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Autore: Meissa    11/05/2009    6 recensioni
I movimenti si ripetono uguali, come se qualcuno avesse inserito una sequenza di poche immagini e continuasse a ripeterla all’infinito, fino al momento in cui Sakura, dopo ore, rompe questo equilibrio.
Chiude il libro, tenendo il segno con le dita di una mano, inarca la schiena e muove il collo, per allontanare il torpore dai muscoli. Poi si mette bocconi, senza nascondere uno sbadiglio, e si stropiccia gli occhi con la mano libera, e infine si volta a guardare Sasuke, steso di fianco a lei, completamente indifferente ai suoi movimenti.Sempre gattoni si avvicina a lui, il libro in mano, e gli si sdraia accanto, dandogli di nuovo la schiena [...].
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Note autrice : Sì, non ho davvero nulla da fare, la mia pigrizia ha dello straordinario. Ambientata in un futuro moolto lontano, nell’ipotetico futuro di Fine serata e Un dobe per amico, per chi non avesse idea di cosa sto parlando : il fesso Sasuke è tornato a Konoha, ormai è completamente reintegrato –per quanto possa essere integrato Sasuke- nel villaggio e la sua relazione con Sakura è pubblica, visto anche che vivono insieme.
Questa storia ha meno senso delle precedenti ma ci tenevo tantissimo a scriverla, come dice il titolo è un semplice affresco di una normalissima giornata, niente più, niente meno. Buona lettura! Ci risentiamo alla fine XD



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Casa Uchiha è immobile e immersa nel silenzio, i soli movimenti nel giardino e all’interno delle mura sono causati dal vento leggero e solo il bisbiglio delle fronde spezza la totale assenza di suoni. L’edificio potrebbe sembrare disabitato, come ai tempi in cui Sasuke era a Oto, se non fosse per i panni -che profumano di pulito- stesi nel cortile interno, il parquet lucido, i mobili spolverati di recente, una cesta di panni da sistemare ai piedi delle scale –leggermente spostati a sinistra-, le stoviglie ancora bagnate ad asciugare nel lavabo e della frutta fresca in un cestino di vimini, segni inequivocabili della presenza di esseri umani.

I suoi abitanti si trovano nella camera di Sasuke, al piano superiore, quieti e persi nell’atmosfera sonnacchiosa che avvolge la casa; sono entrambi sdraiati sul letto, beati, il silenzio interrotto con ritmo costante dal fruscio leggero di pagine sfogliate.
Sakura è sdraiata sul fianco destro, intenta a leggere un libro; gira le pagine con la mano sinistra, mentre la destra le sorregge il capo, il viso disteso e le labbra tese in un sorriso spontaneo, appena accennato, e lo sguardo interessato mentre scorre le parole con lentezza, quasi si stesse dissetando del loro stesso significato. Sasuke è alla sua sinistra, steso di schiena, una gamba tesa e l’altra semi-piegata, le mani intrecciate all’altezza dello stomaco, i gomiti lasciati larghi; ogni tanto chiude gli occhi e, immobile, ascolta i suoni, anche i più piccoli, con attenzione, poi li apre e, senza cambiare posizione, fissa il soffitto con particolare trasporto, come se ci stesse dialogando.

La stanza è inondata di luce, che entra dalle finestre e dall’ampia vetrata che dà sul terrazzo, e viene riflessa dalle superfici lisce e si espande su quelle chiare; dietro il riverbero dei vetrini le figure delle foto svettano nei loro colori brillanti. Sakura ne ha alcune ha proprio davanti, e ogni tanto alza lo sguardo dal libro e osserva la foto del Team sette, in cui Naruto ha i denti scoperti in un ringhio, Kakashi-sensei un’espressione bonaria, lei una di sincera allegria e Sasuke è imbronciato: le sembra adorabile ugualmente; di fianco c’è una foto di Sasuke con Mikoto, entrambi hanno un sorriso smagliante, che Sakura non gli ha mai visto addosso, e le sembra sia più luminoso del solito: quando vede quella felicità e quell’allegria sul volto di Sasuke, anche se solo in foto, non può fare a meno di sorridere con dolcezza infinita.

I movimenti si ripetono uguali, come se qualcuno avesse inserito una sequenza di poche immagini e continuasse a ripeterla all’infinito, fino al momento in cui Sakura, dopo ore, rompe questo equilibrio.
Chiude il libro, tenendo il segno con le dita di una mano, inarca la schiena e muove il collo, per allontanare il torpore dai muscoli. Poi si mette bocconi, senza nascondere uno sbadiglio, e si stropiccia gli occhi con la mano libera, e infine si volta a guardare Sasuke, steso di fianco a lei, completamente indifferente ai suoi movimenti. Sempre gattoni si avvicina a lui, il libro in mano, e gli si sdraia accanto, dandogli di nuovo la schiena, infischiandosene di avergli spostato il braccio per potergli stare appiccicata. Sasuke sbuffa, palesemente infastidito, ma lei sembra non interessarsene, mentre poggia il gomito a sostegno della testa e si appresta a leggere nuovamente il libro.

“Sakura,” esordisce senza particolari intonazione.
“Sakura,” ripete calcando di più il nome, notando la sua totale indifferenza.
Lei nemmeno si gira a guardarlo, emette solo un mugolio, segno che l’ha sentito, cosa che fa salire l’irritazione di Sasuke ancora di più.
“Levati di dosso, fa caldo,” le intima sgarbato.
La vede alzare le spalle come a dire che non le interessa, e trattiene a fatica un ringhio disperato.
“Sakura, con te addosso e come mi hai spostato il braccio, sono scomodo, levati,” tenta di nuovo.

Lei drizza appena la testa dal libro, seccata dall’interruzione e se la immagina roteare gli occhi e anche trattenersi a fatica dal dire ma quanto sei noioso. Secondo lo shinobi la situazione ha dell’incredibile, un tempo Sakura mai si sarebbe permessa di roteare gli occhi, irritata, e di dargli del noioso, anche perché è risaputo che quella noiosa è lei. Per Sasuke quella frase è stata una doccia fredda: erano tornati da una missione, e la stava riaccompagnando a casa, lamentando la deficienza delle persone che richiedono la protezione degli shinobi per delle vere e proprie cazzate, la stupidità di Naruto, l’atteggiamento sempre troppo gentile e bonario di Kakashi-sensei, la stupidità di Naruto, quanto faccia schifo il cibo durante le missioni, la stupidità di Naruto, quanto fossero penosi gli shinobi che hanno provato a rapinare il loro protetto, la stupidità di Naruto, quanto fossero sprecati per missioni di questo genere visto il loro livello, e mentre erano a pochi metri dalla porta di casa di Sakura lei lo aveva zittito, alzando gli occhi al cielo, esasperata, con la frase Dei, ma quanto sei noioso! Spiazzato, lo sguardo vacuo e la bocca semiaperta, era rimasto a fissarla entrare in casa, mentre lo salutava con la mano, e aveva mantenuto quell’espressione beota sino al quartiere Uchiha, comprendendo che lei, Haruno Sakura, la noiosa e insopportabile per definizione, l’aveva definito noioso.
In quel preciso istante Sasuke ha compreso che non si sarebbe più liberato di lei, anche se non gliel’ha mai detto.

Sakura si gira verso di lui e gli sposta il braccio, in modo che le circondi le spalle, e poi si rimette esattamente com’era prima. Sasuke sbuffa, irritato, lui stava bene com’era prima che gli si appiccicasse; si sistema meglio con la schiena, alzandosi leggermente per sistemarsi in posizione semiseduta, il braccio destro ancora intorno alle spalle di Sakura.
Sakura sorride, anche se Sasuke non la vede in faccia, ogni volta che le sfiora gentilmente il fianco e il ventre, una mano sempre distrattamente tra i suoi capelli, mentre le pagine del libro si susseguono e le parole perdono di significato, in una bolla d’inebriante felicità.

Il tempo sembra nuovamente essersi fermato e ripetere sempre la stessa immagine, nella stanza i contorni sono sfumati, indefiniti, gli oggetti impalpabili, come un dipinto rappresentante una dimensione onirica e lontana.
Sasuke spalanca gli occhi, folgorato, la serenità abbandona il suo viso e sembra improvvisamente più reale, concreto, in quella sua febbrile preoccupazione.

“Sakura,” la chiama, il nome che sembra urlato nel silenzio della villa.
Sakura chiude il libro, con una tranquillità e una delicatezza che sembra appartenere a un altro mondo, inarca la schiena, come una gatta, e si gira sulla schiena, poi si allunga con le stesse movenze feline ed eleganti e strofina mollemente il naso e la fronte sul suo collo.
“Cosa c’è?” domanda, la voce un alito di vento.
“Pensavo…” inizia, mentre le accarezza distrattamente le spalle.
“Mh…” gli fa capire di essere attenta nonostante gli occhi chiusi, mentre si perde nel suo profumo e nella dolcezza dei suoi gesti. Sakura sa che Sasuke non è tipo da grandi discorsi, non lo è mai stato, e con Ino è stato concordato più volte che non è certo la personificazione dell’eloquenza, ma ha imparato a capirlo: i suoi silenzi, i gesti, le lamentele continue, gli sbuffi e tante altre piccole sfumature che gli altri non sanno cogliere, con forse la sola eccezione di Kakashi e Naruto; quelle carezze son piccoli gesti che sopperiscono alla mancanza di parole da parte sua, e per quanto possano sembrare scontate e banali Sakura sa quanto valgono e sa apprezzarle.
Le accarezza la curva del ventre appena più pronunciata, gli occhi rivolti al soffitto, prima di parlare di nuovo.
“E se fosse maschio… e avesse i capelli rosa?”
Sakura lo guarda un attimo, allibita, poi affonda il viso nell’incavo del collo, il suono delle risate che si riversa nella stanza.
Sasuke assottiglia lo sguardo, palesemente irritato dalle sue risate.
“Io ero serio,” sibila oltraggiato. “Sei davvero insopportabile.”
Sakura continua a ridere spensierata contro il suo collo, e mentre Sasuke parla la sua mano è ancora tra i suoi capelli.


Spazio Autrice : Ordunque siamo giunti alla fine e se vorrete lanciarmi addosso qualcosa vi pregherei di limitarvi agli ortaggi e alla frutta, escludendo pomodori, pesche e ciliegie, ché macchiano, e poi chi la sente mia madre. Cavolate a parte per quanto insulsa mi piace. Non vorrà dire niente, ma mi piace l’idea di una giornata normale, è uno scorcio di quotidianità, che i due non avranno mai, perché Kishimoto è un sadico >.> Perché viste le ultime dal manga voglio sapere chi si aspetta che finisca tutto con un bel SasuSaku >.> Mi congedo, prima di rispondere a commenti vari, con una preghiera alla Dea dell’IC, sperando che anche stavolta mi abbia assistito, ma ho i miei dubbi, Sasuke mi sembra tutto tranne che IC. E prima di salutarvi, i consigli musicali del giorno: Lucy in the skies with diamonds, perché Elton mi tiene sempre compagnia mentre studio, e quando metto a Random la musica anche mentre scrivo.

Ringraziamenti: Un grazie infinitamente sntito a Mote_Ely e kry333 che hanno avuto la cortesia di commentare The soun of Silence, e anche ovviamente a kyoko94 che mi ha postato il suo giudizio anche sul sito. Oltre ovviamente a chi l'ha messa nei preferiti ^^
Mote_Ely ecco qua cosa è il miso, definizone da wiki =P

“Il miso è un condimento derivato dai semi della soia gialla, di origine giapponese, cui spesso vengono aggiunti altri cereali come orzo (Mugi Miso) o riso (Kome Miso). Il miso di sola soia è detto Hacho miso. È diffuso in tutto l'estremo oriente, maggiormente in Giappone".

Un sentitissimo ringraziamento alle otto persone che hanno messo Un dobe per amico nei preferiti e chi ha commentato: A_DaRk_FeNnEr, Hele91, Faby hale e PetaloDiCiliegio. Mi fa molto felice sapere di essere riuscita a centrare le caratteristiche dei personaggi, e per questo continuerò a dare tributi alla Dea dell'IC, protettrice di tutte e tutti i fanwriter, anche se ammetto che inizia a diventare un po' costoso. Anche io vorrei si riunissero, ma non nutro grandi speranze, purtroppo. * Sente un presagio di morte che si avvicina e lo scaccia via con un ventaglio *
Ringrazio di nuovo PetaloDiCiliegio per il commento espresso anche a Fine serata. Con tutti questi complimenti mi monterò la testa e mi gonfierò come un palloncino! Ah, no, aspettate, sono già un'esaltata XD
Grazie in anticipo a chi leggerà, commenterà, la aggiungerà ai preferite o alle seguite e anche a chi la apprezzerà solamente.
Ora sarà meglio che emigiri a studiare inglese, alla prossima!
Meissa.
   
 
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