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Autore: KH4    22/10/2016    1 recensioni
Raccolta di One-shots di lunghezza variabile e di differente genere legata alle trame di Hell’s Road e Chimera.
1) Capriccio.
2) Latte e Miele.
3) Debiti.
Dal testo:
- Cosa dovrei fare, io? -
Già dal tono atono, Jusdero e Debit avrebbero dovuto intuire il pericolo incombente sulle loro teste, percepire la velata aura nera apparsa sul volto di quell’Esorcista al sentirsi imporre un ordine tanto oltraggioso. Entrambi si sarebbe risparmiati un trauma che nemmeno immaginavano come concretizzabile, ma il Legame Noah era nato giovane, ribelle, un cucciolo diviso in due che si lasciava facilmente condizionare dall’istinto.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I Santi Oscuri.'
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debiti

Perle di un filo ingarbugliato.

03/ Debiti.


What if: cosa sarebbe accaduto se Jusdero e Debit

avessero perseguitato Amèlie anzichè Allen per la faccenda dei debiti?

- Che fastidio... -
Tyki Mikk sbuffò ancora, stanco e con le dita della mano libera a massaggiarsi la pelle della fronte scura. Stava per esplodere, in tutti i sensi, e la colpa era dei due marmocchi raggomitolati dalla parte opposta della stanza, a cui avrebbe spezzato il collo se non l’avessero piantata con quell’insopportabile piagnisteo. Brillare per la propria pazienza non rientrava nel quadro di virtù che un qualunque estraneo avrebbe dipinto nell'incrociarne gli affascinanti lineamenti, sotto la pelle ambrata il Piacere prediligeva l'essere uno scempio trasandato pronto a fare buon viso a cattivo gioco in vista di qualche delizioso banchetto. Dacchè le commissioni per la famiglia si erano decuplicate,  il buon umore era costantemente azzerato dalla mancanza di vino nel bicchiere o di sigarette nella tasca dei pantaloni. Con ciò non si doveva certo avanzare la supposizione che Tyki Mikk detestasse il suo ruolo di cattivo nella trama ordita dal Conte del Millennio; soltanto faticava a convivere con chi non aveva idea di che cosa fosse il silenzio. E i gemelli  Noah incarnavano tutte le ragioni valide a motivare il suo disprezzo per i mocciosi in generale: troppo rumorosi, incuranti dei sentimenti e bisogni altrui -  lui in primis, che si era infilato in una delle stanze più appartate dell’Arca Bianca per schiacciare un pisolino -, e privi di qualsiasi attrattiva.
Tranne lo Shounen. Il solo nominarlo innescò un'aumento delle piacevoli fitte che, impellenti, stringevano all'altezza del basso ventre. Scoprire di non aver spezzato la sua vita come era accaduto ne stava ossessionando i pensieri lontani dalla più comune forma di castità, una goduria addirittura superiore alla sua morte dopo che ne aveva marchiato il cuore con un bacio di Tease per la semplice consapevolezza che da lì a poco lo avrebbe stretto definitivamente nella sua morsa.. Oh, sì: qualunque filmino mentale la sua mente ricamasse, non avrebbe retto alcun confronto col momento che attendeva con trepidazione….O che si sarebbe goduto in santa pace, se soltanto quei due ci avessero dato un taglio al loro piagnisteo.
- Insomma! La piantate o no? C’è gente qui che vorrebbe oziare! - Esasperato, il Piacere scagliò contro la parete la bottiglia di vetro spesso. I cocci trasparenti si dispersero sul pavimento senza che i due la smettessero di piangere - Sbaglio o dovevate dare la caccia a Cross? -
- Zitto! Non parlare di cose che non sono tue! – Strepitò Debit. Il suo viso era sporco del trucco colato a causa delle lacrime, mentre le braccia stringevano a sé Jusdero, così tremante e traumatizzato da non avere la forza di unirsi al compagno. -
- E allora perchè non mi spiegate che cosa vi è successo? - Tiky puntò il gomito sul bracciale della poltrona, pigiando la guancia contro le nocche - Avete trovato Cross e vi ha messi ancora al tappeto? -
- Peggio! - Gli rispose il moro.
- Il Lord ha scoperto il vostro ennesimo fallimento e vi ha sgridato? -
- Peggio ancora! - Ululò stavolta il biondo, sempre col viso affondato nel petto del gemello.
Il Noah maggiore aggrottò la fronte, sorpreso - Che altro può esserci di peggiore dell’ira del Lord? -

 
- Cosa dovrei fare, io? -
Già dal tono atono, Jusdero e Debit avrebbero dovuto intuire il pericolo incombente sulle loro teste, percepire la velata aura nera apparsa sul volto di quell’Esorcista al sentirsi imporre un ordine tanto oltraggioso. Entrambi si sarebbe risparmiati un trauma che nemmeno immaginavano come concretizzabile, ma il Legame Noah era nato giovane, ribelle, un cucciolo diviso in due che si lasciava facilmente condizionare dall’istinto. 
- Pagare, stupida! Pa-ga-re! - Debit le sventolò di fronte il plico di ricevute che si era dovuto accollare insieme al biondo, continuando a puntarle contro la pistola dorata - Quel bastardo di Cross ha osato accollarci i suoi debiti e siccome non lo troviamo da nessuna parte, sarai tu, che sei la sua allieva, a saldare il conto! -
Il ricordo di quella notte, in Giappone, li avrebbe perseguitati per il resto della loro vita. Avevano ricevuto l’incarico di occuparsi del Generale prima che potesse compiere effettivi danni a carico dell’Arca Bianca, ottenendo un nulla di fatto e una sgridata da parte del Conte del Millennio che li aveva fatti scappare con la coda fra le gambe. Quando il Lord si infuriava c’era solo da sperare di non essere il fautore di tanta rabbia, ma con due strike a loro carico e una serie di conti non pagati, ripresentarsi al suo cospetto come se niente fosse, nascondendogli l’ennesimo buco nell'acqua e l’umiliazione gravata sul loro ormai defunto portafoglio, era assolutamente fuori discussione.La dannata preda dagli appariscenti capelli rossi li aveva fatti correre su e giù per intere regioni, disseminando pagamenti da soldare a nome loro, per poi rispedirli a Edo senza averli degnati del giusto rispetto, tra pianti disperati e giuramenti di tremenda vendetta. E come se quella collezione di disastri fosse povera, tutti i loro sforzi di ricostruirne i movimenti erano andati in frantumi nel momento in cui il sospetto che si fosse imbarcato clandestinamente sull'Arca Bianca aveva cominciato gradualmete a farsi spazio. Un’altra beffa che il Legame aveva metabolizzato, sparando all’impazzata per un’abbondante mezz’ora. Con la latitanza in qualità di unico espediente a dividerli dalla scrupolisità del Lord del Millennio nel conoscere fatti e misfatti dei suoi figlioletti, rimaneva solo la speranza che il progetto dell'Arca Nera si compisse con successo - e che la gioia da esso derivata insabbiasse tutti gli intoppi incassati -, ma incontrare niente di meno che la prima allieva del Generale e un Akuma modificato aveva restituito l'agognato miraggio di rivincita.
Se Cross non si trovava, a pagare sarebbe stata quell’Esorcista subordinata ai suoi comandi.
- A-A-Amèlie-sama? - Hatsue rabbrividì impaurita, distanziandosi dalla donna di almeno una decina di metri.
Era la volta buona che la sua testa rotolava, se lo sentiva. Lei e la linguaccia che le stava arrotolata in bocca, ma d'altro canto lei stessa si era sempre detta che evolversi a Livello Due aveva comportato problemi su problemi. Lei le emozioni non le sapeva gestire, punto! Se Amèlie Chevalier le avesse concesso la possibilità di spiegarsi, prima di tartassarle la orecchie con la sua acidità, magari non si sarebbe ritrovata a massaggiare i vaporosi codini sopra cui sprecava un quantitativo di tempo decisamente superiore alla norma, ma fintanto che le azioni parlavano per lei, la sua zucca avrebbe continuato a subire. D'innanzi alle due Eccellenza Noah più irriquiete, il misero autocontrollo era scemato in uno spiattellamento frenetico e ingarbugliato di parole che, disgraziatamente, aveva rivelato una connessione fra l'Esorcista francese e il Generale ricercato. Inutile dire quanto Hatsue fosse grata alle divinità protettrici degli Akuma che la falce della corvina non fosse calata sul suo corpo o che il suo sguardo fosse privo di un qualsivoglia potere distruttivo, perché ne era rimasta tanto traumatizzata da ignorare la presenza degli onorevoli padroni. Per sicurezza, aggiunse un altra decina di metri di distanza da lei. 
All' insolito tremolare della spalle nude della donna, aveva scorto un oscuro fascio aleggiarle attorno e una risatina inquietante singhiozzare nell’aria. Stava ridacchiando. Amèlie rideva a bassa voce, con quel tono intriso di folle satanismo che usciva allo scoperto soltanto dopo tanto sopportare, quando le buone maniere ne avevano piene le scatole e giungeva l’ora di mettere nero su bianco. Ma questo Jusdero e Debit lo ignoravano; il Legame non poteva minimamente immaginare quanto avrebbe rimpianto nei minuti successivi.
- Pagare…Eh? - A dispetto delle previsioni, il corpo della francese rifletteva la piattezza della sua voce, incolore e fredda. Nessun insolito sobbalzare delle spalle, nessuna perfidia a turbinare negli occhi o un sorriso spietatamente allargato e dai denti accuminati. Niente di niente. E per ciò, Hatsue ne temette con tripla paura gli infiniti passi evolutivi - Voi, piccole carognette...Vorreste che io pagassi? -
- Oddio…Ci ucciderà tutti! - Hatsue formulò quel pensiero a una distanza appena rinnovata, trenta metri che le apparvero ancora troppo pochi per definirsi un'adeguata distanza di salvaguardia.
Perfino la spavalderia del Legame perse un po’ di vigore, deglutendo un groppo di saliva grande quanto una palla da baseball all'avanzare della donna. 

- Debit, non so tu, ma...Quella ha qualcosa che non va... - La mano di Jusdero continuava a puntare la pistola contro l’Esorcista, ma con le dita a tremare e l’antenna in cima alla testa a lampeggiare. agitatamente. Quel qualcosa che cercava di identificare, tratteggiava la sua natura in un'ombra che suscitò una familiarità con il muro impenetrabile impiegato da Lulubell nel relazionarsi. Per sua volontà, la Lussuria esprimeva la propria personalità in una misura diffidente dall'eccesso, ma indubbiamente vuota delle emozioni calde di cui entrambi, al contrario, abbondavano fin troppo. Inoltre, dacchè si conoscevano, d'innanzi alla sorella maggiore la schiena non gli si puntellava di brividi come quando, invece, avvertivano la rabbia del Conte del Millennio palesarsi dietro lo statico sorriso. 
- N-Non fartela sotto, stupido! E’ solo scena! – Seppur fra i due il moro vantasse una maggior arroganza, perfino anch’egli provò una certa inquietudine. Dopotutto, se uno dei due provava qualcosa, era naturale che l’altro lo percepisse di riflesso.
Entrambi gli indici erano prossimi a premere il grilletto quando le ambedue teste vennero afferrate e fatte sbattere fra di loro con violenza inaudita. Un arcobaleno di stelle sventolò sotto la loro vista, agonizzanti a terra mentre la lista dei debiti accumulati planava fra le mani di Amèlie, i nervi a pulsare alle tempie.
- Fottuta carogna... Prima quell’inutile Akuma, poi la traversata oltre oceano, e adesso questi mocciosi. Sempre a comportarsi come se tutto gli fosse dovuto! - Borbottò scocciata, facendo scorrere i fogli fra le dita - Cento ghinee. E avete il coraggio di chiamarlo... -
L’occhio notò un'anomalia fra le ultime pagine piene di servizi e spese non pagate. Un nome in fondo a destra, nel riquadro del destinatario, che innescò la terribile reazione temuta da Hatsue. Una risatina singhiozzante, di timbro basso, tinta di folle satanismo che
si manifestava all'infrangere una sacralità inviolabile. Le Eccellenze Noah avrebbero fatto meglio a scappare prima che la morte facesse capolino davanti ai loro occhi con la maschera del più raccapricciante dei demoni in terra a fargli pregare che al posto di quella mostruosità ci fosse il Lord del Millennio. Perchè niente, niente, era in grado di placare i fiotti di malignità perversa evocati dall'anima nera di Amèlie Chevalier quando scropriva che Marian Cross aveva avuto la faccia tosta di intestare i pagamenti delle sue bravate a nome suo! 
Ma questo, ovviamente, il Legame non poteva saperlo, eppure il buon inconscio - appoggiato dalle inquietanti corna che i due videro fare capolino sotto i capelli scuri della donna - lì esorto a considerare l'idea che, forse, dopotutto, quei debiti non erano poi la fine del mondo. Ci sarebbero state sicuramente altre occasioni per rifarsi, senza contare che in giro c'era quell'altro discepolo di Marian Cross - ammesso e concesso che Tyki non lo rivendicasse come una preda speciale -. 
- Diamocela a gambe, Jusdero -, sibilò Debit.
- E cosa diciamo al Lord? - Pigolò il biondo.
- Fregatene! Ci inventeremo qualcosa dopo! - Gli agguantò il gilè tirandolo vicino a sé – Andiamocene via! -
- Fermi lì! -
Jusdero e Debit strillarono al venire afferrati per le collottole, gli arti a scalciare in aria tentando di afferrare le mani che li tenevano in pugno saldamente. Essere voltati verso quel volto diventato ovale, nero, con una mezzaluna aguzza a fargli da sorriso e due occhi spiritati, sbiancò i loro volti cenerini, con la vita a perdere battiti vitali.
- E così i bambini cattivi pensavano di appioppare ad Amèlie-sama i loro stupidi debiti, eh? - La voce gutturale, da oltretomba, sibillina, li avvolse sotto una coperta di agghiaccianti brividi.
- Chiediamo scusa! Chiediamo scusa! Chiediamo scusa! Non lo faremo più!!! - Dimenarono le loro teste squittendo suppliche su suppliche. Giacchè all'assuefazione nel dispensare disperazione non era mai corrisposta la sensazione contraria, sperimentare il ruolo della vittima si trasformò all'instante in un cedere immediato all'irrazionale paura.
- No, no, no: non funziona così -, rettificò la donna, tirandoli ancora più a sé - Sapete cosa succede a quelli come voi che fanno arrabbiare Amèlie -sama? -

- Che cosa…? - La sigaretta sporgente dalle labbra di Tyki oscillò pericolosamente verso il basso, rischiando di cadere suoi pantaloni scuri.
- Ci ha picchiati! Sculacciati!
Come se fossimo dei mocciosi!!! - Starnazzò Debit, in lacrime e con la rabbia a contorcergli il viso.
- Nemmeno il Lord ha mai osato tanto con noi! Ih! - Si aggiunse Jusdero, che ancora si massaggiava il sedere dolorante e violaceo.
- Quella stronza è una strega della specie più orripilante che abbia mai camminato sulla faccia della Terra! Più di Cross! - Ritornò alla carica del primo - Ci ha anche costretto a mangiare il debito che quell’altro bastardo le ha lasciato!!! -
- Se il Lord lo viene a sapere ci metterà in castigo per il resto dei nostri giorni -, uggiolò il biondo - Io non vogliooo...! -
Il piagnisteo si elevò a un livello ancor più frustrante per le povere orecchie di Tyki Mikk, le tempie a pompare sangue con la bocca a rilasciare profondi sbuffi d’anidride carbonica per quel casino sgradito. 
Sì, decisamente i mocciosi erano gli esseri viventi che meno era in grado di sopportare.

Note di finel capitolo: 
E rieccomi! In mega ritardo, ne convengo, ma una fa quello che può! Primo What if della raccolta! Volevo metterlo da un pò, sicchè mi ronzava da tantissimo l'idea che il caro Cross avesse lasciato qualcosa da pagare anche all'allieva da cui tanto si tiene distante per evitare un destino peggiore della morte. Per chi non ricordasse, Hatsue è l'Akuma modificato che Cross ha mandato per fare partire Amèlie prima del gruppo di Edeo, di modo che raggiunga la capitale in base ai suoi piani. Prima di lasciarvi, vi comunico che ho iniziato a postare anche su Whatpad la versione modificata e migliorata di Hell's Road; spero di poter aggiornare presto anche qui sia la fiction principale che Chimera (io spero sempre, poi si va ad oltranza...)! Mando un bacione a tutti! Recensitemi e fatemi sapere cosa ne pensate! Buon weekend a tutti!

  
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