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Autore: Signorina Granger    23/10/2016    11 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Capitolo 1: Arrivo alla Cimmeria (Scelta OC)
 
14 Settembre 1995


Probabilmente c’erano milioni di persone che avrebbero fatto di tutto per poter salire su una Bentley, un’auto lussuosa, lucida, dai comodi sedili di pelle e a dir poco costosissima. 
Isabelle Van Acker era quindi consapevole che molti non avrebbero mai capito il suo non veder l’ora di scendere da quella macchina, ma non le importava: quando aprì lo sportello e appoggiò un piede sulla ghiaia le sembrò quasi di riuscire a respirare di nuovo dopo giorni, settimane, mesi di apnea costante. 

Le labbra carnose della ragazza si piegarono quasi istintivamente in un sorriso mentre usciva dall’auto, guardando l’edificio che si stagliava sulla luce del sole, ai piedi di una ripida collina. 
La Cimmeria Academy non era cambiata affatto… e probabilmente le cose sarebbero sempre state così. 

Isabelle rimase immobile per qualche istante, studiando l’edificio di mattoni rossi che incuteva soggezione in tutti i nuovi studenti quando mettevano piede nella proprietà per la prima volta… ma dopo anni a lei non faceva più quell’effetto, anzi: era come tornare a casa. 

Senza curarsi minimamente dei pochi bagagli che aveva portato con se la ragazza partì a passo di marcia, camminando sul viale di ghiaia costeggiato da numerose auto, molte lussuose e scintillanti come quella da cui stava scappando. 

Vide i ragazzini del primo anno salutare i genitori, che abbracciavano i figli con le ultime raccomandazioni… poi c’erano i studenti più grandi, che come lei sembravano felici di essere tornati alla Cimmeria. Isabelle intravide qualche volto familiare ma non si fermò a salutare nessuno, camminando a passo deciso verso il portone di mogano spalancato, permettendo ad un po’ di luce di entrare nel grande ed austero ingresso.

Senza voltarsi indietro la ragazza varcò la soglia della scuola, alzando quasi automaticamente lo sguardo sul rosone che creava un bellissimo gioco di luce e colori al centro dell’ingresso, illuminando una porzione del pavimento di pietra lucida quasi come un riflettore.

Sorrise debolmente mentre un’ondata di sollievo l’attraversava: era a casa, finalmente. 

“La principessa è tornata alla sua reggia, vedo.”

Isabelle si voltò, distogliendo lo sguardo e l’attenzione dalla vetrata per rivolgersi alla fonte della familiare voce, che l’osservava di rimando da una delle due rampe di scale di marmo che si collegavano in un unico pianerottolo.

La ragazza sorrise, avvicinandosi al ragazzo in piedi su uno gradino, appoggiato al corrimano color avorio:

“Non la definirei proprio “la mia reggia”, anche se non mi dispiacerebbe… Come stai Al?”

Alastair Shafiq sorrise mentre l’amica gli si avvicinava, salendo i pochi gradini che li separavano per abbracciarlo, circondandogli il collo con le braccia e alzandosi in punta di piedi.
Istintivamente lui le circondò la schiena con un braccio, ricambiando l’abbraccio prima di parlare:

“Bene, ora che sono qui. Mi chiedevo quando saresti arrivata, io sono qui già da un’ora.”

“Mia madre ci ha fatto fare tardi, come al solito… la conosci, sai com’è fatta. Hai già visto gli altri?”

“No, molti devono ancora arrivare… I tuoi bagagli li hai lasciato allo chauffeur?”

Le labbra del ragazzo si piegarono in un sorrisetto divertito, cogliendo la smorfia scettica che era comparsa sul volto di Isabelle alle sue parole:

“Li ho lasciati in macchina, sono praticamente scappata per venire qui a cercare te o Phoebe. Ma sarà meglio che vada a prenderli, non potrei sopravvivere senza i miei bloc-notes. Viene con me, Signor Shafiq?”

“Visto che non ho altro da fare, si… ma non credere che ti farò da facchino, Van Acker!”

Isabelle sorrise, porgendogli la mano per poi scendere di nuovo le scale, percorrendo l’ingresso ormai gremito di studenti e qualche genitore con un gran sorriso stampato in faccia e Alastair subito dietro, che la guardava con aria divertita: la conosceva da una vita e doveva dire che di rado la vedeva di buon umore come al primo giorno di scuola… buffo, visto che per molti studenti quello era uno dei giorni peggiori dell’anno. 


                                                                         *


“Frankie!”

Francisca si voltò appena in tempo per vedere una ragazza dai capelli rossi e un sorriso allegro stampato in faccia quasi correrle incontro attraverso l’ingresso, zigzando tra gli altri studenti per raggiungerla ed abbracciarla:

“Eccoti, finalmente! Mi sei mancata... come stai?”    Alexandrine sorrise, allontanandosi leggermente dell'amica dopo averla brevemente abbracciata per poterla guardare in faccia, gli occhi verdi scintillanti:

“Ciao Alex... anche tu mi sei mancata, naturalmente. Bene, non vedevo l'ora di tornare... passate bene le vacanze?” 

Francisca sorrise, riprendendo la valigia che si stava trascinando dietro per raggiungere il dormitorio prima che l'amica la stringesse in un caloroso abbraccio.

“Tutto bene, anche se sono felice di tornare qui... Ci fanno lavorare come imbecilli, ma quando sono a casa quasi mi annoio.” 

Alexandrine si strinse nelle spalle, affiancando l'amica e iniziando a salire le scale per raggiungere il Dormitorio delle ragazze, mentre gli studenti del primo anno affollavano l'ingresso in attesa del discorso di benvenuto del Preside Hamilton. 

“Meglio togliersi dai piedi, tra cinque minuti qui nemmeno si respirerà più... Sbaglio o quest'anno i novellini sono molti più dell'anno scorso?” 

Frankie inarcò un sopracciglio, lanciandosi un'occhiata alle spalle quasi dubbiosa mentre osservava i nuovi studenti: in genere non erano più di una trentina, ma quell'anno sembravano molto più numerosi... 

“Credo che molti genitori abbiano deciso di mandare i figli qui invece che ad Hogwarts ultimamente... dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni non mi sorprenderebbe.” 

Alexandrine fece spallucce mentre trascinava la valigia su per le scale, imprecando mentalmente contro la stupida regola che vietava di far fluttuare i bagagli: sembrava che qualche anno prima qualcuno si fosse fatto male durante il primo giorno e da allora avevano severamente proibito di usare la magia quando c'erano valige nei paraggi.

“Ti riferisci al professore posseduto da Tu-Sai-Chi? Il Basilisco che si aggirava da secoli nella scuola senza che nessuno lo sapesse? O al Torneo Tremaghi dove uno studente ha perso misteriosamente la vita?” 

“Si Frankie, hai reso perfettamente quello che intendevo... ma ora muoviamoci, dobbiamo sistemare i bagagli e cambiarci prima di cena... e io non voglio sorbirmi le manfrine di Jefferson sui ritardi già alla prima sera!” 

Alexandrine sbuffò, imboccando il corridoio che portava ai Dormitori femminile mentre Francisca invece ridacchiava, ricordando distintamente la predica che si erano dovute sorbire un anno prima, quando al Banchetto di inizio anno avevano tardato di cinque minuti ed erano state etichettate dal professore di Incantesimi come “ritardatarie” per i primi due mesi di scuola. 

“Tranquilla, quest'anno non daremo modo al vecchio barbagianni di guardarci storto... questa sera saremo due studentesse modello a dir poco esemplari.” 


Francisca sfoggiò un sorriso allegro, strizzando l’occhio all’amica mentre raggiungevano il lungo corridoio che conduceva a numerose porte dipinte di bianco con delle targhe d'argento munite di luccicanti targhe con incisi dei numeri,, il primo settore del Dormitorio delle ragazze. 

Alexandrine si passò una mano tra i lunghi capelli rossi, rivolgendo all'amica un'occhiata divertita e rassegnata allo stesso tempo: non era affatto male come prospettiva... ma qualcosa le diceva che non sarebbe successo. 


                                                                               *


Etienne era in piedi, il bagaglio appoggiato sulla ghiaia accanto a lui mentre osservava l'edificio che si stagliava davanti a lui. 
Si era immaginato diverse volte la Cimmeria dai racconti di suo fratello... ma la sua immaginazione aveva fatto cilecca: non era affatto come se l'era sempre figurata. L'edificio si ergeva su tre piani, costruito con mattoni rossi visibili... era antico e si vedeva, aveva un che dello stile Gotico che lo rendeva piuttosto inquietante a primo impatto: il tetto si ergeva verso il cielo con torrette e guglie tanto appuntite che avrebbero potuto infilzare qualunque cosa, conferendo alla scuola un che di minaccioso che non contribuiva per niente a rilassarlo.

Non era troppo felice di aver dovuto lasciare Beauxbatons e andare in Inghilterra... però lo consolava pensare che avrebbe avuto suo fratello vicino, oltre che uno dei suoi migliori amici che per un ironico scherzo del destino avrebbe iniziato a frequentare a sua volta la Cimmeria, quell'anno. 

Quasi come se si fosse sentito chiamare, Mathieu Leroy si avvicinò al suo ex e allo stesso tempo nuovo compagno di scuola, tenendo le mani in tasca mentre il suo baule volteggiava a mezz'aria alle sue spalle, seguendo i suoi movimenti.


“Non voglio interrompere la tua contemplazione ET, ma pensi di stare qui a fissare la scuola ancora per molto?” 

Mathieu inarcò un sopracciglio, guardando l'amico voltarsi verso di lui quasi di scatto, come se non avesse sentito i suoi passi. Dopo un istante però il volto di Etienne si rilassò e il ragazzo sorrise all’amico, cercando di dimostrarsi più rilassato di quanto in realtà non fosse:

“Ciao Mat... in effetti non muoio dalla voglia di entrare. Tu invece che ci fai ancora qui?” 

“Mi hanno detto di aspettare un po’ visto che avrebbero accolto prima i ragazzini del primo anno, mentre avrebbero parlato con noi una volta calmate le acque... ma credo che sia arrivato il momento di andare, quindi gambe in spalla Lacroix.” 


Mathieu assestò all’amico una pacca sulla spalla, sfoggiando il suo sorriso allegro è contagioso prima di avvicinarsi con disinvoltura all’edificio. Etienne sbuffò, seguendolo quasi con aria cupa mentre si chiedeva come facesse ad essere tanto tranquillo: lui quasi non aveva dormito, la notte precedente... o forse anche Mathieu non era poi molto rilassato, ma a differenza sua lo mascherava egregiamente.


Effettivamente, a differenza sua Mathieu non era arrivato alla Cimmeria perché era stato espulso da Beauxbatons... ed Etienne aveva tutta l'intenzione di tenersi la sua storia per sé, visto che molti avrebbero potuto fraintendere il motivo per cui si trovava in Inghilterra e non più in Francia. 


                                                                               *


In piedi nella sua stanza, non stava più mettendo in ordine le sue cose nel comodino, nell’armadio o sulla scrivania. No, ora era vicino alla finestra, osservando delle figure che si stavano avvicinando al portone d'ingresso, camminando sul viale di ghiaia. 

I grandi occhi di Phoebe Selwyn erano fissi su quella che avrebbe dovuto, almeno in teoria, definire “sua sorella”, ma le risultava molto difficile farlo.

Quasi non riusciva a credere che stesse succedendo davvero... Camila avrebbe passato l'ultimo anno di scuola alla Cimmeria, insieme a lei.
E Phoebe era del parere che in quella scuola non ci fosse affatto posto per entrambe... quasi non la conosceva, ma non ci voleva una conoscenza approfondita per decretare che erano esattamente agli antipodi.

Un lieve sorriso amaro comparve sul volto della ragazza mentre osservava i stravaganti capelli della sorellastra, lisci e tagliati a caschetto... e variopinti in modo a dir poco assurdo. 
Di certo non sarebbe passata inosservata alla Cimmeria, con un aspetto del genere... e Phoebe già temeva il momento in cui avrebbe dovuto spiegare a tutti chi era quella ragazza, ammettere di avere una sorella che praticamente non aveva mai conosciuto e che era piombata nella sua vita all’improvviso e in modo orribilmente inaspettato. 

Non l'aveva detto a nessuno, anche se sapeva da più di un mese che Camila avrebbe frequentato la sua stessa scuola... nemmeno Isabelle lo sapeva, e la ragazza sapeva che avrebbe dovuto spiegarle tutta la storia già quella sera a cena, quando lei e Camila si sarebbero trovate faccia a faccia. 


Phoebe sospirò, allontanandosi dalla finestra per portare a mettere a posto le cose che aveva portato con sé oltre ai libri. Decise di concentrarsi sulle scarpe e sui vestitii invece di pensare alla piega che avrebbe preso la sua vita alla Cimmeria... non aveva quasi guardato la donna che aveva intravisto accompagnare Camila fino al portone dell’edificio: non aveva mai incontrato la madre della sua sorellastra e non teneva minimamente a farlo, in nessun caso.  


                                                                           *


“Avete organizzato un Comitato di Benvenuto, per caso?” 

Adrianus inarcò un sopracciglio, guardando con cipiglio quasi divertito Alastair Shafiq e Jackson Wilkes voltarsi quasi contemporaneamente verso di lui, entrambi in piedi accanto alla ringhiera e intenti a guardare giù, nell’Ingresso.

“Non esattamente... stavamo solo dando un'occhiata alla carne fresca di quest'anno. Ti unisci a noi?”     Jackson sorrise e Adrianus si chiese se fosse il caso di tenere il peggio: non era di buon auspicio l’espressione “carne fresca”... doveva forse avvertire i nuovi arrivati che un paio di studenti più grandi avrebbero architettato qualcosa?


“In realtà credo che sarebbe meglio andare a cena, ragazzi... l'anno scorso Alexandrine e Francisca sono state nel mirino di Jefferson per mesi per aver fatto tardi la prima sera.”   

Adrianus sfoggiò un lieve sorrise, ricordando i brontolii sommesse delle due compagne quando l’insegnante le fulminava con lo sguardo, ammonendole di essere sempre puntuali sia lezione che ai pasti.
Per tutta risposta Alastair sbuffò, non potendo non concordare con il ragazzo mene si allontanava di qualche passo dalla ringhiera, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni blu della divisa. 

“Triste, ma vero. Andiamo Jax, osserveremo i nuovi arrivati a cena. Credo che quest'anno avremmo diversi compagni nuovi, o almeno così mi ha detto mio padre.” 

Adrianus e Jackson si scambiarono un’occhiata alle parole del ragazzo prima di seguirlo giù per le scale: entrambi pensarono che se Gideon Shafiq aveva detto così, allora sarebbe stato vero per forza, visto che era un membro importante del Consiglio della scuola...  evidentemente, quell’ultimo anno sarebbe stato piuttosto movimentato. 


Sapendo però quanto Alastair poco amasse parlare di suo padre Jackson si affrettò a cambiare argomento, intavolandone uno ben più gradito all’amico:

“Piuttosto, dobbiamo organizzare la prima partita notturna... Shafiq, pensaci tu a dirlo agli altri.”

“Perché non puoi farlo tu questa volta, di grazia? Sei troppo impegnato a farti il nodo alla cravatta, Wilkes?” 


Jackson e Alastair iniziando a discutere su come, quando e dove organizzare la prima partita “notturna” di Quidditch mentre scendevano le scale diretti alla Sala da Pranzo, con Adrianus che seguiva la discussione quasi con esasperazione: non li stava ascoltando del tutto in realtà, ma non ne aveva bisogno... sapeva già che alla fine avrebbe dovuto pensarci lui, visto che l'uno avrebbe rifilato il compito all'altro e nessuno dei due avrebbe mosso un dito.


                                                                                *


“Ehy, Jude!” 

Jude si trattenne dal sospirare prima di voltarsi quasi con una nota esasperate negli occhi mentre alzava lo sguardo sulle scale sopra di lui, ritrovandosi ad osservare la fonte della voce canzonatoria che l'aveva chiamato: un viso illuminato da un sorriso, cosa decisamente inusuale che lo lasciò interdetto per un attimo, ma la sua espressione rimase impassibile mentre la salutava con tono neutro:


“Ciao, Isabelle.” 

“Quanta allegria... non sei felice di essere tornato a scuola?” 

“Si, ma lo sarei anche se smettessi di canticchiare quella dannata canzone. Ormai odio i Beatles, per colpa tua.” 


Isabelle si fermò un paio di gradini prima di lui, giusto per non ritrovarsi a guardarlo dal basso: era una cosa che le aveva sempre dato fastidio. 

“Cesserò di farlo solo quando smetterà di essere divertente... e ciò accadrà solo quando tu smetterai di dirmi di non farlo, Jude. Coraggio, questo è l'unico giorno dell'anno in cui sono davvero di buon umore, dovresti godertelo!” 

“Se non altro riconosci di essere terribilmente lunatica.” 

Juve inarcò un sopracciglio, guardandola con aria leggermente scettica: 

“Ci vediamo in Sala da Pranzo, mi fermerei a chiacchierare ma se tardo Jefferson mi ucciderà... Dovresti fare lo stesso, se non vuoi ritrovarti a pulire il giardino all'alba, domani.” 

Isabelle sfoggiò un sorriso prima di superarlo, riprendendo a scendere velocemente i grandini facendo scivolare una mano sul corrimano lucido, canticchiando a mezza voce le note della canzone che ormai era diventata familiare alle orecchie del ragazzo. 

Sbuffando debolmente Jude la seguì, chiedendosi in cuor suo perché la ragazza si divertisse tanto a canticchiare la canzone dei Beatles in sua presenza.

In effetti non aveva ancora capito del tutto perché Isabelle Van Acker fosse tanto di buon umore al primo giorno di scuola, quando invece molti si presentavano alla Cimmeria con dei musi lunghi fino al pavimento... ormai sapeva un po’ tutto delle persone che circolavano tra i corridoi di quella scuola, ma forse non aveva abbastanza informazioni su di lei per capire il motivo di tanta gioia al primo giorno, per poi tornare la stessa Isabelle scostante di sempre da quello successivo.

Forse avrebbe preferito restare da solo in camera sua per quella sera... ma allo stesso tempo aveva fame, e sapeva che se fosse arrivato tardi si sarebbe beccato una bella strigliata è una punizione già alla prima sera, cosa che preferiva evitare: per una volta doveva dare ragione ad Isabelle Van Acker, per un simpatico scherzo del destino.














..........................................................................................
Angolo Autrice: 


Ed eccoci, finalmente, alla Scelta... Grazie mille a tutti per avermi mandato le schede, per una volta non ho avuto un’esagerata sovrabbondanza di ragazze, stranamente. 

Come sempre, spero che chi non è stato scelto non se la prenda troppo... Nessun OC era fatto male, solo che alcuni si somigliavano molto tra loro e io preferisco sempre non sceglierne un numero elevato per evitare di fare pasticci, chi mi conosce già lo sa. 

Spero ovviamente di fare un bel lavoro e di rendere bene i vostri OC... in caso, siete autorizzati a linciarmi con un messaggio. 

Aggiornerò il più regolarmente possibile anche se non prometto capitoli lampo visto che ho altre storie in corso... ma mi impegnerò, ve l’assicuro. 

Infine, ecco la lista degli OC scelti:


Studenti Senior:


Alastair Shafiq 
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Adrianus Stebbins 
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Isabelle Van Acker 
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Phoebe Selwyn 
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Jackson Wilkes 

Alexandrine Darwin 

Jude Verräter 
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Francisca Lothbrok


Nuovi Studenti:


Etienne Lacroix

Camila Selwyn-Holt 
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Mathieu Leroy 
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Ci sentiamo in settimana con il primo vero capitolo... a presto! 


Signorina Granger 

   
 
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