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Autore: Heavenly Hell    28/10/2016    0 recensioni
Una reinterpretazione e personalizzazione della leggenda del "Filo Rosso del Destino".
Jackson Meadway è un giovane tormentato, nel 1996 un'anziana signora gli promette un riscatto e gli rivela una profezia, che parla di un Filo Rosso che niente o nessuno potrà mai spezzare.
"Colei il cui cuore ti è destinato in fasce azzurre è tenuta,
e in 20 lunghi anni la profezia verrà compiuta.
Né fuoco, né acqua, né terra, né vento,
né vita, né morte ostacoleranno il momento.
Non diversa unione o legame alcuno lo può spezzare,
Il filo rosso del destino a cui ti dovrai legare".
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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The Red String of Fate 
( Il Filo Rosso del Destino ).




Legenda: 
- Dialogo -
"Pensato"
- URLATO -



Capitolo 0 - Prologo - La profezia

 
Provincia di Londra, 1994.
Piccole gocce di pioggia picchiettavano sul davanzale di una delle finestre di una tipica casetta Inglese, erano le 8 di mattina di un qualunque sabato autunnale: in pochi erano al lavoro, la maggior parte delle famiglie si preparava per un weekend pieno come ogni settimana, e, ovviamente, tutti i bambini e i ragazzi non avevano scuola. 
Il caso volle che il Luna Park si trovasse nel loro paesino della provincia londinese, che la pioggia cessasse e che cinque ragazzi tra i 15 e i 18 anni si fossero messi d'accordo per passare una mattinata tra fenomeni da baraccone e giostre. 
- Sta passando l'autobus, sbrigatevi - disse uno, intimando agli amici di essere più svelti. Si misero a correre per non perderlo, e nel salire uno di loro inciampò.
- Diamine Jake, se non cadi almeno una volta al giorno non sei contento - disse uno facendo ridere gli altri. 
Nel mentre che i suoi amici percorrevano l'autobus per andare a prendere posto nei sedili posteriori, Jackson Meadway, diciasettenne icenne magrolino e maldestro si rimetteva in piedi controllando di essere tutto intero. 
Dopo essersi rialzato ed aver preso posto accanto ai suoi amici rimase assorto nei suoi pensieri per qualche minuto. 
Era un ragazzo sveglio, acuto e molto intelligente, a scuola non amava applicarsi, ma aveva tante passioni ed era comunque molto colto, anche se preferiva non darlo a vedere. Non era il più giovane del gruppo, ma era più timido e riservato rispetto ai suoi amici, più estroversi.
Prima del suo arrivo il gruppo esisteva già, lui fu incluso quasi per caso, ma i quattro lo accolsero con affetto, nonostante si divertissero sempre a prenderlo in giro per il suo essere così impacciato. Nonostante fosse così fragile fisicamente, possedeva una forza interiore non indifferente per la sua età.
Non aveva una situazione facile in famiglia, i genitori facevano entrambi due lavori, non avevano molti soldi, e solo in quel modo riuscivano a tirare avanti. Viveva con una madre semi-assente, disinteressata è più interessata a spendere i soldi in alcool e un padre violento, che non si permetteva di mettergli le mani addosso,ma che lo umiliava e lo sminuiva per sfogare la sua frustrazione, dicendogli spesso che probabilmente non avrebbe mai combinato niente nella vita e che data la sua costituzione esile sarebbe morto molto giovane, violenze psicologiche non indifferenti per un ragazzo di soli 17 anni.
La frenata brusca dell'autobus lo risvegliò, e voltandosi verso il finestrino si accorse che avevano ormai raggiunto la loro meta. 
Scesero dall'autobus di corsa, fremevano dalla voglia di salire su tutte le montagne russe, visitare ogni bancarella e ogni tendone, quasi come se fossero tornati bambini nell'arco di pochi secondi.
Salirono prima sul Breathless, una montagna russa talmente alta da togliere il fiato, così nauseabonda che Rodney, il più paffuto del gruppo, dopo aver mangiato due stecche di zucchero filato e dei popcorn, una volta sceso dovette fare una sosta al bagno per non rimettere per terra. Passarono da un'attrazione all'altra in pochissimo tempo, tanto che, arrivate le 5 della sera si resero conto di aver visitato tutto il parco. 
Si incamminarono verso l'uscita assieme a tante altre persone, e fu lì che Jackson vide un tendone trasandato, scuro e con diversi strappi sul lato, leggermente inquietante e isolato rispetto agli altri.
- Ne abbiamo mancato uno, abbiamo ancora mezz'ora prima che passi l'autobus, andiamo là - disse indicandolo.
- Lascia stare Jake, quello sicuramente è un tendone dove tengono merce o cose così! 
- Sembra interessante, magari c'è qualcuno - rispose poi, avviandosi verso il tendone scuro.
- Jake torna qui, è tardi, non ne vale la pena! - urlarono i suoi amici, cercando di fermarlo ma senza successo.
Arrivato all'entrata una folata di vento aprí la tenda frontale, rivelando una luce violacea e una passerella nera. Un po' titubante decise di entrare, e una volta raggiunta la luce violacea si rese conto che proveniva da una lampada, che illuminava tanti strani oggetti, che Jake osservò con cura: davanti a lui poteva vedere alcuni alberelli di Bonsai, due vecchie lampade ad olio, qualche ventaglio e delle pietre nere, tutti disposti su un tavolo lungo e traballante; alla sua destra una porta chiusa, che non sembrava neanche vera; alla sua sinistra invece solo due poltroncine all'apparenza rosse. 
"Forse è una sorta di magazzino". 
Deluso, si avviò verso l'uscita, che però non vide più: nessuna passerella nera e nessuna apertura che dava all'esterno. Corse verso la porta, la forzò, tentò più volte di aprirla, ma era chiusa a chiave. Si guardò intorno, in cerca di una soluzione, e proprio quando rivolse lo sguardo sulle due poltrone notò seduta, su una di esse, una piccola e anziana signora.
- È da tanto che nessuno mi viene a trovare, la mia tenda non attira tante persone. Mi sentivo così sola. Tè? - disse porgendogli una tazzina bianca.
Riluttante la prese in mano, ma senza bere.
- Lei c-chi è? Può farmi uscire?
- Tutto a tempo debito ragazzo, ora siediti e bevi il tè caro.
- IO NON BERRÒ IL SUO MALEDETTISSIMO TÈ! Mi faccia uscire, la p-prego, mi manca l'aria - sbottò prima lui, gettando la tazza per terra, per poi balbettare nuovamente accasciandosi sull'altra poltrona.
- Jackson, le tue pene cesseranno, la ruota girerà e tu avrai il tuo riscatto.
- Lei come sa il mio nome? Lei c-chi è? - chiese spaventato e sempre più agitato.
- Non importa chi io sia, ma cosa ho da dirti. Tu porti addosso tanta conoscenza e tanta voglia di realizzazione, e così sarà, io ci credo, fallo anche tu - sempre più confuso continuò ad osservare l'anziana signora, che gli sorrise dolcemente.
- Sei qui per una ragione, e io sono qui per rivelarti la strada. Troverai una compagna, che completerà il cerchio del tuo riscatto, e che ti darà modo di non commettere l'errore che con te è stato commesso per troppo tempo. Dovrai attendere, ma ora ascolta le mie parole...
Colei il cui cuore ti è destinato in fasce azzurre è tenuta, 
e in poco più di 20 lunghi anni la profezia verrà compiuta.
Né fuoco, né acqua, né terra, né vento,
né vita, né morte ostacoleranno il momento.
Non diversa unione o legame alcuno lo può spezzare,
Il filo rosso del destino a cui ti dovrai legare - disse la vecchia, recitando poi dei versi in rima.
Jackson ormai era totalmente confuso e spaventato, e nell'agitazione si alzò in piedi ed iniziò ad indietreggiare.
- Lei è pazza, mi lasci andare via! MI LASCI IN PACE! 
- Ti lascerò andare, ti ho rivelato il tuo destino, aiutalo a compiersi. Non avere paura, lei è qui fuori, puoi vederla, conoscerla, e poi aspetterai -.
Di colpo la passerella nera riapparve e le tende si aprirono facendo intraveder l'esterno. Jackson corse fuori senza esitazione, riuscì a sentire le voci dei suoi amici che continuavano a chiamarlo, ma una volta fuori si fermò di colpo quando vide una giovane donna con un passeggino. Le parole della signora risuonavano nella sua mente, tartassanti e inquietanti, come se fossero una maledizione. Ci ragionò sopra, e si avvicinò con cautela al passeggino in cui un neonato vestito d'azzurro dormiva beatamente. Sollevato dal fatto che fosse un maschietto si convinse che la vecchia fosse pazza e, sollevato, fece per andarsene. 
- Ragazzino, hai bisogno di qualcosa? Ti sei perso? - chiese la giovane donna.
- Oh, no signora. Ero assorto nei miei pensieri, la ringrazio. Complimenti per il bambino, arrivederci! 
- Oh grazie! Sai, è una bambina, l'ho vestita di azzurro perché è il mio colore preferit...perdonami - disse lei quando suo marito la chiamò da lontano. Jackson però non la stava più ascoltando, si era fermato al "sai è una bambina". 
"Colei il cui cuore ti è destinato in fasce azzurre è tenuta", respirava affannosamente, "in fasce azzurre", stava per avere una crisi di panico, "20 anni", ormai non ragionava più, per quanto fosse ancora convinto della pazzia della signora il suo corpo si mosse da solo, prese una pietra per terra, pesante e spigolosa, e allontanandosi leggermente la tirò verso la testa della bambina, che al lato sinistro, accanto all'orecchio, si aprì per far scorrere, tanto, troppo sangue. 
"Il filo rosso del destino a cui ti dovrai legare", la bambina iniziò a piangere rumorosamente, richiamando l'attenzione della madre. Jackson, che ormai l'aveva ferita profondamente, fuggì, sotto gli sguardi attoniti degli amici. Correva, sentiva le urla della madre della bambina, correva, il pullman non lo prese, correva, inseguito dai suoi, amici, correva. 


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Ciao a tutti. :)
In questi giorni ho riletto per caso la leggenda del Filo Rosso del Destino. Molti di voi la conoscono, altri probabilmente no, io ho voluto reinterpretare a mio modo e personalizzare la leggenda rendendola odierna con questa storia ( e con un pizzico di tema sovrannaturale ).
È una leggenda che mi colpì profondamente la prima volta che la lessi, perciò ho deciso di provare a scriverci una storia. Ho voluto fare un piccolo Prologo per avere subito lo spunto per sviluppare la storia in base alla leggenda ma senza renderla il fulcro, spero poi di riuscire nel mio intento. 
Il personaggio di Jackson ( è un nome che adoro, l'ho usato tantissime volte ) ho voluto introdurlo in questo modo perché sarà lui il protagonista della storia, anche se ancora non so come strutturerò il racconto nei prossimi capitoli. Spero vi possa piacere questa mia idea, per qualsiasi critica, apprezzamento o consiglio scrivetemi pure, sia in una recensione che in privato. 
A presto, 
Heavenly Hell. :D
  
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