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Autore: Kristen92    20/10/2016    1 recensioni
"Mai avrei creduto, invece, di vedere con i miei occhi la morte prendere forma. Di poterla sentire e toccare. La morte che terrorizza anche il più crudele e vile degli uomini. Lei.
Non è niente, non è nessuno. È morte. Lei è Wanheda. Colei che comanda la morte. Colei che ha la forza di distruggere ogni cosa e ogni persona, colei che vede i morti".
Clarke e Lexa sono due anime diverse ma, forse, destinate ad un futuro condiviso. Dove odio, vendetta,lealtà, fiducia, coraggio, amicizia e amore si incontrano e si scontrano.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Titus, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



La Ricerca

Un cavallo galoppava nella folta foresta. Il cavaliere era coperto da una lunga mantella col cappuccio grigio scuro. Titus aveva un solo obbiettivo da mesi: doveva portare a termine quella missione, anche se gli sembrava più un suicidio che altro. Ma per Heda avrebbe dato la sua vita mille volte, la sua devozione non era messa in discussione. Superò la terra dei Floukru e dei Trikru, si stava avvicinando al confine nord, quello degli Azgeda. L'aria si stava facendo sempre più gelida. Era arduo superare Azgeda senza riportare un graffio, ma la sua determinazione era tale che riuscì ad addentrarsi nel territorio senza subire alcun danno.
 Riuscì ad arrivare fino alla terra che tutti evitano di attraversare, la terra della desolazione più assoluta. Il territorio di nessuno era una vasta foresta desolata, dove vi erano solo pericoli ad aspettarti dietro ogni albero o pietra. Nessuno osava addentrasi, i pochi stolti che avevano tentato non erano più tornati a casa. L'unica piccola informazione che Titus ricordava era quel luogo. Non era sicuro che avrebbe trovato quello che cercava ma doveva provarci. Gli equilibri di quel mondo che lui e Heda avevano,con fatica, costruito si stavano sgretolando e lui non poteva permetterlo. Camminò e vagò per quella terra per giorni, quando arrivò nel luogo che cercava. Era una grotta semi nascosta dalla vegetazione. Si fermò   un attimo prima di entrare, prese alcuni lunghi respiri e pensò:
“ Ci siamo. Dev'essere qui. Ti prego fa che sia qui ”.
Entrò.  Avanzava a piccoli passi nell'oscurità della notte con solo la luce della luna che filtrava dalle rocce a fare un po' di chiarezza. Arrivato ad uno spiazzo circolare si fermò. Cercò di capire dov'era finito quando una voce lo fece rabbrividire.

<< Guardate chi ha portato la notte buia, un piccolo stolto che entra nelle dimore altrui,senza neanche annunciarsi.. >> la voce era bassa e roca.
<< Chiedo scusa per la mia scortesia, sono venuto qui per cercare una  persona >> disse Titus guardandosi intorno per capire da dove provenisse quella voce.
<< Una persona? Non troverai persone qui. Solo loro. Nulla, nessuno.. >> disse la voce.
<< Cerco chi non ha un nome, chi non ha una casa, cerco il nulla e chi comanda la morte >> 
<< Wanheda.. >> sussurò la voce.
<< Si, chiedo l'aiuto di Wanheda, il tempo è giunto >> disse Titus con decisione.
Improvvisamente Titus si ritrovò sbalzato indietro, una mano gli stringeva la gola spinto contro la parete di roccia. Il dolore giunse lancinante e Titus pensò che forse non era stata poi una così bella idea entrare lì dentro.
<< Il tempo è giunto??? Chi sei tu, misero ammasso di carne, per dire che il tempo è giunto? Sei forse una divinità travestita da pecora? Parla! Chi sei tu?? >> Tuonò con forza. Titus annaspava in cerca d'aria, la stretta era ferrea e potente. Cercò di vedere chi fosse quella persona che avesse così tanta forza ma il viso era coperto nell'ombra da un cappuccio nero. Allora decise di provare a rispondere, non gli rimaneva altra scelta.
<< F-Fleim-K-Kepa.. >> sussurrò, ormai senza fiato.
<< Titus? >> di colpo la presa si sciolse, Titus cadde a terra ansimante, alla ricerca di più aria possibile. Si portò le mani alla gola, il dolore era ancora presente.
<< Tu sei... Titus? >> domandò ancora la voce.
Titus alzò lo sguardo e riuscì a vedere quegli occhi che lo tormentavano da molti anni ormai, quegli occhi di ghiaccio cosi pieni di oscurità che il solo guardarli ti faceva tremare. Era lei. L' aveva trovata finalmente.
<< Wanheda... >> disse cercando di schiarirsi la voce ormai roca per colpa della stretta di Wanheda.
<< Vi supplico...ascoltatemi >> pregò.
<< Non dovresti essere qui. Tieni così poco alla tua misera vita, Titus? >> Ringhiò Wanheda.
<< So che non mi sarei più fatto vedere da voi, per la mia vita. Ma la mia vita è nulla paragonata a quella della mia protetta. Ti supplico Wanheda, Heda ha bisogno di te! >> Teneva lo sguardo a terra, pregava che le sue parole venissero ascoltate, ma in un lampo si ritrovò scaraventato dall'altra parte della grotta, l'impatto fu talmente violento che pensò di aver sentito le costole incrinarsi.
<< Come osi?? Come osi presentarti alla mia vista dopo quello che hai fatto? Avevo giurato che se ci saremo rivisti ti avrei ucciso! >> Titus si ritrovò preso per il colletto della sua tunica, i piedi non toccavano più terra.
<< E ora avrò l'immenso piacere di farlo, finalmente >> disse lentamente.
<< Ti prego, se è la mia morte che desideri, l'avrai! Ma aiuta Heda ti supplico! Solo tu puoi farlo... >> prego ancora Titus.
<< Non mi sottometterò mai ad un altro Heda! >> Continuò sbattendo ancora la schiena di Titus contro la parete.
<< Lei è diversa! É speciale! Sai perfettamente che non ti potrai mai redimere se non fai ciò che sei destinata a portare a termine!! >> con forza Wanheda lo scaraventò ancora per terra. Titus cercò di rialzarsi, ma le gambe non avevano più forze. Rimase in ginocchio ansimando. Wanheda si girò, emettendo un rantolo di disperazione. Irrigidì la schiena e fissò al suo lato.
<< Dovrei ucciderlo, merita di morire, più di quanto lo avreste meritato voi...nhggg uscite dalla mia testa!! >> urlò.
Titus era immobile. Aveva sempre saputo che Wanheda portava un fardello davvero grande, la sua croce, la sua punizione eterna. Si rassegnò, non sarebbe uscito vivo da quella grotta. Ma all'improvviso una risata lo svegliò dai suoi pensieri. Era così inquietante che il sangue gelò nelle sue vene.
<< Ahahahah....vattene. Vattene Titus. Non tornare mai più. Ti assicuro che la prossima volta non sarai così fortunato >> gli disse Wanheda con una calma agghiacciante.
Titus, allora, si alzò con fatica. Tenendosi il fianco si avviò verso l'uscita, prima di imboccarla si girò verso Wanheda e disse:
<< Ha il suo stesso sguardo, la stessa scintilla di determinazione che ardeva in lei. Ti prego, non lasciare che quella scintilla non divampi. Lei è quella che stavi sempre aspettando >> con queste parole riprese la strada che portava all'uscita.

Non era mai stato un uomo ironico, al contrario, la sua serietà era ciò che l'aveva sempre caratterizzato. Ma in quella situazione, Titus, non potè notare l'ironia che si celava dietro al suo gesto. Non solo aveva trovato Wanheda ma le aveva anche parlato e ,ora, stava cercando di ritornare a casa. Era viv, a mani vuote, ma vivo. Non pensava di uscire integro da quella grotta, invece, aveva  solo qualche costola rotta e qualche graffio qui e la, Wanheda non l'avrebbe mai aiutato, non lui.
Mentre cavalcava per uscire da quella terra di nessuno, all'improvviso cadde a terra. Un branco di lupi affamati l'avevano già circondato, i loro occhi erano iniettati di sangue. Ferito non poteva neanche sperare di poter tentare di scappare. Quando vide i lupi intenti a saltargli addosso, chiuse gli occhi aspettando. Non accade nulla. Quando gli riaprì vide Wanheda che scaraventava un lupo contro un albero e con il braccio staccare la testa ad un altro. Ringhiando, i lupi scapparono impauriti. Ancora di spalle, come quella volta, pensò Titus. La stessa figura imponente.

<< Solo io posso ucciderti >>.
<< Segui quel sentiero, ti porterà verso il fiume Durka, da lì conosci la strada >> gli disse Wanheda indicandogli la via.

Titus guardò verso la direzione indicatagli e quando si voltò verso Wanheda ,questa era scomparsa nel nulla. Come se non fosse mai stata li.

  
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