Perle di un filo ingarbugliato.
03/ Debiti.
What if: cosa sarebbe accaduto se Jusdero e Debit
avessero perseguitato Amèlie anzichè Allen per la faccenda dei debiti?
- Che
fastidio... -
Tyki Mikk sbuffò ancora, stanco e con le
dita della mano
libera a massaggiarsi la pelle della fronte scura. Stava per esplodere,
in
tutti i sensi, e la colpa era dei due marmocchi raggomitolati dalla
parte
opposta della stanza, a cui avrebbe spezzato il collo se non
l’avessero
piantata con quell’insopportabile piagnisteo. Brillare per la
propria pazienza non rientrava nel quadro di virtù che un
qualunque estraneo avrebbe dipinto nell'incrociarne gli affascinanti
lineamenti, sotto la pelle ambrata il Piacere prediligeva l'essere uno
scempio trasandato pronto a fare buon viso a cattivo gioco in
vista di qualche delizioso banchetto. Dacchè le commissioni per
la famiglia si erano decuplicate, il buon umore era costantemente
azzerato dalla mancanza di vino nel bicchiere o di sigarette nella
tasca dei
pantaloni. Con ciò non si doveva certo avanzare la supposizione
che Tyki Mikk detestasse il suo ruolo di cattivo nella trama ordita dal
Conte del Millennio; soltanto faticava a convivere con chi non
aveva idea di che cosa fosse il silenzio. E i gemelli Noah
incarnavano tutte le ragioni valide a motivare il suo disprezzo per i
mocciosi in generale: troppo rumorosi, incuranti dei sentimenti e
bisogni altrui - lui in primis, che si era infilato in una delle
stanze più
appartate dell’Arca Bianca per schiacciare un
pisolino -, e privi di qualsiasi attrattiva.
Tranne lo Shounen. Il solo nominarlo innescò un'aumento delle piacevoli fitte che, impellenti, stringevano all'altezza del basso
ventre. Scoprire di non aver spezzato la sua vita come era accaduto ne
stava ossessionando i pensieri lontani dalla più comune forma di
castità, una goduria addirittura superiore alla sua morte dopo
che ne aveva marchiato il cuore con un bacio di Tease per la semplice consapevolezza che
da lì a poco lo avrebbe stretto definitivamente nella sua
morsa.. Oh, sì: qualunque filmino mentale la sua mente ricamasse,
non
avrebbe retto alcun confronto col momento che attendeva con
trepidazione….O che
si sarebbe goduto in santa pace, se soltanto quei due ci avessero dato
un taglio al
loro piagnisteo.
- Insomma! La piantate o no? C’è gente qui che vorrebbe
oziare! - Esasperato, il Piacere scagliò contro la parete la bottiglia di vetro
spesso. I cocci trasparenti si dispersero sul pavimento senza che i due la
smettessero di piangere - Sbaglio o dovevate dare la caccia a Cross? -
- Zitto! Non parlare di cose che non sono tue! – Strepitò
Debit. Il suo viso era sporco del trucco colato a causa delle lacrime, mentre
le braccia stringevano a sé Jusdero, così tremante e traumatizzato da non avere
la forza di unirsi al compagno. -
- E allora perchè non mi spiegate che cosa vi è successo? - Tiky puntò il gomito
sul bracciale della poltrona, pigiando la guancia contro le nocche - Avete
trovato Cross e vi ha messi ancora al tappeto? -
- Peggio! - Gli rispose il moro.
- Il Lord ha scoperto il vostro ennesimo fallimento e vi ha sgridato? -
- Peggio ancora! - Ululò stavolta il biondo, sempre col
viso affondato nel petto del gemello.
Il Noah maggiore aggrottò la fronte, sorpreso - Che
altro può esserci di peggiore dell’ira del Lord? -
Già dal tono atono, Jusdero e Debit avrebbero dovuto intuire il
pericolo
incombente sulle loro teste, percepire la velata aura nera apparsa sul
volto di
quell’Esorcista al sentirsi imporre un ordine tanto oltraggioso.
Entrambi si
sarebbe risparmiati un trauma che nemmeno immaginavano come
concretizzabile, ma il Legame Noah era nato giovane, ribelle, un
cucciolo diviso
in due che si lasciava facilmente condizionare
dall’istinto.
- Pagare, stupida!
Pa-ga-re! - Debit le sventolò di fronte il plico di ricevute che si era dovuto
accollare insieme al biondo, continuando a puntarle contro la pistola dorata - Quel
bastardo di Cross ha osato accollarci i suoi debiti e siccome non lo troviamo
da nessuna parte, sarai tu, che sei la sua allieva, a saldare il conto! -
Il ricordo di quella
notte, in Giappone, li avrebbe perseguitati per il resto della loro vita.
Avevano ricevuto l’incarico di occuparsi del Generale prima che potesse
compiere effettivi danni a carico dell’Arca Bianca, ottenendo un nulla di fatto
e una sgridata da parte del Conte del Millennio che li aveva fatti scappare con
la coda fra le gambe. Quando il Lord si infuriava c’era solo da sperare di non
essere il fautore di tanta rabbia, ma con due strike a loro carico e una serie
di conti non pagati, ripresentarsi al suo cospetto come se
niente fosse, nascondendogli l’ennesimo buco nell'acqua e l’umiliazione gravata sul
loro ormai defunto portafoglio, era assolutamente fuori discussione.
Se Cross non si trovava,
a pagare sarebbe stata quell’Esorcista subordinata ai suoi comandi.
- A-A-Amèlie-sama? -
Hatsue rabbrividì impaurita, distanziandosi dalla donna di almeno una decina di
metri.
Era la volta buona che la sua testa rotolava, se lo sentiva. Lei e la
linguaccia che le stava arrotolata in bocca, ma d'altro canto lei
stessa si era sempre detta che evolversi a Livello Due aveva comportato
problemi su problemi. Lei le emozioni non le sapeva gestire, punto! Se
Amèlie Chevalier le avesse concesso la possibilità di
spiegarsi, prima di tartassarle la orecchie con la sua acidità,
magari non si sarebbe ritrovata a massaggiare i vaporosi codini sopra
cui sprecava un quantitativo di tempo decisamente superiore alla norma,
ma fintanto che le azioni parlavano per lei, la sua zucca avrebbe
continuato a subire. D'innanzi alle due Eccellenza Noah più
irriquiete, il misero autocontrollo era scemato in uno spiattellamento
frenetico e ingarbugliato di parole che, disgraziatamente, aveva
rivelato una connessione fra l'Esorcista francese e il Generale
ricercato.
Inutile dire quanto Hatsue fosse grata alle divinità protettrici
degli Akuma che la falce della corvina non fosse calata sul suo corpo o
che il suo sguardo fosse privo di un qualsivoglia potere distruttivo,
perché ne era rimasta tanto
traumatizzata da
ignorare la presenza degli onorevoli padroni. Per sicurezza, aggiunse
un altra decina di metri di distanza da lei.
All' insolito tremolare della
spalle nude della donna, aveva scorto un oscuro fascio aleggiarle attorno e una risatina
inquietante
singhiozzare nell’aria. Stava ridacchiando. Amèlie rideva
a bassa voce, con
quel tono intriso di folle satanismo che usciva allo scoperto soltanto
dopo
tanto sopportare, quando le buone maniere ne avevano piene le scatole e
giungeva l’ora di mettere nero su bianco. Ma questo Jusdero e
Debit lo ignoravano;
il Legame non poteva minimamente immaginare quanto avrebbe rimpianto
nei
minuti successivi.
- Pagare…Eh? - A dispetto delle previsioni, il corpo della
francese rifletteva la piattezza della sua voce, incolore e fredda.
Nessun insolito sobbalzare delle spalle, nessuna perfidia a turbinare
negli occhi o un sorriso spietatamente allargato e dai denti
accuminati. Niente di niente. E per ciò, Hatsue ne temette con
tripla paura gli infiniti passi evolutivi - Voi, piccole
carognette...Vorreste
che io pagassi? -
- Oddio…Ci ucciderà
tutti! - Hatsue formulò quel pensiero a una distanza appena rinnovata, trenta
metri che le apparvero ancora troppo pochi per definirsi un'adeguata distanza di salvaguardia.
Perfino la spavalderia
del Legame perse un po’ di vigore, deglutendo un groppo di saliva grande quanto
una palla da baseball all'avanzare della donna.
- Debit, non so tu, ma...Quella ha
qualcosa che non va... - La mano di Jusdero continuava a puntare
la pistola contro
l’Esorcista, ma con le dita a tremare e l’antenna in cima
alla testa a
lampeggiare. agitatamente. Quel qualcosa che cercava di
identificare, tratteggiava la sua natura in un'ombra che suscitò
una familiarità con il muro impenetrabile impiegato da Lulubell
nel relazionarsi. Per sua volontà, la Lussuria esprimeva la
propria personalità in una misura diffidente dall'eccesso, ma
indubbiamente vuota delle emozioni calde di cui entrambi, al contrario,
abbondavano fin troppo. Inoltre, dacchè si conoscevano,
d'innanzi alla sorella maggiore la schiena non gli si puntellava di
brividi come quando, invece, avvertivano la rabbia del Conte del
Millennio palesarsi dietro lo statico sorriso.
- N-Non fartela sotto,
stupido! E’ solo scena! – Seppur fra i due il moro vantasse
una maggior arroganza, perfino anch’egli provò una certa inquietudine.
Dopotutto, se uno dei due provava qualcosa, era naturale che l’altro lo
percepisse di riflesso.
Entrambi gli indici erano prossimi a premere il grilletto quando le ambedue teste vennero
afferrate e fatte sbattere fra di loro con violenza inaudita. Un arcobaleno di
stelle sventolò sotto la loro vista, agonizzanti a terra mentre
la lista dei debiti accumulati planava fra le mani di Amèlie, i nervi a
pulsare alle tempie.
- Fottuta carogna... Prima
quell’inutile Akuma, poi la traversata oltre oceano, e adesso
questi mocciosi. Sempre a comportarsi come se tutto gli fosse dovuto! -
Borbottò scocciata, facendo scorrere i fogli fra le dita - Cento
ghinee. E avete il coraggio di chiamarlo... -
L’occhio notò un'anomalia fra le ultime pagine piene di
servizi e spese non pagate. Un nome in
fondo a destra, nel riquadro del destinatario, che innescò la
terribile reazione temuta da Hatsue. Una risatina singhiozzante, di
timbro basso, tinta di folle satanismo che si manifestava all'infrangere una sacralità inviolabile. Le Eccellenze Noah avrebbero fatto meglio a scappare
prima che la morte facesse capolino davanti ai
loro occhi con la maschera del più raccapricciante dei demoni in
terra a fargli
pregare che al posto di quella mostruosità ci fosse il Lord del
Millennio. Perchè niente, niente, era in grado di placare i
fiotti di malignità perversa evocati dall'anima nera di
Amèlie Chevalier quando scropriva che Marian Cross aveva avuto
la faccia tosta di intestare i pagamenti delle sue bravate a nome
suo!
Ma questo, ovviamente, il Legame non poteva saperlo, eppure il buon
inconscio - appoggiato dalle inquietanti corna che i due videro fare
capolino sotto i capelli scuri della donna - lì esorto a
considerare l'idea che, forse, dopotutto, quei debiti non erano poi la
fine del mondo. Ci sarebbero state sicuramente altre occasioni per
rifarsi, senza contare che in giro c'era quell'altro discepolo di
Marian Cross - ammesso e concesso che Tyki non lo rivendicasse come una
preda speciale -.
- Diamocela a gambe,
Jusdero -, sibilò Debit.
- E cosa diciamo al Lord? - Pigolò il biondo.
- Fregatene! Ci
inventeremo qualcosa dopo! - Gli agguantò il gilè tirandolo vicino a sé –
Andiamocene via! -
- Fermi lì! -
Jusdero e Debit strillarono al
venire afferrati per le collottole, gli arti a scalciare in aria
tentando di afferrare le mani che li tenevano in pugno saldamente.
Essere voltati verso quel volto diventato
ovale, nero, con una mezzaluna aguzza a fargli da sorriso e due occhi
spiritati, sbiancò i loro volti cenerini, con la vita a perdere
battiti vitali.
- E così i bambini
cattivi pensavano di appioppare ad Amèlie-sama i loro stupidi debiti, eh? - La
voce gutturale, da oltretomba, sibillina, li avvolse sotto una coperta di agghiaccianti brividi.
- Chiediamo scusa!
Chiediamo scusa! Chiediamo scusa! Non lo faremo più!!! -
Dimenarono le loro
teste squittendo suppliche su suppliche. Giacchè
all'assuefazione nel dispensare disperazione non era mai corrisposta la
sensazione contraria, sperimentare il ruolo della vittima si
trasformò all'instante in un cedere immediato all'irrazionale
paura.
- No, no, no: non funziona
così -, rettificò la donna, tirandoli ancora più a sé - Sapete cosa succede a
quelli come voi che fanno arrabbiare Amèlie -sama? -
- Che cosa…? - La
sigaretta sporgente dalle labbra di Tyki oscillò pericolosamente verso il
basso, rischiando di cadere suoi pantaloni scuri.
- Ci ha picchiati! Sculacciati! Come se fossimo dei
mocciosi!!! - Starnazzò Debit, in lacrime e con la rabbia a contorcergli il
viso.
- Nemmeno il Lord ha mai osato tanto con noi! Ih! - Si aggiunse Jusdero, che
ancora si massaggiava il sedere dolorante e violaceo.
- Quella stronza è una strega della specie più orripilante che abbia mai
camminato sulla faccia della Terra! Più di Cross! - Ritornò alla carica del
primo - Ci ha anche costretto a mangiare il debito che quell’altro bastardo le
ha lasciato!!! -
- Se il Lord lo viene a sapere ci metterà in castigo per il resto dei nostri
giorni -, uggiolò il biondo - Io non
vogliooo...! -
Il
piagnisteo si elevò a un livello ancor più frustrante per le povere orecchie di
Tyki Mikk, le tempie a pompare sangue con la bocca a rilasciare profondi sbuffi
d’anidride carbonica per quel casino sgradito.
Sì, decisamente i mocciosi erano
gli esseri viventi che meno era in grado di sopportare.
Note di finel capitolo:
E rieccomi! In mega ritardo, ne convengo, ma una fa quello che
può! Primo What if della raccolta! Volevo metterlo da un
pò, sicchè mi ronzava da tantissimo l'idea che il caro
Cross avesse lasciato qualcosa da pagare anche all'allieva da cui tanto
si tiene distante per evitare un destino peggiore della morte. Per chi
non ricordasse, Hatsue è l'Akuma modificato che Cross ha mandato
per fare partire Amèlie prima del gruppo di Edeo, di modo che
raggiunga la capitale in base ai suoi piani. Prima di lasciarvi, vi
comunico che ho iniziato a postare anche su Whatpad la versione
modificata e migliorata di Hell's Road; spero di poter aggiornare
presto anche qui sia la fiction principale che Chimera (io spero
sempre, poi si va ad oltranza...)! Mando un bacione a tutti!
Recensitemi e fatemi sapere cosa ne pensate! Buon weekend a tutti!