccanismo dei grilletti delle pistole. Era pronto a sparare.

"Questa è zona rossa. Tu non lo sai ma è contaminata da alte radiazioni di plutonio ed è altamente nociva"- spiegò Slash, abbassando l'arma. "Tu è il plutonio che stai cercando, non è vero? Per chissà quale tua sporca idea!".

"Le mie idee di vendetta mi porteranno piuttosto lontano e sta a te decidere da quale parte stare".

Slash socchiuse gli occhi e li riaprì un istante dopo: Neutralizer era svanito dalla sua traiettoria visiva.

"Questa notte non la farai franca!"- ruggì l'imponente tartaruga, scagliando la sua mazza ferrata verso un container arrugginito, alla sua sinistra.

Si udì uno sparo, una luce magenta intensa e la mazza che roteava nell'aria. Slash la riacciuffò ma in quel frangente capì all'ultimo istante di venir brutalmente colpito al petto: crollò al suolo con un gemito ma non perse i sensi.

Neutralizer gli riapparve davanti, guardandolo con un ghigno subdolo. "Come sei caduto in basso, fratello. Addirittura proteggi gli umani adesso".

Slash sputò un grumo di saliva e gli tenne fieramente il confronto di sguardi mentre Neutralizer scuoteva lentamente il capo, in segno di delusione.

"Segui sempre il tuo prezioso padroncino? Non sei il suo animaletto!"- proseguì, mollandogli un calcio alle costole. Slash incassò ma non osò lamentarsi per non dargli alcuna soddisfazione. "Come si chiamava? Ah, sì. Ricordo. Raphael, giusto? E dimmi, fratello, dove si trova adesso?".

Slash deglutì il sapore ferroso del sangue giù per l'esofago ma non replicò.

"Non ti ho sentito. Suvvia, fratello, sai che odio ripetermi"- canzonò Neutralizer, puntandogli contro una delle sue pistole.

"Non... non sono tuo fratello"- sibilò Slash, tentando di rimettersi in piedi.

Il ghigno sulle fauci della salamandra svanì come nebbia e al suo posto si marcò un'espressione di rabbia cieca. Fu tutto molto rapido: l'ira lo abbagliò, premette il grilletto e un boato spaventò seguitò un fascio di luce magenta.
Nessun grido. Nulla.

L'implosione silenziosa di luce tracciò i contorni degli edifici evacuati per radiazioni più vicini alla zona rossa del porto e si rifletté sul pelo increspato del mare. Qualche marinaio ubriaco rimase a guardare affascinato, affogando il sonno in un ultimo sorso di liquore e poi il buio regnò sovrano.

La nube di fumo che si venne ad alzare in seguito si diradò pochi istanti dopo, spinta via dal vento del nord: containers sparsi e disordinati, bruciati e alcuni ancora a contenere a malapena la violenza delle fiamme erano diventati un luogo di macerie e distruzione.

Una mazza ferrata sporca di fuliggine giaceva abbandonata sull'asfalto.
Ma il suo padrone mancava...
 


"L'urto ha provocato una distorsione temporanea. Fortunatamente non si può definire una frattura in piena regola".

Sospirai sollevato dopo le parole di Donatello, che ancora si rifiutava di guardarmi negli occhi dopo l'incidente nel corridoio di qualche oretta fa. Questa era davvero una buona notizia.
Mikey aveva smesso di guaire e ora se ne stava disteso su un cuscino del divano con la zampetta sorretta da una stecca e un generoso strato di bende. Era abbacchiato, senza forze ma ancora non si abbandonava al sonno.
Gli feci una piccola carezza e lui mi offrì un leggerissimo sorriso.

"Almeno non è grave"- mormorai sottovoce. Raccolsi il cuscino e feci per uscire dal laboratorio quando sentii la voce di Leonardo che si schiariva per attirarmi l'attenzione.

"Non credi che dovresti dire qualcosa?".

"Certo"- replicai sarcastico, poi mi voltai verso Donatello. "La prossima volta che ti becco con le tue fantasie perverse, ti ritroverai nelle condizioni del mio piccolo Mikey!".

Donnie deglutii e chinò ulteriormente il capo, torcendosi le dita nel disperato tentativo di non piangere. Forse stavo esagerando.

"Non essere così rude, Raphael!"- mi riprese il maestro. "Donatello ha fatto un errore, vero, ma lo ha riparato nel modo più nobile. Non mi aspetto un'eccessiva dimostrazione di gratitudine da parte tua. Al contrario: desidero solo che tu rifletta abbastanza da tornare perfettamente lucido".

"Nessun giro di parole, sensei. Non perdonerò facilmente Donatello!"- replicai, tornando a dar loro il mio guscio.

"Non credi che stai lentamente sostituendo Michelangelo con quella tartaruga?"- ribatté Leonardo, facendo un passo avanti.

Mi irrigidii, spalancando gli occhi verso il vuoto, con la realizzazione che probabilmente, in una remota parte del mio cervello, davo ragione a Fearless ma il mio orgoglio gridava cose contrarie. Quel cucciolo che mi fissava adorabilmente, con un faccino triste, il broncio terribilmente carino e la testolina sollevata dal cuscino chiedeva di dare una risposta sincera. Mikey fece un verso simile a un sussurro e si abbandonò nuovamente alla stoffa zaffiro, stanco e dolorante.

"Non è colpevole prendersi cura di un cucciolo abbandonato. L'ho fatto con Slash quand'ero un bambino, lo faccio tutt'ora. Non sto sostituendo nessuno. Se lo vuoi sapere, Fearless dei miei Sai, Mikey mi sta aiutando. Sono sicuro che potrà aiutarci nella ricerca del nostro fratellino!".

"Uscivi tutte le notti. Ora lo stai facendo di rado. Quel cucciolo ti sta annebbiando il cervello"- intimò Donatello.

"Vorrei spaccarti la faccia. Ma ho Mikey fra le mani e non voglio che assista a qualcosa di non troppo piacevole"- mormorai, chiudendomi in camera mia.

Poggiai il mio amichetto sull'amaca giusto in tempo: la mia vista si annebbiò di lacrime, la rabbia crebbe nel petto a dismisura e inutile sarebbe stato saltare come una cavalletta per colpire l'aria e sfogarmi in qualche modo. I miei fratelli non capivano affatto.

Mi appoggiai alla porta e scivolando lentamente in una posizione seduta mi abbandonai a un piatto silenzioso.

Mikey mi guardò mortificato e guaì leggermente. In qualche modo si era reso conto che la mia famiglia lo vedeva come un peso...
 


"Eccolo... il dolce, prezioso, plutonio...! L'ultima capsula è mia...!".

L'alone dorato brillava a intermittenza in una voragine non abbastanza profonda. La potenza dei laser era riuscita a creare non pochi danni.
Neutralizer si leccò le fauci insanguinate e raccolse l'importante trofeo, mentre dalla sua gola scoppiava in un crescendo riverberato la risata sadica del suo trionfo.

"Preparatevi, tartarughe! La vostra ora è segnata!"...


 
  
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