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Autore: GettAmourZe    28/10/2016    4 recensioni
Un nuovo viaggio aspetta Ash Ketchum e Pikachu, stavolta in un'avventura intrapresa per riscoprire chi sono e i loro obbiettivi!
Nella regione di Forsia intraprenderanno un viaggio per definire loro stessi. Vagando in un labirinto di dubbi e crescita, dovranno trovare la via per un futuro molto diverso da quello per cui avevano iniziato a viaggiare.
Combatteranno per realizzare il loro sogni e ristabilire l'equilibrio tra luce e oscurità, accompagnati da nuove e vecchie conoscenze... tra cui qualcuno molto speciale.
Amourshipping (AshxSerena)
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Pikachu, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Anime
Capitoli:
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Nota d'autori:

Ciao a tutti! Siamo finalmente tornati con un lungo capitolo e tantissimi sketch! In futuro, alcuni sembreranno di qualità un po' bassa, ma ciò sarà necessario poiché applicheremo Nightshade e Glaze. Poiché molti social stanno usando senza consenso le opere altrui per l'AI (intelligenza artificiale) dobbiamo prenderci cura della nostra arte!

Ma speriamo che i disegni e il capitolo vi piacciano!





Se Serena aveva pensato precedentemente che una parte di viaggio le avrebbe fatto scalpitare il cuoricino, adesso poteva dire con certezza che in paragone alla tachicardia che stava provando quello era come un singhiozzo.

 

 

Era stato Ash a innescare tutto. Avendo passato così tanto tempo a casa, abituato a dormire quanto volesse, svegliarsi presto con regolarità non era più molto semplice, quindi non aveva retto a lungo dopo la partenza.

Notando il viso addormentato di Ash e il suo leggero respiro Serena decise di intrattenersi per conto suo e lasciarlo riposare.

Sapevano che il volo sarebbe durato molto, quanto quello per portarli a Kalos, e durante tutto il viaggio il ragazzo non aveva dato cenno di svegliarsi.

Serena, nell'ultimo periodo leggermente più abituata ai jetlag, era riuscita ad abituarsi grazie ad un pisolino qua e là.

Siccome sarebbero atterrati proprio nei pressi di Borgo Buongusto, un paesino noto per le sue locande e trattorie, a Serena pareva scontato che vi avrebbero fatto una sosta e trascorso la nottata. Figuriamoci se Ash avrebbe perso l'opportunità di farsi una scorpacciata post volo.

In cuor suo Serena provava una certa emozione a quell'ignoto che li attendeva nel loro viaggio. Un tempo la cosa l'avrebbe tormentata, così come per lungo tempo era successo a Kalos, ma ora si sentiva quasi sollevata di potersi prendere del tempo per rivalutare il suo percorso.

Dover affrontare così tante incertezze non sembrava tanto spaventoso se a farlo c'era anche Ash.

Sistemando a posto il catalogo che aveva appena finito di sfogliare, Serena fece giusto a tempo a rimettersi comoda, che un peso si appoggiò sulla sua spalla.

"Chaa" sentì un mugolio.

"Aw, che adorabile!" Seguirono poi le voci di alcuni passeggeri, inteneriti probabilmente dal Pokémon.

Pensando fosse Pikachu, la ragazza alzò la mano per accarezzargli la guancia, come faceva solitamente.

Tuttavia non fu il pelo morbido del Pokémon a toccare. Sentendo subito la differenza di texture, Serena voltò poco lo sguardo, trovando invece la testa di Ash.

Si bloccò per un lungo istante, sotto gli occhi dei passeggeri attorno, colti a guardare la giovane, apparentemente intenta ad accarezzare la guancia del ragazzo.

Finalmente cogliendo l'imbarazzo della situazione, tutti si voltarono, meno Pikachu, il quale si stiracchiò appena con sorriso colpevole.

"Ti stai vendicando per averti abbandonato come cuscino l'altra notte?" Bisbigliò lei, ancora rossa per l'imbarazzo.

"Pi!" Mostrò un ghigno il topino. Non era esattamente sua intenzione, ma si sarebbe preso i meriti lo stesso.

La biondina ovviamente non ebbe il coraggio di muoversi. Non voleva svegliarlo, non quando stava riposando così serenamente. Anche lui non l'aveva fatto quando la situazione era capitata al contrario...

Tuttavia fu proprio quello a far crescere un'aria pensierosa sul suo viso.

Era la seconda volta in pochi giorni che succedeva una cosa simile e, per quanto non le dispiacesse stargli vicina, temeva che dopo un po' la situazione sarebbe potuta diventare imbarazzante per entrambi.

Tra i suoi sogni, obiettivi, c'era anche di essere ricambiata da Ash, ma sapeva che c'erano dei limiti oltre i quali non poteva e non voleva spingersi.

Aveva già reso noti i suoi sentimenti, e l'atmosfera tra loro era certamente cambiata, pullulante di segnali ambigui da parte di lui, ma positiva o negativa non avrebbe forzato una risposta dall'amico, specie se non si sentiva pronto o non sapeva lui stesso cosa dire.

Un lato di lei avrebbe preferito che quello almeno lo rendesse noto. Se ne avesse avuto bisogno, gli avrebbe dato tutto il tempo che gli serviva. Ma era già giunta a quella conclusione dal momento della loro riunione.

Se non aveva detto nulla era implicito che aveva delle buone ragioni, dopotutto non era mai stato il tipo di persona da ignorare ciò che provavano gli altri.

Questo genere di situazione poteva però anche fare l'effetto opposto di avvicinarli.

Improvvisamente una risatina flebile la distrasse dai suoi pensieri.

Era una signora abbastanza in sù con l'età, seduta oltre il corridoietto che separava il loro gruppo di sedili dalla fila successiva.

L'anziana donna si girò a guardarli e con sguardo dolce parlò "Scusami, è che mi ricordate molto me un mio amico tanti anni fa. Ci succedevano spesso queste situazioni"

"A noi no, tranne di recente..." rispose Serena con un sorrisino lieve non potendo girarsi troppo per guardare bene la signora, vista la testa che posava sulla sua.

Per qualche secondo nessuna delle due parlò, ma dall'espressione di Serena era ovvio che fremeva a chiedere qualcosa.

Fu talmente ovvio che non servì nemmeno domandare.

"Se ti chiedi se io e lui siamo ancora amici puoi direttamente sentirlo da lui appena si sveglia."

Incuriosita, la ragazza provò ad osservare meglio e vide un anziano signore appoggiato addosso alla donna, le loro mani giunte. Quando comprese ciò che intendeva la signora il suo viso arrossì di nuovo, ma allo stesso tempo non poté che sorridere di fronte ad una scena così dolce.

"Glielo hai detto?" Domandò l'anziana.

Colta alla sprovvista, Serena balbettò "S-Sì, diciamo di sì..."

Non riusciva però a non imbarazzarsi dall'essere così ovvia che anche un estraneo riuscisse a leggere i suoi sentimenti, per quanta esperienza potesse avere in quel genere di cose.

"Ti è parso disturbato?"

Serena ci pensò su. Lo sguardo del ragazzo quando la vide allontanarsi su quelle scale mobili sembrava quasi illuminato. Quasi come se fosse stato colpito da una luce e gli avesse aperto un mondo oltre i confini di cui prima non poteva immaginare l'esistenza o che aveva provato ad ignorare. "No. Sorpreso, ma non disturbato."

"Allora non devi preoccuparti. Se non lo ha disturbato allora non lo farà la vostra vicinanza adesso. Qualunque sia il nome del vostro rapporto, potete godervi tranquillamente la presenza l'uno dell'altra."

La felicità di Ash e la sua insistenza nel volerla al suo fianco in questo viaggio ancora ritornò alla mente della ragazza. Dopo essersi ritrovati, l'ultima cosa a cui voleva pensare era la loro prossima separazione. Ed era abbastanza sicura che pure l'amico condividesse tale pensiero.

"Comunicate, e se la cosa non da fastidio a nessuno dei due accada quel che accada"

Serena annuì in segno di ringraziamento. Probabilmente aveva ragione, preoccuparsi così ora come ora non aveva senso. Lei e Ash avevano un'amicizia abbastanza forte da non poter essere rotta così facilmente.

Con il cuore sempre meno scalpitante e ritrovata una certa serenità, la ragazza cominciò a sentire le palpebre pesanti.

Effettivamente, un'altra dormita fino all'arrivo non sembrava una cattiva idea.

 

...

 

Dormirono per parecchie ore.

Il mormorio dei passeggeri si intensificò dopo il consiglio di una delle hostess di osservare il paesaggio dai finestrini. La voce all'altoparlante aveva fatto svegliare simultaneamente i due allenatori che rimasero troppo confusi per accorgersi di come avevano riposato.

"Uh... non male questi posti, sono comodi!" disse lui stiracchiandosi appena.

"Già..." mormorò Serena.

La loro attenzione era rivolta del tutto altrove.

I loro occhi furono catturati dal paesaggio fuori dal finestrino. La bella costa si avvicinava sempre di più e l'emozione di essere finalmente arrivati salì stelle, svegliando le loro menti fino a poco prima ancora assonnate.

"Attenzione, siamo appena entrati nel territorio di Forsia. Dai finestrini alla vostra sinistra potete vedere la costa meridionale della regione. A breve atterreremo all'aereoporto di Borgo Buongusto e il viaggiò terminerà. Vi preghiamo quindi di riallacciare le cinture e di aspettare cortesemente che l'aereo si sia stabilito completamente a terra! Grazie di aver scelto di viaggiare con Air Dragonite, vi auguriamo un buon atterraggio!"

"Beh, ci siamo! Pronta?" domandò Ash all'amica sistemandosi nel suo sedile e agganciando la cintura, per poi aiutare Pikachu con la sua.

"Pronta!" Replicò la kalosiana "Ho visto un opuscolo sul paese dove arriveremo mentre dormivi e ho pensato che potremmo fermarci e visitarlo un po'. Avremo modo di fare rifornimento per il viaggio fino al professore, vedere nuovi Pokémon e pranz-"

Non fece neanche in tempo a finire che gli occhi del ragazzo iniziarono a brillare e si sentì un borbottio provenire dalla sua pancia. Ash si grattò il capo con imbarazzo, sotto le risatine di Serena e Pikachu, consapevoli di avere già una risposta alla proposta.

Di nuovo si sentirono dei forti rombi, ma stavolta non fu difficile riconoscerli. L'aereo iniziò ad inclinarsi e un piccolo sobbalzo segnò il contatto con la pista. Il velivolo iniziò a rallentare e si sentirono degli applausi da parte di alcuni passeggeri, usanza di alcuni paesi per ringraziare e complimentarsi con il pilota per il viaggio completato con sicurezza.

"Signore e signori, benvenuti all'aeroporto di Borgo Buongusto, nella regione di Forsia" rispose la voce del pilota "Vi ringraziamo ancora per aver viaggiato con noi."

Appena l'aereo fu fermo, Ash non perse tempo a slacciarsi la cintura e alzarsi. Afferrò il suo zaino e mettendolo in spalla corse verso l'uscita.

"Aspetta Ash!" lo chiamò Serena, alzandosi in fretta per prendere il proprio bagaglio a mano e raggiungerlo.

"Finalmente! Forsia, Ash Ketchum è arrivato!!!" urlò senza contegno il ragazzo, correndo verso il portellone aperto.

"PI Pika!!" lo imitò Pikachu.

"Aspetta Ash!" la voce allarmata di Serena non gli arrivò in tempo alle orecchie.

L'allenatore, troppo distratto ed euforico per sentire il richiamo, era già con un piede fuori dall'aereo. Non aveva pensato minimamente all'altezza del velivolo e ad assicurarsi che le scale mobili fossero posizionate.

Bastò sentire il minimo accenno di gravità per fargli aprire gli occhi nel panico. Provò a controbilanciare, tirandosi all'indietro, ma servì solo a farlo barcollare per qualche secondo di più. Il suo corpo era destinato alla caduta.

"AHHHH!!!!" urlò lui, sentendosi preso improvvisamente per il busto e trattenuto.

Non osò girarsi, per evitare di peggiorare la sua situazione, ma dal fiocco blu sul polso stretto attorno alla sua vita, sapeva che era stata Serena ad averlo fermato.
La forza della ragazza però non sarebbe mai stata sufficiente e uno squittio di agitazione cercò di richiamare l'attenzione di chiunque fosse nelle vicinanze.

"Qualcuno ci aiuti! Non lo reggo più!!"

Le hostess, ancora allibite di fronte alla scena tragicomica, vennero scosse dal gemito e finalmente rinvenute corsero a dare assistenza.

Persino il pilota balzò fuori dalla sala controllo e si apprestò ad aiutare. Tra i passeggeri a bordo e i lavoratori a terra c'era chi guardava la scena divertito, in particolare una certa signora ancora tra i sedili, e chi invece osservava perplesso.

Come poteva essere davvero la realtà? Doveva per forza trattarsi di un film...

 

 

Se lo sarebbe dovuto aspettare, ne avevano fatte di cose folli nel loro viaggio a Kalos e Ash non era esattamente una persona tranquilla.

Una volta al sicuro sull'aereo, la sgridata del pilota e delle hostess però fu più che aspettata. Solo grazie a Serena e alla sua diplomazia che riuscirono ad evitare si prolungasse oltre qualche minuto. La questione si chiuse con un inchino di scuse e per fortuna l'incidente non fu approfondito oltre.

"Credo di essermi lasciato trasportare un pochino eheheh..." ridacchiò Ash sdrammatizzando, mentre attendevano il posizionamento delle scale. Nel suo tono di voce era evidente il dispiacere e imbarazzo, quindi Serena non se la sentì di rimproverarlo ulteriormente.

"Ash, volare su un aereo non significa che dobbiamo anche saltarci giù." gli offrì un sorriso esausto.

Il ragazzo ridacchiò ancora, ma non rispose alla battuta. Non aveva tante scuse, per quanto divertente a posteriori, l'infarto se l'erano preso.

In fretta e furia fu posizionata la scala, in modo da far scendere subito la bomba ad orologeria che gli spettatori dell'aeroporto avevano visto piombare fuori dall'uscita precedentemente.

A quel punto non ci furono ostacoli ad impedire all'entusiasmo del ragazzo di scalpitare "Andiamo Serena!" la incoraggiò lui, mostrando in maniera molto comica ma eloquente come posava il piede sugli scalini, vestendo un sorriso mattacchione.

La risposta della ragazza fu un semplice sospiro divertito e rassegnato.

Appena furono con i piedi per terra i loro nasi vennero travolti da un intenso profumo di aromi, chiaramente riconoscibile come quello di cibo. Era proprio la regione giusta per loro, cosa che Serena non poté che osservare "Diventerà la tua regione preferita!"

"Già!"

 

...

 

Se era Serena quella che in genere guidava Ash tra i negozi, stavolta si poteva dire che fosse lui a trascinarla in giro. Con i manicaretti che lo circondavano, placarlo sarebbe stata un'impresa.

Una che l'amica provò comunque ad affrontare "ASH!!!" Alzò un po' la voce. Le sue gambe non reggevano più.

Il ragazzo puntò i talloni nel suolo e si bloccò di colpo, gesto che permise a Serena di tirare un sospiro di sollievo "Sì?" Rispose sorridendo, come se nulla fosse.

Pikachu pure sembrava malamente pentito delle sue scelte, rimpiangendo di non aver scelto la spalla di Ash per quella che alla fine non si era rivelata una semplice passeggiata "Piiiiii...."

"Uh... forse potremmo rallentare il passo?" Il corvino si grattò il capo colpevole, senza però sembrare davvero pentito.

Era solo emozionato, anche se li stava trascinando dove nemmeno lui sapeva.

"Ci conviene, siamo appena arrivati e sono già stremata!"

"Pi pikachu!" Il topino aderì, arrampicandosi sulla schiena della ragazza e appoggiandosi alla sua spalla. La sua zampa si alzò poi verso il proprio allenatore in segno di protesta.

"E pure Pikachu" sorrise lei dandogli una carezza "Stiamo praticamente girando a vuoto! Perché non ci organizziamo meglio? Andiamo al centro Pokémon e prendiamo una stanza per la notte, lasciamo la nostra roba e poi facciamo una passeggiata. Senza fretta! E ci fermiamo anche a mangiare qualcosa."

Sotto sotto, Ash era davvero grato che l'amica fosse così propensa all'organizzazione, al contrario di lui. In posti con forte affluenza di turismo era meglio sbrigarsi a prenotare posti letto. Inoltre, il viaggio era stato lungo e il cibo sull'aereo poco gustoso, farsi una mangiata come si deve sarebbe stato meglio che girare a caso senza decidere cosa mettere sotto i denti. "Ci sto!"

L'insistenza della performer portò i suoi frutti e si rivelò tempestivamente corretta. Erano stati tremendamente fortunati visto il tempo che avevano perso, ma una stanza al Centro Pokémon erano riusciti a trovarla.

Una modesta camera, dotata di un paio di letti singoli. Per due persone lo spazio ridotto non era un grande problema, quindi sarebbe andata più che bene per la nottata.
Una volta sistemate le loro cose, non restava altro che decidere dove pranzare. "Sei pronta?"

"Hm!" Serena annuì, tirando fuori il suo tablet e cercando quali posti fossero più convenienti "Cosa vorresti mangiare?" Gli chiese per controllare se ci fosse qualche posto con buon cibo ma servito velocemente e, soprattutto, economico. Aveva aggiornato il tablet non appena arrivata grazie a dei codici trovati in camera per sbloccare delle guide per turisti.

Non era la migliore delle fonti per degli allenatori in costante viaggio, ma per qualcosa di più specifico si sarebbero informati in una grande città.

Ash portò una mano sotto il mento e pensò. Poteva ingoiare di tutto e in grandi quantità, ma immaginava che la prima degustazione dovesse essere speciale, soprattutto se in compagnia "Ehm.. che c'è di tipico di questa regione?"

Serena osservò la lista sotto mano e rimase sorpresa dalla quantità inimmaginabile di ricette e posti specializzati.

C'erano pizzerie, panetterie, gelaterie, pasticcerie, trattorie, rosticcerie, stand di street food...

"C'è fin troppa scelta... così tanta e senza che la mappa di Forsia che ho sia dettagliata. Se chiedessimo all'infermiera Joy?" puntò verso la donna al balcone, impegnata a riempire alcuni documenti. Chi meglio poteva dare consiglio di una residente?

"Ottima idea!" annuì Ash per poi avvicinarsi insieme alla ragazza.

Appena vicini abbastanza, la dottoressa subito rivolse verso di loro la sua attenzione "Buongiorno, cosa posso fare per voi?"

"Non è che saprebbe consigliarci un buon posto in cui mangiare? Qualcosa tipico del luogo magari."

Joy pensò un attimo e poi rispose "Siete più una coppia da ristoranti formali o grandi abbuffate?"

Se Serena si bloccò all'improvviso nel sentire come li aveva definiti, Ash non sembrò accorgersene nemmeno "A me basta mangiare! Le grandi abbuffate fanno di più per me, anche se ovviamente mi interesserebbe assaggiare qualcosa di molto gustoso"

"Pi Pika!" aderì Pikachu con entusiasmo sulla spalla di Ash.

"Allora perché non andate alla locanda DaSpinda? Si trova proprio in fondo a questa via! E' specializzata in varie ricette di pasta e ha tutti i tipi che potete trovare nella nostra regione!"

Lo stomaco di Ash non tardò a brontolare. Il ragazzo massaggiò il retro del capo con imbarazzo, mentre in sottofondo Serena e l'infermiera ridacchiarono.

Uscirono in fretta dopo aver ringraziato Joy e si diressero verso la locanda. Il piano di esplorare il borgo passò in secondo piano con la fame che era aumentata così tanto.

Se c'era una realtà uguale in ogni parte del mondo, era che il cibo sugli aerei in economy era pessimo.

Al loro arrivo si trovarono davanti più una locanda che un ristorante. Aveva un aspetto molto più rustico e il loro sollievo aumentò leggendo il menù all'esterno. I prezzi erano molto più contenuti di quanto si aspettassero.

La cameriera che li accolse all'interno li guidò sul retro, in modo da poter mangiare nei posti all'aperto, con una vista sul lago da lasciare di stucco.

Il tavolo sembrava un classico da picnic, di legno con tovaglia a quadretti. Sopra era posto un vasetto con dei grissini, dei quali Ash ne prese uno e lo porse a Pikachu. Il topino di buon grado lo afferrò e iniziò a sgranocchiare.

"Chaaa!" mormorò Pikachu scodinzolando.

"Benvenuti DaSpinda!" Un'altra voce li salutò, ben diversa da quella della cameriera che li aveva accompagnati. "Sono Mario e oggi sarò io a servirvi! Posso portarvi qualcosa da bere nel mentre?"

Ora era un uomo ad attendere istruzioni a fianco del loro tavolo. Sulla quarantina, alto e dai baffetti lunghi ma ben sistemati.

"Uh, io penso che prenderò una tisana alla baccapesca" rispose Ash, per poi lanciare un'occhiata a Serena, ricevendo un cenno di consenso "E una alla baccaliegia"

Ormai conosceva bene i gusti dell'amica, dopo aver viaggiato insieme per più di un anno i pattern erano ben evidenti.

"Perfetto! E per il cibo vorreste del tempo per consultare i menù o volete qualche consiglio adatto a due picciotti?

"Picciotti?" Pensò Ash confuso, piegando appena la testa.

Serena al contrario aveva capito subito il significato e non per le sue grandissime abilità in forsiano, per quanto di radice simile alla lingua nativa della sua regione.

Da bambina adorava vedere un certo film, con protagonisti un Eevee e un Herdier. Era un classico proprio per una scena romantica dove mangiavano spaghetti e venivano chiamati così dagli chef.

Voleva dire piccioncini.

Senza dare troppo spettacolo, cercò nelle sue parole di far intendere quale fosse la realtà "Siamo allenatori in viaggio ed è la prima volta che veniamo a Forsia, quindi ci farebbe piacere un consiglio."

Lo stomaco di Ash improvvisate brontolò, totalmente d'accordo. Il ragazzo ridacchiò con lieve imbarazzo.

"Ma certo! Ho capito! A voi due serve lo speciale della casa, secondo la tradizione!"

"E... cosa sarebbe?" Domandò Ash.

Il cameriere sorrise con orgoglio "Un semplice piatto di spaghetti al sugo, ma con ingredienti di prima qualità!"

"Oh, tipo gli spaghetti con polpette?"

"Quello non è esattamente un vero piatto forsiano, è un'abitudine nata ad Unima dopo la grande immigrazione. La vera ricetta tradizionale prevede pasta all'uovo fresca e polpettine piccolissime.*" Spiegò l'uomo, quasi fosse una lezione di cucina.

I due ragazzi si scambiarono un sorriso e annuirono "Allora prenderemo due di quello"

"Ah, ma il piatto speciale è offerto in versione maxi. Mangiate per tre persone in un solo piatto da dividere! È molto più conveniente"

Serena fu sul punto di accettare, dopotutto lo stomaco di Ash lo conosceva bene e ne avrebbe beneficiato lui e il loro portafogli.

Ricordava bene però un'altra scena sempre dello stesso film. Stesse condizioni, con risultato un bacio inaspettato.

Pensò bene però alle parole sentite proprio quella mattina. Era davvero il caso di agitarsi per un'eventualità così poco realistica? Perché agitarsi per delle paranoie che avrebbero solo reso meno naturale il suo rapporto con Ash?

Incrociando lo sguardo del ragazzo, sentì un'ondata di coraggio "Quello andrà bene"

Il sorriso di Mario le diede l'impressione, per un istante, di aver commesso un grave errore, ma cercò di ignorare la cosa.

"Luigi!? Uno speciale per i due picciotti qui! E mi raccomando, sono ancora in fase di cottura! Dobbiamo alzare la fiamma!" Gridò lui.

"Afferrato il concetto! Ci penso io!!" una voce rispose dalla cucina.

Passarono solo dieci minuti e il loro piatto arrivò. Dire che le dimensioni erano esagerate persino per un piatto da condividere non sarebbe stato così sbagliato.

Metabolismo di Ash tenuto in considerazione, li avrebbe saziati più del dovuto.

"Buon appetito carissimi miei!" Mario augurò, fuggendo poi rapido nella cucina.

Il borbottio tra lui e il collega passarono inosservati, mentre entrambi i ragazzi osservavano il loro pranzo, indecisi su come cominciare.

Il profumo era inebriante e potente, capace di far esplodere la salivazione anche del più disidratato degli individui.

"Amo questa regione." Si limitò a dire Ash in totale stupore. Prese il piattino lasciato dal cameriere per Pikachu e trasferì una bella porzione su esso.

Lo porse poi al Pokémon, il quale squittì emozionato.

Serena si limitò per qualche istante ad osservare l'amico mentre cercava di arrotolare quanta più pasta possibile attorno alla sua forchetta. E quando finalmente riuscì ad azzannare... le parve di vedere i suoi occhi lucidi e brillanti.

Con il sorriso di qualcuno appena graziato da un coro di angeli, Ash la guardò entusiasta "Assaggiali! È pazzesco quanto siano buoni!!"

"Da come lo dici devono esserlo per forza!" Commentò lei ridacchiando.

Serena prese la forchetta e con molta più moderazione prese una piccola quantità. La portò poi alla bocca e anche lei ebbe una piacevole sorpresa per il sapore.

Ash le sorrise, immaginando quello che pensava "Te l'avevo detto!"

Gli ingredienti dovevano essere dei più freschi, combinati in un'armonia semplice ma perfetta.

Serena annuì contenta e i tre finalmente si godettero il loro pranzo.

Quando ormai erano alle ultime forchettate, Serena sospirò soddisfatta. "Devo imparare a cucinare così, altrimenti finiremo per spendere una fortuna a forza di mangiare in posti così buoni"

"Per quanto non mi dispiacerebbe provare sempre cose così buone, penso che la tua cucina sia già buonissima come è' rispose ul ragazzo in completa onestà. "Anzi, se tu imparassi queste ricette penso che le faresti anche meglio"

"Non sono mica una chef!" Ridacchiò lei non credendo alle adulazioni.

"Non servirebbe. Anche se mia mamma gestisce una locanda, non penso sia per quello che la sua cucina sia una di quelle che preferisco." Giocherellò lui con la forchetta "Succedeva anche con il mio amico Brock e con Lem, ma con te e mamma è diverso..."

Faticò a trovare le parole, ma il sentimento che provava a mangiare quello che loro due gli preparavano era totalmente diverso da ogni altro "Non sono bravo ai fornelli e ne so poco di queste cose ma a volte se mi capita di guardare mamma o te ai fornelli si capisce. Sono sicuro che anche i cuochi qui e in altri posti amano fare quello che fanno e probabilmente tanti mettono passione in ogni piatto che fanno. Ma lo fanno per tutti ogni giorno, mentre voi ci mettete...-"

"Affetto?" Provo Serena per lui, arrossendo appena.

Sì, certamente mettevano tutto il loro affetto in ogni piatto, perché sia Delia che Serena tenevano a mettere tutto ciò che provavano per Ash in ogni piatto che preparavano per lui.

Non pensava che Ash lo avrebbe riconosciuto, ma forse aveva sottovalutato quanto emotivamente intelligente fosse il ragazzo.

"Sì..."

Si sentiva amato quando mangiava quei piatti, anche se non riusciva bene a dare parole a quella sensazione o a dare un nome all'ingrediente segreto.

"Hm, vuol dire che quando provi i miei pokébigné non sei mai totalmente imparziale sul loro giudizio?" Sorrise scherzosa Serena.

Subito Ash agitò le mani, colto di sorpresa "C-Certo che sono imparziale! O almeno ci provo se mi chiedi di esserlo..."

Serena gli lanciò un occhiolino. Sapeva che poteva contare su di lui in ogni occasione.

Decidendo di non lasciare che gli ultimi bocconi di pasta si rafreddassero oltre, i due diedero una forchettata ciascuno e succhiarono i lunghi fili.

Sembravano non finire più...

La kalosiana era sul punto di mordere e limitare il boccone quando la sua testa era stata invitata a girarsi dalla direzione del filo.

Fece giusto in tempo, ma non impedì l'inevitabile.

Il ragazzo nemmeno ci aveva pensato su; la sottospecie di spaghetto non finiva più e d'istinto non aveva fatto altro che continuare a seguirlo, troppo impegnato a godersi il sapore di quella pietanza che presto sarebbe finita.

Poi lo spaghetto sembrò alzarsi nell'aria e aprì gli occhi quando ormai la sua bocca sfiorava quella di Serena.

Non si poteva dire che le loro labbra si stessero davvero premendo l'una contro l'altra anzi, visto il minimo spazio ancora presente tra loro, abbastanza da sentire i loro fiati abbracciarsi, era più come una carezza leggera.

I due rimasero fermi in quella posizione per qualche secondo, sentendo un senso di dejavu talmente di punto in bianco da mandarli in catalessi.

Sembrava esserci un silenzio tombale che li circondava, con gli sguardi degli altri clienti e dei lavori su di loro.

Persino Pikachu fissava totalmente scioccato e leggermente rosso in viso di fronte alla scena.

Inaspettata, ma decisamente apprezzata.

Tuttavia, il calore che i due provarono una volta giunti alla realizzazione non fu per nulla gradevole come la prima volta che si erano baciati.

Quel fuoco dentro era più violento, sconvolgente, di quelli che ti scottano e ti fanno venir voglia di tirarti indietro.

Si staccarono di colpo.

Ash con impeto tale da ribaltarsi all'indietro con la sedia, mentre Serena invece abbassò la testa e portò le mani a coprirsi appena le guance.

Il silenzio fu rotto da una cameriera che corse ad aiutare Ash a rialzarsi e dalle risatine soffocate di Pikachu.

"Che hai da ridere te!?" gli si rivolse Ash con una faccia tra l'imbarazzato e l'irritato.

Pikachu sobbalzò appena dal tono usato dal suo allenatore. Avrebbe riso di più se la situazione fosse stata un semplice incidente comico.

Eppure quando incrociò lo sguardo del ragazzo notò una certa urgenza che lo fece ammutolire.

Ash stava sì arrossendo, ma sembrava anche estremamente mortificato.

Non si aspettava sarebbe successo di nuovo, tantomeno così presto.E stavolta non c'era una scala mobile che li allontanava o un'atmosfera romantica e di nostalgia. Non c'era la perfetta scusa che gli permettesse di temporeggiare.

Come se non bastasse il violino di una casa vicina stava suonando...

"Ehm... il conto per favore!!" chiese Ash con fretta alla cameriera. "E-... mi serve sapere dov'è il bagno."

Prima ancora che la donna potesse rispondere, il ragazzo seguì il dito che indicava il bagno e corse via, frettoloso di isolarsi all'interno prima che qualche altro cliente decidesse di anticiparlo.

Chiuse la porta dietro di sé, aprì il rubinetto del lavandino e cacciò la faccia sotto il getto d'acqua.

Lasciò passare qualche secondo, per poi alzare il capo e guardarsi allo specchio.

Aveva ancora le gote leggermente arrossate, ma grazie ai respiri profondi che stava facendo il suo cuore aveva cominciato a battere di nuovo con regolarità.

"Riprenditi, Ash! E' stato solo un incidente, non cambierà tutto... no?"

Non avrebbe creato disagio, obbligandolo a parlare di un argomento per il quale non si sentiva pronto a parlare...

...Perché pessimo in quelle cose.

Continuò a scrutare la sua immagine, ma tutto ciò che ricevette in cambio fu il suo stesso mugugno e faccia sconsolata.

Non sarebbe dovuto succedere, non quando aveva ancora così tanti interrogativi nella sua testa.

Sapeva che di quella questione ne avrebbero dovuto parlare, perché era impossibile da ignorare. Quel bacio a Kalos, quel messaggio che la compagna di viaggio aveva voluto confessargli, non erano qualcosa che doveva succedere per essere semplicemente dimenticato.

Teneva troppo al loro legame, così come era sicuro lo facesse Serena, per poter essere stato solo un momento fine a se stesso.

Ma non pensava che sarebbe giunto così presto il monito.

Serena voleva una risposta? Non gli aveva chiesto nulla, anche se non era certo il tipo di persona da pretenderla in quel modo.

E se la stava aspettando quale tipo di risposta poteva darle?

Non riusciva ad immaginare a cosa avrebbe determinato.

Sapeva che una ragazza come Serena meritava il meglio e sapeva che voleva lo avesse. Ma in che modo avrebbe potuto darglielo? Era giusto farlo se non era sicuro di quale natura avessero i suoi sentimenti?

Sarebbe stato semplice affrontarla come una lotta Pokémon, buttarsi e tentare, ma persino lui sapeva che in gioco c'era molto più di una medaglia o l'orgoglio. Il rapporto che si ha con qualcuno di caro vale infinitamente di più. E aveva una paura enorme di rovinare tutto.

Non voleva commettere quegli errori che per tanto tempo aveva recriminato a suo padre... l'ultima persona che avrebbe voluto ferire in quel modo era Serena.

Motivo per cui bruciava ancora di più...

Che quel bacio gli fosse piaciuto molto.

E che avrebbe volentieri voluto succedesse ancora.

 

...

 

All'esterno il tempo non si era fermato.

Ci aveva pensato Pikachu a finire il piatto di spaghetti, sebbene con poco gusto.

Non riusciva a togliersi dalla testa l'espressione di Ash.

Avrebbe scommesso che un altro bacio l'avrebbe gradito, ma forse aveva sottovalutato la complessità della situazione. O almeno, quanto apparisse tale seppur in realtà molto semplice.

Ash ricambiava Serena? Di cuore, avrebbe risposto di sì, ma se cercava di schivare l'argomento nonostante i loro palesi momenti di tensione romantica, voleva dire che aveva delle preoccupazioni valide.

Rivolgendo la sua attenzione a Serena, notò la pesantezza nel suo sospiro.

Dopo aver pagato in fretta anche la parte di Ash, si allontanò dal loro posto a sedere e si mise a passeggiare in riva al lago.

Il topino le andò dietro e le saltò sulla spalla, dandole delle leggere pacche di conforto sulla testa.

Prima che Serena potesse dire qualcosa, sentì il suo poké tablet squillare all'improvviso e ringraziò il cielo che qualcuno la stava cercando di contattare, l'avrebbe distratta da quella situazione.

Appena aprì lo schermo si ritrovò sorprendentemente le facce sorridenti di Clem e Shana assieme.

"Serena! Che bello vederti!" Esclamò Shana con un sorrisone. Era da un pezzo che non si sentivano, solo una volta l'aveva chiamata da Hoenn e da allora non erano mai riuscite a incontrarsi, anche se era rimasta a Kalos per qualche settimana prima di visitare Ash.

Ma forse, era proprio perché aveva cercato di non sentirla, che non si era combinato nulla.

L'ultima cosa che voleva era che Shana si dispiacesse per lei per come era finita la sua avventura ad Hoenn.

Non per quello però non le era mancata.

"Shana! Clem! Che bello rivedervi! Che ci fate assieme?"

"A Luminopoli hanno organizzato un Varietà per aiutare i turisti a sentirsi più accolti e mi hanno chiamata per partecipare. Sai, ci vuole una spintarella dopo il caos successo nello scontro con il Team Flare. E visto che ho parecchio tempo libero ho pensato di uscire un po' con Lem e Clem!"

"Hai fatto bene" annuì Serena.

"È un peccato che non sei qui anche te, agli organizzatori avrebbe fatto comodo assicurarsi la finalista della Master Class!" Sospirò Shana "Ma se sei a Hoenn ci puoi fare poco."

Ah, quindi Lem e Clem non le avevano detto del suo cambio di rotta...

Serena era stata informata dell'evento da Paloma in persona in largo anticipo, ma non se l'era sentita di accettare. E anche se ora era per un motivo diverso dall'originale, non era mai comunque stato per quello che credeva l'amica "In verità ora non mi trovo a Hoenn."

Se Clem sembrava nascondere un ghigno consapevole, la mora la guardò sorpresa, ma più incuriosita che dispiaciuta "Ah? Dove ti ha portata il vento?"

"A Forsia, ho deciso di... fare esperienza in un posto diverso."

L'affermazione fece subito spalancare gli occhi a Clem "M-Ma non dovresti essere a Kanto da Ash!?" Esclamò scuotendo appena lo schermo.

Non era secondo i piani!

"Aspetta, da Ash?" Domandò Shana.

"Sono ancora con Ash, solo non a Kanto" subito placò lei, alzando appena l'inquadratura della camera e riprendendo il topino sulla sua testa.

"Pika!"

Clem e Shana ricambiarono il saluto "Ciao Pikachu!"

"Mentre ero a Kanto Ash ha ricevuto una specie di offerta di lavoro dal professor Olivio, quindi abbiamo deciso di rimetterci in viaggio assieme." spiegò Serena, tranquilizzando enormemente Clem.

La bambina sorrise, facendo un sospiro di sollievo "Beh, sono felice! Vi prenderete un po' di tempo per voi stessi e farete le cose con calma!" mostrò poi un ghigno "E puoi approfittarne per portare avanti il vostro rapporto. Siete soli soletti-"

"Aspetta, aspetta..." la interruppe Shana. "Perché sei andata a trovare Ash? Non dirmi che c'è stato qualche sviluppo tra voi!" domandò poi.

"Diciamo che è un work in progress..." fece le spallucce Clem con un sorriso rassegnato "Quei due sono peggio del mio fratellone"

"In verità..." Serena ponderò se fosse il caso di essere onesta.

In quel momento non sapeva a chi parlare della questione e sentiva di averne il bisogno. Le due amiche sapevano cosa provasse per Ash e per quanto adorassero prenderla in giro, era sicura che avrebbero compreso la situazione.

Non trovando motivo di tenere tutto dentro si accinse a confessare "C'è stato... un piccolo incidente e più o meno ci siamo baciati ancora?"

Per un attimo le due ascoltatrici rimasero in silenzio, cercando di metabolizzare, ma il momento in cui ci arrivarono l'esplosione delle due obbligò Serena ad allontanare il tablet dalla faccia.

"VI SIETE BACIATI DI NUOVO?"

"IN CHE SENSO ANCORA!?"

Persino Pikachu si spaventò agli strilli.

"È stato un incidente!" Subito si difese Serena, ma fu inutile a placarle.

"Non la prima volta!" Il sorriso a trentadue denti di Clem sembrava lo stesso di quando Clem le aveva regalato Dedenne.

Shana afferrò le spalle di Clem, scuotendola appena "Quale prima volta!? C'è se stata un'altra volta!?"

Serena ridacchiò al siparietto, aspettandosi parzialmente una tale reazione, almeno per quanto riguardava Clem.

Effettivamente non aveva mai detto a Shana del bacio all'aeroporto. Non aveva osato menzionarlo, soprattutto quando non poteva avere una risposta in merito ai tempi.

Comprendendo l'omissione, Clem scosse la testa sospirando "Te lo racconterò io dopo." Poi si rivolse di nuovo a Serena "Allora? Questo vuol dire che ora state assieme!?"

Serena scosse la testa dolcemente "È stato solo un incidente, c'era un piatto di pasta e-"

"Avete vissuto quel cliché?"

"Visto come è andata poi, avrei preferito di no..." sorrise amaramente al ricordo della fretta di Ash di andarsene.

A quel punto, l'atmosfera cambiò radicalmente. Shana e Clem sbollentarono i loro spiriti, come se un interruttore si fosse spento.

Il gossip era divertente, ma se supportavano i sentimenti di Serena e la volevano vedere insieme ad Ash era perché volevano che fosse felice.

E ora non pareva felice.

"Ha reagito male...?" Domandò la bruna con esitazione, dubitando che un ragazzo come Ash potesse reagire bruscamente. Lanciò uno sguardo interrogativo a Clem, quasi a chiedere se fosse possibile. Dopotutto, loro conoscevano il ragazzo molto meglio, avendoci viaggiato assieme.

Clem di conto suo era altrettanto confusa. Ash era ingenuo e su quello non c'erano dubbi, ma in aeroporto aveva visto la sua reazione al bacio. Quello scintillio nei suoi occhi non poteva appartenere a qualcuno che non aveva gradito.

"No, è solo che... penso entrambi non volessimo accadesse."

"Aspetta, quindi Ash non ti piace più?"

"Certo che mi piace ancora!" Realizzò appena in ritardo dell'esclamazione, guardandosi in giro e verificando che non fosse osservata.

Prese un respiro profondo e continuò a parlare "È solo che non so ancora cosa provi nei miei confronti, non ne abbiamo parlato e non mi pare che voglia farlo. E mi sta bene aspettare se ha bisogno di tempo! Ma proprio per questo una cosa del genere non fa che mettere pressione ad entrambi..."

Quelle parole lasciarono le due amiche pensierose. Il ragionamento di Serena filava e per quanto loro magari avrebbero preteso di più da parte di Ash, forzarlo avrebbe potuto portare solo all'effetto opposto.

Shana portò la mano sotto al mento, cercando le giuste parole "Ascolta, non conosco Ash quanto voi, quindi preferisco dargli il beneficio del dubbio, ma penso che non ti ignorerebbe così su una cosa importante se non avesse un buon motivo."

"E non è nemmeno il tipo da non dire le cose in faccia, per quanto spiacevoli" concordò Clem.

"Forse dovete solo comunicare di più. Non per forza di cosa provate, ma di come procedere. Tu meriti una risposta e lui probabilmente merita tempo se non è sicuro. Quindi la cosa migliore da fare secondo me è che vi parlate, darvi delle regole e poi come va, va."

Comunicare...

Quelle parole parvero illuminarla.

"Sì, proverò a fare così..."

"E ti conviene, perché mi sembra lui là in lontananza" indicò Clem con il dito.

Serena si voltò di scatto, notando effettivamente l'amico, il quale pareva cercarla in giro.

I loro sguardi si incrociarono giusto in tempo. Una volta vista il ragazzo alzò la mano in alto e lei ricambiò timidamente.

Guardò di nuovo lo schermo "Sì è lui."

Un sorriso comprensivo dipinse i volti delle due amiche "Vai pure, lo saluteremo un'altra volta" annuì Shana.

"E facci sapere come va!" Clem le fece l'occhiolino, ma non vi era ironia di nessun tipo, solo un augurio che andasse tutto bene.

Serena portò la mano al petto, sinceramente grata per i loro consigli. "Prendetevi cura di voi e salutatemi Lem! Ci sentiamo..."

"Ciao! Ciao!" la salutarono le due e lo schermo si spense.

"Eccoti" Subito la chiamò la voce di Ash qualche metro più indietro.

La ragazza si girò verso di lui, facendosi coraggio per parlare.

Voleva seguire il consiglio, metterlo subito in pratica.

Ma l'espressione che si trovò di fronte, l'Ash che la osservava...

Sembrava di nuovo tutto a posto, come se nulla fosse successo. La osservava in maniera gentile, paziente...

La cosa la scompose al punto che si ritrovò incapace di parlare.

Non sapeva come leggere una tale reazione. Come era possibile che avesse rimosso tutto?

Realizzando di non avergli risposto, lentamente alzò il tablet "Ah, Clem e Shana mi hanno chiamata per salutare"

"Oh! Peccato me le sono perse..." disse lui un po' dispiaciuto. "Stanno bene?"

Serena annuì "Sì, Shana ha un'esibizione a Luminopoli quindi starà con loro per un po'. Ma non preoccuparti, hanno detto che ci risentiremo a breve!"

Alla risposta il ragazzo sembrò soddisfatto "Bene! E per quanto riguarda adesso? Abbiamo programmi?"

Serena si morse appena il labbro.

Non sembrava davvero volerne parlare.

Così come era arrivata velocemente la determinazione, altrettanto rapida se n'era andata.

"Che ne dici se facciamo una passeggiata? Devo prendere delle cose che mi mancano per il viaggio e poi possiamo cercare qualche nuovo Pokémon"

Vedendo il viso del ragazzo illuminarsi, ancor più la sua gola si seccò.

"La trovo un'ottima idea!"

 

...

 

Le cose non erano esattamente come prima dell'incidente, il silenzio che li accompagnava mentre passeggiavano per le vie per Borgo era talmente pesante che Serena provò ad iniziare una conversazione "Cosa ne pensi? Siamo in una zona turistica, ci saranno tanti Pokémon forsiani in zona?"

"Beh lo spero!" Rispose Ash con ottimismo.

"Ad esempio quello?" Indicò Serena acchiappando subito l'attenzione dell'allenatore.

Si voltò ad osservare il Pokémon indicato dal suo amico. Era un piccolo cane blu, con ciuffi di pelo più chiari e più scuri, alcuni dei quali sulla testa somigliavano a una bandana.

"CHE BELLO!" Il ragazzo si materializzò di fronte al Pokémon, talmente rapido che sembrò essersi mosso tramite teletrasporto.

Il cagnolino lo guardò confuso piegando appena la testa.

"Tu hai l'aria di essere uno in gamba!" disse, scaturendo un sorriso fiero dal Pokémon, per poi rivolgersi all'allenatore "Che Pokémon è?"

Il proprietario gli rivolse uno sguardo incuriosito "Non siete di queste parti, giusto?"

Ash scosse la testa confermando "Esatto, io e Pikachu veniamo da Biancavilla, nella regione di Kanto. Mentre la mia amica laggiù viene da Kalos!" disse mentre la ragazza si avvicinava salutando con la manina.

"Però mi è familiare..."

L'allenatore del cagnolino ridacchiò "Lui è un Muttiny, è usato molto spesso nei soccorsi in mare."

"Sorprendente!" Commentò Ash, accarezzando Muttiny dietro le orecchie "Un pokédex ora come ora avrebbe fatto comodo..."

"Se avete la licenza da allenatori sono sicuro che non avrete difficoltà a procurarvene uno"

"Infatti, lo faremo quanto prima! Grazie mille ancora per le informazioni!" ringraziò il corvino, non volendo intrattenere il due più del dovuto..

"Di niente! Vieni, andiamo Muttiny!"

Pikachu e Ash salutarono con la mano, il ragazzo con un'espressione nostalgica sul volto.

"Che ne pensi?" Lo richiamò all'attenzione Serena, finalmente al suo fianco "E' stata una bella scoperta?"

"Certo! E con tutti quelli che ci sono là fuori spero davvero che Olivio ci possa dare un pokédex a breve!" Sarebbe stato un peccato se avessero incontrato un Pokèmon raro senza la possibilità di saperne di più.

"Sono sicura che non vedi l'ora di catturarne qualcuno, vero?"

"Hm!" annuì il ragazzo, continuando a guardarsi in giro e notando diversi Pokémon che non conosceva.

Avrebbe voluto correre a incontrarli tutti, ma non poteva certo sdoppiarsi e probabilmente non erano tutti pazienti come l'allenatore del Muttiny appena incontrato. 

L'espressione meravigliata di Ash strinse il cuore di Serena. Era bello vederlo così gioioso e allegro, tuttavia quella genuinità per la prima prova quasi la turbava. Si sentiva egoista; avrebbe dovuto essere semplicemente grata che il ragazzo stesse meglio, eppure non riusciva a condividere lo stesso sentimento. Non poteva fino a che non avesse parlato con lui, fino a che non avessero chiarito almeno come stavano le cose.

Con esitazione allungò la mano e afferrò piano la manica della giacchetta di Ash.

Lui immediatamente si voltò, come rotto da un trance, e la osservò sorpreso. Lesse immediatamente il volto della ragazza e il suo primo pensiero fu di chiederle se fosse tutto a posto.
Poi però il suo buon proposito fece un retromarcia improvviso, sentendo il suo sesto senso scattare in allarme. Forse era-

"Ah, voi due sembrate perfetti!"

Subito i due ragazzi si voltarono, trovando un uomo e una donna a fissarli, invadendo troppo il loro spazio personale per poterli ignorare. "Giovanotti, che ne dite di affrontare la nostra corsa ad ostacoli dei divertimenti?"

Ash e Serena scambiarono un'occhiata confusa. "Scusate, di cosa si tratterebbe?" Domandò l'allenatore.

I due adulti, vestiti in divisa dai colori sgargianti, sembrarono apprezzare la domanda "E' un percorso ad ostacoli per rafforzare il rapporto tra voi e i vostri Pokémon! Dovrete collaborare per riuscire ad andare avanti fino all'uscita!"

"Sembra divertente, non avevamo fatto una cosa del genere a Kalos?" Domandò Ash, rivolgendosi all'amica.

"Sì..." annuì lei, tuttavia non poté che trattenere un sorriso nervoso "Però ricordi com'è finita?"

Pensandoci bene su, effettivamente la ragazza aveva ragione. Anche Ash, ricordando che dello zampino che ci aveva messo il Team Rocket, così come in tante altre occasioni simili durante i suoi viaggi, tornò ad osservare la coppia con sguardo poco convinto.

I due adulti rabbrividirono sotto lo sguardo dei giovani. "E'-E' completamente gratuito, dopotutto è un'inventiva per aumentare il turismo nel nostro paese" squittì l'uomo, porgendo un depliant.

I ragazzi lo scrutarono con attenzione e non potevano negare che sembrasse autentico, così come la struttura indicata. Inoltre la possibilità che il Team Rocket fosse già nella regione pronto ad adescali non sembrava così probabile. Non potevano certo dubitare di qualunque lavoratore in divisa.

"Che ne dici?" domandò Ash.

In verità, sarebbe stato facile rifiutarsi. Avrebbero potuto dire di avere un impegno urgente o semplicemente dire che erano troppo stanchi per una cosa simile. Tuttavia come prima. il ragazzo sentì una forte spinta che gli chiedeva di accettare.

La spinta ad impegnarsi quanto più possibile, tenere corpo e mente impegnati abbastanza da occupare il tempo necessario per smaltire quello che era successo a pranzo.
Sapeva che forse non era la scelta migliore, ma l'istinto superò il buonsenso.

Ed offrendo il sorriso più convincente possibile, Serena non poté che aderire, per quanto indecisa "Direi che va bene."

"Bene allora! I Pokémon faranno questo percorso... voi invece farete quest'altro!" annunciò cerimoniosa la seconda guida, spingendoli in direzione della struttura..

"Non era un percorso per aiutarsi a vicenda e rafforzare il nostro legame? Se i nostri Pokémon non saranno con noi allora come funzionerebbe?" Chiese Serena un po' confusa.

"Sarà il desiderio di rivedervi ad aumentare il vostro legame!" spiegò la donna "Da un lato farete voi due e dall'altro i vostri Pokémon e quando sarà il momento vi incontrerete per le sfide finali."

Nonostante la confusione dei due, eventualmente Serena rilasciò i suoi Pokémon e Pikachu si aggregò a loro. Si diressero verso le due entrate, poste vicine ma per due percorsi diversi. Ash e Pikachu si scambiarono un'ultima occhiata, silenziosa ma che valeva più di mille parole.

Avrebbero tenuto gli occhi aperti.

Tornò poi a guardare l'amica, facendo il primo passo per incoraggiarla ad entrare "Avanti, se rimaniamo troppo in allerta finiremo per non divertirci nemmeno un pò"

Serena annuì e seguì l'esempio, tuttavia quanto il ragazzo non era totalmente convinta da quelle parole.

Attraversarono le prime stanze e tutto sembrò abbastanza semplice, nulla che qualche semplice "acrobazia" o pensiero non potesse risolvere.

Tuttavia, al contrario di quanto sperato da Ash, le loro teste non riuscivano a focalizzarsi abbastanza sul gioco.

Non solo perché la loro attenzione era ancora rivolta ai loro Pokémon nell'altro percorso, ma anche perché c'era ancora un grosso Donphan nella stanza e il silenzio non faceva altro che renderlo ancora più ingombrante.

Ash si fermò varie volte a guardare Serena, anche solo con la coda dell'occhio. Pareva muoversi in maniera automatica, talmente diversa dal suo solito modo di comportarsi, così vitale in ogni possibile emozione provasse, che non riusciva davvero a digerire la vista. Stanca, arrabbiata, felice o triste, aveva sempre trovato facile leggerla, come un libro aperto. Tuttavia la sua difficoltà nel farlo adesso lo frustrava e preoccupava a tal punto dall'incolparsi.

Non voleva farla star male anzi, stava facendo tutto questo perché in cuor suo credeva che avrebbe aiutato non solo se stesso ma anche lei.
Apparentemente si era sbagliato.

"Serena?" La chiamò con voce insicura, sebbene determinato a fare qualunque cosa potesse aiutare.

La ragazza si voltò in sua direzione e lo guardò con anticipazione, un lieve sorriso artificiale sulle labbra.
Lui mosse la mano in avanti, non sapendo bene per cosa, ma istintivamente cercando di ridurre lo spazio tra di loro "Per quell-"

*CLANG*

Si sentì un rumore meccanico e improvvisamente il terreno sotto i loro piedi si aprì, facendoli precipitare verso il basso.

"AHHHHHHH!!!"

La caduta non fu lunga ma i due presero una bella botta, finendo per ritrovarsi sul fondo di una buca. La luce sopra le loro teste scomparve, segno che probabilmente l'uscita era stata bloccata.
I loro occhi ci misero un pò ad abituarsi all'oscurità, ma eventualmente riuscirono almeno a riconoscere le figure l'uno dell'altra.

"Ahia... tutto bene?" Chiese l'allenatrice, massaggiandosi il fianco su cui era atterrata..

"Poteva andare peggio..." mormorò lui, constatando che non si erano poi fatti così male. Quello era un bene, forse l'unico che poteva trovare in quel momento.

A riprova di ciò, delle risate risuonarono dall'altro. Non serviva vedessero per capire di chi si trattasse.

"Hihihihihihih!!! Piano riuscito!"

"Dannazione..."

"Preparatevi a passare dei guai! Non eravate annoiati?"

"Dei guai molto grossi! Siamo arrivati!"

"Proteggeremo il mondo della devastazione!"

"Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!"

"Denunceremo i mali della verità e dell'amore!"

"Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!"

"Jessie!"

"e James!"

"Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!"

"Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!"

"Meowth, proprio così!"

"Wobbuuuffet!!

 

"Secondo me dovevamo aspettare... sembravano impegnati" Commentò James, quasi rammaricato.
Meowth agitò la zampa "Avranno tutto il tempo per le romanticherie là sotto!"

Jessie annuì "E poi non potevamo certo ritardare la missione per inaugurare il nostro arrivo!"

"Che ne avete fatto di Pikachu e degli altri!?" Domandò subito Ash furioso. Non si sentiva bene cosa stessero dicendo, ma la loro risata era inconfondibile.

"Dritto al punto, eh? Se sei così impaziente possiamo anche mostrartelo!" rise Jessie.

"Meowth pronto!" E Meowth azionò un pulsante. La botola sopra di loro si aprì, ma era decisamente troppo alta per permettere loro di uscire. Si coprirono entrambi la faccia con le braccia, cercando di non rimanere accecati dall'improvvisa luce che li raggiungeva.

Sopra le loro teste potevano scorgere i loro Pokémon schiacciati tutti assieme in una rete con fili d'acciaio.

"Maledizione..." Grugnì Ash con frustrazione.
Non poteva dire a Pikachu di usare Fulmine, non sarebbe servito a nulla e avrebbe anche ferito gli altri Pokémon.

"Hm, forse dovremmo chiudere il portellone della trappola?" domandò Meowth.

"Nah, vogliamo batterli, mica ucciderli" chiudere la trappola avrebbe reso quasi impossibile a chiunque di trovare i due prima che finissero l'ossigeno.

Ed erano cattivi forse, ma non in quel modo. Ladri, non assassini.

"Beh è ora di lasciarvi al vostro ostacolo, così potrete rafforzare il vostro legame!" schernì Jessie. 

"Ciao, ciao!" sghignazzò il trio sparendo dall'alto e portandosi appresso la rete con i Pokémon.

Ash e Serena nervosi e impazienti di rincorrere i fuggitivi sapevano di dover cercare un modo di uscire dalla trappola. I due si guardarono in giro invano, pensando ad una via di uscita ma non sembrava esserci nulla che potesse aiutarli.

Potevi esserci ambiguità e timidezza, ma in quel momento salvare i loro Pokémon era più importante di un'incomprensione.
Se davvero quello era un ostacolo da superare con la collaborazione lo avrebbero fatto come sempre di allora.

"La parete è troppo scivolosa, l'unica è che sali sulle mie spalle..." Disse Ash, toccando con la mano la parete senza appigli.

Serena guardò in sù. Anche provandoci, dubitava ci sarebbe riuscita, anche saltando dalle sue spalle. "E' troppo alto..."

"Non abbiamo tante altre opzioni"

Serena ragionò. Dovevano essere rapidi, ogni secondo era importante "Forse potremmo provare quello che abbiamo fatto quando siamo andati nel tuo posto speciale? Quando mi hai fatta salire sull'albero. Solo che ci metteremo più energia! Poi cercherò qualcosa per tirarti sù."

Ash pensò alla proposta ed effettivamente poteva funzionare, sarebbe sicuramente arrivata più in alto che con la sua idea. Se avesse mancato la presa avrebbe rischiato di farsi male cadendo, ma per impedirlo le avrebbe fatto volentieri da cuscino.

"Proviamo" aderì il ragazzo, preparando le mani giunte in basso davanti a lei.

 

...

 

"Abbiamo catturato Pikachu! Primo tentativo già un successo!" Squittì Jessie.

Meowth e James la guardarono rabbrividendo "Non gufarla..." Credevano di avercela fatta e poi qualcosa arrivava fermarli, routine tristemente famosa.

"Se partiamo negativi in partenza, non avrebbe nemmeno senso tentare" provò ad incoraggiarli lei "Cosa c'è? Volete fermarvi ora, tornare indietro e ridargli i Pokémon? Non c'è nessuno che può aiutarli ad uscire di lì!"

"Non è vero, eravamo insieme!"

Quando le due voci all'unisono li chiamarono, i tre si affacciarono e videro gli allenatori che li inseguivano in fretta. Come erano riusciti ad uscire e a raggiungerli in così poco tempo? Non era possibile già di base arrivare all'uscita della botola.

"Come è possibile?..."

"Un percorso ad ostacoli è fatto per essere superato, no?" esclamò Ash aumentando il passo. "Siamo compagni di viaggio per un motivo! Se ci attaccate, risponderemo insieme!"

"E come intendete fermarci? Con il potere dell'amore?" li canzonò Meowth.

Serena alzò il braccio "Con il potere dei nostri Pokémon! Sylveon usa Ventodifata! Pancham e Braixen usate i vostri attacchi Lanciafiamme e Neropulsar verso il lato opposto della mongolfiera!" ordinò poi.

"Paaaaanchaaaam!" "Braiiiixeeeeen!"

"Syl-veoooon!!"

Improvvisamente la mongolfiera iniziò ad oscillare all'impazzata, la bufera di energia fatata impediva al trio di riuscire a controllarla e gli attacchi degli altri Pokémon facevano da propulsore spingendola in basso, verso i due allenatori.

"Vogliono avvicinarsi per saltare sulla rete!" esclamò Meowth comprendendo il loro piano.

"Non lo permetteremo! Gourgeist usa Neropulsar!!" ordinò Jessie, liberando il suo Pokémon.

L'attacco venne sparato dritto verso di loro, facendoli immediatamente fermare. Non si aspettavano che Jessie avesse con sé Gourgeist, visto che non lo aveva usato nell'ultimo scontro, e ciò li prese troppo alla sprovvista per anche solo provare a schivare.

Ash si schierò davanti a Serena e avvolse le braccia attorno alla ragazza, facendo da scudo con il proprio corpo.

*KABOOOM*

"Pikapi! Pipika!" Pikachu strillò agitato, vedendo il polverone alzarsi e i due ragazzi sparire dentro ad esso. I Pokémon di Serena iniziarono ad agitarsi altrettanto impanicati, facendo dondolare la rete avanti e indietro.

"Pensi che li abbiamo presi?" Osservò preoccupato James. Per quanto fossero i loro nemici e per quanto ci tenesse a portare a termine la missione, non voleva davvero far del male a dei ragazzi che alla fin fine, stavano solo facendo ciò che era moralmente corretto.

Al loro posto, probabilmente avrebbe fatto lo stesso...O forse no, ma perché non credeva di avere così tanto coraggio e tenacia.

"Non preoccuparti" Subito rassicurò quasi annoiata Jessie "Se c'è una cosa che ormai è ovvia è che quei mocciosi sono dannatamente-"

Il polverone sparì e rivelò Ash e Serena, totalmente indenni.

"Invincibili..."

Esitando a lasciar andare la ragazza, l'allenatore guardò in direzione totalmente diversa rispetto a quella in cui si trovava il Team Rocket.

Non era stato l'attacco a mancarli, se proprio ne era arrivato un altro che all'ultimo l'aveva fermato. Così di punto in bianco, tanto sorprendente quanto la minaccia che li aveva colti alla sprovvista.

Dall'aspetto, era sembrato che qualcuno avesse lanciato un altro Neropulsar, ma chi?

"Cosa è successo?" Domandò Serena, aprendo gli occhi e liberandosi appena dalla presa di Ash.

Il ragazzo non distolse lo sguardo, rispondendo "Qualcuno ci ha salvati..."

"Qualcuno con una bella faccia tosta!" Si intromise Jessie "Chi ha osato lanciare un attacco così a sorpresa!? Quello è la nostra specialità!"

Una figura maschile si ergeva poco distante, per nulla familiare. I capelli di una tonalità biancastra, lunghi fino alle spalle e spettinati. I suoi occhi erano di color giallo acceso e la pelle abbastanza pallida. Tuttavia, la sua corporatura sembra tutt'altro che gracile.

Sul suo viso non si vedeva alcun sorriso, il suo sguardo era fermo e senza una particolare espressione negli occhi. Pareva imperturbabile...

Opposto a lui, lo Zoroark al suo fianco osservava con trepidanza..

"E quel fantasma sarebbe quello che vuole metterci i bastoni tra i piedi?"

Bastò un cenno e dalle zampe di Zoroark partì un altro Neropulsar, andando a bucare direttamente la mongolfiera. Tanto presto come aveva cominciato a cadere, si era anche sfracellata a terra.

Per fortuna il Vento di Fata tempestivo di Sylveon aveva rallentato la caduta ai Pokémon. Ash e Serena approfittarono di quel momento e liberarono Pikachu, Braixen, Sylveon e Pancham.

"Pika Pi!" "Brai!" "Syl!" "Cham!" urlarono tutti i Pokémon, finalmente liberi.

Distratti dai loro amici finalmente al sicuro, i due ragazzi corsero verso di loro abbracciandoli. Il momento commovente però non durò molto. Tutti si voltarono in direzione del Team Rocket piuttosto seccati, pronti come non mai a ripagarli del loro brutto scherzo.

"Tutti insieme!!" Urlarono Ash e Serena, lasciando ai loro Pokémon la piena libertà di decidere il loro colpo.

E loro non si risparmiarono, lanciando i migliori attacchi che avevano e andando a colpire ai piedi dei criminali, i quali furono sbalzati in aria e iniziarono a volare via.

"Beh dai almeno abbiamo inaugurato il nostro primo fallimento Forsiano..." cercò di consolarsi James.

"Ci sono tradizioni che non vanno interrotte..." commentò piuttosto sarcasticamente Meowth.

"In verità, forse era abbastanza carino quel tipo..." mormorò poi sottovoce Jessie, tutta immersa nei suoi pensieri.

"Immagino che lo verificheremo la prossima volta perché-"

"RIPARTIAMO ALLA VELOCITA' DELLA LUCEEEE!!"

 

...

 

"Pericolo scampato... ancora una volta." I due ragazzi sospirarono e si scambiarono un sorriso.

Una volta ricomposti però qualcosa balenò nelle loro teste.

Vero, quello sconosciuto...

Entrambi Ash e Serena si girarono verso di lui, incrociando il suo sguardo. Gli porsero un sorriso, ma rimasero immediatamente perplessi dall'espressione tutt'altro che amichevole che rivolgeva loro.

Amichevole o no, li aveva salvati, quindi ringraziarlo era il minimo che potevano fare.

Corsero in sua direzione e piano si chinarono "Grazie davvero per averci aiutati. Se non fossi intervenuto sarebbe potuta finire molto male!" Ammise Ash, massaggiandosi appena il capo e porgendo la propria mano.

Il ragazzo non parve molto intenzionato a ricambiare il gesto, ma dopo qualche secondo afferrò la mano e la scosse "Di nulla..." annuì. La sua espressione era ancora alquanto fredda, ma non pareva più tanto schiva e ostile.

Improvvisamente alle sue spalle apparve anche il Pokémon che aveva scagliato l'attacco precedentemente.

Ash lo riconobbe subito, dopotutto ne aveva già incontrati più di uno durante i suoi viaggi e alcune di quelle situazione erano state più memorabili di quanto ci si aspettasse.

"Grazie anche a te... Zoroark!" Gli rivolse un ghigno, subito ricambiato dal Pokémon.

"Oh, vero! Grazie mille anche a te!" Disse Serena chinandosi appena verso il Pokémon di tipo buio. Braixen la imitò e subito Zoroark fu preso da un grosso rossore sul muso, portandolo a sminuire con la zampa con imbarazzo.

Ash si voltò poi verso il suo allenatore, presentandosi "Io mi chiamo Ash e questo qui sulla mia spalla è il mio migliore amico Pikachu!"

Serena si rimise in piedi retta e si presentò come l'amico "Io invece mi chiamo Serena e loro sono i miei amici Braixen, Pancham e Sylveon!"

Anche i Pokémon salutarono, in segno di cortesia e ringraziamento per l'aiuto.

"Duncan." Fu l'unica risposta del ragazzo annuendo, con un sorriso così minuscolo da essere appena visibile.

Il corvino rimase a pensare a qualcosa da dire, sentendosi stranito. C'era un silenzio innaturale, almeno per lui. Quell'allenatore pareva... estremamente pacato. Aveva incontrato molti allenatori introversi durante i suoi viaggi ma non riusciva a capire se Duncan volesse starsene per le sue e andarsene o rimanere ad interagire con loro.

Decise quindi di tentare un diverso approccio. "Ti andrebbe di scontrarci in una lotta Pokémon?" Quale modo migliore per conoscere qualcuno, dopotutto? E poi, non aveva mai affrontato uno Zoroark, sarebbe stato divertente!

Serena e i suoi Pokémon non si scomposero troppo, sorridendo rassegnati. Sapevano che sarebbe andata a finire in quel modo, non era affatto una sorpresa. Gran parte dei loro incontri con allenatori forti portavano a quello eventualmente.

Duncan fu preso alla sprovvista da quella richiesta ma la sua reazione fu tutt'altro che plateale; inarcò appena le sopracciglia e rispose "Perché dovrei lottare contro di te?"

"Per divertirci! Tu ci hai aiutati e vorrei sdebitarmi nel modo migliore che ho! Riesco ad esprimermi meglio con una bella lotta che a parole. E poi, se devo essere sincero, il tuo Zoroark sembra parecchio forte!"

Zoroark sembrava molto più interessato del suo allenatore, ciononostante Duncan rimase ad ascoltare.

"Sarebbe la mia prima sfida qui a Forsia e quale modo migliore c'è per cominciare?"

Duncan stava per rispondere, quando sentì qualche piccolo strattone sul tessuto della sua giacca. Zoroark la stava tirando appena, guardandolo con occhi pieni di intensità.

Il ragazzo dal carattere apatico sospirò e si massaggiò appena la fronte "Pensi di essere abbastanza forte da tenermi testa?"

Il biancavillino inizialmente rimase sorpreso dalla domanda, ma poi mostrò un grosso sorriso determinato "Ci puoi scommettere."

"E io potrei farvi da arbitro!" Dichiarò la biondina proponendosi per il ruolo "Sarò completamente imparziale!"

Ricevette un cenno di consenso da parte dell'amico e a quel punto entrambi si girarono verso Duncan attendendo una risposta.

"Va bene" accettò l'allenatore.

"Grande!" Esultò Ash pieno di carica.

I tre ragazzi, accompagnati dai loro Pokémon, trovarono un campo da lotta su cui svolgere la sfida. Ash e Duncan si posizionarono alle loro postazioni in parti opposte del tracciato, mentre Serena si mise in un punto di mezzo al di fuori del perimetro.

La ragazza alzò la voce, cercando di farsi sentire da entrambi gli sfidanti "Quanti Pokémon userete?"

"Uno solo può bastare" Rispose Duncan e Ash non ebbe tanto da dissentire, dopotutto si era portato con sé solo Pikachu.

Subito guardò in basso e lanciò un cenno d'intesa al topino, il quale saltò subito nel campo di lotta "Vai Pikachu! Scelgo te!"

Duncan lo osservò perplesso per un momento. Quando Ash aveva detto di poter sostenere la lotta alla pari pensava intendesse con un altro Pokémon, non di certo con un comunissimo Pikachu. Non c'era paragone con il suo Zoroark "Vuoi proprio usare quel Pikachu? Pensavo avessi detto di poterci sfidare alla pari. Messa in questo modo ha il sapore di una presa in giro.''

Pikachu emanò delle scosse contrariato, sentendosi offeso dal commento, ma rimase in posizione. Aveva già subito parecchi di quei commenti e aveva sempre dimostrato il contrario, non sarebbe stato da meno questa volta.

La risposta di Ash fu palese e rappresentò la reazione del suo migliore amico ''Ti consiglio caldamente di non sottovalutarlo! Stiamo facendo sul serio noi." sorrise con convinzione. Non serviva menzionare che Pikachu era la sua unica scelta, perché anche se non lo fosse stato avrebbe posto piena fiducia in lui.

Lo sfidante esitò a mandare in campo il proprio Pokémon "Non vorrei perdere tempo..."

A quel punto Pikachu abbassò le orecchie e aumentò il livello di intensità delle sue scosse. Se voleva giudicarlo doveva farlo dopo la loro lotta, non prima ancora di avergli dimostrato il suo valore.

"Pikachu non è un Pokémon come tanti altri." rispose Ash seccamente ma convinto "E' il mio migliore amico e gli affiderei la mia vita se servisse. Non giudicare ancora prima di lottare la sua forza solo per la sua specie. Sono gli anni di duro lavoro che abbiamo fatto assieme che faranno la differenza... e te lo mostreremo!"

"Hm." Duncan sospirò. Se non lo stavano prendendo in giro, dovevano essere davvero convinti di avere una chance. Irrispettosi o ingenui, non sapeva cosa fosse peggio.

Tuttavia, per qualche motivo la sua bocca non riuscì a ribattere. Si limitò a fare un piccolo cenno al suo Zoroark, il quale scese in campo con molta confidenza.

"Roak"

"Chu" Pikachu ricambiò il sorriso confidente

"Visto che siamo pronti, possiamo dare il via alla lotta!" annunciò Serena.

"Fai vedere loro cosa fa la volpe con il topo." Duncan partì con il primo comando. Nel suo tono di voce qualcosa sembrò cambiare "Zoroark usa Neropulsar!"

Il Nerupulsar di Zoroark era estremamente potente e si fece strada sul campo, avvicinandosi pericolosamente a Pikachu. Quest'ultimo pressò la coda sul terreno e caricando un Codacciaio si liberò in aria, riuscendo a schivare.

Ash tese il braccio in avanti "Ora usa Energisfera!!"

"Pikaaaa chupi!" scagliò la sua palla elettrica dal cielo contro la volpe.

Non fu difficile per il Pokémon avversario schivare la mossa. Era estremamente veloce, i suoi movimenti decisi e precisi.

Ancora in corsa, Zoroark caricò altra energia oscura tra le zampe e la lanciò contro il topino giallo, il quale venne preso in pieno e scaraventato contro il suolo. La sua posizione in aria non gli aveva dato tempo di atterrare ed evitare il colpo.

Duncan osservò la scena, attendendo che il polverone si diradasse per vedere se il suo avversario era già fuori gioco. Con sua sorpresa, Pikachu era già in piedi pronto a ripartire.

Forse non si sarebbe rivelata solo una perdita di tempo dopotutto.

Era solo l'inizio e Ash lo sapeva bene, si stavano ancora scaldano "Non cadremo così facilmente! Pikachu attacca con Fulmine!" Comandò l'allenatore dai capelli corvini.

"Pikaaaaa chuuuuuuuu!!" La scarica andò a colpire in pieno il Pokémon di tipo buio, il quale però reagì subito scatenando Urtoscuro per annullare il raggio elettrico e per, possibilmente, colpire l'avversario.

"Roaaaaaark!!!" Ruggì raccogliendo energia in tutto il suo corpo per poi concentrarla negli arti e colpire il terreno con violenza. L'attacco ebbe l'effetto sperato, scacciando l'elettricità e propagandosi sul campo di battaglia.

Parte del terreno si alzò e dalle proporzioni delle placche Ash capì che la mossa avrebbe colpito duramente. Dovevano subire meno danni possibili..

"Usa Codacciaio come scudo e rannicchiati per proteggerti!" Fu il suggerimento di Ash, seguito subito da Pikachu che attivò la coda e si riparò con essa dalla violenta onda d'urto.

L'energia andò a far barcollare persino Ash e Serena, i quali cercarono di non cadere a terra. Quando la visibilità sul campo tornò, Ash vide Pikachu a terra, pieno di graffi.

"Pikachu! Tutto bene? Riesci a continuare?" domandò preoccupato.

Il topino si rialzò a fatica ma, una volta ritrovato l'equilibrio sulle sue zampe, sembrò stare meglio. La sua coda era la parte più danneggiata, ma il sacrificio era servito allo scopo. Se non fosse stato per Codacciaio, probabilmente i danni sarebbero stati tremendamente maggiori.

Pikachu si girò a guardare l'allenatore e annuì con uno sguardo pieno di grinta. "Pi"

Ash sorrise, potevano ancora ribaltare la sfida. "Grande! La vera sfida inizia adesso!"

Dall'altro lato del campo, Duncan era fermo immobile ad osservare la scena, ma sentiva uno strano formicolio attraversargli il corpo. Era una sensazione strana... eccitante... paurosa. Non si era mai sentito così.

Tutte le sue previsioni erano state ribaltate e non aveva la più pallida idea di chi si trovava davanti. Era... un'incognita.

Una sorpresa.

"Ok, Pikachu, avvicinati con Attacco Rapido a Zoroark e poi attacca con un Fulmine ravvicinato!" Il topino seguì le indicazioni e partì in corsa verso l'avversario, rilasciando poi il suo Fulmine a soli un paio di metri dall'avversario.

Zoroark sembrò attendere che l'attacco lo colpisse. Cosa poi confermata quando il suo allenatore parlò "Lascia che ti prenda e reagisci con Urtoscuro!"

Sembrò la tattica usata precedentemente. Pikachu sarebbe stato troppo impegnato ad usare Fulmine e non avrebbe avuto tempo di reagire e fuggire dall'attacco seguente, molto più potente.

Il ragazzo dai capelli color platino lanciò uno sguardo di disappunto verso il rivale. L'idea di far avvicinare Pikachu era stata una mossa suicida. Più era vicino l'avversario, più avrebbe subito danni e da quella distanza ne sarebbe uscito sconfitto.

Forse quella strana sensazione di prima era solo un illusione.

Eppure l'espressione con cui Ash rispose... fu un sorriso.

E la cosa lo sorprese.

"Bene Pikachu! Usa il tuo controscudo elettrico!"

Pikachu abbozzò un ghigno e iniziò a ruotare su sé stesso scaricando elettricità intorno a lui e formando pian piano una specie di scudo. Il suo Fulmine passò da un attacco ad una difesa, che andò a collidere con le onde d'urto create dalla mossa di tipo Buio del rivale.

Con gran sorpresa di Duncan, l'attacco del suo Zoroark non ebbe successo e il risultato delle due mosse fu un'esplosione che creò spazio tra i due Pokémon.

Tuttavia, Pikachu non aveva mai smesso di ruotare e il rinculo fu ridotto enormemente da questo.

"Ora attacca con Codacciaio!"

Pikachu scattò in avanti e attaccò dall'alto con la coda "CHUPI!"

Zoroark in un'azione istintiva, alzò le zampe ancora attaccate al terreno e le portò avanti per afferrare la coda e difendersi. In quel momento, non aveva avuto tempo né per schivare, né per lanciare una nuova mossa e provare a pararla era stata l'unica opzione.

Codacciaio non fu inutile, i danni alle zampe furono ben visibili e probabilmente si erano intorpidite entrambe le braccia a parare un tale colpo. Nonostante il dolore, Zoroark mostrò un ghigno, consapevole che ora aveva Pikachu bloccato per la coda.

Si accorse del suo errore troppo tardi e poco prima di lui anche Duncan capì.

Ora non poteva difendersi in alcun modo dal seguente attacco.

Il biancavillino sorrise con enorme grinta e urlò "Fulmine alla massima potenza!!"

Il sorrisetto sul volto di Pikachu rese chiaro che l'errore si sarebbe rivelato peggiore del previsto. "PIKAAAAAAAACHUUUUUU!!!"

Una scarica poderosa pervase Zoroark da testa a coda ed era certamente la più forte vista dall'inizio dell'incontro. La luce gialla emanata dal Fulmine cresceva man mano che i secondi aumentavano e l'intensità non accennava a diminuire.

"Roaaaak!!!" gridò la volpe di dolore.

La luce arrivò persino a riflettersi negli occhi di Duncan, il quale rimase fermo come una roccia. La mossa andava avanti, ma la sua reazione tardava.

Sentì di nuovo uno strano formicolio nelle mani e un dolore, o forse calore, dentro al petto. All'inizio gli sembrò quasi di trovarsi senza fiato, poi pian piano una sensazione nuova lo pervase.
Solo allora gli parve di riconoscerla, sebbene lontana nei ricordi del passato.

Portò la mano sul volto e si toccò le labbra, seguendo la loro linea.

Stava sorridendo.

Un sorriso?

Improvvisamente dalla sua bocca sembrò uscire un singhiozzo, poi pian piano si trasformò in una piccola risatina. Era un sentimento senza precedenti, devastante e veloce nello spargersi in tutto il corpo.

Provava una confusione estrema, nella sua testa balzavano dubbi a casaccio e per la prima volta poteva dire di non avere idea di cosa stesse succedendo. Era al di fuori di ogni probabilità, di ogni logica... di ogni aspettativa.

Era totalmente sconvolto, gli sembrava di affrontare l'ignoto in persona e Pokémon...

...eppure stava sorridendo.

Da lì sembrò non riuscire a controllarsi più e si lasciò travolgere e guidare da quello strano status che lo stava dominando.

Di nuovo una risata scoppiò in lui, mista a dei singhiozzi e la voce squillo "Zoroark fai uno sforzo e trascina Pikachu sul terreno! Fai in modo di ridurre la scossa sfruttando la terra!"

Rilasciare totalmente la presa sotto lo shock non era così facile e una volta fatto si sarebbe ritrovato comunque in svantaggio, stordito dal colpo. Avrebbe dovuto fare le cose in modo più graduale.

Il Pokémon rilasciò un verso stridulo d'intesa e con tutte le sue forze combatté il Fulmine, abbassando la presa fino a far toccare la coda di Pikachu con il terreno. A quel punto, sentendo la scossa farsi più debole, staccò una zampe e diede un leggero colpo in faccia a Pikachu che, stordito, mise fine alla mossa e cadde a terra.

"Pikachu tutto bene?!" domandò Ash.

"...Pi...." Pikachu annuì, esausto però appena dall'attacco.

Provò a muoversi appena ma sentì che la sua coda era ancora intrappolata tra le zampe di Zoroark. Preso dall'ansia appena il topino cercò di ribellarsi per sfuggire alle sue grinfie, ma la volpona non sembrò dell'idea.

"Prova ad usare Urtoscuro direttamente su Pikachu!" ordinò Duncan con un sorriso un po'... estremo.

"Pikachu usa Energisfera! In fretta!!" subito rispose il kantoniano.

Così come Zoroark pressò la coda sul terreno mentre raccoglieva energia, Pikachu cercò di caricare energia elettrica a sufficienza almeno per liberarsi. Tuttavia avere la coda attaccata al terreno non sembrò aiutare nel suo intento.

L'aura dell'attacco di tipo Buio si raccolse nelle zampe della volpe, mentre l'unica cosa che Pikachu riuscì a fare fu rilasciare un po' di energia per renderle instabili.

Ash digrignò i denti in una smorfia. Sapeva che se l'attacco fosse andato a segno da quella distanza ravvicinata probabilmente la lotta si sarebbe conclusa. Non di sicuro, ma non poteva permettersi di scommettere su quelle basse probabilità. "Usa Codacciaio per farti forza sulla coda e attacca con tutto ciò che hai!"

Il rivale sentì il suo ciglio alzarsi, un ghigno quasi maniacale accompagnava la sua espressione curiosa. Pensava di riuscire a fermarlo? Era impossibile.

Pikachu però lo smentì. Rafforzò la coda con Codacciaio e usando sia questa che le zampe si diede una spinta in avanti, trovandosi faccia a faccia con Zoroark.

La sua coda era ancora premuta sul terreno e la forma che aveva preso era innaturale e dolorosa, ma strinse i denti, consapevole che ora la presa del Pokémon illusorio era diminuita.

Non perse tempo a riflettere, sapeva che se avesse aspettato Urtoscuro sarebbe partito e sarebbe stata la fine e sapeva inoltre che la sua coda non avrebbe retto per molto quello sforzo innaturale che stava compiendo.

"CHA!" In un disperato tentativo, aprì la bocca e azzannò Zoroark sul muso, affondando i suoi canini sul rivale.

"ZAA!" la volpe strillò in un guaito di dolore e subito la sua presa sulla coda svanì, oltre a rilasciare al vuoto il suo attacco, finendo per danneggiare in maniera molto ridotta il suo avversario. Entrambi barcollarono per Urtoscuro, ma Pikachu non mollò la presa.

Si aggrappò con le zampe al resto della faccia di Zoroark e prima che egli potesse morderlo allo stesso modo, gli scagliò addosso un Energisfera, con il Pokémon di tipo Buio impegnato a cercare di afferrarlo.

Le sorprese non erano finite.

E Duncan si ritrovò a rilasciare un'altra semi-risata, era un'emozione incontrollabile.

Opposto a lui, Ash osservò la reazione e se da una parte si ritrovò confuso, dall'altra capì che quella lotta aveva colpito nel segno. Le emozione del suo sfidante stavano venendo a galla e probabilmente, anche se a modo suo, si stava divertendo.

Sentiva che gli stavano donando a vicenda un incontro mai sperimentato prima.

E voleva chiuderlo in bellezza.

"Pikachu staccati e termina con un ultimo Codacciaio!"

"Basta così."

Calò un iniziale silenzio.

Pikachu e Ash rimasero confusi e subito si fermarono. Il topo elettrico atterrò a terra e piegò appena la testa in confusione. Allo stesso modo Zoroark con un po' di dubbi si rivolse al proprio allenatore, anche se con voce dolorante "Z-Zo?"

In un attimo, sembrò che Duncan si fosse ricomposto del tutto, eppure qualcosa era diverso. Al posto di avere un'espressione totalmente apatica, sfociava più sull'annebbiato. Il tono di voce era tornato regolare ma non suonava disinteressato quanto lo era prima della sfida.

"Mi duole interrompere così la lotta ma devo proprio andare. Il mio tempo è scaduto" disse lui, affermazione alla quale gli altri due ragazzi non seppero come reagire. Sembrava dispiaciuto? Ma anche sobrio e indecifrabile.

"..M-Ma..!" Ash balbettò con confusione.

"Il tuo Pikachu si è comportato abbastanza bene. E' stata un'esperienza certamente... interessante." commentò richiamando Zoroark nella sua sfera.

Il ragazzo corvino si massaggiò un po' il capo "Uh... quindi terminiamo così?"

Serena intervenne avvicinandosi "In teoria sarebbe una vittoria per Ash per forfait..."

Duncan fece delle piccole spallucce, non gli interessava davvero della sconfitta. Ma aveva dovuto fermare la lotta.

O per essere precisi, sentiva il bisogno di fermare se stesso e quelle sensazioni travolgenti che la sfida gli stava trasmettendo.

Troppo intense.

"Però una vittoria così non la sento proprio... completa." borbottò Ash abbastanza forte da farsi sentire dagli altri due. "Beh, direi allora che possiamo considerarla solo sospesa! Riprenderemo la prossima volta! Che ne dici?"

"La prossima volta?"

"Beh sì. Ho il presentimento che ci rincontreremo e allora potremo batterci e concludere la sfida!"

"Un'altra sfida... contro di lui..." provò un piccolo formicolio alla mano all'idea. Per qualche motivo non rispose in modo negativo, la prospettiva lo intrigava.

Non lo diede però a vedere; si girò dall'altra parte e iniziò a camminare via, lasciando indietro il povero allenatore confuso.

Tuttavia, una volta distante, la mano che gli era formicolava inosservata si alzò appena in cenno di saluto.

Non un saluto da addio, ma da "Alla prossima".

Il ragazzo sorrise e ricambiò, anche se consapevole che l'altro non avrebbe visto la sua mano alzarsi. Qualcosa gli diceva che lo avrebbe capito lo stesso.

Dopo qualche minuto di silenzio, Serena fu la prima a parlare "Beh... un tipo particolare direi"

Ash annuì "Hmm, però mi è sembrato che qualcosa fosse cambiato durante la nostra lotta. Non nel senso che era meno ambiguo, ma era come se fosse fuoriuscito qualcosa dal suo guscio."

"A volte alcune persone hanno difficoltà ad esprimersi o proprio a provare emozioni e interessi. Forse non si aspettava che tu e il tuo Pikachu foste così forti e la sorpresa lo ha totalmente sconvolto" osservò lei "Oppure semplicemente lo hai divertito molto. Chiunque lotti con te penso si diverta."

"Ah, dici?" sorrise lui.

"Sicuramente, dopotutto anche io ho lottato contro di te"

Ash ridacchiò "In quel caso mi fa piacere! Anche perché pure io mi sono divertito molto! Era da tempo che non mi sentivo così..." Da tempo non aveva più lottato seriamente contro qualcuno e le emozioni di queste esperienze si erano nascoste nel profondo del suo cuore "Ho provato i brividi! Mi mancava molto..."

"Hmm"

Il ragazzo sospirò. Ne aveva ricevute tante di nuove emozioni in quegli ultimi giorni e non voleva terminasse... "Ci saranno tanti allenatori come lui e voglio risfidarli..."

Le sue parole andarono pian piano a svanire.

Anche Serena lo notò chiaramente e con un sorriso lieve si avvicinò a lui, rimanendo però silenziosa.

"Voglio tentare la lega..." ammise Ash a bassa voce, ma allo stesso tempo con estrema onestà.
Voleva riprovarci.
Non sapeva a cosa avrebbe portato, non sapeva nemmeno se davvero lo avrebbe avvicinato al suo sogno, ma lottare così... Lottare come aveva fatto contro Duncan lo divertiva. Lo emozionava e incoraggiava a dare sempre di più.

Voleva a tutti i costi riprovare quelle emozioni.

"Pika!" la voce del topino lo fece voltare verso il basso.
Trovò Pikachu sorridente, con un pugnetto alzato verso di lui.Leggendolo negli occhi, sapeva che entrambi provavano la stessa cosa e quella convinzione, quell'accordo silenzioso, fu più che chiaro.

Ash alzò il pugno, pronto a toccare quello di Pikachu con gentilezza...

Ma appena si avvicinò quello di Pikachu cominciò pian piano a scendere e come a rallentatore vide il corpo del suo amico crollare a terra.

"P-Pi..." fu il mormorio dolorante che sentirono Ash e Serena.

"Pikachu!!"

Il ragazzo subito si inginocchiò a terra e prese il Pokémon tra le braccia, cercando di smuoverlo appena "Pikachu!! Che succede?!" alzò la voce preoccupato.

Aveva visto l'amico esausto dalla sfida, ma gli sembrava relativamente a posto a livello fisico quando si era avvicinato zampettando.

Guardando meglio però, vide chiaramente che i danni subiti erano peggiori di quel che era parso in precedenza. Come se gran parte di essi fossero stati trattenuti per l'adrenalina.

La preoccupazione di Ash aumentò considerevolmente e raggiunse il suo limite quando, dopo i ripetuti tentativi, Pikachu non accennò risposta e iniziò a respirare in maniera irregolare.

"Dobbiamo correre al centro Pokémon!" disse subito Serena, ovviamente dando il suggerimento più logico.

Ash strinse ancor più Pikachu nella sua presa per assicurarsi che non cadesse durante la corsa e partì in direzione del centro medico, seguito da Serena e gli altri Pokémon. "Tieni duro amico, ok? Andrà tutto bene..." Disse lui, incoraggiando però più se stesso che il Pokémon, incapace di sentire le parole dell'allenatore.

 

...

 

Non appena arrivati, Ash aveva affidato Pikachu alle cure dell'infermiera Joy, la quale immediatamente si era messa al lavoro e aveva portato il topino in ambulatorio..

Da allora erano passate almeno due ore di straziante attesa.

Non avevano idea di cosa potesse essere successo. In parte Ash era certo che fosse tutto sotto controllo, ma dall'altra provava un grande senso di colpa per aver sottovalutato le ferite del migliore amico. Avrebbe dovuto insistere e domandargli sulle sue condizioni invece di perdersi così nei suoi pensieri.
E pensare che aveva anche insistito per proseguire la lotta... cosa sarebbe potuto succedere se Duncan non si fosse ritirato?.

Serena rimase con lui tutto il tempo, offrendo la sua silenziosa presenza. Il loro incidente? Messo totalmente da parte. Ora ad Ash serviva il suo supporto e non avrebbe esitato a darglielo. Come poteva non farlo?

Nessuno dei due parlò fino a quando l'infermiera Joy non si palesò, facendo quasi sobbalzare il ragazzo che scattò in piedi "Come sta?!"

La donna sorrise cercando di calmarlo "Aveva subito delle ferite consistenti, ma si rimetterà a breve"

Tirarono tutti un sospiro di sollievo, in particolare Ash, il quale andò subito incontro al suo amico, sdraiato su una piccola barella e ricoperto da un lenzuolino. "Pikachu! Come ti senti?"

"Piii" scodinzolò lui appena. Era stanco ma si sentiva molto meglio.

"Per fortuna, mi hai fatto prendere un colpo..." mormorò Ash accarezzandolo dolcemente "Ma è anche colpa mia, avrei dovuto portarti subito a controllare"

"Chu!" scosse la testa appena il topino negando l'affermazione. Lui stesso si era sentito relativamente bene fino a quel minimo sforzo fatto per alzare il pungo. Non se lo era aspettato nemmeno lui.

"Probabilmente è stata l'adrenalina" rispose Joy interrompendo il momento "Da quel che ho potuto osservare mentre gli curavo le ferite, Pikachu pare aver passato un periodo fuori forma."

Ash spalancò appena gli occhi. "In effetti non abbiamo affrontato grosse sfide per parecchio tempo. Però quando abbiamo lottato prima non mi è sembrato così diverso dal nostro ultimo incontro di alto livello."

"Quello grazie appunto all'adrenalina provata durante la lotta. Deve avergli dato la spinta di continuare a lottare ed eventualmente quando tutto è finito il suo corpo ha reagito, registrando la vera mole dei danni" spiegò lei.

"Oh, ecco perché ci sembrava tutto ok..." scambiò uno sguardo con Pikachu che annuì.

"Per stanotte ci vuole assoluto riposo, ma domani sarà già in ottima forma!" li incoraggiò l'infermiera con positività.

"Potrebbe stare con me? Oppure deve rimanere sotto osservazione?" domandò Ash, non impedendo però di far intuire quale delle due opzioni preferisse.

La donna ridacchiò appena e sospirò, ma diede il suo consenso "Puoi tenerlo a dormire con te, ma come detto deve riposare al massimo!"

"Sarà fatto!" assicurò lui con un sorriso e con gioia di poter riabbracciare il suo amico fin da subito. Pikachu si alzò su due zampe ed estese quelle davanti verso l'allenatore con un bimbo che vuole farsi prendere in braccio dal genitore. Ash non esitò e lo accontentò volentieri, afferrandolo con cura e assicurandosi che fosse in una posizione sicura e comoda.

I due si avviarono verso la camera e chiusero la porta dietro di loro. Ash appoggiò subito Pikachu sul proprio letto, lasciandolo rannicchiare sotto le coperte, come quando un Pokémon selvatico si nasconde nella sua tana.

"Incredibile quanta forza possa nascondersi sotto un dolce musetto" commentò Serena.

Ash ridacchiò leggermente "Ho pensato la stessa cosa varie volte, soprattutto all'inizio del mio viaggio. Anche se mi sono dovuto ricredere alla prima scossa"

"Ha messo subito in chiaro le cose, prima di convincere gli avversari bisogna convincere il proprio allenatore!" scherzò lei.

"Facile da dire quando sei stata l'unica delle mie compagne di viaggio a non essere elettrizzata!"

"Tutta questione di charm!" ridacchiò lei.

"Non ho una vera risposta a questo in effetti" ricambiò Ash con una risatina.

Ci fu un momento di silenzio, poi il ragazzo si girò verso l'amica e la guardò con un sorriso "Per caso hai già sonno?"

Serena scosse la testa confusa "Non proprio, come mai?

Ash si allontanò dal letto e parlò a bassa voce "Ti va una passeggiata? E' abbastanza presto e non penso di potermi addormentare"

La ragazza lesse uno strano sguardo negli occhi del ragazzo, ma non esitò a rispondere "Certo"

L'allenatrice prese due Pokéball e richiamò Pancham e Braixen in esse. Tuttavia, non si accinse a prendere quella di Sylveon, rivolgendosi invece alla volpina. "Rimarresti qui a tener compagnia a Pikachu?" Stavolta non avrebbe abbassato la guardia, anche se sapeva che era improbabile che il Team Rocket attaccasse una seconda volta quella giornata.

Sylveon annuì felice, saltando sul letto e sedendosi poco lontano dal topino, già sprofondato in un sonno profondo.

Ringraziandola, i due uscirono e scesero nella hall.Passarono davanti agli apparecchi per le chiamate e in quel momento al ragazzo venne un'illuminazione e si fermò "Ti spiace se prima faccio una chiamata?" Indicò il ragazzo.

Serena alzò le spalle "Certo che no-" la ragazza sussultò alle sue stesse parole e si rabbrividì. "Oh, devo anche io fare una chiamata urgente!" Come aveva potuto dimenticarsi di dire a sua madre che era partita per una nuova regione?

Ash non capì il motivo del nervosismo dell'amica, ma annuì incoraggiandola "Allora ci becchiamo appena abbiamo finito entrambi..."

"G-Già..." la ragazza subito scattò in direzione di uno dei telefoni, lasciando abbastanza spazio tra lei e Ash, in modo da non disturbarsi durante le conversazioni.

Entrambi composero i numeri e attesero una risposta dall'altro lato della chiamata.

Ash rimase un bel po' ad aspettare, iniziando a credere che non avrebbe risposto nessuno. Nella sua mente balenò il fuso orario di Kanto e si diede una leggera pacca sulla fronte. Avrebbe dovuto chiamare subito appena arrivato, invece aveva aspettato e adesso era notte fonda da sua madre.

La faccia della donna rappresentò a pieno il suo pensiero, sembrava uno zombie "Tesoro sei tu?"

"Ehi mamma! Scusa l'orario... mi sono dimenticato di chiamare..." si grattò appena il capo con imbarazzo.

La donna sbadigliò accennando un sorriso "Come sempre... me lo aspettavo quindi non preoccuparti. E poi sei l'unico che mi chiamerebbe a quest'ora."

"Eheh..."

"Beh ormai sono sveglia, quindi dimmi, com'è andato il viaggio? E la tua prima giornata? Serena come sta?"

Ash le fece segno di rallentare, non riuscendo a rispondere tutto in una volta. Riusciva a straparlare anche da mezza addormentata, chissà come sarebbe stata se l'avesse chiamata ad un orario più decente.

"Allora, il volo è andato bene come, come al solito, e anche il pasto era immangiabile come sempre."

"Ahahah non è una novità, ma penso che tu abbia rimediato, no?"

Mannaggia a lei e la sua abilità a toccare sempre un punto scoperto.Sua madre non poteva sapere, ma il pranzo era stato proprio il punto più delicato di quella giornata e sebbene fosse proprio il motivo per cui l'aveva chiamata, non pensava di iniziare così la discussione.
Ma ormai, rotto per rotto...

"Tesoro? Tutto bene?" Domandò la voce dolce di Delia, subito sospettosa di quel silenzio.

"Sì... è solo che..."

"Vi ha attaccati ancora il Team Rocket?"

Ash la guardò stranito "E tu come fai a saperlo?"

"Non lo sapevo" ammise lei con una smorfia "E speravo di no, ma ormai sappiamo come funziona..."

"Beh sì..." concordò Ash, tuttavia scosse la testa "Ma non si tratta di quello. Vedi..."

"Si tratta di Pikachu?" Domandò nuovamente con preoccupazione la madre, di nuovo ricevendo l'espressione sorpresa del figlio. "Non è lì con te."

"Uh, abbiamo sfidato un allenatore e ne è uscito abbastanza conciato male, ma per fortuna alla fine non era nulla di grave..." Delia annuì confortata dalle parole del figlio "Ma ancora, non si tratta di quello. E'-"

"Serena?" Provò infine la donna, mettendo a tacere Ash, il quale non trovò nemmeno le parole per rispondere.

A volte sua madre gli faceva paura.


E non servì nemmeno domandare "Non sottovalutarmi"

Non lo faceva, ma decise di non controbattere e rimanere in silenzio, cosa che insospettì enormemente la donna. Certamente era successo qualcosa tra i due e sperava che non fosse nulla di negativo, soprattutto quando il loro viaggio era appena iniziato. Non si aspettava una chiamata improvvisa che le desse la buona novella della loro nuova relazione, conosceva fin troppo suo figlio, ma almeno non ne voleva nemmeno una sull'opposto!

"Avanti, dimmi cosa è successo."

"Mi prenderai in giro..."

La donna subito lo guardò con sguardo severo ma non da rimprovero "Ash, c'è un momento e un luogo per ogni cosa, anche qui, ma non ora."

Parole familiari...

Delia sapeva riconoscere il momento per scherzare e quello per ascoltare con cura. Dall'espressione sul viso del figlio, vedeva chiaramente un certo timore che raramente lasciava trasparire.

Era sua madre, chi altri poteva offrirgli consiglio?

"Vedi... c'è stato un piccolo incidente su cui non mi dilungherò,-" Delia annuì, senza spingerlo a parlare di cose che non se la sentiva di confidare "-e penso che Serena voglia parlare della cosa."

Delia alzò un sopracciglio, segno che si aspettava come avrebbe proseguito Ash.

"Io non sono sicuro di volere perché non so ancora cosa dire e... pensavo di aspettare? Ma non mi sembra più la cosa migliore." Confessò sempre più goffamente.

Sebbene non nei dettagli, bastò affinché Delia capisse i sentimenti del figlio. Aveva le sue speculazioni su cosa fosse successo, ma le avrebbe conservate per un'altra occasione "È semplice tesoro, sai già che non parlare è la scelta sbagliata. Quindi parla con lei"

"M-Ma io non so cosa dirle!"

"Esattamente quello. Dille che non sai ancora darle una risposta."

Ash non parve molto convinto. "Non sarà peggio?"

"Dimmi Ash, cosa pensi che succederà se le dirai così? Reputi che possa rovinare il vostro legame?"

Subito Ash scosse la testa. No, non credeva affatto fosse possibile, o almeno lo sperava caldamente.

E non era più tanto sicuro che la ragazza non soffrisse già quanto non avrebbe sofferto con una risposta indesiderata.

Aveva più paura di approfittare della situazione, di quel sentimento.

Vedendo il cruccio sul viso del figlio, Delia sorrise dolcemente. Fosse stata lì con lui, gli avrebbe preso la mano per trasmettergli più certezza, ma avrebbe dovuto far bastare le parole "Allora credimi che a volte è meglio essere schietti ma onesti con se stessi e gli altri, piuttosto che lasciare modo che ci siano grosse incomprensioni."

"Penso tu abbia ragione" finalmente si convinse il ragazzo. "Parlerò con Serena"

Doveva fare anche lui un passo, se voleva che quel viaggio andasse bene. E per farlo doveva rispettare i sentimenti di Serena.

Delia tirò un sospiro di sollievo. Era sicura che di qualunque cosa si trattasse, avrebbero trovato una soluzione.

Per un attimo, notando di nuovo il ragazzo silenzioso si chiede se non vi era altro che doveva dirle.

Ben presto, i suoi sospetti divennero concreti.

"Mamma... ricordi quello che mi hai detto prima di partire?"

"Probabilmente sì, ma devi essere un po' più preciso tesoro. So anche io di essere una chiacchierona" rispose.

"A proposito del non doverti rendere fiera perché già lo sei..."

Delia si tirò su appena "Certo e te lo rammento."

"Lo so..." ammise lui un po' titubante "So che devo rincorrere i miei sogni prima di tutto per me stesso, ma ogni volta che l'ho fatto non è finita molto bene..."

"Ash-"

"Prima di partire per Kalos ti ho promesso che avrei vinto la Lega... e anche se ho fatto un passo in avanti alla fine non sono riuscito a mantenere la mia parola." abbassò appena la testa "Quando mi hai fatto quel discorso, sapevo che ti riferivi anche a questo..."

La donna attese un momento a rispondere ma poi confermò: "Sì."

Aveva realizzato che il suo sogno non era più solo il suo, ma anche di chi lo sosteneva. Si era però concentrato così tanto sul non deludere gli altri che aveva ignorato quello che sentiva."

Gli sembrò di sentire ancora il calore delle mani degli amici sulla sua.

Tutti i legami che aveva stretto con i suoi Pokémon, la forza che aveva raggiunto... il divertimento che provava lottando e allenandosi...

Quello aveva provato durante la lotta contro Duncan. La voglia di realizzare qualcosa per se stesso e per Pikachu.

Con determinazione alzò il capo.

"Parteciperò ancora alla lega! Ci sono tanti allenatori forti e anche se non so bene se mi aiuterà nel mio sogno...-"

"È divertente." Sorrise Delia, concludendo per lui.

Ash annuì "Non voglio che sembri una perdita di tempo, tipo rincorrere qualcosa di irraggiungibile o di inutile..."

Ma voleva solo divertirsi. Voleva diventare Maestro Pokémon, ma voleva anche prendere le cose per quello che gli trasmettevano. Altrimenti perché inseguire un sogno provando solo angoscia?

Non voleva rischiare di detestare il motivo stesso per il quale aveva vissuto una vita così ricca.

Ash strinse un pugno con convinzione e lo appoggiò al suo petto "Ce la metterò tutta! Lo prometto"

"So che lo farai..." Si asciugò gli occhi umidi la madre. "Lo hai sempre fatto"

"Hm!" annuì lui "Ora ti lascio andare... è ancora tardi per te. Ci sentiamo presto!"

La donna annuì stanca, ma rasserenata "Buonanotte e mi raccomando, prenditi cura di te"

"Certo. Buonanotte." la salutò lui spegnendo la chiamata e salutandola con la mano.

 

...

 

"Pronto? Chi è?"

"Pronto mamma..." la voce nervosa di Serena salutò.

Sapeva che avrebbe dovuto essere più che convincente nelle sue argomentazioni per il viaggio. Primula era molto più comprensiva rispetto al passato ma era ancora un po' rigida quando si trattava di grosse scelte.

Specie dopo quello che era successo negli ultimi mesi.

La donna residente a Borgo Bozzetto riconobbe subito la voce di sua figlia "Oh ciao Serena! Come stai?"

"Io sto bene, grazie!"

"Sicura?" domandò Primula con espressione premurosa "È da un po' che non ti facevi sentire."

"Sto molto meglio" di nuovo rassicurò la ragazza dolcemente, comprendendo i timori della madre. Lo sarebbe stato anche lei al suo posto, visti gli avvenimenti degli ultimi mesi.

"Mi rende felice, ma non avevo molti dubbi. Lì a Kanto con Ash... hai probabilmente la testa tra le nuvole."

Serena arrossì lievemente, scuotendo la testa "A dire il vero..."

"A dire il vero?" il viso di Primula si fece curioso, scrutando quello della figlia.

"N-Non sono esattamente a Kanto."

"...Eh?"

"Siamo un po'... f-fuori dalla regione." mostrò il sorriso più ottimista che poté, sentendosi un peso in gola uscire pian piano.

"E dove sei allora?" sbarrò appena gli occhi la donna un po' stranita.

"MitrovoaForsia!"

"...eh?"

"Mi trovo a Forsia."

Primula aspettò che l'informazione diventasse chiara nella sua mente. Quindi sua figlia non si trovava affatto dove aveva detto che sarebbe andata e stava facendo chissà cosa? "Serena...-" il viso della donna mutò con preoccupazione e severità.

"Sono andata a Kanto! E sono stata da Ash per aiutarlo a tirarsi su. Non ho mentito su quello. Solo che mentre eravamo là ci è stata data la possibilità di venire a Forsia per fare un favore al professore della regione..."

"E hai accettato di partire con Ash" sospirò Primula "E immagino sia una breve deviazione, giusto?"

Serena si morse appena il labbro, ma la sua risposta fu decisa "A dire il vero la mia intenzione sarebbe di viaggiare per la regione con Ash, già che ci siamo..."

L'espressione di Primula non sembrò del tutto soddisfatta dalle parole della figlia. Era sempre stata abbastanza restia dal lasciarla decidere da sola e aveva notato fosse un suo difetto. Aveva cercato quindi di migliorare e supportarla con il passare del tempo, in primis lasciandola andare a Hoenn.

Ma il risultato di quella scelta non era stato ottimo. Ora più che mai voleva proteggerla da qualunque scelta che l'avrebbe potuta urtare o farla perdere ancora di più. "Questo vuol dire che ci sono i Varietà? Hai deciso di riprendere ad esibirti?"

"Hmm... non esattamente..."

"Una vacanza?"

"No? Non ho ancora deciso di preciso cosa fare, ma potrei tentare..."

"Quindi non hai dei piani precisi, è solo una fuga d'amore..."

Serena prese un respiro profondo per evitare di dire qualcosa di sgradevole, il che non avrebbe rappresentato la persona che è. Per qualche motivo, messa in questo modo l'affermazione le dava fastidio. Certo, era innamorata di Ash, ma lui era solo uno dei suoi obbiettivi.

Sapeva che per ricevere l'approvazione di sua madre l'ultima cosa utile era dimostrarsi in esitazione. "Non è una fuga d'amore" controllò di fianco a lei che l'amico fosse al telefono e non avesse sentito "Ed è vero, non ho dei piani precisi per quanto riguarda la mia carriera, ma ho dei piani per quanto riguarda il percorso che voglio fare per riscoprire me stessa"

"Riscoprire te stessa?" domandò confusa Primula.

"Ho ancora intenzione di dedicarmi alle performance, ma devo ritrovare le giuste motivazioni per farlo. Voglio diventare Regina dei Varietà per donare un sorriso agli altri ma se voglio farlo... dovrei anche sorridere me stessa."

"Hmm" incrociò le braccia la madre, annuendo "Mi dispiace tesoro. Non sono contraria se vuoi prenderti altro tempo, solo mi preoccupo che rimetterti in viaggio così senza avere le idee chiare possa peggiorare le cose"

"Lo so... mentirei se dicessi che non ci ho pensato. Ma stando a casa o tornando a Hoenn non ritroverò la motivazione. Ho i miei Pokémon, e finché ci sono loro andrà tutto bene." E Ash, ma non serviva specificare oltre.

"Immagino che anche se mi avessi chiamata prima di partire probabilmente non avresti cambiato idea. E se sei così convinta forse è la scelta giusta." Primula sorrise supportiva "Cerca solo di stare attenta, ok?"

"Certo" assicurò la ragazza. "Ti chiamerò, non preoccuparti. E ti prenderò qualche souvenir!"

"Questo è fondamentale!"

Serena ridacchiò scuotendo la testa "Ora devo andare" disse lei notando che Ash stava salutando con la mano lo schermo, segno che aveva terminato la chiamata. Ora non aveva fastidio che sentisse le sue parole, ma non voleva farlo attendere.

"Ok, ti auguro buonanotte!"

"Notte mamma" salutò lei dolcemente, premendo con gentilezza la cornetta al suo posto.

"Ehi! Tutto fatto?" domandò il ragazzo avvicinandosi, vedendo che l'amica aveva finito la chiamata.

"Hmm!" confermò lei annuendo.

"Che ne dici? Andiamo a fare quella passeggiata?"

"Certo!"

 

...

 

Il bello di trovarsi in un paesino e non in mezzo ad una metropoli era la mancanza di inquinamento luminoso. La volta stellata sopra le loro teste altrimenti non sarebbe stata visibile così facilmente.

Sdraiati su un prato poco distante dal centro Pokémon, i due osservavano quei puntini brillanti nel cielo, godendosi la freschezza di quella tarda serata.

Per parecchi minuti i due non osarono parlare, preferendo godersi quella pace e tranquillità. Nessuna stella cadente aveva ancora solcato il cielo, ma i loro occhi rimanevano puntati in attesa di scorgerne qualcuna.

Attendere la fortuna però non avrebbe davvero aiutato il suo caso, questo Ash lo sapeva. Se voleva risolvere le cose doveva prendere in mano la situazione lui stesso e sapeva di doverlo fare.

Serena non sembrava più tanto turbata e forse avrebbe anche potuto approfittare della cosa come aveva inizialmente pianificato, ma non voleva più vedere quell'espressione sul volto dell'amica.

"Serena...?"

"Hm?"

"Possiamo parlare di... quello che è successo oggi?" Domandò, sotto sotto temendo di essersi fatto coraggio per nulla.

Serena voltò immediatamente la testa con sorpresa "Uh... certo."

"Ok, bene..." A quel punto di nuovo Ash si trovò incapace di trovare le giuste parole. "I-Io... non saprei come spiegarmi"

La ragazza sorrise con tenerezza. Vedere Ash goffo nel trovare le parole era una cosa così rara e quasi lo avrebbe trovato tenero, se non sapesse quanta difficoltà stava trovando. O se non sapesse che forse stava cercando le parole di respingerla più gentilmente possibile.

Forse allora toccava a lei iniziare. Lo avrebbe aiutato, qualunque fosse stato il risultato. Dopotutto, ciò non poteva che aiutare anche se stessa in qualche modo. "Non ho mai detto le cose chiaramente, ma quando a Kalos ti ho baciato non l'ho fatto solo per togliermi uno sfizio." Ammise.

Non se lo aspettava, ma stava parlando con una semplicità che non pensava avrebbe mai trovato. Un pò di nervosismo c'era, perché le pareva di star mettendo sotto i riflettori i suoi sentimenti per la prima volta, sebbene la loro natura fosse stata rivelando già da molto tempo ormai.

"Quindi io ti... p-piaccio?" Domandò il corvino ancora più goffamente, trovando quelle parole così strane dette in quel contesto. Non aveva mai davvero pensato che qualcuno potesse provare quel tipo di sentimenti per lui, tantomeno una ragazza fantastica come Serena.

Riflettendoci, quella domanda doveva avere già una risposta implicita, dopotutto Serena gli aveva appena ammesso che il bacio non era stato una cosa così a caso. Tuttavia lei rimase composta, rispondendo con tono candido "Sì."

"Da quando?"

"Da sempre."

Ash la osservò confuso. "Cioè?"

Serena arrossì sempre più. Fare quella conversazione con Ash come se nulla fosse, senza nemmeno che stessero insieme, era così imbarazzante "Da quando ci siamo incontrati da bambini e mi hai aiutata" Si voltò poi verso di lui, non notando le sue gote leggermente arrossate "Avevi questa gentilezza che nessuno mi aveva mostrato prima di allora... e quando parlavi dei Pokémon lo facevi con un entusiasmo così contagioso! E quando ti ho visto in televisione dopo che ti sei lanciato dalla Torre Prima, e sì, mi hai fatto venire un colpo-"

"Eheh, scusa" mormorò lui con voce più acuta del solito, in verità sentendo il suo viso farsi sempre più caldo.

"-e quando ti ho visto ho pensato di incontrarci così che ti potessi ridare il fazzoletto e farti un saluto. O almeno era uno dei motivi per cui ho lasciato casa. Poi sai com'è andata, i miei sentimenti non sono mai cambiati e sono solo cresciuti"

Era tutto così strano, ora che tornava indietro tanti atteggiamenti di Serena trovavano spiegazione. "Mi chiedo come mai non l'abbia mai notato..."

"Me lo chiedo anche io, lo sapevano praticamente tutti."

Quelle parole lo resero ancora più frustrato, facendolo girare nuovamente a pancia in su e sbattere le mani sul viso "Arghhh! Faccio pena in queste cose!"

"Nessuno si è mai dichiarato a te?" Domandò Serena stupita.

"Certo che no!" Non era il tipo da catturare l'occhio, anche a scuola le ragazzine preferivano bambini carini e popolari, piuttosto che lui. E doveva ammettere che non aveva proprio un bel carattere anni prima. Con Serena forse si era lasciato andare parecchio, ma ottenere la licenza di allenatore e partire per il suo viaggio lo avevano reso un pallone gonfiato e un arrogante invidiabile a Gary.

"Ti sottovaluti, sono sicura che durante i tuoi viaggi probabilmente parecchie ragazze hanno puntato gli occhi su di te" Sospirò Serena. Se non aveva notato i suoi sentimenti che erano palesi non la stupiva che non avesse visto quelli di coloro che erano molto più brave di lei a nasconderli.

Il ragazzo, colto dall'imbarazzo, prese il cappello e si coprì la faccia, mugugnando.

Serena si lasciò scappare una risatina, sapendo che da lì in poi la questione potrebbe averla portata a far tutt'altro che ridere. Sapeva che Ash era una persona che teneva tanto ai suoi amici, questo voleva dire anche lei e non era così meschina da non riconoscerlo. Teneva tanto quanto lui alla loro amicizia.

Semplicemente un dolore di cuore non era qualcosa di facile da sopportare. "Ascolta, se te non r-ricambi, non devi preoccuparti. Possiamo mettere quel bacio alle spalle e non cambierà null-"

"No, quello no!" Subito negò lui frettolosamente, pur non cessando il rossore sul suo viso. Non sapeva ancora per certo la sua risposta, o se si sentiva pronto per una relazione, ma non voleva assolutamente dimenticare quel bacio, o quello che significava.

Era egoista forse, per motivi che non riusciva a capire, ma davvero non voleva. "N-non è questo. E' che io non so ancora che risposta darti."

Onestamente, non sapeva cosa aspettarsi, e per quanto sperasse in una reazione meno negativa possibile, certamente non immaginava che la prima cosa che lei gli avrebbe rivolto fosse un sorriso.

In verità quello era esattamente ciò in cui la ragazza aveva sperato. "Allora prenditi il tempo che ti serve" Certo non stava ricambiando i suoi sentimenti, ma li stava considerando e permettendo di crescere.

Ash si tirò su di scatto, sedendosi. "M-Ma non so quando potrei avere la risposta! E ti farei aspettare per tutto quel tempo con la possibilità che alla fine-"

"Aspettare o no, quella è una decisione mia." Dichiarò lei convinta "A me basta che quando avrai una risposta me la dirai"

"Però..."

La ragazza pure si tirò su e lo guardò con determinazione, ma anche pazienza. L'ultima cosa che desiderava era che Ash si vergognasse della sua richiesta. Era nei diritti del ragazzo, come nei suoi di dire di no. 

Ma lei poteva e voleva dire di sì "Se i miei sentimenti dovessero cambiare, prometto che te lo dirò" appoggiò gentilmente la mano sulla sua "E anche se non dovesse succedere nulla, tutto questo non è a vuoto."

L'allenatore non riuscì a non ricambiare il sorriso. Effettivamente, il suo cuore si sentiva confortato da quelle parole. Lo sapeva a cosa si riferiva la ragazza. "Sì, siamo amici" Era inevitabile purtroppo che qualcuno sarebbe rimasto ferito se le cose non sarebbero andate come sperato, ma erano amici e non sarebbe cambiato.

"In verità quando ti ho baciato volevo solo farti sapere cosa provavo, prima di andare per le nostre strade. Pensavo che il giorno in cui si saremmo rivisti sarebbe stato molto lontano, quindi per allora avremmo avuto entrambi una risposta" ridacchiò lei, pensando invece a come era andata effettivamente "Ma visto che ci siamo visti prima del previsto avevo pensato anche io all'inizio di non dire nulla e aspettare. Vedere come andava con il suo tempo"

Ash annuì, comprendendo "Possiamo ancora farlo. Possiamo semplicemente fare come sempre e vedere?"

"Okay" sospirò sollevata la ragazza, imitata poi da Ash.

Si sorrisero nuovamente a vicenda, entrambi arrossendo appena, e si risdraiarono sul prato, stavolta meno distanti l'uno dall'altra.

Si sarebbero presi il tempo che serviva per vedere come si sarebbe evoluto il loro rapporto, naturalmente.

"Sai," mormorò il ragazzo "E' un pò strano per me da pensare. E' la prima volta che mi trovo in questa situazione. Immagino che per te non sia stato lo stesso."

Serena sbarrò gli occhi "E cosa te lo fa pensare?"

"Non è così?" Domandò altrettanto sorpreso lui.

"Certo che no!"

Il ragazzo non riuscì a nascondere quanto la cosa lo lasciasse sbigottito. "M-Ma tu sei fantastica!" Per quanto sgradevole l'idea, non gli era difficile immaginare altri ragazzi a farle la corte. Anzi, l'aveva visto con i suoi occhi; Tierno un esempio lampante. Anche se allora non ci aveva fatto caso...

"E tu mi sopravvaluti..." arrossì lei. Non era affatto così fantastica come la definiva. Aveva tanti rammarichi e non era ancora facile amare se stessa come avrebbe dovuto.

Conoscere Ash l'aveva cambiata radicalmente e anche se aveva davvero cominciato ad avvicinarsi alla persona che voleva essere solo dopo essere diventata allenatrice, questo lo avevano notato i ragazzini della sua scuola. Da timida introversa era diventata molto più aperta, ma era sempre stato così palese che avesse qualcuno in testa che nessuno aveva mai osato davvero farsi avanti.

E poi, non tutte le cotte infantili sono destinate a durare e crescere.

"Non è vero, sono onesto" Insistette lui. Almeno quello poteva sostenerlo, qualunque fosse il loro tipo di rapporto. Era la semplice verità.

"Hmm, vorrei crederlo anche io" si lasciò scappare la ragazza, cosa di cui si pentì immediatamente, subito voltando appena la testa dall'altra parte.

Sperava non avesse sentito, ma sapeva bene che lo aveva fatto. 

Infatti Ash subito assunse un'espressione di disapprovazione. "Serena, sei letteralmente una delle persone migliori che conosca. Sei gentile e generosa, cerchi sempre di fare il tuo meglio e migliorare. Hai fatto un percorso incredibile da quando sei partita! Sei persino arrivata alla finale del Master Class! Sai io quanto ci ho messo ad arrivare alla finale di una lega, senza contare quella di Orange?"

"Hai avuto però una crescita costante però..."

"E te no? Sono stato presente per tutto il nostro viaggio a Kalos, solo a-"

Calò il silenzio tra i due, notando che l'aria si era fatta incredibilmente pesante.

Di nuovo, un sentimento di disagio invase lo stomaco di Serena e subito Ash non poté che sentire della preoccupazione. 

Ogni volta che Hoenn veniva a galla, poteva leggere il dolore negli occhi dell'amica. Quel dolore che ti fa sprofondare, ti fa sentire solo al punto che tu stesso ti isoli. Odiava così tanto anche solo l'idea che lei dovesse provare qualcosa del genere.

Se c'era una cosa che però aveva imparato in quella giornata, era che anche se qualcuno non si sentiva pronto a parlare, a volte bastava ricordargli che c'era qualcuno che forse avrebbe aspettato.

Lui per lei l'avrebbe fatto. "Serena, se è successo qualcosa a Hoenn... non devi dire per forza cosa sia successo ma se mai te la sentirai ci sarò."

La performer lo osservò silenziosamente, non pareva del tutto convinta, ma gli donò un sorriso di gratitudine "Grazie"

"Cerca solo di ricordarti nel frattempo che se sei arrivata fin qui c'è un motivo, e tutti noi che ti conosciamo sappiamo quel che vali! Che sia da performer o no! Io faccio il tifo per te..."

Lei annuì, arrossendo. Ci avrebbe sicuramente provato. "E io per te"

"Ehe... mi servirà!" Ridacchiò lui "La corsa alla lega sarà dura se sono tutti forti quanto Duncan"

"Ah," sorrise la ragazza "Quindi sei proprio deciso che parteciperai?"

Lui confermò: "Non so ancora se è la strada giusta, ma lottare mi diverte, quindi tanto vale farlo, no?"

Serena sorrise caldamente "Sono davvero felice per te" Ed era certa che avrebbe fatto benissimo, che avesse vinto oppure no. Anche se avrebbe sempre creduto nelle sue capacità.

"E sono sicuro che anche te troverai la risposta." Alzò un pugno in cielo, incitando Serena a fare lo stesso. Le due mani si accostarono e mirarono verso le stelle.

"Verso i nostri sogni?"

"Verso i nostri sogni"

In qualche modo, avrebbero trovato la via.

...

.

.

.

 

Nota d'autori:
 

Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto!

* Innanzitutto, riferendoci alla spiegazione del piatto che Ash e Serena hanno mangiato...C'è questa errata convinzione all'estero che gli spaghetti con le polpette visti in Lilli e il Vagabondo, o in qualsiasi altro media, siano un piatto tradizionale italiano...Sbagliato! E' un piatto italo-americano, ispirato alla nostra vera pasta e polpette, ma molto diverso da quello che viene solitamente rappresentato! Noi abbiamo fatto questo piccolo principalmente per i nostri lettori inglesi, tuttavia se siete curiosi potete vedere questi video dove spiegano tante ricette italiane!https://www.youtube.com/watch?v=p9Rx2clPSkU&t=615s&pp=ugMICgJpdBABGAHKBRtwYXN0YWdyYW1tYXIgcGFzdGEgcG9scGV0dGU%3D

 

In questo capitolo inoltre abbiamo voluto affrontare il rapporto tra Ash e Serena prima di andare avanti con la storia perché è qualcosa che necessitava di un po' di conversazione. Nelle nostre vecchie bozze e nei capitoli più avanti ancora da correggere, il bacio era quasi ignorato, i due si comportavano come se tutto fosse normale e non conoscessero i reciproci sentimenti, anche se Ash era meno ingenuo.
Tuttavia, ci siamo resi conto che era del tutto innaturale per entrambi i personaggi e per la loro crescita e abbiamo ritenuto che gli sforzi di Serena avrebbero dovuto essere adeguatamente riconosciuti. Proprio come dovevamo concentrarci sul lato della relazione di Ash, dato che il canon si concentrava maggiormente su Serena.
Questo tipo di bacio non è un momento ship in sé, ma ne vedrete molti altri man mano che la storia va avanti e i due prendono le cose per quello che sono.Passando ad un'altra nota... ecco il nostro Duncan! Nuovo rivale con non poche difficoltà ad esprimersi...
E Muttiny, il nostro cane regionale! Sì, lui in passato era Spotpup, ma abbiamo preso una strada diversa per facilitare il design.
Il profilo dex di Muttiny arriverà nel capitolo 6/7 e anche la mappa di Forsia!



 
   
 
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