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Autore: liasstories    24/10/2016    3 recensioni
Rachel muore la sera del suo diciassettesimo compleanno. Sulla Terra era contenta, aveva la sua migliore amica Scarlett, e aveva una serie di progetti e ambizioni.
E se per tornare sulla terra dovesse diventare l'angelo custode di un ragazzo dai mille problemi?
Liam ha una vita complicata e odia la vita. Ma se Rachel riuscisse a fargli cambiare idea?
Si salveranno a vicenda oppure sarà un fallimento?
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il suo nome era J. Capelli biondi, occhi azzurri, pelle chiara… Se non fossi morta direi che è il classico irlandese; magari lo è stato in passato, o magari no. Mi sono sempre chiesta se una volta passati a miglior vita si diventasse angeli, o, al contrario, si diventasse una sorte di demoni. Ormai era più che chiaro che fossi morta, ma non vedevo angeli e non avevo nemmeno visto quella fantomatica luce che si dice che dia l’accesso al paradiso. Continuavo a vedere solamente il colore bianco: sulle pareti, sui vestiti, perfino sulle mie ali. Il meraviglioso vestito che mi aveva regalato Scarlett era diventato bianco; quel bellissimo rosso scarlatto era stato rimpiazzato da quel terribile colore. Il bianco è sempre stato un colore inutile, un colore vuoto, privo di significato. Odiavo tutto ciò che era di quel colore, mi metteva una malinconia infinita. “Bene, Rachel, allora come stai?” mi rivolse la parola J, mentre camminavamo in questa stanza priva di un soffitto e di un pavimento. Davvero? Ma è completamente idiota? Come cavolo fai a chiedere a una persona morta come si sente! Rimasi abbastanza basita dalla sua domanda, ma cercai ugualmente di essere gentile. Avevo bisogno di tante spiegazioni e se l’unico modo per ottenerle era quello di essere calma, lo avrei fatto. “Se togliamo la schiena in fiamme, il disorientamento e quella sensazione di tristezza che ho addosso, possiamo dire che tutto sommato sto bene.” J mi sorrise e, piano piano, il suo sorriso si ampliò sempre di più, fino a sfociare in una fragorosa risata. “Scusa Rachel, è che ogni volta che devo presentare la situazione ad un novellino, o piange iniziando dei monologhi sulla sua vita passata, o cerca di… Uhm, come dire, uccidermi. Davvero, voi umani siete esilaranti, non so mai come comportarmi con voi. E poi arrivi tu e cerchi di farmi credere che sia tutto normale, che tu sia calma, tranquilla, quando, invece, sei sull’ orlo di una crisi isterica. “ Questo è troppo, ho cercato davvero di essere, calma, gentile, disponibile ad ascoltarlo. Ma devi essere proprio arrogante per scoppiare a ridere davanti a me nel mezzo di una situazione del genere. Non mi è stato versato un gelato sulla mia maglietta preferita, ma sono morta! Non avrò più la possibilità di esaudire i miei sogni, di trovare l’amore, di avere una famiglia, di rivedere i miei genitori e di rivedere Scarlett. Sarò obbligata a restare in questo posto bianco per l’eternità. Dannazione, diventerò matta sicuramente. Sgranai gli occhi, aprii la bocca pronta per urlargli addosso una scarica di insulti quando, d’improvviso, J affermò: “cavolo ragazzina, da dove esce tutta questa grinta?” Cosa? Lui aveva sentito tutti i miei pensieri? Oddio! Che razza di bast-… “Credo che definirmi un bastardo non ti farà riavere la tua vita.” Adesso sì che ero davvero imbarazzata. Abbassai la testa; era inutile continuare a prendersela con lui, alla fine mica lui mi aveva ucciso. Su, Rachel, ragiona, lui è l’unico che potrà farti riavere la tua vita. Inspira, espira e cerca di dialogarci senza andare all’inferno prima del previsto. “Okay, mettiamo le cose in chiaro. Io non voglio stare qui, la mia vita non è finita qui. Cosa devo fare per avere una seconda chance?” Sorrise, o meglio, ghignò. “Rachel, vedo che c’intendiamo. Sai cosa facciamo noi angeli?” Lo guardai un po’ perplessa. Che ne so io? Sono nuova di qui. “Aiutiamo le persone: aiutiamo le persone a superare le difficoltà della vita. Tutti vogliono sempre il meglio, non vogliono né ostacoli, né paure da superare. Ma sai qual è il problema? Nessuno conoscerebbe quella bellissima sensazione di felicità se non ci fossero ostacoli e paure. Per stare bene devi anche soffrire, ricordatelo.” Uno schiaffo mi avrebbe fatto meno male. J non ha tutti i torti; poche volte, quando ero in vita, mi sono sentita viva, ma dio, quelle poche volte sono state il massimo. “Vuoi riavere la tua vita? Vuoi risentire i rimproveri di Scarlett quando cerchi di trasgredire le regole? Vuoi il bacio di tua madre prima di andare a scuola? Vuoi ritentare di esaudire i tuoi sogni? Vuoi semplicemente riavere tutto ciò che fino a poco tempo fa era tuo?” Annuii insistemente, non potevo rinunciare a tutto ciò che mi aveva fatto stare bene, anche le più piccole sottigliezze. “C’è questo ragazzo, Liam. Frequenta la tua scuola, è una persona molto introversa; non parla con nessuno tranne se non è per una cosa di vitale importanza. Odia molte persone, cerca di evitare la felicità in tutti i modi. La sua anima diventa nera ogni giorno che passa, sta uccidendo se stesso, molto lentamente. Quello che ti chiedo, è di fargli riassaporare la felicità, risveglialo dal suo lungo letargo, mostragli la bellezza della vita, l’ebbrezza di un momento passato con il sorriso. Credo che tu sia capace di riportarlo in vita. Se ci riuscirai, tutto ciò che hai perso ti sarà ritornato.” Annuii vigorosamente. Ce l’avrei fatta, dovevo farcela. “J, prima di rimandarmi sulla Terra, me lo concedi un favore? Consideralo come un prestito.” Aggrotto le sopracciglia, e mi fece cenno con la testa di continuare. “Posso riavere il rosso scarlatto del mio vestito? Ne ho bisogno, credimi.” Si passò la lingua sulle labbra e prima di schioccare le dita disse “tutto ciò che desideri, angelo.” Come nella fiaba di Cenerentola, il mio vestito color bianco nullo, per opera di J, divenne rosso scarlatto. Il mio rosso. Per una frazione di secondo mi sentii viva; il rosso, colore dell’amore, della passione, della vita. Solo ammirarlo mi faceva desiderare di tornare in vita. “Bene Rachel, siamo giunti al termine. Fai del tuo meglio, confido in te, angelo rosso.” Mi fece l’occhiolino e io sorrisi timidamente. Era giunto il momento di tornare da dov’ero arrivata. Ad un tratto non sentì più la terra sotto i piedi e caddi. Caddi in un vortice infinito; avevo i capelli al vento, il vestito si alzava indisturbato, e tutto ciò a cui pensavo era che finalmente respiravo: finalmente sentivo l’aria espandersi nei miei polmoni. Ero viva, e il vortice aveva un solo colore, io ero un solo colore: il rosso.
   
 
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