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Autore: sevfelpato    25/10/2016    1 recensioni
“Promettimi che rimarrai con me per sempre, promettilo!” sussurò Hermione all'orecchio di Draco.
“Lo farò” annunciò Draco spostandole i capelli dal viso.
“No Draco, io voglio che tu mi dica che rimarrai al mio fianco per sempre, cosa ti costa?” esclamò lei, facendo la finta offesa, sperando di riuscire nel suo intento.
Draco scostò Hermione dal suo petto, spostò la coperta del letto e si mise sopra di lei, guardandola dritta negli occhi.
“Hermione, potrei dirti tutte le frasi più dolci del mondo, ma non serve giurarti amore eterno: quello che vuoi sentirti dire lo puoi leggere nei miei occhi.. sempre che tu riesca a smettere di perdertici dentro” detto ciò, Draco avvicinò il suo viso e la baciò con passione, ricominciando a fare l'amore con lei, come avevano fatto qualche ora prima.
Si strinsero sotto le coperte poco dopo, ormai stanchi. Hermione era girata e Draco la stringeva da dietro.
“Ah Herm..”
“Dimmi”
“Rimarrò per sempre al tuo fianco"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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10 agosto 2006

Il sole riscalda Londra in ogni suo angolo, in ogni sua essenza. I 35 gradi all'ombra rendono impraticabile qualsiasi lavoro, lo sforzo sembra immenso e sempre maggiore ogni secondo che passa.
Draco è seduto su una panchina rovinata dal vandalismo, piena di scritte dove gente si giura amore eterno oppure da chi ,spinto da un ira irrefrenabile, sfoga i suoi pensieri scalfendo il proprio dolore sul legno.

C'è solo lui,su quelle travi rovinate, nudo. La sua nudità interiore lascia trasparire la sua mancanza,il senso di vuoto.Nella sua vita andava tutto bene, gli amici storici, le babbane del locale della diciasettesima strada,le streghe della domenica sera e naturalmente quelle del giovedì. Tuttavia c'era qualcosa che lo rendeva privo di vita.

Era un corpo nudo e vuoto, nel quale scorreva del sangue, ma dentro al quale non batteva alcuna emozione.

Certo, il sabato da Franco la birra dava un colpo di vitalità alla sua frivola vita, ma nulla lo sfiorava più da mesi: era insensibile al dolore.
Fisico o interiore poco importava, tanto non sentiva nulla.
Viveva la sua vita da essere umano, come se fosse un pezzo di carne e nulla di più, come se morte o vita si eguagliassero.

Mancava esattamente un mese al suo compleanno, sognava una festa con veri affetti, i suoi parenti, gli amici e quella ragazza.

Desideri completamente comprensibili, a meno che il tuo nome non sia Draco Malfoy.

Quella ragazza, lei che era sempre stata nella sua vita, l'aveva portato a fare esperienze nuove, si erano amati e vissuti. Ma proprio lei, che Draco immaginava sarebbe stata per molto tempo al suo fianco, l'aveva tradito.

Di quella ragazza non si parla, gli amici che l'avevano conosciuta la ricordano come una fanciulla adorabile, ma troppo diversa a Draco, troppo impura.

Non sapevano come la storia fosse finita, o così credeva lui.

Ma le notizie corrono, come un epidemia,anche se tutti proteggono il segreto per non far soffrire il diretto interessato. Poi, quando capita a te di essere sotto la luce dei riflettori, speri che le cose vadano diversamente, speri di riuscire a bloccare il transito di notizie offuscando l'accaduto. Di quella ragazza non si parlò più, i figli più piccoli dei suoi amici la nominarono, chiedendosi dove fosse finita, ma con uno sguardo fulminante i più grandi mantenevano il controllo.
Draco ha caldo e su quella panchina, per la prima volta senza rancore,ripensa a Hermione. Si tocca il ventre, come se potesse sentire cosa c'era all'interno.

Per la prima volta si sente vuoto, si sente privo di amore. Perche lui aveva solo bisogno di amare ed essere amato. Amava le pozioni, ma non ne aveva più tempo.
Allora si alza, impugna le cuffiette dell'Ipod color oceano e fa partire il suo pezzo preferito dei Queen iniziando a camminare. Comincia a scrutare lo spazio, in cerca di qualcosa, ma non sapeva esattamente cosa.
Ha realizzato che c'è un aspetto di lui che non gli piace: vorrebbe essere più acceso, infuocato di passione a tal punto che nessuno riuscisse più a toccarlo senza essere travolto dall'incendio e che quindi le fiamme propagassero infinitamente.

Ricomincia da qui, nudo, senza segreti.

Un cane al guinzaglio si avvicina al suo motorino e lascia un ricordino sulla ruota posteriore. Qualche anno prima avrebbe mandato al diavolo quel tenero animale paffuto, ma ormai il vecchio Draco non esiste più.

Si avvicina alla ruota per riuscire a vedere la targhetta del cane che si confonde fra quel pelo bianco e nero, gli sorride e lo accarezza.
Il cane lo ricopre d’affetto, gli fa le feste, lo lecca, gli manifesta quell’amore che a lui mancava da fin troppo tempo.
La padrona nel frattempo osserva il suo cucciolo che gioca con un perfetto estraneo, quasi divertita dalle moine che quest’ultimo gli concede.

Draco si sorprende di quanta felicità un semplice animale può dargli, di quanto amore esista anche nelle cose più piccole.
Per la prima volta rivolge uno sguardo alla padrona e le sorride, complimentandosi per la bellezza di Fido, così si chiamava quel Beagle. Così saluta il suo nuovo piccolo amico e indossando il casco si ritira a casa.

Tornando a casa, al semaforo rosso della via Napoleone, vede Hermione con un altro ragazzo, un rosso, uno dei tanti fratelli Weasley.

Lei si accorge subito di lui , pietrificata dallo sguardo che Draco gli rivolge: pulito, senza rancore, sorridente.

Draco l’aveva perdonata e aveva perdonato se stesso per le azioni che aveva compiuto nelle ultime settimane.
Non appena scatta il verde Draco la saluta e corre avanti, lasciandola senza fiato.

Draco non crede nel destino, però per lui è stata una piacevole coincidenza incontrare Hermion e quella sera: ora è davvero pronto per andare avanti.

 

12 ottobre 2001


“Promettimi che rimarrai con me per sempre, promettilo!” sussurò Hermione all'orecchio di Draco.

“Sono un Malfoy, Herm.”

Hermione sbuffò, nemmeno certi protagonisti di serie babbane con cui era cresciuta se la tiravano tanto.

“Io voglio sapere che non è solo un gioco, voglio sapere che rimarrai con me” disse con una voce sensuale mentre cercava di persuaderlo.

“Lo farò” annunciò Draco spostandole i capelli dal viso.

“No Draco, io voglio che tu mi dica che rimarrai al mio fianco per sempre, cosa ti costa?” esclamò lei, facendo la finta offesa, sperando di riuscire nel suo intento.

Draco scostò Hermione dal suo petto, spostò la coperta del letto e si mise sopra di lei, guardandola dritta negli occhi.

“Hermione, potrei dirti tutte le frasi più dolci del mondo, ma non serve giurarti amore eterno, quello che vuoi sentirti dire lo puoi leggere nei miei occhi.. sempre che tu riesca a smettere di perdertici dentro” detto ciò, Draco avvicinò il suo viso e la baciò con passione, ricominciando a fare l'amore con lei, come avevano fatto qualche ora prima.

Si strinsero sotto le coperte poco dopo, ormai stanchi.

Hermione era girata e Draco la stringeva da dietro.

“Ah Herm..”

“Dimmi”

“Rimarrò con te, per sempre”

Draco non lo vide mai, ma sapeva benissimo che la sua donna stava sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

Amare a volte è anche fare un sacrificio per rendere felice l'altro: lo aveva imparato grazie a lei.

 

4 maggio 2000


“Ottimo lavoro, Malfoy” disse Hermione sfogliando la documentazione che Draco le aveva fornito in merito ad un caso di un aggressione di un mago a danni di un babbano.

Ormai lavoravano insieme da alcuni mesi presso gli Uffici del Ministero, la convivenza inizialmente era stata dura: poche parole, solo se necessario.

L'ufficio della strega era vicino a quello di Draco, lo aveva osservato lavorare duramente, sforzarsi di rimettersi in gioco e riguadagnarsi un po' di rispetto dalle persone.

E' vero, la sua famiglia era stata assolta dopo la guerra perchè si erano ritirati in tempo, ma sia Hermione che Draco sapevano che ciò non bastava per definire una persona, per darle rispetto, per considerarla una brava persona.

Eppure quel lavoro al Ministero aveva permesso a Draco di rifarsi una vita, di scegliere, di essere una persona nuova, magari una brava persona. Così la strega iniziò a pensare che non era male lavorare con Malfoy, che era diventato quasi simpatico, e tutto sommato era piacevole.
L'imbarazzo della prima uscita come amici fu molto, entrambi non potevano credere a come si fossero ritrovati in quella condizione: lui, lei e una Burrobirra a separarli.

“Grazie Granger. Penso che entro il fine settimana potrò farti avere anche la testimonianza di Hugh Birmid, si trovava a pochi metri di distanza da dove è avvenuto il fatto, forse può esserci utile” disse Draco cercando fra le sue carte quella dove si era segnato l'appuntamento con il testimone.

“Perfetto. Stasera ci vediamo?” disse lei, con naturalezza.

“Certo. Burrobirra e ci mettiamo a lavorare?” le rivolse un sorriso, capitava ormai spesso che finissero le pratiche davanti a un bicchiere di vino o una birra anche oltre l'orario lavorativo.

Credo di essermi innamorata di te

Lo disse così, nel suo ufficio, fra le pratiche delle sue numerose cause, davanti gli occhi increduli di Draco Malfoy che non si aspettava una risposta del genere, lo disse e si sentì meglio, come se finalmente avesse trovato un senso a quello che provava.

“Direi che stasera non si lavora” aggiunse lui, con un sorriso sghembo che fece perdere un battito alla strega.

 

4 maggio 2005


“Draco sono a casa” disse Hermione appena si fu materializzata nel loro appartamento.

“Ma che diavol... Draco!” urlò andando a sbattere contro la porta della cucina: era tutto buio, le finestre chiuse e le luci spente, sebbene fosse mezzogiorno.

“Sono qui” disse Draco, senza aggiungere altro.

Hermione si diresse in camera da letto, era sicura che la voce del suo ragazzo provenisse da lì.
Non appena arrivò strabuzzò gli occhi: Draco era vestito con un completo elegante nero, una camicia bianca ed una cravatta scura, con preziose e delicate rifiniture in verde ed argento.

Tutt'intorno alla camera vi erano candele babbane, appoggiate per terra, senza nessun incanto magico. Aveva in mano un mazzo di rose rosse e arancioni, con un fiocco bianco che le teneva strette.

“Non dire nulla. Oggi, Hermione, sono esattamente 5 anni dalla prima volta in cui mi dicesti di amarmi.
Ricordi come feci nulla di niente? Andammo a cena quella sera, avevi un viso triste e ferito, ma io ti trovavo bellissima. Avevo completamente ignorato le tue parole, facendoti credere che non mi toccavano.
Ti tenni sulle spine per tutta la sera, finché sotto casa tua, mi avvicinai e ti dissi che se avessi saputo cos'è l'amore, l'avrei provato per te.
Ci baciammo e ci stringemmo in un abbraccio che non si è mai sciolto.

Non sai che fatica dirti, dopo 5 anni, tutte queste cose, tutte insieme.. sai che odio farlo, ma voglio farlo, perchè voglio te, perchè ti amo.

Sono qui Herm, con delle rose con il tema della tua casa, per dirti che ti rispetto, rispetto i tuoi colori, i tuoi valori, il tuo coraggio e la tua forza.
Indosso i miei colori però, per dirti che se anche i miei valori sono importanti, ciò non mi impedisce di rispettare i tuoi.
Ho accesso queste candele senza magia, con difficoltà, non l'avevo mai fatto prima, per dirti che sebbene le nostre origini siano diverse, io rispetto le tue, rispetto la tua natura e ammiro il tuo vedere dove i miei occhi non vedono.
Sono qui, parlandoti col cuore in mano e con parole dolci, per dirti che solo perché sono fatto in un modo, posso essere diverso.. per te.

Hermione, sono qui – continuò inginocchiandosi- per chiederti, alla luce di tutto ciò, se vuoi essere mia moglie,la mia compagna, la mia alleata.”

La donna scoppiò a piangere, quel cuore di ghiaccio si era sciolto, solo per lei.

Sapeva che sacrificio stava facendo il suo uomo in quel momento e senza esitare oltre, si avvicinò a lui e lo baciò.

“Lo voglio, certamente, lo voglio”

 

1 gennaio 2006


“Che cosa diavolo mi stai dicendo?” urlò Draco.

“Non posso sposarti, non posso” ripetè Hermione, per terra, fra le lacrime.

“Sono mesi che prepariamo tutto e ora non puoi sposarmi?” disse lui, tentando di mantenere la calma.

“No” “E' davvero tutto ciò che sai dire? Anni di relazione, anni di amore, anni di condivisione per cosa? Piantarmi senza una ragione?”

“Mi dispiace Draco, credimi”

“Dimmi solo una cosa.. c'entra la testa rossa?”

Lui lo disse con calma, senza scattare troppo, senza aggredirla.. voleva delle fottute spiegazioni. Lei piangeva per terra, singhiozzando, senza emettere parole comprensibili.

“Cazzo Hermione rispondimi!” urlò allora lui, vedendo la sua vita cadere a pezzi.

“Si” disse fra i singhiozzi.

Un flebile suono le fece capire che non era scomparso solo Draco dalla sua vista, ma anche tutte le sue cose, tutto il loro amore, tutto ciò che avevano costruito.. sparito tutto, ma non solo da quella casa, ma dalla sua vita.

 

10 agosto 2006


Lo vide passare in motorino, erano mesi che non lo vedeva.

Le si gelò il cuore mentre George le teneva la mano: Draco le aveva sorriso, senza odio, senza rancore.. aveva dimenticato.


Ah, se solo avesse saputo che Hermione non aveva mai smesso di amarlo.
 
Nota dell'autrice

Spero questa one shot dramione vi sia piaciuta, magari potrei scriverne un seguito, se qualcuno volesse sapere come mai Hermione abbia agito così, senza dare spiegazioni! Qualsiasi commento, impressione o parere è ben accetto!
   
 
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