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Autore: Ciuffettina    27/10/2016    4 recensioni
Non tutti possono avere un angelo come ospite in casa propria. Potreste pensare che sia un'esperienza piacevole. Qualcun'altra potrebbe non essere d'accordo...
Ispirata alla puntata 07x17.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'I Missing moments di Supernatural'
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Si arrivò così ad aprile e la situazione era rimasta invariata: Daphne continuava a essere illibata ed Emmanuel era sempre senza memoria.
Nonostante la calma piatta che vigeva in camera da letto, Daphne continuava ad amarlo, certa che il sentimento fosse ricambiato, in fondo che cosa mancava loro? Avevano una bella casa, erano timorati di Dio, aiutavano il prossimo, in più erano due membri rispettati della comunità, che cosa si poteva desiderare di più?


Un giorno in cui il marito era fuori a fare jogging, qualcuno suonò alla porta, Daphne aprì a un ragazzo con gli occhi verdi e una spruzzata di lentiggini sul naso.
«Sto cercando Emmanuel... Mio fratello non sta bene e speravo che potesse fare qualcosa...»
«Mio marito è fuori ma tornerà tra poco...»
In quel momento rientrò Emmanuel.
«Bentornato! Questo ragazzo è venuto per suo fratello…»
Daphne si accorse che il giovane fissava suo marito a bocca aperta e con gli occhi dilatati dalla sorpresa, poi balbettò: «Castiel?... Cas… sei proprio tu?»
«No, io mi chiamo Emmanuel…» Poi si grattò la tempia destra. «Anche se a dire il vero… non ricordo il mio vero nome…»
Il giovane fece un passo verso di lui: «Cas, io sono Dean… Dean Winchester… Noi erav… siamo amici. Ne abbiamo passate tante insieme, possibile che non ti ricordi?»
Emmanuel continuava a fissarlo con la fronte corrugata: «Non mi ricordo di te, mi dispiace.»
Daphne stava vivendo il suo incubo peggiore e non osava nemmeno fiatare.
«Merda, Cas! Io sono quello che tu hai afferrato e salvato dalla perdizione… Non te la ricordi questa?» così dicendo, si sollevò la manica sinistra fino alla spalla, mostrando una strana bruciatura a forma di mano.
Emmanuel la fissò con la testa inclinata da un lato, dopo qualche secondo, avanzò come in trance, lentamente sollevò la mano destra e l’appoggio sulla cicatrice, chiudendo gli occhi, coincidevano.
Daphne sentì un groppo in gola, poi vide che la mano di Emmanuel, (o forse era la spalla di Dean?) riluceva di una luce azzurrina, come quella che era comparsa quando le aveva curato la mano ma più vivida.
Emmanuel aprì gli occhi. «Mi ricordo di te, ricordo ogni cosa… e non credo che siamo amici… Non dopo quello che è successo…» Abbassò la mano.
Super sospiro di sollievo da parte di Daphne: «Credo che ora deve andarsene, non vede che l’ha sconvolto?»
Il giovane si girò a guardarla inferocito: «Stai zitta! Anzi no, spiegami come hai fatto a sposare un uomo che ha perso la memoria!»
Daphne sollevò il mento con aria di sfida: «Noi ci amiamo!»
«Ma davvero!?» domandò Dean sarcastico.
Emmanuel, anzi no, Castiel intervenne con voce atona: «Ha detto che un uomo e una donna non possono condividere la stessa casa se non sono sposati, pertanto se non l’avessi fatto avrei dovuto andarmene.»
«È così? È questo che gli hai detto?»
Daphne avvampò, abbassò la testa e annuì.
«Lurida cagna in calore! Cas, è una menzogna! Come hai potuto crederle?»
«Non volevo tornare per strada e siccome nessuno mi stava cercando…»
«Come fai a dirlo?»
«Ho guardato tutte le puntate del telegiornale» lo disse come se fosse ovvio.
«Il… telegiornale? Hai guardato il telegiornale?»
«Daphne ha detto che è lì che si parla delle persone scomparse.»
«Noi credevamo che tu fossi morto, se avessi saputo che eri vivo, sarei subito venuto a prenderti. Non ti ha portato alla polizia? O all’ospedale visto che soffrivi di amnesia? Almeno ha cercato di aiutarti a recuperare la memoria?»
Castiel scosse la testa. «No, Dean… la musica rock! Spegneva sempre la radio, quando la trasmettevano, perché si era accorta che… mi faceva venire in mente qualcosa… Solo ora me ne rendo conto.» La fissò con uno sguardo accusatore.
Daphne sarebbe voluta scomparire sotto terra: «L’ho fatto perché ti amo e non volevo perderti.»
«Ma che cos’hai nel cervello? Pigne marce? Questo non è amore!» sbottò Dean inferocito poi prese fiato: «Dai, andiamocene.»
«Dean, dopo quello che ho combinato a Sam… a te…»
«Ascoltami, stupido pennuto, e ascoltami bene: quando ti sei alleato con Crowley, mi sono sentito tradito e deluso…»
Castiel abbassò la testa: «Lo so, Dean, e mi dispiace…»
«Non ho finito… Sono stato arrabbiato con te a lungo ma noi siamo una famiglia, ricordi? I problemi li affrontiamo insieme… Quando ho creduto di averti perso per sempre in quel maledetto lago…» Gli mise una mano sulla spalla e appoggiò la fronte a quella di Cas. «...ho capito quanto tu fossi importante per me… di quanto avessi bisogno di te…» Le ultime due frasi furono quasi sussurrate, poi si raddrizzò, rialzando la voce: «Perciò non farmi mai più uno scherzo del genere o giuro che ti strappo le piume a una a una e ora andiamo ad aiutare Sam che ormai vede Lucifer ovunque, invece che belle ragazze.»
Si avviarono verso la porta, con Dean che con un braccio cingeva le spalle di Castiel.
Oh, no! Sta per andarsene, che cosa posso fare per fermarlo?” «Emmanuel, dopo torni, vero? Sei sempre mio marito…»
Castiel si voltò a guardarla con una freddezza che lei non gli aveva mai visto. «Io sono Castiel, non sono Emmanuel e certamente non sono tuo marito.»
Daphne non poté fare altro che fissare la porta che si richiudeva dietro di loro.
   
 
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