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Autore: ZeldaFitzgerald    23/10/2016    2 recensioni
Questa fanfiction è interamente dedicata ad una delle persone più belle che io conosca, ti voglio bene tesoro e spero ti piaccia. Buon compleanno.
Il titolo si ispira alla canzone di Katy Perry che ho avuto in mente durante tutto il processo di scrittura.
Genere: Angst, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei in macchina, una di quelle station wagon nere anonime, tutte uguali, senza personalità. Non sei tu a guidare, sei seduto dietro, sul sedile passeggero. Davanti a te Jorge, il tuo autista, sta in silenzio ma come sempre ti sorride mestamente.  Sono giorni cupi per te questi, giorni frenetici, giorni senza respiro. Sei un attore di successo ormai, dopo Dunkirk sei diventato il sogno di ogni regista, l’attore di punta di ogni pellicola indipendente. 

Sei anni dall’ultima volta che hai suonato con i ragazzi, sei anni che non sali su un palco per esibirti cantando, sei anni da quando hai dovuto lasciare dietro quei lads che erano i tuoi fratelli. Sei anni senza Louis. Non hai la minima idea di che fine abbiano fatto, o meglio, sai che Niall dopo il primo album si è trasferito in Australia e insegna ai ragazzini del liceo a suonare la chitarra, Liam è diventato un produttore discografico e ha fatto collaborazioni con qualche rapper emergente ma soprattutto è papà di una bimba bellissima, Cynthia. Hai persino riallacciato i rapporti con Zayn, ha scritto la colonna sonora di uno dei tuoi film e non hai potuto fare a meno di pensare che a volte la vita è proprio buffa. C’è solo un pezzo mancante del puzzle…  Louis è sparito.
 Nessuno ha idea di dove sia, hai provato a contattare Jay e Lottie più volte ma anche loro non sono riuscite a darti nessuna informazione attendibile, Louis Tomlinson sembra non abitare più questo mondo. 

Dopo la fine del babygate si è limitato a rilasciare un comunicato stampa in cui dichiarava che si sarebbe preso cura di Freddie come se fosse stato biologicamente suo figlio, che avrebbe lottato per la sua custodia e che la relazione con Danielle era ormai giunta al capolinea. Pochi mesi dopo, i giornali sono riusciti a far trapelare la notizia bomba: Louis Tomlinson ha ottenuto la custodia esclusiva di Freddie e si è ritirato a vita privata, da lì in poi il buio.


Nessuno l’ha più visto, tempo un anno e nessuno l’avrebbe più riconosciuto in mezzo alla strada, nessuno tranne te. Si sa come sono queste cose, le meteore del mondo dello spettacolo, un giorno brillano e quello dopo si spengono senza bagliori degni di nota. Questa è stata la storia degli One Direction, la tua meteora, la tua stella più bella. Sono passati sei lunghissimi anni, sei anni senza avere notizie della persona che più hai amato al mondo, quel piccolo grande uomo che ti ha impedito di amare chiunque non fosse lui. A volte ti chiedi se siano stati sei anni senza amore ma non sei sicuro che si possa davvero dire così dal momento in cui tu non hai mai permesso a Louis di lasciare il tuo cuore. Il tuo mal d’amore, come tutto ciò che ti caratterizza, è stato atipico, inusuale. Non eri solito vederlo in ogni persona, pregare affinché qualcuno fosse esattamente come lui, anche perché sei perfettamente consapevole che sarebbe stato impossibile.

Lo rivedevi negli alberi, nei profumi e nei giochi di luce delle albe e dei tramonti che hai vissuto in questi sei anni. Non c’è stato neanche uno di questi 2.191 giorni in cui tu non ti sia svegliato in tempo per vedere l’alba, per riconoscere nelle sfumature vermiglie del cielo il rosso delle sue labbra, nei toni cerulei del giorno che nasceva l’azzurro dei suoi occhi.


Hai vissuto di lui pur non potendo toccare il suo corpo, pur non potendone sentire le braccia delicate stringerti con forza durante la notte, sei andato avanti in funzione del suo ricordo. Non c’è momento in cui non pensi a lui, al suo sorriso, alle sue insicurezze, non c’è giorno in cui non desideri tornare a casa e vederlo accendersi una sigaretta mentre guarda la partita e ti fa cenno di sederti accanto a lui per “giocare a Fifa”. E’ la tua fonte di dolore e tu non puoi fare a meno di amarlo, la consapevolezza di questo dolore costante è l’unica cosa che ti fa sentire vivo. E’ sempre stato così, vero Harry? Tutto si è sempre basato sulla presenza o sull’assenza di Louis nella tua vita. 


Poggi la testa contro il finestrino della macchina, socchiudi gli occhi, sospiri. I vetri sono oscurati nessuno può vederti mentre ti muovi tra le strade di Los Angeles. Ormai è lì che vivi. Londra rischia di ucciderti con i ricordi, con i profumi, con i sapori.  I capelli sono sempre corti, non li hai fatti più crescere, avevi bisogno di una nuova identità per provare a mandare via il dolore e così hai cambiato look, guardaroba, continente. C’è stata solo una cosa che non hai potuto buttare via, il lungo filo di corda con la perla. E’ stato uno degli ultimi regali di Louis, prima della tempesta, prima del baratro. Non senti nulla, non vedi nulla, non tocchi nulla che non sia il ricordo o l’essenza del tuo unico amore e per il momento ti basta. 

Sguardo perso al di là del vetro, qualcosa richiama la tua attenzione, un ragazzo sulla trentina sta camminando tranquillamente sul marciapiede, in direzione del parco, poco più avanti un bambino, biondissimo, avrà circa 7 anni, sta mangiando un gelato. Il ragazzo indossa un paio di jeans chiari che sfiorano il cemento e un maglione blu con cappuccio tirato sulla testa,  una scena tipica nel caldo autunno americano ma un particolare ti sconvolge. Istintivamente afferri con la mano destra la perla che pende all’altezza dello stomaco.


Il ragazzo è scalzo




Chiedi a Jorge di accostare, inspiri ed espiri per qualche secondo, infili la felpa nera, gli occhiali da sole e il cappellino bordeaux e scendi dalla macchina, hai deciso di seguire quel ragazzo. Ti concentri e chiudi gli occhi quasi per essere capace di sentirne l’odore, di riconoscerne i suoni, i battiti cardiaci. Il ragazzo è fermo con il bambino vicino ad un’altalena, sembra rilassato ma allo stesso tempo incredibilmente assente come se il mondo che lo circonda non esistesse al di là di quel ragazzino dai capelli dorati che gli sorride teneramente.  Si accende una sigaretta, una di quelle francesi difficili da reperire, uno di quegli odori che riconosceresti a kilometri di distanza, che sa di casa, che sa di Louis.

Non hai più dubbi, è lui. 



Esiti per qualche secondo. L’unica cosa che vorresti dirgli è che sei morto dentro da quando lo hai lasciato, da quando la paura di non essere amato abbastanza ti ha fatto scappare,  che hai amato e ami sempre e solo lui, nessun’altro, mai.  Prima che tu possa muoverti un uomo gli si avvicina, gli accarezza delicatamente il viso e gli pone una mano sul fianco per qualche frazione di secondo, dopodiché interrompe il contatto e si limita a fissarlo. Il bambino gli corre incontro entusiasta, il ragazzo scalzo li guarda e sorride amorevolmente prima di avvicinarsi per stampare un bacio sulle labbra dell’ignoto individuo.

Sussurri “Louis…  Louis” le parole ti muoiono in gola, i suoni sono ovattati, perdi la percezione della realtà e senti che stai per svenire, esattamente la stessa sensazione di caduta libera, in picchiata nel  vuoto,  che si ha nelle prime fasi del sonno ma stavolta qualcuno ti afferra, la presa è salda, sicura.

Testa sul cuscino, sensazione familiare, sei nel vostro letto.
Una mano ti accarezza la tempia, delicatamente, quasi con timore, due labbra si avvicinano al tuo orecchio e si schiudono soavemente “Che succede, amore? Brutto sogno? Stai tranquillo la prima di domani andrà alla grande. Dormi, ci sono qui io”. Il tuo corpo inizia a rilassarsi, il violento spasmo iniziale si scioglie con il calore della pelle del tuo uomo, con i suoi baci vogliosi, in un attimo è sopra di te, eccitato, pronto a soddisfarti, il tuo sesso turgido nella sua bocca, le tue mani fra i suoi capelli che ancora oggi sono più lunghi dei tuoi, in un attimo il suo pene dentro di te, urla, gemiti e unghia sulla pelle, il tuo seme sulle lenzuola nere, il suo come neve sulla tua pancia. Ti lecca, non è mai sazio, non ne ha mai abbastanza, tu come la sua droga preferita, lui come il tuo porto sicuro. Le sue mani ad accarezzarti piano, poi veloce, in un  turbinio di ritmi e sequenze che amplificano il tuo piacere e lo portano laddove mai prima d’ora era arrivato, vieni di nuovo, le sue labbra ad accogliere il frutto del tuo membro. La tua bocca sulla sua, i sapori e gli odori che si mescolano e ti rendi conto che mai potresti vivere una vita in cui tutto questo è solo un ricordo.

Se mai dovessi decidere di mandarti via ti prego, Louis, torna a prendermi, non permettermi mai di dimenticarti” le tue ultime parole prima di addormentarti sul suo petto.



Il suono della sveglia, ore 6 in punto.
21 luglio 2017.
L’alba di un nuovo giorno.
Accanto a lui.
   
 
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