Dance&love
La candela nel baratro
Kagome stava aspettando nella hall dell’albergo.
Era distratta.
Pensava al padre, a come poteva essere cambiato in quei due anni, se l’avrebbe
riconosciuta, che cosa gli avrebbe detto. Forse “ciao, papà, sono
tua figlia Kagome, lieta di rivederti” Naa, troppo formale e spedita.
Magari un “ciao,
papi!” con tanto di abbraccio fino a spezzargli le ossa. No, questo era decisamente
drammatico. Si diede un pugnetto in testa per
schiarirsi le idee e non fece nemmeno in tempo a metterle in ordine, che venne raggiunta dai suoi due accompagnatori.
“Ma non è possibile..” si ritrovò a predicare a bassa voce alzando gli occhi al
soffitto.
Davanti a lei si
trovavano i due individui con cui avrebbe voluto non avere nessun tipo di
contatto.
Il primo era
ovviamente Inuyasha. Chi potevano scegliere come
accompagnatore se non lui? Aveva una giacca di pelle nera sopra una maglia
bianca e dei jeans stinti. Proprio azzeccato l’abbinamento.
L’altra persona,
invece, non avrebbe voluto neanche guardarla.
Con una felpa verde
scuro e dei pantaloni neri a vita bassa, Naraku stava
lì, con il suo solito sguardo da drogato.
“Cosa c’è? Non mi vuoi?” Era Inuyasha ad aver parlato, dopo aver notato con piacere
l’espressione sconsolata della ragazza.
“Io non ho aperto
bocca. Vogliamo andare?” tagliò corto Kagome
uscendo dall’hotel. Naraku fulminò
l’insegnante con gli occhi, prima di uscire anche lui.
Utilizzarono i
mezzi pubblici. Inuyasha si fece ripetere più volte
l’indirizzo da Kagome e poi chiedeva informazioni,
con una disinvoltura incredibile, ai conducenti dei mezzi. Dove aveva imparato
il francese così bene, non si seppe mai. Naraku
stette in silenzio per tutto il tragitto e teneva gli occhi fissi a terra,
quasi gli facesse male alzarli appena.
Finalmente
raggiunsero la destinazione prefissata.
Non fu difficile
trovare la palazzina dove abitava l’uomo, ma Kagome pensò immediatamente di aver sbagliato strada.
Eppure la via era giusta e il numero dell’abitazione anche.
Non potevano esserci stati errori.
E allora perché si
sentiva così fuori luogo? Inuyasha rispose ai suoi
pensieri mentre si accendeva una sigaretta.
“Non vive certo nel
lusso, tuo padre.”
La palazzina era
piuttosto mal messa. C’erano crepe dappertutto e il portone era vecchio e
scolorito. Di certo non una delle più belle case di Parigi.
Kagome si accostò alla porta ma…non c’erano citofoni! Come
avrebbe fatto?
Sconsolata, si
voltò per chiedere aiuto agli altri due: lo sguardo di Naraku
era assente, mentre Inuyasha si era già allontanato e
aveva preso aria nei polmoni, pronto a mettersi a gridare.
“Ehi, voi della
palazzina! Siete morti
assieme alla casa o è sopravvissuto qualcuno?...Allora?”
urlò con potenza e sembrò che volesse svegliare anche le vie accanto dal
sonnellino pomeridiano.
Kagome si vergognò quando un uomo si affacciò al balcone,
urlando un “chi è che fa casino a quest’ora?!”
chiaramente alterato.
“E’ tutto tuo.” Le
disse Inuyasha lasciandole la parola. Che bastardo.
“Ehm…mi
scusi…Vorrei sapere se qui vive un certo Kristoph Higurashi…” chiese la ragazza più silenziosamente che
poteva.
“Higurashi? Sì,
stava qui.” Rispose l’altro.
“Stava?? Perché, ora dove si trova?”
“Ma
tu chi sei, scusa?” domandò l’uomo grattandosi la pancia.
“Sua figlia.”
“Sei sua figlia e
non sai che cosa gli è successo?” a quella domanda, Kagome
si fece più seria che mai ed iniziò a preoccuparsi.
Non riuscì neanche a rispondergli per lo spavento, così l’uomo continuò.
“E’ in ospedale. Sembra che sia grave.”
Una pugnalata colpì
in pieno stomaco la povera ragazza. No, non avrebbe retto anche questo. La
mente le si fece annebbiata e, inconsapevolmente,
perse l’equilibrio e svenne. Naraku la soccorse per primo e Kagome
riuscì a intravedere il suo viso da drogato prima che la vista la abbandonasse
e attorno a lei diventasse tutto buio.
§§§
“Oh, ma guarda. Si
è svegliata.”
Kagome fu destata da una voce calda e profonda. Aprì gli
occhi e il suo sguardo incontrò quello di Inuyasha.
Quegli strani occhi dorati le mettevano lo stomaco in subbuglio. Si accorse di
avere la testa appoggiata sulle gambe del ragazzo.
“Dove…Dove siamo?”
chiese alzandosi in fretta e tenendosi tra le mani la testa che le girava
ancora.
“In ospedale. Da tuo padre.” Rispose Inuyasha.
“Mio padre?? Dove??” si agitò Kaggy.
“Tranquillizzati.
Stavamo aspettando che ti svegliassi per chiedere a qualcuno di potergli fare
una visita.”
Kagome era troppo confusa per ragionare
e si fece trascinare dai due accompagnatori, che si avvicinarono ad una
infermiera e le chiesero qualcosa che lei non avrebbe mai capito. Magari quando
sarebbe tornata a casa, avrebbe fatto un corso intensivo di francese…
L’infermiera annuì
più volte e li accompagnò alla porta desiderata.
Kaggy ebbe quasi timore di aprire quella porta, ma si fece
coraggio e la spalancò.
Sul letto
d’ospedale vi era un uomo. Era circondato da fili e una
flebo con del liquido verdastro troneggiava sulla sua testa. Si guardarono
entrambi.
Kagome fece un singhiozzo. Si era ripromessa di non piangere,
ma non ce la fece e lasciò cadere qualche goccia sulle sue guance.
“Sei proprio tu, Kagome?” chiese suo padre guardandola con stupore.
“Aha!” fece l’altra, e corse verso il suo letto
abbracciandolo delicatamente.
Prima che potessero
entrare anche Naraku e Inuyasha,
si presentò un’altra infermiera, che disse che le visite erano riservate ai
soli parenti.
“Io sono il
fratello maggiore. E lei è mia
sorella.” Fece Inuyasha in un francese perfetto,
indicando Kagome. Naraku
non seppe cosa dire e fu costretto a lasciare la stanza.
“Fai il bravo, là
fuori.” Gli disse Inuyasha con un sorrisetto prima di
entrare.
“Vedremo chi riderà
per ultimo, professore.” Sussurrò di rimando il moro.
Kagome e Inuyasha presero una sedia
ciascuno e si sedettero accanto al letto dell’uomo.
“Che ti è successo,
papà? Come mai sei in queste condizioni?”
“Ahh tesoro! Tuo
padre è un uomo sfortunato, gliene capitano di tutti i colori! Sembra che mi
sia venuto uno strano tipo di influenza…non so nemmeno
io cos’è!” rispose con il suo solito tono di voce caloroso.
I due parlarono ancora
per un po’ e Inuyasha ascoltava ogni singola parola,
invidiando un po’ quel rapporto padre-figlia che lui non aveva mai avuto.
Ad un tratto però…Kristoph si
fece serio. Gli occhi gli divennero lucidi e fece un lungo respiro prima di
iniziare di nuovo a parlare.
“Kagome, tesoro mio, ora che ci sei, ho deciso…ecco, ho
deciso di dirti finalmente alcune cose…delle cose di cui non ti ho mai
parlato…e me ne pento…”
Anche la figlia
divenne seria d’un colpo.
“Di che si tratta
papà? Sono pronta ad ascoltarti, per tutto il tempo che vuoi.”
“Bene.” L’uomo fece
nuovamente un respiro profondo.
“Tu conosci il vero
motivo per il quale io e tua madre ci siamo separati?”
“…Era perché lei ti
tradiva.” Disse convinta.
“No, tesoro. Era l’esatto contrario.”
Già a quell’affermazione,
Kagome si alterò, ma il padre cercò di
tranquillizzarla.
“Stai calma, non è
solo questo che volevo dirti. Vedi, io tradivo tua
madre. L’ho tradita con una donna più giovane e bella di lei. Era bionda e
aveva dei grandi occhi azzurri come il ghiaccio. Ci siamo messi insieme, e io vivevo una doppia vita. Dal lunedì al venerdì stavo con
te, tua madre e tua sorella, mentre nel week end mi vedevo con l’altra donna…”
“Allora non erano
viaggi di lavoro…” Kagome si stupì di non aver mai
capito niente.
“No, non lo erano. Vorrei parlarti seriamente, Kagome, e
finalmente confidarti tutto quello che mi sono tenuto dentro. Io e
quella donna ci siamo amati spesso. Il nostro amore
era incontrollabile, era qualcosa di eccezionale. Ma questa passione è sfociata
in qualcosa che non doveva accadere…”
Kagome aveva già un presentimento e Inuyasha
se ne accorse solo dandole un’occhiata.
“Lei è rimasta
incinta. E io non lo sapevo. Quel periodo era un po’ critico per noi.
Litigavamo sempre più spesso e lei era così nervosa…Non potevo sapere. Così ho
pensato che, in fondo, tra noi non potesse funzionare e sono tornato da tua
madre, come afflitto dalle mie responsabilità.” Fece
una pausa per far riprendere la figlia. Lei era
stranamente lucida, e lo guardava in faccia senza mai distogliere lo sguardo.
“Continua.” Disse.
“Dopo un anno,
quella che era stata la mia amante, mi mancava. Decisi di andarla a trovare,
almeno come un buon amico. Ma quando sono arrivato a
casa sua, era tutto diverso da come lo ricordavo. La sua abitazione
sembrava cadere a pezzi…”
-Come la tua,
d’altronde.- pensò Kagome istintivamente.
“…bussai alla sua
porta. Lei mi aprì. La sua casa era un disastro, ma
ora non sto a dirti. Appena mi vide, mi urlò contro tutta la rabbia che provava
per me. Era talmente furiosa che mi raccontò della sua dolorosa gravidanza, di
come aveva partorito tutta sola e di come aveva iniziato a perdere soldi per
prendersi cura della bambina. Perché era una femmina, sai? Mi ha raccontato di
come non riusciva a nutrirla, perché era troppo povera. E infine mi ha
raccontato di averla lasciata in un orfanotrofio, all’età di un anno e mezzo,
perché lì si sarebbe sicuramente trovata meglio e non avrebbe sofferto la fame.
E ha detto che quando si sarebbe arricchita, sarebbe tornata a prenderla e
avrebbero vissuto felici. Senza di me. Io restai basito e mi sentii morire. Lei
mi sbattè la porta in faccia e
io piansi molto.”
Nella stanza cadde
un silenzio disumano, rotto solo dal ticchettio dei macchinari dell’ospedale.
Inuyasha, che non si era perso una
sola vocale, si azzardò a parlare.
“Che fine ha fatto
adesso la bambina?”
Kristoph lo guardò a lungo, poi scosse la testa.
“Non lo so.”
“Papà io…ho
un’altra sorella?” chiese la ragazza, incredula che tutto questo stesse
realmente accadendo. Il padre annuì.
“Cosa
sai dirmi di lei? Voglio sapere. Voglio sapere tutto
di lei.”
“Anya mi ha lasciato una sua foto. Non l’ho mai vista dal vivo.” Kristoph
prese il portafoglio dal comodino e ne estrasse una foto, che mostrò a Kaggy. Lei osservò la dolce bambina con le lacrime agli
occhi: era bellissima. Due occhioni azzurri e delle
labbra piccole a forme di rosa. Le braccine
sembravano piccoli salsicciotti.
“Che bella…”
“Già…” fece Inuyasha dietro di lei.
“Papà, chi è Anya?” all’improvviso quel nome si fece largo tra i suoi
ricordi, ma erano ricordi offuscati e non sapeva
rimetterli in ordine.
“Anya era la mia amante.”
“Ah…Come si chiama
la bimba?”
Il padre fece un
sorriso sforzato.
“Anya l’ha voluta chiamare con il nome che io adoravo tanto.
La chiamò Kagome.”
“K-Kagome?? Si chiama come me?? Kagome Higurashi??” la figlia aveva gli occhi stralunati.
“Sì. Ma…Ho saputo che alla fine Anya
non è riuscita nel suo intento. Non è riuscita a riprendersi
la bambina.”
“Perché?”
“Perché era già stata adottata da qualcun altro. Una famiglia inglese, se
non erro. Quando è stata adottata, Kagome aveva circa
7 anni e, per ringraziare la famiglia che l’aveva
presa con sé, aveva deciso di cambiare nome e diventare a tutti gli effetti la
loro figlia.” Kagome stava iniziando a ricollegare
tutto e ogni pezzo del puzzle stava tornando al suo posto.
“E come ha deciso
di chiamarsi?”
“……London Smith.”
Kagome si sentì cadere in un baratro senza fondo.
E non sapeva se
avrebbe più rivisto la luce.
Ma una piccola candela accesa c’era.
Sì, c’era, ed era
dietro di lei e le appoggiava una mano sulla spalla.
“Non disperare. Ci sono io qui con te.” Le sussurrò Inuyasha.
Dopo queste parole,
la ragazza svenne per la seconda volta consecutiva.
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Ta-daaaan!
Non ve l’aspettavate eh?
Eh, già, chi si aspettava la mia ricomparsa?
(ennesimo silenzio generale e palla di fieno che rotola nel deserto)
Nessuno! Allora avevo ragione ^^.
Mi sono presa il mio bell’anno di pausa (non so se è
davvero un anno, ma approssimo sempre per eccesso xD).
Come va con questo capitolo? Ricordate ancora qualcosina di questa ff? O avete
già gettato tutto nell’angolo della dimenticanza? ^^.
Volevo ringraziare Silvia, che mi ha fatto capire quanto piaceva questa storia e quanto sia stata
egoista a non farla finire. Ma le idee svaniscono col
tempo e la fantasia con esse. Anche se spero che questo capitolo sia stato
abbastanza fantasioso ^^.
Ringrazio di cuore anche chi continua a seguirmi e a
recensire, quindi grazie a mistica88, jessy101, tomikkbill,
pretty e FlyingSquirrel.
Naturalmente il grazie è
rivolto anche a colore che hanno messo la mia ff tra
i preferiti, ovvero:
1 - abbie
2 - Allimac
3 - anon19000
4 - AYRILL
5 - Bchan
6 - BebyChan
7 - Carotina
8 - DarkyChan
9 - eiby
10 - Erinlaith
11 - excel sana
12 - fmi89
13 - fra007
14 - giagiotta
15 - hachi22
16 - jessy101
17 - Kaggy92
18 - kaggy_chan
19 - Kagome 13
20 - kagome93
21 - kagome95
22 - kagomechan89
23 - kagura_san
24 - lady_black
25 - Michiyochan
26 - Millennia Angel
27 - mistica88
28 - nefertade
29 - SangoHachiko
30 - sfigatalcubo
31 - sweetprincess
32 - zac
33 - _Dana_
Siete davvero tanti! Sono commossa *______*
GRAZIE GRAZIE A TUTTI !!
ALLA
PROSSIMA !!!