Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: M a r t    22/10/2016    2 recensioni
Namjoon si ritrova a dover tenere d'occhio parecchi legami, senza preoccuparsi dei suoi che vanno a scontrarsi.
Jimin e Jungkook cercano di trovarne uno che vada bene per loro.
Taehyung se ne ritrova troppi fra le mani e non riesce a gestirli.
***
{Ispirato ad I NEED U} {slash/het} {jikook} {altre pairings}
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIII
 
 
 



 
I nastri gialli gli fanno girare la testa e l'odore di cibo spazzatura gli invade le narici e lo confonde. Sua zia voleva fargli una sorpresa, ma non avendo abbastanza braccia ad aiutarla ha dovuto chiedere il suo contributo. Taehyung sta organizzando la sua stessa festa a sorpresa e non ne è incredibilmente felice. 
Non perché odi festeggiare, ma non è una cosa che abitualmente fa e perciò si sente un tantino a disagio. Ci saranno anche i suoi amici, la zia li ha chiamati tutti quanti per un invito ufficiale, anche se non ce n'era bisogno. Chi vorrebbe un invito per questo
Palloncini colorati sul pavimento e diverse tovaglie opache e dalle differenti fantasie sulla grande tavolata, perché non se ne sono potuti permettere una sola e abbastanza lunga, qualche aperitivo in grado di sfamare almeno quattro persone e tante patatine oleose. Non c'è neanche la torta.
 
Namjoon gli ha detto che l'avrebbe portata Seokjin, come regalo bonus per la sua festa. Si era sentito in imbarazzo dopo tale notizia, insomma, ricevere un regalo era già abbastanza, che si scomodassero pure per sistemargli il cosiddetto buffet gli sembrava esagerato. E inoltre, non gli sembra davvero il trenta dicembre, non sente che sia la sua festa quella che sta aiutando a organizzare.
 
Suonano al campanello e Taehyung va di corsa ad aprire, tutto pur di non restare un altro minuto di più nel salone colmo di tutto e niente. Non possono permettersi di affittare una sala per una sera e gli va bene così, davvero, sua zia fa già troppi sacrifici per lui, ma vorrebbe solo non dover essere costretto in tutto questo. 
Alla porta è Hoseok, è in largo anticipo. 
 
- Tanti auguri ! 
 
- H-hobi, ciao... - Taehyung non è pronto a fingere di adorare questa giornata, ha bisogno di più tempo. Hoseok però non sembra percepire il suo stato d'animo e lo stringe forte tra le braccia, la busta contenente il regalo per il festeggiato che gli sbatte sul retro delle ginocchia.
 
Sua zia gli è venuta dietro e si preoccupa lei di far accomodare il loro primo ospite in casa. Taehyung rimane ancora stordito davanti alla porta aperta. Lascia che l'aria gelida invernale gli arrossi il viso e respira a pieni polmoni nell'intento di congelare la sua anima.
È tutto forzato. Niente di tutto ciò è reale, né i palloncini, né il sorriso smagliante dipinto sul volto di Hoseok. I regali sono vuoti e la torta non arriverà, come non arriverà Seokjin. Verrà fermato dalla pioggia e se ne farà una ragione.
La pioggia è reale. Gli bagna le guance e lo fa singhiozzare, gli rende difficile tenere la testa alta e gli fa pizzicare gli occhi. Taehyung non vuole piangere il giorno del suo compleanno, ma non sa neanche perché dovrebbe essere il suo compleanno.
 
La porta è chiusa ormai, sua zia è venuta a controllarlo e ora è seduto sul divano con Hoseok, il suo braccio sulle sue spalle che continuano a venir scosse dai singhiozzi e c'è profumo di vaniglia che gli annebbia il cervello.
 
- Sei triste?
 
- Non è reale tutto questo.
 
- Cosa?
 
- Tutto. Tu, io, la zia. Tutto.
 
- Taehyung, - e questi lo guarda, fissa i suoi occhi scuri e gentili, così gentili da fargli male. Non si merita di essere perdonato o di essere amato, non si merita il cuore di Hoseok - Io sono qui, e sono felice di esserlo, di stare con te. È il tuo compleanno, sono felice che tu sia nato, che tu sia reale e non frutto della mia fantasia, - gli sposta una ciocca di capelli da di fronte agli occhi e accarezza la sua guancia fredda, Taehyung si abbandona al contatto caldo e alle parole dolci - Vorrei che anche tu fossi felice.
 
Cosa dovrebbe rispondere? Non esistono risposte a queste domande, ad affermazioni o solo alle parole, fiumi di parole che vengono mormorate da labbra gentili. Allora regala un silenzio, uno di quelli positivi che dicono "ho capito" e che esprimono serenità. Taehyung è più tranquillo, Hoseok lo stringe ancora un po' tra le sue braccia. Si delizia di un contatto che un giorno dovrà cedere a qualcun altro, qualcuno che saprà amare Taehyung meglio di lui, che potrà prendersene cura senza il bisogno di venir curato.
Restano così finché non suona di nuovo il campanello, poi si alzano e danno inizio alle danze.


 
✄✄✄
 
 
C'è odore di fragole fresche e glassa all'interno della macchina, un odore che sovrasta lo spiacevole sedere sui sedili vecchi e la sensazione di soffocamento che causano le piccole dimensioni del veicolo. Seokjin dovrebbe cominciare a pensare di investire su una nuova auto, per l'avvenire, per Mina, per il bambino. C'è bisogno di sicurezza e precisione, un po' di classe e più mano al portafogli, un airbag funzionante.
Il posto dell'autista è vuoto, Seokjin è sceso per andare a suonare al citofono di Yoongi, avvisarlo che deve darsi una mossa perché sono già in ritardo, anche se mancano ancora venti minuti all'ora dell'appuntamento. Namjoon si era proposto volontario, ma aveva ben altro da fare e aveva passato i suoi compiti all'amico, restando immobile nel sedile del passeggero, occhi fissi sullo specchietto retrovisore che riflette l'immagine di uno Jungkook perso nel vuoto.
 
Sono andati a prendere prima lui dopo essersi accordati il giorno prima nel caso necessitasse di un passaggio per andare alla festa di Taehyung. E in realtà l'avrebbe potuto accompagnare Rome, ma poi avrebbe voluto incontrare i suoi 'amici' e si sarebbe imbucato in un contesto che non gli apparteneva. Lo avrebbe messo a disagio un'altra volta, l'avrebbe nascosto dietro la sua ombra, rovinando tutto ancora e ancora e ancora. Inoltre non voleva che vedesse Jimin.
In realtà, non voleva vederlo neanche lui stesso. Ed ecco perché Namjoon era rimasto in macchina, con la scatola contenente la torta di Taehyung sulle ginocchia e l'odore di fragole a fargli arricciare il naso. Non gli piacevano molto, non quanto all'attuale festeggiato.
 
- Ho parlato con Jimin l'altro giorno.
 
Inizia così il discorso, perché non ha il tempo di girarci intorno e perché sa che Jungkook eviterà l'argomento. Questi si risveglia dai suoi pensieri e incrocia il suo sguardo attraverso lo specchietto retrovisore. Alza un sopracciglio ed è pronto a lasciarsi andare ad una mezza risatina di scherno. Non trova neanche poi tanto incredibile che Jimin sia andato a cercare conforto nelle braccia di qualcun altro, eppure il pensiero lo fa delirare e se non fosse che un po' di bene al suo supervisore gliene vuole, gli avrebbe già spaccato la faccia a martellate sul cruscotto. Si fa per dire, ovvio.
 
- E che ti ha detto?
 
- Che vuole essere infelice,- Namjoon arriccia le labbra e sospira - E che ti ama. Che ama amarti e che sei un bravo ragazzo, che non meriti l'inferno e quindi lui non può starti vicino perché non vuole farti del male.
 
- Che gran stronzata.
 
- Jung–
 
- No, ascolta. Non me ne fotte nulla dell'inferno, non ci credo a quella roba lì. Rispetto la sua religione e se vuole credere che sentirsi una merda tutta la vita lo porterà a qualcosa di buono, bene, che lo creda! Ma che non venga a dire che lo fa per me. Lui non può decidere al posto mio, nessuno può farlo e se andrò all'inferno non sarà certo perché mi sono innamorato di un ragazzo. Cristo, se fosse quella la cosa peggiore che ho fatto fino ad oggi!
 
Namjoon rimane in silenzio. Non si aspettava tante parole, non dalla voce di Jungkook, non di questo carico. Fa spazio nella sua mente per poter dare una risposta logica, ma lo trova estremamente difficile. Jungkook ha ragione, in un certo senso. Se riuscisse a spiegare il suo punto di vista anche a Jimin è probabile che questi voglia darsi una possibilità, che decida di scegliere il bene per se stesso.
Namjoon sta per dirglielo, è sul punto di sganciare la bomba e di aprire un varco in quella che potrebbe essere la strada giusta, quella meno presa in considerazione, quella del dialogo. Ma viene interrotto dal rumore di sportelli che cigolano e voci in contrasto.
Seokjin e Yoongi sono finalmente ritornati alla macchina e il primo sta mettendo in moto mentre bisticcia con il secondo. Non si sono neanche accorti dell'atmosfera nella quale sono bruscamente entrati.
Namjoon cerca di scriversi un post-it mentale per ricordarsi di continuare questa discussione con Jungkook più tardi. Spera di non scordarla come la maggior parte delle cose importanti.
 
Parlando di cose importanti, controlla di avere con sé il regalo per Taehyung e sospira sollevato quando ne è certo. Controlla più volte nel caso il suo cervello non gli stesse giocando brutti scherzi e la fine è sempre la stessa.
Gli ha fatto una carta buono per un negozio carino dove vendono sia capi d'abbigliamento che prodotti per la pelle e per il bagno. Una volta sotto consiglio di Seokjin aveva provato una di quelle maschere rilassanti, trovandole anche a prezzo scontato; soldi ben spesi sicuramente.
 
Jungkook gli ha detto prima che il suo regalo era una bella giacca invernale calda e morbida che ormai non usa più. Ha anche affermato che inizialmente gli era sembrata una brutta idea, - Deve essere un regalo, non un offerta di carità, no?, ma successivamente, dopo averci rimuginato su, si era reso conto che non era poi tanto male. Jungkook non ama l'idea di condividere le sue cose, figurarsi a regalarle completamente a qualcuno perciò, almeno da parte sua, è un pensiero importante. Namjoon aveva fatto una faccia confusa e al suo mormorare un 'Ma non l'avevi fatto con Jimin il regalo?' Jungkook aveva taciuto.



 
✄✄✄


 
Sapeva che si sarebbe ritrovato da solo. Del resto è stata una sua decisione, quella di rifiutare il passaggio di Seokjin e Namjoon e il motivo risulta davvero troppo lampante per essere tirato nuovamente in ballo. Ma Jimin è fatto così, deve pensare più volte alle stesse cose altrimenti non può dargli il giusto peso. Forse.
Il problema è Jungkook. Lo sta evitando ultimamente, considerando la sua scelta di vita e il fatto che era arrivato il momento di rendere felici gli altri. Hai giocato una buona partita, Jimin, ora smettila di essere egoista e felice! Cos'è la felicità? Nulla. Jungkook starà bene, non ti ama. Evitargli questo grattacapo è il tuo compito d'ora in poi e non puoi fallire, altrimenti andrà a finire come l'altra volta, e tu questo non lo vuoi, giusto? 
 
Taehyung ha detto che poteva mangiare se voleva, intanto che aspettavano gli altri, e lui ha preso alla lettera le sue parole. Il suo stomaco deve reagire in maniera differente a seconda dello stress; se a Natale non aveva intenzione di ingurgitare neanche una fetta di pane, adesso potrebbe mangiare persino l'intera tavolata. Si è sempre ritenuto una buona forchetta, e un amante del fritto. La sua pancia morbida e poco scolpita glielo ricorda ogni mattina nel momento del vestirsi, ma è sempre meglio vivere con lo stomaco pieno che morire dalla fame.
 
Taehyung ha stuzzicato qualcosa qua e là, poi ha deciso che mordicchiarsi le unghie è molto più gustoso. Hoseok lo sta rimproverando gentilmente ed ha cominciato a tirar fuori discorsi sul perché mangiarsi le unghie sia pericoloso e perché non si dovrebbe assolutamente e in alcun modo portare avanti questo vizio negli anni tragici della vita adolescenziale. Peccato che Taehyung abbia già abbandonato l'adolescenza e si stia avvicinando sempre più all'età adulta. 
Attenzione! Condizione di stress, accorcia le unghie.
Jimin è seduto su di uno sgabello distante dai due e li osserva senza focalizzarsi su ciò che sta accadendo intorno a lui. Un po' un controsenso detto così, ma Jimin ha la capacità di provare sentimenti opposti nel medesimo momento, cosa che gli si ritorce sempre contro prima o poi.
 
- Jimin? 
 
Neanche si era accorto che Hoseok aveva terminato il suo interminabile discorso per spostare tutta la sua attenzione e curiosità su di lui. Lui che li stava fissando senza veramente guardarli e che pareva assente, trasportato in un'altra dimensione affine a quella dove si trovano loro adesso, eppure allo stesso tempo diversa. Magari più colorata, probabilmente più grigia. 
Jimin sbatte un poco le palpebre e lascia che le guance gli si accaldino.
 
- E–eh? 
 
- È tutto ok? 
 
- S–si, certo. Ehm– Taehyung lo sta guardando confuso, cerca di leggere nelle sue pupille le risposte che non vuole dargli e allora Jimin abbassa lo sguardo e lascia che una risata evidentemente forzata fuoriesca dalle sue labbra paffute - Stavo solo pensando che adesso abbiamo proprio la stessa età, Tae! Non è forte? 
 
- È vero! - Hoseok sembra più emozionato di Taehyung stesso. Questi ha ancora un'espressione confusa dipinta in volto, ma decide di scrollarsi la preoccupazione dalle spalle e aspettare che Jimin si confidi di sua spontanea volontà.
 
- Allora non sono costretto a chiamarti hyung! 
 
- N– no! Quello lo devi fare, è educazione Tae! 
 
- Ma è il mio compleanno! 
 
- S–si, ma– beh—
 
Il campanello trilla più forte che mai e i tre si voltano in direzione dell'entrata. Jungkook dà una leggera spinta a Yoongi per aver suonato così forte e Seokjin sospira pesantemente in modo da lamentarsi per il freddo glaciale senza però dover aprir bocca. Ha lasciato i guanti in macchina e si pente di non aver accettato quelli che gli aveva voluto prestare Namjoon prima. 
La zia di Taehyung apre loro la porta e il quartetto entra all'interno della casa senza troppi complimenti. Incredibile che riescano ancora a muovere le gambe dopo essersi esposti a una tale temperatura. Più si avvicina la sera è più fa freddo. Seokjin non osa immaginare cosa dovrà patire una volta giunta l'ora di tornare a casa.
Entrano nel salone e salutano cordialmente tutti quanti prima di saltare praticamente in braccio a Taehyung per fargli gli auguri. 
 
Jimin rimane immobile al fianco di Hoseok, ha gli occhi puntati su Jungkook, il quale non l'ha neanche degnato di uno sguardo. È ovvio che sia offeso, chiunque lo sarebbe. Lo sta facendo soffrire e non gli sta dando risposte, solo confusione e frustrazione. 
Namjoon gli si avvicina e gli regala uno dei suoi mezzi sorrisi, uno di quelli che cercano di tirarlo su di morale, di dirgli "abbi pazienza". E se Jungkook ha potuto aspettare fino a superare il suo limite, allora lui è in dovere di fare qualche sforzo. 
Vuole sempre evitare quell'amore che gli esplode nel petto, ma non vuole che Jungkook finisca per non rivolgergli più la parola. 
 
Questi passa gran parte della serata a giocare con Taehyunh e Hoseok, talvolta scambia qualche battuta con Seokjin. Jimin lo vede scherzare persino con Yoongi e rimane interdetto. Un po' gli viene anche da piangere perché pensa di aver rovinato tutto, di aver buttato qualsiasi possibilità di poter star vicino al ragazzo. 
 Sta giocando a poker con il Tae e Hoseok, puntano gli snack che sono riusciti a racimolare dalla tavolata e ridono come pazzi. L'unica consolazione è vederlo in qualche modo felice. E si rende conto che se il suo cuore piange, se rimane straziato, non è importante, se Jungkook può essere felice senza di lui è solo che un bene. Del resto, è stato Jimin stesso a mettere le distanze, a scappare dai suoi sentimenti.
Ma se Jungkook finisse con il detestarlo per questo? Ne varrebbe davvero la pena?
 
- Non starti a maciullare il cervello, Jungkook non ha smesso di avere un interesse per te, - è Yoongi a sederglisi vicino, è Yoongi ad avere i suoi stessi occhi lucidi - Lui almeno ti ricambia.
 
Jimin sa di cosa sta parlando l'altro. Yoongi è molto più facile da leggere di quanto possa sembrare, non è prevedibile, certo, ma non fa niente senza un motivo e seppur questo possa apparire bizzarro, segue sempre una certa logica. I due rimangono in silenzio e guardano il trio seduto in mezzo al salone, Seokjin e Namjoon stanno chiacchierando in cucina, probabilmente c'è anche la zia di Taehyung. Questi tiene le sue carte strette nelle mani, non intenzionato a rischiare, sapendo già di poter perdere.
 
- Punto tutto! - lo urla Jungkook, tirando avanti i suoi snack.
 
- Anche gli smarties?
 
- Anche.
 
C'è una certa sicurezza nei suoi gesti, nel suo sguardo. Quest'ultimo Jimin può solo immaginarlo, ha il ragazzo di schiena e la vista dei suoi occhi gli è negata, però le spalle inizialmente rigide di Jungkook appaiono più basse e rilassate e la sua voce sembra libera da ogni preoccupazione. Jimin accenna un sorriso.
 
- Anch'io punto tutto! - è Hoseok. Sta ridendo talmente forte che lo si sente rimbombare attraverso le pareti spente. Sul volto di Taehyung, facile da contagiare, appare un sorriso di quei suoi più belli e più rari, che gli fanno diventare la bocca come un rettangolo e gli mettono tutti i denti in bella vista.
Jungkook è spavaldo e mostra subito le sue carte, odora già aria di vittoria e non c'è niente di meglio nella vita che vincere.
 
- Batti questo, hyung.
 
- Io mi astengo!
 
- Sbem! - Hoseok lancia le sue carte sul pavimento e il silenzio che ne sussegue fa intuire a Jimin che forse la partita non si è conclusa come aveva immaginato - Dammi gli smarties ragazzino!
 
- Non ci credo.
 
- Credici!
 
- I miei smarties...
 
- Ah-ah, ora sono i miei smarties! - e Hoseok ride a crepapelle, seguito a ruota da Taehyung. Neanche Jungkook riesce a contenersi e continuano a ridere e a bisticciare amichevolmente.
Jimin pone la sua attenzione sul ragazzo seduto al suo fianco. Yoongi sembra perso nel vuoto, ma guarda un punto preciso e il suo cuore si stringe e s'accascia sulle costole sottili. Ha un dolore nel petto che a lui è indifferente, ma Jimin lo percepisce ed è preoccupato.
 
- Hyung–
 
- Mi sa che è arrivato il momento di andarmene.
 
- Cosa?! - e magari lo dice con troppa enfasi, troppa voce ad un tono troppo alto, perché gli altri tre presenti in salone si voltano nella loro direzione, ammutoliti. Jungkook posa i suoi occhi su di lui solo qualche attimo, poi fissa il divano con espressione amara. Taehyung ha le sopracciglia aggrottate e sente maggiormente il peso del braccio di Hoseok stretto intorno alle sue spalle.
 
Yoongi si alza e s'incammina verso la porta, non un saluto, nulla. Jimin prova a richiamarlo e a corrergli dietro, ma viene fermato da Jungkook stesso e preceduto da Taehyung. Jimin cerca gli occhi del primo e questi glieli nega, carezza impercettibilmente il suo polso prima di lasciarlo andare e ritorna da Hoseok.
Taehyung e Yoongi sono ormai fuori dalla casa, uno a tenersi le braccia incrociate al petto per farsi calore, l'altro avvolto nel giaccone. Yoongi gli dice di tornare dentro, di non ammalarsi senza motivo e Taehyung non sa trovare le parole giuste per fargli capire che lui è un ottimo motivo.
 
- Non andare, dobbiamo mangiare la torta–
 
- Quello schifo che ha fatto Seokjin? No, grazie.
 
–e ci sono i regali da scartare.
 
- Ah. Giusto. Dovrei darti un regalo? Mi spiace, non c'ho pensato.
 
- È una bugia.
 
- Pensala come vuoi. - si gira e se ne va, stavolta senza essere fermato. Taehyung ritorna dentro casa, poggia la schiena sulla porta e si lascia scivolare verso il basso. Sente le lacrime pronte a sgorgare dai suoi occhi e la rabbia formare insulti di qualsiasi tipo contro quello che pensava essere suo amico.
È Seokjin che lo rassicura. Lo trova con la testa poggiata sulle ginocchia e le spalle tremanti a causa del freddo al quale si era esposto. Che sciocco. 
Gli accarezza i capelli, Seokjin, e gli fa i complimenti per la meravigliosa festa, in un certo senso gli scalda il cuore, anche se sente le sue viscere gelare. 
 
- Yoongi è fatto così, non darci troppo peso.
 
Sembra quasi voglia scusarlo. Taehyung non ci capisce molto di relazioni sociali, ma può ben dire che Seokjin e Yoongi si odiano a morte, non vede proprio perché il primo dovrebbe giustificare il secondo. Magari Seokjin è solo talmente buono che non riesce a evitarsi delle buone azioni, magari non è colpa sua se ha un rapporto conflittuale con l'altro. Questo, ovviamente, è quel che pensa Taehyung. La verità è ben distante da ciò, ma a lui poco importa, gli piace sentire la voce si Seokjin e le sue mani lasciargli dolci carezze. Gli piace la sua risata e il modo che ha di gesticolare quando parla di qualcosa che lo tocca sul personale e lo fa eccitare a tal punto che diventa incontenibile.
 
Il resto della festa prosegue lentamente e si decide di mangiare la torta e scartare finalmente i regali. Tutti fanno i complimenti al cuoco e porgono i loro doni al festeggiato, chi con eccessiva enfasi e chi con imbarazzo. Le guance di Jimin s'imporporano di un delizioso rosa quando gli dice che il regalo gliel'hanno fatto insieme lui e Jungkook, poi sente il mondo aprirsi sotto ai suoi piedi e inghiottirlo quando vede che il minore ha pensato bene di esonerarsi dal loro regalo e farne un altro da solo. Separatamente, lontano da lui.
Hoseok per poco non salta addosso a Taehyung con tutto il pacchetto da quanto è emozionato. Al ragazzo piace tutto e ringrazia fino al vomito e non sapendo in che modo ripagare una tale gentilezza.
Improvvisamente fa buio e non ci si stupisce più di tanto. Le giornate si sono accorciate completamente e non c'è mai abbastanza tempo per fare nulla alla luce del sole. Namjoon offre un passaggio a Jimin, ma questi rifiuta categoricamente. Quando afferma che due passi non gli faranno male, Jungkook aggrotta le sopracciglia e lo prende quasi di peso, caricandolo in auto. Lascia il posto dietro vicino a Jimin libero e si mette davanti a quello del passeggero. Anche qui nessuna parola, solo le labbra di Jimin che si aprono e si chiudono in un disperato tentativo di parlare, dire qualcosa di intelligente, un 'grazie' magari.
Hoseok si offre di aiutare a pulire il salone e la zia lo ringrazia di cuore, scusandosi per il disturbo che gli sta dando. Il ragazzo ride e le dice di non preoccuparsi.
Seokjin e Namjoon sono gli ultimi ad uscire dalla casa, hanno lasciato gli altri due in macchina e devono sbrigarsi perché comincia a fare seriamente freddo. Il primo gli lascia un piccolo bacio sulla fronte, l'altro gli arruffa i capelli. Ancora auguri, ancora sorrisi.
 
Taehyung sale le scale per andare in camera sua quando ormai Hoseok è andato via e la zia ha deciso che la giornata è terminata, adesso si può dormire. Entra nella sua stanza e si butta sul letto, stanco ma felice. Poi alza la testa dalle lenzuola e aggrotta la fronte. Non vuole fidarsi dei suoi occhi, sono troppo provati dopo una giornata estenuante come questa.
Eppure il sassofono poggiato a fianco del suo comò è lì per davvero, brillante, nuovo di zecca. Taehyung non ci può credere, ha le parole bloccate in gola e fa fatica a deglutire.
Attaccato allo strumento c'è un bigliettino dalla carta color rosa pallido, sul quale risiedono parole di inchiostro nero che con mani tremanti legge a fatica. Sono frasi colme d'amore, di qualcuno che lo conosce bene e sta attento a lui. Qualcuno che non lo farebbe soffrire mai. Piange le sue lacrime di gioia per quel qualcuno, che nel suo profondo sa di essere Seokjin.
E come catturato dalla certezza di possedere già la soluzione ad un intricato mistero che si fa strada nella sua mente, Taehyung non sa che sta sbagliando tutto.


















 
Angolo autrice ❀
 
Io davvero non so che dire
 
Salve a tutti! È da molto che non aggiorno e sono profondamente dispiaciuta di ciò :-(
Non odiatemi, ho avuto problemi con inizio scuola, con la vita, con il continuare scuola e poi i bangtan mi fanno venire altre idee per altre fanfiction che non scriverò, per cui sono comunque ingiustificabile.
 
Ho ritrovato le parole per scrivere questo capitolo, poco male. Spero sia di vostro gradimento e sì, per i jikook la situa sarà un po' più complicata del previsto dato che Jungkook non sa più che fare. È sempre un Jimin stan, però lo vuole anche "punire" accontentandolo.
E poi ci sono i drammi di Taehyung che ovunque va lo amano, ma lui non sa amare la persona giusta. Una delle parti più belle da scrivere, la vista di Tae.
 
Lasciatemi un commentino, ditemi se vi sono mancata ma certo che no e siate pazienti per il prossimo capitolo perché, come ho già detto, non ho intenzione di abbandonarvi!
 
happy chestnuts
   
 
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