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Autore: RosaDraco    24/10/2016    5 recensioni
Questo è un AU in cui tutti i dragon slayer sono in realtà dei draghi. Lucy, la protagonista, vive in una metropoli moderna dove nessuno crede più all’esistenza della magia, ma lei è una maga e sa che niente è come sembra. Questa è la storia di un incontro che cambierà la sua vita per sempre e della sua lotta per salvare Magnolia e Fairy Tail.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Bacia la pioggia Oggi, dopo la pausa hot della settimana scorsa, si ritorna alla trama normale. Come vi ho già accennato uno dei personaggi che amo di più, e che fino ad ora è rimasto in disparte, sta per tornare sulla scena. Qualcuno aveva storto il naso, vista la mia scelta di mettere questo personaggio in un angolo, ma adesso spero di riuscire a farmi perdonare!
Il titolo che ho scelto per questo capitolo è la traduzione della famosissima Kiss the Rain di  Billie Myers, ma oggi voglio suggerivi un paio di canzoni che appartengono a un genere completamente diverso: Drown e Avalanche dei Bring me the Horizon. Le ho ascoltate mentre scrivevo ed entrambe vanno benissimo come colonna sonora, a voi la scelta!

Bacia la pioggia

Quando quel mattino Lucy si svegliò la prima cosa che sentì fu il battito forte e allo stesso tempo dolce del cuore di Natsu. Mentre dormivano gli aveva appoggiato la testa sul petto e il suo respiro profondo l’aveva cullata tutta la notte, alzandosi e abbassandosi ritmicamente, come le onde del mare. Natsu le teneva un braccio intorno alle spalle e il calore del suo corpo rendeva le coperte così tiepide da impedirle di sentire il freddo, anche se non aveva nemmeno un vestito addosso.

Quella non era la prima volta che Lucy si svegliava tra le braccia di un ragazzo ma era di sicuro la prima volta che si sentiva così rilassata e in pace con il mondo. L’idea di quello che aveva condiviso con Natsu la sera precedente non la imbarazzava, anzi la rendeva incredibilmente felice. Sapere che il drago condivideva i suoi stessi sentimenti la faceva sentire al settimo celo.

Natsu stava ancora dormendo profondamente, con la bocca leggermente aperta e i capelli spettinati che gli coprivano la faccia: sembrava proprio un bambino. Lucy ridacchiò e allungò una mano per togliergli le ciocche ribelli dagli occhi. E fu allora, non appena sollevò la testa dal petto del drago, che la ragazza percepì un altro rumore di sottofondo: quello della pioggia. Su Magnolia stava piovendo a dirotto, con una furia e una violenza inaudita. Le gocce d’acqua si abbattevano contro i palazzi e il vetro della finestra come una scarica di proiettili d’acciaio. Eppure Lucy aveva letto le previsioni del meteo soltanto un giorno prima: non c’erano tempeste in arrivo. C’era soltanto una spiegazione possibile per quella pioggia così violenta ...

- È tornata! - Lucy si dimenticò di colpo del drago e si alzò di scatto, gettando le coperte all’aria. Quel movimento così brusco svegliò Natsu che spalancò gli occhi - Che sta succedendo? -

Lucy si era già alzata in piedi e stava frugando nell’armadio per procurarsi dei vestiti. Non aveva tempo da perdere per raccogliere la biancheria e gli abiti che la sera precedente Natsu le aveva sfilato e buttato per terra. Non c’era nemmeno tempo per farsi una doccia, tanto la pioggia l’avrebbe comunque inzuppata fino all’osso.

- Allora? -

- Juvia è tornata! - Gli spiegò la ragazza - Ne sono sicura: riesco a percepire la sua magia nell’aria! -

Natsu aveva già sentito quel nome ma era ancora assonnato e ci mise qualche secondo per capire a chi si stava riferendo - L’ex fidanzata di quel cretino di Gray? Perché ti interessa tanto che sia tornata in città? -

- Perché devo trovarla il più in fretta possibile, calmarla e convincerla a dare una seconda chance a Gray e devo farlo prima che sia lui rovinare tutto! - Lucy raccolse i vestiti di Natsu e li arrotolò, tirandoglieli in faccia come una palla di cannone - Vestiti! Ho bisogno del tuo naso per rintracciarla! -

Il drago grugnì mentre si toglieva i vesti dagli occhi. Non aveva alcuna voglia di uscire, l’unica cosa che desiderava era rimanere per il resto della giornata a fare l’amore con Lucy, oppure steso sul letto a guardare la ragazza di spalle, la sua schiena nuda e il suo corpo formoso.

- Sbrigati! - Ma Lucy gli negò ogni visuale, tirando su il pantalone scuro che aveva appena scelto. Natsu si rassegnò con un sospiro mentre si metteva a sedere e cominciava a infilarsi i boxer.

- Non puoi chiamarla e cercare di calmarla per telefono? -

- No che non posso! - Esclamò Lucy - Sono tre settimane che Juvia non risponde a telefono! Non vuole parlare con nessuno! -

- E allora lasciala stare. - Suggerì Natsu ma Lucy lo zittì con uno sguardo di fuoco - Io devo parlarle, devo riuscire a farla ragionare a tutti i costi. Gray sta male e io non sopporto più di vederlo in quello stato, nessuno ce la fa più! Sembra assurdo ma i problemi di cuore dei miei amici sono anche i miei problemi. - Lucy si infilò la  maglia che aveva scelto e poi il giubbino impermeabile che aveva appena trovato nell’armadio.

- Voglio bene a Gray ma certe volte mi fa venir voglia di prenderlo a schiaffi. È vero, ha avuto un sacco di casini nella sua vita, ma ormai sono passati. Eppure lui continua a comportarsi come un adolescente arrabbiato che non vuole uscire dalla sua bolla d’odio. Spero che questa storia gli insegni finalmente a crescere. Prendo un ombrello! - Lucy si precipitò fuori dalla stanza, lasciandosi dietro Natsu e il drago si alzò lentamente, stiracchiandosi. Era evidente che non aveva alcuna speranza di convincerla a tornare a letto senza aver risolto prima quella questione. Mentre la seguiva in corridoio, Natsu si fermò per un attimo ad aprire le porta della stanza degli ospiti dove aveva lasciato Happy - Vuoi venire? Andiamo ad aiutare “l’idiota congelato” con i suoi problemi di cuore. -

- Anche io ho i miei problemi di cuore. - Mugugnò l’exceed, infilandosi di più sotto le coperte - Sono innamorato del letto. -

Non l’avrebbe tirato fuori di lì nemmeno a pagamento. E come dargli torto? Fuori c’era letteralmente un uragano. Ma Natsu non aveva altre scelte: Lucy stava già uscendo di casa e se non voleva perderla doveva sbrigarsi.

- Vieni! - Gli gridò la ragazza mentre teneva la porta d’ingresso mezza aperta- Ti prego ho bisogno del tuo naso per rintracciare Juvia! -

Come dirle di no?

- Sto venendo! -

Quando entrambi arrivarono alla base del grattacelo trovarono una pioggia battente ad accoglierli. C’erano delle persone che si erano rifugiate nell’androne in attesa che la tempesta si calmasse. Borbottavano tra di loro che nessuno aveva sentito di un uragano in arrivo e che per colpa di quella pioggia l’intera città era in tilt. Anche Lucy si fermò all’ingresso guardando, attraverso il vetro del portone, la pioggia che scrosciava e i rivoli che scorrevano sul marciapiede. Prese un respiro profondo per incoraggiarsi prima di avventurarsi fuori ma il suo cellulare la bloccò, squillando all’impazzata: era Erza.

“ Hai visto la pioggia?”

- Certo che ho visto! Juvia deve essere sicuramente in città! - Esclamò Lucy, camminando nervosamente avanti e indietro per l’androne - Da quanto tempo è iniziata la tempesta? -

“ Quasi da un’ora.”

Avevano perso già troppo tempo. Lucy si morse un labbro - Dove pensi che sia? -

“ Considerando che Juvia non ha un auto molto probabilmente è arrivata su treno o in aereo. In questo momento io sono con Gajeel.” Le spiegò Erza “ Stiamo setacciando la zona vicino a Central Station, ma lui non riesce a trovare nemmeno una traccia. Credo che non si passata di qui.”

Lucy sentì il drago che imprecava di sottofondo contro la pioggia ma non si accorse di Natsu che nel frattempo era uscito dalla porta. Il ragazzo si fermò sull’uscio annusando l’aria in cerca di una pista. Nemmeno la tettoia riusciva a schermarlo dalle gocce e la pioggia cominciò subito ad inzuppargli la giacca e i capelli. Era incredibile come un solo essere umano potesse provocare una catastrofe naturale di quelle proporzioni! Insieme alle gocce Natsu percepì tanta rabbia e tristezza ma non riuscì ad individuare la loro fonte. Il vento e la pioggia cancellavano ogni traccia con il loro scroscio, perfino l’odore di magia di chi li stava generando. Trovare Juvia sembrava una missione impossibile anche con i suoi sensi di drago. Doveva impegnarsi di più se voleva tornare al caldo, nel suo bel letto, con la sua bella maga celeste. Ma come poteva fare? Che trucco usare?

- L’occhio del ciclone è quello dove piove di meno. - Sussurrò il drago tra sé e sé.

- Natsu! - Lo chiamò Lucy, mentre lo raggiungeva fuori, col telefono ancora in mano - Che stai facendo? - Ma lui non la sentì nemmeno, concentrato com’era a decifrare il rumore del vento e della pioggia. Per trovare il suo obiettivo non gli serviva il naso, ma le orecchie.

- Andiamo da quella parte! - Suggerì il drago indicando verso est - Nella direzione dove abita Gray, credo che il vento venga da lì! -

Non stazioni ma aeroporti.

L’aeroporto più vicino al Bronx.

- Fiorello la Guardia? - Esclamò Lucy come se avesse appena avuto un’illuminazione - Erza noi andiamo verso Fiorello la Guardia! Natsu dice che sente Juvia in quella direzione, ci vediamo lì! - La ragazza chiuse precipitosamente la chiamata, gridando per fermare uno dei pochi taxi di passaggio. Natsu si ritrovò seduto sul sediolino posteriore senza nemmeno aver dato il suo consenso e quando l’auto si mise in moto la nausea lo assalì come un’onda. Perché non aveva preso una delle pillole di Wendy prima di uscire?

- Stupido Gray ... - Sussurrò prima di svenire - Se non fa pace con questa ragazza giuro che lo costringo con a calci! -

- Stupido Gray ... - Sussurrò un’altra voce in quello stesso momento. Juvia, che tutti quanti stavano cercando così disperatamente, si trovava sul lungomare di Flushing Bay, ad un passo dall’aeroporto che l’aveva riportata in città. Se ne stava ferma vicino al muretto di protezione, immobile come una statua, mentre guardava le onde che si infrangevano senza sosta contro gli scogli. L’ombrello rosa, che teneva aperto per ripararsi dalla pioggia, non serviva a niente contro la furia degli elementi e gli scrosci violenti le bagnavano il cappotto e i lunghi capelli blu, ma in fondo non le importava. Sapeva che per colpa della pioggia tutti i suoi amici, Gray incluso, avevano capito che era tornata in città ma non poteva far niente per fermarla, così come non poteva fermare il tumulto nel suo cuore.

La ragazza si morse un labbro mentre rifletteva sulla questione, continuando a passeggiare in direzione dei moli dove erano attraccate le barche per la pesca sportiva. Per colpa del mal tempo non c’era nessuno oltre a lei, nemmeno in quella zona tanto frequentata. Aveva fatto ritorno a Magnolia, dopo tante settimane trascorse a Bosco da una zia, perché voleva parlare con Gray, ma adesso che ne aveva l’occasione non riusciva a trovare il coraggio per farlo.

- Forse Juvia dovrebbe andare di nuovo via. - Sospirò la ragazza, girandosi per tornare indietro, ma fu in quel preciso istante che scorse qualcosa con la coda dell’occhio. Una figura vestita di scuro in mezzo agli alberi che costeggiavano il lungomare. Da quella distanza Juvia non poteva vedere chiaramente il suo viso e nemmeno sentire cosa stava dicendo, ma leggendo il movimento delle sue labbra le sembrò di capire: “ Tu sei la prossima.” L’uomo incappucciato ghignò e raccolse una sfera d’energia oscura nel palmo della mano, scagliandola contro di lei senza pietà. Juvia riuscì a scansarsi soltanto per miracolo, gettandosi a terra. L’ombrello rosa le sfuggì di mano e il vento lo catturò subito, trascinandolo in mare. L’incantesimo invece si abbatté sulla passeggiata, scavano un cratere nell’asfalto.

- Chi sei? E che cosa vuoi da Juvia? - Gli gridò la maga d’acqua, ma l’uomo misterioso non era intenzionato a risponderle. Si lanciò su di lei e la ragazza fu costretta a spostarsi di nuovo in tutta fretta. La mano dell’uomo colpì il muretto di protezione proprio dietro di lei, frantumandolo in mille pezzi.

Il suo aggressore indossava un mantello tutto strappato e dalla stoffa usciva soltanto un braccio. Aveva la pelle scura, coperta di rune azzurre e dei lunghi capelli bianchi. La sua espressione sembrava proprio quella di un folle, un predatore assetato di sangue a caccia di una vittima. Quello sguardo le mise i brividi e Juvia intuì che se voleva salvarsi doveva sbrigarsi a scappare.

La ragazza si rialzò e cominciò a correre ma il suo aggressore inspirò profondamente e soffiò contro di lei una lunga fiammata, blu e rovente. Non la colpì ma l’esplosione provocata dall’incantesimo la gettò ugualmente a terra, bloccando la sua fuga. L’uomo non poteva desiderare di meglio, sollevò l’unica mano che aveva e la sua magia oscura si raccolse attorno alle dita per formare dei lunghi artigli affilati. Per la paura Juvia chiuse istintivamente gli occhi ma la mano dello sconosciuto non riuscì a colpirla.

- Ice Make: Lance! -

Una raffica di lance fatte di ghiaccio le passò sopra la testa, costringendo il suo aggressore a farsi precipitosamente indietro.

- LASCIALA STARE! -

Juvia non poteva confondere quella voce con quella di nessun altro al mondo. Quando aprì gli occhi scoprì che il suo amato Gray stava correndo verso di lei, pronto a tutto per difenderla. Era completamente zuppo di pioggia e aveva lasciato a casa la sua camicia. Stava usando la sua magia da Devil Slayer e i marchi neri che gli ricoprivano il corpo erano ben evidenti.

- Gray! -

In un attimo il ragazzo si era già messo tra lei i loro misterioso nemico - Tranquilla a lui ci penso io. -

L’uomo incappucciato fece una smorfia, infastidito dal fatto che qualcuno volesse ostacolarlo ma non si lasciò impressionare. Inspirò di nuovo e scatenò una terribile fiammata.

- Ice Devil's Rage! - Anche Gray lo imitò, usando tutta la forza dei suoi polmoni e della sua magia. Neve e fuoco si scontrarono, disintegrandosi a vicenda e saturando la passeggiata con uno spesso strato di nebbia. Per un attimo qualsiasi cosa sparì dalla vista e nemmeno Gray riuscì a vedere l’uomo che si gettava su di lui. Il pugno del suo avversario lo colpì alla testa, spaccandogli un sopracciglio e la forza dell’impatto lo scagliò a terra. Il mago oscuro era già pronto a colpirlo di nuovo ma per fortuna il ragazzo riuscì a bloccarlo con uno scudo di ghiaccio.

- Ice Make: Ice Impact! -

La forza dello schianto riecheggiò per tutto il lungomare ed il tassista che stava accompagnando Lucy e Natsu inchiodò di colpo, esclamando - Che diavolo era? -

- Un tuono. - Mentì Lucy, sempre più preoccupata per le sorti di Juvia -  Lasciaci qui e tieni il resto! -

- Certo che vi lascio qui, oltre è zona pedonale! - L’uomo spalancò la bocca quando si accorse che la banconota che Lucy gli aveva ficcato in mano era molto più di quanto gli era costato il servizio, ma non riuscì nemmeno a dirle grazie; la ragazza era già scesa, trascinando il drago con lei. Natsu ci mise un po’ per recuperare conoscenza ma la pioggia fredda lo rianimò quasi subito.

- Hai sentito prima? Era un incantesimo? Pensi davvero che Juvia sia qui? -

Il vento gli portò subito l’odore della magia d’acqua che stava originando quella tempesta ma gli portò anche qualcosa di diverso: l’odore della magia di Gray e una terribile puzza di magia nera. Il drago piantò i piedi per terra, bloccando Lucy - Lei e l’idiota congelato sono qui, ma c’è anche qualcun altro e non mi piace ... Sta dietro di me Luce! - Quando Natsu ricominciò a correre la strattonò così forte che per poco la ragazza non perse l’equilibrio e cascò a terra - Che vuol dire che c’è qualcun altro? -

Anche il taxi che Erza e Gajeel avevano preso si fermò nel piazzale, slittando sull’asfalto bagnato. Il Drago di Ferro passò di fretta qualche banconota al tassista ma senza nemmeno arrivare alla somma giusta. L’uomo se ne accorse troppo tardi, quando ormai entrambi erano già spariti sotto il diluvio e imprecò con rabbia: non aveva alcuna intenzione di seguirli in mezzo all’uragano.

- Juvia è sicuramente qui! - Anche Gajeel percepì subito l’odore della sua vecchia amica e l’odore pungente di magia nera - Sbrighiamoci c’è qualcosa di strano! -

- Ice Devil's Zeroth Long Sword! - Anche se la spada di Gray era progettata per tagliare il corpo di qualunque demone, il suo avversario la frantumò, usando i suoi artigli oscuri. Il Devil Slayer fu costretto a spostarsi per evitare di essere colpito per l’ennesima volta. Non aveva idea di chi fosse l’uomo contro cui stava combattendo, ma non gli piaceva per niente. Disponeva di un’enorme riserva di magia e nessuno dei suoi incantesimi sembrava sufficiente a fermarlo. Per un attimo si chiese se si trattava veramente di un essere umano.

- Pensare che esistano dei maghi del genere qui a Magnolia. - I loro sguardi si incrociarono e finalmente l’uomo incappucciato aprì la bocca per parlare - Ti sei meritato la mia attenzione come avversario. Peccato che non possa più giocare con te. - Inspirò e quando questa volta scagliò il suo incantesimo lo fece con molta, molta più forza. Gray non riuscì a far nulla per difendersi, il suo scudo di ghiaccio si disintegrò all’istante e la forza dell’esplosione lo scagliò al di là delle protezioni, in mare.

- Gray! - A quel punto Juvia agì senza riflettere. Si arrampicò sul muro e si tuffò. I ragazzi che stavano correndo verso di loro riuscirono soltanto a vedere la sua sagoma che si buttava a volo d’angelo. Non riuscirono nemmeno a scorgere l’ombra dell’uomo che li aveva attaccati, mentre si dileguava tra la pioggia e il buio degli alberi. Si accalcarono tutti vicino al muro di protezione, guardando di sotto mentre cercavano disperatamente i loro amici tra le onde. Soltanto Natsu rimase indietro, guardandosi intorno a caccia della fonte di quella magia oscura. Aveva qualcosa di familiare e gli ricordava qualcuno che aveva già incontrato in passato. Ma la pioggia battente lavò via in pochi secondi tutte le tracce e l’odore di magia oscura svanì come se nessuno fosse stato lì fin dal primo momento, come si fosse trattato di un fantasma.

- Eccoli li vedo! - Esclamò Lucy quando finalmente la testa di Juvia riemerse dalle onde. Teneva saldamente stretto Gray anche se la corrente li aveva già trascinati molto più a sud. La maga d’acqua fu costretta a usare tutte le energie che aveva a disposizione per ritornare a riva e quando alla fine raggiunse la spiaggia, crollò completamente esausta.

Per un attimo rimasero entrambi così, sotto la pioggia battente, stesi uno accanto all’altra sulla riva della baia, a riprendere fiato. Dopo un po’ Juvia si tirò a sedere e allungò una mano per ripulire dal sangue la ferita che Gray aveva sul viso - Stai bene? -

- Ho preso botte peggiori. - La rassicurò lui, sforzandosi di sorridere - Altrimenti non sarei diventato così stupido come dici tu ... - E anche la ragazza abbozzò un sorriso - Juvia non pensa che Gray sia stupido, soltanto molto testardo e un po’ irresponsabile. - Era completamente zuppa e aveva i vestiti attaccati addosso ma anche così Gray pensò che fosse bellissima. I suoi lunghi capelli blu le scendevano sulle spalle morbidi come seta e i suoi occhi scintillavano come zaffiri. Gli venne una stretta al petto pensando a quanto gli era mancata e a quanta paura aveva avuto di perderla per sempre mentre combattevano con l’uomo incappucciato.

- Perché non hai usato la tua magia prima? -

- Non ce n’era bisogno. Juvia è un’istruttrice di nuoto, te lo sei scordato? -

- Non dico quando ti sei tuffata! Sto parlando di quando quel tizio ti ha attaccata! - Anche Gray si mise a sedere, studiando la ragazza con più attenzione di quanto avesse mai fatto prima. La magia di Juvia le dava la possibilità di trasformare il suo corpo in acqua e di controllare quell’elemento alla perfezione, perché allora non aveva usato i suoi poteri per difendersi? Sarebbero stati perfetti vicino al mare!

- Che c’è che non va? -

- Ti stai sbagliando. - La ragazza si girò dalla parte opposta per evitare lo sguardo di Gray che la metteva a nudo - Juvia sta benissimo! -

- Dimmi la verità! - Gray l’afferrò per un polso, cercando di farla confessare ma Juvia si divincolò in fretta, alzandosi in piedi per mettere un po’ di distanza tra di loro - E va bene! Juvia in questo momento non può usare la sua magia ma è soltanto un problema temporaneo. L’unica cosa che le è rimasta è questa stupida pioggia! - La maga fece uno gesto esasperato indicando il cielo e le gocce che continuavano a venire giù senza controllo.

- Non puoi usare più la tua magia? Che vuol dire? - Gridò anche Gray, ignorando gli altri che correvano verso di loro per raggiungerli. Erza si sporse dal bordo gridando - Salite subito qui! Che cosa accidenti vi prende adesso? -

- Ti ho fatto una domanda! Perché non puoi usare la tua magia? -

- PERCHÉ JUVIA È INCINTA, OKAY? - Questa volta la ragazza gridò così forte da farsi sentire perfino in città - Lo sanno tutti che non si può abusare di magia quando aspetti un bambino! -

Gajeel che era sul punto di saltare di sotto rimase bloccato a metà. Lucy spalancò la bocca ed Erza strabuzzò gli occhi. Gray invece, rimase per un lungo istante in silenzio, senza sapere cosa rispondere. Non aveva neanche bisogno di chiedere conferme per sapere chi era il padre. Juvia lo stava fronteggiando a pugni stretti, più arrabbiata di quanto l’avesse mai vista.

- Perché ... perché non me lo hai detto prima? -

- Juvia ti ha chiesto cosa volevi fare della nostra storia ... -

- Ma non mi hai detto la cosa più importante! Sei impazzita? -

- Se Gray non vuole una famiglia, Juvia non può costringerlo, soprattutto per una cosa non programmata come questa. Juvia lo sa che non ha un lavoro, lo sa che le cose saranno difficili, ma non importa, se la caverà lo stesso. Perché Juvia è cresciuta in un istituto e sa cosa significa non avere né un padre né una madre. -

- Lo so anch’io cosa significa! I miei sono stati uccisi in una rapina quando ero ancora un bambino! - Ribatté Gray - Non voglio abbandonare mio figlio! - Questa volta Juvia non riuscì a scappare: il ragazzo l’afferrò per una spalla e la bloccò, passandole un braccio dietro la vita. Gray sapeva bene che c’era un unico modo per calmarla quando andava di matto: baciarla. Per un lungo istante Juvia rimase ostinatamente ferma contro le sue labbra ma alla fine si sciolse, ricambiandolo. Quando alla fine entrambi si staccarono per riprendere fiato Gray le passò una mano tra i capelli, accarezzandole la testa - Ti prego, non fare mai più una cosa così. Non puoi lasciarmi da solo: lo sai quanto ho bisogno di te. Non voglio perderti e non voglio perdere questo bambino. Sono stato un imbecille ma permettimi di rimediare ... -

- Non è Gray quello che si è comportato in maniera stupida ma è Juvia. È Juvia che si deve far perdonare ... -

- Fullbuster, spero che tu sappia che dopo quello che hai fatto ci sono almeno tre persone che vogliono prenderti a calci! - Lo minacciò Gajeel - Ma adesso volete sbrigarvi e venire qui prima che qualcuno chiami il manicomio? -

Soltanto allora i due ragazzi si girarono, realizzando il fatto che i loro amici li stavano aspettando.

- Andiamo! - Li richiamò anche Erza - Con voi due devo fare un lungooo discorso! -
  
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