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Autore: tess89    11/05/2009    3 recensioni
Tutto New Moon dal punto di vista di Edward! Spero di averlo interpretato bene... Buona lettura!
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap1 n l Eccomi con una nuova fan fiction! Ho cercato di immaginare sempre come Edward viveva la sua separazione da Bella e così ecco tutto New Moon visto dai suoi occhi e i suoi pensieri! Vi prego recensite!
Kisses Tess


Capitolo 1
“Northern Lights - Aurora Boreale”


L'asfalto della strada nella periferia di Forks sfrecciava veloce sotto le ruote della mia Volvo. La velocità mi elettrizzava, ma più di ogni altra cosa andavo veloce per raggiungere il più in fretta possibile la scuola che frequentavo. Non che mi interessassi molto delle attività scolastiche, ma la Fork High School era frequentata, oltre da me e da mia sorella Alice, dalla mia ragazza, Bella.
Non mi piaceva definirla “la mia ragazza”, ma come altrimenti poteva essere definito il nostro rapporto? Agli occhi degli altri eravamo un ragazzo e una ragazza ai primi mesi del loro rapporto.
Ma lei per me era molto di più.
Lei era un miracolo. Il mio miracolo personale.
Quando meno avrei potuto immaginarlo era piombata nella mia esistenza sconvolgendola, animandomi di tutti quei sentimenti umani che erano ormai da un secolo assopiti dentro al mio cuore di pietra. Mi aveva scosso e illuminato come una meteora nel cielo più buio.
L'amavo più di ogni altra cosa al mondo anche se sapevo che la mia vicinanza per lei era solo un rischio. Un vampiro come compagno di vita è come aver decretato la propria condanna a morte.
Ma lei non sembrava nemmeno farci caso. A lei non importava che non fossi umano, che fossi gelido al suo tocco o con una forza disumana. E cosa da non sottovalutare, lei aveva il più dolce odore che un umano avesse mai potuto avere per me. Ma neanche questo per lei sembrava contare molto.
Ogni volta che mi guardava con quei profondissimi occhi color cioccolato, sorrideva come se avesse visto la cosa più bella della sua vita, anziché un mostro assassino assetato di sangue.
Sorrisi distratto con quei pensieri che mi galleggiavano in testa e svoltai per il parcheggio a nord dell'edificio scolastico. I miei occhi attenti notarono che il suo pick-up non c'era e che quindi lei non era ancora arrivata.
“Cerca di non infastidirla” sussurrai ad Alice che già fremente era scesa dalla macchina non appena avevo posteggiato.
“Ma insomma è il suo compleanno! Non lo lascerò di certo inosservato”  sbottò lei con il pacchetto di carta argentata tra le mani.
Alzai gli occhi al cielo. Era inutile opporsi ad Alice. Era come avere perso ancora prima di cominciare a giocare.
Ed ecco finalmente il rumore assordante dello chevy guidato dalla persona in questione fece capolino nei pressi della scuola. Sorrisi automaticamente.
Era così facile sentirmi di buonumore quando nelle vicinanze c'era lei.
Fece il suo ingresso provocando le occhiatacce infastidite dal rumore di non pochi passanti e parcheggiò non lontano dalla mia Volvo.
Sembrava che qualcosa la turbasse, una profonda ruga sostava al centro della piccola fronte incorniciata dai suoi lunghi capelli castani.
La vidi guardarsi in giro con aria avvilita. Di certo il giorno del suo compleanno non aveva sortito l'effetto gioioso che un po' avevo sperato. Speravo che non dovesse vivere tristemente dei giorni che dovrebbero essere invece pieni di felicità. Come sempre dovevo ricredermi. Bella non faceva o diceva mai ciò che invece mi sarei aspettato. Mai.
Lanciò di sbieco una smorfia al cielo perennemente nuvoloso e sbuffò vinta dalla realtà dei fatti. Il sole a Forks era davvero raro.
Non appena posò lo sguardo su di me tutte le preoccupazioni, tutte le ansie o turbamenti che l'avevano fino a quel momento afflitta si sciolsero come neve sotto il sole. Mi rivolse un sorriso che solo a me riusciva a regalare. I suoi lineamenti dolci si aprirono nella cosa più bella che avessi mai visto. Per un attimo sentii che il mio cuore muto si fosse scaldato, il mio petto si riempì d'aria e un sorriso doveva essere disegnato sulle mie labbra. Quanto riusciva a far risorgere l'essere umano che era in me! Con un sorriso come quello che avevo davanti, ritenevo che qualunque cosa mi sarebbe potuta succedere in quel momento e io non me ne sarei accorto, imbambolato come ero a guardare il mio miracolo che si avvicinava.
Mia sorella saltellò fremente sul posto aspettando che Bella le prestasse la dovuta attenzione. Ottenuto l'interesse desiderato, gli occhi color cioccolato caddero sul pacchetto che reggeva in mano Alice e si rabbuiò. Avevo fatto centro. Era il suo compleanno a turbarla.
La vidi sbattere la portiera con violenza, come se sperasse di riuscire a distruggere almeno qualcosa in quel giorno così terribile per lei. La verità era che lei in quel giorno compiva diciotto anni. Ma se per lei era una sciagura compierli e quindi risultare più grande di me, per me era una vera tragedia che lei crescesse di giorno in giorno, conducendo una vita di un normale essere umano, e questo voleva dire che un giorno se ne sarebbe andata per sempre e io, in maniera naturale, non avrei potuto seguirla. Imprigionato come ero nel mio corpo eterno da diciassettenne. Dentro morivo mentre mi accorgevo di quei miseri millimetri di lunghezza in più dei suoi capelli, ma cercavo di non darlo troppo a vedere. Era questa la vita che per lei avevo scelto.
Alice troppo entusiasta per restare ferma al suo posto, le si avvicinò.
“Buon compleanno, Bella!”
“Sssh!” Dava seriamente l'idea di un ladro colto sul fatto, mentre si guardava attorno allarmata sperando che nessun altro le venisse ad augurare un giorno felice.
Sembrava che Alice non avesse capito il tacito avvertimento di Bella.  “Il regalo lo apri adesso o più tardi?”
“Niente regali” sbottò stizzita lei. Sembrò che finalmente Alice capisse lo stato d'animo di Bella ma questo non le vietò di continuare a saltellarle intorno cercando di festeggiarla.
“Va bene più tardi, allora. Ti è piaciuto l'album che ti ha regalato tua madre? E la macchina fotografica di Charlie?” le chiese ancora.
“Sì. Grande”. Sospirò afflitta.
gSecondo me è una bella idea. L'ultimo anno di scuola arriva una volta sola nella vita. Vale la pena di documentare l'avvenimento”.
gTu quanti ultimi anni di scuola hai già vissuto?”. Alzò un sopracciglio.
gQuesto è un altro discorso”.
Mi raggiunsero. Rimasi un momento buono ad assaporare quel profumo inebriante di fresia e lavanda, ad ammirare quel viso a forma di cuore, quegli occhi profondissimi. Ma lei probabilmente non se ne accorse. Ero riuscito con buona parte del mio auto controllo a mettere a tacere l'istinto famelico che ogni secondo rischiava di ucciderla. Ma il suo profumo mi colpiva sempre come quella prima volta in quell'aula di biologia...
Le offrii la mano e lei senza esitazione me la prese. Come la prima volta un calore immenso mi invase, il suo calore.
Ispirai profondamente e il suo battito perse il suo regolare ritmo. Sorrisi dell'effetto che ogni volta le facevo. Con l'indice cominciai a sfiorarle il contorno delle labbra.
“Quindi, come stabilito, ho il divieto di augurarti buon compleanno, ho inteso bene?” le sussurrai.
“Hai inteso bene”
“Grazie per la conferma. Speravo che avessi cambiato idea. Di solito la gente adora compleanni, regali e cose del genere”.
Alla sua destra Alice scoppiò a ridere. “Vedrai che sarà un divertimento. Oggi tutti saranno gentili e faranno quello che dici tu, Bella. Cosa potrebbe succedere di tanto brutto?”
“Che sto invecchiando” sibilò gelida.
Mi si congelò il sorriso in faccia.
“Diciotto anni non sono tanti”, le rispose Alice. “Sbaglio, o di solito le donne aspettano di averne ventinove, prima di farsi rovinare l'umore da un compleanno?”
“Sono più vecchia di Edward”. Cercò di concludere Bella.
Alice mi lanciò un occhiata proprio mentre io sospiravo e scuotevo leggero il capo.
Lessi nella mente di Alice il tentativo di volere risollevare l'umore di Bella, ma io in fondo non ero tanto lontano dal sentirmi diverso da lei. Come avrei consolato Bella, se io per prima consideravo la sua crescita una disgrazia?
“Tecnicamente sì. Ma di un annetto soltanto” Sorrise ancora Alice. “A che ora vieni a trovarci?”
Bella si bloccò al mio fianco e risi di nascosto per la sua espressione dubbiosa.
“Non sapevo di avere in programma una visita” Cercò di rifugiarsi lei.
Probabilmente aveva una vaga idea di cosa mia sorella stava architettando.

  
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