Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Mery Rose    28/10/2016    0 recensioni
La storia inizia (è ambientata) da subito dopo la 5x01 ATTENZIONE! in questa mia ff, non seguirò tutti gli avvenimenti effettivamente avvenuti nel corso della storia, infatti molte parti "cruciali" le troverete rivisitate per esigenza di..."trama" xD
Può un cuore lacerato dalla sofferenza ed un animo infervorato dalla vendetta, trovare la pace nel perdono e nell'amore? Può l'oscurità converitrsi alla luce e trovare la redenzione?
Dal testo: "[...]Credi che essere me sia facile? Voi mi credete invicibile per via dei miei poteri, di ciò che sò e che potrei fare. Ma indovina un pò? Non è così. Non è mai stato così e non lo sarà mai.
Il male che mi porto dentro...la mia oscurità, non sarà mai sazia. La mia vendetta doveva essere il compimento dei miei sforzi, il mio destino dipendeva da quello. E se non ho la certezza di quello che ho creduto di essere fin ora, cosa potrò mai essere? Cosa mi rimane, se non il familiare e costante odio? Niente, ecco cosa. Alla fine, io non sono niente."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
        
 
 
 
 
 





                   Più di qualsiasi cosa al mondo
                                       Capitolo XII
 
 
 
Quella città di notte assumeva un aspetto veramente fiabesco. Forse dovuto al fatto che l’intera popolazione provenisse esattamente da un libro di favole? Il fatto era che nonostante tutte le disgrazie o intemperie che si potessero mai abbattere su di essa, continuava a preservare quell’anima pura e magica.
Cosa che non si poteva dire di Ashira.
Erano usciti da poco dalla foresta e adesso camminavano fianco a fianco per le vie scarsamente illuminate di quella città, diretti verso il nascondiglio di Nimue. Nessuno dei due aveva detto una sola parola da dopo quel “quasi bacio”. Sapeva che doveva concentrarsi sulla missione che l’attendeva, ma non riusciva a pensare ad altro che a quello che era quasi successo, senza però rimpiangere la sua scelta, o perlomeno…non del tutto.
Sentiva di aver fatto la cosa giusta. Non si sarebbe mai perdonata se, in qualche modo, avesse infettato l’anima di Lukas con la sua. Lui poteva ancora salvarsi, ma per lei non c’era alcuna redenzione.
Ma allora perché continuava a sentire come uno stiletto piantato nel cuore?
Un vento freddo cominciò a volteggiare per quella strada, costringendo Ashira a stringersi nella giacca di pelle, ma non soltanto per il freddo esteriore.
Mentre camminava, osservava di tanto in tanto Lukas con la coda dell’occhio, cercando di captare qualche segnale dal suo corpo che potesse suggerirle quale fosse il suo stato d’animo o a cosa stesse pensando.
<< Dovrebbe essere questa la casa, giusto? >> le chiese senza un tono specifico. La strega alzò lo sguardo sulla piccola villetta blu, percependone chiaramente la potente forza magica che ne derivava. Avrebbe dovuto intuire molti metri prima che si stavano avvicinando per via della traccia magica, ma era talmente presa dai suoi pensieri che non c’aveva fatto assolutamente caso. Annuì e senza aggiungere altro salì le scale del portico, pronta a forzare la barriera magica che proteggeva la casa. Ma sorprendentemente non trovò alcuna resistenza. Il campo energetico era stato abbassato. Fin troppo semplice e banale per una pura dimenticanza di Nimue.
<< Mi sta aspettando >> disse lugubre, passando la soglia della casa seguita a ruota da Lukas, ma appena fece per proseguire verso lo scantinato, si voltò.
<< Tu non andrai oltre. Se avrò bisogno, ti chiamerò. >>
<< Sappiamo entrambi che non lo farai. Preferiresti farti uccidere che farti aiutare, quindi non se ne parla >> affermò lui, guardandola con fredda determinazione.
Ashira stese un braccio ad indicare la porta, senza smettere di guardarlo << E’ una palese trappola, Lukas. Non ti darebbe neanche il tempo di scendere l’ultimo scalino che già ti avrebbe disintegrato! >>
Il cacciatore le fece un sorrisetto pericoloso << Felice di vedere che ti preoccupi così tanto per me, ma non devi temere. Posso contrastare la sua magia, ricordi? E poi…non sono un cacciatore alle prime armi, so bene come difendermi da alcuni attacchi magici. Devo ancora migliorare su quelli morali, ma ci sto lavorando… >> quell’ultima frase Ashira la recepì come una sottile frecciatina, ma adesso non aveva tempo per pensarci su. Gli si avvicinò, con tutta la sua testardaggine. Ma cos’altro poteva fare? Nessun incantesimo di costrizione avrebbe avuto effetto su di lui, e di certo non poteva sbatterlo fuori da quella casa senza aver attirato ulteriormente l’attenzione di Nimue. Non poteva controbattere assolutamente con niente. O quasi.
<< Credi che per me sia diverso? >>
Il cacciatore la guardò confuso << cosa? >>
<< Non saperti al sicuro. Credi che sia diverso per me? Tu vuoi proteggermi mentre io non posso farlo con te? >> continuava a guardarlo diritto negli occhi, mostrandogli la sua sincerità. Quello che aveva detto era vero, anche se le costò uno sforzo immane dirlo ad alta voce.
Perché significava che provava qualcosa per lui. Qualcosa di profondamente vero, pericoloso e sbagliato.
Lukas sembrò addolcire ulteriormente il suo sguardo su di lei e qualcosa balenò nei suoi occhi per un istante. Ashira riusciva a sentire l’andamento del suo cuore che in quel momento si avvicinava al rullo di tamburi. Senza alcun preavviso, gli portò le braccia dietro la schiena in qualcosa che doveva sembrare un abbraccio. Il ragazzo rispose solo dopo alcuni istanti di esitazione. << Grazie…per avermi tenuta d’occhio in tutti questi anni. Per avermi protetta. >> disse, poggiando appena la testa sulla sua spalla. In risposta la strinse di più a se e quel gesto servì a svuotarle l’aria dai polmoni, come se avesse trattenuto il respiro fino a quel momento. Sentiva come il bisogno di nascondere il suo viso nell’incavo del suo collo, lasciandosi stringere ma quello non era tempo ne momento. E forse – pensò amaramente la ragazza – non lo sarebbe mai stato. << Resterai qui, per me? >> disse, cominciando a dirigendosi verso la piccola porta in fondo alle scale.
<< Tranquilla, mi troverai qui. >> quasi poteva avvertire il suo piccolo sorriso quando pronunciò quelle parole e come per riflesso, sorrise anche lei.

Mentre si trovava a metà delle scale, sentì come sussurri provenire da dietro di lei ma quando si girò non trovò nessuno. Continuò a scendere imperterrita, sopprimendo qualsiasi paura ad ogni scalino, ma ecco che di nuovo tornarono quei sussurri anche se questa volta più forti.
Non provenivano da qualche parte di quella scalinata, erano nella sua testa! Killian le stava parlando con il Metapensiero. Si concentrò sulla voce del suo protetto.
Ashira, Emma sta peggiorando sempre di più. Io non voglio…non riesco ad accettare il fatto che dovrà sacrificarsi. Lo capisci, vero? Non posso…non possiamo lasciare che si sacrifichi per qualcosa di cui non ha la colpa, deve esserci un altro modo. Riusciva anche a sentire la profonda disperazione in quelle parole sussurrate alla sua mente. Non sapeva cosa rispondergli.
Se Emma fosse morta prima di poter canalizzare tutta l’energia di Nimue, l’intero mondo sarebbe stato alla mercé dei poteri incontrollati dell’Oscuro. Ma se Emma ci fosse riuscita, la città perderebbe la sua Salvatrice, la sua famiglia una figlia e Killian…perderebbe l’amore della sua vita.
Mi senti Ashira? Emma non riesce più a tenere gli occhi aperti e… La sua voce s’incrinava sempre di più, man mano che passavano i secondi in cui lei rimaneva silenziosa, ferma a metà delle scale, poggiata con la schiena contro il muro di pietre. Alzò il braccio scostando la giacca e vedendo che il ramo di Emma si era ridotto a poco più di un disegno a matita che andava sbiadendo. Aveva così tanta voglia di urlare e scatenare gli elementi contro Nimue, che dovette serrare i denti per impedirsi di gridare o piangere.
Si Killian…ti sento rispose con un filo di voce. Chiuse gli occhi e piegò indietro la testa fino a poggiarla sulle pietre dietro di se.
<< Cosa farai adesso, Ultima delle Streghe Immortali? >>
Quella voce la fece scattare sul chi vive immediatamente. Sorprendentemente, non si trovava più nel bel mezzo della scalinata. Ora era al centro della grande grotta di Nimue, circondata da figure oscure avvolte in pesanti cappe nere con il cappuccio calato sul volto. Ashira li guardò uno per uno con estrema diffidenza, regolando il suo respiro. L’avevano letteralmente circondata.
<< Non guardarli male, sono tutti versioni di me, in fondo. >> proruppe di nuovo la voce affilata di Nimue, mentre emergeva da quel mare di ombre nere con un sorriso velenoso che trasudava tutta la sua perfidia. << Ti ho fatto una domanda >>
Killian? Killian mi sen- << Aah! >> la strega si portò entrambe le mani alla testa, afflitta da una feroce fitta alla testa che la fece ripiegare su se stessa, annullando completamente ciò che aveva nella mente sostituendolo con puro dolore.
<< Non ignorarmi, Ashira Dukéin. >>
Quando udì il suo nome e cognome, pronunciati da Nimue, si riscosse dal suo dolore alzando faticosamente la testa verso la Sacerdotessa, scontrando il suo sguardo pieno d’odio in quelli da rettile dell’Oscuro. Il suo cognome era sepolto sotto qualche tomba ormai dimenticata dal corso dei secoli, e li sarebbe dovuto rimanere.
<< Oh! Ho per caso sfiorato qualche nervo scoperto, bambina? >> chiese con voce innocente, mentre prendeva a girarle intorno.
Ashira riprese una postura diritta, serrando la mascella per comprimere il dolore più che poteva << Non azzardarti a chiamarmi più così… >>
<< Perché mai ti scaldi tanto per un banalissimo cognome? Aspetta…credo di saperlo >> disse con un sorriso quasi raggiante, come se avesse fatto la scoperta del secolo.
La ragazza rimase di pietra, fissando ostinatamente un punto sopra le teste di quelle figure oscure. Sapeva che stava per dirlo, per ricordarle tutto il dolore che con fatica e secoli aveva imparato a domare, anche se con pochi successi. Stava cercando in tutti i modi di indebolirla, per evitare che facesse più resistenza.
Chiuse gli occhi, consapevole di ciò che l’attendeva di rivivere.
<< Simon Dukéin. Colui che fu la causa della prima grande guerra tra streghe e cacciatori, assassino della grande Dakota Kariin, matriarca delle Streghe Immortali… >> per l’ultima parte, le si portò vicino al suo orecchio, perché potesse sentirla chiaramente in tutta la sua malvagità << … nonché suo marito e padre di sua figlia…Ashira Dukéin >>
Ashira chiuse gli occhi, lasciando che una lacrima calda le rigasse la guancia. Il fragore di un fulmine che si schiantò a pochi metri dalla villa rimbombò per tutto lo spazio della grotta, facendo alzare dei mormorii indistinti tra gli incappucciati.
Nimue rise con voce roca << Ora capisco il perché di questo profondo astio verso il tuo cognome >>
Come se già non lo avesse saputo, pensò la ragazza cercando di mantenere il controllo, ma quando sentì l’ennesimo fulmine piombare più vicino sulle loro teste, capì che non stava facendo un buon lavoro. Doveva concentrarsi sulla spada, ma Excalibur non si vedeva da nessuna parte. La roccia nella quale era rimasta incastrata per mille anni era sparita.
<< Stavi cercando questa? >> chiese la Sacerdotessa, alzando la lunga spada ormai completa della sua parte mancante. Se Nimue avesse usato la spada contro Ashira, sarebbe stata la fine. Nessuno mai avrebbe potuto più contrastarla.
La strega si limitò a guardarla con occhi duri e imperscrutabili. Doveva ideare un piano, e anche in fretta.
<< Dovresti farla pagare a quell’essere ripugnante di tuo padre. La vendetta è sempre stato il tuo unico destino, Ashira. Non puoi negarlo… >> le si avvicinò, puntando la lama al suo collo. << …non esiste redenzione per l’Oscurità. E come potrebbe? La tua anima è nera almeno quanto lo è la mia >>
Ashira ne era amaramente consapevole, ma non diede cenni di cedimento o di indecisione. Alzò il mento, in segno di aperta sfida. << Io non sono come te, Nimue >>
<< Ah no? Vogliamo chiederlo a qualcuno più interno a questa faccenda? >> mosse una mano come a catturare uno sbuffo d’aria, facendo apparire un Lukas confuso e ammanettato. Lo stomaco le si contorse violentemente, tanto che la strega non poté trattenere un lieve gemito disperato. Il cacciatore si guardò intorno, proprio come aveva fatto Ashira appena aveva riaperto gli occhi in quella grotta, fiero ma leggermente spaventato. Poi i loro sguardi s’incontrarono.
Ashira sperò che riuscisse a leggergli il dispiacere nei suoi occhi. Non avrebbe mai voluto coinvolgerlo in tutto quello, ma a Nimue non importava delle vittime che lasciava dietro di se pur di raggiungere il suo scopo finale. E questa, era una delle grandi differenze tra lei e Nimue.
<< Dicci, ultimo dei cacciatori di streghe, cos’ha fatto Ashira alla tua razza.. >>
La ragazza abbassò mestamente lo sguardo sul pavimento ghiaioso della grotta, incapace di sostenere il suo sguardo. Lukas rimase in un silenzio ostinato, pima di risponderle con ciò che a tutti gli effetti doveva essere un grave insulto.
La Sacerdotessa schioccò la lingua, disapprovando il suo comportamento << Così proprio non va, cacciatore… >> Ashira lo vide accasciarsi al suolo, scosso da tremendi spasmi che gli fecero digrignare i denti. La strega cominciò ad agitarsi, sentendo il bisogno disperato di difenderlo contro quegli attacchi di magia nera. << Dimmi ciò che voglio sentire! >> gli gridò Nimue, sovrastando sul suo corpo dolorante. Lui scosse fermamente la testa, sfidandola con lo sguardo a fare del suo peggio.
Mossa sbagliata.
Il grido che si diffuse nell’aria intorno a loro le fece accapponare la pelle. Non poteva continuare così, altrimenti l’avrebbe ucciso.
<< Ora basta! Te lo dirò io. Ho ucciso l’intera razza dei cacciatori solamente perché mio padre era uno di loro, sei contenta adesso? >> sbraitò Ashira, facendo parecchi passi verso Lukas. Doveva assicurarsi che stesse bene. I grandi occhi da rettile di Nimue s’illuminarono di gioia. Una gioia malata e perversa, che guardava due ragazzi avvicinarsi. Ashira non distolse il contatto da lei neanche quando s’inginocchiò di fianco a Lukas disteso a terra. Passò veloce una mano su tutto il suo corpo accertandosi che non fosse in fin di vita. Il suo cuore batteva all’impazzata mentre i muscoli cercavano in tutti i modi di contrastare quella magia velenosa. Doveva guarirlo, ma sicuramente Nimue non glielo avrebbe permesso.
<< Sappi che apprezzo la spontanea ammissione dei tuoi peccati, nonché il tuo operato, ma devo farti un appunto… >> indicò con un dito affilato il corpo esanime di Lukas, aggiungendo con un sussurro che sentirono tutti << …ne è rimasto uno >>
Il moto di rabbia che crebbe in lei come un’onda anomala pronta a travolgere tutto, venne smorzato quando la mano di Lukas avvolse il suo avambraccio. Stava cercando di tirarsi sui gomiti per mettersi seduto e lo sguardo che le lanciò voleva servire a rassicurarla. Lei lo guardò a sua volta e capì che no, non poteva farlo. Non l’avrebbe mai fatto.
<< Non lo farò >> disse, continuando a guardare lui.
La Sacerdotessa rise di nuovo, questa volta con più trasporto. << …credi che la mia fosse una semplice richiesta? >> una potente forza magica la strattonò lontana da lui, mandandola a sbattere con tremenda ferocia contro la parete della grotta, svuotandole i polmoni. << Ashira! >> gridò Lukas, cercando disperatamente di mettersi in piedi con le mani ancora legate davanti a se. Nimue alternò il suo sguardo da l’uno all’altra, lasciando increspare un mezzo sorriso di scherno. << Oh…non mi vorrai dire che provi qualcosa per questo patetico cacciatore? E no, non c’è bisogno di negarlo, il modo in cui vi guardate risponde per te >>
Ashira si accasciò contro la parete, reggendosi il fianco destro con la mano trovandolo bagnato da una sostanza viscosa e calda. Sangue. Doveva essersi schiantata contro uno spuntone di roccia che fuoriusciva dalla parete.
Non disse nulla, come lo stesso fece Lukas.
Nimue continuò a sorridere compiaciuta << Beh…vorrà dire che sarà più divertente ucciderlo davanti i tuoi occhi >> afferrò il cacciatore con una mano, sollevandolo da terra come se fosse fatto di pezza, lasciandolo poi fluttuare a mezz’aria. La Sacerdotessa l’osservò come se fosse stato una qualsiasi cavia di laboratorio, decidendo quale pezzo staccare per primo.
La ragazza si tirò in piedi di forza, alzando una mano contro di lei colpendola con una palla di fuoco che servì solo a farle perdere momentaneamente l’equilibrio e a scaturire l’ennesima risata. << Ti servirà molta più forza mia cara. Non senti che già ho cominciato a risucchiare anche la tua energia? >>
Nel momento in cui Ashira cominciò a camminare con passo malfermo verso di lei, Nimue strinse in una morsa di ferro il collo di Lukas. Il cacciatore boccheggiò alla disperata ricerca d’aria.
La giovane strega guardò disperata prima lui e poi Nimue, prendendo la sua decisione << Lascialo andare. Lascialo andare e ti prometto che mi offrirò spontaneamente. Sai che non puoi risucchiare tutta la mia energia senza il mio libero consenso e così la tua forza non sarà completa. Ma…se prometti di risparmiare questa città e la sua vita dalla tua collera, ti aiuterò ad ottenere quello che vuoi >>
<< No…Ashir-…non…farlo >> agonizzò Lukas, cercando di mettere due parole una dietro l’altra.
Nimue la guardò, allettata dalla proposta << E come saprò che non mi tradirai all’ultimo momento? >>
<< Faremo il giuramento di sangue. Il Patto Inviolabile >> annunciò la strega, sollevando la mano che fino a poco prima reggeva il suo fianco ferito, ora ricoperta di sangue.
Nimue la guardò con un sorriso freddo e senza pensarci oltre, fece saettare ciò che sembrava un piccolo pugnale ricurvo sul palmo della sua mano, aprendo una sottile ferita ma abbastanza profonda da far sgorgare un filo di sangue scarlatto. Entrambe si strinsero la mano lasciando mischiare il loro sangue suggellando quella promessa.
La Sacerdotessa si fece indietro, lasciando cadere al suolo il cacciatore che prese a respirare avidamente. Solo quando Nimue gli diede le spalle, volgendosi verso le sue copie oscure, Ashira si precipitò da lui portando entrambe le sue mani agli angoli del suo viso, usando quel poco di magia curativa che le rimaneva per guarirlo del tutto. Lui coprì le sue mani sottili con le sue, guardandola con gli occhi lucidi << Perché lo hai fatto? >>
Lei provò a sorridergli << perché era giunto il mio turno di proteggerti. E così facendo, ho salvato anche i miei Protetti. E’ stata la cosa giusta da fare >>
Le mani di lui scesero a stringere leggermente i suoi polsi << ...ma non lo è stato per me >> le disse in un sussurro. Lei si spinse in avanti, poggiando la sua fronte su quella di lui, chiudendo gli occhi per impedirsi ancora una volta di piangere << avrei voluto avere più tempo per- >> la sua voce venne inghiottita dal coro di voci che si stava alzando da quella calca di figure nere. Stavano come intonando una specie di litania antica. Un incantesimo antico quando il mondo.
Nimue reggeva Excalibur con entrambe le mani dalla parte dell’elsa, lasciando stagliare verso l’alto la lunga e ondulata lama d’argento. Stava richiamando a se tutta la magia da ogni angolo della terra, mancava solo l’energia magica di Ashira.
La Sacerdotessa la guardò, invitandola al suo fianco con lo sguardo. Lei si alzò obediente, anche se Lukas continuava a tenerle una mano nella sua in un ultimo e disperato tentativo di trattenerla a se. Lei se ne liberò con delicatezza, portandosi al fianco di Nimue.
<< Sappi che hai fatto la scelta giusta unendoti a me, bambina >>
Non le restava più che la sua forza umana, ma se la sarebbe fatta bastare. Con un gesto fulmineo, piantò il pugnale che le aveva passato di nascosto Lukas pochi istanti prima, direttamente nel fianco della Sacerdotessa, facendola urlare di stupore e dolore. Excalibur cadde a terra con un clangore sordo. La strega non si lasciò sfuggire quella occasione e sfruttando lo shock momentaneo di Nimue, la raccolse da terra tenendola tesa fra di loro.
Questa volta toccò ad Ashira sorridere.
Nimue la guardò con gli occhi sbarrati, piegata su un fianco << Come hai osato?! Hai stipulato un Patto Inviolabile, non puoi- >>
<< In effetti… non l’ho infranto >>
<< Cosa stai dicendo?! Tu hai promesso- >>
<< Ho promesso che mi sarei offerta…non che non avrei lottato fino alla fine per impedirlo >> non riusciva a cacciare quel sorriso perfido dal suo viso, mentre guardava l’orrore e la consapevolezza macchiare il viso verde lucertola di Nimue. Avanzò di un passo affondando la lama nello stomaco della Sacerdotessa.
E un ondata di magia esplose tutta intorno a loro.
Prima vi fu tutta luce, poi solo l’oscurità.






 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Mery Rose