Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: _ Arya _    27/10/2016    5 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mixed drinks and mixed emotions










KILLIAN POV

-Killian, sei sicuro che sia una buona idea?- fece Robin, dopo aver ingoiato un boccone di pollo fritto. A breve avremmo dovuto aprire il locale, così stavamo facendo uno spuntino prima per metterci in forze.
-Di che diavolo stai parlando?
-Di Emma. Regina mi ha detto che non ha mai fatto la cameriera prima...
-Le faccio servire i tavoli, non squartare gente. E tu e la tua ragazza smettetela di spettegolare.
Neanche badai al suo “Non è la mia ragazza”. Ad ogni modo, se ancora non lo era, lo sarebbe diventata a breve e non avevo alcun dubbio a riguardo. Con ogni probabilità sarebbero stati molto più veloci di me ed Emma, che ogni volta che tentavo di avvicinarmi trovava una scusa per tirarsi indietro. Eppure avevo il sospetto di non esserle del tutto indifferente... era davvero un mistero.
-Stai attento con quella ragazzina. Se la sua amica dice che è più sensibile di quanto possa sembrare, un fondo di verità ci sarà...
Sospirai, non avendo le forze per arrabbiarmi o ribattere. Perché dovevano intromettersi negli affari nostri? Avevo capito da solo che Emma non fosse la persona dura e sicura di sé per la quale voleva passare, ma ciò non voleva dire che fosse fatta di vetro. Era un tipetto tosto e perfettamente in grado di tenermi testa: ero certo che se avessi allungato troppo la presa, un bel pugno in faccia o un calcio nei gioielli di famiglia non me l'avrebbe tolto nessuno.
-Non la sto prendendo in giro, rassicura la tua amante- mi limitai invece a dire, alzando gli occhi al cielo. Potevano anche non credermi, ma ciò che mi attraeva maggiormente di Emma non erano la sua bellezza e la giovane età. Dopo tutto questo tempo non le avevo rubato ancora neanche un bacio, nonostante avessi avuto più di un'occasione in cui avrei potuto almeno tentare.
-Effettivamente per te è un record- convenne il mio amico, come se mi avesse letto nel pensiero -L'hai incontrata oltre un mese fa e non ci hai ancora fatto niente. Non hai neanche ripiegato su altre.
Dal canto mio scrollai le spalle a minimizzare la cosa, ma era indubbio che Emma Swan avesse avuto su di me uno strano effetto. Al momento, però, non avevo né la voglia di parlarne,né il tempo.
Proprio in quel momento, la diretta interessata arrivò. Mi ci volle un attimo a tirarmi in piedi e raggiungerla alla porta, per non lasciarla a guardarsi intorno disorientata. Non era bella: di più. Ed era veramente sexy, con quei pantaloni di pelle che risaltavano il fondoschiena perfetto.
-Swan.
-Jones.
-Sei bellissima. E alta.
-Grazie. Ma non ti raggiungo lo stesso...- constatò, alzando leggermente lo sguardo per farmi notare che, nonostante i tacchi, la superavo ancora in altezza. Nel guardarla, mi resi conto che si era anche leggermente truccata, e stava benissimo con la matita nera: metteva ancora più in risalto i suoi occhioni verdi. Il rossetto, invece, evidenziava le labbra dall'aspetto delizioso.
-Seguimi tesoro, ti faccio posare la roba e ti preparo lo shottino. Vuoi qualcosa da mangiare?
-No, grazie, ho fatto merenda con Henry un'ora fa.
Annuii e la presi per mano per condurla in cucina, così che potesse riporre la borsa e la giacca. Se si era messa così in tiro quando le avevo assicurato che non ce ne fosse bisogno, chissà come si sarebbe vestita se le avessi chiesto di venire elegante.
Dopo averla aiutata a sfilare il giacchetto, rimasi piacevolmente sorpreso: aveva una canottiera svolazzante che lasciava scoperte le braccia e perfino qualche centimetro di pancia. Ora che ci pensavo, era più svestita di quanto non l'avessi mai vista.
-Quasi mi dispiace doverti far indossare il grembiule, dolcezza.
-Preferisco quello a una divisa che mi lascerebbe praticamente nuda. È rassicurante sapere che non te ne approfitti per far spogliare le tue cameriere...
-Sono un gentiluomo, io, dovresti averlo già capito.
-Lo so...- sorrise, lasciandosi andare -Andiamo, voglio quello shottino prima di iniziare.
-Certo. Cosa vuoi?
-Vodka e pesca, magari? Non troppo forte...
-Ottima scelta. Posso chiederti una cosa?
-Sì...- fece perplessa, incrociando le braccia al petto.
-Niente filosofie di vita, tranquilla. Ne sai abbastanza di alcolici... a che età hai iniziato a bere? Non dirmi per il tuo diciottesimo, non me la bevo!
Per mia grande gioia la giovane scoppiò in una sonora risata, che mi fece prevedere la sua risposta. Poteva anche avere un figlio, ma non era una santarellina, ci avrei messo la mano sul fuoco.
-A 14 la mia prima birra... a 15 mi sono ubriacata per la prima volta- spiegò divertita -ovviamente non ho... potuto bere durante la gravidanza, ma poi...
-E i tuoi te lo lasciavano fare.
-Tu andavi a chiedere il permesso ai tuoi?- commentò sarcastica, per poi uscire a sedersi poggiata col gomito sul bancone, in attesa. Non avendo intenzione di far aspettare la mia cliente più sexy, mi sbrigai e la raggiunsi per prepararle il bicchierino di vodka. Speravo davvero che a fine turno non sarebbe stata troppo stanca, avevo una gran voglia di potermi sedere a chiacchierare in tranquillità per quel “semi appuntamento” che ero riuscito a strapparle.
-Ecco a te, Swan- sorrisi porgendole il bicchiere. Invece di consumare la bevanda d'un fiato ne mandò giù circa la metà, neanche molto velocemente. Era intelligente la ragazza, sapeva cosa e come poteva permettersi di bere prima di dover lavorare.
-E' buona. La compri pronta o la preparate voi?
-La prepariamo noi... uso vodka liscia di qualità e i liquori di solito li faccio io.
Emma annuì impressionata, tornando a sorseggiare il resto della sua bibita a piccoli sorsi. Forse non ero un medico, un avvocato o chissà cosa... però mi piaceva dare il massimo nel mio lavoro, ero bravo in ciò che facevo e la cosa mi soddisfaceva.
Intanto decisi di curare l'ennesima fitta al polso con un po' di vodka, ma optai per un bicchiere più grande di quello di Emma: ero in grado di reggere l'alcol, non sarebbe stato un problema.
-Wow, Killian... non è troppo?- commentò sorpresa la ragazza, lanciandomi un'occhiata incerta.
-Posso berne fino a tre e rimanere completamente lucido. Al quarto inizio a fare battute porche... Oh, ciao Ruby! Tu che arrivi in anticipo? E che è successo?


EMMA POV

Mi voltai nella direzione in cui Killian stava guardando, per ritrovarmi davanti una splendida ragazza alta e mora in shorts neri, camicetta bianca molto scollata e tacchi a spillo. Se per qualche minuto avevo creduto di essere abbastanza carina, la mia già poca autostima calò completamente a picco. Probabilmente avrei dovuto immaginare che le cameriere di Killian fossero così. E poi c'ero io, il brutto anatroccolo. Perché diavolo avevo accettato?
-Ciao Boss!- fece allegramente, avvicinandosi a dargli un bacio sulla guancia, un po' troppo amichevolmente a mio parere -Ero già in giro e non sono tornata a casa. È lei Emma?
-Eh? Oh sì, sono io... piacere- borbottai spaesata, porgendo la mano alla ragazza. Lei la strinse con calore, ma la cosa più imbarazzante fu lo sguardo d'intesa che riservò a Killian.
-Finalmente conosco la famosa Emma che ha fatto perdere la testa al nostro capitano...
-Ruby!
-Zitto! Da quando ti ha conosciuta non l'ho mai visto flirtare con le clienti- continuò, tornando a rivolgersi a me. La mia faccia probabilmente stava andando in fiamme, lo sapevo perché all'improvviso la temperatura mi sembrò essere salita di 20 gradi. E fu anche perché non mi dispiacque sentire quelle parole, cosa che mi fece vergognare ancora di più.
-E' stato molto riservato su di te, ma ieri ha dovuto sputare il rospo dato che ci ha spiegato che avresti dato una mano... non hai mai fatto la cameriera, giusto?
-Giusto...- borbottai, estremamente a disagio – ancora di più quando iniziò a studiarmi da capo a piedi. Tuttavia la sua espressione mi sembrò piuttosto compiaciuta: non ero abituata ad una reazione del genere, non da parte di una ragazza tremendamente bella come lei.
-Mostrati sicura e sorridi molto. Gli uomini non ci faranno neanche caso se rovesci un bicchiere o tardi nel portare le ordinazioni, credimi.
Sentii Killian soffocare una risata in sottofondo, io invece mi limitai a sorridere e annuire come una perfetta idiota. Non avevo mai usato il mio corpo per nascondere le mie pecche, e sinceramente non ero neanche certa di potermelo permettere. E neanche di volerlo fare: non era una cosa per me.
-Non darle retta, tesoro...- intervenne l'altro, poggiando una mano sulla mia -Se sai catturare i criminali sai sicuramente portare in giro un paio di piatti, non serve che sculetti. Non che mi dispiacerebbe, certo, ma...
Lo fulminai con un'occhiataccia, mentre Ruby lo colpì sul braccio nel passare dietro di lui per andare a prepararsi. Lo notai, però, quando cercò di massaggiarsi il polso all'altezza dell'attaccatura della protesi. Possibile che gli facesse ancora male dopo tanti anni?
-Ehi. Tutto a posto?
-Certo, grazie.- borbottò, scuotendo la testa e lasciando perdere ciò che stava facendo. Io mi morsi un labbro, scrutandolo per cercare di capire se fosse il caso di preoccuparmi o meno. Ora aveva senso anche l'abbondante bicchiere di vodka che aveva mandato giù d'un fiato.
-Sto bene, Emma...- ripeté, con voce più mite -Andiamo, ti do' il grembiule... stanno arrivando anche gli altri- accennò al trio che stava entrando, probabilmente il resto dello staff. C'erano due ragazze, una bionda e una mora – fortunatamente per me non alte quanto Ruby. Poi c'era un altro ragazzo, affascinante quanto i due proprietari e dall'aria simpatica. Poco prima che mi voltassi per seguire il mio “capo”, vidi varcare la soglia anche una donna più anziana. Forse la cuoca.
La mia attenzione, tuttavia, tornò totalmente all'uomo quando mi sfiorò delicatamente il braccio, per poi mostrarmi il grembiule che aveva appena tirato fuori.
-Carino. Nero mi piace, bianco è troppo classico.
-Già, piace anche a me.- strizzò l'occhio -Ti aiuto a metterlo?
-Ok- risposi senza pensarci. Ovviamente avrei potuto pensarci da sola senza problemi, dato che l'unico laccio da legare era quello dietro la schiena... eppure accettai.
Sperai con tutta me stessa cuore che non riuscisse a sentire i battiti veloci del mio cuore, quando si avvicinò per farmi passare il laccio sopra la testa. Per quanto volessi staccare lo sguardo dal suo, i suoi occhi erano troppo magnetici... e ancora più vicini ai miei, dato che non lo raggiungevo in altezza solo per pochi centimetri. Non si allontanò neanche quando dovette chinarsi leggermente a legarmi il grembiule, così i nostri volti si trovarono probabilmente a tre centimetri di distanza.
E allora, non potei più negare.
Regina, ancora una volta, aveva non ragione, di più.
Killian Jones mi attraeva più di quanto potessi immaginare, e in quel momento l'unica cosa che desideravo fare era baciarlo. Baciarlo e assaggiare quelle labbra dall'aspetto così dannatamente invitante.
-Sbagliavo, sul grembiule. Sei perfetta anche così...- sussurrò, accarezzandomi una ciocca di capelli fino a lisciarmela sulla spalla. La sua pelle sulla mia era troppo, e se non avessi notato le sue ciglia che si aggrottarono per una frazione di secondo, probabilmente l'avrei baciato davvero.
-Killian...- sussurrai, allontanando il viso per prendergli la mano artificiale -Vuoi un antidolorifico? Non puoi lavorare così.
-Ah, Emma, non è niente... succede nella mia testa, quando si avvicina l'anniversario del... funerale della mia mano, diciamo.
Tornò al suo solito sorriso sghembo, ma tutto mi fu finalmente chiaro. Non era per il “funerale” della sua mano, ma per quello della sua fidanzata e di sua figlia. Il non poter fare nulla per farlo stare un po' meglio mi distruggeva, perché lui con me ci riusciva sempre. Non sapevo neanche cosa dire, essendo la prima a sapere che le frasi di circostanza fossero solamente fastidiose.
-Andiamo, ti presento agli altri e ti spiego velocemente... tra meno di 10 minuti apriamo.
Poi, invece di rispondere, feci l'unica cosa che in quel momento mi sembrò sensata: lo abbracciai. Lo abbracciai forte, e dopo un attimo di esitazione ricambiò, avvolgendomi tra le sue braccia forti e delicate contemporaneamente. Se fosse stato possibile ci sarei rimasta per sempre, ma come aveva detto lui mancavano dieci minuti all'apertura, quindi, a malincuore, sciolsi la stretta.
-Ok. La proposta per il post serata è ancora valida? Voglio proprio assaggiarlo uno di questi tuoi speciali drink. E Killian, se hai bisogno di parlare... di qualsiasi cosa, io ci sono.
L'uomo non disse niente, ma si aprì in un ampio e bellissimo sorriso, accentuato da quei pezzi di oceano che aveva al posto degli occhi.


-Dolcezza, ce le porti altre due birre e il conto?
-Arrivano subito!- sorrisi, dirigendomi velocemente verso il bancone.
Mi concessi cinque secondi per lanciare un'occhiata all'orologio: erano le 10. Mancava ancora un'ora ed io ero davvero stanca. Se la situazione era quella anche tutti i week-end, non doveva davvero essere facile... a parte per i guadagni, sicuramente ottimi. Avevo già raccolto 80 dollari solo di mance e nella prossima ora avrei anche potuto arrivare a 100. Inizialmente mi ero sentita un po' a disagio quando gli uomini mi rivolgevano occhiolini e attenzioni eccessive, un ragazzo mi aveva perfino invitato a bere qualcosa dopo. Killian se n'era accorto e mi aveva proposto di lasciar perdere se non me la sentivo, ma ovviamente non avevo neanche preso in considerazione l'idea. Non ero una bambina, e a un certo punto avevo iniziato a rispondere alle gentilezze con grandi sorrisi. Dopotutto, oltre ad una parola di troppo, cos'altro avrebbero potuto farmi? Nonostante la fatica mi stavo anche divertendo, e rendermi conto di non essere poi così incapace non era male.
-Killian, dammi due birre... no, aspetta. Due birre e il conto del tavolo 8, un menù 2x1 e preparami un Cuba Libre e un Bloody Mary.
-Arrivano tesoro. Come va? Te la stai cavando alla grande secondo Belle.
-Ce la sto mettendo tutta- sorrisi, poggiandomi mentre l'uomo riempiva il mio vassoio con le ordinazioni.
-Lo vedo. Grazie per l'aiuto, come vedi abbiamo il pieno stasera... senza di te avrei dovuto lasciare Granny in cucina da sola.
-Figurati... mi sto divertendo- gli assicurai, afferrando il vassoio pieno -Beh, vado prima di far incazzare i clienti!
-Nessuno potrebbe incazzarsi con te, splendore!
Fortunatamente a quell'affermazione mi ero già voltata, perché sentivo che sul mio volto si era dipinto un sorriso ebete che lui non avrebbe mancato di notare. Non riuscivo neanche ad avercela con me stessa, perché Killian era davvero gentile. Non c'era nulla che non andasse in lui e di conseguenza non avevo alcuna ragione di mantenere le distanze.
Allegra, tornai prima al tavolo della coppia che aveva chiesto i cocktail e il menù, poi tornai dai due tipi che erano al terzo giro di birre e avevano già mandato giù anche degli shot alla tequila. Era probabile che entro la chiusura avrei dovuto chiamare un taxi che li portasse a casa.
-Ecco qua- sorrisi, posando i bicchieri sul tavolo, insieme ad una ciotola con della frutta secca e lo scontrino.
-Grazie bellissima!- esclamò il biondo, che ogni volta che passavo mi lanciava occhiate che poco lasciavano all'immaginazione. Poi, quando mi porse due banconote da 50 nonostante il conto di 48 dollari, gli occhi per poco non mi uscirono dalle orbite.
-Ehm... sono 48...
-Lo so. Il resto è per te, te lo sei meritato.- disse con un occhiolino, per poi fare l'ultima cosa che avrei potuto aspettarmi. Mi diede una pacca sul sedere lasciando la mano lì ed io, stupida, invece di sferrargli uno schiaffo rimasi paralizzata sul posto. Il cuore iniziò a battere a mille, e i muscoli si contrassero incapaci di decidere: potevo trattare male i clienti del mio “capo”? Forse era normale. Forse dovevo semplicemente continuare a sorridere, prendere i soldi e andarmene.
-A che ora finisci di lavorare, tesoro?
-Oh... Veramente, io...
-Togli subito le mani di dosso dalla mia ragazza. E non farmelo ripetere un'altra volta.
Mi voltai di scatto per ritrovarmi davanti un Killian molto arrabbiato, che strattonò con violenza la mano all'uomo, per poi cingermi i fianchi e stringermi forte a sé. Avrei voluto dirgli di lasciar perdere, che non ne valeva la pena, ma le parole semplicemente non volevano uscire.
-Lei non ha obiettato. Forse preferisce la mia compagnia alla tua, non credi? Che dici tesoro?
-No.- riuscii a sussurrare, scuotendo la testa.
-Fuori dal mio locale. Gente che tratta così la mia ragazza o una qualunque delle mie dipendenti e clienti non è ben accetta. Trovati un bordello.
Killian fece paura perfino a me, tanto che non mi stupii affatto quando i due si alzarono senza fiatare e si diressero in silenzio verso l'uscita. Li seguii con lo sguardo fino a che la porta non si richiuse dietro di loro, poi mi lasciai andare in un sospiro. Quanto ero stata stupida? Perché non avevo detto una parola? Non potevo comportarmi così... non era da me.
-Tutto bene, Emma?
Annuii, sperando ardentemente che non ci stessero guardando in troppi: non potevo aver fatto la figura della pappamolle in pubblico!
-Ti ha fatto qualcosa? Perché non hai reagito?
-Era un cliente e...
-Emma- mi bloccò serio, obbligandomi a guardarlo -Se qualcuno osa trattarti così prendilo pure a calci nelle palle. Di clienti del genere ne faccio a meno più che volentieri.
-Ok... grazie. Scusa, è solo che non volevo crearti problemi.- borbottai, lasciando che mi conducesse per meno verso il bancone, per allontanarci da sguardi indiscreti. Chissà cosa stava pensando di me, dato che le prime volte con lui mi ero comportata molto più sfacciatamente, e non mi aveva neanche sfiorata. Le immagini nella mia testa erano state fin troppo limpide, però, non avevo potuto fare nulla per combatterle. Solo quando Killian mi aveva stretta erano scomparse.
-Vai a cambiarti, per oggi basta così. Tanto manca un'oretta...
-Cosa? No... no.- ripetei, cercando di tornare completamente in me -Ho promesso di dare una mano. Non scappo solo perché un coglione mi ha colta alla sprovvista.
-Sei sicura?
-Certo...- sorrisi, felice che il mio cuore avesse ripreso a battere normalmente -Ma da quando in qua sono la tua ragazza?
-Da ora fino alla fine del turno... almeno- sorrise di ricambio, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio -Nessuno oserà sfiorare la ragazza del capo.
E per rafforzare le sue parole, si avvicinò così tanto che fui totalmente certa mi avrebbe baciata. Invece non lo fece. Mi lasciò un lieve bacetto sulla punta del naso, poi sorrise ancora e mi diede una pacca sul sedere facendomi cenno di tornare al lavoro.
Mi aveva dato il permesso di prenderli a calci nelle palle, quelli che mi infastidivano. Il problema era che il suo tocco non mi infastidì neanche un po'. Senza dire una parola, quindi, mi voltai diretta verso il tavolo che era appena stato occupato da due ragazze.

 

***


KILLIAN POV

La reazione di Emma mi aveva sorpreso e non poco. Non perché non fosse naturale, anzi, per una ragazza della sua età lo era decisamente. Ma in situazioni del genere si era sempre mostrata sicura di sé e l'avevo vissuto io stesso sulla mia pelle. Quando avevo visto l'uomo poggiare la mano viscida sul suo fondoschiena mi ero aspettato che gli desse come minimo uno schiaffo... invece si era immobilizzata, come se tutta la sua sicurezza fosse stata risucchiata via in un attimo. Vedendola in difficoltà, non avevo potuto fare altro che mollare tutto e correre in suo soccorso, e se non l'avessi stretta a me probabilmente avrei ucciso di botte quel verme schifoso. Si era ripresa quasi subito e il resto della serata era andato alla grande, eppure era stato strano.
Non era il momento di pensarci, comunque. Quando avevamo chiuso il locale e salutato tutti avevo proposto di accompagnarla a casa, ma lei aveva insistito per rimanere come mi aveva promesso. Adesso dovevo mantenerla io la mia promessa e prepararle il miglior cocktail di sempre. Premetti il tasto di accensione per frullare il rum col ghiaccio, il latte di cocco e i pezzetti d'ananas fresco, alzando di poco gli occhi per trovare Emma a studiare le mie mosse con curiosità.
-Usi ananas fresco...
-Già- annuii fiero, fermando il frullatore -E' tutta un'altra cosa, vedrai! D'estate vogliono tutti questo, il Cuba Libre o il Rum Punch...
-Sembra buono...- sorrise, osservando il liquido con cui le riempivo il bicchiere. Presi poi uno spicchio d'ananas, una ciliegia e una fettina di lime per decorarlo, e spruzzai un po' di polvere di cocco.
-Ecco qua Swan. La miglior Pina Colada che potrai mai assaggiare!
La giovane mi regalò uno dei suoi sorrisi più belli e prese il bicchiere, per poi portarlo subito alla bocca. La guardai con attenzione, e quando chiuse gli occhi deliziata non potei fare altro che gioire interiormente.
-Che ci hai messo dentro?- commentò con voce piena di meraviglia quando poggiò il bicchiere sul bancone -E' diverso... non solo per l'ananas.
-Un pizzico di liquore all'ananas fatto in casa, dolcezza.
-Mi piace... rende il sapore meno dolce, è... va bene, lo ammetto. Avevi ragione, è la miglior Pina Colada che abbia mai assaggiato in vita mia, Jones!
-Te l'avevo detto, ma mi fa piacere sentirtelo dire...- ammiccai, versandomi un abbondante bicchiere anch'io. D'accordo, Emma era un po' troppo giovane per me e ci avevo pensato più volte... ma cosa potevo farci se mi piaceva? Non riuscivo a vederla come una ragazzina: non solo era intelligente e matura, ma si stava dimostrando anche un'ottima compagna di bevute! Ne conoscevo poche di giovani in grado di reggere l'alcol così bene, forse solo Ruby. In più, questa sera era ancora più bella del solito e sembrava anche molto più tranquilla e sicura, in qualche modo. Aveva qualcosa di diverso, in poche parole, anche se non sapevo bene dire cosa.
-Mi dispiace, sai... per quel tipo. Di solito ho clienti decenti.
-Non ti preoccupare. Le teste di cazzo esistono ovunque... se ricapita mi limiterò a rovesciargli qualcosa addosso, se per te non è un problema.
-Assolutamente no! Anzi, sarebbe divertente.
-Quindi posso tornare a darvi una mano, qualche volta?- mi stupì, dopo aver mandato giù un altro sorso. Per un attimo la squadrai sorpreso, quasi certo che mi stesse prendendo in giro. Voleva seriamente tornare a fare la cameriera? Azione non ce n'era di certo, visti i suoi gusti.
-Quindi?
-Ma certo, Emma...- borbottai, alzando un sopracciglio -Semplicemente non mi aspettavo che avessi ancora voglia di servire ai tavoli... Miss aspirante poliziotta.
-Ma va...- scrollò le spalle in risposta -Quando ho detto che mi divertivo ero seria!
-Oppure lo fai perché non vedi l'ora di interpretare nuovamente il ruolo della mia fidanzata...- la provocai, per poi fare il giro del bancone e sedermi accanto a lei. Ero davvero stato tentato di baciarla, quando l'avevo stretta per difenderla dall'uomo. E l'avrei fatto: solo all'ultimo momento, per qualche ragione, avevo deviato sul naso. Forse per non spaventarla. Forse sarebbe stato osare troppo... o forse perché avevo avuto paura io. Perché non era normale che una diciottenne mi provocasse certi brividi solo con la sua vicinanza, non era possibile che mi facesse venire voglia di stringerla a me e proteggerla dal resto del mondo. Eppure mi ero sentito così: troppo preso, così preso da esserne stato, per un attimo, spaventato.
-Se volessi essere la tua ragazza, non userei il lavoro...
-E cosa useresti?- sussurrai, avvicinando il viso al suo, pochi millimetri alla volta.
-Non lo so. Non... non è che abbia avuto molte relazioni...- borbottò anche lei, senza muoversi o staccare lo sguardo. Da vicino, quegli occhioni verdi erano ancora più belli. E io ero decisamente ancora più stupido. Perché non mi limitavo a prenderla e baciarla? Era una delle ragazze più belle che avessi mai conosciuto! O stavo perdendo colpi, o era lei a mandarmi in tilt.
La guardai come incantato tirare il cellulare fuori da una tasca, poi vi lesse un messaggio. Tuttavia, ciò che avrei voluto vederle dipinto in volto, non era quella maschera di preoccupazione.
-Emma... tutto ok?
-No. È mia madre... Henry ha la febbre alta... e dice che se non migliora sarà il caso di portarlo al pronto soccorso. Mi dispiace, Killian, scusa, ma devo proprio andare a casa.- disse tutto d'un fiato, saltando giù dallo sgabello e correndo verso la cucina per recuperare le sue cose. Io la seguii velocemente, deciso a non lasciarla andare da sola.
-Ti accompagno in macchina Swan, vieni.
-No grazie, non voglio disturbarti... posso prendere la metro, davvero. Grazie per la serata, sono stata benissimo. Per il drink, per tutto... ti prometto che recupereremo un'altra volta, mi dispiace sia andata a finire così ma...
-Emma!- esclamai, afferrandola per le braccia -Tuo figlio sta male, non hai assolutamente di che scusarti. Lascia che ti porti a casa, per me non è un disturbo. E ultima cosa... tesoro, sta' tranquilla. Andrà tutto bene, ai bambini capita di ammalarsi.- tentai di confortarla, sciogliendo la presa per stringerle forte le mani nella mia. Vederla così preoccupata e spaventata faceva male a me, e per lei doveva essere dieci volte peggio.
-Lo so ma tu... tu non capisci. Ogni volta che Henry ha qualcosa... io... io ho sempre paura che sia come me. Che abbia qualcosa di più grave... e...
Allora la abbracciai. Le parole non sarebbero servite a rassicurarla, ma forse una stretta le avrebbe fatto bene... almeno abbastanza da non farla tornare a casa in lacrime e sull'orlo dello svenimento.
Per un attimo rimase rigida e immobile, poi iniziò a rilassarsi, e ricambiò la stretta circondandomi con le sue braccia forti ed esili allo stesso tempo, poggiando la testa sul mio petto. Ora ne ero certo: non ero io che stavo perdendo colpi, era decisamente lei che mi stava facendo perdere la testa. Sarei rimasto in quell'abbraccio per sempre, se fosse stato possibile.
Invece lo sciogliemmo lentamente insieme e, dopo averle asciugato una lacrima solitaria, la presi per mano per condurla verso la mia auto. Lei non si oppose più e mi seguì in silenzio.
-Grazie Killian. Se penso a come ti ho trattato i primi tempi mi sento orribile... non lo meritavi.
-No, non è vero...- feci con una risata, dandole una pacca sul sedere, così, giusto per ricordarle del mio altro lato e farla sentire meno in colpa. In risposta si voltò di scatto e mi diede un pizzico molto doloroso sulla mano, quasi da farmi pentire di avere osato tanto.
-Ok, non è vero. Hai ragione. Porco.
-Lo so...- risi, e quando smise di fingersi scandalizzata si unì a me.
Ed io, dal canto mio, non mi sarei mai abituato alla purezza e alla perfezione del suo splendido sorriso e della sua risata melodiosa.
Il dolore alla mano era sparito, mentre il mio cuore era pieno di gioia.
C'era anche paura, però. Paura di non essere all'altezza.

Outfit di Emma: http://i.imgur.com/QgSkZpu.png











 

Angolo dell'autrice;
Ciao :) Come promesso, ecco la serata al locale... che direi è andata piuttosto bene. Diciamo che Robin cerca di mettere in guardia Killian, perché lo conosce e vede che Emma non è il solito tipo di ragazza che frequenta. Ma lui non la sta prendendo in giro, ormai si sta rendendo conto che la ragazza sta mettendo radici nel suo cuore sempre di più. Sì è fatta carina e l'ha notato subito, anche se apprezza che sia naturale e che non esageri col trucco e tutto il resto. Anche Emma si è subito accorta che c'era qualcosa di strano in lui, ma Ruby li ha interrotti... e diciamo che le ha dato un pizzico di confidenza in più, cosa che non guasta xD
Alla fine Emma gli ha fatto sputare il rospo, e anche se non ne hanno parlato proprio a cuore aperto perché lui vuole minimizzare la cosa, gli ha fatto capire che se ha bisogno, lei c'è. 
Come qualcuno aveva previsto, c'è stato un cliente "fastidioso"... Emma si è odiata per non aver reagito, ma Killian è intervenuto in suo soccorso e l'ha tirata su ancora una volta. Alla fine sono rimasti soli e dopo quei due baci per poco evitati, se non ci fosse stato l' "allarme Henry", forse la serata avrebbe confermato che non c'è due senza tre e avrebbe potuto finire in modo molto piacevole... ma hanno entrambi abbastanza in chiaro ciò che provano, e si rivedranno comunque presto... sperando che Killian riesca a lasciare da parte le sue paure...
Comunque, mainagioia anche per lo show... ne vedremo delle belle nelle prossime puntate, ne sono sicura! Intanto adoro Aladdin e Jasmine invece *-*
Alla prossima, che sarà di nuovo questa (sabato o domenica notte), un abbraccio e grazie sempre a tutti! :* 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: _ Arya _