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Autore: Radcliffe_    28/10/2016    1 recensioni
Peter Hale insegna teatro alla Beacon Hills. Lui chiama i suoi allievi (Jackson, Isaac, Lydia, Allison, Scott e Erica, lì per motivi diversi) “branco” e li fa mettere in scena uno spettacolo sui lupi mannari.
Stiles invece ha la sua bella vita da nerd e adora creare fake su Facebook più di quanto dovrebbe; e dall’altra parte c’è Derek, che ha voglia di vendicare sua sorella: questo lo porterà all’incontro sul web con Sean Jr Keller, il fake preferito di Stiles.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Let's put a Smile on that face!”






Prologo - Sean Jr Keller




Stiles sentì bussare alla porta. La mano sul mouse scattò subito all’angolo e rimpicciolì la finestra di Facebook. Alzò lo sguardo dallo schermo appena in tempo per vedere gli occhi di suo padre alzarsi al cielo.
            «Devo andare a lavoro. Ti ho lasciato dei soldi sul tavolino per cenare.»
Stiles annuì da bravo ragazzo mettendo in scena il miglior finto sorriso mai creato. Suo padre lo guardò per un attimo, come per dirgli qualcosa, poi ci ripensò e chiuse la porta.
Stiles tornò a guardare lo schermo del proprio portatile ed il panico si impossessò di nuovo di lui. Riaprì la finestra e si accorse che no, i campi d’informazione non si erano compilati da soli.
Tutto quello che voleva Stiles, in quel momento, era un semplicissimo nome originale e simpatico. Anche una ragazza, ma quello era più superfluo.
Si passò le dita tra i capelli ed iniziò ad avvicinare la testa allo schermo e ad allontanarsi per cercare l’ispirazione. Poi scrollò le spalle in uno scatto, frustrato: era da troppo che cercava il nome giusto. Era ora di aprire uno di quei siti strani che ti cercano il nome perfetto.
            «Non voglio assolutamente sapere cosa stai facendo, ma spero tu non sia incinto»
Stiles si voltò e vide Scott, che neanche lo guardava, con la tuta più larga che gli avesse mai visto indosso: era grigia e blu, con il numero “21” sulla schiena. Non gli chiese neanche se gli sembrava il modo, ogni volta, di entrare in quel modo: i suoi pensieri erano ancora rivolti al nome.
“Scott” sarebbe stato scontatissimo e, alla fine, pure brutto per un fake di Facebook.
Scott era girato verso il suo letto e svuotava lo zaino di scuola, con una certa urgenza, senza guardarlo. All’improvviso Stiles si ricordò.
            «Sono passato per la ricerca. Mi dovresti fare un favore enorme, vedi io- »
            «Mi sono dimenticato»
            Scott si voltò stralunato. «Sei serio?»
            Stiles chiuse il portatile e si alzò. «Possiamo farla insieme ora! Una F più una C fanno una A, no? E’ risaputo.» Fece per prendere il suo zaino e tirare fuori il libro di chimica quando Scott lo fermò.
            «Non posso, devo andare a quel club sul teatro fino alle nove, lo sai» guardò Stiles «Mi dispiace»
            «Fammi capire» iniziò Stiles «sei venuto qui per copiare la mia ricerca quindi?»
            «Non sono così stupido, mi serviva solo la parte B» Scott iniziò a rimettere i libri nello zaino. Poi si voltò «Senza offesa»
            «Oh no, vai tranquillo. Chiama pure anche Jackson per insultarmi, tanto io sono qui.»
            L’altro sorrise «E’ solo che non sei il massimo a chimica» Poi, come se fosse la cosa più semplice del mondo, si rimise lo zaino in spalla e scavalcò con una gamba la finestra della stanza e disse «Se vuoi puoi venire anche tu» si morse il labbro leggermente preoccupato «Non credo proprio sia un problema»
            Stiles sbuffò. «Io ed il teatro non andiamo d’accordo» Avrebbe voluto dire “Io e Peter Hale non andiamo d’accordo”, ma dopo sarebbe sembrato un lagnone. Non che non lo fosse, sia chiaro, solo che darlo a vedere era un po’ da bambini… e le sue mutande con i pois dicevano esattamente il contrario.
Scott sembrò rilassarsi di colpo e Stiles si rese conto d’avere fame.
             «Visto che, umh, ora dovrò fare tutta la ricerca da solo, mi porti del cibo?»
Scott annuì e Stiles, mentre scendeva le scale di corsa, si disse d’avere il migliore amico migliore del mondo. Quando tornò di sopra, saltando gli scalini dalla fretta, trovò Scott ancora in camera sua,  che controllava il cellulare appeso alla finestra.
            «Isaac dice che c’è un ragazzo nuovo in sala»
            «Al vostro Glee Club?»
            «Non è un Glee Club» ribattè Scott, un po’ offeso. «Dovresti venire, un giorno»
            «Certo, anche io negerei se fossi in voi» sbuffò Stiles «E poi, nmmeno tu mi ci vuoi.»
            «Sì che ti ci voglio!» Scott afferrò i soldi dalla mano di Stiles. «Solo… non oggi. Te l’ho detto, è che Erica si vergognerebbe e -»
            «Scott, davvero, non mi importa» ripeté stancamente «L’unica cosa di cui mi importa stasera è il cibo che mi devi portare. Cinese, ed entro le sette e mezzo»
Quello gli sorrise, allegro e si buttò.
Stiles si affacciò alla finestra e lo vide tirarsi in piedi e pulirsi i pantaloni enormi. Da quanto era che entrava ed usciva da casa sua in quella maniera? Troppo tempo. Aveva iniziato esattamente quando aveva iniziato teatro: la prima volta che lo fece a Stiles vennero tre infarti di fila. Lui si scusò parlandogli di questa specie di insegnante che li faceva preparare lo spettacolo di teatro quest’anno e che li aveva fatti allenare nella forma fisica. Stiles odiava non sentirlo mai arrivare ed anche se non avevano così tanti segreti gli sarebbe piaciuta comunque un po’ di privacy. Usava la piccola scala per salire sul tetto basso della cucina e poi da lì si arrampicava fino alla finestra. Per uscire invece saltava e basta e, dopo vari tentativi, qualche culata dolorosae delle storte al piede, gli riusciva anche bene.
            «E comunque» urlò Stiles, per farsi sentire dall’altro che si allontanava quasi saltellando «quella tuta ti sta malissimo!»


La serata di Stiles passò esattamente come tutte le altre serate, con decisamente troppe finestre aperte sul computer e troppe cose da fare e da vedere, interrotta solo dall’arrivo del cibo cinese con uno Scott trafelato ed in ritardo. Dopo una delle cene meno soddisfacenti della sua vita, Stiles prese in mano il libro di chimica ed un foglio stropicciato: scrisse velocemente le prime due formule che si ricordava della parte B e rimise tutto a posto. Avrebbe copiato da Scott la parte A, domani.
Verso le 23 si accorse di non aver ancora scelto il nome per il suo fake. Si guardò intorno per cercando inspirazione ma l’unica cosa che trovò degna di un po’ di originalità fu la scatola del cinese. Poi, come succede con cose come il primo bacio o la prima volta, tutto venne da sé.
Scrisse “Sean Jr Keller*” nelle caselle opportune e, wow, come gli piaceva quel nome. Era, praticamente, uno dei primi nomi a cui aveva pensato e poi scartato subito dopo, ma ora suonava bene.
Iniziò a compilare tutti i campi e si divertì parecchio a mettere i “mi piace” a tutti i telefilm che aveva guardato e che aveva in programma di guardare.
Nella bio scrisse “Quando non guardo telefilm, rebloggo cose o sono al computer, mi vesto di nero e sconfiggo il crimine. Capite perché siamo fottuti ora?” ed iniziò a postare immagini del suo porta volto, Robert Dowey Jr nei panni di Iron Man.
Quando ebbe finito il profilo era abbastanza soddisfatto, soprattutto della sua immagine di copertina di un gatto che sbatteva contro una scatola di cartone, gli venne in mente una cosa. Cliccò sulle informazioni del contatto e mise “modifica”: alla frase di Facebook “Mi piacciono” cliccò prima sulla risposta “donne”, poi su quella “uomini”, lasciandole entrambe; dopodiché salvò e sperò vivamente che Scott non scoprisse questo suo nuovo account.

 

 

*Sean Jr Keller è (era) un fake di una mia amica, la quale mi ha prestato il nome bc sono un fail con i nomi – comunque sia, il profilo ora è disattivato.

 

 

 

 

 

 

Note della visionaria:

Sapete una cosa? Me la sto facendo sotto. E’ una storia alla quale tengo e pubblicarla mi rende particolarmente ansiosa. Spero di non combinare danni e che vi piaccia. E' basata sul concetto di demenzialità e comicità, non sto cercado di essere in alcun modo seria. Spero riusciate a capirmi.
Trovo brutto pregare per recensioni, ma mi servirebbe seriamente un feedback da questa storia, poiché è un vero e proprio esperimento: come vedrete poi è abbastanza demenziale ed i personaggi sono stra-caricati. L’ho scritta solamente per divertirmi, spero vi divertiate anche voi leggendola. 
Quindi: se dopo aver letto questo prologo avete delle curiosità/opinioni/offese ecc., non esitate a scrivermi una recensione od un messaggio privato.
Come avrete capito è una AU, dove Peter insegna teatro alla Beacon Hills e nessuno è licantropo se non nello spettacolo che prepareranno.
Questa storia non sarà soltanto una Stiles/Derek: ci saranno anche altre coppie ed amori non ricambiati (chi ne ha mai abbastanza, di quelli?). Ah, e sappiate che ci saranno parecchi riferimenti ad altri telefilm e libri perché, dai, Stiles è un nerdaccio fanboy e devo mostrare questa parte di lui (anche se, alla fine, tutti fanno riferimenti a tutto). 
Un capitolo a settima, ho pronti i primi quattro. Al prossimo venerdì!
   
 
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